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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 07/12/2017, 20:37 
Per il dolore, morfina... E quello è comprensibile quando sei ferito.
Il resto, anfetamine...
Qui lo spiegano bene.

https://www.focus.it/cultura/storia/cap ... rra-storia



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 15/12/2017, 13:37 
Cita:

LA SVOLTA NEGLI USA
Addio alla net neutrality: come potrebbe cambiare internet per gli utenti

La Federal Communications Commission (Fcc), l'authority americana per le telecomunicazioni, ha votato la misura sulla cosiddetta “net neutrality” che modificherà le regole cui si devono attenersi i provider di internet e che modificherà in maniera profonda l'internet così come l'abbiamo conosciuto finora. Mettiamo subito in chiaro che a cambiare saranno solo le disposizioni negli Stati Uniti dal momento che questo tipo di regole sono nazionali e che quindi l'Europa, e l'Italia, non sono coinvolte. Ma è altrettanto evidente che, se il vento cambia negli Usa, il dibattito si allargherà al resto del mondo. Già in Europa c'è qualche accenno di voler forzare la situazione. E il business chiederà di poter godere delle opportunità che si aprono.

Perché la scelta di rinunciare alle regole precedenti lascia ampia possibilità di manovra per le società di telecomunicazione, i fornitori di internet, di diversificare il traffico frammentando l'offerta sul modello delle tv a pagamento, rendendo alcuni contenuti prioritari a pagamento. Cerchiamo di capirci meglio.



Addio alla net neutrality: la Fcc ha votato per una rete a più velocità

Cos'è la net neutrality?
La “neutralità della rete” è l'internet come siamo abituati a usarlo oggi, dove tutte le informazioni, che siano messaggi, foto, video o file musicali, vengono trattate allo stesso modo: a nessun fornitore di servizi può essere garantita una velocità maggiore per arrivare all'utente finale: Netflix, Spotify e Youtube hanno la stessa velocità di qualsiasi altro servizio. L'idea di fondo è che internet non segue i principi del denaro ma dell'originalità dell'idea e della qualità del contenuto. Senza la net neutrality, si apre la strada al dominio delle società, in particolare dei fornitori di contenuto, disposte a pagare per avere la priorità per i propri contenuti.

Cosa è successo?
Giovedì si è riunita la Fcc per votare su un ordine del giorno che mira a cancellare le modifiche approvate sotto la presidenza di Barack Obama, le quali avevano imposto l'obbligo di non violare la net neutrality. Oggi la maggioranza è in mano all'attuale presidente, il repubblicano Donald Trump, – sempre in misura di tre membri contro due – e il provvedimento è stato approvato. Con la conseguenza che sarà eliminato qualsiasi tipo di regolamentazione per le compagnie tlc, quelle che forniscono banda e accesso. Tra l'altro il presidente della Fcc scelto da Trump, Ajit Pai, viene dal mondo delle tlc, avendo seguito l'ufficio legale di Verizon. Fin dal suo insediamento Pai ha ribadito che la regolamentazione imposta ai tempi di Obama hanno avuto l'effetto di deprimere gli investimenti nel settore, anche se i dati non segnalano una caduta. Nel corso della riunione, difendendo la sua proposta il presidente ha ribadito che le norme sulla net neutrality hanno frenato l'espansione e l'innovazione e che la liberalizzazione permetterà di far avanzare il business, senza che questo comporti “la morte di internet” o “la fine della democrazia”.



Cosa potrebbe cambiare?
Con la fine della neutralità saranno i contenuti a pagamento ad avere la meglio: per avere Netflix, oltre all'abbonamento, bisognerà pagare una quota supplementare al provider internet (in Italia sarebbero Tim, Vodafone o Fastweb, per esempio) per avere una qualità sufficiente per vedere il film. In assenza di regole che garantiscano la net neutrality, il flusso dei dati e dei file su internet sarà deciso dalal contrattazione tra i big dei contenuti e i big delle tlc, trasferendo ovviamente i costi sull'utente finale. Con il risultato secondario, ma non per questo meno rilevante, di tarpare le ali all'innovazione sul web.
Se i fornitori di internet saranno liberi di fare quello che vogliono, senza alcuna regola, con ogni probabilità non passerà molto tempo che andranno a chiedere soldi ai produttori di contenuti, da Netflix a Youtube ma anche a Google e Facebook, per cercare di portare più traffico sulle loro piattaforme. In effetti i big dei contenuti non sono del tutto contrari perché hanno liquidità sufficiente per pagare “corsie preferenziali” sul web che garantiscano di mettere in un angolo i concorrenti meno ricchi. Ma senz'altro i grandi vincitore di questo provvedimento sono i colossi delle tlc: in Usa parliamo di AT&T, Verizon e Comcast.


