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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 18/04/2015, 18:01 
x la pace in palstina era sufficente attenersi a:

Il 29 novembre 1947, il Piano di partizione della Palestina (o più precisamente di ciò che restava dalla Palestina, una parte della quale era già separata al fine di costituire la Transgiordania) elaborato dall'UNSCOP (United Nations Special Committee on Palestine) fu approvato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York (Risoluzione 181 dell'Assemblea Generale). Tale Piano, destinato a risolvere il conflitto fra ebrei e arabi, scoppiato già durante il Mandato britannico della Palestina, proponeva la partizione del territorio palestinese fra due istituendi Stati, uno ebraico, l'altro arabo, con Gerusalemme sotto controllo internazionale. Il rifiuto di questo Piano dai Paesi arabi, come pure il deterioramento delle relazioni fra ebrei e arabi in Palestina, condusse alla Guerra arabo-israeliana del 1948-1949.

ma se qualkuno non accetto' la soluzione, quel che ne consegue e' a suo discapito........ [:287] [:287]


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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 18/04/2015, 19:52 
... infatti! Sono sempre stati i capi palestinesi (arafat per primo) che non hanno mai voluto la pace perché l'odio di razza e politico (unica democrazia in Medio Oriente) è semprestato il pretesto, così ricevevano dollari da tutto il mondo ... [;)] (Ma siete giovani)...



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 04/05/2015, 19:39 
QUESTO L'HA PUBBLICATO "IL GIORNALE" che voi considerate "giornalaccio e fazioso"............. [:306]
(E da una democrazia come Israele, le cose, prima o poi, vengono fuori!) [^]



Soldati israeliani choc: "A Gaza abbiamo violato tutte le leggi di guerra"

Decine di soldati accusano: "Gli ufficiali ci dicevano di non risparmiare munizioni: i civili considerati minaccia"

Sono accuse infamanti, quelle che piovono sull'esercito israeliano. Accuse che parlano di leggi di guerra completamente ignorate, civili deliberatamente presi di mira e crimini di ogni sorta, che sarebbero stati commessi l'estate scorsa nella Striscia di Gaza durante l'operazione "Protective Edge", l'estate scorsa.

Immagine

Accuse rese ancora più pesanti quando se ne considera la provenienza: a gettare ombra sull'operato delle forze armate di Tel Aviv sono infatti gli stessi militari israeliani. Più di sessanta soldati coinvolti nelle operazioni militari della striscia di nove mesi fa, racconta infatti l'Ong per i diritti umani Breaking the Silence, hanno testimoniato presunte violazioni delle leggi di guerra: tra di essi anche circa una dozzina di ufficiali fino al grado di maggiore.

Secondo le ricostruzioni raccolte dal gruppo umanitario, i soldati parlerebbero di truppe israeliane istruite a considerare come una minaccia praticamente qualsiasi cosa si muovesse nel territorio di Gaza e a "non risparmiare munizioni", come anche di raid condotti per vendetta contro obiettivi che ancora non si sapeva se fossero abitati da militari o da civili.

Un sergente racconta di briefing appena precedenti gli scontri a fuoco in cui le truppe israeliane sarebbero state spinte a non lesinare munizioni, per nessun motivo: "Il comandante ci diceva di non prenderci rischi inutili e di non risparmiare le cartucce. L'area (quella di Gaza, ndr) dev'essere sterilizzata, sgombra di persone".

"A meno che non vediamo qualcuno che sventola una bandiera bianca gridando 'mi arrendo' - prosegue il militare citando le parole del proprio superiore - Chiunque vediamo rappresenta una minaccia e pertanto siete autorizzati ad aprire il fuoco. Lì dentro non c'è nessuno che non sia coinvolto."

Dalle testimonianze dei soldati emerge anche la storia di due donne che sarebbero state uccise da membri dell'esercito israeliano sebbene disarmate, solo perché una delle due era in possesso di un telefono cellulare. Ancora, i militari hanno raccontato di un presunto raid di rappresaglia seguito alla morte di una recluta israeliana e condotto contro edifici fatti saltare in aria "in memoria del camerata rimasto ucciso."

Tutti comportamenti che, se confermati, costituirebbero altrettante gravissime violazioni tanto delle leggi di guerra quanto del codice etico della stessa Israeli Defence Force, che impegna i propri membri a non fare alcun male a chi non sia un combattente o un prigioniero di guerra.

