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 Oggetto del messaggio: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 24/02/2016, 01:10 
Altro che unioni civili o quote latte. Se non ci svegliamo e non capiamo che cosa sta accadendo,
di questo meraviglioso nostro Belpaese non rimarrà più nulla.

BEL PAESE – Ecco chi sarà il nuovo proprietario dell’agricoltura italiana

ren.png



Dal 2017 gli agricoltori italiani a loro insaputa saranno costretti a produrre ciò che il governo cinese deciderà. Se gli agricoltori italiani non si adegueranno, le loro aziende agricole falliranno.

Se le produzioni agricole italiane corrisponderanno ai gusti cinesi (molto improbabile, considerate le differenti abitudini alimentari) gli agricoltori italiani saranno salvi per un breve periodo.

Ma l’ipotesi più plausibile è che la maggioranza delle aziende agricole italiane dovrà riconvertire la produzione agricola tradizionale, e saranno costretti a produrre soia, girasoli e derivati perchè questa è la politica agricola europea della Cina che detta le regole all’Europa.

Ren Jianxin ha già comprato la Syngenta, la più importante azienda europea produttrice di sementi OGM e pesticidi nonché Poste Italiane e altre 345 aziende italiane ed, entro pochi mesi, diventerà il solo padrone dell’intero comparto agricolo italiano.

E’ il Presidente della più importante azienda mondiale del settore chimico-farmaceutico: ChemChi (China National Chemical Corporation).

Il Governo per l’ennesima volta rimane inerme di fronte ad una delle persone più potenti al mondo, con a disposizione circa 500 miliardi di euro liquidi (pari al pil di Grecia, Portogallo, Slovenia, Croazia e Macedonia tutte insieme e già nelle sue mani).

Sarebbe auspicabile una presa di coscienza degli agricoltori, ma soprattutto dei consumatori per fermare l’ennesimo clamoroso attacco al settore agroalimentare.

Continua>>> http://www.ilfattaccio.org/2016/02/23/24843/



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 24/02/2016, 10:08 
Ne avevamo parlato anche nell'Orto di Atlanticus, il nuovo gruppo facebook legato a tematiche finalizzate all'emancipazione dal "Sistema".

Vorrei sottolineare come, pian piano, lo scettro del potere 'invisibile' si sta spostando verso est, la Cina in particolare.

Saranno i cinesi, con tutta probabilità, a detenere il potere supremo durante l'era dell'Acquario (così come l'Occidente da Roma in poi lo fu durante i "Pesci" attraverso il sostegno del cristianesimo)



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 24/02/2016, 13:19 
.. e ne ho parlato da 4 anni ...



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 24/02/2016, 13:48 
4 anni? veramente è un processo in atto concretamente da Mani Pulite in poi.



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 24/02/2016, 14:05 
Per come la vedo io, da quando hanno fatto il secondo colpo di stato: contro berlusconi (quello di "mani pulite" è stato un altro ...) [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 24/02/2016, 14:28 
Ma scusate un momento... ma Berlusconi si oppose seriamente al processo economico-finanziario in corso dal 1992 in poi?

Quando Tremonti iniziò a presentare dei dubbi al riguardo ricordo che il governo Berlusconi lo scaricò immediatamente... Berlusconi non è stato eliminato, nemmeno politicamente, come invece ha rischiato di essere Farage e altri come lui.

Berlusconi è ancora lì, a rompere i maroni, nella vita politica italiana. Renzi ha portato avanti politiche del tutto simili a quelle del Berluska

Berlusconi è un perfetto esempio di "utile idiota" (anche se gli 'idioti', da questo punto di vista, siamo noi)

Una cosa gli costò la poltrona... solo una... l'avvicinamento a Putin.

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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 24/02/2016, 15:48 
Atlanticus81 ha scritto:
Ma scusate un momento... ma Berlusconi si oppose seriamente al processo economico-finanziario in corso dal 1992 in poi?

Quando Tremonti iniziò a presentare dei dubbi al riguardo ricordo che il governo Berlusconi lo scaricò immediatamente... Berlusconi non è stato eliminato, nemmeno politicamente, come invece ha rischiato di essere Farage e altri come lui.

