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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 29/06/2015, 15:28 
[8)] In effetti basterebbero 4 "Apache" per farli fuori tutti! Oppure un solo "A-10" , sarebbe un ..."filotto"!
E' dura da ammettere ma in effetti è così; non capisco il fine però ......



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 29/06/2015, 15:38 
Ufologo 555 ha scritto:
[8)] In effetti basterebbero 4 "Apache" per farli fuori tutti! Oppure un solo "A-10" , sarebbe un ..."filotto"!
E' dura da ammettere ma in effetti è così; non capisco il fine però ......


Io così come molti altri utenti attraverso l'analisi critica delle informazioni in nostro possesso abbiamo provato a spiegartelo almeno un milione di volte però...

[:p]



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 29/06/2015, 15:45 
... però quando uno arriva ad una certa età e "sicurezza" ....
Però l'ho detto: il mondo si è davvero capovolto! [:107]



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 29/06/2015, 15:48 
Ufologo 555 ha scritto:
Però l'ho detto: il mondo si è davvero capovolto! [:107]


Non è detto che sia per forza un male

[}:)]



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 29/06/2015, 16:13 
Wolframio ha scritto:
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Atlanticus81 ha scritto:
continuo a vedere ISIS come organico agli interessi statunitensi


A me per rendermi conto di quanto giustamente dici, basta non vedere gli aerei americani scaricare le mitragliatrici sulle colonne di Toyota che si spostano, in modo che gli unici civili colpiti accidentalmente si riducono a qualche scorpione o serpente a sonagli.

In effetti..... la cosa è un pò strana eh? [:246]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 29/06/2015, 17:50 
Atlanticus81 ha scritto:
Ufologo 555 ha scritto:
... però quando uno arriva ad una certa età e "sicurezza" ....
Però l'ho detto: il mondo si è davvero capovolto! [:107]


Non è detto che sia per forza un male

[}:)]


E' il momento di prendere atto della realtà e agire di conseguenza... E' la legge dell' evoluzione: adattarsi o soccombere.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 29/06/2015, 19:35 
(... gli amici di ieri ...) [8)]



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 30/06/2015, 14:32 
in realtà non sono mai stati amici, apparivano come tali :)



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 30/06/2015, 15:28 
Bèh, io faccio il confronto dei miei tempi! Di là, quando potevano, scappavano ... Ci costruirono un muro per quello! [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 04/07/2015, 15:49 
Grazie allo spirito di osservazione di una mia carissima amica volevo sottoporvi l'ennesima manipolazione mediatica concernente l'ISIS in occidente, volta a produrre terrorismo psicologico nei confronti della pubblica opinione.

Questa è la foto con la quale i telegiornali mediaset e RAI ci parlano di Maria Giulia Sergio meglio conosciuta come Fatima Zahra,
quella ragazza italiana convertita all'Islam radicale accusata di avere reclutato i suoi parenti, che sono stati arrestati.


Immagine


http://www.ilpost.it/2015/07/02/maria-g ... rgio-isis/

Nel servizio si dice che l'immagine ritrae Fatima esercitarsi con il fucile... a parte che se usi un fucile in quel modo al primo colpo il fucile ti arriva in faccia per effetto del rinculo.

Ma il problema è che QUELLA STESSA IMMAGINE è stata già utilizzata ai tempi di Charlie Hebdo in riferimento ad Hayat Boumedienne, fidanzata (o moglie) di uno degli attentatori di Parigi come possiamo vedere da questa secondo screenshot!


Immagine


http://www.corriere.it/esteri/15_febbra ... 44ea.shtml

Ma allora chi cavolo c'è sotto quel Burqa?? Potenzialmente potrebbe essere un'attrice.

Ragazzi datemi retta... SPEGNIAMO LA TELEVISIONE!!!

....................................................................................

Scusami se l'ho "trasportato" di qua ma penso sia meglio, più generico ... [:)]

Comunque le dichiarazioni di tutto quello che è e vuole fare l'ha detto espressamente in TV! Poi chi c'è sotto il ..."grembiule" non c'interessa, tanto lo portava anche in tv ... [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 11/07/2015, 14:25 
Al Cairo
Egitto, autobomba davanti a consolato italiano. Almeno un morto

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Attentato al Cairo. Una fortissima esplosione, provocata, secondo le prime informazioni, da un’autobomba, è stata avvertita questa mattina intorno alle 6.30 nel centro della capitale egiziana, di fronte al Consolato italiano di El Galaa Street, che in quel momento era ancora chiuso. Il palazzo è stato gravemente danneggiato. Si conta almeno 1 morto secondo il ministero della Salute
egiziano. In precedenza i medici riferivano di 5 feriti, due agenti di polizia e tre passanti. L’esplosione ha sventrato il lato
sinistro del consolato italiano al Cairo su El Galaa Street nel cuore della città. Non ci sono ancora rivendicazioni.

