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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 23/04/2015, 10:04 
Khazari-ariani

Il sionismo è stato fondato dai Rothschild per conto della Confraternita e SION è un ramo del culto ariano-rettile del culto del Sole. Due sono le ragioni principali per cui esso è stato usato per assicurarsi il controllo della Palestina araba. Questa infatti è una terra sacra per gli Ariano-rettili fin dai tempi dei Leviti e del mondo antico.

Inoltre, derubare sfacciatamente un paese arabo offriva infinite opportunità per alimentare il conflitto e la divisione in Medio Oriente e ciò si rivelò particolarmente efficace per la manipolazione dei paesi arabi produttori di petrolio.

Il momento cruciale nel piano dei Rothschild per la creazione di "Israele" fu la Dichiarazione di Balfour, quando il ministro degli Esteri britannico, Arthur (Lord) Balfour, annunciò, il 6 novembre 1917, che la Gran Bretagna appoggiava la rivendicazione di uno Stato ebraico in Palestina.

Anche la Confraternita di Pace di Versailles, dominata dai Rothschild, confermò il suo appoggio. Sorpresa, sorpresa! Ma cos'era questa Dichiarazione di Balfour? Non era indirizzata ai membri del Parlamento di Westminster. Era semplicemente una lettera inviata da Lord balfour (Comm 300), un membro del circolo ristretto della società segreta della Tavola Rotonda, a Lord Lionel Walter Rothschild (Comm 300), che finanziò la Tavola Rotonda! Era una lettera tra due membri della stessa società segreta.

Rothschild era un rappresentante della Federazione inglese dei sionisti che era stata messa in piedi con i soldi dei Rothschild. Da più parti si crede che la lettera di "Balfour" sia stata scritta da Lord Rothschild insieme a Alfred Milner (comm 300) una colonna portante della Tavola rotonda che venne nominato presidente del colosso minerario Rio Tinto Zinc, dallo stesso Lord Rothschild.

La Rio Tinto ha molti contatti con il Sud Africa e tra gli azionisti di maggioranza figura la regina d'Inghilterra. Gli arabi della Palestina vennero usati per combattere i turchi durante la prima guerra mondiale sotto il comando dell'inglese T.E. Lawrance (Lawrance d'Arabia) che promise loro la piena sovranità in cambio dei loro sforzi.

Fin dall'inizio sapeva che il piano della Confraternita prevedeva la creazione di uno Stato "ebraico" (Khazaro-ariano) in Palestina. Fu Lawrance stesso, intimo amico di Winston Churchil, a confermarlo qualche tempo dopo, quando disse:

"Azzardai la frode poiché ero convinto che l'aiuto degli arabi fosse necessario per una nostra vittoria, veloce e a buon mercato, in Oriente, e che fosse meglio vincere e non mantenere la parola data, piuttosto che perdere ... L'ispirazione araba fu il nostro strumento principale per vincere la guerra d'Oriente. Così assicurai loro che l'Inghilterra avrebbe mantenuto la promessa nelle parole e nei fatti. Sorretti da ciò, essi compirono le loro belle imprese; ma ovviamente, invece di essere orgoglioso di ciò che facevamo insieme, provavo continua amarezza e vergogna."

Questo è stato per millenni il modus operandi ariano-rettile. Furono i Rothschild a finanziare i primi coloni "ebrei" in Palestina; furono i Rothschild che contribuirono e finanziarono Hitler e i nazisti durante la seconda guerra mondiale e la conseguente disgustosa persecuzione di ebrei, zingari, comunisti e altri; furono i Rothschild ad usare la comprensibile solidarietà manifestata dopo la guerra nei confronti degli ebrei, che loro avevano spietatamente sfruttato, per esercitare pressioni a favore della conquista ebraica della Palestina araba; furono i Rothschild a finanziare i gruppi terroristici e spingerli a ricoprire posizioni chiave all'interno dello Stato, come dimostrano i primi ministri Ben-Gurion, Shamir, Begin e Rabon.

Questi uomini avrebbero trascorso il resto della loro vita a comandare gli atti terroristici compiuti da altri, con un'ipocrisia che si stenta a credere; fu Lord Victor Rothschild, il controllore dei servizi segreti britannici, che fornì a Israele il know-how delle armi nucleari; furono i Rothschild, che controllarono Israele fin dall'inizio e continuano a controllarlo, a dettarne la politica; furono i Rothschild e il resto della rete della Confraternita a nascondere e insabbiare il fatto, confermato dagli storici ebrei, che la stragrande maggioranza del popolo "ebreo" d'Israele deriva geneticamente dalle montagne del Caucaso, e non dalla terra che attualmente occupa.

Il popolo ebreo è stato sacrificato dai Rothschild sull'altare dell'avidità e della sete di potere, ma anche i Rothschild devono ubbidire a un'autorità superiore che, secondo me, ha probabilmente sede in Asia e l'Estremo Oriente dà le direttive al quartier generale operativo di Londra.

In definitiva, l'intera truffa viene orchestrata dal livello inferiore della quinta dimensione.

http://ningizhzidda.blogspot.it/2014/08 ... riani.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 06/05/2015, 17:17 
Isacco & Ismaele

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Un cardinale gesuita di nome Agostino Bea ci ha mostrato con quanto accanimento la chiesa cattolica volesse Gerusalemme alla fine del terzo secolo. Per via della sua storia religiosa e della sua collocazione strategica la città santa era considerata un tesoro inestimabile. Bisognava studiare un piano per rendere Gerusalemme una città cattolica romana.

La grande fonte di manodopera non ancora sfruttata, ma che poteva compiere quest'opera, erano i figli di Ismaele. I poveri arabi caddero vittime di uno dei piani più astuti mai realizzati dai poteri delle tenebre! I primi discepoli del Messia diffusero ovunque la buona notizia creando piccole chiese. Ma incontrarono pesanti opposizioni. Sia gli ebrei che il governo romano perseguitarono i credenti nel Messia per fermare la loro diffusione.

Ma gli ebrei si ribellarono a Roma, e nel 70 d.C. l'esercito romano al comando del generale Tito distrusse Gerusalemme e il tempio che era al centro del culto religioso e spirituale ebraico, adempiendo così alla profezia del Messia in Matteo 24:2. In questo luogo sacro dove una volta sorgeva il tempio, oggi sorge la Cupola della Rocca, il secondo luogo sacro dell'Islam.

Grandi cambiamenti erano nell'aria. Corruzione, apatia, avidità, crudeltà, perversione e ribellione stavano corrodendo l'Impero Romano, che era sull'orlo del collasso. La persecuzione contro i discepoli era inutile, perché continuavano a rinunciare alle loro vite per il vangelo del Messia. L'unico modo che satana aveva per fermare questa stoccata, era di creare un duplicato di religione cristiana.

La soluzione era Roma. La loro religione derivava dall'antica Babilonia e aveva solo bisogno di qualche ritocco. Questo non avvenne in un giorno, ma cominciò con gli scritti dei "padri" della chiesa. Fu attraverso i loro scritti che prese forma una "NUOVA RELIGIONE?" La statua di "Giove" a Roma finì per rappresentare "S.Pietro" e la statua di "Venere" fu mutata in quella della "Vergine Maria".

Il sito scelto come suo centro era su uno dei sette colli, quello detto "Vaticanus", il luogo del serpente divinatore dove sorgeva il tempio satanico del "dio" Giano. La GRANDE "falsa religione era la chiesa cattolica romana, dal nome misterioso "Babilonia la grande città, madre delle prostituzioni e degli abomini di tutto il mondo" (Apocalisse 17:5). Essa fu creata per fermare la Verità, uccidere i messaggeri di Dio, fondare nuove religioni, creare guerre e ubriacare il mondo con il vino della sua "fornicazione con i poteri", come vedremo.

Le tre principali religioni hanno una cosa in comune: ciascuna ha un luogo sacro a cui si rivolge. La chiesa cattolica romana ha come città sacra il Vaticano, gli ebrei il muro del pianto a Gerusalemme e i mussulmani hanno come città sacra la Mecca. Ciascun gruppo crede di ricevere particolari benedizioni per il resto della vita quando si reca in visita al proprio luogo sacro. In principio, i visitatori arabi portavano doni alla casa di Dio, e i custodi della Qaaba erano concilianti con tutti.

Alcuni portavano i loro idoli, e per non offenderli i custodi li collocavano nel santuario (Si dice ..) che gli ebrei guardassero alla Qaaba con venerazione, come ad un tabernacolo periferico del Signore, finché non venne contaminato dagli idoli. Durante una contesa tribale riguardo a un pozzo (zam zam), il tesoro della Qaaba e le offerte dei pellegrini furono gettate nel pozzo, che fu poi interrato e scomparve.

Molti anni dopo, Abd Al-Mattalib ricevette visioni sul sito del pozzo e del suo tesoro. Egli divenne l'eroe della Mecca, colui che sarebbe diventato il "nonno" di Maometto. Prima di questi fatti, S. Agostino divenne vescovo del Nord Africa e riuscì a convertire gli Arabi al cattolicesimo.

Fu tra questi convertiti arabi che venne fatta "sviluppare" l'idea di cercare un profeta arabo. Il padre di Maometto morì di malattia, e a quel tempo i figli delle famiglie arabe facoltose venivano mandati nel deserto per essere allattati, svezzati e per trascorrere parte della loro infanzia con le tribù beduine per essere addestrati, e ad evitare le malattie nelle città.

Dopo che furono morti anche sua madre e il nonno, Maometto era con suo zio quando un "monaco cattolico"..(?) profetizzò la sua identità e disse: "riporta il figlio di tuo fratello nel suo paese e preservalo dagli ebrei, perché se lo scoprono e sanno di lui quel che so io, gli faranno del male". Perché: "grandi cose sono in serbo per questo tuo nipote" (detto da un monaco cattolico).

Questo "monaco cattolico" aveva creato la futura persecuzione degli ebrei per mano dei seguaci di Maometto. Il Vaticano voleva disperatamente Gerusalemme per il suo significato religioso, ma era ostacolato dagli ebrei. Un ulteriore problema erano i veri discepoli (Natsarym) che predicavano il vangelo in Nord Africa. Il cattolicesimo aveva un potere sempre maggiore e non tollerava opposizioni. In qualche modo doveva trovare il sistema per "ELIMINARE gli ebrei, e i veri discepoli" del Messia Yahushua che rifiutavano il cattolicesimo.

Guardando al Nord Africa, la chiesa cattolica identificò nelle masse di arabi la forza lavoro utile a fare il loro lavoro sporco. Alcuni Arabi erano "diventati cattolici" e potevano essere usati per riportare informazioni ai Capi di Roma. Altri furono usati in una rete occulta di spionaggio per realizzare il piano generale di Roma, atto a "controllare" le grandi moltitudine di Arabi che avevano rifiutato il cattolicesimo.

Quando S. Agostino apparve sulla scena religiosa, SAPEVA di questo "diabolico progetto segreto". I suoi monasteri furono utilizzati come basi operative per cercare e distruggere i manoscritti della Bibbia "usati dai veri discepoli". Il Vaticano voleva "creare un Messia per gli arabi", qualcuno da poter allevare come un grande leader del mondo arabo, un uomo con grande carisma, da "addestrare" per poi unire tutti gli arabi non cattolici dietro di lui, creando una potente armata che avrebbe infine conquistato Gerusalemme per il Papa.

Il Cardinale Bea ci ha raccontato questa storia durante gli incontri in Vaticano. Una ricca "vedova araba", (fedele seguace del Papa) giocò un RUOLO CHIAVE in questo piano diabolico, una vedova di nome Khadijah. Essa lasciò il suo patrimonio alla chiesa e si chiuse in un convento, ma ricevette un incarico. Doveva trovare un brillante giovane arabo, che potesse essere usato dal Vaticano, per creare una nuova religione e divenire il condottiero (Messianico) per i figli di Ismaele.

Khadaijah aveva un cugino di nome Waraquah, "anche lui fedele cristiano cattolico" che il Vaticano pose in un ruolo fondamentale "come consigliere di Maometto". E questo ebbe una ENORME INFLUENZA su di lui. Al giovane Maometto furono inviati maestri, e ricevette un intenso addestramento. Maometto studiò le opere di S.Agostino, che lo prepararono alla GRANDE CHIAMATA. Il Vaticano fece diffondere dagli arabi la notizia del prossimo avvento di un profeta prescelto tra il popolo; da Allah.

Mentre Maometto veniva preparato, gli fu detto che i suoi nemici erano gli ebrei, e che "gli unici veri adoratori erano i cattolici" .. (???) gli insegnarono che tutti gli altri che si chiamavano "credenti" erano in realtà dei malvagi impostori da distruggere. Molti mussulmani credono tutt'oggi questo. Maometto iniziò a ricevere "rivelazioni divine" e Waraquah, il cugino cattolico di sua moglie, lo aiutò a interpretarle.

Così nacque il Corano. Nel quinto anno della missione di Maometto e i suoi seguaci erano perseguitati perché si rifiutavano di adorare gli idoli alla Qaaba. Maometto istruì alcuni di loro a fuggire in Abissinia, dove li accolse il re cristiano cattolico Negus, perché le vedute di Maometto sulla Vergine Maria erano molto vicine a quelle della chiesa di Roma. Questi mussulmani ricevettero protezione dai re cattolici grazie alle rivelazioni di Maometto.

Più tardi Maometto conquistò la Mecca e la Qaaba fu "epurata" dagli idoli. La storia dimostra che prima dell'avvento dell'Islam, i Sabei di Arabia adoravano la dea luna che era sposata con il dio sole. Essi avevano tre figlie che erano adorate in tutto il mondo arabo come "figlie di Allah". Un idolo scoperto ad Hazor in Palestina nel 1950 mostra Allah seduto su un trono con mezzaluna sul petto.

