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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 19/05/2021, 18:53 
Usa: il governatore della Carolina del sud firma la legge per la fucilazione
I condannati a morte potranno scegliere anche la sedia elettrica


Il governatore repubblicano della Carolina del sud Henry McMaster ha annunciato via Twitter di aver ratificato la legge che consentirà ai condannati a morte di scegliere anche la fucilazione e la sedia elettrica come metodi di esecuzione. Una pura formalità, dopo l'approvazione da parte dell'assemblea statale, controllata dal Grand Old Party.

La legge che prevede anche il plotone di esecuzione è stata ideata per ripristinare la condanna capitale, sospesa da 10 anni a causa della penuria delle sostanze usate per le iniezioni letali.


https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 9e730.html


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 19/05/2021, 20:34 
incredibile si possa scegliere come farsi ammazzare ma non che vaccino fare



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 19/05/2021, 21:48 
MaxpoweR ha scritto:
incredibile si possa scegliere come farsi ammazzare ma non che vaccino fare

E sempre sia "lodata" la legge Reale !!!!
E grazie alla DC ed al "volemose bbene" bolzanino.



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 19/05/2021, 23:12 
ORSOGRIGIO ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
incredibile si possa scegliere come farsi ammazzare ma non che vaccino fare

E sempre sia "lodata" la legge Reale !!!!
E grazie alla DC ed al "volemose bbene" bolzanino.

Scusate, dimenticavo Savoia, Cavour, Garibaldi ed il vaticano. [:292] [:292] [:292] [:292] [:292]



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 08/06/2021, 20:22 
Kamala Harris ai migranti, 'non venite negli Stati Uniti'
Vice presidente in Guatemala e Messico: 'Proteggeremo i confini'


La vice presidente americana Kamala Harris ha detto ai migranti di Guatemala e Messico di "non venire negli Stati Uniti" perché saranno respinti. Durante la sua prima visita all'estero da quando ha assunto l'incarico, Harris ha parlato del "pericoloso viaggio verso nord" che intraprendono i migranti invitandoli a "non venire. Gli Stati Uniti continueranno a far rispettare le nostre leggi e a proteggere i nostri confini". "Se verrete al nostro confine, sarete rimandati indietro", ha detto la vice presidente sottolineando che ci sono "strade per un'immigrazione legale e sono queste che vanno percorse".


https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... a9859.html


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 08/06/2021, 20:29 
ma come?
e l'accoglienza fratellanza, ecc. ecc.?

quando c'era trump a criticare ed attaccare..
mò invece bastonate..

faccia come il ku.lo..

quindi il muro di trump va benissimo?
magari lo fanno anche più alto..

toh pensavo di aver fatto una battuta
invece è proprio così..

https://www.tempi.it/migranti-immigrazi ... o-confine/

Un «high wall» e non un «big wall»

Friedman conosce i numeri ma è difficile far digerire alla bibbia liberal e all’elettorato democratico, che da quattro anni si nutre a pane e Trump-deportatore-criminale, che un «high wall» al confine è davvero necessario. E per renderlo diverso dal «big beautiful wall» del tycoon è necessario condirlo con un bel «big gate», che però non può in alcun modo risolvere la crisi migratoria al confine messicano. A essere sfruttati dai cartelli della droga e dai trafficanti di esseri umani non sono infatti gli immigrati regolari, quelli che potrebbero entrare facilmente attraverso il «big gate», ma quelli che si schianterebbero contro il «disumano» (quando lo propone Trump) e «necessario» (quando lo studiano i democratici) «high wall».

Ipocrisia a parte, il cambiamento sui migranti è degno di nota e sarà difficile da digerire per democratici come la stellina Alexandria Ocasio-Cortez o la vicepresidente Kamala Harris. La crisi migratoria causata dal fallimento della politica di Biden, e i sondaggi implacabili, hanno spinto perfino i liberal ad abbandonare la retorica dei «confini aperti» per abbracciare quella di un «grande cancello». Incardinato però in un «muro alto».

prima...

https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... 1b1d9.html

Trump ai dem: "Senza Muro nulla da discutere"
"L'immigrazione illegale e non controllata fa male agli americani. Dobbiamo agire subito", aveva detto Trump nel suo discorso alla Nazione. La replica dei Democratici: il presidente non tenga in ostaggio il Paese, il confine può essere sicuro senza un muro inutile e costoso

golpisti ipocriti e contaballe..

