23/03/2014, 03:20
23/03/2014, 04:04
23/03/2014, 09:13
MaxpoweR ha scritto:
non capisco in che modo la tav interromperebbe questa linea "immaginaria". E' come se dicessero che si interrompono i paralleli o i meridiani costruendoci una strada "sopra" boh. Se su quella direttrice scorre una qualche energia continuerà a farlo. SE non viene bloccata da montagne ed ostacoli di altro genere che ci sono sul percorso perchè dovrebbe bloccarli la tav? O viceversa se la TAV li blocca allora dovremmo distruggere tutto il resto su quella direttrice no?
Comunque interessante questa "linea" non ne avevo mai sentito parlare
23/03/2014, 09:35
23/03/2014, 15:22
shighella ha scritto:MaxpoweR ha scritto:
non capisco in che modo la tav interromperebbe questa linea "immaginaria". E' come se dicessero che si interrompono i paralleli o i meridiani costruendoci una strada "sopra" boh. Se su quella direttrice scorre una qualche energia continuerà a farlo. SE non viene bloccata da montagne ed ostacoli di altro genere che ci sono sul percorso perchè dovrebbe bloccarli la tav? O viceversa se la TAV li blocca allora dovremmo distruggere tutto il resto su quella direttrice no?
Comunque interessante questa "linea" non ne avevo mai sentito parlare
Le devastazioni di suddetti territori avvengono con materiali quali metalli in primis e altri materiali composti da sostanze "morte" quali cemento e sintetici che interrompono il normale scorrimento delle energie "positive", non di una linea immaginaria come i meridiani, paralleli o l'equatore(credo).
23/03/2014, 23:00
24/03/2014, 03:53
24/03/2014, 07:48
24/03/2014, 08:50
Narrastorie ha scritto:
Consiglio caldamente di leggere il libro "L'impronta divina" di Freddy Silva.
Parla esattamente di queste linee energetiche (ha girato il mondo per trovarle) e spiega come venivano usate dagli antichi e quali funzioni svolgono.
Il libro è edito dalla Xpublishing e lo trovate anche alle librerie Feltrinelli se siete interessati.
personalmente vi consiglio di leggerlo. Magari in questi giorni posterò qualche pagina
24/03/2014, 09:17
24/03/2014, 09:19
MaxpoweR ha scritto:
il puntino a largo della granbretagna potrebbe essere l'isola di HI BRAZIL?
Narrastorie ha scritto:
Consiglio caldamente di leggere il libro "L'impronta divina" di Freddy Silva.
Parla esattamente di queste linee energetiche (ha girato il mondo per trovarle) e spiega come venivano usate dagli antichi e quali funzioni svolgono.
Il libro è edito dalla Xpublishing e lo trovate anche alle librerie Feltrinelli se siete interessati.
personalmente vi consiglio di leggerlo. Magari in questi giorni posterò qualche pagina
24/03/2014, 09:35
mauro ha scritto:
cari amici,
molto simile a questa che avevo postato sul vecchio forum
ciao
mauro
24/03/2014, 11:33
24/03/2014, 13:43
mauro ha scritto:
caro TTE ,
se sapessi già tutto ,perchè cercare link
Questo?
ciao
mauro
12/10/2014, 18:21
Allineamenti di città in Europa
Il pastore evangelico tedesco Wilhelm Tendt, contemporaneo di Alfred Watkins (studioso di antichità che nel 1920 rese pubbliche le sue teorie circa un sistema di linee che un tempo aveva contrassegnato tutta la superficie dell’Inghilterra, formando una rete capillare costruita come un’immensa ragnatela geometrica), nella sua opera del 1929, Germanische Heiligtümer, ragguagliava sui collegamenti tra gli antichi luoghi sacri, che chiamava heilige Linien (linee sacre). E le heilige Linien sono pressoché identiche al sistema di linee inglesi. Come Watkins, anche lo studioso tedesco trovò subito un seguito e molti, studiando le carte topografiche, scoprirono parecchie altre linee.