Maometto sosteneva di aver avuto una visione da Allah, che gli diceva: "Tu sei il messaggero di Allah". Così iniziò la sua carriera di profeta, e ricevette molti messaggi. Quando Maometto morì, la religione dell'Islam era in grande espansione. Le tribù nomadi arabe si stavano unendo nel nome di Allah e del suo profeta Maometto. Alcuni degli scritti di Maometto furono inseriti nel Corano, altri non furono mai pubblicati. Ora sono nelle mani di uomini "santi" che occupano alte posizioni nella fede islamica, gli Ayatollah.

Quando il Cardinale Bea si è confidato con noi in Vaticano, ci ha detto che questi "scritti sono tenuti segreti" perché contengono informazioni che legano il Vaticano alla CREAZIONE DELLA RELIGIONE ISLAMICA. Entrambe hanno così tante informazioni l'uno sull'altro che se divulgate, potrebbero creare un tale scandalo che sarebbe un'apocalisse per entrambe le religioni.

Nel loro libro "sacro", il Corano, Cristo è considerato un semplice profeta. Se il Papa fosse il suo rappresentante, allora anche lui deve essere un profeta di Dio. Questo ha indotto i mussulmani a temere e rispettare il Papa come un altro "uomo santo". Il Papa agì in fretta e pubblicò delle bolle papali che garantivano ai generali il permesso di invadere e conquistare le nazioni del Nord Africa. Il Vaticano contribuì a finanziare la formazione di questi grandi eserciti islamici in cambio di tre favori: 1) Eliminare gli Ebrei ed i veri discepoli del Messia Yahushua, che essi chiamarono "INFEDELI"; 2) proteggere i monaci agostiniani e cattolici romani; 3) Conquistare Gerusalemme per "Sua Santità" al Vaticano.

Con il passare del tempo il potere dell'Islam divenne enorme - gli Ebrei e i veri discepoli furono uccisi, e Gerusalemme cadde nelle mani degli arabi. Né i cattolici né i loro luoghi di culto furono attaccati, in quel periodo. Ma quando il Papa pretese Gerusalemme fu stupito dal loro rifiuto! I generali arabi avevano un tale successo che il Papa non poteva intimidirli. Niente poteva mettersi tra loro e il loro obiettivo. Sotto la direzione di Waraquah, Maometto scrisse che Abramo offrì Ismaele come sacrificio. La Bibbia dice che il sacrificio fu Isacco, ma Maometto fece cancellare il nome di Isacco e lo sostituì con quello di Ismaele.

A seguito di questa visione di Maometto, i mussulmani fedeli costruirono una moschea, la Cupola della Roccia, in onore di Ismaele, nel luogo dove sorgeva il Tempio ebraico distrutto nel 70 d.C. Questo fece di Gerusalemme il secondo luogo sacro per la fede islamica. Ma come potevano cedere al Papa un simile tempio sacro senza provocare una rivolta? Il Papa si rese conto di aver perso il controllo della sua creatura, quando seppe che gli arabi chiamavano "Santità" un infedele.

I generali mussulmani erano determinati a conquistare il mondo ad Allah, ed ora si rivolgevano verso l'Europa. Alcuni ambasciatori islamici andarono dal Papa, e chiesero delle bolle papali con il permesso di invadere i paesi europei. Il Vaticano era scandalizzato, e la guerra inevitabile. Il potere temporale ed il controllo del mondo erano considerati diritti fondamentali del Papa. E non aveva intenzione di condividerle con coloro che considerava dei pagani.

Il Papa mise in campo i suoi eserciti, i "crociati", per impedire ai figli di Ismaele di impadronirsi dell'Europa cattolica. Le crociate durarono secoli, e Gerusalemme sfuggì alle mani del Papa. La Turchia cadde insieme a Spagna e Portogallo, che furono così invase dalle forze islamiche. In Portogallo essi chiamarono "Fatima" un villaggio di montagna in onore della figlia di Maometto senza immaginare che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo.

Anni dopo, con le truppe islamiche pronte ad invadere l'Italia attraverso la Sardegna e Corsica, si pose un problema serio. I generali Islamici si accorsero di essersi spinti troppo oltre. Era il tempo di trattare la pace. E uno dei negoziatori fu, Francesco d'Assisi. Quindi, ai mussulmani fu consentito di occupare la Turchia all'interno del mondo cristiano. Mentre ai cattolici fu concesso di occupare il Libano nel mondo arabo. Fu anche concesso agli arabi di costruire moschee nei paesi cattolici senza intromissioni, purché la chiesa cattolica potesse espandersi nei paesi arabi.

Il Cardinale Bea ci ha raccontato durante gli incontri segreti in Vaticano, che mussulmani e chiesa cattolica si accordarono per bloccare e distruggere l'opera del loro comune nemico I VERI DISCEPOLI del Vangelo, fedeli alla Bibbia. Attraverso questi concordati, Satana ha impedito ai figli di Ismaele di pervenire alla conoscenza delle Scritture e della Verità. Fu mantenuto un controllo "morbido" sui mussulmani, dagli Ayatollah, sacerdoti, monache e monaci islamici.

Il Vaticano dirige anche una campagna d'odio tra gli arabi mussulmani e gli ebrei. Ove in precedenza, essi avevano sempre convissuto in pace. La comunità islamica considera i missionari fedeli alla Bibbia come "demoni" che portano veleno ai figli di Allah. Questo spiega perché l'opera di anni di predicazioni in quei paesi ha avuto scarso successo. Il passo successivo era di controllare lo stesso Islam. Nel 1910, il Portogallo stava diventando socialista. Mentre apparivano le bandiere rosse, la chiesa cattolica stava affrontando gravi problemi. E un numero crescente si opponeva alla chiesa.

I Gesuiti volevano coinvolgere la Russia, e la collocazione della visione a Fatima poteva giocare un ruolo chiave nel trascinare l'Islam all'interno della Madre Chiesa. Nel 1917, la Vergine apparse proprio a Fatima, La "madre di Dio" ebbe un successo clamoroso, e attrasse folle oceaniche. Di conseguenza, i socialisti del Portogallo furono sconfitti. I cattolici di tutto il mondo cominciarono a pregare per la conversione della Russia, i Gesuiti inventarono le Novene di Fatima che potevano celebrare anche in Nord Africa, migliorando le relazioni col mondo islamico.

Nel "culto di Fatima" gli arabi credevano di rendere onore alla figlia di Maometto, e questo era proprio ciò che i Gesuiti volevano. Come risultato dell'apparizione di Fatima, Papa Pio XII ordinò al suo esercito nazista di schiacciare la Russia, la religione ortodossa e rendere la Russia cattolica romana. Alcuni anni dopo avewr perso la II guerra mondiale, Pio XII sorprese il mondo con la sua falsa visione del "sole danzante" per mantenere alla ribalta Fatima. Fu un grande show religioso e tutto il mondo ci cascò.

Incredibilmente, Papa Pio XII fu l'unico a vedere quel miracolo. Con la conseguenza che un gruppo di seguaci divenne un Esercito Blu mondiale, con milioni di fedeli cattolici pronti a morire per la fede nella vergine santissima. Ma questo non è niente, i Gesuiti hanno programmato 4 o 5 apparizioni della Vergine Maria da tenersi in Cina e Russia, e un'importante apparizione negli Stati Uniti.

Cosa c'entra tutto questo con l'Islam? Ascoltiamo le dichiarazioni del vescovo Sheen: "Le apparizioni di nostra signora a Fatima hanno segnato un punto di svolta nella storia dei centinaia di milioni di mussulmani nel mondo". Perché dopo la morte di sua figlia, Maometto scrisse che lei era "la più santa tra le donne in Paradiso accanto alla Vergine Maria". Egli (Maometto) credeva che la vergine Maria avesse scelto di farsi conoscere come nostra "Signora di Fatima", come segno e testimonianza per i mussulmani che avessero creduto alla nascita del Messia da una Vergine, così avrebbero creduto anche alla sua "Divinità" (?!)

Il vescovo Sheen ha rimarcato che le statue di nostra "Signora di Fatima" donate ai pellegrini sono state ricevute con entusiasmo dai mussulmani in Africa, India e altrove e anche molti mussulmani stanno ora convertendosi alla chiesa cattolica romana!

Intanto nel mondo sta tornando lo spettro di una Jahad mondiale (guerra santa) combattuta in nome di Allah! Questa inizia proprio con Babilonia (Iraq) la sede secolare di una moltitudine di religioni pagane! Così il "segno" della profezia indica che la FINE della prostituta religiosa, collusa con i poteri forti internazionali sta per avvenire e con essa verrà vendicato il sangue dei Giusti, dei Santi e di TUTTI QUELLI CHE SONO STATI UCCISI SULLA TERRA. Rivelazione capitolo 18

http://ningizhzidda.blogspot.it/2015/04 ... maele.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 24/05/2015, 20:08 
Il culto di Yahweh ed il falso primato di Primo e monolitico monoteismo

La società ebraica, sionista (a favore della costituzione dello stato di Israele o anti-sionista (contro) la costituzione dello stato di Israele (da notare che si parla sempre di etnia ebraica non di anti-semitismo, ma anti-sionismo).

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Questa è solo uno dei motivi della sempre negata frammentazione, litigiosità e eccessiva puntigliosità della società ebraica. Questa viene definita “una monolitica comunità ebraica” quando questa stessa riceve delle critiche, ma al loro interno sono un puzzle di fazioni. Ci sono addirittura gli ebrei (come dicevo sopra) che non vogliono lo stato di Israele, i cosiddetti anti-sionisti.

C’è chi si riconosce nella Bibbia di Samaria, e non nella Torah ufficialmente riconosciuta. C’è chi accetta la versione greca detta dei 70 condivisa con i cristiani. Insomma è un universo diviso e frastagliato che merita essere studiato e conosciuto in profondità per essere capito, visto che e’ uno dei principali fattori di instabilità di tutta la zona mediorientale ed oltre.

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Questo popolo ha prodotto menti eccelse in vari campi di studio, ma è completamente diverso da come viene da esso stesso dipinto e comunicato all’esterno. Facciamo un passo indietro alla ricerca di almeno un motivo tangibile di come sia stata distorta la storia ufficiale politico-religiosa nei secoli.

Un importantissimo pseudo-dogma inammovibile della fede (fede e politica in ambito ebraico si fondono) in Yahweh è che essa sia stata la prima e sin dai primordi integralmente e compattamente.

Yahweh, invece, non è sempre stato Dio unico per gli ebrei. Ai tempi di Saul, predecessore di Re David, cui si fa riferimento negli scritti biblici, si adoravano pure Baal, ad esempio, che aveva sacerdoti e templi, tutti distrutti e cancellati dalla storia della religione ufficiale ebraica. Molti sacerdoti “baalisti” furono sterminati dagli “yahwisti”, che uscirono vincitori dalla diatriba e affermarono così il loro monoteismo. Saul più che Re (mlk = melèk) è “capo”, “nagìd”. Maggiore centro del periodo è Gibe a, fortificata intorno al suo Tell (collina, chiamata cos’ maggiormente verso l’Anatolia).

A nord confina con la tribù di Manasse, a sud con Giuda. Quindi, ancora, di Israele non se ne parla. Il ruolo di Gerusalemme è, durante la storia, sopravvalutato, mentre ciò che è avvenuto a nord è stato attentamente oscurato. Tra tribù (!) c’è un senso di parentela, ma anche tensione e contrasti, soprattutto con i Beniaminiti. Altri, (questa parola è molto importante in questo discorso)“stranieri”, con cui vi è perenne contrasto. Ad est c’è Ammon, ad ovest i Filistei che creano problemi alla coalizione tribale.

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Con essi vi sono conflitti aperti e Saul ne vince qualcuno. Con il collasso di Megiddo i Filistei passano in Galilea. Saul muore nella battaglia di Gilboa e gli segue il figlio Ish’ba’al. Morto egli ed i suoi figli gli anziani decidono di unirsi allo stato a sud, Giuda, costituitosi parallelamente ad opera di David. Da un coacervo di tribù com’è stato sino ad allora nasce una “specie” di stato. Quando i Beniaminiti (figli di Beniamino, una delle tribù) assumono un ruolo preminente si forma contro di loro un movimento antagonista come successe contro Saul, trattato prima da re e poi da folle ed empio. Saul agisce in modo “empio”, e ciò va a vantaggio di David, come contrapposizione tra sacerdozio e regalità.

Il regno di David assume in prospettiva una importanza maggiore, quindi le informazioni su di esso sono nel tempo molto rimaneggiate. Originario di Betlemme, David combatte sotto e con Saul contro i Filistei che gli accordano un territorio per distaccarlo da Saul, quindi, in pratica, lo comprano. Egli accetta (!), raccoglie con se habiru, sbandati, infatti è egli stesso, un capo-banda: “circa 400 persone che hanno creditori alle calcagna si raccolgono intorno a lui”.

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I Filistei di non si fidano David e non lo fanno combattere al loro fianco a Gilboa. Infine egli si ribella al loro dominio, attua rapine, scorribande e rapimenti.

Dopo la morte di Saul, David al nord viene eletto a “Re di Giuda”, a Hebron. Cominciano lotte con Israele dal momento della reggenza di Ish’ba’al, (un nome non certamente riferito o derivato da fedeli a Yahweh, ma a Baal) successore di Saul.
Sono più che altro lotte tribali o sfide cerimoniali in vista di tradimenti politici da attuare a danno di Ish’ba’al. Alla morte di Ish’ba’al gli anziani offrono a David la possibilità di diventare Re di Israele e Giuda: egli conquista Gerusalemme, considerata “caananea”, vi importa il culto di Yahweh. Vi affianca divinità locali: i figli nati ad Hebron hanno nomi “yahwistici”, quelli nati a Gerusalemme hanno come teonimo Shalom (deriv. Da Salomone o da Gerusalemme, Geru-shalom).

