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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 26/01/2019, 09:58 
Cita:
Imita i viticci, si arrotola e srotola a spirale. Sembra una pianta ma in realtà è un robot

24 GENNAIO 2019
Difficile distinguere il plantoide da un vero viticcio: entrambi sono rampicanti, si arrotolano e srotolano attorno a supporti esterni per favorire il benessere della pianta stessa. Ma se il vegetale lo fa in maniera del tutto spontanea, il robot che lo imita sfrutta un tubo flessibile di PET (un comune polimero spesso usato per contenere alimenti), all'interno del quale è presente un liquido con ioni. La scoperta italiana sfrutta il principio idraulico dei viticci, ossia il trasporto dell'acqua al loro interno conosciuto come "osmosi". La pianta rampicante, descritta sulla rivista Nature Communications, apre la strada a una futura generazione di dispositivi indossabili e in grado di cambiare forma. Congratulazioni al team del Centro di Micro-BioRobotica dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) a Pontedera (Pisa) coordinato dalla ricercatrice Barbara Mazzolai, tra le 25 donne geniali della robotica 2015, cui va il merito del primo robot pianta mai realizzato. Alla ricerca, ispirata ai meccanismi naturali del processo 'osmosi', ossia la presenza di particelle presenti nel liquido (citosol) delle cellule della pianta, ha partecipato il tecnologo dei materiali Edoardo Sinibaldi e l'ingegnere aerospaziale Indrek Must. La pianta robot, il piantoide Il robot, soffice, è stato creato partendo da un modello matematico che ha determinato le sue dimensioni affinché i movimenti guidati dall'osmosi non fossero troppo lenti. Il robot ha quindi acquisito la forma di un piccolo viticcio, in grado di compiere movimenti reversibili - arrotolamento e srolotamento - come fanno anche le piante. Sfruttando una batteria da 1.3 Volt, gli ioni vengono attirati e immobilizzati sulla superficie di elettrodi flessibili alla base del viticcio, dando vita a un processo osmotico e causando, così, il movimento del liquido stesso, da cui lo srotolamento del viticcio artificiale. L'arrotolamento si ottiene rimuovendo l'effetto della batteria, sfruttando il circuito elettrico in cui essa è inserita. È la prima volta che si mostra la possibilità di sfruttare l'osmosi per azionare movimenti reversibili. Il futuro Il fatto di esserci riusciti usando una comune batteria e dei tessuti flessibili suggerisce la possibilità di creare robot soffici facilmente adattabili all'ambiente circostante, senza creare danni a oggetti o esseri viventi. Le possibili applicazioni potranno spaziare dalle tecnologie indossabili allo sviluppo di braccia robotiche flessibili per esplorazione. La sfida nell'imitare le capacità delle piante di muoversi in ambienti mutevoli e non strutturati è appena iniziata.

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/ ... tml#foto-2


https://www.nature.com/articles/s41467-018-08173-y


Allegati:
131227675-71c5bf64-be74-493b-afe6-35387997fc5d.png


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 21/02/2019, 17:58 
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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 21/02/2019, 22:33 
Cita:

Futuro del lavoro e iperproduttività. Tesla: una storia vera

Immagine

Abbiamo parlato di futuro del lavoro e del problema dell’iperproduttività scollegata dall’occupazione attraverso la condivisione di questo video. Non sono mancate le critiche a una previsione valutata da alcuni troppo pessimista, sebbene avallata da dati e da numerose ricerche, di cui abbiamo parlato qui. Oggi vi raccontiamo una storia vera, di un’azienda vera che certamente conoscete: stiamo parlando di Tesla e di Elon Musk.

Il recentissimo caso di Tesla – risale a pochi mesi fa – è un esempio concreto che dimostra come i nuovi sistemi di robotica programmabili consentano di abbattere i costi di produzione legati alla forza lavoro umana semplicemente ottimizzando software che già esistono. Ma vediamo nel dettaglio cosa è successo in meno di due anni in Tesla. Procediamo con ordine. Il 17 aprile del 2017 Tesla implementa il sistema di robotica Kuka per la produzione della Serie 3, un modello a basso costo. A differenza di altre aziende automobilistiche, Tesla non ha automatizzato solo la piegatura, la verniciatura e le saldature, ma anche l’assemblaggio finale della vettura, che normalmente viene ancora gestito da operai. I robot Kuka sono costati meno di 200 milioni di dollari, possono eseguire qualunque attività nella catena di produzione e necessitano di un team inferiore a 200 persone per programmarli. L’obiettivo è raggiungere una produzione di 5000 veicoli serie 3 a settimana entro giugno. Nei primi tre mesi del 2018 inizia dunque la produzione della Serie 3, ma stenta a crescere, mettendo in grave difficoltà l’azienda, tanto che Elon Musk si decide a restare addirittura 24 ore su 24 in azienda per capire dove sia il problema. Alla fine capisce che risiede proprio nel software dei robot programmabili che effettuano l’assemblaggio finale, limitando il numero di vetture che riescono a produrre ogni giorno.