Sostenuta da Heinrich Himmler, questa teoria fu ufficialmente accettata per lungo tempo. Il filosofo francese Xavier Guichard nella sua opera intitolata Eleusis-Alesia scoprì che nell’antica toponomastica europea c’erano tre nomi fondamentali: Burgus, Antium e Alesia, l’ultimo dei quali era però un caso unico perché apparteneva solo alla città della Francia orientale espugnata da Cesare nel I secolo a.C.
La sua forma greca, Eleusi, risaliva, sempre secondo l’autore, a tempi leggendari anteriori ad Omero, inoltre la radice indoeuropea Ales, Alis o Alles significherebbe ‘punto di contatto tra i popoli’. In realtà la radice è limitata all’ambiente greco, ed è elJ-, eluJ-, eleuJ-, donde, col suffisso -siV, 'EleuJsiV, da cui Eleusis con caduta del J, pertanto non vi è probabilmente alcun nesso logico fra Eleusi e Alesia. Guichard si mise a cercare nella toponomastica i termini che si potevano riferire a quella radice, e trovò che, sebbene fossero diffusi per lo più in Francia, anche in Egitto c’era un’Eleusi presso il delta del Nilo: un’antica colonia greca. Guichard continuò a fare ricerche sul vero significato del termine e sulle origini del popolo che lo usò per la prima volta, dedicandovi venticinque anni della sua vita. Se si prendeva come centro un’antica località chiamata Alaise, vicino a Besançon nella Francia meridionale (cartina 1), l’intera Europa veniva divisa in due ‘rose dei venti’ (simili a quelle usate dai geografi greci), la prima, di ventiquattro linee, che divideva l’orizzonte in segmenti uguali; la seconda, di quattro linee, che indicava la linea equinoziale e i solstizi d’estate e d’inverno.
Quando compilarono la mappa complementare (cartine 2 e 3) i cartografi trovarono che alcune città derivate dal nome ‘Alesia’ (notiamo che è inclusa Vercelli e non Alessandria che presenta un’assonanza più completa) che Guichard portava come prova si trovavano in località un po' discoste dai punti che egli indicava accuratamente nelle mappe del suo libro.
Dobbiamo riconoscere che ci sono evidenti somiglianze tra le sue teorie e quelle di Alfred Watkins. Senza che l’uno sapesse dell’opera dell’altro entrambi giunsero alla conclusione che il traffico del sale alV doveva essere di vitale importanza nelle antiche rotte commerciali e che esistevano (e questo è sancito dall’archeologia ufficiale) delle ‘strade del sale’ che permettevano l’approvvigionamento del prezioso alimento. Fondamentalmente entrambi accettavano la teoria che le antiche sedi dell’uomo primitivo non erano state scelte a caso, ma si inserivano in una complessa figura geometrica. Sul come e il perché fosse concepito un piano strutturale così vasto, né l’uno né l’altro studioso hanno potuto dare risposte precise. Tuttavia hanno messo in luce una delle tensioni che dovettero albergare più tenacemente nello spirito dei primi abitatori dell’Europa, e cioè la ricerca di ciò che, almeno metaforicamente, sta oltre l’orizzonte. Si sono raccolte prove in Europa, in Egitto e in Sudamerica, e, come disse Tohn Micheil, « tutto questo non potrebbe avere come unica motivazione l’esigenza di calcolare il tempo o la data, o un astratto desiderio di raccogliere informazioni astronomiche ».
E allora qual era la motivazione? Qualsiasi supposizione deve tenere conto della scala gigantesca di queste pianificazioni, che sicuramente avevano una finalità pratica. I matematici anteriori a Pitagora hanno lasciato solo pochi, vaghi cenni del loro sapere, ma da quel poco possiamo dedurre che in qualche modo fra l’armonia dei numeri, il movimento dei corpi celesti e i momenti fondamentali dei ciclo annuale di rotazione della Terra gli antichi trovavano dei punti di corrispondenza, dai quali scaturiva un’energia che oggi sentiamo solo indistintamente; la loro era una scienza fondata sull’istinto, ma non per questo meno importante della nostra per lo sviluppo dell’umanità.
Brano (adattato) tratto da "Atlante dei misteri" di Francis Hitching
http://mmmgroup2.altervista.org/i-lines.html