David ha, al momento, due sacerdoti: Sadoq ed Ebyatar, il secondo yahwista. Il regno si espande ma le fonti bibliche forse ne esagerano le dimensioni.

È, comunque, una piccola formazione politica, sotto il dominio dei Filistei. A Gerusalemme il regno assume una prima amministrazione, sinora inesistente, ma presente a Gerusalemme. Ad est resta un fronte caldo con gli Ammoniti, cui si aggiungono gli Aramei. Obiettivo di Ismailiti, Ammoniti, ed Arabi è il controllo della carovaniera transgiordana. Non vi sono sicuramente i trionfi narrati, ma piuttosto vicende alterne.

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Le mogli di David provenienti da diversi regni sono segno di buoni rapporti politici ed esse, insieme alla politica portano i “Loro” culti. Il regno in quel momento difficilmente include la Galilea. A sud il Negev e gli Amaleciti (pre-arabi) da secoli difficili vicini e nemici segnano il confine. Anche il discorso legato alla successione lascia molti dubbi. Di famiglia povera, numerosa, perseguitato, assoldato come habiru, i sette anni di regno a Hebron, i 40 totali, questo insieme fa pensare ad una rivisitazione di fatti già visti e cuciti addosso a questo capostipite. Riesce, comunque, a lasciare il regno all’ultimo figlio, Salomone.

È un segno storico la sua dinastia, in quanto nello stato di Giuda la si chiama per lungo tempo “casata di David”. Lo scenario molto frammentato dell’epoca lascia supporre che difficilmente vengono, al momento, conquistati Ammon ed Aram, stati confinanti. Per ora mi fermo qui, promettendo di proseguire il percorso fino a quelli che sono i motivi di divisione all’interno della società di cui stiamo trattando.

http://oubliettemagazine.com/2013/12/10 ... onoteismo/



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MessaggioInviato: 01/06/2015, 19:14 
L'invenzione di un Popolo

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Una pioggia di insulti ha coperto in Israele Shlomo Sand quando pubblicò un libro intitolato “Come fu inventato il popolo ebreo - The Invention of the Jewish People” che smonta miti biblici che sono il pilastro dello Stato sionista di Israele.
Professore di Storia Contemporaneo all’Università di Tel Aviv, nega che gli Ebrei sono un popolo dall’origine comune e sostiene che fu una cultura specifica e non il discendere da una comunità arcaica unita da legami di sangue lo strumento principale della fermentazione nazionale.

Secondo lui, “lo Stato ebraico di Israele”, lontano dall’essere la concretizzazione del sogno nazionale di una comunità etnica con più di 4000 anni è stato possibile grazie ad una falsificazione della storia resa possibile nel XIX secolo da intellettuali come Theodor Herzl.

Come studiosi accademici israeliani insistono nell’affermare che gli Ebrei sono un popolo con un DNA proprio. Shlomo Sand, basandosi su una documentazione esauriente, mette in ridicolo questa tesi scientifica.

Non ci sono altri ponti biologici tra gli antichi abitanti dei regni di Giudea e di Israele e gli Ebrei del nostro tempo.

Il mito etnico ha contribuito poderosamente sull’immaginario civile.

Le loro radici rimontano alla Bibbia, fonte del monoteismo ebraico. Come nell’Iliade, l’Antico Testamento non è opera di un unico autore. Sand definisce la Bibbia come “biblioteca straordinaria” che sarà stata scritta tra i secoli VI e II prima della nostra Era. Il mito inizia con l’invenzione “del popolo sacro” alla quale fu annunciata la terra promessa di Canaan.

L’interminabile viaggio di Mosè e del suo popolo verso la Terra Santa e la posteriore conquista, manca di qualsiasi fondamento storico. E’ necessario ricordare che l’attuale territorio della Palestina era ora parte integrante dell’Egitto faraonico.

La mitologia dei successivi esili, diffusa nei secoli, finì per guadagnare l’apparenza di verità storica. Fu forgiata, però, a partire dalla Bibbia ed ampliata dai pionieri del Sionismo.

Le espulsioni di massa degli Ebrei da parte degli Assiri sono un’invenzione. Non ne esiste registrazione su fonti storiche credibili.

Il grande esilio da Babilonia è falso come quello delle grandi diaspore. Quando Nabucodonosor prese Gerusalemme, distrusse il Tempio ed espulse dalla città una parte delle élite; ma Babilonia era da molto tempo la città di residenza, per propria scelta, di una numerosa comunità ebraica.

Quella è stata il nucleo delle creatività da parte dei rabbini che parlavano aramaico e introducevano importanti riforme nella religione di Mosè. E’ importante notare che solo una piccola minoranza di quella comunità tornò in Giudea quando l’imperatore Ciro conquistò Gerusalemme nel secolo VI della nostra era.

Quando i centri della cultura ebraica di Babilonia si disgregarono, gli Ebrei emigrarono a Bagdad e non in Terra Santa.

Sand dedica un’attenzione particolare agli “Esiliati” come miti fondanti dell’identità etnica.

Le due “espulsioni” degli Ebrei nel periodo romano, la prima ad opera di Tito e la seconda di Adriano, che sarebbero stati il motore della grande diaspora, sono tema di una riflessione profonda dello storico ebraico.

Nelle scuole, i giovani imparano che la “nazione ebraica” fu mandata in esilio dai Romani dopo la distruzione del Secondo Tempio ad opera di Tito,e poi, da Adriano nel 132. Abbiamo solo il testo fantasioso di Flavio Josefo che testimonia la rivolta degli Zeloti, che toglie credibilità a questa versione, oggi ufficiale.

Secondo lui, i Romani massacrarono 1.100.000 Ebrei e ne imprigionarono 97.000. Questo in un’epoca in cui la popolazione totale della Galilea era secondo i demografi attuali era molto meno di mezzo milione.

Gli scavi archeologici degli ultimi decenni fatti in Gerusalemme e in Cisgiordania hanno creato dei problemi insormontabili agli studiosi universitari sionisti che “spiegano” la storia del popolo ebraico prendendo la Torah e la parola dei Patriarchi come riferimenti infallibili. Le smentite dell’archeologia hanno turbato gli storici.

E’ stato provato che Gerico era poco più di un agglomerato senza le poderose mura citate dalla Bibbia. Le rivelazioni sulle città di Canaan allarmarono anche i rabbini. L’archeologia moderna ha sepolto il discorso dell’antropologia sociale religiosa.

A Gerusalemme non sono state nemmeno trovate vestigia delle grandiose costruzioni che secondo il Libro la trasformarono nel X secolo, prima della nostra Era, l’epoca d’oro di Davide e Salomone, nella città monumentale del “popolo di Dio” che meravigliava quanti lo conoscevano: niente palazzi, niente mura, niente ceramica di qualità.

L’utilizzo della prova del carbonio 14 ha permesso una conclusione. I grandi edifici della Regione Nord non furono costruiti all’epoca di Salomone.

“Non esiste in realtà nessuna testimonianza - scrive Shlomo Sand - dell’esistenza di quel re leggendario la cui ricchezza è descritta dalla Bibbia in termini che quasi lo rendono un equivalente dei potenti regni di Babilonia e di Persia”.
Se è esistita una entità politica in Giudea nel secolo X prima della nostra Era, afferma lo storico,potrebbe essere solo una micro realtà tribale e Gerusalemme Solo una piccola città fortificata.

E’ anche significativo che nessun documento egiziano riferisce “della conquista” da parte degli Ebrei di Canaan, territorio che allora apparteneva al faraone.

IL SILENZIO SULLE CONVERSIONI

La storiografia ufficiale israeliana, nell’erigere un dogma sulla purezza della razza, attribuisce alle successive diaspore la formazione di comunità ebraiche di dozzine di paesi.

La Dichiarazione d’Indipendenza di Israele afferma che, obbligati, gli Ebrei si sforzarono nei secoli di ritornare nel paese degli avi. Si tratta di una menzogna che falsifica molto la Storia.

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La grande diaspora è finta, come le altre. Dopo la distruzione di Gerusalemme e la costruzione di Aelia Capitolina, solo una piccola maggioranza della popolazione fu espulsa. La schiacciante maggioranza rimase nel paese.

Allora, qual è l’origine degli avi di almeno 12 milioni degli Ebrei oggi esistenti fuori di Israele?

Nel rispondere a questa domanda, il libro di Shlomo Sand distrusse simultaneamente il mito della purezza della razza, questa è l’etnicità ebraica.

Un’abbondante documentazione riunita da storici di prestigio mondiale rivela che nei primi secoli della nostra Era ci furono massicce conversioni all’ebraismo in Europa, in Asia e in Africa.

Tre di loro sono state particolarmente importanti e danno fastidio ai teologi israeliani.

Il Corano stabilisce che Maometto trovò a Medina, durante la fuga dalla Mecca, grandi tribù ebree con le quali entrò in conflitto, finendo coll’espellerle. Però non chiarifica che nell’estremo sud della Penisola Arabica, l’attuale Yemen, il regno di Hymar, adottò l'Ebraismo come religione ufficiale.

E’ bene dire che arrivò per rimanerci. Nel secolo VII, l’Islam si stabilì nella regione però, trascorsi tredici secoli, quando si formò lo Stato di Israele, decine di migliaia di yemeniti, parlavano l’arabo, ma continuavano a professare la religione ebraica. La maggioranza emigrò in Israele dove, tra l’altro, è discriminata.

Anche durante l’Impero romano, l’ebraismo creò radici. Il tema ha meritato l’attenzione dello storico Dione Cassius e del poeta Giovenale.

In Cirenaica, la rivolta degli Ebrei della città di Cirene costrinse alla mobilitazione di varie legioni per combatterla.

Fu soprattutto, però, nella parte estrema occidentale dell’Africa dove ci furono conversioni di massa alla religione ebraica. Una parte considerevole delle popolazioni berbere aderì all’ebraismo e a loro si deve l’entrata in Andalusia.

Furono questi magrebini che diffusero l’Ebraismo nella penisola, i pionieri dei Sefarditi che dopo l’espulsione da Spagna e Portogallo andarono esuli in diversi paesi europei, nell’Africa musulmana e in Turchia.

Più importante per le sue conseguenze, fu la conversione all’Ebraismo dei Giazari, un popolo nomade turcofono, imparentato con gli Unni, che provenendo dall’Altai, si stabilì nel secolo IV nelle steppe del basso Volga. I Giazari, che tolleravano bene il Cristianesimo, costruirono un potente stato ebraico, alleato di Bisanzio nelle lotte dell’Impero Romano d’Oriente contro i Persiani Sassanidi.

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Questo impero medievale dimenticato occupava un’area enorme, dal Volga alla Crimea e dal Don all’attuale Uzbekistan. Scomparve dalla Storia nel secolo XIII quando i Mongoli invasero l’Europa distruggendo tutto al loro passaggio.Migliaia di Giazari, fuggendo dalle orde di Batu Khan, si dispersero nell’Europa Orientale.La loro eredità culturale fu insperata.

Grandi storici medievalisti come Renan e Marc Bloch e lo scrittore ungherese inglese Arthur Koestler identificano negli Giazari gli avi degli Schenaziti le cui comunità in Polonia, in Russia e in Romania avranno un ruolo cruciale nella colonizzazione ebraica della Palestina.

UNO STATO NEOFASCISTA

Secondo Nathan Birbaum, l’intellettuale ebreo che inventò nel 1981 il concetto di sionismo, è la biologia e non la lingua o la cultura che spiegano la formazione delle nazioni.

Secondo lui la razza è tutto. E il popolo ebreo sarebbe stato quasi l’unico a preservare la purezza del sangue nei millenni.

Morì senza capire che quella tesi era una tesi razzista, prevalendo appagherebbe il mito del popolo sacro “eletto da Dio”.

Perché gli Ebrei sono un popolo figlio di una catena di incroci. Ciò che conferisce loro una identità propria e una cultura e la fedeltà ad una tradizione religiosa radicata è un falso storico.

Sui passaporti dello stato di Israele non è accettata la nazionalità israeliana. I cittadini che hanno pieno diritto scrivono “ebreo”. I Palestinesi devono scrivere “arabo”, nazionalità inesistente.

Essere cristiano, buddista, mazdeista i indù, risulta da una scelta religiosa, non è una nazionalità.

In Israele non c’è un matrimonio civile. Per gli Ebrei è obbligatorio il matrimonio religioso anche se si è atei.

Questa aberrazione è inseparabile da molte altre in uno stato confessionale, etnocratico liberale costruito su miti, uno Stato che cambiò l’yiddish parlato dia pionieri del “ritorno in Terra Santa” con il sacro ebraico dei rabbini, sconosciuto al popolo di Giudea che si esprimeva in aramaico, la lingua in cui fu redatta la Bibbia in babilonia e non in Gerusalemme.

Lo “Stato del Popolo ebraico” si ritiene democratico.

La realtà però nega la legge fondamentale approvata dal Knesset. Uno Stato che tratta come paria di nuovo tipo il 20% della popolazione del paese, uno stato nato dal mostruoso genocidio in terra straniera, uno Stato le cui pratiche presentano sfumature neofasciste, non può essere democratico.

Il libro di Shalom Sand sull’invenzione del Popolo Ebraico è oltre che una chiara prova storica, un atto di coraggio.

Consiglio la sua lettura a tutti coloro secondo cui la linea di frontiera dell’opzione di sinistra oggi passa per la solidarietà col popolo martire della Palestina e che condanna il Sionismo.

http://ningizhzidda.blogspot.it/2015/06 ... opolo.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 08/07/2015, 00:10 
Sumeri, Assiri, Babilonesi, Egizi, Ebrei: un solo Impero

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A proposito di testi particolari, ci piace segnalare l’interessante opera di Messod e Roger Sabbah: "I Segreti dell'Esodo". L'approfondimento è d'obbligo, pena capirci poco... L'oggetto della diatriba, riguarda le vicende della fuga ebraica dell'Egitto.