L'esperto di diritti umani Philippe Sands, sentito da The Guardian, conferma l'importanza delle testimonianze spiegando che questo tipo di accuse "non può essere ignorato perché proviene da individui presenti in prima persona sul campo." Tali accuse, peraltro, non si riferiscono solo a un numero limitato di casi isolati, ma coinvolgono per intero la stessa strategia di guerra dell'esercito israeliano.

Che, dal canto suo, non ha ancora risposto ad alcuna accusa circostanziata, ma ha promesso di istruire "indagini appropriate" per ogni insinuazione sollevata attraverso i media o le ong. La Israeli Defence Force, inoltre, ha aggiunto che a soldati ed ufficiali è sempre stata data la possibilità di protestare contro eventuali irregolarità.

Nel corso della guerra dei Cinquanta giorni della scorsa estate hanno trovato la morte oltre duemila palestinesi e un'ottantina di israeliani.

http://www.ilgiornale.it/news/i-soldati ... 23852.html



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 04/05/2015, 23:23 
vedremo se il governo israeliano ne risponderà davanti al tribunale internazionale e verranno adottate sanzioni nei suoi confronti ed inscritto nella lista degli stati canaglia. Tutto il resto solo sol chiacchiere da bar :)



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 14/05/2015, 11:33 
Il Papa rompe tabù diplomatico e riconosce lo Stato Palestinese: ira di Israele

Città del Vaticano - Papa Francesco rompe un altro muro diplomatico, una specie di tabù, accelerando il percorso di riconoscimento dello Stato Palestinese.

Al termine di una riunione tra le delegazioni palestinese e vaticana, è stata raggiunta l’Intesa di un testo di prossima firma riguardante un accorgo globale tra le parti. Al centro il riconoscimento dello Stato di Palestina. "Le parti hanno concordato che il lavoro della commissione sul testo dell'accordo è stato concluso", si legge in un comunicato congiunto, "e che l'accordo sarà sottoposto alle rispettive autorità per l'approvazione prima di fissare una data nel prossimo futuro per la firma".

Sebbene siano due eventi "indipendenti", ha precisato il portavoce vaticano, padre Lombardi, il Papa riceverà sabato mattina il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), che domenica assisterà alla canonizzazione, in San Pietro, delle prime due sante palestinesi. Immediata la reazione di Israele che ha espresso “profonda delusione” per la decisione del Papa di concludere un accordo con lo Stato di Palestina.

Le fonti, citate dalla stampa israeliana, si attendono chiarimenti dalla Segreteria di Stato. «Israele - proseguono le fonti - è deluso di sentire della decisione della Santa Sede di concordare un testo finale di accordo con i palestinesi che comprenda il termine "lo Stato di Palestina". Questa mossa non fa avanzare il processo di pace e non contribuisce a riportare la leadership palestinese al tavolo delle trattative bilaterali. Israele esaminerà l'accordo e soppeserà conseguentemente le proprie azioni».

La prima intesa raggiunta, nel 2000, era stata firmata tra Santa Sede e Olp; oggi la Santa Sede ha siglato un'intesa, in vista di un accordo bilaterale, con lo "Stato di Palestina". La grande novità. L’accelerata diplomatica voluta dal Papa. "Il 29 novembre 2012 - spiega monsignor Antoine Camilleri, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati - è stata adottata da parte dell’Assemblea generale dell’Onu la risoluzione che riconosce la Palestina quale Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite, e lo stesso giorno la Santa Sede, che ha anch’essa lo status di osservatore presso l’Onu, ha pubblicato una dichiarazione. Questa ha accolto con favore il risultato della votazione, inquadrata nei tentativi di dare una soluzione definitiva, con il sostegno della comunità internazionale, alla questione già affrontata con la risoluzione 181 del 29 novembre 1947”.

Il testo, sottolinea ancora il vice-ministro vaticano degli Esteri, "ha un preambolo e un primo capitolo sui principi e le norme fondamentali che sono la cornice in cui si svolge la collaborazione tra le parti. In essi si esprime, ad esempio, l’auspicio per una soluzione della questione palestinese e del conflitto tra israeliani e palestinesi nell’ambito della Two-State Solution e delle risoluzioni della comunità internazionale, rinviando a un’intesa tra le parti".