Nonostante un intero team di programmatori impegnati su questo fronte, Tesla non riesce però a risolvere il problema e il 13 maggio 2018 Musk annuncia un hackaton di due giorni (cioè una gara tra programmatori informatici) per avere menti fresche per ottimizzare il software e trovare una soluzione. Di questo evento non si ha più nessuna notizia, ma i risultati dell’azienda nei mesi successivi ci dicono molto di quello che è accaduto.

Il 12 giugno 2018, infatti, Tesla ha licenziato il 9% della forza lavoro, cioè 4000 persone che corrispondono a una risparmio per l’azienda pari a 360 milioni di dollari all’anno.
Durante il terzo trimestre del 2018, anche se con 4000 operai in meno, la produzione cresce del 35%, cioè vengono prodotte 28.000 auto in più, corrispondenti a 1 miliardo di dollari di fatturato in più nel trimestre.

La produzione di veicoli continua ad aumentare anche nel quarto trimestre con un incremento del +40% rispetto al secondo trimestre, cioè circa 35.000 auto in più per 1 miliardo e 200 milioni di dollari di fatturato in più nel trimestre. Tutto questo grazie a un’ulteriore ottimizzazione del software Kuka. Il 18 gennaio 2019, cioè circa un mese fa, Tesla procede a ulteriori licenziamenti per un totale di circa 2800 persone, circa il 7% dei dipendenti, pari a un risparmio di circa 252 milioni di dollari l’anno.

Se vi siete persi, ecco qui un crudo riassunto di quanto accaduto: in soli sei mesi, o se vogliamo a distanza di circa 1 anno da quando sono stati acquistati i robot, 6,800 dipendenti sono rimasti senza lavoro, Tesla ha ottenuto un risparmio sui salari di circa 612 milioni di dollari all’anno e, nonostante la minore forza lavoro umana impiegata, riesce a produrre 63,000 auto in più all’anno, pari a un incremento di fatturato di 2 miliardi e 2oo milioni di dollari. Con un tale abbattimento dei costi e un così consistente aumento della produttività, le altre case automobilistiche non avranno scelta per restare competitive sul mercato: dovranno abbattere i costi di produzione, sostituendo la forza lavoro con sistemi automatizzati. Fra quanto questo avverrà? Tesla ha impiegato solo pochi mesi.

fonte: https://www.ilblogdellestelle.it/2019/02/futuro-del-lavoro-e-iperproduttivita-tesla-una-storia-vera.html



nonostante tutto se non sbaglio Tesla è sull'orlo del fallimento o ricordo male?



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 22/02/2019, 11:48 
Ci mancava poco.
https://www.motorbox.com/auto/magazine/ ... di-fallire



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 10/03/2019, 11:04 
Cita:
Il robot al paziente in terapia intensiva: "Stai per morire, non tornerai più a casa"

Il 79enne Ernest Quintana ha appreso così la sua triste sorte. La nipote Annalisia, che era con lui: "Mi sarei aspettata il conforto di un medico, un essere umano"
Ernest Quintana sapeva di essere ormai al tramonto della vita. Ma mai si sarebbe aspettato che a dargli la triste notizia sarebbe stato un robot. E invece, è andata proprio così. Dopo essersi recato con la famiglia in un ospedale di Fremont, in California, il 79enne ha visto entrare nella sua camera di terapia intensiva una grossa macchina con sopra uno schermo in cui è comparso il viso del medico.
Il dottore, collegato via skype, ha informato lui e i familiari che "stava morendo" e che "non sarebbe mai tornato a casa".Ma non mi sarei mai aspettata di non avere accanto il conforto di un medico, un essere umano. Una cosa così non dovrebbe succedere mai più, a nessuna famiglia".

L'ospedale ha chiesto scusa alla famiglia dopo avergli rinnovato le sue condoglianze. E ha ammesso che le circostanze "sono state altamente inconsuete", e che alla luce di quanto accaduto l'uso dei robot sarà sottoposto a una revisione.

https://www.huffingtonpost.it/2019/03/0 ... SSTAND0011


Quando si supera il limite della disumanizzazione forse sarebbe il caso di fermarsi a riflettere...



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 10/03/2019, 13:28 
Beh in questo caso c'entra poco la macchina, è il medico ad essere una bestia visto che di fatto ha dato lui la notizia dallo schermo del macchinario.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 11/03/2019, 15:22 
Cita:

La grande invasione africana delle culle vuote italiane


L’Africa è una bomba demografica che potrebbe scoppiarci in faccia. La colpa è nostra. La loro natalità l’abbiamo finanziata noi: invece di legare gli aiuti al controllo delle nascite, inviamo miliardi di ‘aiuti’ e frotte di volontari in cerca di avventure. Spesso tragiche.