Berlusconi è ancora lì, a rompere i maroni, nella vita politica italiana. Renzi ha portato avanti politiche del tutto simili a quelle del Berluska

Berlusconi è un perfetto esempio di "utile idiota" (anche se gli 'idioti', da questo punto di vista, siamo noi)

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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 24/02/2016, 16:50 
... convinti voi ...



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 24/02/2016, 20:09 
Atlanticus81 ha scritto:
Ma scusate un momento... ma Berlusconi si oppose seriamente al processo economico-finanziario in corso dal 1992 in poi?

Quando Tremonti iniziò a presentare dei dubbi al riguardo ricordo che il governo Berlusconi lo scaricò immediatamente... Berlusconi non è stato eliminato, nemmeno politicamente, come invece ha rischiato di essere Farage e altri come lui.

Berlusconi è ancora lì, a rompere i maroni, nella vita politica italiana. Renzi ha portato avanti politiche del tutto simili a quelle del Berluska

Berlusconi è un perfetto esempio di "utile idiota" (anche se gli 'idioti', da questo punto di vista, siamo noi)

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Esatto.



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 01/03/2016, 10:21 
ECCO CHI HA SVENDUTO L’ITALIA A GERMANIA ED EUROCRATI

3593.jpg


http://sapereeundovere.com/ecco-chi-ha- ... eurocrati/

DI GIULIO SAPELLI

ilsussidiario.net

Son vent’anni dalla nascita dell’Ulivo, e forse non è inutile fare il punto su quella che fu la sua politica economico-monetaria. Una politica che si inserisce nel grande percorso di trasformazione mondiale capitalistica ancora in corso, ma che iniziò ad apparire visibile esattamente alla metà degli anni Novanta del Novecento.

È ormai diffusa la quasi stucchevole affermazione per cui dalla crisi economica mondiale in corso stia emergendo una nuova formazione economico-sociale capitalista. In questo in verità non vi è nulla di nuovo, gli andamenti delle forze produttive sono sempre intimamente legati alle forme della produzione e quindi ai rapporti sociali e istituzionali. Anzi, molto spesso nella storia capitalistica questi ultimi hanno avuto un ruolo determinante nel pre-formare le stesse forze produttive, che ben poco hanno di meccanico e deterministico.

Ecco ora giungere, come aveva previsto Hansen nel 1939, la deflazione, che conduce alla stagnazione secolare: trappola di liquidità, sindrome giapponese; tutte malattie che nascono nell’Europa dell’euro ordoliberista. C’è di più, tuttavia. La finanza si incontra con nuove tecnologie che cent’anni fa non avevamo previsto. Schumpeter parlava di distruzione creatrice: nuove tecnologie, nuove imprese avrebbero distrutto le tecnologie e le imprese incapaci di adattarsi ai nuovi cambiamenti, e dalla crisi si sarebbe creato nuovo plusvalore generato dall’espropriazione del pluslavoro attraverso la riproduzione allargata del meccanismo del capitalismo. Si distruggeva ma si creava. E non solo variando i tassi di interesse, come aveva in mente Keynes, ma facendo circolare merce contro merce come aveva in mente Piero Sraffa, nel suo “Produzione di merci per mezzi di merci”, che rimane il più bel libro di economia del Novecento.

Ora le cose sembrano cambiare. Perché il nuovo ciclo Kondratieff che si avvicina come uno tsunami ha talune caratteristiche prima sconosciute. Pone all’odine del giorno la creazione diffusa di sistemi naturalmente complessi e stratificati quanto a tecnologie di intelligenze artificiali che producono a loro volta intelligenze. È come se si elevasse l’Itc all’ennesima potenza. Le stampanti 3D, con la meccanica per diffusione e non per estrusione che ne deriva grazie all’uso del laser, sono solo l’inizio. Il seguito saranno i robot isomorfi, omeostatici tanto con il corpo umano quanto con il mutare delle macchine e dell’ambiente in cui sono immersi.