Anche se in modo indiretto per il Vaticano è chiaro che l`accordo raggiunto in aiuterà i palestinesi nel vedere stabilito e riconosciuto uno “Stato della Palestina indipendente, sovrano e democratico che viva in pace e sicurezza con Israele e i suoi vicini, nello stesso tempo incoraggiando in qualche modo la comunità internazionale, in particolare le parti più direttamente interessate, a intraprendere un`azione più incisiva per contribuire al raggiungimento di una pace duratura e all`auspicata soluzione dei due Stati".

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/p ... 1552.shtml


L'ultimo paese che lo fece fu soggetto a un attentato di matrice islamica...

Si legga anche questo

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABUi8bfD

e vediamo cosa succede...

[:291]



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 22/06/2015, 15:44 
Rapporto Onu, "a Gaza distruzione senza precedenti"
Inchiesta su guerra, crimini da Israele e gruppi palestinesi


6f476a01c1ae86f420b01b90cd724ca1.jpg


http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2 ... bfe20.html

"L'ampiezza della devastazione e della sofferenza umana a Gaza è stata senza precedenti e avrà un impatto sulle generazioni future". Così il giudice Mary McGowan Davis, capo della commissione d'inchiesta Onu sulla guerra del 2014 che ha trovato "credibili le accuse di crimini di guerra commesse sia da Israele che dai gruppi armati palestinesi".

"Il fatto che Israele - continua il rapporto - non rivide la pratica dei raid aerei, neanche dopo che i loro effetti sui civili divennero evidenti, solleva la questione se questa fosse parte di una politica più ampia approvata, almeno tacitamente, dai più alti livelli del governo israeliano".

La risposta d'Israele
Il Consiglio dei diritti dell'uomo di Ginevra soffre ''di una singolare ossessione per Israele''. Così lo stato ebraico risponde al rapporto di Ginevra. ''Il suo mandato presumeva - ha aggiunto - la colpevolezza di Israele fin dall'inizio''. Il rapporto della commissione di Ginevra e' ''motivato politicamente e moralmente imperfetto''. Per Israele il Rapporto non fa ''differenze'' tra ''il comportamento morale tenuto'' dallo stato ebraico a Gaza e ''le organizzazioni terroristiche che ha avuto davanti''.

La richiesta di Hamas
Occorre che l'Anp sottoponga il Rapporto dell'Onu alla Corte penale internazionale (Cpi) per perseguire Israele. Lo afferma Sami Abu Zuhri, un portavoce di Hamas a Gaza. Abu Zuhri ha aggiunto che esperti di Hamas si riservano di valutare in dettaglio il contenuto del Rapporto sulla guerra a Gaza. Intanto risulta confermato ''che l'occupazione israeliana si e' macchiata di crimini contro civili'', in particolare in una scuola dell'Unrwa (l'agenzia dell'Onu per i profughi palestinesi), a Gaza.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 22/06/2015, 16:58 
ubatuba ha scritto:
x la pace in palstina era sufficente attenersi a:

Il 29 novembre 1947, il Piano di partizione della Palestina (o più precisamente di ciò che restava dalla Palestina, una parte della quale era già separata al fine di costituire la Transgiordania) elaborato dall'UNSCOP (United Nations Special Committee on Palestine) fu approvato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York (Risoluzione 181 dell'Assemblea Generale). Tale Piano, destinato a risolvere il conflitto fra ebrei e arabi, scoppiato già durante il Mandato britannico della Palestina, proponeva la partizione del territorio palestinese fra due istituendi Stati, uno ebraico, l'altro arabo, con Gerusalemme sotto controllo internazionale. Il rifiuto di questo Piano dai Paesi arabi, come pure il deterioramento delle relazioni fra ebrei e arabi in Palestina, condusse alla Guerra arabo-israeliana del 1948-1949.

ma se qualkuno non accetto' la soluzione, quel che ne consegue e' a suo discapito........ [:287] [:287]


Infatti...

E' chiaro che l' unica soluzione per garantire la pace sia quella dei due Stati.

Il problema è che nessuna delle due parti vuole riconoscere l' altra e che la comunità internazionale insiste a regalare a una delle parti in cui si è diviso il mondo senza chiedere nulla in cambio.


Gli israeliani non accettano la creazione di uno Stato palestinese, e sbagliano di grosso,

allo stesso modo i palestinesi,

che otterranno il loro Stato che verrà riconosciuto in un tempo non lungo da una moltitudine di Paesi importanti
(è solo questione di tempo, ci sono già i precedenti),

non hanno nessuna intenzione di riconoscere il diritto a Israele di esistere dopo che avranno intascato quello che vogliono gratis.