chissà perchè non leggo la notizia sul corriere..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 06/07/2021, 00:56 
Usa: 150 morti per armi da fuoco nel weekend del 4 luglio
Oltre 400 sparatorie, i bilanci più pesanti a New York e Chicago


Un 4 luglio di sangue negli Stati Uniti, dove nel corso del lungo weekend della Festa dell'Indipendenza almeno 150 persone sono rimaste uccise a causa delle armi da fuoco in oltre 400 sparatorie in tutto il Paese.

I dati sono del Gun Violence Archive e si riferiscono al periodo da venerdì a domenica. Solo a New York ci sono state 26 vittime tra morti e feriti in 21 sparatorie.

Ma il bilancio più grave appartiene ancora una volta a Chicago con 14 morti e 83 feriti.


https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... a1e12.html


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 17/07/2021, 12:42 
Cita:
Venti di secessione? Un sondaggio mette in allarme gli Usa

Immagine

n sondaggio allarmante rivela che, non solo il 66% dei repubblicani del sud vuole separarsi dagli Stati Uniti, ma anche il 47% dei democratici della costa occidentale sarebbe d'accordo.
Due terzi dei repubblicani in 13 stati del sud, tra cui Texas e Florida, affermano di sostenere la rottura con gli Stati Uniti e la formazione di un proprio paese con gli stati vicini, mentre quasi la metà dei democratici della costa occidentale lo sosterrebbe, secondo il sondaggio realizzato da YouGov e Bright Line Watch .

Inoltre, la metà di tutti gli indipendenti del sud è anche d'accordo con un sindacato secessionista del sud, mentre solo il 20% dei democratici del sud sostiene l'idea.

Secondo questo sondaggio, pubblicato mercoledì scorso, tra i repubblicani del sud, il sostegno alla secessione è passato dal 50% di gennaio/febbraio al 66% di giugno .

Immagine

Il sostegno al separatismo, fatto sicuramente interessante, ha raggiunto anche il 47% tra i democratici della costa occidentale in California, Oregon, Washington, Alaska e Hawaii.

Un terzo degli indipendenti della costa occidentale, o il 33 percento, si è espresso a favore della secessione, insieme al 27 percento dei repubblicani della costa occidentale.

In questo sondaggio, gli intervistati di tutto il paese hanno risposto alla domanda sullla loro eventuale adesione e sostegno ad un'ipotetica "unione" di stati vicini.

L'analista di dati Christopher Ingraham ha descritto i risultati del sondaggio come i "dati più inquietanti" che ha visto di recente e ha espresso preoccupazione per una possibile nuova guerra civile a seguito del sostegno di questo gran numero di statunitensi alla secessione.

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-venti_di_secessione_un_sondaggio_mette_in_allarme_gli_usa/82_42343/



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 18/07/2021, 19:02 
America drogata d'oppio


Da anni gli Usa fanno i conti con la crisi degli oppioidi, un'ondata di morti per overdose iniziata con semplici antidolorifici e finita per distruggere intere comunità

All’inizio Phil Pavona ha visto sparire i cucchiaini di casa. Poco alla volta il cassetto delle posate si svuotava e nessuno riusciva a trovarli in giro. Poi, un po’ alla volta la vita di suo figlio Eric è cambiata al punto da diventare irriconoscibile: “Si è trasformato in una persona completamente diversa, come se fosse un marziano”.

Dominic Rosa, praticamente coetaneo di Phil, ha subito un destino simile, coi figli Dominic e Vincent, scivolati lentamente nel baratro. “Dom pensava di essere quel tipo di persona capace di resistere all’eroina, ma non è stato così”. Eric, Dominic e Vincent sono andati in contro tutti allo stesso destino: morte per overdose da oppioidi.

