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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/10/2017, 02:53 
sottovento ha scritto:

Anche volendo ammettere che l'11 settembre sia stato un complotto cosa avevano da guadagnarci gli Usa a creare loro l'Isis?
L'Isis è un nemico invisibile che non offre nessun guadagno se non a quei pochi che ne acquistano il petrolio di contrabbando.



Hai le idee un pò confuse.

Tu confondi clamorosamente gli USA (intesi come "popolo") con gli USA (intesi come establishment capitanato dai Neocon).
Il primo è vittima come lo sono tutti gli occidentali. Il secondo è composto da coloro che tirano le fila del c.d. "terrorismo internazionale".
Il primo è quello che PAGA soldi pubblici che, in nome della "sicurezza nazionale", vanno nelle casse delle industrie belliche americane.
Il secondo è quello che INCASSA soldi pubblici che, in nome della "sicurezza nazionale", vanno nelle casse delle industrie belliche americane.

Mi sono spiegato sottovento?

Il secondo errore è quello di non considerare affatto gli interessi che ci sono in gioco, sminuendo il tutto a "pochi spiccioli".

Senza titolo-1.jpg


Se questi TRE presidenti (di Trump ne parleremo più avanti) NON avessero creato i "tre spauracchi per l'occidente",
non solo non sarebbero state foraggiate le CASSE degli amici dei NEOCON (industrie belliche), ma la Comunità Internazionale
NON AVREBBE AUTORIZZATO L'INVASIONE DI DIVERSE NAZIONI DEL MEDIO ORIENTE.

E l'invasione dei paesi "canaglia" da parte degli USA (intesi come establishment capitanato dai neocon), EQUIVALE A DEPREDARE
territori dotati di ingentissime RISORSE (petrolio, gas, minerali, oppio, etc).

Ti do solo un numero per farti capire di che cifre stiamo parlando:

Il solo Afganistan (gli USA sono lì dal 7 ottobre 2001 e, insieme alla NATO, hanno fornito supporto tattico, aereo e logistico)
è costato agli USA (intesi come "popolo") la bellezza di 1.000 MILIARDI DI DOLLARI di soldi pubblici (MILLE MILIARDI DI DOLLARI sottovento!)

Inoltre, sempre e solo l'Afganistan, rappresenta il più grande fornitore al mondo di OPPIO (da cui si ottiene l'eroina).
Chi lo gestisce questo traffico, secondo te?

E parliamo di UNO SOLO dei paesi del Medio Oriente che sono stati invasi.

Ora... tu vieni qui a dirci che........

sottovento ha scritto:
"L'Isis è un nemico invisibile che non offre nessun guadagno
se non a quei pochi che ne acquistano il petrolio di contrabbando (?????).

Dai su... fai il bravo.... [:293]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/10/2017, 03:38 
"Tu confondi clamorosamente gli USA (intesi come "popolo") con gli USA (intesi come establishment capitanato dai Neocon)."

Non è che confonde,è che gli sta bene così.



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/10/2017, 14:21 
Thethirdeye ha scritto:
E l'invasione dei paesi "canaglia" da parte degli USA (intesi come establishment capitanato dai neocon), EQUIVALE A DEPREDARE
territori dotati di ingentissime RISORSE (petrolio, gas, minerali, oppio, etc).

Quanto dici andrebbe supportato da dati. A me non risulta che gli Usa abbiano depredato l'Afghanistan il quale grazie al gasdotto "Tapi" esporterà la sua principale risorsa, il gas, in Cina.
https://it.sputniknews.com/mondo/201511 ... ndia-TAPI/
Mi parli di oppio ma dimentichi che gli Usa in Afghanistan hanno investito ben 8 miliardi di dollari per incentivare la sostituzione di campi di papavero con colture di mais e fagioli
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... fresh_ce=1
In Siria (altro stato canaglia), gli americani non hanno mai avuto interessi sulle ricchezze di questo paese idem in Libia dove le milizie dettano legge ovunque e gestiscono totalmente le risorse del paese.