Il risultato, che i pacifinti non considerano mai, sarà che l' occupazione illegale si tramuterà in una guerra permanente tra due Stati foraggiati dai loro alleati
e il mondo intero rischierà il conflitto intorno a una disputa alimentata dall' odio religioso che con il mondo occidentale cristiano non c' entra nulla.


L' unica soluzione sarebbe che la comunità internazionale mettesse sia Israele che i palestinesi con le spalle al muro invitando i secondi a firmare un trattato che crei e riconosca il loro Stato IN CAMBIO della clausola di riconoscere quello ebraico come avente diritto a esistere secondo la risoluzione ONU del 1948 e non come un Paese di infedeli da distruggere.

Israele a quel punto si ritroverebbe di fronte al fatto compiuto con tutto il mondo contro nell' intenzione di sostenere la Palestina contro ogni tentazione di invasione, e costretto a firmare un trattato equivalente pena l' avvio di sanzioni per le eventuali infrazioni compiute contro il nuovo Stato riconosciuto internazionalmente.


Il problema è che non si tratta solo di Israele e Palestina, inteso come conflitto locale che come tale sarebbe stato già risolto, ma bensì del fatto che il mondo è diviso in schieramenti intorno all' una o all'altra parte e una soluzione di mutuo riconoscimento non si vuole fare perchè si preferisce parteggiare per una delle due fazioni nell' ottica di una divisione geopolitica globale.


Che poi Israele sia colpevole di una condotta contraria ai principi democratici che dice di rappresentare è fuori discussione quanto dovrebbe esserla quella dei terroristi palestinesi che si fanno saltare sugli scuolabus.

L' unica cosa da fare non avendo senso sanzionare entrambi è porre fine al conflitto con la soluzione dei due Stati e amnistiare tutti.



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 22/06/2015, 18:47 
..magari era sufficente che l'onu avesse fatto rispettare tale risoluzione anzike' permettere alle due parti di scatenare la guerra,quindi e' inutile dopo 70 anni cercare di crearsi una verginita',..........cmq senza ombra di dubbio l'onu e' il nulla,....... [:292] [:292]


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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 22/06/2015, 19:24 
.. e i "sorci" ballano!



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 25/06/2015, 14:29 
Vediamo se riusciamo a sfatare un mito una volta per tutte

VECCHIE FOTO CONTRO VECCHIE BUGIE

La Palestina era «già» un giardino, prima dell’arrivo degli eletti. Era raro trovare un terreno lasciato incolto: dappertutto orti, palme, agrumeti, oliveti assediavano le città e i villaggi, frutto di una agricoltura intensiva e specializzata. I palestinesi avevano mercati internazionali ben consolidati, rubati poi dagli ebrei nel 1948 con la nazionalizzazione. Scuole di Stato, squadre di calcio, spirito nazionale, boy­scout, lavoro specializzato e mercati affollati.

Commenti e smentite degli slogan sionisti più ripetuti e universalmente presi per oro colato.

Trovo sul web (http://lawrenceofcyberia.blogs.com/news/2009/01/a-land-without-a-people.html) un albo di vecchie foto sulla Palestina. Mi paiono interessanti da tradurre come commento ­e smentita ­degli slogan sionisti più ripetuti e universalmente presi per oro colato.

«Un popolo senza terra per una terra senza popolo»

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La propaganda ebraica ripete da oltre un secolo che la Palestina era disabitata prima dell’arrivo dei sionisti. Apparentemente, un po’ di popolo c’era: questa foto scattata a Giaffa nel luglio 1908 mostra una immensa folla radunata davanti agli uffici del governo locale (Grand Serai) per festeggiare la rivoluzione laica dei Giovani Turchi e l’esautoramento del sultano ottomano Abdul Hamid ad Istanbul. Nella provincia dell’impero ottomano che era allora la Palestina, la rivoluzione turca suscitò grandi speranze: di un governo costituzionale e di elezioni parlamentari.

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L’affollato mercato (bazar) di Giaffa nel 1896, in un dagherrotipo stereoscopico.Posto in un apposito apparecchio, il dagherrotipo forniva un’immagine tridimensionale.

