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 Oggetto del messaggio: Re: I BRICS contro il dominio USA, Roccaforte del Male
MessaggioInviato: 29/07/2015, 00:22 
Aztlan ha scritto:
Vorrà dire che quando gli effetti delle azioni dei BRICS si sentiranno fino a noi la gente avrà una bella sorpresa:

"hai visto cosa hanno fatto i brics? Da dove spuntano? Fino a ieri non c' erano..." [:302]

Esattamente....... [:D]



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 Oggetto del messaggio: Re: I BRICS contro il dominio USA, Roccaforte del Male
MessaggioInviato: 30/01/2016, 23:49 
In questo articolo che ha fatto molto rumore in America Latina, Alfredo Jalife-Rahme assicura che il rialzo di un quarto di punto dei tassi di interesse della Fed non è legato all'economia degli Stati Uniti, ma risponde a una strategia internazionale. Prevede che tra le conseguenze vi saranno dei problemi economici molto gravi in America Latina e tra i Brics (BRICS è un acronimo per associare i cinque maggiori paesi economicamente emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e SudAfrica). Se nessuno Stato latino americano sembra in grado di prendere contromisure, Mosca potrebbe prendere un'iniziativa nei prossimi giorni.

La Banca Centrale degli Stati Uniti (FED) ha posto fine bruscamente e unilateralmente all'era del denaro facile, alzando di un quarto dii punto i tassi di interesse e questo si ripercuote con danni collaterali e profonde implicazioni geopolitiche sulla restante parte del pianeta incapace di reagire, e in particolare sull'America Latina.

La FED è di fatto la sola Banca centrale mondiale, un conglomerato di banche private di Wall Street che applica delle politiche monetarie statali su scala federale, che risultano mondiali a causa della perniciosa egemonia dollarocentrica: in tal modo essa costituisce il potere supremo, in mezzo alla variegata panoplia che include il Pentagono, Hollywood, la multimedialità, e il gruppo cibernetico GAFAT (Google/Apple/Facebook/Amazon/Tweeter).

Ambrose Evans-Pritchard, feroce palafreniere della Realcasa Britannica, analizza i rischi forti dell'avventura del rialzo dei tassi della FED quando “i cimiteri della politica globale sono ingrassati dalle banche centrali, che hanno rapidamente alzato i tassi per poi altrettanto rapidamente fare marcia indietro, ma dopo aver spinto le varie economie alla recessione o dopo aver malamente valutato le forze della deflazione nel mondo post-Lehman Brothers” A. Evans-Pritchard si riferisce al fallimento di Lehman nel 2008, che ha gettato gli USA e di conseguenza il mondo in una grave crisi che non è ancora risolta.

http://www.comedonchisciotte.org/site// ... &sid=16172



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 Oggetto del messaggio: Re: I BRICS contro il dominio USA, Roccaforte del Male
MessaggioInviato: 23/03/2016, 17:02 
Cos’hanno in comune le guerre in Ucraina, Gaza, Iraq, Siria e Libia?
di Alfredo Jalife-Rahme

Per il geopolitico messicano Alfredo Jalife-Rahme, la simultaneità degli eventi ne illumina il senso: dopo aver annunciato la creazione di una alternativa al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale, così come al dollaro, la Russia affronta contemporaneamente l’accusa di aver distrutto il volo delle Malaysian Airlines, l’attacco a Gaza d’Israele sostenuto dall’intelligence militare di Stati Uniti e Regno Unito, il caos in Libia e l’offensiva dell’emirato islamico nel Levante. Inoltre, su ciascuno di tali teatri operativi, i combattimenti ruotano intorno al controllo degli idrocarburi, il cui mercato utilizza esclusivamente dollari.

Calendari, diagrammi e schede informative sono i più utili nell’analisi geopolitica. Così, due giorni prima della misteriosa esplosione in aria del volo delle Malaysia Airlines, altro evento poco chiaro occorso ai suoi recenti voli, si chiuse il sesto vertice dei BRICS con alcuni Paesi di UNASUR, tra cui Colombia e Perù [1].

Il giorno prima del lancio del missile mortale Obama aumentava la pressione sulla Russia e le sue due risorse più connesse, banche e risorse energetiche. "Casualmente" il giorno in cui il misterioso missile è stato sparato in Ucraina, "Netanyahu, che dirige uno Stato dotato di armi nucleari, ordinava al suo esercito d’invadere la Striscia di Gaza" come è stato giustamente sottolineato da Fidel Castro nella sua denuncia del governo golpista ucraino, accusato di aver commessoo una "nuova forma di provocazione" agli ordini degli Stati Uniti [2].