Nel biennio della grande pandemia di coronavirus l’altra grande emergenza sanitaria e sociale che ha afflitto gli Stati Uniti per oltre un decennio, è scivolata nell’oblio. Il Nuovo mondo verso le fine degli anni ’80 è sprofondato in una spirare che i media americani hanno ribattezzato come crisi degli oppiodi.
I numeri della crisi

Si tratta di un fenomeno che non ha nulla a che vedere con le crisi e il consumo di stupefacenti visti in Italia ed Europa nel periodo a cavallo tra gli anni ’70 e i primi anni ’90. I numeri da soli bastano a dipingere un quadro apocalittico. Si stima che tra il 1999 e il 2019 almeno 841 mila persone abbiano perso la vita per overdose, la gran parte delle quali a causa di oppioidi. Nel 2016 l’agenzia federale Centers for Disease Control and Prevention ha provato a fare delle stime sottolineando che ogni giorno in America circa 110-130 persone morivano per un overdose, all’incirca una ogni 10 minuti.

L’arrivo del coronavirus, con lockdown e distanziamento, ha fatto il resto. Secondo i primi dati preliminari, ha scritto il Wall Street Journal, i decessi per overdose sono aumentati del 30% nel corso del 2020 arrivando a quasi 100 mila, l'aumento più forte da quando le autorità monitorano la crisi.

L’ondata delle pillole

Eric Pavona era uno studente normale prima di incontrare l’eroina. Doppio lavoro al liceo, ottimi punteggi scolastici e studi ben avviati alla facoltà di medicina, poi nel 2008 qualcosa è cambiato. “Ha accumulato debiti, lasciato il college e ci ha mentito”, ha raccontato ancora il padre Phil. La scoperta della dipendenza del figlio è arrivata solo in modo casuale quando ha accompagnato il giovane in tribunale per un'accusa che solo in un secondo momento ha scoperto essere legata al consumo di droga.

Ma la storia di Eric non è isolata e somiglia a quella di migliaia di americani. Il punto, però, è che non riguarda solo i giovani, anzi affonda le radici in gruppi di età e comunità anche molto diverse tra loro. Non è un caso che la crisi abbia avuto tre distinte ondate, iniziate con le pillole e finite con prodotti sintetici. Tutto è cominciato verso la fine degli anni ’80 e non ha avuto niente a che fare con lo spaccio di sostanze proibite. In quel periodo iniziarono a crescere moltissimo le prescrizioni mediche di farmaci antidolorifici. Nel giro di pochi anni milioni di pillole invasero le farmacie e le case degli americani.

Il Washington Post ha seguito e raccontato la storia di Allie Rambo, una giovane del West Virginia travolta dalla crisi degli oppiacei come molti americani. “Ho iniziato a fare uso di sostanze in seconda media quando io e un’amica abbiamo cominciato a rubare Xanax e Oxycontin a casa dei genitori. Qui tutti avevano prescrizioni per qualcosa”.

Come ha notato il Corriere il numero di prescrizioni mediche di antidolorifici a base di oppioidi è passata dai 112 milioni nel 1992 ai 292 del 2012. A questo si è aggiunto un doppio mix di fattori. Da un lato una grande massa di lavoratori dell’industria pesante e mineraria ha raggiunto un’età avanzata e iniziato a manifestare dolori cronici; dall’altro il marketing aggressivo delle case farmaceutiche spinse sul mercato potenti farmaci come l’OxyContin prodotto dalla Purdue Pharma.

Questi due fattori esplosero dopo il 1996 quando il dolore venne considerato come un parametro della qualità della vita e che quindi dovesse essere trattato alla pari di febbre, pressione o respirazione. Il resto lo fece il sistema sanitario americano. Chi è senza un’assicurazione tende ad avere un approccio che cura i sintomi e non le cause. Per questo raramente vengono prescritte terapie per trattare i disturbi e si tampona prescrivendo farmaci. Tutti questi fattori immisero nella società americana milioni di pillole a base di oppioidi a basso costo che vennero prescritte con leggerezza senza curarsi del rischio di creare dipendenze.

9 milioni di pillole per 300 abitanti

Se questa crisi fosse un terremoto l’epicentro potrebbe essere individuato a Kermit, villaggio con poco più di 300 anime in West Virginia non lontano dal confine con il Kentucky. Lì c’è una piccola farmacia la Sav-Rite Pharmacy. In poco meno di due anni per quel piccolo edificio sono passati qualcosa come 9 milioni di pillole, circa 11 mila pastiglie a residente.

