Chi era Stephen Paddock, il killer della strage di Las Vegas
È un pensionato di 64 anni, bianco e americano. Ricco, con la passione per il volo e il gioco, la caccia e le armi, regolarmente acquistate e registrate. Un uomo qualunque che in pochi secondi ha ucciso decine di persone che non conosceva
Un pensionato di 64 anni, americano, bianco, sconosciuto alla polizia: un insospettabile uomo qualunque. Eppure Stephen Paddock ha ucciso oltre 50 persone al concerto di Las Vegas. "Era un investitore multimilionario che aveva fatto una fortuna nel settore immobiliare", afferma il fratello Eric. Il perché è ancora sconosciuto.
Lo stato islamico avrebbe rivendicato l'attacco, ma l'Fbi smentisce categoricamente l'ipotesi terroristica: "Non c'è, al momento, nessun collegamento con un gruppi internazionali". Lo sceriffo di Las Vegas, Joseph Lombardo, lo ha piuttosto descritto come "lupo solitario", che viveva a Mesquite, una cittadina di circa 18mila abitanti, a circa 120 km a nord est di Las Vegas, Nevada, al confine con l'Arizona.
Secondo il fratello Eric, rintracciato da numerose testate giornalistiche, l'uomo era un tranquillo e benestante pensionato. Dal 2013 era proprietario di una casa monofamiliare pagata 370 mila dollari in un complesso residenziale per over 55 a Mesquite, meno di cento chilometri a nord di Las Vegas, e qui abitava dal giugno del 2016.
In precedenza aveva vissuto anche in Texas, California e Florida. Frequenti le sue puntate a Las Vegas dove trascorreva giorni negli alberghi per giocare al casinò. Amava anche volare, aveva un brevetto da pilota e c'è chi dice che fosse proprietario di due piccoli aerei. Aveva anche richiesto una licenza di caccia in Alaska. Possedeva sì delle armi, ma tutte legalmente acquistate e registrate, e, sempre secondo il fratello Eric, "non era assolutamente un fissato" né aveva alcuna affiliazione politica o religiosa.
Se qualcosa di criminale emerge, nell'apparente normalità famiglia Paddock, è piuttosto dalla figura del padre, Benjamin, col nome iscritto nella lista dei grandi ricercati dall'Fbi, tra la fine degli anni 60 e l'inizio degli anni 70: un criminale fuggito da una prigione federale, descritto dal Bureau come "psicopatico, in possesso di armi da fuoco usate durante le rapine" e con tendenze suicide. Un tipo "molto pericoloso".
http://www.repubblica.it/esteri/2017/10 ... 177183321/