Chi perde?
A perdere saranno sopratttutto gli utenti normali, come noi. Probabilmente non succederà dalla sera alla mattina, ma negli Stati Uniti i provider di banda larga inizieranno a limitare o rallentare quello che si può vedere sul web, presentando offerte per garantirci di poter vedere i siti e fruire dei servizi che normalmente utilizziamo.. A soffrire saranno anche le società internet più piccole, quelle che non riusciranno a garantire un adeguato compenso per il traffico e, soprattutto, le startup che non potranno sperimentare nuovi servizi in rete, allo stesso modo in cui avevano fatto, a suo tempo, Google, Facebook e Netflix.

Cosa succederà?
Di fatto con questa votazione la Fcc rinuncia ai propri poteri regolatori su internet, abdicando in favore del mercato. In seguito alla decisione odierna è probabile che la Federal Communication Commission sia oggetto di una serie di cause legali – già l'attorney general di New York ha annunciato un'iniziativa a nome di diversi stati – che rimprovereranno all'authority di aver rinunciato a quello che è scritto nel proprio mandato istituzionale. E il risultato non è del tutto scontato.


http://www.ilsole24ore.com/art/tecnolog ... d=AEFdrsSD


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 15/12/2017, 14:08 
che schifo di paese



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 15/12/2017, 14:27 
America First.



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 18/12/2017, 19:15 
Uno che ha rovinato l'America ... [^]


L’Hezbollah-gate che fa tremare Barack Obama

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Arrivano accuse pesanti nei confronti dell’amministrazione Obama. Secondo la testata americana Politico, l’amministrazione democratica avrebbe deviato indagini importantissime sul traffico di droga legato ad alcuni segmenti di Hezbollah pur di evitare di compromettere l’accordo sul nucleare iraniano. L’indagine, soprannominata Progetto Cassandra, fu lanciata nel 2008 da vari uffici federali americani dopo che la Drug Enforcement Administration (Dea) ebbe raccolto prove che sembra confermassero il fatto che Hezbollah fosse al vertice di una rete criminale internazionale che alcuni analisti ritenevano stesse raccogliendo circa un miliardo di dollari l’anno dalla droga, dal traffico di armi, dal riciclaggio di denaro sporco e da una serie di altre attività criminali. Nel corso degli otto anni successivi, la campagna d’indagine verso Hezbollah ha coinvolto sempre più agenti, tutti riuniti in una struttura segreta della Dea a Chantilly, in Virginia. Con il supporto di 30 agenzie di sicurezza non solo statunitensi, ma di tutto il mondo, gli investigatori sembravano essere giunti al nucleo fondamentale di questa presunta rete criminale, riuscendo a mappare tutta la rete legata ad Hezbollah con agenti sotto copertura, intercettazioni telefoniche ed operazioni segrete in varie parti del territorio nazionale e del mondo. Come riporta Politico, le indagini seguivano le spedizioni di cocaina. Alcune di queste rotte partivano dall’America Latina per giungere all’Africa occidentale e poi fare rotta verso i mercati dell’Europa e del Medio Oriente. Altri carichi, invece, passavano attraverso il Venezuela e il Messico per giungere verso gli Stati Uniti. L’inchiesta della testata americana, che è riuscita ad avere contatti direttamente con i funzionari che hanno curato le indagini, rivela che erano riusciti ad avere un quadro abbastanza chiaro del fiume di denaro sporco, che, tra le altre cose, era “pulito” tramite l’acquisto di auto usate americane rivendute e spedite in Africa.