Per anni la Sav-Rite ha servito tutta la contea e, ha raccontato il Daily Beast, ha firmato più ricette per OxyContin e simili, di qualsiasi altra farmacia in West Virginia, Kentucky, Virginia, Pennsylvania e Ohio, circa una al minuto. Oggi quella farmacia è stata chiusa e il proprietario condannato per fronde. Ma la coda di auto a Kermit tutti le ricordano bene. Nello Stato più povero d’America, il West Virginia, la crisi ha colpito più duro che in altre regioni. Lì dove molti hanno lavorato nelle miniere di carbone l’uso degli antidolorifici è schizzato alle stelle, e ha trainato con se anche le altre due ondate della crisi, quella dell’eroina e quella del Fentanyl un oppioide sintetico 50 volte più forte dell’eroina che ha fatto la sua comparsa nel 2013 e in breve tempo ha superato sia le pillole che la droga come causa della overdose. Il Mountain State ha visto tassi di morte per oppioidi tre volte superiori alla media di tutta l’Unione.

Le vittime

L'iniezione di pillole sul mercato ha avuto effetti devastanti e non ha risparmiato nessuno. La facilità di accesso alle sostanze che creano dipendenza ha toccato ogni tipo di famiglia. In molte contee del Midwest ogni via aveva decine di casi di dipendenza: chi il figlio, chi la moglie, chi entrambi i genitori. Per anni la stampa Americana ha raccontato l’altra pandemia con immagini e racconti forti. Figli rimasti soli in auto mentre entrambi i genitori morivano per una doppia overdose nel sedile davanti, anziani passati dalle pillole all’uso di eroina e ora, con il Covid il milioni di nuove droghe più pericolose.

“Quella droga è entrata anche nella riserva”, racconta Kallup McCoy, Cherokee di una riserva della Nord Carolina occidentale. “Mia sorella Leighnan Rose McCoy, era alle prese con la sua dipendenza da oppiacei, e per molto tempo l’ho chiamata al telefono più volte per convincerla a farsi curare, ma alla fine ha smesso di rispondermi”.

Sia Kallup che Leighnan Rose sono scivolati nella droga dopo l’uso di alcuni anti dolorifici. “Ho provato gli oppioididi per la prima volta nel 1998”, racconta ancora Kallup, “All’epoca mi prescrissero dello Stadol per curare l’emicrania. Mia sorella invece ha invece iniziato con l’ossicodone per la scoliosi nel 2007”. Alla fine nel 2019 Leighnan Rose è morta di overdose da Fentanyl a 39 anni. Nessuno è stato risparmiato dalla crisi persino grandi star sono sviolate nella stessa spirare, è il caso dei cantanti Prince e Dolores O’Riordan, ma anche di Heath Ledger e Anna Nicole Smith.

I colpevoli

Per anni la società americana ha cercato di dare un nome ai responsabili della crisi, un volto, qualcuno a cui chiedere conto. Come abbiamo visto tutto è nato da un mix di fattori. Cui va aggiunta anche una responsabilità della politica. Per anni le agenzie federali Usa hanno cercato di porre un freno alle compagnie farmaceutiche e al marketing aggressivo e fuorviante. Ma ogni volta era difficile arrivare a processo. Le compagnie erano in grado di permettersi più avvocati e soprattutto si avere quelli usciti dalle stesse agenzie. Il sistema delle porte girevoli di Washington per anni ha permesso alle aziende di assumere senza limiti ex funzionari delle agenzie, una mossa che le ha collocate in una posizione di forza.

Qualcosa ha iniziato a cambiare con la chiusura della Purdue Pharma, la società produttrice propio dell’Oxycontin. Nel 2019 la famiglia Sackler, proprietaria dell’impresa, ha dichiarato bancarotta e chiuso gli stabilimenti. Dietro al crack tre processi intentati contro di lei proprio per aver causato la crisi sanitaria. Nel 2020 quei processi sono arrivati a sentenza e l’azienda è stata dichiarata colpevole e sanzionata per un ammontare di 8 miliardi di dollari. Un primo passo per risolvere un lato del problema. Ma i numeri del 2020 e l’effetto pandemico dimostrano che c’è ancora molta strada da fare.


https://www.ilgiornale.it/news/mondo/pa ... 63095.html


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 19/07/2021, 13:35 
Ho visto un documentario in merito proprio qualche giorno fa, manco a dirlo la colpa è sempre dei soliti noti che spargono malattie e relative cure (nel caso gli oppioidi da banco e di facile prescrizione dati come caramelle anche a ragazzini) cioè big pharma.