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... olato.html


Autobomba davanti al consolato italiano del Cairo, un morto

Sventrato il lato sinistro del palazzo che ospita il consolato italiano. Utilizzati 250 kg di tritolo. Il ministro Gentiloni: "L'Italia non si fa intimidire"

I terroristi tornano a colpire in Egitto. Stamani una fortissima esplosione, provocata da un'autobomba, è stata avvertita intorno alle 6.30 nel centro del Cairo, di fronte al Consolato italiano di El Galaa Street, che in quel momento era ancora chiuso.

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Il palazzo è stato gravemente danneggiato. Fonti della sicurezza egiziana riferiscono di un morto e nove feriti. Le stesse fonti precisano che "nessun italiano è rimasto coinvolto". L’esplosione ha sventrato il lato sinistro del consolato italiano, nel cuore della città. Al momento non ci sono rivendicazioni. Secondo la tv di Stato egiziana tra i feriti ci sarebbe anche una donna con i suoi tre bambini.

L’Unità di crisi della Farnesina si è subito attivata ed il personale diplomatico italiano al Cairo, in contatto con le autorità locali, si è prontamente recato sul luogo dell’esplosione per verificare direttamente la situazione. L’esplosione, secondo la polizia egiziana, sarebbe stata causata da una bomba piazzata sotto un’auto parcheggiata accanto al consolato.

Una fonte della sicurezza egiziana ha reso noto che l’esplosione ha danneggiato oltre alla facciata esterna del Consolato italiano anche alcune abitazioni limitrofe. La stessa fonte ha aggiunto che una "carica esplosiva è stata posta sotto una vettura nel perimetro del Consolato ed è stata fatta esplodere con un telecomando".

Circa 250 chili di tritolo sarebbero stati utilizzati per l’attacco. Lo riferisce il quotidiano "al Ahram" citando fonti della procura del Cairo. I terroristi, secondo gli esperti, avrebbero utilizzato gli stessi materiali adoperati la scorsa settimana per
l’assassinio del procuratore capo egiziano Hisham Barakat.

Le fonti sottolineano come il consolato italiano al Cairo si trovi non lontano dall’Alta corte egiziana e l’esplosione sia coincisa con il passaggio nell’area del giudice Ahmed al Fuddaly, considerato vicino al presidente Abdel Fatah al Sisi.

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni scrive su Twitter: "Bomba al nostro Consolato al #Cairo. Non risultano vittime italiane. Vicini alle persone colpite e al personale. Italia non si fa intimidire". Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha chiamato Paolo Gentiloni e ha condannato l’attacco terroristico. "L’Egitto - ha aggiunto - farà ogni sforzo con tutti i Paesi del mondo, inclusa l’Italia, per sradicare ed eliminare il terrorismo".

Quattro giornalisti sono stati fermati dalla polizia.

Tra loro c'è un italiano, Alessandro Accorsi, che su Twitter scrive: "La polizia dice che siamo arrivati qui troppo in fretta". Poi aggiunge: "Siamo solo in stato di fermo". E dopo poco precisa che tutti i cronisti sono stati rilasciati.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sentito al telefono il presidente egiziano Al Sisi: "L’Italia sa che quella contro il terrorismo è una sfida enorme che segna in profondità la storia del nostro tempo. Non lasceremo solo l’Egitto: Italia ed Egitto sono e saranno sempre insieme nella lotta contro il terrorismo".

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/aut ... 50646.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 12/07/2015, 00:28 
Ufologo 555 ha scritto:
Egitto, autobomba davanti a consolato italiano. Almeno un morto

L'importante è NON decidere in modo autonomo ma..... subordinato....
in tutti i contesti intendo... non solo quello legato a terrorismo...
Altrimenti le bombe potrebbero avvicinarsi allo stivale...

In altre parole... ci tengono per le palle.
E mentre le stringono, si nascondono sotto un cappuccio nero.