Nulla di nuovo, in apparenza, ma… avete mai associato Abramo ad Akhenaton, Smenkhara a Ismaele o Sara a Nefertiti? Un giochino simpatico che passa perfino dal binomio Horemeb-Aronne e da quello Ramose I-Mosè. Nel calderone tante informazioni attinte indifferentemente tra la Bibbia Aramaica e quella Ebraica, passando per il geroglifico pre e post amarniano. Naturalmente non mancano certezze e contraddizioni, ma è da leggere e rileggere....

Il popolo ebraico, guidato da Mosè, non era composto da schiavi di un'antica tribù in prigionia, bensì da membri di una casta sacerdotale costituitasi con il faraone monoteista Akhenaton.

Con la controrivoluzione religiosa che ripristinò il politeismo nell'antico Egitto, i seguaci di Akhenaton furono costretti ad abbandonare la terra d'origine. Da qui il mito dell'Esodo biblico. Gli autori sono giunti a questa conclusione dopo uno studio ventennale. Rileggendo l'Antico Testamento in aramaico, accompagnati dall'esegesi biblica di Rachi (XI sec.) e con un paziente lavoro di comparazione, Roger e Messod Sabbah hanno scoperto similitudini sorprendenti tra geroglifici e alfabeto ebraico, tra Genesi e cosmologia egiziana.

L'origine del Dio biblico

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Da Wikipedia l'enciclopedia libera

El biblico: il tetragramma biblico rappresentante il nome impronunciabile del Dio della Bibbia. Nella Tanakh ebraica, El è uno dei nomi coi quali viene citato il dio biblico Yahweh.

Ipotesi sull'origine del dio biblico

I legami tra il dio semitico El ed il dio dell'Antico Testamento sono numerosi, a partire dalla raffigurazione stessa che, malgrado la riottosità dell'Ebraismo a rappresentare l'Essere Supremo, si dà di Dio, il quale appare ancora una volta immaginato come un vecchio seduto sul trono e con corna spuntanti dal capo.

Il fatto poi che l'El di Ugarit avesse un figlio di nome Yam ha indotto qualche studioso[5] a ipotizzare una affinità tra il figlio dell'El ugaritico e lo Yahvè ebraico: attestazione forse di una situazione politeistica ebraica in età pre-monarchica e monarchica, evolutasi poi in monoteismo.

Secondo alcune ipotesi popolazioni semitiche provenienti dalla Siria e residenti in Egitto durante il II millennio a.C., identificarono forse El col Dio unico Aton, sotto il regno del faraone Akhenaton. Allo stesso modo per cui Aton era considerato il creatore e generatore di tutti gli altri dèi del pantheon egiziano, così El sarebbe stato considerato il creatore degli dèi minori cananei cioè gli Elohim. Si addita come prova di questa identificazione il Salmo biblico numero 104 che ricorda l'Inno ad Aton scritto dal faraone Akhenaton, scritto solo su una tavoletta di argilla nel sito archeologico di Tell-el-Amarna, rimasta sepolta e ignorata sin dal tempo di quel faraone.

Questa prima identificazione avrebbe favorito la diffusione del suo culto tra i seguaci di Aton dopo la restaurazione religiosa e in questo modo si potrebbe forse spiegare una genesi del Dio di Mosè da Aton. Per quanto riguarda il fatto che El sarebbe il padre di altri dei, gli Elohim, divinità minori maschili citati spesso nella Bibbia, occorre però tener presente che l'uso di un simile plurale sarebbe né più né meno che una forma di "pluralis maiestatis", allo stesso modo per cui, per riferirsi alla divinità siro-palestinese di Baal (Signore, Padrone), si usava il plurale di rispetto "Ba‘alim", o per Astarte si parlava di "Astarti" (Giudici 10:6).

Secondo alcuni, il vocabolo Israele potrebbe essere la trascrizione fonetica, nell'alfabeto dei geroglifici, degli dèi egizi e siriani Iside (IS), Ra (RA) e El (EL). Alla luce del fatto che, durante il regno del faraone Ramses II, i battaglioni dell'esercito egiziano si chiamavano coi nomi di dei, a qualcuno piace credere che la nazione d'Israele possa essere il risultato della defezione di tre battaglioni dell'esercito egiziano di stanza nel Sinai con a capo un generale di nome Mosè (nome che, in effetti, non è escluso possa appartenere all'universo onomastico egiziano).

Successivamente la spiegazione del nome Israele avrebbe perduto le sue origini egizie e, per assonanza, avrebbe preso il significato dall'ebraico ISRA: colui che combatte, per significare ISRA-EL colui che combatte con Dio, e allo scopo venne fondato il mito di Giacobbe che combatte per un'intera notte con l'angelo di Dio. Occorre però sottolineare la totale impossibilità di argomentare scientificamente detta ipotesi.

Nell'ambito di un tentativo di unificazione della Palestina, fatto dal Re Giosia nel VII secolo a.C., si sarebbe identificato El, Dio creatore di Israele, con Dio, il Signore degli eserciti, Dio nazionale di Giuda. A tal fine altre ipotesi affermano che sarebbe stato scritto un libro di propaganda religiosa che unificava le genealogie delle tribù d'Israele e che in seguito sarebbe diventato la sacra Bibbia. Tutto ciò appartiene al campo delle pure ipotesi, mentre è più difficilmente contestabile il fatto che El e Yahweh abbiano caratteristiche assai diverse fra loro, pur rappresentando entrambi il Dio padre creatore, unico e onnipotente.

Secondo altre ipotesi invece El sarebbe legato agli aspetti mistici dell'Ebraismo, al profetismo e alla Cabala, tipiche tutte di una società ancora fortemente legata al nomadismo d'origine, mentre Yahweh sarebbe legato all'osservanza della Legge divina, al patto con Dio e alla circoncisione, allo studio della Torah e, quindi, a una concezione religiosa tipica dei modelli societari caratterizzati da sedentarismo.

La medesima radice <'-l-h>, da cui deriva il nome El, origina in arabo il termine Allah (articolo determinativo "al" + '-l-h), il Dio unico dei musulmani, e ilāh (divinità generica).

Tutankamon custode dell'Esodo Anunnaki

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Un segreto da nascondere

Lo scrittore statunitense Arnold C. Brackman, nel suo libro “The search for the gold of Tutankhamon” (1976), si diceva convinto che all’epoca dell’apertura della tomba l’unico reperto archeologico che avrebbe potuto costituire un “grave scandalo politico e religioso” fossero dei documenti storici risalenti all’epoca di Tutankhamon.

Brackman suggeriva che grazie ad essi sarebbe stato possibile dimostrare in maniera inequivocabile la stretta relazione tra il primo faraone monoteista della storia, “l’eretico” Akhenaton (probabile padre di Tutankhamon) e Mosè [38], il legislatore israelita che secondo la tradizione dell’Antico Testamento “condusse il popolo d’Israele fuori dall’Egitto”

A conferma di tale ipotesi troviamo una importante testimonianza di Lee Keedick, che lo scrittore Thomas Hoving ha riportato testualmente in un suo volume del 1978, “Tutankhamon-the untold story”.

Keedick ha raccontato di aver assistito ad una animata discussione tra H. Carter e un alto funzionario inglese, avvenuta nel 1924 all’ambasciata britannica del Cairo [38]. Durante l’acceso scontro Carter minacciò di rivelare pubblicamente “lo scottante contenuto dei documenti che aveva trovato nella tomba”, documenti che – stando a quanto lo stesso Carter affermava – “raccontavano il vero e scandaloso resoconto dell’esodo degli Ebrei dall’Egitto” [1]. Tuttavia, pare che al termine della discussione Carter abbia trovato un accordo vantaggioso per tacere, e di fatto, da allora, dei papiri non si è più saputo nulla.

La strana storia di Israele

Pur non potendo disporre dei preziosi documenti, la maggior parte degli storici è giunta ormai ad un passo dalla soluzione del mistero che circonda sia il periodo storico di Tutankhamon (presunto figlio del faraone eretico) sia la nascita del popolo ebraico. Tali conclusioni confermano le voci che già trapelarono al tempo, quando lo stesso Carter ammise davanti ad alcuni testimoni, durante una animata discussione, che il segreto da nascondere riguardava la vera storia d’Israele.

I più recenti studi condotti in materia dimostrano infatti che con ogni probabilità il popolo d’Israele trae origine dal processo di mescolanza razziale avvenuto tra le tribù semite Hyksos e le altre minoranze etniche che seguirono il faraone eretico Akhenaton con la sua casta sacerdotale Yahùd [20].

Peraltro, è sin dai tempi dell’occupazione napoleonica dell’Egitto, che l’erudito Jean-François Champollion suggerì l’esistenza di uno stretto legame del vecchio testamento con il periodo egiziano di El Amarna e il suo faraone monoteista. Si tratta quindi di una ipotesi già largamente condivisa in passato da illustri egittologi, e confermata persino da Sigmund Freud.

Il padre della psicoanalisi, che era ebreo, aveva studiato a fondo i testi sacri alla ricerca delle vere origini del popolo israelita [21], e al termine delle sue ricerche aveva scritto: “Vorrei arrischiare una conclusione: se Mosè fu egizio, e se egli trasmise agli ebrei la propria religione, questa fu la religione di Akhenaton, la religione di Aton”.

Altri insigni ricercatori di origine ebraica, come ad esempio Messod e Roger Sabbah (“I segreti dell’esodo”), sono arrivati alle stesse conclusioni sull’origine del popolo ebraico.

Le nuove scoperte archeologiche hanno quindi costretto i ricercatori a rivedere drasticamente le proprie posizioni.

Akhenaton e la negletta storia del suo popolo

Il nord dell’Egitto fu invaso dagli Shasu -Hyksos intorno al XVII sec. a.C., e i loro re si insediarono come legittimi faraoni egizi per ben due dinastie, la XV e la XVI. Gli Hyksos erano un popolo semita culturalmente molto avanzato, che disponeva di tecnologie belliche d’avanguardia, come i poderosi carri da guerra mesopotamici (bighe, cavalleria pesante, elmi e corazze), a cui dovettero certamente il loro rapido successo militare.

Alla fine però i re Hyksos vennero sconfitti e cacciati definitivamente oltre il delta del Nilo, mentre parte del loro popolo venne catturata e costretta a rimanere in condizioni di schiavitù. I profughi Hyksos passarono così dallo status di dominatori a quello di prigionieri, e la loro permanenza in Egitto si estese per circa 400 anni: lo stesso periodo di tempo indicato dalla bibbia come “cattività egizia degli ebrei”.

Con l’avvento del faraone eretico Amenofi IV (rinominatosi Akhenaton), la minoranza Hyksos si convertì al culto monoteista di Aton, seguendo la sorte del suo breve regno. Cosa accadde dopo la caduta di Akhenaton ancora oggi non è chiaro, poiché i regnanti che gli succedettero ne cancellarono ogni traccia dalla storia. L’esodo biblico appare quindi inequivocabilmente connesso alle vicende del faraone eretico Akhenaton (le uniche idonee a garantirne un fondamento storico), il quale instaurò una nuova fede monoteista dedita al culto dell’ineffabile Dio Aton.

Ad esso Akhenaton dedicò la costruzione di una città intera, Akhet.aton (poi Tell el Amarna), il luogo dove radunò il suo nuovo popolo attorno al culto del sole. Molto si è discusso e scritto sull’eresia di Aton, un monoteismo in realtà molto atipico che racchiudeva in sé, senza rinnegarlo, il complesso politeismo egizio. Molti studiosi preferiscono quindi utilizzare il termine di “enoteismo”, spiegando che Aton non sarebbe stato l’unica divinità, ma bensì il dio supremo la cui venerazione avrebbe potuto sostituire tutte le altre in quanto derivanti da esso.

Tra i convertiti a tale forma di monoteismo vi furono anche altre minoranze etniche allora presenti in Egitto, che una volta riunite nel culto di Aton diedero luogo alla nascita di un popolo cosmopolita e multirazziale, in cui i membri di origine semita costituivano la maggioranza. All’interno di questa nuova nazione vi erano anche razze tipicamente africane, come quella dei Falashà etiopi che ancora oggi rivendicano la propria origine ebraica. Questi ultimi tuttavia, una volta cessato il regno di Akhenaton sull’Egitto, tornarono nella regione africana di appartenenza (l’Etiopia), separando così il proprio destino da quello degli altri profughi eretici.

I due esodi quindi – quello storico del faraone monoteista Akhenaton da una parte, e quello biblico di Mosè dall’altra – si verificarono esattamente nello stesso periodo storico, al punto che le due vicende narrative risultano fra loro perfettamente sovrapponibili. La stessa Bibbia inoltre ci informa che Mosè crebbe come un principe alla corte dei faraoni, dopo essere stato trovato in una cesta che galleggiava lungo il Nilo. Un episodio fiabesco che ha l’inconfondibile sapore di una invenzione letteraria volta a giustificare la presenza del proprio patriarca nella casa del faraone. Sembra quindi evidente che gli scribi dell’Antico Testamento vollero celare la vera origine di Mosè e del suo popolo ai loro stessi posteri.

L’indagine di Messod e Roger Sabbah

Ciò che sembra ormai certo, in ogni caso, è la corrispondenza tra l’esodo multi-etnico avvenuto ad El Amarna, al termine del regno di Akhenaton in Egitto, e quello descritto dalla Bibbia con la figura di Mosè.