Cosa potrebbe dunque saperne il vecchio guastafeste delle Indie Occidentali?

Mentre il misterioso missile riduceva in briciole il volo delle Malaysia Airlines, Israele, Stato razzista e segregazionista, invadeva la Striscia di Gaza in violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite, "inimicandosi l’opinione pubblica internazionale" secondo l’ex-presidente Bill Clinton [3].

Contemporaneamente, in "coincidenza" (Castro dixit) con gli obiettivi geopolitici riguardanti Ucraina e Striscia di Gaza, scontri confessionali e per il controllo delle risorse energetiche crescevano nei tre Paesi arabi ritenuti "falliti" dagli strateghi statunitensi, Libia, Siria e Iraq, per non parlare delle guerre in Yemen e Somalia.

In Libia, Paese balcanizzato e distrutto dall’intervento "umanitario" di Gran Bretagna e Francia con la supervisione ipocrita degli Stati Uniti, le milizie ribelli delle brigate Zintan hanno sbarrato, solo due giorni prima del lancio del misterioso missile in Ucraina, tutti gli accessi a Tripoli dall’aeroporto internazionale, mentre gli scontri si moltiplicavano tra clan rivali a Bengasi, laddove le armi arrivano ai jihadisti in Siria e Iraq e dove l’ambasciatore degli Stati Uniti fu assassinato per motivi oscuri.

Oltre il flusso di armi tra Libia, Siria e Iraq nella regione di al-Qaida/al-Nusra e del nuovo califfato dell’emirato islamico (SII) [4], è essenziale per le multinazionali del petrolio, del gas e dell’acqua statunitensi, inglesi e francesi controllare le materie prime (gas e acqua) della Libia, dove Russia e Cina si sono fatti ingenuamente ingannare [5].

Sull’appropriazione del petrolio iracheno della coppia Regno Unito-Stati Uniti che ha sconfitto l’Iraq, Paese balcanizzato e distrutto, "nella guerra dei 30 anni", sarebbe fatalmente fastidioso riprendere tale evidenza.

Durante la mia recente visita a Damasco, dove sono stato intervistato da Thierry Meyssan, presidente del Réseau Voltaire, mi ha detto che l’improvviso voltafaccia "occidentale (qualsiasi cosa significhi)" contro Bashar al-Assad è dovuto in gran parte, oltre ai giacimenti di gas sulle coste del Mediterraneo, alla pletora di giacimenti di petrolio all’interno della Siria, ora controllati dal "nuovo califfato del XXI secolo (Daash)".

Il nesso petrolio e gas riemerge a Gaza cinque anni dopo l’operazione "Piombo Fuso", la cui operazione “protezione dei confini2 (sic) ne riprende la strategia senza che un’indagine abbia stabilito definitivamente il responsabile dell’orribile assassinio di tre giovani israeliani, come intuito con preveggenza da Tamir Pardo, il capo "visionario" del Mossad [6], e pretesto per l’ennesima invasione israeliana della Striscia di Gaza che ha ucciso numerosi bambini.

Per il geografo Manlio Dinucci del Manifesto [7], la pletora di giacimenti di gas che abbonda nella zona marittima di Gaza è una delle ragioni dell’intransigenza israeliana.

Come la pletora di depositi di gas di scisto che abbonda nella Repubblica autonoma di Donetsk, che cerca di separarsi dall’Ucraina o federarsi, è la fonte della feroce guerra psicologica tra filo-UE e filo-russi nel rigettare sull’avversario la responsabilità dell’esplosione del velivolo delle Malaysia Airlines. Non potrebbe trattarsi di un’operazione del governo ucraino per accusare di "terrorismo" i separatisti, utilizzando "registrazioni" che potrebbero benissimo essere stati manomessi, e quindi distruggerli?

Sono passati due mesi da quando Russia Today (RT), sempre più seguita in America Latina per contrastare la disinformazione mediatica israelo-anglo-sassone, venendo perciò calunniato pubblicamente dal segretario di Stato John Kerry, sottolineava l’importanza dello shale gas nella regione di Donetsk (l’Ucraina orientale che cerca l’indipendenza) e "gli interessi delle compagnie petrolifere occidentali dietro le violenze" [8].