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 12/07/2015, 09:06 
Thethirdeye ha scritto:
Ufologo 555 ha scritto:
Egitto, autobomba davanti a consolato italiano. Almeno un morto

L'importante è NON decidere in modo autonomo ma..... subordinato....
in tutti i contesti intendo... non solo quello legato a terrorismo...
Altrimenti le bombe potrebbero avvicinarsi allo stivale...

.


Esatto... il terrorismo islamico é la carta che gli USA giocheranno qualora il rischio di avere in europa dei governi ostili alle politiche atlantiste dovesse concretizzarsi.

[:305]

Anche se in questo caso più che ISIS penso a una azione dei fratelli musulmani. La modalità non sembra essere quella spettacolarizzata e mediaticamente efficace come per esempio l'operazione in tunisia.

Che poi oggi ogni mosca che viene schiacciata si tenda ad attribuirne la paternità del gesto a ISIS é un'altra cosa ed é strumentale a quello che ho detto prima



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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 17/07/2015, 01:36 
Cita:
Usa, spari in centro di reclutamento militare: morti 4 marines e l'attentatore

Oltre alle vittime ci sono tre feriti. L'uomo che ha sparato ucciso dopo un inseguimento. E' un 24enne originario del Kuwait che fonti investigative descrivono come "affascinato dall'Is". Il dolore di Obama che precisa: "Ha agito da solo"


WASHINGTON - Ha aperto il fuoco al Naval reserve center di Chattanooga, nel sud dello stato del Tennessee, in un centro riservisti della marina e in un centro di addestramento militare: un cecchino ha ucciso quattro marines e ha ferito altre tre persone, che sono state ricoverate in ospedale. Anche l'attentatore è morto, colpito dopo un inseguimento. Sarebbe un cittadino americano originario del Kuwait, identificato in Mohammod Youssuf Abdulazeez, 24 anni. Lo riferisce la Nbc

"Stiamo trattando la vicenda come un atto di terrorismo interno", ha detto il procuratore Bill Killian. Poi - dopo l'intervento di un agente dell'Fbi, che ha ricordato come per ora non si possa definire un atto di terrorismo interno - è ritornato al microfono ritrattando. "In questo momento dell'indagine vi chiedo di non applicare a questa sparatoria l'etichetta di terrorismo interno. Stiamo ancora indagando per capire se si tratta di terrorismo interno, di crimine, e quale crimine, o della combinazione dei due", ha detto Killian. Anche se, dopo alcune ore, fonti investigative descrivono il ragazzo come "affascinato dall'Is". In nottata, la presa di posizione del National Counterterrorism Center, il centro antiterrorismo americano, secondo il quale non ci sarebbe un legame con il terrorismo. O almeno, l'autore delle sparatorie non era nel radar delle autorità Usa.

Tra i feriti anche un ufficiale di polizia. Secondo le prime testimonianze, l'attentatore, un uomo bianco che viaggiava a bordo di una Ford Mustang color argento, è comparso nel parcheggio del centro poco prima delle 11.

Sull'attacco è intervenuto anche il presidente Obama: "Il giovane che ha ucciso quattro marines in una base militare del Tennessee ha agito da solo", ha affermato dopo aver espresso il suo dolore per l'accaduto e le sue condoglianze alle famiglie delle vittime. "Ancora non conosciamo tutti i dettagli, sembra che gli attacchi siano opera di una sola persona".


http://www.repubblica.it/esteri/2015/07 ... 119231856/


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 Oggetto del messaggio: Re: ATTENTATI ...
MessaggioInviato: 19/08/2015, 18:12 
Com'è che sono tutti paesi scomodi agli USA ad essere colpiti da attentati, ISIS, meteoriti e, prossimamente, attacchi alieni?!

L’attentato di Bangkok: chi brandisce la scure sulla Thailandia?

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L’attentato del 17 agosto 2015 ha ucciso 20 persone e feritone più di 100, è uno dei peggiori attacchi terroristici nella capitale della Thailandia Bangkok. L’attentato ha colpito un santuario religioso frequentato dai turisti asiatici, in particolare cinesi, che ora costituiscono il più grande gruppo di visitatori in Thailandia. E’ evidente che l’attacco è mirato all’economia della Thailandia, e in particolare a un preciso segmento del mercato turistico della Thailandia. I commentatori hanno ammesso che esistono molti altri obiettivi dalla maggiore concentrazione di turisti a Bangkok.