Poi però qualcosa è cambiato. Le indagini hanno cominciato ad avere degli intoppi, ostacoli burocratici, impedimenti di vario tipo. Nel momento in cui il Progetto Cassandra sembrava aver raggiunto il vertice di questa piramide andando a individuare direttamente le parti all’interno del Partito di Dio coinvolte nella trama criminale, i funzionari dell’amministrazione Obama avrebbero iniziato a porre una serie sempre più insormontabile di ostacoli. Quando i funzionari più alti in grado del Progetto Cassandra cercarono l’approvazione dell’amministrazione Obama per alcune importanti indagini, azioni penali, arresti e sanzioni finanziarie, i funzionari dei dipartimenti della Giustizia e del Tesoro iniziarono a ritardare le domande, alcune le ostacolarono, e altre furono definitivamente respinte. Secondo quanto è riuscito a conoscere il sito d’inchiesta, il dipartimento di Giustizia avrebbe declinato le richieste per presentare accuse penali contro importanti personaggi all’interno della rete di Hezbollah, come uno dei loro maggiori inviati in Iran, un appartenente alle forze Quds iraniane, e vertici di una banca libanese che presumibilmente ha riciclato miliardi di dollari.


Secondo Politico, il motivo di questa serie di ostacoli alla conclusione delle indagini risiederebbe nella volontà politica dell’amministrazione Obama di fermare qualsiasi attività dell’intelligence statunitense e delle varie agenzie di sicurezza americane e alleate che potessero incrinare i rapporti con Teheran in vista del completamento degli accordi sul nucleare. In quell’accordo, l’amministrazione Obama si era giocata gran parte della sua credibilità internazionale ed era un risultato storico per tutto il Medio Oriente e per i rapporti fra Occidente e Iran. Un accordo così importante da dover frenare le accuse gravissime rivolte al maggior alleato dell’Iran in Medio Oriente. I funzionari intervistati si schermano dietro questa giustificazione politica, ma c’è chi teme che dietro vi possa essere una rete d’interessi che ricorda quella dello scandalo Iran-Contras sotto la presidenza Reagan. Lo scandalo colpì duramente la popolarità del presidente Usa, ma, in questo caso, la scure dell’impopolarità cadrebbe non sull’attuale presidente ma sul predecessore, Barack Obama.

Oggi, l’uscita dell’inchiesta di Politico getta un’ombra sull’amministrazione Obama, ma incuriosisce inevitabilmente il momento della pubblicazione. I rapporti fra Iran e Stati Uniti vivono uno dei momenti più bassi della recente storia delle relazioni bilaterali fra Washington e Teheran. Dall’altro lato, Hezbollah è da sempre nel mirino dell’attuale amministrazione Trump, che, soprattutto attraverso la rappresentante all’Onu, Nikki Haley, cerca in ogni modo di colpire gli interessi iraniani in Libano e nel mondo. È ormai risaputo, e ne parlano da tempo tutte le testate mondali e lo stesso governo Usa, che si stanno cercando prove per confermare gli interessi illeciti di Iran ed Hezbollah nel mondo, dallo Yemen al Libano passando anche per l’America latina. Forse il Progetto Cassandra le aveva trovate, o forse (il dubbio sorge), serviva farle uscire proprio ora.



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 19/12/2017, 01:32 
Cita:


Povertà, Onu: il “sogno americano” non esiste più


“Il sogno americano sta diventando rapidamente l’illusione americana, ora che gli Usa hanno il più basso tasso di mobilità sociale rispetto a tutti i Paesei ricchi”: lo ha dichiarato il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la povertà e i diritti umani, Philip Alston, denunciando come il numero di persone che vivono in stato d’indigenza potrebbero ancora aumentare nel Paese. Secondo il mito americano, la possibilità di scalata sociale, basata sull’impegno nella terra delle opportunità, rendevano possibile riscatto sociale impossibile in società più statiche. La storia, sostiene l’Onu, è cambiata: “Anziché realizzare gli ammirevoli impegni dei suoi fondatori, gli Stati Uniti di oggi si sono rivelati eccezionali in modi molto più problematici, che sono inaspettatamente in contrasto con la sua immensa ricchezza e il suo impegno fondante per i diritti umani”, ha aggiunto Alston.