Infatti, la parte orientale dell’Ucraina, ora travolta dalla guerra civile, concentra "una miriade di giacimenti di carbone e gas di scisto nel bacino del Dnepr-Donets." Nel febbraio 2013, l’inglese Shell Oil firmò con il governo ucraino (il precedente, deposto da un colpo di Stato neo-nazista sostenuto dall’UE) un accordo per condividere i profitti per 50 anni dell’esplorazione ed estrazione di gas di scisto nella regione di Donetsk [9].

Secondo la rete RT, "i profitti che Kiev non vuole perdere" sono tali che il governo ucraino ha avviato una "campagna militare (sproporzionata) contro il proprio popolo".

L’anno scorso, la Chevron ha firmato un accordo analogo (con lo stesso governo) per un valore di 10 miliardi di dollari.

Hunter Biden, figlio del vicepresidente degli Stati Uniti, è stato nominato al Consiglio di amministrazione Burisma, il maggiore produttore di gas privato (Supersic) in Ucraina [10], "dando una nuova prospettiva allo sfruttamento dello shale gas ucraino" nella misura in cui "la licenziataria copre il bacino del Dnepr-Donets". John Kerry non rimane con le mani in mano sulla divisione degli utili e Devon Archer, suo ex-compagno di stanza e affittuario del genero, entra in Burisma ad aprile, in questa controversa società.

La "licenza" per l’alienazione catastale per sfruttare lo shale gas ucraino può servire da "licenza di uccidere" innocenti?

La fratturazione idraulica cerca di spezzare l’Ucraina? Questa è la costante nella tragica storia dello sfruttamento degli idrocarburi dei petrolieri "occidentali", nel XX secolo.

E’ chiaro che gli idrocarburi sono il denominatore comune delle guerre in Ucraina, Iraq, Siria e Libia.

Alfredo Jalife-Rahme - Traduzione di Alessandro Lattanzio (Aurora)

[1] “VI vertice dei BRICS: la base della nuova architettura finanziaria”, di Ariel Noyola Rodríguez, Rete Voltaire, 3 luglio 2014. “Sixth BRICS Summit : Fortaleza Declaration and Action Plan”, Voltaire Network, 16 luglio 2014. “Momento BRICS en Fortaleza”, Alfredo Jalife-Rahme, 17 luglio 2014.

[2] “Fidel Castro: El derribo de avión malasio es una "provocación insólita" de Ucrania”, Russia Today (canale spagnolo), 17 luglio 2014.

[3] AFP, 17/07/14.

[4] “Una jihad globale contro i BRICS?”, Alfredo Jalife-Rahme, La Jornada (Messico), Réseau Voltaire, 18 luglio 2014.

[5] “El botín del saqueo en Libia: "fondos soberanos de riqueza", divisas, hidrocarburos, oro y agua”, Alfredo Jalife-Rahme, La Jornada, 28 août 2011.

[6] “Le chef du Mossad avait prédit l’enlèvement de trois jeunes Israéliens”, Gerhard Wisnewski, Réseau Voltaire, 8 luglio 2014.

[7] “Gaza: il gas nel mirino”, Manlio Dinucci, Il Manifesto, Réseau Voltaire, 17 luglio 2014

[8] “Shale gas and politics: Are Western energy giants’ interests behind Ukraine violence?”, Russia Today (canale inglese), 17 maggio 2014.

[9] “L’Ukraine brade son secteur énergétique aux Occidentaux”, Ivan Lizan, Odnako (Russia), Réseau Voltaire, 2 marzo 2013.

[10] “In Ucraina, il figlio di Joe Biden unisce l’utile al dilettevole”, Réseau Voltaire, 14 maggio 2014.