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Veduta di Giaffa dal mare, foto scattata tra il 1898 e il 1914. Una città palestinese linda e civile, vibrante di attività, che contava allora 70 mila abitanti, tutti arabi.

«Gli ebrei hanno trovato un deserto e ne hanno fatto un giardino»

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Raccolta degli agrumi, Collezione Matson (1898-­1914)

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Veduta generale degli agrumenti di Giaffa, prima del 1914. Sembra proprio che la Palestina fosse «già» un giardino, prima dell’arrivo degli eletti. Di fatto, era raro trovare un terreno lasciato incolto, a parte le dune e le rocce: dappertutto orti, palme, agrumeti, oliveti, alberi da frutta assediavano le città e i villaggi, frutto di una agricoltura intensiva e specializzata.

«Gli ebrei hanno introdotto coltivazioni pregiate con tecniche avanzate»

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Primi anni ‘20: cernita degli agrumi

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Gli agrumi sono avvolti in carta velina per la commercializzazione

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Le cassette di agrumi, su barconi, raggiungono le navi da carico che le attendono nel porto di Giaffa per l’esportazione. Già dai primi del ‘900 gli agrumi erano la principale voce di esportazione per la Palestina, arance limoni e pompelmi di Giaffa erano apparizioni regolari nelle prime colazioni britanniche. I palestinesi avevano mercati internazionali ben consolidati: ragion per cui, nel 1948, lo Stato ebraico «nazionalizzò» gli agrumeti ­ ossia li rubò ai palestinesi ­ e ne fece la prima voce d’esportazione per il nuovo Stato di Israele.

«Beduini arretrati, vivevano sotto le tende, ignari della civiltà»

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Una classe elementare della Scuola Nazionale Cristiana Ortodossa, 1938. Ovviamente le scuole cristiane erano frequentate da bambini musulmani, perchè davano una istruzione prestigiosa.

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Gli allievi della scuola ortodossa avevano una banda musicale.

«Non è mai esistita una nazione palestinese»

Il corpo docente della scuola superiore di Stato, Giaffa 1923 (liceo e istituto tecnico). Il professore al centro, in abiti occidentali, cravatta e fez, è Salim Katul, autore di molti libri di testo di scienze naturali in arabo. Se non c’era una nazione, come mai c’era una scuola di Stato?

«Belve stupide, che capiscono solo la forza»

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La classe di falegnameria alla scuola secondaria statale di cui sopra, 1924. C’è una scritta sulla porta che dice: «Chi impara poco, vale poco».

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Boy scouts e lupetti della scuola secondaria statale, 1924

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La squadra di calcio della scuola secondaria di Stato di Giaffa, 1923.

«Non avevano una coscienza nazionale, prima…»

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Polizia britannica a cavallo, nella piazza centrale di Giaffa, stronca una manifestazione di protesta contro la politica inglese che favorisce l’immigrazione ebraica in Palestina, 27 ottobre 1933.

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Giaffa, 27 ottobre 1933 la polizia inglese bastona Muza Kazim Pasha al­Husseini, rispettato uomo politico palestinese, durante la manifestazione contro l’immigrazione ebraica. Il dignitario morirà sei mesi dopo per le percosse ricevute, senza mai essersi ripreso, all’età di 81 anni.

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L’inizio della «Arab Revolt», 1936­-39, contro la politica britannica filo­sionista; la Polizia inglese si scontra con i dimostranti arabi nella piazza centrale di Giaffa.

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Le truppe inglesi perquisiscono i passanti sul lungomare di Giaffa durante la Rivolta Araba, 1936.

«Ci odiano per la nostra libertà»

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Rappresaglia britannica contro la Rivolta Araba del 1936: soldati inglesi isolano con transenne la città vecchia di Giaffa, preliminare per la demolizione punitiva delle case arabe.

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I risultati della rappresaglia: la città vecchia ridotta in macerie dagli inglesi, 1936. In fondo, gli israeliani non hanno fatto che continuare la tradizione.

«Sono soltanto terroristi. Non c’è nessuno con cui trattare»

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Le macerie del palazzo del governo locale (Grand Serai), distrutto da un attentato della Lohemai Herut Israel, meglio nota come «Banda Stern». Il 4 gennaio 1948 membri della Banda Stern parcheggiarono davanti al palazzo un autocarro carico di esplosivo e ricoperto di arance. Oltre a distruggere dalle fondamenta il palazzo, l’esplosione uccise 26 civili palestinesi. Così «non c’è nessuno con cui trattare».

