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MessaggioInviato: 19/06/2018, 21:03 
La democrazia va esportata in tutto l'universo [:246]



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MessaggioInviato: 20/06/2018, 12:55 
Pronti!


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Il futuro è adesso. E gli Stati Uniti non vogliono perdere la corsa alla supremazia dello spazio, nuovo campo di battaglia fra superpotenze. Il presidente Donald Trump ha ordinato la creazione della sesta forza armata americana: la Space Force. Obiettivo della forza, quello di estendere il dominio americano anche nello spazio per sfidare la Cina e la Russia.
Trump avvia l’iter per la Space Force

“Sono qui per ordinare al Dipartimento della Difesa e al Pentagono di avviare immediatamente il procedimento necessario per istituire una Forza Spaziale come sesto ramo delle forze armate”, questo l’annuncio di Trump durante una riunione del National Space Council.

“Avremo l’Air Force e avremo la Space Force. Separato ma uguale. Sarà qualcosa di molto importante “, ha aggiunto Trump, che ha poi incaricato il generale Dunford di guidare questo nuovo progetto su cui il presidente Usa sembra aver puntato molto.

Le parole di Donald Trump durante la riunione del Consiglio sono state molto nette. Il presidente Usa sembra davvero interessato a questo programma spaziale che, a suo dire, è di primario interesse per la sicurezza nazionale. “Quando si parla di spazio, troppo spesso, per troppi anni, i nostri sogni di esplorazione e scoperta sono stati dissipati dalla politica e dalla burocrazia, e li abbiamo messi in discussione”, ha detto il presidente.

“L’essenza dell’americano è esplorare nuovi orizzonti e domare le nuove frontiere. Il nostro destino, al di fuori della Terra, non è solo una questione di identità nazionale, ma una questione di sicurezza nazionale”, ha aggiunto Trump, che ha concluso con: “Quando si tratta di difendere l’America, non è sufficiente avere semplicemente una presenza americana nello spazio. Dobbiamo avere il dominio americano nello spazio“.
I dubbi della Difesa

Ma il lavoro assegnato al generale Dunford si preannuncia estremamente complesso. Soprattutto sotto l’aspetto politico, perché l’idea della Casa Bianca, accolta favorevolmente da Dunford, trova molti ostacoli all’interno della Difesa degli Stati Uniti.

James Mattis si è sempre opposto a questo programma di creare una forza autonoma per lo spazio. E il pensiero del Segretario alla Difesa ha un peso specifico non secondario nel governo degli Stati Uniti. L’anno scorso, Mattis si rivolse ai repubblicani al Congresso dicendo che “non desidero aggiungere un servizio separato che probabilmente presenterà un approccio più ristretto e persino parrocchiale alle operazioni spaziali”.

Il capo del Pentagono cerca sinergia tra le forze armate e capacità di essere il più possibile amalgamate fra loro. L’idea di una sesta forza armata per lo spazio, autonoma dall’Air Force, non piace. E infatti anche il generale David Goldfein, capo di stato maggiore della Us Air Force, si è espresso contro la sua creazione. Anche perché attualmente l’Air Force controlla la maggior parte delle attività militari legate all’esplorazione spaziale. Quindi per l’aeronautica ci sarebbero soldi e attività in meno.

La sfida alla Cina e alla Russia

“Non vogliamo che la Cina, la Russia e altri Paesi ci guidino. Abbiamo sempre guidato noi”, ha ricordato Trump durante la riunione. Un segnale inequivocabile di cosa significhi per gli Stati Uniti la corsa allo spazio: prima di tutto una sfida a Mosca e Pechino.

Come nella Guerra Fredda con l’Unione sovietica, anche oggi, lo spazio, è un campo di battaglia con le potenze avversarie. Una guerra cui si è aggiunta la Cina. Le tre potenze si sfidano da anni per la supremazia nell’esplorazione spaziale.

Il Centre for Strategic Strudies pubblicò nel 2016 un documento molto dettagliato sugli sviluppi tecnologici della Cina nella corsa allo spazio. In quel rapporto, è interessante una frase detta dal generale Xu Qiliang nel 2009 il quale affermò che lo spazio è la “nuova altezza dominante per la competizione strategica internazionale” e che “significa avere il controllo del suolo, degli oceani e dello spazio elettromagnetico, il che significa anche avere l’iniziativa strategica nelle proprie mani”.

Nove anni dopo, quelle parole del generale cinese sono ancora centrali per comprendere il ruolo dello spazio nella strategia delle potenze militari. E valgono anche per la Russia che, negli anni, ha sviluppato una tecnologia sempre più all’avanguardia nel campo spaziale. E il motivo non è solo propaganda.