Tra le numerose prove raccolte in tal senso nel corso degli anni, ve ne sono alcune particolarmente significative, come ad esempio il Salmo 104 dell’Antico Testamento: secondo l’interpretazione più diffusa fra gli studiosi laici, il Salmo non è altro che una rielaborazione “del Grande inno ad Aton”, un testo fatto redigere dal faraone eretico in persona (il Grande inno ad Aton è stato rinvenuto nella tomba del faraone Ay ad Akhet-Aton/ Tell el Amarna).

Secondo l’autorevole interpretazione di Messod e Roger Sabbah, inoltre, il termine ebraico “adonai”, utilizzato per intendere “signore mio”, tradotto nel linguaggio dei geroglifici egizi corrisponde alla parola Aton, mentre una parte degli studiosi la traduce in adon-ay, ovvero, signore “Ay”, il nome del primo successore di Akhenaton.

Anche la controversa origine della preghiera cristiana del Pater Noster (“Padre nostro che sei nei cieli…”), nonostante quanto lasciato intendere dalla Chiesa Cattolica, sembra essere, secondo alcuni studiosi (34), un inno religioso che risale all’antico Egitto, e precisamente al periodo in cui vigeva il culto del Dio-sole (da cui sarebbero nati termini come “l’altissimo” o “il signore dei cieli”).

Un secolo fa Albert Churchward, studioso esperto di mitologia, affermava: “I Vangeli canonici possono essere considerati come una raccolta di detti prelevati dai miti e dalla escatologia degli Egizi”. Assai più recentemente i co-autori de “I segreti dell’esodo”, Messod e Roger Sabbah, sono arrivati a sostenere la stessa tesi partendo dall’esame rigoroso delle fonti più antiche a disposizione, come alcuni testi sacri scritti in aramaico.

In tal modo hanno evitato di consultare testi già tradotti o deformati da interpretazioni precedenti, recuperando il prezioso significato originale. (E’ bene sapere infatti che l’aramaico non usava le vocali, e tradurlo significa sempre in qualche modo interpretarlo a propria discrezione.

Gli autori in questione hanno eseguito un rigoroso e approfondito lavoro esegetico, che si è avvalso degli autorevoli studi ermeneutici di Salomon Rashì, un traduttore ebraico medioevale molto noto e rispettato anche in ambiente ebraico ortodosso, soprattutto per essere diventato l’esclusivo depositario della loro perduta tradizione orale.

Il segreto della scatola n°101

Una volta chiarita l’importanza storica dei papiri presenti nella tomba di Tutankhamon è possibile tornare ad esaminare gli indizi che suggeriscono che questi siano stati occultati, mentre dovrebbe risultare sempre più chiaro il motivo per cui documenti del genere erano, e sono ancora considerati, politicamente esplosivi.

Lasciamo per un momento da parte la vicenda del ritrovamento, e facciamo un breve salto indietro nella storia.

La nascita del Sionismo

Le idee sioniste iniziarono a diffondersi nella comunità ebraica con le pubblicazioni e i discorsi di Binjamin Ze’ev, noto come Theodor Herzl. Il suo volume “Der Judenstaat” (lo stato ebreo) del 1896, divenne una sorta di “testo sacro” tra i più ferventi militanti sionisti.

Egli è passato alla storia come il fondatore del World Zionist Organization (la prima organizzazione sionista a livello mondiale), un movimento che propagandava due istanze fondamentali: il concetto di “razza ebraica” e il suo imprescindibile legame storico con la Terra Promessa, Eretz Israel (che non significa “Terra di Israele” in senso geografico ma Terra dei discendenti di Giacobbe, ovvero “israeliti”). La lobby sionista non fu mai un movimento politico qualsiasi, infatti potette contare subito sull’appoggio dei poteri forti di allora.

Il supporto finanziario ai futuri coloni ebrei infatti fu assicurato dallo storico summit tra insigni banchieri e massoni che si tenne a Basilea nel 1897, durante i lavori del Primo Congresso Sionista. Il convegno era presieduto dal barone Edmond de Rothschild, il quale mise all’ordine del giorno la nascita di un istituto di credito che avesse il precipuo scopo di sostenere la causa sionista.

Nacque così il Jewish Colonial Trust, uno strumento finanziario creato dai banchieri più ricchi e potenti del mondo, con lo scopo di provvedere all’acquisto di importanti porzioni di territorio arabo da concedere poi ai nuovi coloni. Il 2 novembre 1917 (quindi appena cinque anni prima della scoperta della tomba) il Segretario di Stato britannico(Ministro degli Esteri), ovvero il massone Lord Balfour inviò la storica missiva al barone Walter de Rothschild, un altro insigne massone banchiere del suo stesso casato ebraico.

In questa ultima si affermava testualmente quanto segue: “Il governo di Sua Maestà guarda con favore all’instaurazione in Palestina di una patria nazionale per il popolo ebreo, e farà del suo meglio per facilitare il raggiungimento di questo scopo purché sia ben chiaro che non sarà fatto niente che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebree esistenti in Palestina, o i diritti e lo status politico di cui godono gli ebrei degli altri paesi”.

A partire da tale data dunque le condizioni necessarie alla nascita dello stato d’Israele erano state già poste in essere, avendo i sionisti “incassato” l’appoggio ufficiale del governo britannico. Ma nonostante le enormi pressioni esercitate dall’alta finanza, e i successi politici da essa ottenuti in campo internazionale, la propaganda sionista (che aveva appunto come principale obiettivo la costituzione dello stato di Israele in Palestina) non riscosse inizialmente alcun successo degno di rilievo all’interno della stessa comunità ebraica. La maggior parte degli ebrei e dei rabbini d’altronde si erano perfettamente integrati nei propri paesi di residenza e non avevano nessuna intenzione di trasferirsi a vivere in Palestina.

I sionisti viceversa, nonostante la mancanza di fondatezza sia storica che biologica, cercavano a tutti i costi di validare e diffondere il concetto di “razza ebraica”: una ideologia che venne propagandata attraverso opere [25] come quelle di Vladimir Jabotinsky (uno dei massimi attivisti storici del sionismo revisionista). Costoro infatti, proprio a causa del processo d’integrazione effettivamente in corso a quell’epoca, consideravano la purezza etnica degli ebrei in grave pericolo, arrivando a sostenere che l’unica soluzione possibile per porvi rimedio fosse l’edificazione di uno stato ebraico.

A questo punto non è difficile immaginare come l’eventuale diffusione del contenuto dei papiri, che riscrivevano alla radice la storia dell’origine del popolo ebraico, avrebbe nuociuto alla causa sionista in maniera probabilmente letale.

Come già detto, in quel periodo la causa non aveva ancora riscosso molto successo. Fu solo negli anni ’30, con l’ascesa al potere di Adolf Hitler, che la politica sionista cominciò ad ottenere largo consenso anche all’interno della comunità ebraica. A seguito della propaganda anti-semita del dittatore tedesco, molti ebrei accettarono di buon grado la proposta di traslocare definitivamente in Palestina, innescando quel consistente processo di immigrazione che portò poi alla nascita dello stato ebraico. Paradossalmente quindi la politica di segregazione razziale messa in atto dal Fuhrer giocò a favore dei sionisti che premevano per un emigrazione ebraica di massa verso la Palestina. La storia deve ancora chiarire fino in fondo i diversi punti di contatto che di fatto si registrarono fra nazisti e sionisti, in questa paradossale convergenza di interessi.

Concludendo: cospirazione?

Siamo quindi di fronte ad una terza ipotesi, per cercare di spiegare la serie impressionante di morti sospette che sta alla base di questa vicenda: casualità statistica, maledizione del faraone, o “intervento umano”, teso a impedire la diffusione dei contenuti dei preziosi papiri?

Per quanto tutto suggerisca chiaramente la terza ipotesi, non esistono prove concrete che legittimino tale accusa verso i sionisti dell’epoca. Esiste però una curiosa connessione, ben difficile da ignorare: la presenza del barone Edmund de Rothschild nella cerchia delle persone che seppero per prime la verità sullo scottante contenuto dei documenti. L’insigne banchiere godeva infatti di una canale d’informazioni privilegiato, essendo parente stretto di Alfred de Rothschild, il finanziere che coprì i debiti dello squattrinato conte di Carnarvon.

A. de Rothschild, a sua volta, era il padre naturale della moglie di Carnarvon, Lady Almina, la figlia di Marie Felice Wombwell, una donna regolarmente sposata con l’inglese George Wombwell [26]. Tale grado di parentela di uno dei massimi esponenti del potente casato ebraico con Lady Almina – anch’essa fra le vittime della “maledizione” – è autorevolmente testimoniato dalle memorie del VI conte di Carnarvon [27], ed appare quindi evidente che, se davvero fosse stato trovato il resoconto storico sulle vere origini del popolo ebraico, un influente membro della lobby sionista come E. Rothschild lo avrebbe certamente saputo.

Fonte: srs di Marco Pizzuti per luogocomune.net del 6/12/2007

Link: http://www.luogocomune.net/site/modules ... oryid=2254

Link: http://www.luogocomune.net/

NOTE:
[1] da “La cospirazione di Tutankhamon”, Andrew Collins e Chris Ogilvie-Herald, Newton & Compton, p.171).
[2] Ibid p.164.
[3] ibidem
[4] ibidem
[5] ibid p.165
[6] ibidem
[7] ibidem
[8] ibid p.166
[9] ibid pp.132-133
[10] ibid p.118
[11] ibid p.120
[12] LINK
[13] LINK
[14] “La cospirazione di Tutankhamon”, Andrew Collins e Chris Ogilvie-Herald, Newton & Compton p.125
[15] ibid p.120.
[16] ibid p.125.
[17] ibid p.120 – LINK
[18] ibidem
[19] citaz. “A Passion for Egypt: A Biography of Arthur Weigall” by Julie Hankey Author of Review: Herbert W. Mason.
[20] citaz. Aldred, “Akhenaton: King of Egipt” – citaz. Assmann, Moses the Egyptian: “The memory of Egipt in Western Monotheism” – Weigall, “Tuthankhamen and other Essays”, pp. 108-109.
[21] S. Freud, Opere, Vol.11,. “L’uomo e la religione monoteista e altri scritti”, Torino, Bollati Boringhieri, 1979.
[22] da “La cospirazione di Tutankhamon”, Andrew Collins e Chris Ogilvie-Herald, Newton & Compton.
[23] da: G.Herbert, V conte di Carnarvon, “Resoconto della scoperta della tomba di Tutankhamen”, British Library Manuscript Collection, RP 17991.
[24] “La cospirazione di Tutankhamon” p.168.
[25] “Dialogo sulla razza e altri scritti”, Vladimir Jabotinsky, traduz. effettuata da V.Pinto per M&B Publishing ediz., 2003
[26] citaz. Nial Ferguson, “The House of Rothschild: The world’s bankers”, Londra, Penguin, 2000, p.247.
[27] citaz. The 6° Earl of Carnarvon, “No regrets, Memoirs of the earl of Carnarvon”, Londra Weidenfeld and Nicolson, 1980, p.6.
[28] “La cospirazione di Tutankhamon” pag 312.
[29] ibidem
[30] ibid. pag. 314.
[31] “Mosè l’egiziano”, J.Lehmann, Garzanti, Milano
[32] “I segreti dell’esodo”, Messod e Roger Sabbah
[33] “L’ultimo mistero di Qumran”, Robert Feather
[34] “The Origin and Evolution of Religion” di Albert Churchward”
[35] G. Hancock e R. Bauval “Talismano”.
[36] Arthur C. Mace, “The Tomb of Tut.ankh.Amon”.
[37] Arnold C. Brackman “The search for the gold of Tutankhamen”
[38] Lee Keedick , 1978, “Tutankhamen-the untold story”.


http://figlidienoch.weebly.com/18-sumer ... mpero.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 08/07/2015, 01:22 
Cita:
El è uno dei nomi coi quali viene citato il dio biblico Yahweh


El è uno dei nomi di? -_-" vabbè, questi hanno scartabellato per 20 anni e non si sono resi conto che sono 2 entità distinte. immagino il resto dello studio che grado di accuratezza possa avere.

Cita:
Il fatto poi che l'El di Ugarit avesse un figlio di nome Yam ha indotto qualche studioso[5] a ipotizzare una affinità tra il figlio dell'El ugaritico e lo Yahvè ebraico


Ma nemmeno 2 righe prima dicevano che sono la stessa cosa... boh

Cita:
Ad esso Akhenaton dedicò la costruzione di una città intera, Akhet.aton (poi Tell el Amarna), il luogo dove radunò il suo nuovo popolo attorno al culto del sole. Molto si è discusso e scritto sull’eresia di Aton, un monoteismo in realtà molto atipico che racchiudeva in sé, senza rinnegarlo, il complesso politeismo egizio. Molti studiosi preferiscono quindi utilizzare il termine di “enoteismo”, spiegando che Aton non sarebbe stato l’unica divinità, ma bensì il dio supremo la cui venerazione avrebbe potuto sostituire tutte le altre in quanto derivanti da esso.


che poi è lo stesso schema piramidale descritto nell'antico testamento. C'è Elyon ed i vari Elohim a cui assegna i vari pezzi di territorio...

Cita:
Secondo l’autorevole interpretazione di Messod e Roger Sabbah, inoltre, il termine ebraico “adonai”, utilizzato per intendere “signore mio”, tradotto nel linguaggio dei geroglifici egizi corrisponde alla parola Aton, mentre una parte degli studiosi la traduce in adon-ay, ovvero, signore “Ay”, il nome del primo successore di Akhenaton.


Wow!

Di fatto questo studio conferma che la storiella di Abramo e dell'esodo è solo misera propaganda sionista e che questo tizio,Abramo, è probabilmente mai esistito storicamente parlando.

Cita:
In tal modo hanno evitato di consultare testi già tradotti o deformati da interpretazioni precedenti, recuperando il prezioso significato originale. (E’ bene sapere infatti che l’aramaico non usava le vocali


che lingue idiote, del tutto inutili per tramandare la propria storia ed assolutamente perfette per chiunque voglia costruire la propria versione di qualcosa.

