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29/04/2013, 21:03
29/04/2013, 21:16
I pomodori scuri, in ogni modo, non sono una novità. E' il caso del "Nero di Crimea" e del "Kumato", entrambe due varietà naturali di pomodoro dalla buccia e dalla polpa di colore scuro. Quest'ultimo è un pomodoro ottenuto dopo 5 anni di sperimentazione dalla Sygenta, su richiesta della catena di supermercati britannici Sainsbury's, attraverso un incrocio tra una specie selvatica originaria delle Galapagos e alcune varietà tipiche europee.
29/04/2013, 22:22
Secondo i promotori di quella che viene definita la più grande campagna di sempre a difesa del nostro cibo, «I brevetti stravolgono l’intero funzionamento della nostra catena alimentare: per migliaia di anni gli agricoltori hanno potuto scegliere quali sementi usare, senza doversi preoccupare di essere portati in tribunale per violazione di proprietà intellettuale. Ora però, le aziende di biotecnologie stanno ottenendo brevetti sui semi e poi fanno pagare agli agricoltori esorbitanti licenze. Monsanto ha denunciato centinaia di loro per la pratica millenaria di salvare e selezionare i semi. Monsanto e soci sostengono che i brevetti danno impulso all’innovazione, ma la realtà è che creano un monopolio di un’azienda sul nostro cibo. Per fortuna l’Ufficio Europeo dei Brevetti obbedisce ai 38 stati membri che, con un solo voto, possono impedire che vengano concessi pericolosi brevetti su alimenti coltivati usando metodi tradizionali. Persino il Parlamento Europeo si è espresso contro questa devastante possibilità. Ora, una massiccia ondata di proteste può spingerli a mettere per sempre al bando i brevetti su quello che mangiamo. La situazione è già tragica: la sola Monsanto possiede il 36% delle varietà di pomodori, il 32% dei peperoni e il 49% dei cavolfiori registrati nell’Ue. Ma con una semplice modifica delle regole attuali, possiamo impedire alle multinazionali di prendere il controllo di quello che mangiamo, degli agricoltori e del pianeta … e sta a noi fare in modo che succeda».
Source: «Monsanto contro Madre Natura...ecie agricole - Signoraggio.it
30/04/2013, 01:17
Wolframio ha scritto:
Monsanto, l'ultima diavoleria: brevettare la natura (pomodori color prugna)
Una volta brevettati i semi dei prodotti naturali della terra,non avremo più scampo.Ottenere i brevetti significa averne l’esclusiva,così, la Monsanto potrà tranquillamente decidere se mangeremo cibo naturale o ogm,e di sicuro potremo dire addio al cibo naturale,dato che bisognerà pagare per coltivare come la natura ci ha insegnato.
30/04/2013, 08:41
mauro ha scritto:
cari amici,
I pomodori scuri, in ogni modo, non sono una novità. E' il caso del "Nero di Crimea" e del "Kumato", entrambe due varietà naturali di pomodoro dalla buccia e dalla polpa di colore scuro. Quest'ultimo è un pomodoro ottenuto dopo 5 anni di sperimentazione dalla Sygenta, su richiesta della catena di supermercati britannici Sainsbury's, attraverso un incrocio tra una specie selvatica originaria delle Galapagos e alcune varietà tipiche europee.