Come ha spiegato il colonnello Rick Francona, analista militare, alla Cnn, il concetto di militarizzazione dell spazio ha forti ripercussioni sulla terraferma. La guerra nello spazio si traduce in “armi da terra che attaccano le risorse spaziali, come i laser per non far vedere e interferire con la guida dei satelliti, e armi nello spazio che attaccano altri oggetti nello spazio o armi a bordo dei mezzi che attaccano bersagli sulla terra”.

http://www.occhidellaguerra.it/trump-space-force/



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 20/06/2018, 13:29 
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L'ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite ha annunciato che il suo Paese si ritira dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, definito come "la fogna della faziosità politica".

"Prendiamo questa decisione perché il nostro impegno non ci permette di continuare a far parte di un'organizzazione ipocrita e asservita ai propri interessi che ha fatto dei diritti umani una barzelletta", ha dichiarato la Haley.

La scelta è stata giustificata, in primo luogo, con la faziosità dimostrata dal Consiglio contro Israele. Il pregiudizio contro Israele, vera pietro dello scandalo che ha portato allo strappo di Washington, risiede, a detta dei funzionari Usa, in due numeri. Gli Stati Uniti rimproverano infatti al Consiglio di aver approvato più di 70 risoluzioni contro Israele e solo sette contro l'Iran. Questi numeri hanno portato Washington a ritenere inutile la sua presenza nell'organismo di Ginevra.

Per la Haley, questi numeri confermerebbero "l'ipocrisia" di questo Consiglio, cui si aggiungono le ultime decisioni assunte dall'organismo, tra cui l'ammissione del Congo e l'incapacità dell'organismo internazionale di vigilare su Iran e Venezuela. Per gli Stati Uniti c'erano tutti i presupposti per questo strappo: che infatti era nell'aria da molti mesi.

"Quando abbiamo chiarito che avremmo fortemente premuto per riformare il Consiglio", ha aggiunto, "Paesi come Russia, Cina, Cuba ed Egitto hanno tentato di minare i nostri sforzi", ha confermato la Haley. Che ha dunque ribadito la guerra in corso in sede Onu fra le varie potenze per declinare la propria agenda politica. Non solo diritti umani, ma soprattutto tanta politica.

Il segretario di Stato Mike Pompeo ha chiarito che gli Stati Uniti non si ritirano dall'impegno "sul fronte dei diritti umani". Pompeo, al contrario, ha voluto ribadire l'esatto opposto: "facciamo questo passo perché il nostro impegno non ci consente di rimanere parte di un'organizzazione ipocrita ed egoista che si fa beffe dei diritti umani". Ma è una decisione destinata, ancora una volta, a far discutere. Come tutto quello che compie la nuova amministrazione targata Donald Trump.

Se infatti gli Stati Uniti hanno ricevuto il plauso di Israele, che ha definito la scelta come " una decisione coraggiosa contro l'ipocrisia e le bugie" del Consiglio dei Diritti Umani, dall'altro lato sono molti i Paesi e le agenzie internazionali a chiedere un ripensamento. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha detto che "avrebbe preferito che gli Stati Uniti rimanessero nel Consiglio". L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ràad Al Hussein ha definito il ritiro "deludente, se non addirittura sorprendente"."Dato lo stato dei diritti umani nel mondo di oggi, gli Stati Uniti dovrebbero intensificare gli sforzi e non fare un passo indietro", ha scritto Zeid su Twitter.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/sta ... 42911.html



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 20/06/2018, 13:59 
Bah... Tanto fanno sempre quel cavolo che gli pare a prescindere dall'ONU.



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 20/06/2018, 16:18 
Visto che significa quando uno "ce l'ha più lungo"? ( Kim Jong-un docet ...!) [;)] S'è fatto spazio tra i "grandi". [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 20/06/2018, 16:23 
Ufologo 555 ha scritto:
Visto che significa quando uno "ce l'ha più lungo"? ( Kim Jong-un docet ...!) [;)] S'è fatto spazio tra i "grandi". [^]

Anche se si è fatto fare la "prolunga" elettrotecnicA???? [:302] [:302] [:302]
E le batterie da 20 cm, diametro 12 cm, come, DOVE, le "nasconde"??
Forse avrà avuto qualche dritta dal nano.



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 20/06/2018, 22:35 
....dietro ogni tensione,volontà riformatrici,iniezioni di civiltà e concetto di democrazia,ci sono sempre dietro Usa ed Israele!


