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Re:

26/08/2018, 21:10

Ricordate la parodia del povero Spadolini?Invece della croce sul muro,aveva Reagan.....

Re:

26/08/2018, 21:21

uno dei più grandi criminali dei nostri tempi mccain. ricordate le foto di lui in riunione con delle persone, tra i quali c'era quello che avrebbe poi impersonato il califfo dell'isis? non sono fantasie è tutto documentato.

Re: Re:

27/08/2018, 09:42

xfabiox ha scritto:uno dei più grandi criminali dei nostri tempi mccain. ricordate le foto di lui in riunione con delle persone, tra i quali c'era quello che avrebbe poi impersonato il califfo dell'isis? non sono fantasie è tutto documentato.


Immagine
[:293]

Re: Re:

27/08/2018, 11:30

TheApologist ha scritto:
xfabiox ha scritto:uno dei più grandi criminali dei nostri tempi mccain. ricordate le foto di lui in riunione con delle persone, tra i quali c'era quello che avrebbe poi impersonato il califfo dell'isis? non sono fantasie è tutto documentato.


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[:293]


Non si tratta di "Al Baghdadi" ma di Ahmed Ayyad, ufficiale dell' Esercito Libero Siriano.

Probabilmente nemmeno questo soggetto e' uno stinco di santo, ma bisogna sempre stare attenti ai fake.

Re:

29/08/2018, 12:52

Immagine

Gli Stati Uniti sono pronti a rilanciare la Seconda Flotta dell’Us Navy per bilanciare le forze nell’Atlantico. Le preoccupazioni date dalla sempre più frequente attività marina e sottomarina di Mosca hanno spinto Washington a ripetere una mossa risalente alla Guerra fredda.

Secondo quanto riportato dalla Cnn la leggendaria flotta protagonista della Guerra fredda incrocerà presto nell’Atlantico per migliorare la capacità di manovra e di combattimento dell’Us Navy, e per contribuire a mantenere la superiorità marittima americana, che , secondo quando dichiarato dall’ammiraglio Richardson, “porterà sicurezza, influenza e prosperità per gli Stati”.

A preoccupare Washington è la crescente attività navale russa registrata nell’Atlantico, nei mari del Nord (Gap Giuk) e anche nel Mediterraneo. Alcuni funzionari della Nato e degli Stati Uniti hanno inoltre affermato che l’attività navale russa è ai massimi livelli dalla fine della Guerra fredda.

La presenza di sottomarini russi, che rappresentano una minaccia tangibile qualora dovesse verificarsi un’escalation che portasse a conflitto tra la Nato e la Russia, hanno preoccupato l’Alleanza fino a ricostituire basi avanzate per la sorveglianza e la lotta antisommergibile. La presenza di questa minaccia è stata al centro del recente summit dell’Alleanza atlantica, e la mossa degli Stati Uniti non può non fare eco a questa scia allarmista che vede sempre Mosca dall’altro capo della “cortina”.

Il vice ammiraglio Lewis, che venerdì scorso ha preso il comando della flotta alla fonda di Norfolk, in Virginia, ha affermato che “la Seconda flotta statunitense ha una storia leggendaria e onoreremo quell’eredità”. La Seconda flotta venne creata agli albori della Guerra fredda e venne incaricata di sostenere la Nato durante tutte le fasi di stallo verificatesi con l’Unione Sovietica. Prese parte ad alcuni dei momenti più salienti del conflitto geopolitico, inclusa la crisi dei missili cubani del 1962, quando le navi della Seconda flotta parteciparono all’imposizione della quarantena per i mercantili sovietici diretti sull’isola. Prese inoltre parte all’Operazione Urgent Fury: l’invasione di Grenada.

La frequenza con cui i “buchi neri” – sottomarini classe Varshavyanka invisibili ai sonar – si infiltrano nelle acque della Nato, l’invio di navi spia sulla costa orientale degli Stati Uniti, e l’annuncio del presidente Vladimir Putin che ha dichiarato che la Russia sta sviluppando dei droni sottomarini capaci di trasportare e lanciare armi nucleari, non fa che innalzare la tensione tra i due rivali di sempre.

“Non stiamo cercando il conflitto, ma il modo migliore per evitare un guerra è avere la Marina più potente e letale e competitiva possibile, rafforzando al contempo il nostro potere navale combinato nelle nostre alleanze e ampliando le nostre partnership marittime”, ha affermato il capo delle operazioni navali dell’Us Navy.