dahttp://www.valeriaaiello.it/news/pomodoriviola.htm
ciao
mauro
26/05/2013, 08:04
11/07/2013, 21:54
04/04/2014, 01:12
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10/05/2014, 14:49
17/11/2014, 00:53
Argentina – Accampati da un anno contro Monsanto
E’ GIA’ TRASCORSO UN ANNO DA QUANDO I CITTAINI DI UN MINUSCOLO CENTRO DELLA PREOVINCIA ARGENTINA di Córdoba hanno piantato le tende di fronte al gigantesco cantiere e sono riusciti a fermare il megaprogetto della più temibile e criminale impresa dell’agro-business. Con l’argilla hanno costruito un riparo da usare come cucina e accanto alla strada hanno coltivato un orto per la comunità. Raúl Zibechi torna ad analizzare i punti chiave della straordinaria e vittoriosa resistenza di Malvinas Argentinas contro Monsanto: hanno imparato a far politica senza essere dei politici. L’eterogeneità e il sentirsi tutti uguali hanno creato uno spazio-tempo di auto-educazione collettiva, senza dirigenti né diretti, senza divisione del lavoro tra le persone che comandano e quelle che eseguono. Qualche settimana fa, l’Asamblea Malvinas Argentinas Lucha por la Vida (l’Assemblea Malvinas Argentinas Lotta per la Vita) ha festeggiato un anno dalla creazione del presidio che ha permesso di paralizzare la più grande opera che la multinazionale sta portando avanti a livello mondiale.
Un piccolo gruppo di abitanti di questo piccolo centro situato a 14 chilometri da Córdoba ha iniziato a mobilitarsi due anni fa quando la presidenta (Cristina Fernández, ndt) ha annunciato alla televisione nazionale che Monsanto avrebbe fatto investimenti per installare un impianto di sementi di mais transgenico che comprende 240 silos e l’utilizzo di milioni di litri di agrotossici.
GLI ABITANTI HANNO OTTENUTO IL BLOCCO DEL PROGETTO CAUSANDO LA PRIMA GRANDE SCONFITTA DELLA MULTINAZIONALE IN ARGENTINA uno dei centri fondamentali per la sua attività nella regione sudamericana. Conoscere più da vicino questa importante esperienza di organizzazione e di resistenza può permettere di capire i motivi del suo successo nei confronti di una delle imprese più potenti del mondo. Il primo insegnamento è che un piccolo gruppo di persone può cambiare la storia se è capace di radicarsi in un territorio e trasformarlo in luogo di resistenza. I protagonisti di questa lotta hanno scelto di accamparsi di fronte al cantiere della Monsanto. Il punto di svolta è stato il festival Primavera senza Monsanto, nel settembre 2013, culminato con l’insediamento del presidio. L’installazione dell’accampamento è stata un’azione a sorpresa, non l’hanno annunciata prima proprio per evitare che la polizia lo impedisse. Per un anno hanno affrontato il freddo e la pioggia, senz’acqua e senza luce, dormendo nelle tende da campeggio; il loro sostentamento è stato reso possibile dalla solidarietà e dalla volontà degli attivisti. Si sono stesi a terra per impedire l’accesso ai camion che trasportavano materiali da costruzione con il loro stesso corpo, hanno affrontato la repressione da parte della polizia, gli attacchi di gruppi appartenenti al sindacato delle costruzioni e la pressione dei poteri pubblici. Con l’argilla hanno costruito ripari da utilizzare come cucina, deposito e luogo per tenere riunioni e assemblee. Accanto alla strada hanno coltivato un orto per provvedere al cibo della comunità. La coesione e la risolutezza che sostiene il presidio ha consentito che si trasformasse in una comunità di vita.
IL SECONDO INSEGNAMENTO sono l’eterogeneità e l’orizzontalità. Esther Quispe, nipote di boliviani, madre e nonna, sottolinea che “prima di dar vita all’assemblea, non avevamo mai partecipato a nulla”, fatta eccezione per due studenti universitari del quartiere (della città di Córdoba, ndt) che “non hanno sprecato la loro umanità dentro le aule”. Fondamentale, però, è stata la possibilità di coordinarsi con attivisti provenienti dall’università o dai partiti, “questo ci ha permesso di imparare parole nuove come capitalismo e organismi geneticamente modificati”. Una costante che si può riscontrare in tutti i movimenti popolari è la confluenza di settori popolari e di attivisti che si sono formati in altri contesti. A Malvinas Argentinas –riflette Esther- il livello di istruzione è molto basso, pertanto il relazionarsi con attivisti con una formazione politica e teorica, ha aiutato la popolazione ad acquisire una visione più ampia. Dice che “la gente del presidio ha trovato la chiave di volta per comprendere quel che stava capitando”, nella reciprocità dei saperi diversi. Una parte di questa eterogeneità è stata la convergenza con altre esperienze di lotta. Le Madri di Ituzaingó, che avevano ottenuto un’importante vittoria lo stesso giorno dell’annuncio dell’investimento della Monsanto, costituiscono un supporto e un punto di riferimento poiché, in un altro quartiere di Córdoba, sono state le prime a mobilitarsi contro le fumigazioni. Grazie a Nora Cortiñas, la gente del presidio ha conosciuto le Madres de Plaza de Mayo, e poi il Premio Nobel Adolfo Pérez Esquivel, gli scienziati impegnati nella lotta Andrés Carrasco e Raúl Montenegro, insignito del premio Nobel alternativo.