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 21/06/2018, 09:29 
... Meno male! [:D] (Per quello che gli "Zar" non ci hanno invaso ..) [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 21/06/2018, 10:37 
Ufologo 555 ha scritto:
... Meno male! [:D] (Per quello che gli "Zar" non ci hanno invaso ..) [:306]

La Russia si è iberata dagli ZAR ,da noi invece prosperano alla faccia nostra. [:303]


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 21/06/2018, 12:55 
Hai ragione! Gramsci, Togliatti, Berlinguer, Prodi, D'Alema, Napolitano, Weltroni, etccc ............. [:246] [:306]

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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 21/06/2018, 13:21 
già!
ma anche molti altri, camuffati di...democrazia [;)]
ciao
mauro



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sono lo scuro della città di Jaffa
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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 23/06/2018, 13:25 
ECCOLI!


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Da molti anni, la Cina ha avviato il programma “Thousand talents” per richiamare gli studenticinesi che hanno studiato all’estero, in particolare negli Stati Uniti. Le università americane offrono programma all’avanguardia e migliaia di studenti cinesi si recano ogni anno oltreoceano per studiare.

Giunto al decimo anno di vita, il programma di rientro in patria degli studenti e dei ricercatori cinesi preoccupa (e molto) il Pentagono e l’intelligence Usa. Il motivo, come riporta Bloomberg, è che secondo i servizi americani, dietro questo programma si cela un obiettivo molto più pericoloso: copiare e portare in patria la tecnologia scoperta negli Stati Uniti.

Come ha riportato un’analisi non classificata del National Intelligence Council, il vero scopo di questo programma è quello di “facilitare il trasferimento lecito e illecito di tecnologia, proprietà intellettuale e know-how degli Stati Uniti” in Cina. Il programma è stato analizzato questa settimana dai membri dell’House Armed Services Committee dopo che Pentagono e intelligence hanno segnalato i rischi di questo programma.

L’analisi del National Intelligence Council, che è stata prodotta ad aprile, ha descritto il Thousand Talents Plan come “il programma di punta della Cina è probabilmente il più grande in termini di finanziamenti”. E i suoi rischi, sono stati analizzati anche da un report della Casa Bianca apparso questa settimana riguardo all’acquisizione della proprietà intellettuale americana da parte dei cinesi.

Michael Griffin, sottosegretario per la Ricerca, ha parlato in audizione al Comitato con toni molto drammatici. A dimostrazione che il pericolo di cui parla l’intelligence è compreso perfettamente anche in sede politica. Il Pentagono “sta affrontando una minaccia senza precedenti alla sua base tecnologica e industriale” ha detto Griffin. Gli Stati Uniti, con la loro società “aperta”, hanno “offerto alla Cina e ad altri l’accesso alla stessa tecnologia e informazione che è cruciale per il successo delle nostre future capacità belliche”.

“Abbiamo visto i migliori talenti cinesi nelle università americane e nei laboratori di ricerca del settore privato, inclusi gli appaltatori della Difesa e del governo degli Stati Uniti “, ha affermato Griffin. E adesso il Pentagono chiede una maggiore opera di controspionaggio che precluda la possibilità di accesso ai settori strategici.

Secondo Tony Schinella, un alto funzionario dell’intelligence militare americana, la Cina, oltre a utilizzare il programma Thousand Talents, “ha anche impiegato ricercatori istruiti in Occidente per attuare importanti cambiamenti nei suoi programmi scientifici, ingegneristici e matematici che promuovono una maggiore creatività e applicazione nelle università più importanti della Cina”.

In sostanza, quello che scaturisce da questo quadro descritto dagli Stati Uniti è che l’America si trova di fronte a un complesso meccanismo di penetrazione da parte della Cina. Pechino è da sempre accusata di rubare la tecnologia americana nel settore industriale e militare. Ma adesso, il rischio, secondo Washington, è che lo faccia semplicemente sfruttando la libertà garantita dagli Stati Uniti. E la Cina ottiene benefici semplicemente facendo rientrare quegli studenti che l’America stessa attrae sul proprio territorio.

Questo pericolo non riguarda soltanto il settore militare, come potrebbe sembrare a una prima ricostruzione. Secondo quanto riportato dai servizi statunitensi, l’attuale bacino di reclute del programma Thousand Talents è di 2.629 studenti. Ma di questo numero, “il 44% è specializzato in medicina o scienze della salute, il 22% in tecnologie industriali, l’8% in informatica e il 6% in aviazione aerospaziale e astronomia. Percentuali più piccole possedevano competenze raccolte negli Stati Uniti in economia, finanza e matematica”.

http://www.occhidellaguerra.it/america-studenti-cinesi/


Capito perché sono fessi gli americani ...? Aprono sempre a TUTTI! [xx(]



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 23/06/2018, 13:35 
Ufologo 555 ha scritto:
ECCOLI!


