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 Oggetto del messaggio: La Nasa ha mezzo secolo e sogna Marte
MessaggioInviato: 03/06/2009, 09:31 
Nata per rispondere alla sfida russa ora progetta il primo passo dell'uomo sul pianeta rosso

Il compleanno della Nasa per il mezzo secolo di vita è vissuto a Washigton in modo inquieto. A cinquecento metri di distanza dal quartier generale c’è il museo dell’aeronautica e dello spazio che raccoglie pezzi importanti che hanno segnato la sua giovane storia; pezzi straordinari come la capsula Apollo 11 che ha portato i primi uomini sulla Luna nel 1969. Ma è proprio questo passato che possiamo toccare con mano, che rende le giornate della celebrazione agitate. Perché la Nasa abituata alle grandi imprese sta cercando di costruire il prossimo mezzo secolo immaginandolo ancora più eccitante. Ma tutti sanno che non sarà facile per vari motivi. Infatti dare continuità alle missioni compiute è una sfida: incoraggia il fatto che alla Nasa amano le sfide.

NATA PER UNA SFIDA - L’ente spaziale americano nasceva il 29 luglio 1958 per rispondere proprio alla sfida arrivata da Mosca capace di mandare in orbita prima degli americani un satellite artificiale, lo Spunik-1, il 4 ottobre 1957. Grazie a Wernher von Braun, il geniale tedesco che aveva costruito il primo missile balistico della storia, la V-2 durante la seconda guerra mondiale, e poi emigrato negli Usa, Washington rispondeva con il primo Explorer-1 il 31 gennaio 1958. Ma soprattutto il presidente americano Dwight D.Eisenhower dava ordine di creare un ente spaziale capace di organizzare e realizzare l’esplorazione del cosmo. Così nasceva la Nasa tra i malumori della capitale perché molti domandavano che fossero i militari a coordinare la nuova frontiera. Ma Eisenhower, che era un generale, rifiutò e anzi alcuni centri come l’arsenale Redstone dell’US Army, in Alabama, dove lavorava von Braun veniva ceduto, uomini e mezzi, al nuovo ente spaziale. E sarà appunto in questo centro del sud che nascerà sotto la guida del grande tedesco il super razzo Saturno-V capace di portare gli uomini sulla Luna. Così la Nasa e l’America vincevano la sfida lanciata dai sovietici con lo Sputnik ripristinando la superiorità tecnologica, militare e politica prima conquistata con la bomba atomica.

DALLA LUNA ALLA STAZIONE ORBITANTE - Da allora, grazie allo sforzo Luna, poi continuamente alimentato, l’America riusciva a mantenere una indiscussa leadership nel mondo della tecnologia. Sin dai primi anni, comunque, il grande ente spaziale sosteneva programmi ambiziosi in ogni direzione. Così si è iniziato a esplorare il sistema solare, si sono costruiti satelliti come il telescopio spaziale Hubble che hanno spinto la visione umana quasi alle origini dell’universo riscrivendo i libri di astronomia. Ma ha favorito anche la costruzione di satelliti che hanno migliorato la vita quotidiana sulla Terra e con i quali oggi comunichiamo istantaneamente fra i continenti oppure prevediamo il tempo o controlliamo l’inquinamento dell’ambiente. Un’altra sfida è stata lo shuttle, la prima astronave riutilizzabile della storia. Volava per la prima volta nel 1981 ed ora la flotta è prossima al ritiro dal servizio nel 2010. E’ stata una grande impresa tecnologica ma un fallimento economico: far volare gli shuttle costa troppo (500 milioni di dollari a volo) ed è eccessivamente complessa come sistema. I due disastri di Challenger nel 1986 e di Columbia nel 2003 lo hanno dimostrato. Ed è per tale motivoo che ora la Nasa impegnata a disegnare il futuro ha rinunciato a fabbricare un veicolo di questo genere, ritornando a capsule più tradizionali. Forse, la cosa più importante per cui passerà alla storia lo shuttle sarà l’aver permesso la costruzione della stazione spaziale internazionale che si completerà appunto nel 2010. E questa, invece, è davvero un’impresa riuscita se si cancellano i ritardi, i rinvii e gli alti costi affrontati. In compenso ha permesso di materializzare un ambizioso piano di cooperazione internazionale unendo insieme, oltre ai paesi europei riuniti nell’ESA, il Giappone, la Russia, e il Canada.

L'UOMO SU MARTE - L’esplorazione comune è sempre stata l’ambita meta dello spazio e la stazione ha consentito di imparare come realizzare insieme altre imprese del domani. Intanto sulla stazione si potranno sperimentare cose impossibili sulla Terra come la fabbricazione di nuovi farmaci o nuove leghe metalliche sfruttando l’assenza di gravità. Adesso la Nasa vuol tornare sulla Luna nel 2018 e a ciò sta lavorando anche per contrastare analoghe iniziative in corso da parte di alcuni Paesi asiatici: Cina, Giappone, India. Ma pur guardando al prossimo obiettivo da raggiungere varato dal presidente Gorge Bush nel 2004 la vera meta a cui guarda la Nasa oggi è lo sbarco umano su Marte già indicato dopo il 2020. E, aspetto importante, nel fantascientifico sogno che segnerà il prossimo mezzo secolo la Nasa cerca di trascinare anche altre agenzie spaziali consapevole che questo è un sogno dell’umanità e non di una sola nazione.

fonte:IlCorriere.it


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