Tutto questo è avvenuto in Europa grazie alla politica economico-monetaria dell’Ulivo, che ha disarmato le menti e nel mentre ha armato nuove classi economico-politiche cosmopolite (i Padoa Schioppa ne sono l’esempio più sconcertante), a cominciare dai Ciampi e dai Draghi e per finire con i Monti costruiti dai quotidiani e dai poteri situazionali di fatto filo-teutonici e anti Usa, che già Gramsci aveva ben descritto, seguendo Machiavelli e parlando del “cosmopolitismo”, ossia del servilismo internazionale degli intellettuali italiani. Immaginiamoci che cosa accade quando al posto di intellettuali ci troviamo dinanzi ragionieri del mondo affascinati dal mito umiliante che narra che gli italiani nulla san far da sé e hanno quindi bisogno per bene agire di choc esterni: l’ordoliberalismus teutonico appunto, mito che in qualsivoglia altra nazione farebbe sfidare a duello colui che accusa il suo interlocutore di sostenere tale tes

Si dovrà fare la storia dell’Ulivo che ne affronti la teoria economica prevalente. I testi di Lodovico Festa (anche l’ultimo apparso su “Studi cattolici” recentissimamente) offrono di già un’eccellente premessa. Ma certamente la politica monetaria di quegli anni va inserita nella specificità della vicenda monetaria italiana che è sempre stata — come sappiamo — determinata da un’oscillazione e da un intreccio continuo tra fiscal dominance eforeign dominance.

Sgombriamo subito il campo dal presupposto ipostatizzato mitologicamente che il problema centrale sia quello dell’indipendenza delle banche centrali. L’indipendenza delle banche centrali dal Tesoro (per dipendere da chi, se non dalle burocrazie o dalle euroburocrazie spartite in basi a criteri di potenza nazionale?) non incide sui temi della foreign dominance come nei consolidati manuali Cencelli politici, e nel caso dell’Ulivo: non è determinante.

Ciò che è e fu determinante a partire dai tempi dell’Ulivo (sino a oggi) è il fatto che l’indipendenza delle banche centrali europee dell’eurozona e quindi dell’Italia fu lo strumento più idoneo allorché si ritenne di potere e volere fare la volontà della nazione accettando, anzi, invocando, il dominio estero sulle nostre scelte di politica monetaria ed economica non in una condizione di condivisione ma, invece, di crescente sottrazione di sovranità.

La mia tesi è che l’Ulivo ha rappresentato l’acme della foreign dominance e l’ha reso pressoché irreversibile — almeno nel breve periodo — con l’entrata nell’euro e quindi con la definitiva perdita della sovranità monetaria. Ciò che è stata una delle fasi della foreign dominance, ossia l’egemonia tedesca sul sistema economico e su quello monetario in primis italiano grazie all’Europa a dominazione germanica, è ormai divenuta una delle caratteristiche della stessa nazione italiana.

Il nesso nazione-internazionalizzazione ha avuto una torsione e stabilizzazione definitiva, se l’Europa non muterà volto, ossia non si riscriverà il Trattato di Maastricht e non cadranno tutti i suoi presupposti. Essi hanno condannato alla decadenza l’Italia, come fu nella crisi del Seicento. I mezzi furono diversi, gli esiti saranno e già sono assai simili: de-industrializzazione, depauperamento del capitale umano con la sua emigrazione da un lato e la sua emasculazione emotiva dall’altro.

Come è noto, quando parliamo di fiscal dominance intendiamo il ruolo determinante del Tesoro nella creazione monetaria. Determinare la quantità di moneta e dei tassi d’interesse è un compito che rimane nelle mani della politica e delle istituzioni finanziarie: oppongono il principio di gerarchia a quello di mercato e allocano le risorse in questo con sistematica prevalenza. In questo senso il ruolo del mercato è subalterno e sottoposto al controllo politico anche in un contesto internazionale che può renderlo difficile Ma questa è stata fondamentalmente la condizione in cui l’Italia si è trovata a operare per la sua collocazione nella divisione internazionale del lavoro durante tutta la sua storia sino ai primi anni Novanta del Novecento. Proprio gli anni in cui inizia l’esperienza dell’Ulivo.

Naturalmente questa storia è stata contrassegnata da una diversità della foreign dominance anche in condizioni ben precedenti l’Ulivo e che ho richiamato precedentemente. Si possono scandire storicamente dei tempi ben precisi in cui tale foreign dominance assume colori diversi, dai tempi di Camillo Cavour, passando per il predominio inglese e francese e poi quello tedesco che fu decisivo per la creazione del sistema bancario italiano e per inverare poi durante il fascismo paradossalmente il predomino nordamericano, con un ruolo decisivo esercitato dalla banca Morgan e dal suo rappresentante in Italia.