Come può qualcuno pensare che questi popoli scrivessero per tramandare qualcosa ai posteri, usando una lingua del tutto inutile allo scopo, soprattutto se come qualcuno si ostina a pensare questi volessero raccontarci le gesta niente popò di meno che del dio creatore dell'universo 20 milardi anni fa.

Cita:
Gli autori in questione hanno eseguito un rigoroso e approfondito lavoro esegetico, che si è avvalso degli autorevoli studi ermeneutici di Salomon Rashì, un traduttore ebraico medioevale molto noto e rispettato anche in ambiente ebraico ortodosso, soprattutto per essere diventato l’esclusivo depositario della loro perduta tradizione orale.


e chli gli assicura che questo non si sia inventato tutto ed abbia assegnato a quei testi delle sue invenzioni di fantasia? ^_^ sono sol consonanti infila a cui qualcuno ha inserito a suo piacimento le vocali... Insomma che credibilità può avere come fonte?

Cita:
Il supporto finanziario ai futuri coloni ebrei infatti fu assicurato dallo storico summit tra insigni banchieri e massoni che si tenne a Basilea nel 1897, durante i lavori del Primo Congresso Sionista. Il convegno era presieduto dal barone Edmond de Rothschild, il quale mise all’ordine del giorno la nascita di un istituto di credito che avesse il precipuo scopo di sostenere la causa sionista.


Chissà magari è lì che hanno pianificato lo sterminio di "5 milioni di ebrei" di cui le cronache giornalistiche parlano ininterrottamente dalla seconda metà dell'800 fino a quando poi l'atto non si compie (verità vera PER LEGGE niente di meno!). chissà se qualche Ebreo sionista può spiegare perchè 100 anni prima che venissero bruciati nei forni qualcuno conosceva perfino il numero delle vittime...

Cita:
I sionisti viceversa, nonostante la mancanza di fondatezza sia storica che biologica


Appunto, da questo punto di vista l'ideologia hitleriana aveva più fondamento. dopotutto una razza ariana esiste\va davvero ^_^

Cita:
Fu solo negli anni ’30, con l’ascesa al potere di Adolf Hitler, che la politica sionista cominciò ad ottenere largo consenso anche all’interno della comunità ebraica.


Uhm... stai a veder che mo hitler gli ha fatto un piacere... Se però pensiamo a chi lo finanziava dire che il modello:

problema ---> reazione ---> soluzione è perfetto.



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 27/08/2015, 00:37 
Sono in inglese, ma si capisce bene cosa vogliono dire

Surprise: Ashkenazi Jews Are Genetically European

Immagine

Richards and his colleagues analyzed mitochondrial DNA, which is contained in the cytoplasm of the egg and passed down only from the mother, from more than 3,500 people throughout the Near East, the Caucusus and Europe, including Ashkenazi Jews.

The team found that four founders were responsible for 40 percent of Ashkenazi mitochondrial DNA, and that all of these founders originated in Europe. The majority of the remaining people could be traced to other European lineages.

All told, more than 80 percent of the maternal lineages of Ashkenazi Jews could be traced to Europe, with only a few lineages originating in the Near East.

http://www.livescience.com/40247-ashken ... genes.html


E ancora...

STUDY SAYS ALL ASHKENAZI JEWS ARE 30TH COUSINS

Immagine

According to a new study, all Ashkenazi Jews are basically cousins. More specifically, Ashkenazi Jews are at least 30th cousins. LiveScience reports on the international team’s new study, which found that “the central and eastern European Jewish population, known as Ashkenazi Jews, from whom most American Jews are descended, started from a founding population of about 350 people between 600 and 800 years ago.”

http://www.tabletmag.com/scroll/184252/ ... th-cousins


Cosa capiamo da questi articoli?



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 27/08/2015, 12:52 
che sono una famiglia "allargata" europea :) e che sono degli impostori perchè probabilmente non sono discendenti degli Ivrihim :] E ch forse i "veri" ebrei sono stati brucaiti nei forni per fare spazio a loro...



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 02/10/2015, 14:25 
GOG, MAGOG AND THE KINGDOM OF THE KHAZARS - THE KHAZAR ORIGIN OF THE ASHKENAZIM

"Judah...hath married the daughter of a strange god. The
Lord will cut off the man that doeth this." Malachi 2:11, 12

Khazar
Modern Jews are essentially divided into two major categories, ethnically and culturally: Sephardim and Ashkenazim.

The former are primarily of Spanish origin; the name Sephardim being derived from Sepharad, the Hebrew word for Spain, and are likely the closest to actual Semitic Jews that can be established. They were expelled from Spain toward the beginning of the sixteenth century and immigrated to the eastern Mediterranean and Balkans.

As late as 1960s the Sephardic Jews numbered only about 500,000, compared with the Ashkenazim of the same period estimated at approximately twelve million. 61

In defining the origins of the Ashkenazim, Alan Brook states that "The geographic location of the Ashkenaz, based on references in the Torah, may be centered around southern Russia, Armenia, and Asia Minor. The ashkaenoi (askae or askai) were the people also known as Phrygians or Mysians (Meshech)." Some historians claim that the name Ashkenaz applies exclusively to German Jews. However, more recent evidence shows that they had immigrated from the southern regions of Russia and western Asia and Asia Minor -- that region clearly identified as the location and origin of the ancient Khazars. The name originally indicated Iranians and was later given as the name of the god of Meshech, Men Askaenos. "It should also be pointed out," Brook adds, "that Ashkenaz did not become a definite Jewish designation for Germany until the eleventh century." 62

"According to the explanation by the Talmud," writes Hugo Freiherr, "Ashkenaz thus means a country near the Black Sea between Ararat and the Caucasus, within the original region of the Khazar empire." 63 This, again, is precisely the geographic locality of the Khazarian empire. The Talmudic observation is abetted by Scripture which names Ashkenaz as descending not from Shem but from Japheth through Gomer, and whose uncles were Magog and Tubal. (See Gen. 10:3)

Ashkenaz (alt. spelling: Ashchenaz) is mentioned in but one scripture other than 1 Chronicles 6:1, which is only another reference to the genealogy as descending from Japheth. In the book of Jeremiah the prophet, God announces that Israel is to call upon other nations as allies in bringing His judgments against Babylon. Among those allies, who are not part of Israel or Judah, and therefore could not be numbered as Jews, is Ashchenaz. (See Jer. 51:27)

UNESCO, the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, published a series of booklets entitled, The Race Question in Modern Science, in which oneof the authors, Harry Shapiro, states:


The wide range of variation between Jewish populations in their physical characteristics and the diversity of the gene frequencies of their blood groups render any unified racial classification for them a contradiction in terms. For although modern racial theory admits some degree of polymorphism or variation within a racial group, it does not permit distinctly different groups, measured by its own criteria of race, to be identified as one. To do so would make the biological purposes of racial classification futile and the whole procedure arbitrary and meaningless. ...despite the evidence efforts continue to be made to somehow segregate the Jews as a distinct racial entity. 64

Thus, attempting to claim the existence of a "race" of Jews has been proven to be an anthropological impossibility. Though their God consistently warned them against intermingling themselves amongst non-Jewish races, their miscegenistic tendencies are well documented, and has resulted in their complete erasure as a distinct, genetic peoples.

When, inevitably, there was mixing of Western European and Khazarian Jews, there was a notable difference between the educational levels of the two Jewish sub-cultures. The Khazars greatly admired their vastly less numerous but far more learned Western (German speaking) brethren and quickly adopted their language, education and cultural practices. This resulted, also, in an assimilation of their other talents in the area of economics, business and things politik.

"The Khazars were not descended from the Tribes," says Koestler, "but, as we have seen, they shared a certain cosmopolitanism and other social characteristics with their co-religionists." 65

Somewhere in the historical roots of the Ashkenazi Khazars there incubated a desire to possess a national Jewish homeland. That desire expressed itself in the form of a Messianic movement in twelfth century Khazaria that took on the texture of a "Jewish crusade" whose goal was the forcible subjugation of Palestine. A Khazar Jew named Solomon ben Duji instigated the movement and began an international correspondence with all the Jews of surrounding nations.

It seems that ben Duji was possessed of messianic delusions of his own in that he claimed that "the time had come in which God would gather Israel, His people from all lands to Jerusalem, the holy city, and that Solomon Ben Duji was Elijah, and his son the Messiah." 66

This desire for a Jewish homeland echoed down the centuries and found expression again. "It was among Ashkenazi Jews," says the Encyclopedia Americana, "that the idea of political Zionism emerged, leading ultimately to the establishment of the state of Israel....In the late 1960s, Ashkenazi Jews numbered some 11 million, about 84 percent of the world Jewish population." 67

At times Arthur Koestler, in his broad and extensive treatment of this subject, appears, as a Jew himself, to wrestle with the glaring contradiction that the Jews, who have no genetic or true ethnic identity, are entitled to land they have never, by any right of descent, owned or possessed, and whose ancestors have never occupied. Then, claiming to be the state of Israel, created by United Nations fiat, they arbitrarily removed that land from the possession of those who have legitimately owned and occupied it for thousands of years. Mr. Koestler claims that such right "is not based on the hypothetical origins of the Jewish people, nor on the mythological covenant of Abraham with God; it is based on international law -- i.e., on the United Nations' decision in 1947 to partition Palestine...[actually declared, May 14, 1948.]" 68

Thus he eliminates what would logically seem to be the most legitimate grounds (if there are any at all) for the establishment of Israel (possession by racial lineage), and bases his argument on the vaporous contention of what he calls "international law".

What the United Nations did in 1948 was arguably to make its first official act a violation of its own charter in the dispossession of over four million Palestinians for the purpose of creating a nation that had no ancestral or current right whatever to the land.

The apparent conflict in Koestler's mind becomes evident in an apparent contradiction as he concludes that the faith of Judaism "transformed the Jews of the Diaspora into a pseudo-nation without any of the attributes and privileges of nationhood, held together loosely by a system of traditional beliefs based on racial and historical premises which turn out to be illusory." 69 Succinctly stated, he maintains that the idea of a Jewish national identity is based on an illusion created by a history that does not exist.

It will be shown that the influx of what we now know to be Jews of Khazarian origin constituted the first "invasion" of Gog from the land of Magog, as prophesied in Biblical scripture. The fascinating aspect of it is that, as with virtually all other prophecies, those claiming theological pre-eminence in their knowledge of Scripture completely missed the fulfilment -- just as did the Jews at the first coming of the Messiah.

GOG, MAGOG AND THE ASHKENAZIM

It has long been the belief of twentieth (and now twenty-first) century Christianity that near the end of this world's history as outlined in the Bible, Gog from the land of Magog, defined by those Christians as Russia -- the "King of the North" -- would invade the Holy Land of present-day Israel.

World and local ministries of the conservative Christian persuasion spend inordinate amounts of time in attempts to "decode" such prophecies as found in Ezekiel 38 & 39, Daniel 11 and Revelation 20, and virtually all of them have come to the above stated conclusion. In most cases, belief in the invasion of Israel by Russia and the defeat of anti-Christ in the subsequent war of Armageddon is accompanied by the idea that there will be a one-thousand year reign of peace after Christ returns to the earth.

Representative of this almost universal belief are such as Grant Jeffrey, Tim LaHaye (principle co-author of the Left Behind book series), the Jack Van Impe ministries, etc.

Van Impe, a widely known radio and television evangelist, has published volumes of literature on Biblical prophecy and much on the matter of Gog and Magog.

"When Russia heads south to do battle," writes Van Impe in an article entitled Armageddon: The End or the Beginning? "she will be a mighty force as she comes against the Antichrist's army with chariots, horsemen, and with many ships. This is the first military wave," Van Impe continues, "of the three-pronged Armageddon campaign mentioned in Daniel 11:40 when the king of the south (Egypt and her Arab Federation) and the king of the north (Russia) begin their pincer movement. Ezekiel 38:16 says, 'And thou shalt come up against my people of Israel, as a cloud to cover the land; it shall be in the latter days, and I will bring thee against my land, that the heathen may know me, when I shall be sanctified in thee, O Gog, before their eyes.' Once Russia has made her move, the Antichrist will be furious. He will enter the 'glorious land,' Israel.

"Immediately," concludes Van Impe, "he situates himself in Jerusalem."

In reference to former Russian President Boris Yeltzin and other Russian leaders, Van Impe asks, "Could oneof these above leaders be the 'Gog' of Ezekiel 38:2?"

This scriptural perspective of Gog invading Israel from the north at some future time is also largely held by Jewish theologians. For example in an October, 1996 Jerusalem Post article entitled "All a-Gog", columnist Moshe Kohn addresses the subject:

"The war to end all wars is to be launched against Eretz Yisrael by 'Gog of the land of Magog, chief prince of Meshech and Tuval' as foretold in Ezekiel 38 and 39.

"We don't know what or who Magog, Meshech, Tuval and Gog are; we only know that Gog and his allies are to come down on Eretz Yisrael from the north. God will then destroy the invaders, and 'I will restore the fortunes of Jacob, and have mercy on the whole House of Israel ... and I will not hide my face from them any more.'