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24 aprile 1948: militanti ebraici dell’Irgun irrompono attraverso le brecce che hanno aperto con esplosivi nelle case palestinesi. Quel giorno l’esercito clandestino sionista, comandato dal Menachem Begin, cominciò un attacco ­ durato quattro giorni e quattro notti ­ contro il quartiere residenziale di Manshiyeh, sul mare e circondato da Tel Aviv, con un fitto e indiscriminato fuoco di mortai.

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Gli effetti del bombardamento ebraico contro Manshiyeh. Il rapporto ufficiale sui fatti davanti al Parlamento britannico (5 maggio 1948) parlava di «bombardamenti indiscriminati con mortai, all’evidente scopo di creare il panico tra la popolazione civile. Le forze britanniche sono intervenute con supporto aereo, e nel corso del pomeriggio gli ebrei si sono ritirati sulle loro posizioni precedenti.

(…) La sera del 30 aprile l’ordine di cessate il fuoco (imposto dai britannici) è stato rotto dalla parte ebraica (…). Secondo una stima approssimata, 30 mila arabi hanno abbandonato Giaffa, ed altri stanno lasciandola anche ora. Il sindaco arabo è ancora a Giaffa e i servizi municipali funzionano, sia pure con difficoltà…» (Hansard, Camera dei Comuni, 5 maggio 1948, pagina 1.238).

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Fine aprile 1948: migliaia di arabi cercano scampo dall’attacco ebraico a Giaffa per via mare, essendo le strade bloccate dai terroristi rabbinici dell’Haganah; finiranno a Gaza, in Egitto, in Libano come profughi (si noti nella foto il campanile cristiano ortodosso).

«Finalmente, un popolo senza terra si sistema in una terra senza più popolo»

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Giudei provenienti dall’Europa, sorridenti. E’ l’inizio del 1949, e le povere vittime si sono stabilite nei quartieri di Giaffa dopo la pulizia etnica.

Fonte:http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=22156&Itemid=100021


Se vogliamo andare a ritroso nella storia allora possiamo anche dire che per la pace in palestina non si sarebbe dovuto creare impunemente lo "Stato di Israele" là dove già esisteva un popolo.

Ma è un vizietto che nella regione si ripete da migliaia di anni e che per alcuni sembra essere un loro diritto.. divino..

[;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 25/06/2015, 16:13 
Lo Stato di Israele era una necessità per evitare che cose come la Shoah si ripetessero.

Non si tratta solo dell' Olocausto del ventesimo secolo, da quando hanno perso la terra gli ebrei sono stati perseguitati ovunque andassero, a cominciare dalla Chiesa cattolica che li chiudeva nei ghetti (cosa di cui non si parla mai).

Gli eventi tragici della Seconda Guerra Mondiale hanno reso evidente che un popolo senza terra (non sarebbe vero?) è un popolo senza protezione da parte dello Stato.


Quella era in origine la loro terra, gli arabi NON sono certo gli indigeni del caso visto che sono storicamente arrivati dopo.


La risoluzione ONU del 1948 ha solo cercato di porre rimedio a una serie ininterrotta di ingiustizie durate duemila anni.

Il problema è che a parte l' Antartide non esiste un fazzoletto di terra che non sia già occupato da qualcuno.
Aggiungiamoci la diversità di religione e il gioco è fatto.


Comunque sia chiaro che io sostengo il diritto ai palestinesi di avere il loro Stato come ce l' hanno gli ebrei, e che le occupazioni abusive dei territori sono una forma di colonizzazione illegale.

L' unico modo per risolvere la faccenda è costringere entrambi al mutuo riconoscimento ponendoli di fronte all' alternativa di essere entrambi abbandonati dalla comunità internazionale con relative sanzioni per le infrazioni israeliane.


La cosa non è stata fatta, e qui sta il nocciolo del problema, non nella colpa esclusiva degli israeliani nè dei palestinesi, come si vuole credere dividendosi in due partiti,
proprio per la divisione tra le varie potenze che si confrontano in quello che di fatto è il confine tra le due sfere di influenza planetarie, americano da un lato e russocinese dall' altro, ossia il Medio Oriente.

E i fatti siriani dovrebbero essere una prova sufficiente.