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 14/08/2021, 18:01 
Media, Usa si preparano a caduta Kabul e ritiro ambasciata
Axios, straordinario capovolgimento delle previsioni


(ANSA) - WASHINGTON, 14 AGO - L'amministrazione Biden si sta preparando alla caduta di Kabul e al ritiro di ogni presenza diplomatica in Afghanistan. Lo scrive il sito Axios, secondo cui si tratta di uno "straordinario capovolgimento delle previsioni". Agli alti consiglieri di Joe Biden sembra sempre più probabile che gli Stati Uniti non manterranno una presenza diplomatica duratura in Afghanistan oltre il 31 agosto, la data entro la quale il presidente Usa ha promesso di completare il ritiro delle truppe. (ANSA).


https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... f37bc.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 14/08/2021, 18:05 
vimana131 ha scritto:
Media, Usa si preparano a caduta Kabul e ritiro ambasciata
Axios, straordinario capovolgimento delle previsioni


(ANSA) - WASHINGTON, 14 AGO - L'amministrazione Biden si sta preparando alla caduta di Kabul e al ritiro di ogni presenza diplomatica in Afghanistan. Lo scrive il sito Axios, secondo cui si tratta di uno "straordinario capovolgimento delle previsioni". Agli alti consiglieri di Joe Biden sembra sempre più probabile che gli Stati Uniti non manterranno una presenza diplomatica duratura in Afghanistan oltre il 31 agosto, la data entro la quale il presidente Usa ha promesso di completare il ritiro delle truppe. (ANSA).


https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... f37bc.html


Speriamo che li lascino ammazzarsi tra di loro senza metterci ancora becco.



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 15/08/2021, 13:26 
ma i droni sono in sciopero?
i bombardieri hanno finito la benzina?

fino a poco tempo fa
i gringo facevano quello che volevano,
adesso scappano..

mah..

non è che si sono messi d'accordo coi talebani
che garantiscono maggior controllo del territorio?


taleb.png




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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


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il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 15/08/2021, 13:41 
Secondo me speravano che Cina o Russia si lasciassero ingolosire provando a prendersi quel territorio e rimanendo impantanati in una guerra infinita con i Talebani. Da quel che ho letto invece la Cina ha stretto legami commerciali con i talebani che non interferiranno con questioni interne cinesi per quanto riguarda le sue provincie ad alta percentuale islamica, ed inoltre forniranno supporto e "sicurezza" per la via della seta che passerà proprio da quelle parti.

Se questi, spariti gli americani, si sono ripresi il paese UFFICIALMENTE in una settimana, rispetto ai 6 mesi preventivati dai media per la caduta di Kabul, vuol dire che di fatto hanno sempre avuto il controllo del territorio, hanno solo aspettato che gli Americani si levassero dalle palle logorati da 20 anni di guerriglia ed instabilità.



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 15/08/2021, 16:52 
MaxpoweR ha scritto:
Secondo me speravano che Cina o Russia si lasciassero ingolosire provando a prendersi quel territorio e rimanendo impantanati in una guerra infinita con i Talebani. Da quel che ho letto invece la Cina ha stretto legami commerciali con i talebani che non interferiranno con questioni interne cinesi per quanto riguarda le sue provincie ad alta percentuale islamica, ed inoltre forniranno supporto e "sicurezza" per la via della seta che passerà proprio da quelle parti.

Se questi, spariti gli americani, si sono ripresi il paese UFFICIALMENTE in una settimana, rispetto ai 6 mesi preventivati dai media per la caduta di Kabul, vuol dire che di fatto hanno sempre avuto il controllo del territorio, hanno solo aspettato che gli Americani si levassero dalle palle logorati da 20 anni di guerriglia ed instabilità.


Ottimo. L'importante è che non vengano a rompere la minchia a noi.



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