"The New Testament also mentions the Gog/Magog War, in Revelation 20, as the final battle between the rulers of Earth led by Satan and the forces of God. In that version, this war may also be what is known in Christian tradition as the Battle of Armageddon, a place mentioned in Revelation 16:16." 70

How some historians view the origins of Gog and Magog:
•Flavius Josephus claimed that "Magog founded those that from him were named Magogites, but who are by the Greeks called Scythians." 71
•Josephus lived and died a half-millenium before the founding of the Khazar kingdom and therefore could not connect those in the region of the Scythians with the Khazars. The Catholic Encyclopedia observes that "Josephus and others identify Magog with Scythia, but in antiquity this name was used to designate vaguely any northern population." 72
•However Josephus does have an interesting comment on Tubal, the brother of Magog and Meshech, which sounds as if it were tailored specifically for their descendents, the Khazars: "Tubal exceeded all men in strength, and was very expert and famous in martial performances." 73
•Vasiliev in The Goths in the Crimea quotes from the Life by Saint Abo of Tbilisi, who claimed that "the Khazars were savage 'sons of Magog' who had 'no religion whatever, although recognizing the being of a sole god.'" 74
•References made by Rabbi Petakhiah in his travelogue Sibbuv ha-Olam, concerning the conversion of King Bulan to Judaism, makes mention that the kingdom was that of ancient Meshech. 75
•Much in harmony with Biblical prophetic terminology, Koestler writes that the Persians and the Byzantines referred to Khazaria as the "Kingdom of the North" with whom nearly all modern theologians connect Gog and Magog. 76
•Ibn Fadlan, the noted Arab traveler of the 700's made the comment in his journals that "the Khazars and their king are all Jews. The Bulgars and their neighbors are subject to him. They treat him with worshipful obedience. Some are of the opinion that Gog and Magog are the Khazars.
•"Westphalian monk, Christian Druthmar of Aquitania, wrote a Latin treatise Expositio in Evangelium Mattei, in which he reports that there exist people under the sky in regions where no Christians can be found, whose name is Gog and Magog, and who are Huns; among them is one, called the Gazari [Khazars] who are circumcized and observe Judaism in its entirety." 77
•"After a century of warfare," Koestler notes, the Arab chroniclers "obviously had no great sympathy for the Khazars. Nor had the Georgian or Armenian scribes, whose countries, of a much older culture, had been repeatedly devastated by Khazar horsemen. A Georgian chronicle, echoing an ancient tradition, identifies them with the hosts of Gog and Magog -- 'wild men with hideous faces and the manners of wild beasts, eaters of blood'". 78
•The Talmud - Avodah Zara 3B states: "The war of Gog and Magog [Russia] will be one of the key events to usher in the Messianic Era." The Jerusalem Targum claims that, "At the end of days, Gog and Magog shall march against Jerusalem, but perish by the hand of Messiah."
•Simply speaking, "Gog is a symbolic name, representing the leader of the world powers antagonistic to God." [The Imperial Bible-dictionary]

In response to those who believe that Gog in the land of Magog is specifically Russia, Revelation 20:8 provides a clarification as to the true geographical region of Gog in the last days: "the nations which are in the four quarters of the earth, Gog and Magog,..." This world force, from "the four quarters of the earth" is ubiquitous, not existing in Russia only; not just exclusive to the area of the compass north of Palestine. The names Gog and Magog appear to be used only as an indication of their origins, not their final location.

There is but one identifiable group which fits that "ubiquitous" designation of occupying "the four quarters of the earth"; a group whose religious-cultural identity has remained intact, though their ethnic origins have vanished in antiquity; that, in spite of two thousand years of being decimated by persecution, forced emigration, disease and war, have still survived; whose roots are precisely where prophetic Scripture says they would be -- in the northland of Magog, the southern steppes of Russia.

Just as the Jews, by misinterpreting Scripture to suit their nationalistic desires, missed the first coming of their Messiah, so also have Christians, in the same way, reinventing the same mistakes, missed the prophetic issues of the last days -- and -- the second coming of Messiah. They have placed the invasion of Palestine as being sometime in the future when it has already taken place, and in such an unexpected manner as to have come upon them, as does the Messiah, like "a thief in the night."

As one nineteenth-century prophet wrote: "The world is no more ready to credit the message for this time than were the Jews to receive the Saviour's warning concerning Jerusalem." 79 This is clearly as much the case now as when those words were penned.

A HOMELAND FOR GOG and MAGOG


If the present trend continues for another 37 years in the same direction and at the same rate traveled for the past 37 years, the Christian faith as it is professed today by Christians will have disappeared from the face of the earth. In what form or by what instrumentality the mission of Jesus Christ will thereupon and thereafter continue to make itself manifest here on earth is as unpredictable as it is inevitable. --Benjamin H. Freedman

In a word, to sum up our system of keeping the governments of the goyim in Europe in check, we shall show our strength to one of them by terrorist attempts and to all, if we allow the possibility of a general rising against us, we shall respond with the guns of America. --The Seventh Protocol of the Learned Elders of Zion

It is not my intention in this letter to expose the conspirators who are dedicating themselves to the destruction of the Christian faith nor to the nature and extent of the conspiracy itself. That exposure would fill many volumes. The history of the world for the past several centuries and current events at home and abroad confirm the existence of such a conspiracy. The Christian clergy appear to be more ignorant or more indifferent about this conspiracy than other Christians. The Christian clergy may be shocked to learn that they have been aiding and abetting the dedicated enemies of the Christian faith. --Freedman

Freedom of conscience has been declared everywhere, so that now only years divide us from the moment of the complete wrecking of that Christian religion: as to other religions we shall have still less difficulty in dealing with them. We shall act clericalism and clericals into such narrow frames as to make their influence move in retrogressive proportion to its former progress. --The Seventeenth Protocol of the Learned Elders of Zion

What secret mysterious power has been able for countless generations to keep the origin and the history of the Khazars and Khazar Kingdom out of history text-books and out of class-room courses in history throughout the world? The origin and history of the Khazars and Khazar Kingdom are certainly incontestable historical facts. --Freedman

Our power in the present tottering condition of all forms of power will be more invincible than any other, because it will remain invisible until the moment when it has gained such strength that no cunning can any longer undermine it. --The First Protocol of the Learned Elders of Zion

Benjamin Freedman, as mentioned earlier, was an Ashkenazic Jew who was highly placed in the American government in the early to middle part of the twentieth century and had rather free access to presidents and statesmen up to the Kennedy Administration.

Mr. Freedman, once a wealthy Jewish businessman, became disillusioned with his Jewish heritage after learning of their origins and their political machinations worldwide. Breaking with organized Jewry he spent the majority of his great wealth in attempts to reveal to the world the true driving force behind the establishment of the nation of Israel by the United Nations as well as other historical misconceptions concerning the Khazarian roots of modern Judaism.

In a compelling narrative of the world history of that era, Freedman relates the fomenting of the treachery he witnessed in the manipulation of the outcome of WWI.

Germany, according to Freedman and other historians, was apparently winning, and had virtually won, the war, when they made, in the summer of 1916, a very surprising and magnanimous offer to Great Britain. England was in a very precarious position at that time; essentially out of ammunition with food supplies for about one week remaining, to be followed by national starvation; German submarines, taking the Allies completely by surprise, had cut off all shipping convoys. Then came the most unexpected of all -- Germany offered terms for peace.

"At that time," says Freedman, "the French army had mutinied. They had lost 600,000 of the flower of French youth in the defense of Verdun on the Somme. The Russian army was defecting, they were picking up their toys and going home, they didn't want to play war anymore, they didn't like the Czar. And the Italian army had collapsed.

"Not a shot had been fired on German soil" Freedman continues. "Not one enemy soldier had crossed the border into Germany" yet they offered peace. And not the ordinary peace of the conqueror to the conquered. The Germans proposed a status quo ante peace settlement, meaning that both sides would return to the same status as before the initiation of hostilities.

With the enticement of such an offer, and with all other options effectively eliminated, Britain had little choice but to accept. However, there arose another offer, much more attractive to the British ego, which would bring about a victory heretofore impossible.

While Germany was attempting to end the war in a more-than-equitable manner, German Zionists, representing Zionists from Eastern Europe, approached the British War Cabinet and offered them an alternative to merely pretending that a war had never happened.

At this point, it would be well to define "Zionist". Those were (and are) Jews whose dominant purpose was the establishment of a "Jewish Homeland", a proposition that the majority of Jews at that time did not endorse. Webster's Collegiate Dictionary defines "Zionism" as "an international movement orig. for the establishment of a Jewish national or religious community in Palestine and later for the support of modern Israel."

At the time that the United Nations decreed Israel to be a legitimate state, May 14, 1948, the most conservative of Jewish sects, the Hasidim, strongly opposed the establishment of a secular state of Israel, claiming that it was wrong to do so apart from Messiah's coming.

The offer made the British at the time of Germany's near total victory, consisted of a proposal to bring the United States into the war on Britain's side and thus insure an Allied victory. This was contingent on the British, after the defeat of Germany, agreeing to secure a large section of Palestine as a Jewish homeland -- keeping in mind that this cabal was being created by those who had no connected ancestry, whatever, to the Semitic tribes of ancient Israel, and therefore no ancestral right to fabricate even a remote claim to the region.

Freedman makes the observation that England had no more right to promise Palestine to the Jews than "the United States would have to promise Japan to Ireland" -- but that is precisely what they did. This promise resulted in the drafting of a small historical document called The Balfour Declaration. The following is the text, in its entirety, of this short and concise historical document:


Foreign Office
November 2nd, 1917

Dear Lord Rothschild,

I have much pleasure in conveying to you, on behalf of His Majesty's Government, the following declaration of sympathy with Jewish Zionist aspirations which has been submitted to, and approved by, the Cabinet.

"His Majesty's Government view with favour the establishment in Palestine of a national home for the Jewish people, and will use their best endeavours to facilitate the achievement of this object, it being clearly understood that nothing shall be done which may prejudice the civil and religious rights of existing non-Jewish communities in Palestine, or the rights and political status enjoyed by Jews in any other country."

I should be grateful if you would bring this declaration to the knowledge of the Zionist Federation.

Yours sincerely,
Arthur James Balfour

Note the second sentence (which is also the second paragraph) which claims that "that nothing shall be done which may prejudice the civil and religious rights of existing non-Jewish communities in Palestine". Was it perhaps not considered at that time that the forcible dispossession of other persons from their land and property -- namely the Palestinian Arabs -- was a violation or prejudicial to their "civil and religious rights"? That does seem a bit of a stretch.

An interesting point in Freedman's presentation is that the German Jews were very well treated in their land, many of them having fled persecution from Russia and other Eastern European countries. As Freedman puts it, "the Jews had never been better off in any country in the world than they had been in Germany." Nearly all of the great industrial giants of that time, the Rathenaus, the Balins, Bleichroder, the Warburgs, and of course, the Rothchilds (to whom the Balfour letter is addressed), were Jews and resided in Germany.

What the Zionists did was nothing less than a classical "sell out" of their German homeland. The methods used to bring the United States into the war against Germany also appear to be classical in that it was a pattern for many other such inducements for the US to enter wars it had no business fighting. As with the Serbian conflict and many others of this age, where fabricated atrocities against ethnic minorities, women and children were used to gain the agreement of the American Congress and citizens, so also was that device used to bring the US into WWI.

Freedman notes that the American media, which prior to that had been somewhat pro-German, began reporting that the Germans were engaged in the commission of atrocities which, it was later proven, were utterly false: atrocities such as the shooting of Red Cross nurses and cutting off babies hands, etc.

During Freedman's involvement with matters of state he attended the Paris Conference in 1919, where Germany was presented with demands for reparations. In that conference, according to Mr. Freedman, there were 117 Jews present, being represented by Bernard Baruch, presenting their demands for the partitioning of Palestine as a Jewish homeland.

As to what made it possible for the actual establishment of the State of Israel as opposed to a mere political declaration by the United Nations, Mr. Freedman expounds. "It is a well-established and an undeniable historic fact," he writes, "that the active participation of the United States in the conquest of Palestine, on behalf of the Zionists, was the factor responsible for the conquest of Palestine by the Zionists. Without the active participation of the United States," Freedman reemphasizes, "it is certain that the Zionists would never have attempted the conquest of Palestine by force of arms."

The rest, as it is said, is history.

When one considers all of that history which has been involved in shaping the world and especially the Middle East as it is today, it becomes less of a mystery as to why the Palestinian Muslims are possessed of such an animosity and hatred of those who, according to all that has been presented here, literally stole their lives and lands. It also seems to remove the mystery from the question the American president asked as to why they hate America as much as they do -- America, who has been the chief military supplier and financier of Gog and Magog in the Khazarian usurpation of Palestine. As Mr. Bush has said, "If you support terrorists, you are a terrorist;" so also can it be said by the Muslims, "If you support our enemies who steal our land and our dignity and our history, you are also our enemies."

That message should have rung loud and clear on September 11, 2001 when even two of America's top Christian evangelists (Pat Robertson and Jerry Falwell) claimed that the act was Divine retribution for the sins of America. They, of course, abandoned that unpopular position when public sentiment turned against them. One would have to ask if, in that instance, those two men had effectively defined the terms conviction and commitment for the followers of their brand of "Christianity".

EPILOG

Many historians, some cited within this work, quote widely from Arthur Koestler's book The Thirteenth Tribe as a credible literary resource for a comprehensive history of the Khazars. This writing has also leaned heavily on Mr. Koestler's tome as well as several other Jewish historians and academics. It is interesting to note that of the Jewish scholars citing The Thirteenth Tribe in their historical accounts, virtually none quote such comments of Koestler, previously cited, as "The story of the Khazar Empire, as it slowly emerges from the past, begins to look like the most cruel hoax which history has ever perpetrated." One would have to ask if such omissions are not intentional and do not amount to a de facto censoring of many unpopular aspects of this interesting and far-reaching history.

Koestler, himself an Ashkenasic Jew, expressed these sentiments in an apparent disappointment with the history of his own faith and the essentially deleterious effect it has had upon the world. Yet he did not forsake the religion of his fathers, nor is it implied in this thesis that he should have.

For a non-Jew, such as this writer, to quote him and use his work to such an extent, incorporating it so as to illustrate that biblical prophecies concerning the evils of Gog and Magog clearly point to the Talmudic Khazarians, risks the accusation of anti-Semitism. Such a response, however, should have been clearly shown to be vacuous at best, considering the proofs herein presented that those Jews who hold political rule over Palestine are not even remotely descended from Semitic tribes.