Alfredo Jalife-Rahme
Alfredo Jalife-Rahme Professore di Scienze politiche e sociali all’Università nazionale autonoma del Messico (UNAM). Pubblica articoli di politica internazionale sul quotidiano La Jornada. Ultimo libro pubblicato: China irrumpe en Latinoamérica: ¿dragón o panda? (Orfila, 2012).


http://www.voltairenet.org/article185035.html



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 Oggetto del messaggio: Re: I BRICS contro il dominio USA, Roccaforte del Male
MessaggioInviato: 23/03/2016, 17:05 
Il prossimo l'Iran che tra l'altro ha ancora la banca centrale di proprietà pubblica quindi una ragione in più ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: I BRICS contro il dominio USA, Roccaforte del Male
MessaggioInviato: 22/10/2016, 19:23 
Isteria americana: sanzioni, disinformazione e terrorismo non fermano i BRICS

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http://realtofantasia.blogspot.it/2016/ ... l?spref=fb

venerdì 21 ottobre 2016

Pochi giorni fa a Goa, in India, i leader dei Paesi BRICS compivano un altro passo verso la riforma dell’ordine mondiale. Nonostante le affermazioni occidentali e di certi media ed esperti russi sui BRICS in crisi ed organizzazione non più necessaria, è improvvisamente apparso chiaro che l’unione, consolidando le maggiori economie in via di sviluppo, si rafforza a pieno. Se si chiamano le cose con il loro nome, allora va riconosciuto che i BRICS sono più vivi di tutti i vivi e saranno ai funerali di coloro che ne affermano la morte.

Va attirata l’attenzione su un fatto che ha molto addolorato gli Stati Uniti, in particolare dipartimento di Stato e CIA. Se si ricorda, fecero sforzi titanici per organizzare l’impeachment dell’ormai ex-Presidentessa brasiliana Dilma Rousseff. L’operazione è stata lunga, sporca e le orecchie statunitense sporgevano dalle quinte, tanto che fu del tutto indecente. Dall’ascesa del protetto degli statunitensi Michel Temer, molti si aspettavano l’imminente fine dei BRICS. In pratica, gli statunitensi furono palesemente ingannati. Temer arrivava a Goa con una coorte di uomini d’affari brasiliani dichiarando di accoglierne i necessari investimenti nel Paese.

Non una parola su abbandono o crollo dei BRICS. Tutte le conversazioni riguardavano i soldi. Gli statunitensi ne saranno offesi, non avendo trovato in Brasile il suo Poroshenko. Netto fallimento della politica estera degli Stati Uniti. In questo contesto, passava inosservata la notizia che la Nuova Banca per lo Sviluppo (Banca BRICS), creata congiuntamente, dal prossimo anno investirà in specifici progetti infrastrutturali, anche in Russia, e probabilmente avvierà l’emissione di obbligazioni nelle valute dei Paesi BRICS, anche rubli. Così, il dominio del sistema finanziario globale di FMI e Banca mondiale volge visibilmente al termine.

La ciliegina sulla torta è la dichiarazione dei leader dei BRICS che l’organizzazione debba svolgere un ruolo più importante nell’influenzare l’agenda internazionale. Ciò fu vivacemente e fermamente espresso dal leader cinese Xi Jinping. Traducendone la dichiarazione dal linguaggio diplomatico a uno semplice: influenzare l’agenda globale è un gioco a somma zero. Quando qualcuno influenza di più, l’altro influenza di meno. E sono gli Stati Uniti, che hanno influenzato tutti, che influenzeranno di meno.

I tentativi diplomatici statunitensi (e di certi europei) di proteggere terroristi e specialisti militari statunitensi intrappolati ad Aleppo appaiono francamente grotteschi in questo contesto, minacciando la Russia di nuove sanzioni, che l’entourage di Angela Merkel ha già accettato, a quanto pare per spaventare Vladimir Putin. Il piano non ha funzionato, ed è improvvisamente chiaro che non solo non ha funzionato, ma ha fallito miseramente. Si guardi cosa il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, ha detto:

“Le sanzioni sono attivamente discusse sui media, ma non nelle nostre riunioni. Non un solo Paese l’ha proposto nei nostri incontri“.

Uh oh! Ecco cosa accade quando bluffano? Gli statunitensi hanno effettuato un attacco psicologico e mediatico contro la Russia, scoprendo in realtà che nessuno aveva proposto nuove sanzioni. Non solo è una vergogna, ma un segno di disperazione. Cosa potranno fare gli statunitensi per rallentare la fine della loro egemonia globale? Si daranno da fare con campagne di disinformazione, coi media che controllano. E lo fanno. Possono anche accanirsi con i rastrellamenti diplomatici. E lo fanno. Possono imporre sanzioni. E lo fanno. Purtroppo hanno anche la possibilità di usare il terrorismo. E lo fanno pure.