L'unica cosa sulla quale mi trovi totalmente d'accordo è la differenza tra popolo ed establishment ma questo vale per ogni paese del pianeta.



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/10/2017, 14:24 
next? sono gli antifa


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/10/2017, 14:31 
Infatti Trump dovrebbe dimettersi e lasciare il posto agli antifa distruttori di monumenti.
Che meritano di governare perché protestano.

In democrazia funziona così, secondo qualcuno.



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/10/2017, 23:11 
xfabiox ha scritto:
next? sono gli antifa


Si penso anche io



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 10/10/2017, 11:26 
Kabul, da 16 anni il nulla con i miliardi intorno

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http://www.altrainformazione.it/wp/2017 ... i-intorno/

All’Italia (seconda solo agli Stati Uniti) la missione costa 1,3 milioni di euro al giorno. Dal 7 ottobre 2001 pochi risultati. E i talebani controllano metà Paese.

di Enrico Piovesana (09/10/2017)

Sette miliardi e mezzo in sedici anni, cioè quasi mezzo miliardo l’anno, un milione e trecentomila euro al giorno. Questo – a fronte di 260 milioni per la cooperazione civile – è il costo della partecipazione dell’Italia alla campagna militare afgana, la più lunga della nostra storia, secondo il rapporto “Afghanistan, sedici anni dopo” pubblicato dall’Osservatorio Milex sulle spese militari italiane, che traccia un bilancio di questa guerra, iniziata il 7 ottobre 2001.

In realtà l’onere finanziario complessivo della missione italiana è assi più pesante considerando i suoi costi indiretti, difficilmente quantificabili: l’acquisto ad hoc di armi, munizioni, mezzi da combattimento ed equipaggiamenti, il loro continuo aggiornamento a seconda delle esigenze operative e il ripristino delle scorte, l’addestramento specifico del personale e, non da ultimo, i costi sanitari delle cure per le centinaia di reduci feriti e mutilati.

In sedici anni la guerra in Afghanistan è costata complessivamente 900 miliardi di dollari: 28mila dollari per ogni cittadino afgano (che mediamente ha un reddito di 600 dollari l’anno).

In termini umani è costata la vita di 3.500 soldati occidentali (53 italiani) e di 140mila afgani tra combattenti (oltre 100mila, un terzo governativi e due terzi talebani) e civili (35mila, in aumento negli ultimi anni, quelle registrate dall’Onu: dato molto sottostimato che non tiene conto delle tante vittime civili non riportate). Senza considerare i civili afgani morti a causa dell’emergenza umanitaria provocata dal conflitto: 360mila secondo i ricercatori americani della Brown University.

Chi sostiene la necessità di portare avanti questa guerra si appella alla difesa dei progressi ottenuti. Quali? A parte un lieve calo del tasso di analfabetismo (dal 68% del 2001 al 62% di oggi) e un modestissimo miglioramento della condizione femminile (limitato alle aree urbane e imputabile al lavoro di organizzazioni internazionali e Ong, non certo alla Nato), l’Afganistan ha ancora oggi il tasso più elevato al mondo di mortalità infantile (113 decessi su mille nati), tra le più basse aspettative di vita del pianeta (51 anni, terzultimo prima di Ciad e Guinea Bissau) ed è ancora uno dei Paesi più poveri del mondo (207° su 230 per ricchezza procapite).

Politicamente, il regime integralista islamico afgano (fondato sulla sharìa e guidato da ex signori della guerra della minoranza tagica) è tra i più inefficienti e corrotti al mondo e ben lontano dall’essere uno Stato di diritto democratico: censura, repressione del dissenso e tortura sono la norma. Per non parlare del problema del narcotraffico (si veda articolo accanto).

La cartina al tornasole dei progressi portati dalla presenza occidentale è il crescente numero di afgani che cerca rifugio all’estero: tra i richiedenti asilo in Europa negli ultimi anni, gli afgani sono i più numerosi dopo i siriani.