One cannot, however, help but stand in awe at the consummate ability of these peoples who, comprising from one to six per cent of the average population of countries outside of Israel, have managed to acquire positions of power and influence far exceeding their representation in the general populace of those nations.

Mr. Freedman, as mentioned, was an Ashkenazic Jew. In his disgust with what he witnessed his brethren doing he has used rather forcible language outlining their actions and origins.

Concerning them he unequivocally states:


There wasn't one of them who had an ancestor who ever put a toe in the Holy Land. Not only in Old Testament history, but back to the beginning of time. Not one of them! And yet they come to the Christians and ask us to support their armed insurrections in Palestine by saying, "You want to help repatriate God's Chosen People to their Promised Land, their ancestral home, don't you? It's your Christian duty. We gave you one of our boys as your Lord and Savior. You now go to church on Sunday, and you kneel and you worship a Jew, and we're Jews." But they are pagan Khazars who were converted just the same as the Irish were converted. It is as ridiculous to call them "people of the Holy Land," as it would be to call the 54 million Chinese Moslems "Arabs."

The plain, blunt conclusion to the matter is that Gog and Magog have clearly and stealthily -- albeit, in a slow-motion tidal wave -- invaded from the north as per Biblical prophecy. Invaded not only Palestine, but the entire world; every nation on the "four quarters of the earth" has come within the pale of their influence. These descendants of the "pagan Khazars" who profess to be the true and original people of God have insinuated themselves into every bastion of power on earth. If there are any exceptions to that fact, they are as insignificant, in their estimation of things, as a fly to a rhinoceros.

They (the race of Gog) control fully ten percent of the United States Senate, arguably the most powerful and influential legislative body on earth. They have skillfully controlled the U.S. Administration and the Department of Defense and again involved this nation in a war in which it has no business. This extraordinarily ingenious and talented race have placed spectacles astride the noses of politicians and Christians alike that cause it to appear to them as if this conflict is justified; to elicit statements, as from the U.S. President, that those with whom this nation has declared war are haters of democracy and freedom, when all they truly wanted was to be left alone to worship under the tenets of their own religion, unmolested by those who have already stolen nearly everything they have -- and done so with the money, influence and guns of the United States of America.

This writer spent some time in Israel witnessing personally the injustices perpetrated there by a people who had no rightful claim to the land, upon a people who did. Having gone there with a somewhat "pro-Israeli" bias, it soon became evident that any ruling class that skillfully engineers an economy where one segment enjoys an average 15 to 1 income advantage over another, under the same cost of living, cannot feign innocence when they experience the hatred and animosity from those whom they oppress.

The "spirit of Gog" did say it would use the "guns of America" to accomplish its purposes, and now it is clearly seen, in Afghanistan, as they spill the blood of whom they will, to accomplish what they will, that they were not at all jesting in that assertion.

Another fascinating element that inspires wonderment is the remarkable manner in which Biblical prophecy has been so accurately fulfilled -- AND -- how thoroughly modern Christianity has missed that fulfillment. At the outset it seems strange that these Biblical "scholars" have mislaid the lessons of history: primarily, that prophecies have never been interpreted in advance of their fulfillment, except by the prophets who gave them, as to what they would look like. Yet they continue to try, and the result is entertaining at best, and tragic at least, for they are left to follow interpretations of their own devising -- sparks of their own kindling. They have been so hypnotized and "drugged" by the idea of supporting and funding the marvelous "return of the Jews to their homeland" that they are as lemmings being willingly herded into the sea.

Yes, Gog and Magog have invaded the entire world, and what is even more astonishing is that it was done with not only the blessing of professed Christianity, but with their financial support and liturgical encouragement. They have truly dug their own ecclesiastical graves.

"Behold, it is come, and it is done, saith the Lord God;
this is the day whereof I have spoken." Ezekiel 39:8





•Kingdom of the Khazars -- Part I

Suggested Reading:
•Benjamin Freedman Speaks
•Are Today's Jews True Israelites?
•The Dark Side of the Israeli Connection
•B'nai B'rith and ADL hypocritical, says critics

References:
1.Koestler, Arthur, The Thirteenth Tribe: The Khazar Empire and Its Heritage, New York: Random House, 1976, p. 17
2.Dunlop, D. M., The History of the Jewish Khazars, Princeton University Press, 1954
3.Brook, Kevin Alan, The Jews of Khazaria, Jason Aronson, Inc. Northvale, NJ, Jerusalem, 1999.
4.Peter B. Golden, Khazar Studies, vol. 1 (Budapest: Akademiai, 1980), pp. 55-56.
5.Brook, The Jews of Khazaria
6.Bury, J. B., A History of the Eastern Roman Empire (London, 1912).
7.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 18.
8.Brook, The Jews of Khazaria, p. 27
9.Artamonov, M. I., Khazar History (Leningrad, 1962). Koestler, The Thirteeth Tribe, p. 19.
10.Bruce G. Trigger, A History of Archaeological Thought (Cambridge, England: Cambridge UniversityPress, 1989), p. 207.
11.Brook, The Jews of Khazaria, p. 3.
12.Ibid., p. 4
13.Peter B. Golden, An Introduction to the History of the Turkic Peoples, Wiesbaden, Germany, 1992.
14.Ibn-Said al-Maghribi, quoted by Dunlop, p. II. Dunlop, D. M., The History of the Jewish Khazars (Princeton, 1954).
15.Omeljan Pritsak, The Khazar Kingdom's Conversion to Judaism, Harvard Ukrainian Studies 3:2 (Sept, 1978): 271.
16.Andrew C. Gow, The Red Jews (Leiden, Netherlands: E. J. Brill, 1995), pp. 40-41.
17.Brook, The Jews of Khazaria, p. 10. Andrew C. Gow, The Red Jews (Leiden, Netherlands: E. J. Brill, 1995), p. 191.
18.Brook, The Jews of Khazaria, pp. 10-11.
19.Ibid., p. 16
20.W. E. 0. Allen, A History of the Georgian People, London 1952.
21.Douglas M. Dunlop, The History of the Jewish Khazars, p. 113.
22.Tirmidhee, Abwaab al-Tafseer: Surat al-Kahf (Hadith 5160), 8/597-99; Ibn Maajah, Kitaab al-Fitan, (Hadith 4080), 2/1364. Ahmad, Musnad, 2/510, 511. http://www.islaam.com/ilm/gog.htm
23.Gibbon, B., The History of the Decline and Fall of the Roman Empire, Vol. V (2nd ed., London, 1901).
24.Ibid.
25.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 27]
26.Ibid., p. 27-8.
27.Ibid.
28.Dunlop, D. M., "Khazars" in Enc. Judaica, 1971-2 printing.
29.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 23-4.
30.Bury, J. B., A History of the Eastern Roman Empire, p. 120.
31.George Vernadsky, A History of Russia, Vol. 1 (New Haven, CT: Yale University Press, 1948), p. 346.
32.Brook, Kevin Alan, The Jews of Khazaria, (Jason Aronson, Inc. Northvale, NJ, Jerusalem), 1999.
33.Omeljan Pritsak, The Khazar Kingdom's Conversion to Judaism, pp. 278-9.
34.Dunlop, D. M., The History of the Jewish Khazars, p. 90 (Princeton, 1954). al-Bakri (ob. 487/1094)
35.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 58.
36.Ibid.
37.Bury, J. B., A History of the Eastern Roman Empire, p. 406.
38.Ibid.
39.Brook, The Jews of Khazaria, p. 126.
40.Yehuda HaLevi, The Kuzari, trans. N. Daniel Korobkin (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1998), p. 1.
41.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 66.
42.Ibid., p. 72-4.
43.McEvedy, C., The Penguin Atlas of Mediaeval History (1961).
44.Macartney, C. A., The Magyars in the Ninth Century (Cambridge, 1930).
45.Dunlop, D. M., The History of the Jewish Khazars (Princeton, 1954).
46.Baron, S. W., A Social and Relgious History of the Jews, Vols. III and IV (New York, 1957).
47.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 141, 144, 152.
48.Cecil Roth., "Jews" in Enc. Britannica, 1973 printing.
49.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 159.
50.Ibid., p. 15, 16.
51.A. N. Poliak, Khazaria -- The History of a Jewish Kingdom in Europe (Mossad Bialik, Tel Aviv, 1951).
52.Kutschera, Hugo Freiherr von, Die Chasaren (Wien, 1910), Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 169.
53.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 172.
54.Mieses, M., Die Jiddische Sprache (Berlin-Wien, 1924).
55.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 179-80.
56.Ibid., p.17.
57.Barker, F., Crusades, Enc. Britannica, 14th ed., p. 772, 1973.
58.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 163.
59.Baron, S. W., A Social and Relgious History of the Jews, Vols. III and IV (New York, 1957).
60.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 164-7.
61.Ibid., p. 182.
62.Brook, The Jews of Khazaria, p. 300.
63.Hugo Freiherr von Kutschera, in Die Chasaren: Historische Studie (Vienna: A. Holzhausen, 1910,) (English translation.)
64.Shapiro, H., "The Jewish People: A Biological History" (UNESCO, Paris, 1953).
65.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 177.
66.Baron, S. W., A Social and Religious History of the Jews, Vols. III and IV (New York, 1957).
67.Encyclopedia Americana, 1985 edition.
68.13th Tribe, Appendix IV, p. 223.
69.Koestler, The Thirteenth Tribe, Appendix IV, p. 224.
70.JVIM International, http://www.jvim.com/IntelligenceBriefin ... /wars.html
71.Josephus, Antiquities of the Jews, Book 1, Ch. 6.
72.The Catholic Encyclopedia, Volume VI, 1909, (Robert Appleton Company).
73.Josephus, Antiquities of the Jews, Book 1, Ch. 2.
74.Alexander A. Vasiliev, The Goths in the Crimea (Cambridge, MA: The Mediaeval Academy of America, 1936), p. 96.
75.Jewish Travellers, ed. Elkan N. Adler (London: George Routledge & Sons, 1930), p. 83.
76.Koestler, The Thirteenth Tribe, p. 24.
77.Ibid., p. 81.
78.Schultze -- Das Martyrium des heiligen Abo von Tiflis, Texte und Untersuchungen für Geschichte der altchristlichen Literatur, XIII (1905), 13th Tribe, p. 19, 20.
79.E. G. White, The Great Controversy, (Pacific Press Publishing Company), 1888 edition.

http://www.apfn.org/thewinds/library/khazars_2.html



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MessaggioInviato: 29/11/2015, 17:03 
Descrizione di L'Aristocrazia Nera - Libro

Questo monumentale saggio unico nel suo genere tratta l‘occulta firma storica dell‘aristocrazia nera, ovvero le famiglie che da secoli controllano la guerra, il culto, la cultura e l‘economia del pianeta, presentando alcuni eventi temporali circoscritti che hanno portato questa a incarnare le eminenze grigie dietro la politica mondiale.

La sanguinaria storia dell’aristocrazia nera che nel tempo prende le sembianze delle famiglie di banchieri europei legate alla Chiesa e ad alcune specifiche casate reali eurasiatiche, non sono realmente europee poiché provenienti da alcuni popoli noti come Kazari, Sarmati e Sadducei che a un certo punto conversero perlopiù all’interno di un gruppo noto come Askenaziti, mascherandosi come ebrei ortodossi o paladini della Cristianità, raggiungendo le più alte cariche in tutta Europa.

Queste famiglie iniziarono a spartirsi gli Stati europei, dando così vita a faide interne come quella dei guelfi e dei ghibellini e a uno scontro diretto con tutti i loro oppositori, fino a giungere all’attuale Nuovo Ordine Mondiale con il suo occulto controllo globale attraverso una rete di organi sovranazionali, congregazioni religiose, corporazioni economiche e di comunicazione di massa con uno specifico fil rouge simbolico che ne palesa la loro affiliazione all’agenda di questi occulti burattinai.

Quest’opera riesce a mettere a nudo alcuni dei più intimi segreti di questa oscura élite smascherando l’intricata rete che lega le religioni mondiali con le più piccole sette e movimenti, le società segrete con la politica e i servizi segreti e di come dietro a tutto ciò si celi un pyramidion di potere insospettabile cui la stessa aristocrazia nera ne incarna lo strumento.

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http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-a ... libro.php#



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MessaggioInviato: 30/11/2015, 10:37 
Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 30/11/2015, 11:31 
O_O le "coincidenze" sono abbastanza evidenti...



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 01/12/2015, 15:40 
Avete mai fatto caso come l'impero khazaro corrisponde geograficamente all'Urehimat proto-indoeuropea di cui abbiamo parlato parlando dei Kurgan e delle collegate ricerche della Gimbutas in tal senso?

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E quando parliamo di Kurgan parliamo di patriarcato e di divinità maschili guerriere... Struttura di potere gerarchica atta a mantenere inalterato lo status quo del sistema di ‪‎potere‬ patriarcale piramidale SOLARE esaltando quegli aspetti esoterici e simbolici millenari che conosciamo già dai tempi dei ‪‎sumeri‬ (e poi dalla ‪‎bibbia‬ yahweista)

http://decamentelibera.blogspot.it/2014 ... azari.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 02/12/2015, 10:38 
Non mi ricordo se ho già postato questo materiale... nel caso perdonatemi anche se a volte 'repetita iuvant'

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 Oggetto del messaggio: Re: Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
MessaggioInviato: 02/12/2015, 11:07 
Atlanticus81 ha scritto:
Non mi ricordo se ho già postato questo materiale... nel caso perdonatemi anche se a volte 'repetita iuvant'

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Solo il secondo link:

viewtopic.php?p=403555#p403555

Il primo mi sembra inedito.



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"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

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