La povertà, secondo quanto dichiara nella nota il rappresentante delle Nazioni Unite, prescinde dalle questioni razziali: vivono in condizioni economicamente disagiate otto milioni di bianchi in più rispetto ai poveri di etnia afroamericana: “La faccia della povertà in America”, ha detto Alston, “non è solo nera o ispanica, ma anche bianca, asiatica e di molti altri colori”.
La denuncia dell’Onu arriva in tempo per criticare l’imminente arrivo della riforma fiscale di Trump, che si rivelerà particolarmente vantaggiosa per le società e le persone fisiche nella fascia di reddito più elevata, che si vedrà ridurre l’aliquota. Questo piano potrebbe avere “devastanti conseguenze” per i più poveri e potrebbe fare degli Usa, “la società più diseguale del mondo”, ha detto senza mezzi termini il rappresentante Onu. “I tagli drammatici nel welfare anticipati dal presidente Donald Trump e dallo speaker della Camera Paul Ryan stanno già iniziando ad essere implementati dall’amministrazione”.


http://www.wallstreetitalia.com/poverta ... siste-piu/


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 19/12/2017, 09:29 
La vecchia ricetta che se un ricco guadagna di più, anche i poveri festeggiano.
BAH..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 20/12/2017, 20:47 
mik.300 ha scritto:
La vecchia ricetta che se un ricco guadagna di più, anche i poveri festeggiano.
BAH..

"Bisogna dare soldi alle imprese per dare lavoro agli italiani"!

Il mantra che va di moda anche qua.

E poi assumono il negretto che costa meno.



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 21/12/2017, 11:30 
vimana131 ha scritto:
Cita:


Povertà, Onu: il “sogno americano” non esiste più


“Il sogno americano sta diventando rapidamente l’illusione americana, ora che gli Usa hanno il più basso tasso di mobilità sociale rispetto a tutti i Paesei ricchi”: lo ha dichiarato il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la povertà e i diritti umani, Philip Alston, denunciando come il numero di persone che vivono in stato d’indigenza potrebbero ancora aumentare nel Paese. Secondo il mito americano, la possibilità di scalata sociale, basata sull’impegno nella terra delle opportunità, rendevano possibile riscatto sociale impossibile in società più statiche. La storia, sostiene l’Onu, è cambiata: “Anziché realizzare gli ammirevoli impegni dei suoi fondatori, gli Stati Uniti di oggi si sono rivelati eccezionali in modi molto più problematici, che sono inaspettatamente in contrasto con la sua immensa ricchezza e il suo impegno fondante per i diritti umani”, ha aggiunto Alston.


La povertà, secondo quanto dichiara nella nota il rappresentante delle Nazioni Unite, prescinde dalle questioni razziali: vivono in condizioni economicamente disagiate otto milioni di bianchi in più rispetto ai poveri di etnia afroamericana: “La faccia della povertà in America”, ha detto Alston, “non è solo nera o ispanica, ma anche bianca, asiatica e di molti altri colori”.
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http://www.wallstreetitalia.com/poverta ... siste-piu/

Capitalismo e Mondialismo, di cui americani ed europei si sono riempiti la bocca (chiamando il fenomeno "globalizzazione"), rappresentano il disastro globale, economico e sociale, che abbiamo sotto i nostri occhi. Hanno massacrato le imprese, distrutto le regole, cancellato i diritti.... mentre i soliti noti si sono accaparrati fette di mercato colossali al di fuori di tutte le leggi, comprese quelle del buon senso. Chi cerca poi di riportare le cose al suo posto, viene pure tacciato di "sovranismo" o "nazionalismo". Siamo alla dissonanza cognitiva.



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 21/12/2017, 17:23 
Strano .... [:D]


Economia in ascesa
Meno tasse, più investimenti: il regalo di Trump agli americani