Credo che Motorola sia stato vittima delle ambizioni geopolitiche dei nostri nemici. Sottolineo che questa valutazione non dipende da chi ha piazzato l’esplosivo o a quale gruppo o nazionalità appartenesse. Non importa, questo crimine porta agli Stati Uniti, e vi si deve rispondere a freddo, abilmente, in modo asimmetrico e naturalmente senza rivendicarla. L’isteria dei falchi statunitensi dimostra ancora una volta che la tattica fredda e costante della Russia produce i risultati migliori. Non va cambiata e va continuata scacciando gradualmente gli statunitensi, prestando particolare attenzione a quei punti nel mondo che gli sarebbero più dannosi.

Perdere Aleppo è un disastro tangibile per gli statunitensi. Per noi, lo ripeto, non c’è che una sola opzione: continuare lentamente e costantemente a fare pressione nel mondo. E chi resisterà fino alla fine sarà il vincitore di questo conflitto geopolitico. Le crepe dell’egemonia degli USA sono già visibili e l’isteria statunitense è già frastornante. È impossibile interrompere la creazione del mondo multipolare.


Ruslan Ostashko, PolitRussia, 18 ottobre 2016 – Forte Russ

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2016/1 ... o-i-brics/



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 Oggetto del messaggio: Re: I BRICS contro il dominio USA, Roccaforte del Male
MessaggioInviato: 21/04/2017, 01:26 
DWN: i russi "congelano" il Venezuela con uno scenario ucraino

La situazione politica in Venezuela si sta scaldando e si rischia il default del paese, ma anche il cambiamento di governo, scrive il Deutsche Wirtschafts Nachrichten.

Con questo scenario si può ripetere il destino dell'Ucraina, ritiene l'autore dell'articolo. La Russia non sarà in grado di impedire il colpo di Stato e le rimarrà solo la possibilità di "congelare" il conflitto, per gli USA sarà una spiacevole sorpresa, spiega il giornale.

Negli USA cresce la preoccupazione per gli eventi in Venezuela, anche considerando la possibilità di un intervento militare. Il capo del comando meridionale del Pentagono, l'ammiraglio Kurt Tidd, sostiene che il paese deve affrontare "una catastrofe umanitaria" e questo può richiedere "una risposta regionale". Tuttavia, è anche nominata la vera causa dei loro timori: il Venezuela mantiene stretti rapporti con la Russia, la Cina e l'Iran, che "minaccia gli interessi americani". A causa della situazione agli americani appaiono di nuovo le vecchie paure in tempi di crisi. "I russi possono improvvisamente strappare il primato agli americani. Per il governo USA sarà molto sgradevole per i conflitti in Ucraina e in Siria. Il presidente russo Vladimir Putin sarà in grado di utilizzare il Venezuela come un deposito, per ottenere dagli USA concessioni più importanti per la Russia, per esempio per l'Ucraina" spiega l'autore dell'articolo.

La Russia è riuscita a stabilire con il Venezuela stretti i rapporti economici, si continua a scrivere nell'articolo. A novembre 2016 la Rosneft ha fornito un prestito di 1,5 miliardi di dollari alla società petrolifera di stato, la Petróleos de Venezuela. I russi hanno fornito un prestito, anche se già allora c'era il rischio che il Venezuela diventasse insolvente cioè non in grado di rimborsare il debito, spiega l'autore. Ma al Venezuela Putin ha fatto un'offerta che non poteva rifiutare, scrive il DWN. In Venezuela ci sono tre raffinerie degli USA e anche un hub di gasdotti e terminali interconnessi. Il gruppo venezuelano ha proposto a quello russo il 49,5% delle azioni della società americana Citgo Petroleum come garanzia se l'impresa non fosse stata in grado di pagare i propri debiti. Si scopre che in caso di default del Venezuela, Mosca avrà maggiore controllo dei prezzi di petrolio e gas in tutto il mondo, questo metterebbe a repentaglio la sicurezza energetica, ma anche i piani geopolitici americani e di questo ha paura Washington.

