21/02/2020, 11:53
05/03/2020, 10:39
05/03/2020, 13:00
05/03/2020, 14:48
mik.300 ha scritto:toh..
come volevasi........................
https://www.corriere.it/cronache/20_feb ... 01b7.shtml
«Balotelli? Con i suoi soldi mi compro 2 Ferrari»: la chat dell’avvocato con la ragazza che accusa il calciatore
La chat dell’avvocato della ragazza che ha accusato il calciatore di violenza. «Solo una battuta». Gli atti della procura di Vicenza
Soltanto un trappolone per spillare soldi e — magari — comprarsi un’auto di lusso. Anzi due: «Una Ferrari gialla e una blu». C’è anche questo, agli atti della Procura di Vicenza, che chiede di processare l’avvocato Roberto Imparato per il ricatto a Mario Balotelli. Voleva che il calciatore versasse 100 mila euro per non spifferare ai giornali che una vicentina lo accusa di averla violentata quando aveva 16 anni.
La polizia giudiziaria scova una conversazione tra Imparato e una collega. È il 15 settembre, la informa che la cliente ha concluso la telefonata. «Appena finito: Imparato 1 - Balotelli 0. Registrato per venti minuti. Voglio una Ferrari gialla... e una blu». La collega gli chiede cosa farà con la registrazione. Lui gongola: «Confessione piena... Devo pensarci, è delicatissimo». E si lascia sfuggire: «Abbiamo fatto cento prove. La ragazza è un’attrice nata». Quindi l’intera telefonata, la voce rotta dal pianto, le pause... sarebbe una recita. «Alla fine — chiosa — Balotelli fa pena».
Sentito ieri dal Corriere, Imparato (difeso dall’avvocato Ernesto De Toni) si giustifica: «La Ferrari? Una battuta. Io e la cliente eravamo disposti a chiudere transando tra i 60 e i 100 mila euro. Balotelli ne offrì 30 mila. Sono accordi che si fanno per evitare alle vittime il peso di un processo. I soldi spettavano a lei e il mio onorario non bastava a comprare il cerchione di una Ferrari». Perché definirla un’attrice? «Avevamo bisogno di una confessione e solo lei poteva ottenerla. Intendevo dire che aveva gestito bene le emozioni, spingendolo a parlare di quella notte».
capito?
la telefonata era una trappola!!
C’è un’altra chat: la presunta vittima racconta a un’amica come si dovrà svolgere la telefonata: «L’avvocato mi ha detto che devo dirgli che ho un trauma, che non dormo e non vado a scuola. Continuo a pensarci e non ho nessuno con cui confidarmi (...). Devo dire ’ste cose a Mario. E gli devo dire che mi chieda scusa. Così lo becco in pieno». Poi spiega che una cugina dovrà tornare al High Club e trovare un buttafuori disposto a testimoniare «che urlavo e gli dicevo basta basta». È convinta di spuntarla: «Mi basta questo. Perché lui mi ha stuprata: io ci sono stata sì, ma non per la violenza». Quest’ultima frase riassume il senso di diverse chat: non è chiaro se Balotelli l’abbia davvero forzata ma pare che lì per lì lei non ebbe la consapevolezza di essere stata vittima di abusi. Mesi dopo, è scritto agli atti, «l’avvocato mi ha spiegato che se lui non si ferma subito allora è violenza».
gentaglia....
24/07/2020, 15:16
24/07/2020, 19:47
25/07/2020, 13:43
vimana131 ha scritto:Accusa l'ex di tentato omicidio, ma mente: denunciata
Una donna materana di 38 anni è stata denunciata per calunnia dalla polizia per aver falsamente incolpato il suo ex compagno ed ex convivente, 29enne del posto, di averla aggredita e di aver tentato di ucciderla. L'indagine, condotta dalla squadra mobile e coordinata dalla Procura, ha portato all'archiviazione della posizione dell'uomo che era indagato, come atto dovuto, per tentato omicidio dopo la denuncia della donna. Secondo l'accusa della 38enne, ora denunciata, l'uomo l'aveva aggredita entrando in casa di nascosto, colpendola alle spalle e coprendole la testa con una busta di plastica per soffocarla, stringendo con un laccio. A quel punto la donna sarebbe caduta, priva di sensi, per poi essere salvata dal padre, preoccupato per l'assenza e la mancanza di notizie.
L'uomo si è sempre dichiarato estraneo alle accuse di tentato omicidio, violenza privata, minacce e lesioni, fornendo la ricostruzione dei suoi spostamenti nella serata del presunto tentato omicidio. L'alibi è stato riscontrato da testimoni, inoltre la visione dell'impianto di videosorveglianza ha consentito agli investigatori di capire che nel lasso di tempo in cui sarebbe avvenuta la presunta aggressione nessuno era entrato o uscito dal condominio della donna. Ulteriori indagini sono state effettuate sul traffico telefonico, sugli smartphone dei due ex conviventi, sulla dinamica del tentato omicidio apparsa inverosimile soprattutto per le tre ore rimaste con il capo chiuso nella busta di plastica.