In merito alle operazioni che verranno condotte dalla Seconda flotta, i funzionari hanno comunicato che essa collaborerà con le unità navali già preesistenti nella Naval Forces Europe, con la Quarta e la Sesta flotta, concentrandosi sulle operazioni congiunte e integrate nella “fascia alta della guerra navale”.

http://www.occhidellaguerra.it/la-marin ... pre-mosca/

Re: Re:

29/08/2018, 13:02

zakmck ha scritto:
TheApologist ha scritto:
xfabiox ha scritto:uno dei più grandi criminali dei nostri tempi mccain. ricordate le foto di lui in riunione con delle persone, tra i quali c'era quello che avrebbe poi impersonato il califfo dell'isis? non sono fantasie è tutto documentato.


Immagine
[:293]


Non si tratta di "Al Baghdadi" ma di Ahmed Ayyad, ufficiale dell' Esercito Libero Siriano.

Probabilmente nemmeno questo soggetto e' uno stinco di santo, ma bisogna sempre stare attenti ai fake.


Ricordavo. Ma gli altri due? Se pure l' altro non fosse dell' ISIS ma il terzo fosse davvero di Al Nusra CIOE' Al Qaeda sarebbe uguale.

E comunque anche i mitici "ribelli" "liberi" "siriani" ossia foreign fighters tunisini ecc basta e avanza ma sai come è... per il mainstream sò parmiggiani.

Re: Re:

30/08/2018, 01:35

Aztlan ha scritto:Ricordavo. Ma gli altri due? Se pure l' altro non fosse dell' ISIS ma il terzo fosse davvero di Al Nusra CIOE' Al Qaeda sarebbe uguale.

E comunque anche i mitici "ribelli" "liberi" "siriani" ossia foreign fighters tunisini ecc basta e avanza ma sai come è... per il mainstream sò parmiggiani.


Infatti, concordo. Tra quelli della foto mi sa che il piu' pulito c'ha la rogna.

Quanto alla mia precisazione, volevo evidenziare come ormai e' un classico far girare notizie grossolanamente inventate (e quindi facilmente smentibili) su materiali che invece sono inequivocabili e/o compromettenti in modo da sputtanare il materiale. In ufologia questo genere di strategia e' un classico, ma, a quanto pare, si usa anche in altri campi.

Re:

30/08/2018, 14:06

caro Zak,
ho fatto una ricerca veloce, ma, si dice che sia Ahmed Ayyad, ma senza dare una prova specifica [:291]
ciao
mauro

Re: Re:

30/08/2018, 14:53

mauro ha scritto:caro Zak,
ho fatto una ricerca veloce, ma, si dice che sia Ahmed Ayyad, ma senza dare una prova specifica [:291]
ciao
mauro


Si certo niente prove oltre al sentito dire.
L'unica cosa che si puo' affermate e' che la somiglianza con Al Baghdadi e' assai scarsa o nulla e questo rende la foto un fake anche se il soggetto ritratto magari e' pure peggiore.

Re: Re:

01/09/2018, 12:25

zakmck ha scritto:
Aztlan ha scritto:Ricordavo. Ma gli altri due? Se pure l' altro non fosse dell' ISIS ma il terzo fosse davvero di Al Nusra CIOE' Al Qaeda sarebbe uguale.

E comunque anche i mitici "ribelli" "liberi" "siriani" ossia foreign fighters tunisini ecc basta e avanza ma sai come è... per il mainstream sò parmiggiani.


Infatti, concordo. Tra quelli della foto mi sa che il piu' pulito c'ha la rogna.

Quanto alla mia precisazione, volevo evidenziare come ormai e' un classico far girare notizie grossolanamente inventate (e quindi facilmente smentibili) su materiali che invece sono inequivocabili e/o compromettenti in modo da sputtanare il materiale. In ufologia questo genere di strategia e' un classico, ma, a quanto pare, si usa anche in altri campi.


Vero, per questo dobbiamo stare molto attenti a non aiutarli a mandare tutto in vacca.

La domanda ora è: come accertiamo le identità di questi tizi?

Quando avrò più tempo tenterò una ricerca con google image su dei ritagli singoli... chissà non salti fuori qualche profilo...
Ma per il corrente mese dubito di potercela fare...

Re:

01/09/2018, 12:45

ma come detto sopra
non sembrano operatori della croce rossa..

piuttosto avanzi di galera, criminali,
guerriglieri terroristi, mercenari prezzolati,

ecc. ecc.
gente poco raccomandabile
anche se non si chiamano al baghdadi,
mustafà, mohamed
o vattelapesca..

ciò detto, il fatto che chi sia chi
poco cambia sulla sostanza finale,
il barbuto di cuisopra a me pare somigliare ad al baghdadi..