Bisogna come sempre guardare il quadro generale geopolitico. Sei d' accordo? [:I]



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 25/06/2015, 18:07 
Aztlan ha scritto:
Lo Stato di Israele era una necessità per evitare che cose come la Shoah si ripetessero.




......La risoluzione ONU del 1948 ha solo cercato di porre rimedio a una serie ininterrotta di ingiustizie durate duemila anni.

[:I]



e sarebbe stato sufficente,che dopo avere approvato la risoluzione 181,l'onu l'avesse fatta rispettare,anzike' lavarsene le mani,purtroppo le guerre portano a sconfitte,e tutto quello che ne consegue............................. [:289] [:289]


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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 26/06/2015, 10:51 
Non capisco proprio perchè tutti i popoli e le etnie che emigrano poi si integrano con i popoli che li ospitano e per quale motivo gli Ebrei non si sono integrati in nessun posto del mondo?credete che è solo per la loro religione?,non sarà perchè tentano sempre di volere dominare e soggiogare tutti i popoli che li hanno ospitati?. [:291]


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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 26/06/2015, 14:44 
bleffort ha scritto:
Non capisco proprio perchè tutti i popoli e le etnie che emigrano poi si integrano con i popoli che li ospitano e per quale motivo gli Ebrei non si sono integrati in nessun posto del mondo?credete che è solo per la loro religione?,non sarà perchè tentano sempre di volere dominare e soggiogare tutti i popoli che li hanno ospitati?. [:291]



A me non sembra proprio che tutti i popoli si integrino, anzi si creano sempre assembramenti e provenienti dallo stesso posto è inevitabile e normale ed è anche giusto che una gruppo voglia mantenere le proprie radici pur essendo fisicamente distante dalla propria terra d'origine. E' da pazzi ipocriti sostenere che l'omologazione sociale sia una VALORE da perseguire. Ed risultati li vediamo ogni giorno.

Gli ebrei o I SEDICENTI EBREI vogliono mantenere integra la loro etnia, la loro SEDICENTE cultura millenaria; non c'è da biasimarli per questo. forse questa è una delle poche cose che gli invidio



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 31/07/2015, 15:50 
Orrore in Cisgiordania: muore in un rogo doloso un bimbo palestinese

Il piccolo è rimasto ucciso nel rogo della sua abitazione, data alla fiamme probabilmente da estremisti ebraici. L'attacco al gay pride di Gerusalemme, in cui sono rimaste ferite sei persone, sarebbe opera di due ebrei ultra-ortodossi, uno dei quali era già stato arrestato per fatti analoghi

Non si placa la tensione in Israele: un attacco terroristico nelle ultime ore ha riacceso la tensione nella West Bank.

La vittima è un bimbo palestinese di 18 mesi di Dum, vicino Nablus in Cisgiordania. Ignoti hanno appiccato il fuoco all'abitazione dove viveva con la sua famiglia, bruciandolo vivo. Gli altri membri della famiglia sono stati ricoverati con ustioni gravi. Chi ha provocato l'incendio ha anche disegnato sulle pareti della casa una grande stella di Davide e le parole: ‘Vendetta’ e ‘Viva il re Messia’. L’attentato potrebbe essere una ritorsione per l'uccisione di un colono israeliano avvenuta tempo fa nella stessa zona.

Si tratterebbe di un attentato terroristico ebraico, che anticipa di alcune ore la "Giornata di collera" proclamata proprio per venerdì da Hamas, per protestare contro gli attacchi alla moschea di al Aqsa avvenuti domenica scorsa. In un comunicato Hamas ha espresso grande indignazione per i continui ingressi della polizia israeliana nella moschea - terzo luogo sacro dell'Islam - in seguito a duri scontri con giovani palestinesi che hanno attaccato gli agenti con sassi e molotov.

http://espresso.repubblica.it/internazi ... 0?ref=fbpe


Questo è il risultato dell'adesione cieca alla religione abramitica, islam, ebraismo o cristianesimo che sia.

Ma non è che senza la "Bibbia" il mondo sarebbe stato un posto migliore?!

[:291]

Alla fine è in essa che viene sancito il concetto, il principio, il ruolo di "padrone" del mondo da parte del "popolo eletto" (qualunque sia il 'popolo' che si arroghi il diritto di essere 'padrone') con tutto ciò che ne consegue...

E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.
30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne.
31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.


Forse non fu cosa molto buona caro "dio"...

[8]



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