02/10/2018, 20:44
06/11/2018, 18:42
16/11/2018, 12:58
21/11/2018, 22:05
"Ha ucciso il fidanzato e lo ha cucinato"
Accusata di aver ucciso il fidanzato e di averlo cucinato, servendolo come pasto. E' quanto sostengono le autorità impegnate nelle indagini a carico di una donna marocchina che vive ad Al Ain, località degli Emirati Arabi Uniti al confine con l'Oman.
Secondo l'accusa, la 30enne avrebbe ucciso il compagno con cui aveva una relazione da circa 7 anni e lo avrebbe poi cucinato, servendolo ad alcuni operai che lavoravano nelle vicinanze di casa.
Il fatto sarebbe accaduto tre mesi fa - quando lui le avrebbe rivelato di voler sposare un'altra donna proveniente dal loro Paese d'origine - ma sarebbe emerso solo recentemente, in seguito al ritrovamento di alcuni denti nel frullatore della 30enne, fatta dalla polizia dopo la denuncia di scomparsa da parte del fratello dell'uomo.
Una volta che il test del DNA ha confermato che il dente apparteneva allo scomparso, la donna è stata arrestata. Secondo gli investigatori, si legge sulla 'Bbc', che cita 'The National', la 30enne avrebbe servito i resti del fidanzato all'interno di un machboos, piatto tradizionale del Golfo fatto con riso e carne, simile al biryani.
22/11/2018, 09:55
28/11/2018, 16:20
La Murgia ne spara un’altra: “Essere maschi è come essere figli di mafiosi”
Roma, 27 nov – La sinistra tragicomica pullula ormai di saltimbanchi, improbabili guru della fuffa e deliranti nientologi. Ma se in principio fu Roberto Saviano a salire sul più alto gradino del podio delle sparate social da far accaponare la pelle, adesso i concorrenti del cantastorie partenopeo iniziano a tirar fuori colpi di scena che potrebbero mettere in discussione ben presto una sin qui incontrastata leadership. Tra tutti sembra emergere in particolare un’autrice di romanzi in cerca di autore, l’ex indipendentista sarda Michela Murgia, passata agli onori del non ci resta che piangere grazie al suo fascistometro.
Non paga delle baggianate sin qui prodotte, il nuovo mirabile volto della gauche allo zerocalcare ha voluto superarsi con una coriandolata sfoderata su Facebook e poi fieramente ricondivisa su Twitter: “Nascere maschi in un sistema patriarcale e maschilista è un po’ come essere figli maschi di un boss mafioso: per beneficiare dell’attività criminale non serve commetterla in prima persona”. Non disperate amici, non c’è nulla di così capzioso nel paragone proposto dalla Murgia, è solo una questione di genere. Se non siete femmine siete colpevoli di non esserlo, se siete maschi siete colpevoli di esserlo. Ma non dovete sentirvi troppo in colpa, spiega poi l’autrice sarda, d’altronde essere un maschio è appunto come essere un figlio di un mafioso, uno semplicemente ci nasce: “Non sai nemmeno cosa sia la mafia – scrive la Murgia – ma da quel momento tutto quello che mangerai, berrai, vestirai verrà dall’attività mafiosa”.
Ogni commento sarcastico a riguardo potrebbe ovviamente costarci l’accusa di essere maschilisti, cosa che ormai è superata dall’essere semplicemente maschi. Un peccato originale che ci condanna al silenzio, ammesso che il silenzio non venga messo a tacere poiché sostantivo di genere maschile. Anche in questo caso comunque non sarebbe colpa del silenzio, ma dei maschi che hanno deciso, a causa del sistema patriarcale, di renderlo un sostantivo di genere maschile. Il problema è che i maschi sono i fondatori stessi del sistema patriarcale, dunque inevitabilmente colpevoli di essere se stessi. Ora, prima che qualcuno inizi sul serio a prendere sul serio la Murgia, fatevi semplicemente una risata. Tranquilli, è femminile.
03/12/2018, 11:00
15/12/2018, 11:05
15/12/2018, 15:42
05/01/2019, 20:51
06/01/2019, 21:09
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07/01/2019, 20:42
11/01/2019, 15:20
11/01/2019, 16:28
mik.300 ha scritto:a grande richiesta..
solo per ricordare che
esistono uomini e donne con la clava,
non x dimostrare che
i primi siano TUTTI santi
e le seconde TUTTE diavole
o viceversa..
ogni tanto lo farò presente..
qui trattasi di omicidio
o femminicidio all'inverso?
boh..
fate voi..
http://www.corriere.it/cronache/15_otto ... 050c.shtml
Reggio Calabria, donna uccisa, arrestata la figlia 17enne: «Per punizione le vietò l’uso del pc»
La studentessa ha ucciso la madre, infermiera di 44 anni, con un colpo di pistola alla tempia il 25 maggio scorso. Il movente sarebbero i rimproveri per l’andamento scolastico della ragazza. In questi mesi non ha mostrato segni di pentimento
Il mistero sulla morte dell'infermiera di Melito Porto Salvo è stato risolto. È stata la figlia diciassettenne a uccidere la madre Patrizia Crivellaro, 45 anni, lo scorso 25 maggio. La ragazza, infastidita dai continui rimproveri della mamma che l'accusava di essere svogliata e non frequentare la scuola, si è vendicata uccidendola con un colpo di pistola alla testa. La vittima, moglie di un agente della Polfer in servizio a Reggio Calabria, è morta sul colpo.