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Da molti anni, la Cina ha avviato il programma “Thousand talents” per richiamare gli studenticinesi che hanno studiato all’estero, in particolare negli Stati Uniti. Le università americane offrono programma all’avanguardia e migliaia di studenti cinesi si recano ogni anno oltreoceano per studiare.

Giunto al decimo anno di vita, il programma di rientro in patria degli studenti e dei ricercatori cinesi preoccupa (e molto) il Pentagono e l’intelligence Usa. Il motivo, come riporta Bloomberg, è che secondo i servizi americani, dietro questo programma si cela un obiettivo molto più pericoloso: copiare e portare in patria la tecnologia scoperta negli Stati Uniti.

Come ha riportato un’analisi non classificata del National Intelligence Council, il vero scopo di questo programma è quello di “facilitare il trasferimento lecito e illecito di tecnologia, proprietà intellettuale e know-how degli Stati Uniti” in Cina. Il programma è stato analizzato questa settimana dai membri dell’House Armed Services Committee dopo che Pentagono e intelligence hanno segnalato i rischi di questo programma.

L’analisi del National Intelligence Council, che è stata prodotta ad aprile, ha descritto il Thousand Talents Plan come “il programma di punta della Cina è probabilmente il più grande in termini di finanziamenti”. E i suoi rischi, sono stati analizzati anche da un report della Casa Bianca apparso questa settimana riguardo all’acquisizione della proprietà intellettuale americana da parte dei cinesi.

Michael Griffin, sottosegretario per la Ricerca, ha parlato in audizione al Comitato con toni molto drammatici. A dimostrazione che il pericolo di cui parla l’intelligence è compreso perfettamente anche in sede politica. Il Pentagono “sta affrontando una minaccia senza precedenti alla sua base tecnologica e industriale” ha detto Griffin. Gli Stati Uniti, con la loro società “aperta”, hanno “offerto alla Cina e ad altri l’accesso alla stessa tecnologia e informazione che è cruciale per il successo delle nostre future capacità belliche”.

“Abbiamo visto i migliori talenti cinesi nelle università americane e nei laboratori di ricerca del settore privato, inclusi gli appaltatori della Difesa e del governo degli Stati Uniti “, ha affermato Griffin. E adesso il Pentagono chiede una maggiore opera di controspionaggio che precluda la possibilità di accesso ai settori strategici.

Secondo Tony Schinella, un alto funzionario dell’intelligence militare americana, la Cina, oltre a utilizzare il programma Thousand Talents, “ha anche impiegato ricercatori istruiti in Occidente per attuare importanti cambiamenti nei suoi programmi scientifici, ingegneristici e matematici che promuovono una maggiore creatività e applicazione nelle università più importanti della Cina”.

In sostanza, quello che scaturisce da questo quadro descritto dagli Stati Uniti è che l’America si trova di fronte a un complesso meccanismo di penetrazione da parte della Cina. Pechino è da sempre accusata di rubare la tecnologia americana nel settore industriale e militare. Ma adesso, il rischio, secondo Washington, è che lo faccia semplicemente sfruttando la libertà garantita dagli Stati Uniti. E la Cina ottiene benefici semplicemente facendo rientrare quegli studenti che l’America stessa attrae sul proprio territorio.

Questo pericolo non riguarda soltanto il settore militare, come potrebbe sembrare a una prima ricostruzione. Secondo quanto riportato dai servizi statunitensi, l’attuale bacino di reclute del programma Thousand Talents è di 2.629 studenti. Ma di questo numero, “il 44% è specializzato in medicina o scienze della salute, il 22% in tecnologie industriali, l’8% in informatica e il 6% in aviazione aerospaziale e astronomia. Percentuali più piccole possedevano competenze raccolte negli Stati Uniti in economia, finanza e matematica”.

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Capito perché sono fessi gli americani ...? Aprono sempre a TUTTI! [xx(]

Anche essendo un crogiuolo di Razze vai a capire chi sono le spie. [:246]


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stessa cosa che fecero i tedeschi con l'inghilterra, inviando giovani studenti nelle scuole ma che in realtà erano spie della gioventù hitleriana. studiavano in uk, ma memorizzavano, fotografavano in giro, cercavano documenti nelgi uffici dei presidi ecc...


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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 23/06/2018, 14:06 
xfabiox ha scritto:
stessa cosa che fecero i tedeschi con l'inghilterra, inviando giovani studenti nelle scuole ma che in realtà erano spie della gioventù hitleriana. studiavano in uk, ma memorizzavano, fotografavano in giro, cercavano documenti nelgi uffici dei presidi ecc...


Capito? Ecco perché poi tra loro e cinesi scopiazzano tutto! (Ma bleffort ... dissente) [:246] [:306]



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