I terroristi hanno colpito in particolare il santuario di Erawan, nel centro di Bangkok. per colpire i turisti asiatici della Thailandia. I media occidentali hanno già diffuso teorie su chi abbia effettuato l’attentato, concentrandosi sui separatisti nel sud delle province della Thailandia in rivolta da anni. Molti notano, tuttavia, che la violenza raramente esce da queste province, e non è mai stata di tale scala, in particolare a Bangkok. Il deposto dittatore Thaksin Shinawatra e i suoi sostenitori sono dei possibili sospetti. Mentre i separatisti del sud non hanno mai compiuto violenze a Bangkok, i seguaci di Shinawatra sì, e spesso. Hanno attuato tumulti che uccisero due negozianti nel 2009. Nel 2010 inviarono 300 militanti pesantemente armati nelle strade di Bangkok, innescando scontri a fuoco che causarono quasi 100 morti, culminando negli incendi dolosi della città.

Ancora usarono gli stessi terroristi nel 2013-2014 contro le proteste contro il regime di Shinawatra. Quest’ultimo episodio causò 30 morti e centinaia di feriti. Mentre alcun attacco dei seguaci di Shinawatra rivaleggia con l’attentato, il bilancio delle vittime totali e della carneficina causata dai suoi militanti nel 2010 e nel 2013-2014, certamente è superiore.

I media stranieri hanno anche ipotizzato che i terroristi dallo Xinjiang o del cosiddetto “Stato islamico” (SIIL) siano potenzialmente coinvolti, forse per il gran numero di turisti cinesi colpiti dall’attentato, e poiché i terroristi dallo Xinjiang furono invitasi dalla NATO in Siria per combattere a fianco del SIIL. Fu già riportato come Stati Uniti ed alleati, che hanno sostenuto il regime di Shinawatra negli ultimi dieci anni, avessero anche legami con i separatisti filo-statunitensi-sauditi nel sud della Thailandia e con i separatisti uiguri filo-statunitensi-turchi in Cina. Con la politica estera statunitense quale denominatore comune dei possibili sospetti, ci si può chiedere: “Perché la Thailandia?” Cosa porta gli Stati Uniti ad agitare la scure contro la Thailandia?

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I peccati capitali della Thailandia

Mentre la Thailandia è percepita come alleata degli Stati Uniti, ciò risale alla guerra fredda ma non alla realtà moderna. Durante la guerra del Vietnam, la Thailandia fu coinvolta nel conflitto regionale e scelse di fare concessioni agli Stati Uniti piuttosto che affrontarli. La Thailandia già ricorse a una strategia simile durante la seconda guerra mondiale per mitigare la guerra con il Giappone a costi provvisori per la sovranità. Tuttavia, recentemente la Thailandia si allontana da Washington, e non solo nelle relazioni USA-Thailandia ma nel contesto delle ambizioni degli Stati Uniti in Asia e in particolare, in relazione ai piani per circondare, contenere ed “integrare” la Cina nell'”ordine internazionale” degli USA. Per comprendere questo passo, vanno chiariti mezzi, motivazioni e opportunità degli Stati Uniti nell’attacco terroristico.

1) La dirigenza della Thailandia ha sempre resistito, eroso ed infine spodestato il regime fantoccio sostenuto dagli Stati Uniti di Thaksin Shinawatra, dopo oltre un decennio di caos politico.

Shinawatra alla fine degli anni ’90 fu consigliere della famigerata società statunitense di private equity Carlyle Group e si presentava come amico personale della dinastia dei Bush. Promise alla sua nomina che avrebbe continuato a servire da “sensale” tra interessi degli Stati Uniti e risorse della Thailandia.

Nel 2001 privatizzò beni e infrastrutture della Thailandia, compreso il conglomerato petrolifero nazionale PTT, venduto ad interessi stranieri, tra cui le compagnie petrolifere occidentali Chevron, Exxon e Shell. Nel 2003 Shinawatra avrebbe inviato truppe thailandesi per l’invasione dell’Iraq, nonostante le diffuse proteste di militari e pubblico tailandesi. Shinawatra inoltre permise alla CIA di utilizzare la Thailandia per il suo aberrante programma di estradizioni. Nel 2004 Shinawatra tentò d’imporre l’Accordo di libero scambio (ALS) US-Thailandia senza l’approvazione del Parlamento, ma con il sostegno del Business Council USA-ASEAN, e poco prima delle elezioni del 2011, che vide la sorella Yingluck Shinawatra andare al potere, ospitò i capi delle sue “camicia rosse” del “Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura” (UDD) a Washington DC.