Giulio Sapelli

Fonte: http://www.ilsussidiario.net

28.02.2016

Tratto da: http://www.comedonchisciotte.org



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 01/03/2016, 12:13 
Atlanticus81 ha scritto:
Ma scusate un momento... ma Berlusconi si oppose seriamente al processo economico-finanziario in corso dal 1992 in poi?

Quando Tremonti iniziò a presentare dei dubbi al riguardo ricordo che il governo Berlusconi lo scaricò immediatamente... Berlusconi non è stato eliminato, nemmeno politicamente, come invece ha rischiato di essere Farage e altri come lui.

Berlusconi è ancora lì, a rompere i maroni, nella vita politica italiana. Renzi ha portato avanti politiche del tutto simili a quelle del Berluska

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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 01/03/2016, 12:51 
Dissento (naturalmente): il cav. era super controllato da scalfaro (oltre dall'europa) ... dava FASTIDIO!



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 13/07/2016, 11:57 
Dove non arriva lo stato, arriveranno i privati.. professionisti privati (gajardi aho)
che, come avvoltoi, attendono pazienti il loro turno.... e il caso dell'Enav.


Grazie Padoan... grazie davvero per tutto quello che stai facendo.
Ci ricorderemo anche di questo...



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 Oggetto del messaggio: Re: Stanno svendendo il Belpaese
MessaggioInviato: 13/07/2016, 12:54 
Thethirdeye ha scritto:
Dove non arriva lo stato, arriveranno i privati.. professionisti privati (gajardi aho)
che, come avvoltoi, attendono pazienti il loro turno.... e il caso dell'Enav.


Grazie Padoan... grazie davvero per tutto quello che stai facendo.
Ci ricorderemo anche di questo...



quadratura del cerchio..

Rothschild sarà l’advisor finanziario del ministero dell’Economia per la privatizzazione dell’Enav. Lo comunica il Tesoro, sottolineando che al termine “del processo di selezione, che ha coinvolto istituzioni finanziarie e studi legali italiani ed esteri, il ministero dell’Economia ha conferito a Rothschild e allo studio Shearman & Sterling l’incarico, rispettivamente, di consulente finanziario e di consulente legale per le attività relative alla cessione di una quota di minoranza del capitale dell’Enav”. askanews

https://en.wikipedia.org/wiki/Shearman_%26_Sterling

Shearman & Sterling LLP is a multinational law firm headquartered in New York City, United States. It is organized as a single, integrated partnership with approximately 850 lawyers in many of the commercial centers of the world. The firm's lawyers practice US, English, EU, French, German, Italian and Hong Kong law.

Shearman & Sterling was founded in New York City in 1873 and is considered a part of the group of elite American "white shoe" law firms

Wall Street origins

Shearman & Sterling was founded in 1873 by Thomas Shearman and John William Sterling, who concentrated on litigation and transactional matters respectively. The young firm represented financier Jay Gould and industrialist Henry Ford, and cultivated a number of important business ties that would evolve into long-standing client relationships, such as with the Rockefeller family and the predecessor banks to Citigroup and Deutsche Bank.[3]
Postwar global expansion

The firm experienced international expansion in the post-World War II era under the direction of Boykin C. Wright, a senior partner who joined the firm from Cahill Gordon & Reindel with a group of lawyers, briefly leading the firm to add his name to the letterhead.[4] The firm's first international office was established in Paris in 1963.

In postwar Germany, Shearman & Sterling helped German companies such as Siemens and BASF restructure their debts and re-emerge as credible exporters to the United States. The firm's lawyers assisted Daimler in its listing on the New York Stock Exchange in 1993, the first such listing by a German company, prompting other major companies to follow suit.[5] The firm then represented the German automaker in its purchase and subsequent sale of Chrysler.