Nel frattempo la situazione politica in Venezuela si sta scaldando, continua l'autore. Nel paese cominciano le proteste di massa. L'opposizione richiede elezioni e accusa il presidente Nicolas Maduro per il frangente politico e la crisi economica. L'inflazione nel paese ha raggiunto il 700%, il valore più alto del mondo. Il FMI prevede una riduzione del PIL del 7,4%. L'inflazione potrebbe raggiungere il 720% quest'anno, mentre nel 2018 il 2000%. In queste condizioni Mosca non conta sul pagamento del debito, osserva l'autore. "Con questa situazione i russi hanno in mente l'Ucraina. Lì non sono riusciti a impedire il cambiamento di governo, ma hanno "congelato" il conflitto. Si può supporre che questo accada in Venezuela, e per gli USA diventerà una nuova esperienza, perché capita proprio nel loro cortile" conclude l'autore.

Fonte



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MessaggioInviato: 21/04/2017, 13:02 
E' incredibile che un paese ricchissimi di petrolio sia in quest situazione. E' lo stesso che succede a molti paesi africani.



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 Oggetto del messaggio: Re: I BRICS contro il dominio USA, Roccaforte del Male
MessaggioInviato: 21/04/2017, 13:22 
MaxpoweR ha scritto:
E' incredibile che un paese ricchissimi di petrolio sia in quest situazione. E' lo stesso che succede a molti paesi africani.


È merito del socialismo bolivariano se sono in questa situazione.



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MessaggioInviato: 21/04/2017, 13:25 
Base211 ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
E' incredibile che un paese ricchissimi di petrolio sia in quest situazione. E' lo stesso che succede a molti paesi africani.


È merito del socialismo bolivariano se sono in questa situazione.


Non sara' invece che e' perche' si sono messi contro gli interessi Americani?



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MessaggioInviato: 21/04/2017, 13:33 
zakmck ha scritto:
Base211 ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
E' incredibile che un paese ricchissimi di petrolio sia in quest situazione. E' lo stesso che succede a molti paesi africani.


È merito del socialismo bolivariano se sono in questa situazione.


Non sara' invece che e' perche' si sono messi contro gli interessi Americani?


Io vivo in Spagna,e qui conosco vari venezuelani che mi raccontano di come sia corrotto tutto l'insieme di governo,e che nonostante il Parlamento sia in maggioranza in mano all'opposizione (dopo regolari elezioni),Maduro con l'aiuto dell'esercito fa quello che vuole!!!
L'Italia in confronto é un paese modello........



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MessaggioInviato: 21/04/2017, 14:04 
Fondamentalmente, a prescindere dai poteri in gioco, è la corruzione che rende questi paese poveri nonostante galleggino nell'oro. Deve essere un monito anche per l'Italia. L'eccessivo lassismo istituzionale ci ridurrà nelle stesse condizioni di questi paesi. Con la differenza che noi non navighiamo nel petrolio e non abbiamo alcun tipo di risorsa da sfruttare ed oltretutto non abbiamo più nemmeno un apparato produttivo tale da farci ritornare ai fasti di un tempo.

Proprio oggi c'è stato un tentativo di ridimensionare i poteri dell'unica istituzione pubblica realmente funzionante e cioè l'ANAC; fortunatamente il tentativo è fallito ma ci riproveranno.



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MessaggioInviato: 23/04/2017, 23:25 
Base211 ha scritto:
zakmck ha scritto:
Base211 ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
E' incredibile che un paese ricchissimi di petrolio sia in quest situazione. E' lo stesso che succede a molti paesi africani.


È merito del socialismo bolivariano se sono in questa situazione.


Non sara' invece che e' perche' si sono messi contro gli interessi Americani?


Io vivo in Spagna,e qui conosco vari venezuelani che mi raccontano di come sia corrotto tutto l'insieme di governo,e che nonostante il Parlamento sia in maggioranza in mano all'opposizione (dopo regolari elezioni),Maduro con l'aiuto dell'esercito fa quello che vuole!!!


Quello che riporti mi lascia un tantino perplesso. Nonostante la cosa sia stata praticamente falsata dai media occidentali, lo scorso settembre si sono svolte a Caracas due manifestazioni, una a sostegno di Maduro che ha avuto una partecipazione popolare molto ampia e una contro Maduro ma limitata a poche persone:

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I sostenitori, vestiti di rosso, si sono radunati sulla Avenida Bolívar, nel cuore della capitale, affollandola a perdita d’occhio. Stavano rispondendo alla chiamata per una “Grande Occupazione” fatta da Maduro e dal Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) per difendere la pace in Venezuela; ma un articolo del New York Times datato 2 settembre non menzionava nemmeno #LaCalleEsChavista, ovvero “la strada sostiene il programma di Chávez”.