Dal colpo di stato del 2006 contro il suo regime, Shinawatra fu rappresentato dalle élite aziendali-finanziarie degli USA attraverso propri lobbisti come Kenneth Adelman della Edelman PR (Freedom House, International Crisis Group, PNAC), James Baker della Baker Botts (CFR, Carlyle Group), Robert Blackwill (CFR) della Barbour Griffith & Rogers (BGR), Kobre & Kim, Bell Pottinger (qui) e Robert Amsterdam della Amsterdam & Partners (Chatham House).

Dal 2006 ad oggi, gli ambienti politici e mediatici occidentali favoriscono continuamente Shinawatra e i suoi ascari politici, come Freedom House e la sua organizzazione ombrello, il National Endowment for Democracy (NED), per finanziare organizzazioni non governative (ONG) e accademici tailandesi sostenitori di Shinawatra e fomentare una continua sovversione politico-sociale contro la dirigenza della Thailandia. Recentemente, con la nomina di Glyn Davies ad ambasciatore degli Stati Uniti in Thailandia, laureato al War College sull’uso della forza non militare per rovesciare l’ordine socio-politico di una nazione presa di mira, gli USA s’impegnano ancora ad installare Shinawara al potere.

2) La dirigenza della Thailandia, dopo l’estromissione di Shinawatra, persegue la propria politica estera, e in particolare l’allineamento con la Cina.

Dal colpo di stato del 2006 che mandò in esilio Shinawatra, e il colpo di Stato del 2014 che finalmente iniziava il processo di sradicamento totale della sua rete politica, la Thailandia si è sempre più allontanata dal “Secolo del Pacifico americano” e avvicinata alla Cina in ascesa. Nella cooperazione militare, la Thailandia ha invitato la Cina a partecipare per la prima volta alle esercitazioni militari annuali Gold Cobra.

Immagine

Una volta mera esercitazione congiunta statunitense- tailandese, negli anni s’è evoluta riflettendo il cambio della politica estera della Thailandia, includendo la Cina ed indicando il riconoscimento di Bangkok della crescente influenza regionale di Pechino. E mentre la Thailandia è spesso accusata di avere un arsenale di sole armi statunitensi, la maggior parte è antiquata come gli obsolescenti carri armati M60. Prima del golpe della NATO in Ucraina, la Thailandia cercò di acquistare carri armati T-84 da Kiev.

Possiede anche quasi 400 trasporto truppe corazzati Tipo 85 cinesi e oltre 200 veicoli da trasporto truppe blindati BTR-3 ucraini, per integrare gli obsolescenti M113 di fabbricazione statunitense. Forse la cosa più importante è l’intenzione della Thailandia di procurarsi una flottiglia di sottomarini d’attacco diesel-elettrici cinesi Tipo 039A. Defense News nell’articolo ‘Thai Chinese Sub Buy Challenges US Pivot” afferma: “La mossa della Thailandia d’acquistare sottomarini cinesi ha esacerbato le tensioni con gli Stati Uniti e rappresenta una sfida al “pivot” di Washington sul Pacifico.

La giunta militare, che dichiarò il colpo di Stato nel maggio 2014 e creato il Consiglio Nazionale per la Pace e l’Ordine, potrebbe volgersi alla Cina per sostegno e cooperazione politica e militare, dicono gli analisti. Il Consiglio dei Ministri della giunta ha approvato l’acquisto di tre sottomarini d’attacco Tipo 039A (Yuan) ai primi di luglio”. E ‘chiaro che la Thailandia esce gradualmente dall’egemonia statunitense, dopo anni, con la cacciata di Thaksin Shinawatra e del suo regime, rafforzando i legami con la Cina, creando una disperazione quasi palpabile all’egemonia statunitense in Asia.

3) La dirigenza della Thailandia si rifiuta di prendere parte alla strategia della tensione degli USA sul Mar Cinese Meridionale.

Il “perno sull’Asia” degli USA era volto a creare conflitti sul Mar Cinese Meridionale tra Pechino e le nazioni del sud-est asiatico. Creando la crisi nel sud-est asiatico che non si può risolvere, gli Stati Uniti pensavano di accentuarne la dipendenza militare e politica dall’occidente. Nazioni come Giappone e Filippine hanno deciso di entrare in tale conflitto, spendendosi politicamente, militarmente ed economicamente per affrontare e contenere la Cina, mantenendo l’egemonia regionale degli USA. Altre nazioni come Vietnam, Malesia e Indonesia si sono affacciate sul conflitto, ma spesso con atteggiamento molto più equilibrato tra Pechino e Washington. La Thailandia ha tentato di evitare il conflitto.