Anche dal punto di vista militare i risultati sono deludenti. Dopo sedici anni di guerra, i talebani controllano o contendono il controllo di quasi metà Paese. Una situazione imbarazzante che ha spinto il presidente americano Donald Trump a riprendere i raid aerei e rispedire truppe combattenti al fronte, e la Nato a spostare i consiglieri militari dalle retrovie alla prima linea per gestire meglio le operazioni e intervenire in caso di bisogno.

Sul fronte occidentale sotto comando italiano dove, per fronteggiare l’avanzata talebana, dall’inizio dell’anno i nostri soldati (un migliaio di uomini, il secondo contingente dopo quello Usa: alpini della brigata Taurinense e forze speciali del 4° reggimento alpini paracadutisti) sono tornati in prima linea a pianificare e coordinare le offensive dei soldati afgani.

Gli esperti militari dubitano del successo di questa strategia: perché mai poche migliaia di truppe che combattono a fianco dell’inaffidabile esercito locale dovrebbero riuscire laddove gli anni passati hanno fallito 150mila soldati occidentali armati fino ai denti? Secondo esperti e diplomatici, l’unica via d’uscita è il dialogo con i talebani e la loro inclusione in un governo federale e multietnico, il ritiro delle truppe Usa e Nato e la riconversione della cessata spesa militare in ricostruzione e cooperazione.

È opportuno ricordare che i talebani, fortemente sostenuti dalla maggioranza pashtun degli afgani, non rappresentano una minaccia per l’Occidente poiché la loro agenda è la liberazione nazionale, non la jihad internazionale: combattono i jihadisti stranieri dell’Isis–Khorasan infiltratisi in Afghanistan e non hanno mai organizzato attentati in Occidente (né hanno avuto alcun ruolo negli attacchi dell’11 settembre, che avevano apertamente condannato).

L’alternativa è il prolungamento indefinito di una guerra sanguinosa che nessuno ha la forza di vincere e che sprofonderà l’Afghanistan in una situazione di caos e instabilità crescenti, facendone un rifugio ideale per formazioni terroristiche transnazionali come Isis-Khorasan.

Una prospettiva pericolosa ma utile da un punto di vista geostrategico, poiché uno stato di guerra permanente giustificherebbe un altrettanto permanente presenza militare occidentale che, seppur minima, basterebbe a scoraggiare interferenze da parte di potenze regionali avverse (Russia, Cina, Iran, Pakistan) desiderose di estendere la loro influenza strategica, stroncare il narcotraffico afgano che le colpisce e, non ultimo, mettere le mani sulle ricchezze minerarie afgane (in particolare le ‘terre rare’ indispensabili per l’industria hi-tech) valutate tra i mille e i tremila miliardi di dollari.

FONTE http://www.ilfattoquotidiano.it/premium ... i-intorno/


Domanda per sottovento: parliamo della sola questione Italia/Afganistan.

Secondo te, l'ItaGlia avrebbe speso la bellezza di sette miliardi e mezzo in sedici anni, cioè quasi mezzo miliardo l’anno, un milione e trecentomila euro al giorno, SE gli USA non avessero inventato, a partire dalll'11/9, "il terrorismo internazionale" targato Bin Laden?



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 10/10/2017, 13:07 
Guerre coloniali..
Altro che lotta al terrorismo, esportazione della democrazia, ecc ecc



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 11/10/2017, 12:30 
[L'inchiesta] Sette miliardi per la missione dell'Italia in Afghanistan,
il generale Mini: "Stiamo lì solo per fare gli interessi Usa"


“Stare in Afghanistan ci costa un mare di soldi, e stiamo lì solo per fare gli interessi degli Stati Uniti”, ha spiegato a tiscali.it il generale Fabio Mini commentando il rapporto pubblicato da milex.org sulle spese sostenute dal nostro Paese in quel teatro di guerra. L’amara annotazione dell’ex comandante della missione KFOR in Kosovo dal 2002 al 2003 è resa ancora più drammatica da quanto ha rivelato l’agenzia di stampa Pajhwok: in Afghanistan 5.887 persone sono state uccise e 4.410 hanno riportato ferite in 777 attacchi realizzati negli ultimi 5 mesi del 2016. Dietro questa statistica si nasconde un fiume di interessi.