Inoltre i capelli, che a suo dire erano stati strappati dall'uomo, risultano tagliati con le forbici perché presentano un taglio netto. Pure la maglia non era stata strappata, come dichiarato, ma erano stati fatti dei fori con uno spillone. Per la polizia e la Procura è stata una messinscena e il movente di questo assurdo gesto andrebbe ricercato nei rancori che la donna nutriva nei confronti del proprio ex compagno, dovuti alla burrascosa conclusione della loro relazione, che aveva comportato dissidi anche per motivi economici. La donna, che viene accusata di calunnia per aver falsamente incolpato il suo ex convivente pur sapendolo innocente, ha presentato richiesta di patteggiamento. Solo grazie alle accurate indagini è stato evitato che un innocente potesse essere condannato a vari anni di reclusione per tentato omicidio.
https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca ... pmy7L.html
26/07/2020, 13:07
20/09/2020, 17:43
21/09/2020, 12:17
18/10/2020, 18:20
20/10/2020, 15:09
Quando un omicidio lo compie un gay (ma non si può dire)
di Giorgio Russo. Tutti ricorderanno la terribile vicenda dell’omicidio di Eleonora Manta e Daniele De Santis, avvenuto a Lecce il 21 settembre per mano di Antonio De Marco, reo confesso. Quest’ultimo per due mesi aveva condiviso con la coppia l’appartamento, da cui poi si era allontanato. Il giorno del delitto, pianificato dall’assassino fin nei minimi dettagli, De Marco è entrato in casa con un duplicato delle chiavi e lì ha compiuto il suo massacro. La sua intenzione, a quanto pare, era di torturare le due vittime prima di ucciderle, per poi ripulire tutto con la candeggina che si era preventivamente procurato. È l’unica parte del duplice omicidio che non è riuscito a realizzare: entrato nell’appartamento, è passato subito all’azione, con una modalità cruentissima, per poi fuggire. Dopo una settimana di indagini, gli inquirenti sono arrivati a lui, e da lì l’epilogo.
È interessante ripercorrere il modo con cui il caso è stato trattato dai media nazionali e dai vari opinionisti, specie sul web. Nell’escludere unanimemente il “delitto passionale”, tutti hanno definito De Marco come un ragazzo “introverso, chiuso, con poche amicizie”. In diversi hanno scavato nella sua vita e la primissima versione è stata che l’impulso omicida fosse scattato a seguito di un alcuni rifiuti ricevuti da parte di alcune ragazze. Su De Marco ha cominciato così ad aleggiare subito l’aura negativa dell’incel, il celibe involontario, quella razza reietta di uomini, giovani e giovanissimi, cui la mancanza di chance sentimentali detterebbe spesso, secondo la nomea che gli è stata costruita addosso, atti sanguinosi ed estremi. Involontariamente lo stesso De Marco ha poi alimentato questa idea quando in fase di interrogatorio ha dichiarato di aver commesso l’omicidio dei due giovani “perché erano troppo felici”. La sua, secondo le interpretazioni che si sono subito diffuse, sarebbe stata quindi una “vendetta” simbolica contro quel mondo femminile che rendeva felici altri e non lui.
Insomma, in un modo o nell’altro l’omicidio per mano di De Marco è diventato per tutti una manifestazione di maschilità tossica. Innumerevoli sono stati i siti, blog e le pagine (si vedano alcuni miserabili esempi nell’immagine sotto, ingrandibile con un click) che, per voce di opinionisti/e più o meno famosi/e, tutti/e ascrivibili al più arrembante femminismo nazionale, hanno dato della vicenda questa lettura, che poi si è cristallizzata nell’opinione pubblica, tramite i media, fino a diventare definitiva. Per essa, De Marco ha compiuto il suo massacro in quanto maschio frustrato, un incel invidioso del rapporto affettivo tra le sue due vittime.
Sorpresa, ma nemmeno troppo: è falso. Abbiamo ricevuto da fonte certa e affidabile l’informazione che Antonio De Marco è omosessuale: sarebbe stato invaghito di Daniele De Santis e avrebbe agito per gelosia. A riprova, dettagli che non sono trapelati sulla stampa mainstream, c’è il fatto che abbia infierito con il coltello sul viso del ragazzo (quasi a cancellarne la bellezza che tanto lo attirava) ma soprattutto sul ventre e le parti intime di Eleonora Manta, che ha colpito fino a eviscerarla, come sfregio massimo verso la sessualità che gli aveva strappato l’uomo di cui era invaghito.