The Nation nell’articolo, “La Thailandia cammina sul filo del rasoio sul Mar Cinese Meridionale”, riferisce: “La visita dei vertici militari tailandesi in Cina, la prima in 15 anni, ha inviato un messaggio forte agli Stati Uniti e alla regione, alla Cambogia in particolare, che le difese di Thailandia e Cina hanno legami solidi come la roccia e non devono essere oggetto di speculazioni”. In sostanza, la Thailandia agisce d’urto nell’ASEAN per impedirle di adottare un atteggiamento aggressivo verso la Cina sulle tensioni nel Mar Cinese Meridionale. Ciò ha costretto i fantocci degli USA ad agire più unilateralmente verso la Cina, piuttosto che tramite l’ASEAN quale la facciata degli USA, come sostenuto per decenni presso l’immaginario collettivo dai documenti politici degli Stati Uniti.

Dalla guerra del Vietnam è chiaro che la politica estera statunitense in Asia è incernierata su contenimento dell’ascesa della Cina e sua “integrazione” nell'”ordine internazionale” che i politici statunitensi ammettono creato dall’occidente per l’occidente. Come svelato dai “Pentagon Papers” ciò fu deciso inequivocabilmente, ponendo le basi di decenni di politica estera. I documenti contenevano tre citazioni importanti riguardo ciò; il prima affermava: “...la decisione di bombardare a febbraio il Vietnam del Nord e l’approvazione a luglio della Prima fase d’implementazione, hanno senso solo se a favore della lunga politica degli Stati Uniti per contenere la Cina”. E sosteneva anche: “La Cina, come la Germania nel 1917, come la Germania in occidente e il Giappone in Oriente alla fine degli anni ’30, e come l’URSS nel 1947, si profila come grande potenza che minaccia di minare la nostra importanza ed efficacia nel mondo e, più lontano ma più minacciosamente, di organizzare l’Asia contro di noi”. Infine, si delinea l’immenso teatro regionale che gli Stati Uniti ingaggiano contro la Cina, al momento, affermando: “... ci sono tre fronti dello sforzo a lungo termine per contenere la Cina (rendendosi conto che l’URSS “contiene” la Cina a nord e nord-ovest): a) il fronte Giappone-Corea; b) il fronte India-Pakistan; e c) il fronte del Sud-Est asiatico. La cospirazione per circondare e contenere la Cina nata dai Pentagon Papers del 1967 fu ribadita per decenni da vari successivi documenti politici degli Stati Uniti. Nel 1997, il politico statunitense Robert Kagan, co-autore di molteplici piani di guerra che caratterizzano le aggressioni degli Stati Uniti, scrisse sul Weekly Standard l’articolo “Ciò che la Cina sa di quello che facciamo: il caso della nuova strategia del contenimento”.

Qui Kagan rivela che gli Stati Uniti continuano la strategia del contenimento della Cina e afferma: “L’attuale ordine mondiale risponde alle esigenze di Stati Uniti ed alleati per cui è costruito. Ed è poco adatto alle esigenze della dittatura cinese che cerca di mantenere il potere nel Paese e aumentare l’influenza all’estero. I leader cinesi erodono vincoli e si preoccupano di cambiare le regole del sistema internazionale prima che il sistema internazionale cambi loro”. Continua spiegando come i cinesi percepiscono, correttamente, gli USA usare il sud-est asiatico come fronte unito contro Pechino: “Ma i cinesi capiscono benissimo gli interessi degli Stati Uniti, forse meglio di noi. Mentre accolgono la presenza degli Stati Uniti controllando il Giappone, la nazione che temono di più, si vede chiaramente che gli sforzi militari e diplomatici statunitensi nella regione limitano fortemente la loro capacità di diventare l’egemone della regione. Secondo Thomas J. Christensen, che ha trascorso diversi mesi intervistando analisti governativi civili e militari cinesi, i leader cinesi temono che essi “appaiano il Gulliver ai lillipuziani del Sud-Est asiatico, con gli Stati Uniti che forniscono corda e paletti”.