CONTINUA > > > http://notizie.tiscali.it/interviste/ar ... ista-mini/



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 11/10/2017, 13:02 
C'è sempre qualcuno che scopre l'acqua calda..
La missione in Afghanistan è come le corvée che i servi della gleba facevano per il proprio signorotto nel medioevo..
O come il prezzo del pizzo alla mafia..
Ecc
Fate voi..



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 05/11/2017, 11:23 
Che ci fanno le armi della NATO in un deposito dell'Isis abbandonato in Siria?

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http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... um=twitter

Che ci fanno le armi della NATO in un deposito dell'Isis abbandonato in Siria? Nell’azione di liberazione dal terrorismo che ha infestato la Siria negli ultimi sei anni, emergono giorno dopo giorno alcune verità che confermano il ruolo propulsivo dell’occidente nella guerra per procura contro Damasco.

Quando vi dicevamo che i castelli di menzogne del mainstream si sarebbero sgretolati uno a uno....

Armi della NATO sono stati trovati in un deposito bellico abbandonato dall’ISIS nella città di Mayadin, nell’est del paese a 45 Km dalla città di Deir ez Zor. Secondo quanto riporta TASS che cita le dichiarazioni del generale delle truppe siriane Suheil al Hassan: “Abbiamo scoperto i modelli più nuovi di armamenti prodotti negli Stati Uniti, Belgio, Regno Uniti, che erano in dotazione dei paesi della NATO”, ha dichiarato il generale.

Quest’ultimo ha anche sottolineato che: "Ci sono molte armi e apparecchiature di telecomunicazione di fabbricazione straniera".

"Ci vorranno almeno sei giorni per rimuovere tutti i trofei lasciati dai militanti dell’Isis dopo la loro fuga", ha dichiarato.
Tra le armi scoperte c’è anche un cannone britannico di 155 millimetri, con un raggio di 40 chilometri, nonché altre munizioni e pezzi di artiglieria, armi antirumore, mine fatte in casa, armi leggere. Anche carri armati e corazzati che i terroristi avevano strappato all'esercito iracheno.

Altri media riferiscono che vari armi anti-serbatoio, sistemi portatili di difesa aerea (MANPAD) e decine di droni fanno parte dell'arsenale.

Guarda su youtube.com



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MessaggioInviato: 12/11/2017, 11:38 
Emhm......

23380227_1665023226888611_3877914662514907383_n.jpg


Ognuno faccia le debite considerazioni.... [:246]

ISIS = MOSSAD (Israeli Secret Intelligence Service) - 100% PROOF

Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 21/11/2017, 18:35 
Putin incontra Assad a sorpresa «Sconfitto il terrorismo in Siria»

Qualcosa di grosso si sta muovendo sullo scenario mediorientale. La «lotta al terrorismo in Siria è prossima alla fine», ha assicurato il presidente russo Vladimir Putin incontrando lunedì a sorpresa, nella città di Sochi, il presidente siriano Bashar al Assad. A poche ore di distanza, martedì mattina, il presidente iraniano, Hassam Rohani, ha annunciato ufficialmente la fine dello Stato islamico, che si estende anche in Iraq, guidato dal sedicente «califfo» Abu Bakr al Baghdadi in un discorso trasmesso dall’emittente televisiva della Repubblica islamica. «Le fondamenta dell’Isis sono state annientate — ha sostenuto —. Gli atti diabolici del gruppo terroristico sono finiti, le conseguenze rimarranno, ma le fondamenta e le basi sono state annientate», E anche il generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds, unita’ d’élite delle Guardie della rivoluzione iraniana responsabile delle operazioni al di fuori del paese, ha annunciato «la distruzione» di Daesh (acronimo arabo di Stato islamico dell’Iraq).