Re: Re:

01/09/2018, 13:26

mik.300 ha scritto:ma come detto sopra
non sembrano operatori della croce rossa..

piuttosto avanzi di galera, criminali,
guerriglieri terroristi, mercenari prezzolati,

ecc. ecc.
gente poco raccomandabile
anche se non si chiamano al baghdadi,
mustafà, mohamed
o vattelapesca..


E' esattamente quello che sono, almeno a giudicare dal primo apparentemente identificato.

ciò detto, il fatto che chi sia chi
poco cambia sulla sostanza finale,


Certo noi non siamo fessi e sappiamo che è così a prescindere dopo tutto quello che abbiamo visto...

ma per provare a dimostrarlo a chi ancora non l' ha capito ammesso sia possibile con questi poveri mezzi dobbiamo sforzarci di identificarli.

Il problema vero è che nessuno ci paga per usare il nostro poco tempo libero per fare il lavoro degli analisti d' intelligence senza nemmeno i loro mezzi...

il barbuto di cuisopra a me pare somigliare ad al baghdadi..


Condivido. Che facessero i casting? Certo non andiamo lontano nell' opera di convincimento se partiamo da questo punto.

Inter nos siamo ancora (più o meno) liberi di parlare, quindi ti dico che hai perfettamente ragione.

Re: Re:

10/09/2018, 01:06

Dott. Daniele Ganser e i crimini di USA e Nato in 14 minuti.

Oppure..perché non credo ai governi americani e ai suoi amichetti quando vogliono 'esportare la democrazia' in altri Stati.
Nuova mia traduzione di una conferenza del Dott. Daniele Ganser, storico svizzero e ricercatore per la pace, settembre 2017.
Activist is..who active is! (Tiziana Fiore)


Guarda su facebook.com


Da vedere sino alla fine......... [:305]

Re:

10/09/2018, 11:53

c'è un'altra foto in cui sono in un salotto questi personaggi con l'infame mccain, e uno di loro è uguale al califfo ovviamente senza barba lunga. uguale identico. sicuramente stavano decidendo i futuri ruoli da interpretare ecc...

Re:

06/11/2018, 17:07


I Cinesi hanno messo in ginocchio l’esercito americano – Ora il Pentagono se ne rende conto



Nel sistema della difesa nazionale degli Stati Uniti è stato scoperto un grosso punto debole, molto difficile da sanare. La reazione del Pentagono rasenta un malcelato panico e i giornalisti che hanno esaminato i risultati di una ricerca, portata a termine da esperti americani per studiare a fondo le condizioni dell’esercito americano e dell’industria della difesa, ammettono che nelle recenti, “strane,” azioni del presidente Trump c’è, in fondo, una logica ferrea: vuole impedire che l’America si trasformi in una tigre di cartone con gli artigli di carta.

L’essenza del problema, secondo una rilettura dei fatti di un giornalista della Reuters, Andy Home, che era venuto in possesso di una copia del rapporto, risalente al settembre scorso, del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti riguardante i rifornimenti di materiale essenziali per l’esercito americano, può essere ridotta ad un unico numero. Più di 300 (!) elementi-chiave, necessari al normale funzionamento dell’industria bellica e delle forze armate americane sono in pericolo: i produttori statunitensi o sono sull’orlo della bancarotta o sono già stati rimpiazzati da fornitori cinesi o di altre nazionalità, a causa della deindustrializzazione dell’economia interna e della rilocalizzazione della produzione nelle nazioni del Sud-Est Asiatico.

Il sig. Home cita, come chiaro e straordinario esempio, un fatto divertente (se non siete un soldato americano, naturalmente), tratto dal suddetto rapporto; è venuto fuori che l’ultimo produttore americano di filati sintetici, necessari alla fabbricazione dei teli per le tende militari, era “defunto” di recente. Questo significa che se gli Stati Uniti dovessero dichiarare un “embargo sui tessuti,” per alcuni soldati americani ci sarebbe la seria prospettiva di dover dormire all’aperto. E’ difficile non notare che una simile eventualità sarebbe abbastanza umiliante per un esercito che asserisce di essere il più tecnologico del pianeta.