Infatti, gli Stati Uniti bloccano le ambizioni cinesi semplicemente sostenendo ciò che ci piace chiamare “norme internazionali” di comportamento. Christensen sottolinea che i pensatori strategici cinesi considerano “le denunce delle violazioni della Cina delle norme internazionali” parte di “una strategia integrata occidentale, guidata da Washington, per impedire alla Cina di diventare una grande potenza”. Kagan rappresentava più semplicemente le proprie osservazioni. La politica del contenimento della Cina proiettando potenza e influenza statunitense alla periferia della Cina, in Pakistan, India, Myanmar, Thailandia, Malesia, Filippine, Giappone e Corea , è un tema ricorrente nel “Filo di perle: la sfida della potenza in ascesa cinese sulle coste asiatiche“, nel 2006 pubblicato dal Strategic Studies Institute, che presenta una mappa che indica il “Filo di perle” della Cina, un corridoio geostrategico che gli Stati Uniti dovrebbero spezzare per controllare lo sviluppo della Cina.

Al di là della Thailandia, la sovversione politica e il terrorismo a bassa intensità finanziati dal dipartimento di Stato USA appare in tutto il corridoio, con i fronti finanziati dalla NED e loro propaggini terroristiche che tentano di bloccare il Porto di Gwadar della Cina nel Baluchistan, in Pakistan; i sostenitori di Aung San Suu Kyi finanziati dalla NED in Myanmar, tentando di rovesciare il governo filo-cinese; i tumulti istigati della NED a Bersih in Malesia e dal loro capo Anwar Ibrahim; nel Mar Cinese Meridionale dove il Comando del Pacifico degli Stati Uniti agita le relazioni regionali.

L’ultima affermazione dei piani degli Stati Uniti contro la Cina si presenta sotto forma di documento del suddetto Robert Blackwill, amministratore dell’era Bush e lobbista di Thaksin Shinawatra. Nell’articolo per CFR intitolato “Revisione della grande strategia degli USA verso la Cina”, si afferma: “Poiché lo sforzo statunitense d”integrare’ la Cina nell’ordine liberale internazionale ha ormai generato nuove minacce al primato USA in Asia, che potrebbero tradursi in una sfida conseguente al potere statunitense globale, Washington ha bisogno di una nuova grande strategia nei confronti della Cina, incentrata su bilanciamento del crescente potere cinese, piuttosto che continuare ad assistere all’ascesa”. Non è un caso che negli Stati Uniti i politici incaricati di elaborare le strategie del contenimento della Cina siano anche “lobbisti” dei regimi clienti degli Stati Uniti nel sud-est asiatico, per facilitare l’attuazione di tale “grande strategia”.
L’attentato in Thailandia nell’ambio del grande confronto

Così, l’attentato a Bangkok, se effettuato dal regime filo-USA di Shinawatra, dai terroristi filo-statunitensi-sauditi del sud o dai terroristi che gli Stati Uniti importano da Cecenia, Medio Oriente o Xinjiang, dove gli Stati Uniti attualmente cercano di fomentare l’ennesima insurrezione armata, è un atto di coercizione per allontanare la Thailandia dalla propria politica estera e di nuovo sottomettersi alla politica estera statunitense. In termini di cooperazione militare, economico e commerciale e legami politici, la Thailandia non è l’unica nazione che tenta di sfuggire all’egemonia statunitense. Malaysia e Myanmar hanno combattuto battaglie molto visibili contro i fantocci degli Stati Uniti. Se uno o più di questi Stati si sottrarrà completamente, si creerà un effetto a cascata che abbatterà la “Grande Muraglia dell’ASEAN” degli USA.

I BRICS, alleanza geopolitica a favore dell’emergere di un mondo multipolare, devono riconoscere la lotta dell’ASEAN per uscire dall’egemonia occidentale e assisterla anche solo attraverso i media, denunciando i legami tra Stati Uniti e varie fazioni politiche regionali, e i legami tra Stati Uniti, loro alleati ed organizzazioni terroristiche regionali usate quando organizzare proteste è impossibile. Affinché l’ASEAN si affermi, deve resistere alla tentazione di capitolare al terrorismo e deve sostenere le nazioni vicine nel tentativo di preservare la sovranità nazionale. E’ chiaro chi cerca di “brandire la scure” sulla Thailandia. L’unica domanda che rimane è quanto sia grande e quante volte si abbatterà sulla Thailandia prima che coloro che l’agitano ne siano disarmati.

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