The firm is well known for its ability to compete in key legal markets, particularly in Germany where its mergers and acquisitions practice is preeminent and in the United Kingdom, where it fields one of the largest London offices of a non-UK law firm.[6]

Elsewhere, the firm played an important role in the establishment of state-owned oil and gas companies, including Sonatrach in Algeria and throughout the Middle East. In 1979, Shearman & Sterling lawyers represented Citibank during the intense negotiations that ensued during the Iranian Hostage Crisis, after the US government froze all Iranian assets in US banks.[7]

Shearman & Sterling has been involved in Latin America for decades. The firm's lawyers helped restructure the debts of many Latin American nations in the 1980s in the Brady transactions. It also won mandates in the privatization of numerous state-owned entities. In 2004, the firm launched an office in São Paulo, Brazil and has since represented Brazilian companies in a number of important transactions.



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 13/07/2016, 18:33 
Thethirdeye ha scritto:
ECCO CHI HA SVENDUTO L’ITALIA A GERMANIA ED EUROCRATI

L’allegato 3593.jpg non è disponibile
http://sapereeundovere.com/ecco-chi-ha- ... eurocrati/

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Son vent’anni dalla nascita dell’Ulivo, e forse non è inutile fare il punto su quella che fu la sua politica economico-monetaria. Una politica che si inserisce nel grande percorso di trasformazione mondiale capitalistica ancora in corso, ma che iniziò ad apparire visibile esattamente alla metà degli anni Novanta del Novecento.

È ormai diffusa la quasi stucchevole affermazione per cui dalla crisi economica mondiale in corso stia emergendo una nuova formazione economico-sociale capitalista. In questo in verità non vi è nulla di nuovo, gli andamenti delle forze produttive sono sempre intimamente legati alle forme della produzione e quindi ai rapporti sociali e istituzionali. Anzi, molto spesso nella storia capitalistica questi ultimi hanno avuto un ruolo determinante nel pre-formare le stesse forze produttive, che ben poco hanno di meccanico e deterministico.

Ecco ora giungere, come aveva previsto Hansen nel 1939, la deflazione, che conduce alla stagnazione secolare: trappola di liquidità, sindrome giapponese; tutte malattie che nascono nell’Europa dell’euro ordoliberista. C’è di più, tuttavia. La finanza si incontra con nuove tecnologie che cent’anni fa non avevamo previsto. Schumpeter parlava di distruzione creatrice: nuove tecnologie, nuove imprese avrebbero distrutto le tecnologie e le imprese incapaci di adattarsi ai nuovi cambiamenti, e dalla crisi si sarebbe creato nuovo plusvalore generato dall’espropriazione del pluslavoro attraverso la riproduzione allargata del meccanismo del capitalismo. Si distruggeva ma si creava. E non solo variando i tassi di interesse, come aveva in mente Keynes, ma facendo circolare merce contro merce come aveva in mente Piero Sraffa, nel suo “Produzione di merci per mezzi di merci”, che rimane il più bel libro di economia del Novecento.

Ora le cose sembrano cambiare. Perché il nuovo ciclo Kondratieff che si avvicina come uno tsunami ha talune caratteristiche prima sconosciute. Pone all’odine del giorno la creazione diffusa di sistemi naturalmente complessi e stratificati quanto a tecnologie di intelligenze artificiali che producono a loro volta intelligenze. È come se si elevasse l’Itc all’ennesima potenza. Le stampanti 3D, con la meccanica per diffusione e non per estrusione che ne deriva grazie all’uso del laser, sono solo l’inizio. Il seguito saranno i robot isomorfi, omeostatici tanto con il corpo umano quanto con il mutare delle macchine e dell’ambiente in cui sono immersi.

Tutto questo è avvenuto in Europa grazie alla politica economico-monetaria dell’Ulivo, che ha disarmato le menti e nel mentre ha armato nuove classi economico-politiche cosmopolite (i Padoa Schioppa ne sono l’esempio più sconcertante), a cominciare dai Ciampi e dai Draghi e per finire con i Monti costruiti dai quotidiani e dai poteri situazionali di fatto filo-teutonici e anti Usa, che già Gramsci aveva ben descritto, seguendo Machiavelli e parlando del “cosmopolitismo”, ossia del servilismo internazionale degli intellettuali italiani. Immaginiamoci che cosa accade quando al posto di intellettuali ci troviamo dinanzi ragionieri del mondo affascinati dal mito umiliante che narra che gli italiani nulla san far da sé e hanno quindi bisogno per bene agire di choc esterni: l’ordoliberalismus teutonico appunto, mito che in qualsivoglia altra nazione farebbe sfidare a duello colui che accusa il suo interlocutore di sostenere tale tes

