Aztlan ha scritto:

Questo è il topic sugli scontri americani, sarebbe bene discutere di questi e non mandarlo OT.

Ufologo 555 ha scritto:

Appunto; in Italia cosa vogliamo fare coi morti dell'ILVA e dell'eternit ..? (Vorrei trovare, non un nesso che non c'è, ma una reazione adeguata, che non c'è. Siamo più stupidi)?

Ferguson, la protesta contagia l’America. L’agente Wilson: “Ho la coscienza pulita”

Altra notte di tensione nella cittadina del Missouri dopo la decisione sul caso Brown. Manifestazioni anche decine di altre città. Obama: «Non mi piacciono i violenti»

La protesta di Ferguson si allarga e diventa un fenomeno nazionale. Da New York a Los Angeles, passando da Boston, Chicago, Denver e decine di altre città, migliaia di neri e bianchi sono scesi in piazza per protestare contro il verdetto che ha scagionato l’agente bianco Darren Wilson dall’accusa di omicidio del ragazzo nero Michael brown, ma soprattutto per mettere in discussione le relazioni razziali negli Stati Uniti. L’episodio del Missouri, in altre parole, è diventato l’occasione per aprire il dibattito su questa emergenza nazionale.



Ieri notte la gente è tornata a protestare a Ferguson, presidiata da oltre duemila soldati della Guardia Nazionale. Wilson ha rilasciato un’intevrista alla televisione Abc, in cui ha dichiarato di avere «la coscienza pulita. Ho fatto il mio dovere, non avevo altro modo di difendermi, e avrei fatto lo stesso anche se Brown fosse stato un bianco». Il presidente Obama, parlando nella sua Chicago, ha detto che «non ho alcuna simpatia per chi protesta in maniera violenta. Questo genere di atti non sono giustificati». Il capo della Casa Bianca, però, ha annunciato che insieme al ministro della Giustizia, il nero Eric Holder, avvierà una serie di consultazioni in varie città per discutere la questione della violenza da parte delle forze di polizia.



A giudicare da quello che è successo ieri sera, però, il problema è più ampio di così. L’uccisione di Mike Brown ormai è chiaramente diventata un pretesto, per sfogare una insoddisfazione più ampia e profonda. Sul tavolo non ci sono più solo le violenze dei poliziotti, che colpiscono in maniera sproporzionata le persone di colore, accusate a loro volta di commettere la percentuale più alta di reati nell’intera popolazione americana. Il discorso ormai riguarda il problema razziale nel suo complesso, che si collega a quello della diseguaglianza e delle disparità economica. Nelle strade di New York e Los Angeles, infatti, si sono visti ieri sera anche molti bianchi, che in parte protestavano per solidarietà con i neri discriminati, e in parte volevano allargare il dibattito. Secondo alcuni analisti, le violenze della polizia e la protezione che dà loro un sistema giudiziario gestito dai bianchi, rappresentano la reazione di una elite in declino che si sente minacciata dall’avanzata delle minoranze. Anche molti bianchi, però, si sentono emarginati dai meccanismi della moderna società americana, e chiedono di riduscuterli. Ferguson in questo quadro potrebbe diventare un momento di svolta storico, che obbligherà l’intera nazione americana a ridiscutere la propria direzione.