argmonsanto2NEI 12 MESI DELL’ACCAMPAMENTO “abbiamo imparato ad ascoltare l’altro, a mangiare assieme. Io ho appreso che ci sono vegani e vegetariani, abbiamo imparato a discutere tra noi”, assicura Esther. Il passo successivo è che “abbiamo imparato a far politica senza essere dei politici”. L’eterogeneità e il sentirsi tutti uguali hanno creato uno spazio-tempo di auto-educazione collettiva, senza dirigenti né diretti, senza divisione del lavoro tra le persone che comandano e quelle che eseguono. Esther evidenzia anche la terza questione “Se abbandoniamo la strada, le lotte finiscono”. L’azione diretta è insostituibile quanto l’essere disposti a mettere in gioco il proprio corpo. Ci sono le grandi manifestazioni di 5 mila persone, in un centro di 15 mila abitanti, ma ci sono anche le azioni quasi individuali come sdraiarsi a terra di fronte a decine di camion. La potenza non sta nella quantità ma nella decisione di mettersi in gioco. È questa scelta che ha portato nell’accampamento decine di giovani, “gli hippies” come ora li chiamano, che negli ultimi mesi stanno dando il loro appoggio al presidio. I cittadini hanno imparato a convivere anche con loro e, soprattutto, a superare le diffidenze. A Córdoba, alla fine del 2013, in seguito allo sciopero della polizia, è divampato un clima di terrore. Hanno chiamato “gli hippies” perché li aiutassero a proteggere le case e i piccoli negozi e lì – nel mezzo della crisi – il loro sguardo su quei giovani diversi è cambiato. (MU, agosto 2014).
INFINE UN ASPETTO IPORTANTE LA CREATIVITA’. Non possiamo vincere seguendo i percorsi consueti. Non si può convincere senza creare cose nuove capaci di esprimere la potenza che si sprigiona dalle azioni di resistenza. I componenti dell’assemblea hanno imparato concetti scientifici, hanno raccolto informazioni da diffondere nel quartiere e, assieme ad un laboratorio di analisi e alla cattedra di tossicologia dell’Università di Buenos Aires, hanno effettuato prelievi di sangue agli abitanti del posto. Queste analisi hanno dimostrato che 7 persone su 10 presentano nel sangue sostanze agro-chimiche, come l’Aldrin e il Dieldrin, che sono proibite in buona parte del mondo. Persone addette alle comunicazioni e collettivi di giovani hanno creato il sito web Ecos Córdoba che pubblica articoli, foto e video sulla resistenza contro la Monsanto con l’intento di “dar visibilità alle implicazioni e alle conseguenze del modello estrattivista”. Il sito contribuisce al coordinamento delle lotte nella provincia. C’è molto altro. Si potrebbe parlare del ruolo fondamentale delle donne, però quello ormai è quasi un luogo comune. Per il momento, vale la pena di insistere sul fatto che un piccolo gruppo di persone, unite nell’azione, è in grado sia di sconfiggere multinazionali e Stati, sia di scuotere dall’inerzia buona parte della popolazione.