Si dovrà fare la storia dell’Ulivo che ne affronti la teoria economica prevalente. I testi di Lodovico Festa (anche l’ultimo apparso su “Studi cattolici” recentissimamente) offrono di già un’eccellente premessa. Ma certamente la politica monetaria di quegli anni va inserita nella specificità della vicenda monetaria italiana che è sempre stata — come sappiamo — determinata da un’oscillazione e da un intreccio continuo tra fiscal dominance eforeign dominance.

Sgombriamo subito il campo dal presupposto ipostatizzato mitologicamente che il problema centrale sia quello dell’indipendenza delle banche centrali. L’indipendenza delle banche centrali dal Tesoro (per dipendere da chi, se non dalle burocrazie o dalle euroburocrazie spartite in basi a criteri di potenza nazionale?) non incide sui temi della foreign dominance come nei consolidati manuali Cencelli politici, e nel caso dell’Ulivo: non è determinante.

Ciò che è e fu determinante a partire dai tempi dell’Ulivo (sino a oggi) è il fatto che l’indipendenza delle banche centrali europee dell’eurozona e quindi dell’Italia fu lo strumento più idoneo allorché si ritenne di potere e volere fare la volontà della nazione accettando, anzi, invocando, il dominio estero sulle nostre scelte di politica monetaria ed economica non in una condizione di condivisione ma, invece, di crescente sottrazione di sovranità.

La mia tesi è che l’Ulivo ha rappresentato l’acme della foreign dominance e l’ha reso pressoché irreversibile — almeno nel breve periodo — con l’entrata nell’euro e quindi con la definitiva perdita della sovranità monetaria. Ciò che è stata una delle fasi della foreign dominance, ossia l’egemonia tedesca sul sistema economico e su quello monetario in primis italiano grazie all’Europa a dominazione germanica, è ormai divenuta una delle caratteristiche della stessa nazione italiana.

Il nesso nazione-internazionalizzazione ha avuto una torsione e stabilizzazione definitiva, se l’Europa non muterà volto, ossia non si riscriverà il Trattato di Maastricht e non cadranno tutti i suoi presupposti. Essi hanno condannato alla decadenza l’Italia, come fu nella crisi del Seicento. I mezzi furono diversi, gli esiti saranno e già sono assai simili: de-industrializzazione, depauperamento del capitale umano con la sua emigrazione da un lato e la sua emasculazione emotiva dall’altro.

Come è noto, quando parliamo di fiscal dominance intendiamo il ruolo determinante del Tesoro nella creazione monetaria. Determinare la quantità di moneta e dei tassi d’interesse è un compito che rimane nelle mani della politica e delle istituzioni finanziarie: oppongono il principio di gerarchia a quello di mercato e allocano le risorse in questo con sistematica prevalenza. In questo senso il ruolo del mercato è subalterno e sottoposto al controllo politico anche in un contesto internazionale che può renderlo difficile Ma questa è stata fondamentalmente la condizione in cui l’Italia si è trovata a operare per la sua collocazione nella divisione internazionale del lavoro durante tutta la sua storia sino ai primi anni Novanta del Novecento. Proprio gli anni in cui inizia l’esperienza dell’Ulivo.

Naturalmente questa storia è stata contrassegnata da una diversità della foreign dominance anche in condizioni ben precedenti l’Ulivo e che ho richiamato precedentemente. Si possono scandire storicamente dei tempi ben precisi in cui tale foreign dominance assume colori diversi, dai tempi di Camillo Cavour, passando per il predominio inglese e francese e poi quello tedesco che fu decisivo per la creazione del sistema bancario italiano e per inverare poi durante il fascismo paradossalmente il predomino nordamericano, con un ruolo decisivo esercitato dalla banca Morgan e dal suo rappresentante in Italia.



Giulio Sapelli

Fonte: http://www.ilsussidiario.net

28.02.2016

Tratto da: http://www.comedonchisciotte.org


Aggiungo questo.......

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Dobbiamo aggiungere altro?



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