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La riforma del fisco di Donald Trump che tanto preoccupa Bruxelles mette le ali alla borsa americana che nei giorni scorsi ha stracciato tutti i record, pur con un leggero calo nella giornata di ieri. Dall’inizio dell’anno, il Dow Jones ha guadagnato il 25,45% salendo a quasi 5mila punti. Su anche l’indice S&P 500, un altro record, e il Nasdaq, oltre i 7mila punti, per la prima volta. Il Congresso Usa in questa settimana si appresta a varare una riforma del fisco storica che il presidente Trump potrebbe firmare entro venerdì, facendo un bel regalo di Natale ai contribuenti, alle famiglie, ma soprattutto alle imprese che potranno continuare a investire sfruttando il momento positivo di crescita della economia Usa. E mentre CNN, la "Pravda americana", come la chiama Trump, sostiene che la maggioranza degli americani è contro la riforma, mentre si allungano i tempi del Russiagate (il superprocuratore Mueller secondo indiscrezioni dovrebbe continuare a indagare un altro anno), e non si placano le polemiche internazionali per la scelta di Trump di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme, ancora una volta occorre ricordare che giornaloni e antitrumpisti di ogni latitudine avevano salutato la riforma trumpista come la definitiva sconfitta del Don, dicendo che non sarebbe mai passata e descrivendola come la Waterloo della Casa Bianca. Invece a Natale gli americani avranno da festeggiare. Grazie a Babbo "Don" Natale.

https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... -americani



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 23/12/2017, 15:23 
LA Più GRANDE DEMOCRAZIA DEL MONDO [:246]


USA : LA DROGA LEGALE CHE UCCIDE

Il 26 ottobre scorso Donald Trump ha dichiarato la crisi degli oppioidi negli Stati Uniti "un'emergenza sanitaria". Gli ultimi dati non gli danno torto. Dal 1999 nel paese, sono quadriplicate le prescrizioni di farmaci oppiacei. Il problema è associato all'abuso e alla dipendenza da droghe legali, come il Fentanil che possono essere acquistate in farmacia o online.
Le morti per overdose nel 2016 sono state 63,600 un aumento del 21% rispetto al 2015. Chi ne fa uso cade nel vizio, perchè i medici gli prescrivono dei painkillers analgesici molto forti, piu potenti dell'eroina o della morfina.
A causa dei decessi in aumento, soprattutto nella classe media americana, vista la facilità nel reperire il farmaco, molti bambini restano orfani, di uno o entrambi i genitori. Lo sa bene Justine Dale che a Cape Cod, lavora in una scuola elementare dove aiuta gli studenti vittime di lutti familiari.
Giovani madri che a causa della dipendenza perdono i figli, come racconta questa giovane dell'Ohio che dopo il primo figlio non voleva perderne un altro.
Secondo gli esperti, il problema sta principalmente nel sistema sanitario americano che non consente ad una persona di iniziare una terapia d'emergenza, indipendentemente dalle possibilità economiche.
https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo ... spartanntp


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 23/12/2017, 17:02 
Qui, in Brescia, hanno pescato un quattordicenne con 15Kg di droga! [;)]


https://www.giornaledibrescia.it/bresci ... -1.3228175



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 24/12/2017, 18:03 
Thethirdeye ha scritto:
In questo breve segmento di fiction viene mostrato cosa potrebbe
succedere a breve se continua lo sviluppo dei cosiddetti Killerbots,
i "droni assassini". (Massimo Mazzucco)


Guarda su facebook.com



................... [:305]


La più grande democrazia del mondo....



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 25/12/2017, 19:21 
protettorati coloniali

http://www.corriere.it/esteri/17_dicemb ... 9dc4.shtml

Gerusalemme, anche il Guatemala trasferisce l’ambasciata
Il governo del Paese centroamericano è il primo tra i nove che hanno votato contro la risoluzione Onu a seguire la linea di Washington

«Cari abitanti del Guatemala, oggi ho parlato con il Primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, abbiamo parlato delle eccellenti relazioni che abbiamo avuto come nazioni da quando il Guatemala ha sostenuto la creazione dello Stato di Israele», ha detto il presidente in un post Facebook. Delle 193 nazioni Onu, solo nove paesi - tra cui gli Stati Uniti - hanno votato contro la risoluzione delle Nazioni Unite, mentre 128 hanno votato a favore, 35 si sono astenuti e 21 non hanno partecipato alla votazione. Al fianco degli Stati Uniti si sono schierati Israele, Guatemala, Honduras, Isole Marshall, Nauru, Micronesia, Palau e il Togo, unico paese africano tra questi.



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 25/12/2017, 19:42 
infatti tutti protettorati caraibici


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