La situazione potrebbe essere considerata buffa, se non fosse che mette in forse un numero enorme di requisiti del complesso militare-industriale e dell’esercito americano. Nella parte declassificata della ricerca del Dipartimento della Difesa Americano si riporta che negli Stati Uniti potrebbero esserci difficoltà nelle consegne future degli interruttori elettrici che fanno funzionare quasi tutti i missili americani. Come riferiscono i rappresentanti ufficiali del Pentagono, l’azienda produttrice di questi interruttori era stata chiusa, ma gli alti gradi dell’esercito ne erano venuti a conoscenza solo dopo la cessazione delle forniture. E non si possono ordinare da nessun’altra parte, perché il produttore è scomparso nel nulla due anni fa. Un altro esempio lampante: l’unico produttore nazionale di motori a combustibile solido per i missili aria-aria, come si legge sul documento, “aveva incontrato problemi tecnici relativi alla produzione,” motivazioni che non erano state chiarite neanche dopo l’intervento di esperti governativi e militari. I tentativi di riprendere la produzione erano falliti e il Pentagono era stato costretto a ricorrere ad un’azienda norvegese per garantire la continuità delle consegne. Ovviamente, questo è indice di un sicuro degrado tecnico di tutto il sistema americano, perché la perdita di alcune competenze di base non basta da sola a giustificare una situazione dove non si può ripristinare una produzione e neanche si riesce a capire qual’è il problema.

Mentre ci si familiarizza con le lamentele degli alti gradi dell’esercito americano, è difficile liberarsi dall’impressione che quello che si ha di fronte agli occhi non sia un documento del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, datato settembre 2018, ma piuttosto una descrizione dei problemi che affliggevano l’esercito russo negli impetuosi anni ‘90. Non c’è praticamente nessun settore dove non ci siano incognite gravi o molto gravi, che spesso non possono essere risolte neanche con l’enorme budget a disposizione della difesa.

Nella sezione dedicata ai problemi relativi alle armi atomiche, il Pentagono denuncia che negli Stati Uniti non esiste il numero necessario di tecnici ed ingegneri con la corretta scolarizzazione, formazione e cittadinanza (statunitense), necessarie per lavorare nel settore delle armi atomiche. Il riferimento alla nazionalità è importante, perché, è vero che dalle università americane esce un numero sufficiente di ingegneri, fisici e rappresentanti delle altre specialità tecniche, ma la maggior parte di questi laureati proviene da paesi stranieri, quasi sempre dalla Repubblica Popolare Cinese.

L’America non solo non riesce a trovare gli ingegneri necessari, ma neanche la microelettronica che serve a far funzionare le armi nucleari. E [al Pentagono] denunciano il fatto di non potersi più fidare dei produttori dei componenti elettronici; dopo tutto, “la filiera di produzione è globalizzata.” Tradotto dal burocratese americano in idioma comprensibile significa: “la microelettronica per i nostri missili è fabbricata in Cina, e noi non sappiamo che cosa ci abbiano ficcato dentro i Cinesi.” Queste sono difficoltà gravi, che riguardano problemi che si potrebbero facilmente risolvere se l’economia americana fosse in una condizione di alta tecnologia. Per esempio, il Pentagono lamenta la mancanza di strumenti per lo sviluppo di software affidabili per la gestione dati e per la produzione industriale. La situazione è esacerbata dalla “scarsa attenzione alla sicurezza informatica da parte dei fornitori di software.” Tradotto dal burocratese americano sta a significare: “per quanto riguarda la sicurezza informatica, i nostri fornitori sono così scarsi che noi non sappiamo che cosa potrebbero aver stipato nei software che usano i nostri soldati gli hackers russi e cinesi .”

La conclusione finale del rapporto: “La Cina rappresenta un rischio significativo e in continua crescita per la fornitura di materiali ritenuti strategici e critici per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti…. I settori problematici per la produzione e l’industria di base della difesa americana comprendono un numero sempre crescente di metalli, leghe ed altri materiali, sia specialistici che di largo consumo, comprese le terre rare e i magneti permanenti.” In generale, va tutto male, dall’alluminio alla sicurezza informatica, dagli interruttori per missili agli ingegneri e agli addetti alle trivelle, dalle macchine a controllo numerico ai tessuti sintetici per tende militari. La cupidigia dell’affarismo americano, l’ideologia della globalizzazione, e la ferrea convinzione, come aveva previsto Fukuyama, che la storia sia quasi arrivata al suo termine, hanno causato, tutti insieme, un tale danno alle capacità di difesa degli Stati Uniti, come i loro avversari geopolitici neanche speravano. Solo rendendosi conto di tutto questo si riescono a capire i tentativi di Donald Trump di reindustrializzare l’America, quasi con la forza.

In ogni caso, ci sono tutte le ragioni per credere che, date le attuali difficoltà economiche, sarà molto improbabile che l’amministrazione Trump sia in grado di aggiustare ciò che i suo predecessori hanno disfatto negli ultimi vent’anni. E noi [Russi], insieme ai nostri partners cinesi, da un lato non dobbiamo ripetere gli sbagli degli Americani e, dall’altro, dobbiamo imparare da questi errori. A giudicare da quello che, attualmente, sta succedendo nel teatro mondiale, questo è proprio ciò che stanno facendo Mosca e Pechino.



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