I media hanno invece riferito ampiamente sull’azione preparata da settimane dalla coalizione elettorale anti-Chavista, chiamata Unità Nazionale (MUD), che è rimasta limitata al più ricco sobborgo di Miranda.

Nei giorni precedenti il 1° settembre, il controspionaggio e la sicurezza nazionale venezuelane hanno arrestato diverse figure dell’opposizione armate di esplosivi, e hanno trovato 92 paramilitari colombiani con diverse casse di armi, esplosivi e uniformi militari nei pressi del palazzo presidenziale di Miraflores. (Fonte: la TV di stato venezuelana VTV).

Mentre i manifestanti del MUD posavano per delle foto con indosso magliette che inneggiavano alla pace, la loro organizzazione scatenava bande violente per attaccare le forze di sicurezza venezuelane con bombe incendiarie e sassi.


Che dire, il copione mi sembra sempre lo stesso e cioe' quello a cui ormai siamo tristemente abituati con le rivoluzioni colorate.

Base211 ha scritto:
L'Italia in confronto é un paese modello........


Giusto perche' citi l'Italia, ti chiederei di guardare questa intervista a Gianni Mina', che e' un profondo conoscitore della realta' latino americana e forse uno tra gli ultimi giornalisti indipendenti italiani, dove sembra fare delle considerazioni diverse e anzi dove parla apertamente di "rivoluzione colorata".

Guarda su youtube.com


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MessaggioInviato: 24/04/2017, 00:05 
Bisognerebbe viverci o almeno averci vissuto per sapere esattamente la situazione,io non ci sono mai sato in Venezuela,e tu neanche penso,
Io riporto quello che sento dire da chi è scappato dal suo paese,tu mi citi mina' e chiesa,poi ci sono sempre i pro e i contro il governo,quindi ognuno dice la sua,
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MessaggioInviato: 24/04/2017, 00:29 
MaxpoweR ha scritto:
E' incredibile che un paese ricchissimo di petrolio sia in quest situazione.

Se guardiamo il Venezuela esso ha le stesse riserve petrolifere e quasi lo stesso numero di abitanti dell'Arabia Saudita eppure l'Arabia Saudita è un paese ricco e non vi è traccia di crisi, come si spiega? Si spiega perché:

1. il Venezuela possiede più petrolio dell'Arabia Saudita ma a confronto ne estrae pochissimo.

2. i sauditi hanno saputo redistribuire la ricchezza garantendo al popolo lavoro, poche tasse, assistenza sanitaria etc.

3. i sauditi non hanno la corruzione che c'è in Venezuela.

4. i sauditi hanno saggiamente accumulato riserve monetarie dalle quali attingere nei momenti di crisi perché se il petrolio è crollato la crisi l'hanno sentita tutti anche i sauditi

5. i sauditi fanno da anni investimenti strategici, i venezuelani no.

Pertanto non è colpa degli americani ma degli stessi venezuelani (anzi da chi da sempre li governa coi piedi) se sono in questa situazione infatti il Venezuela non ha riserve monetarie e questo accentua la crisi in modo esponenziale. Almeno Chavez era dalla parte del popolo ed aveva messo in atto aiuti e sostegni cercando di redistribuire un po la ricchezza, Maduro ha sbagliato tutto.



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 Oggetto del messaggio: Re: I BRICS contro il dominio USA, Roccaforte del Male
MessaggioInviato: 24/04/2017, 00:49 
Base211 ha scritto:
Bisognerebbe viverci o almeno averci vissuto per sapere esattamente la situazione,io non ci sono mai sato in Venezuela,e tu neanche penso,
Io riporto quello che sento dire da chi è scappato dal suo paese,tu mi citi mina' e chiesa,poi ci sono sempre i pro e i contro il governo,quindi ognuno dice la sua,
Per il resto a me frega il giusto del Venezuela........ [:264]


Purtroppo cercare di capire come stanno le cose diventa ogni giorno sempre piu' difficile. Certo e' ovvio che ci siano sempre quelli pro e quelli contro, ma dalle notizie che si sentono e che si riescono a raccogliere da piu' parti sembra piu' che evidente che ci sia una forte dissonanza tra quello che si deduce con pacato ragionamento e quella che sembra essere la narrazione prevalente.



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