Sorpresa nella sorpresa (ma nemmeno troppo): tutti sanno che è così, dagli inquirenti ai giornalisti mainstream. Ma nessuno, tranne qualche piccola redazione (e con moltissima prudenza), l’ha detto o scritto. Perché? Chi ci ha informati non ha dubbi: non è gradito, oggi, ascrivere un omicidio così efferato e feroce a una persona omosessuale. Autodisciplina giornalistica, si dice. Ossia siamo alla censura “murgista”, quel misto di cancel culture, femminismo, cultura queer e politicamente corretto che ci ammorba la vita, interiorizzata fino a diventare regola deontologica. E così tocca al sito d’informazione alternativa, ossia a noi de “La fionda”, dire apertamente le cose come stanno. La mascolinità tossica non c’entra nulla, con buona pace delle trombone femministe subito pronte a puntare il dito contro gli incel, condizione nella quasi totalità dei casi in cui si trovano persone eterosessuali. Anzi siamo di fronte al contraltare della maschilità, essendo l’omicida un omosessuale. Non solo: siamo davanti a un tipico “delitto passionale”, e come tale deve essere chiamato, recuperando l’espressione dall’oblio in cui è stato confinato proprio dalle femministe. Ebbene sì, piaccia o no, l’amore, omosessuale o eterosessuale che sia, può prendere deviazioni verso strade oscure e tragiche. Capita di rado, per fortuna, ma capita, e le cose vanno chiamate col loro nome.
Ma c’è qualche altra riflessione da fare in più. La prima è: quante altre verità ci vengono nascoste dal sistema mediatico? È una domanda già sorta quando abbiamo svelato il “protocollo Murgia”: molti si sono chiesti quante direttive simili siano in vigore nelle redazioni anche su altri temi (pandemia e immigrazione in primis). Non c’è una risposta alla domanda, ma solo un’ipotesi: molte. E nel caso di Lecce, oltre che nascoste, le verità sono state manipolate per far ricadere la responsabilità virtuale di un delitto su una categoria (gli uomini eterosessuali e gli incel in particolare) in realtà del tutto incolpevole. Ma soprattutto: quanto ha pesato il clima oppressivo e mistificatorio in cui sta avvenendo la discussione sul DDL Zan sulla decisione tacita e condivisa dei media di nascondere l’omosessualità di De Marco e la natura passionale del suo omicidio? Già pullulano le notizie di false aggressioni omofobe, anch’esse a nostro avviso tutt’altro che casuali, non sorprenderebbe dunque scoprire che anche questa ennesima omissione, questo condizionamento calcolato delle coscienze collettive, abbia avuto un’origine politica e propagandistica.
Esageriamo? Noi siamo certi di no. Basti pensare che un articolo come questo, rivelatore della verità dei fatti su una questione di omosessualità, a DDL Zan vigente verrebbe definito omofobo, condannando il suo autore e il gestore del sito al carcere.
Fonte: https://www.lafionda.com/quando-lomicidio-lo-compie-un-gay-ma-non-si-puo-dire/
20/10/2020, 17:06
20/10/2020, 17:56
Ma c’è qualche altra riflessione da fare in più. La prima è: quante altre verità ci vengono nascoste dal sistema mediatico? È una domanda già sorta quando abbiamo svelato il “protocollo Murgia”: molti si sono chiesti quante direttive simili siano in vigore nelle redazioni anche su altri temi (pandemia e immigrazione in primis). Non c’è una risposta alla domanda, ma solo un’ipotesi: molte. E nel caso di Lecce, oltre che nascoste, le verità sono state manipolate per far ricadere la responsabilità virtuale di un delitto su una categoria (gli uomini eterosessuali e gli incel in particolare) in realtà del tutto incolpevole. Ma soprattutto: quanto ha pesato il clima oppressivo e mistificatorio in cui sta avvenendo la discussione sul DDL Zan sulla decisione tacita e condivisa dei media di nascondere l’omosessualità di De Marco e la natura passionale del suo omicidio? Già pullulano le notizie di false aggressioni omofobe, anch’esse a nostro avviso tutt’altro che casuali, non sorprenderebbe dunque scoprire che anche questa ennesima omissione, questo condizionamento calcolato delle coscienze collettive, abbia avuto un’origine politica e propagandistica.
Esageriamo? Noi siamo certi di no. Basti pensare che un articolo come questo, rivelatore della verità dei fatti su una questione di omosessualità, a DDL Zan vigente verrebbe definito omofobo, condannando il suo autore e il gestore del sito al carcere.
20/10/2020, 20:02
mik.300 ha scritto:
[i]viviamo in un mondo immaginario..
corriere e giornaloni c raccontano balle di continuo..
propaganda..
e saremmo in democrazia..
balla anche quella..