Il colloquio con Trump

A conclusione del vertice con Bashar al Assad sulle coste del Mar Nero, Putin ha annunciato che nel corso di martedì telefonerà al presidente americano Donald Trump. Nel corso dell’incontro a sorpresa, il leader del Cremlino ha auspicato che il processo politico in Siria sia «sotto l’egida dell’Onu». Assad da parte sua ha sottolineato che le forze aerospaziali russe hanno aiutato a promuovere una soluzione politica alla crisi siriana. «Sono molto felice di incontrarla due anni e qualche settimana dopo che la Russia ha lanciato l’operazione, che è stata di grande successo», ha detto il presidente siriano. Un intervento senza dubbio determinante.

Quattro ore di colloquio

Putin ha dichiarato che la conversazione, durata circa quattro ore, ha riguardato «tutti gli aspetti relativi alla normalizzazione della situazione, compresi i prossimi passi verso un percorso politico». «La questione più importante — ha concluso — è quella di una soluzione politica pacifica del conflitto, dopo la sconfitta dei terroristi; la questione cioè di una soluzione a lungo termine della situazione in Siria».

Trilaterale Russia-Turchia-Iran

Mercoledì è atteso a Sochi il trilaterale tra i presidenti di Russia, Turchia e Iran proprio sulla crisi in Siria. Già martedì i capi di stato maggiore dei tre Paesi si sono incontrati nella città russa per mettere a punto l’«assalto finale» contro il Califfato: secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass, hanno concordato «misure per aumentare il livello di coordinamento nella zona cuscinetto di Idlib» e sviluppato misure specifiche «per completare l’eliminazione delle restanti unità dello Stato Islamico e Jabhat al-Nusra». Un pre-vertice in vista del trilaterale di mercoledì fra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Vladimir Putin e l’iraniano Hasan Rohani. Tra le nazioni citate da Putin come «partner» nella soluzione della crisi figurano, «Stati Uniti, Arabia Saudita, Egitto, Iraq e Giordania». Assad ha auspicato che la Russia sostenga le autorità di Damasco per garantire che non vi siano interferenze nel processo politico in Siria: «Le influenze esterne dovrebbero essere limitate a sostenere il processo che dovrebbe essere guidato dai siriani stessi», ha detto il presidente siriano. E Mosca ha già confermato che, seppure in numero ridotto, le truppe e gli aerei russi continueranno ad essere presenti nel Paese «alleato».
https://www.corriere.it/esteri/17_novem ... f_amp.html



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Sarò critico. La guerra Usa-Russia (almeno questa), è terminata. Dico guerra Usa-Russia poiché di questo si tratta: gli Usa hanno cercato di spodestare i russi dalla Siria spodestando Assad e non ci sono riusciti perché è obiettivo degli Usa circoscrivere sempre più la Russia a cominciare da quello strategico sbocco sul Mediterraneo rappresentato dalla Siria. Ora si passa all'Iran dove cercheranno di fare la stessa cosa e poi (forse, chissà), toccherà anche alla Corea del Nord.

Gli Usa dalla Siria dovrebbero aver capito molte cose ma non sono certo che le abbiamo capite. La prima è che a tirare troppo la corda questa si rompe. La seconda è che con le loro campagne militari hanno rotto gli zebedei a mezzo mondo creando situazioni assai più incresciose rispetto a prima.

Sono diventato di colpo antiamericano? No. Ho solo detto ciò che pensavo e come tuttora credo gli Usa rappresentano sempre un contrappeso importante negli equilibri mondiali, il punto è se quegli equilibri saltano e prima o poi proseguendo di questo passo accadrà.



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MessaggioInviato: 21/11/2017, 19:40 
.. e se salteranno allora sì che ci sarà una guerra nucleare (più o meno preventiva)!



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