L’Europea oggi si è stabilizzata sui 510 milioni di abitanti che invecchiano (gli italiani più di altri). L’Africa invece ha visto crescere la sua popolazione sino a un miliardo e 250 milioni di abitanti, il 40% dei quali è giovanissima, ha meno di 15 anni.

Milioni di giovani appena il denaro lo consente (e questo è da tenere in mente: sono i quasi ricchi che partono, non i pover) si connettono alla rete globale e iniziano a sognare un futuro in Europa.

Secondo un’inchiesta condotta dall’Istituto Gallup nel 2016 (…) il 42% degli africani tra i 15 e i 24 anni e il 32% dei diplomati della scuola secondaria superiore si dicono intenzionati a migrare.

Se non facciamo qualcosa, nel 2050, ci saranno 450 milioni di europei contro 2 miliardi e mezzo di africani.
Da qui al 2100, tre persone su quattro del mondo saranno nate a sud del Sahara.

Se gli africani confermeranno il trend attuale, secondo molti esperti l’Europa, fra trent’anni, avrà all’interno dei suoi confini dai 150 ai 200 milioni di cosiddetti afro-europei rispetto ai 9 milioni odierni: un incubo. In pratica una distesa senza fine di Castel Volturno.

L’Europa, in realtà, non ha bisogno di immigrati: è troppo tecnologica per aver bisogno di milioni di braccia. Che servono invece a chi vuole sfruttare a basso costo. Quindi sono inutili. Una massa di persone che finirebbe per riversarsi in baraccopoli intorno alle città: una sorta di invasioni barbariche. Ma con al posto dei ‘tedeschi’ gli africani.

La soluzione è prepararsi. Prima di tutto: finanziare la denatalità africana. Trasformare il Mediterraneo in quello che è sempre stato: un muro d’acqua tra l’Africa e l’Europa. Non solo, potenziare il muro di sabbia che è sempre stato il Sahara, per salvare quel che resta dell’Africa Bianca romana, trasformata dagli Arabi in quello che è oggi il Nordafrica.

E poi ci siamo noi. Dobbiamo finanziare la natalità europea. Nel nostro caso italiana. Facendo attenzione a non fare come la Francia: dove i bambini nascono, ma quelli del colore sbagliato.

In questo contesto interessante l’intervista del Giornale ad Antonio Golini, uno dei più noti studiosi di demografia in Italia.

Ha appena pubblicato (con Marco Valerio Lo Prete) Italiani poca gente. Il Paese al tempo del malessere demografico (Luiss).
VERIFICA LA NOTIZIA

Nel saggio prende in esame la crisi di natalità che ha colpito l’Italia e riflette sugli effetti a lungo termine che questa potrebbe avere sulla nostra (…)

(…) società. Effetti che in un certo senso potrebbero persino portare gli italiani verso l’estinzione. Già oggi, per intenderci, nel nostro Paese ci sono soltanto 3 ragazzi ogni 5 anziani. Ne abbiamo parlato direttamente con Golini, professore emerito della Sapienza, accademico dei Lincei che insegna sviluppo sostenibile alla Luiss.

Professor Golini perché l’Italia è un vero e proprio caso demografico?

«Perché alla fine è una nazione demograficamente di un certo rilievo, circa 60 milioni, che mette in luce un trend molto particolare. Abbiamo una natalità bassissima e abbiamo una popolazione dalla vita molto lunga. Semplificando un po’ si può quindi dire che siamo un Paese in cui non è più assicurato il ricambio generazionale».

Nel suo libro lei spiega anche che siamo collocati su una sorta di faglia demografica. Cosa vuol dire?

«Siamo su una faglia demografica perché siamo posizionati, geograficamente parlando, a cavallo dell’altissima fecondità dell’Africa subsahariana e della fecondità europea che è molto bassa. Quindi è inevitabile che verso di noi si muova un’onda migratoria. Possiamo ringraziare il Sahara e il Mediterraneo, che sono ostacoli naturali consistenti, se quest’onda migratoria per ora ha avuto queste dimensioni. Non ci fossero stati sarebbe stata incontenibile».

Però visto che abbiamo una natalità bassa l’immigrazione potrebbe anche essere, in un certo senso, una soluzione. O no?

«L’arrivo di giovani, e gli immigrati africani in massima parte lo sono, riequilibra in parte la denatalità e i suoi effetti. Ma sia chiaro: lo fa solo se guardiamo ai numeri puri. Una popolazione è fatta anche di cultura e di storia. Se una popolazione invecchia e perde la sua vitalità alla fine fatica anche a trasmettere i suoi valori ai nuovi arrivati. Rischia di essere sostituita, non di integrare i nuovi arrivati».

Qual è la soglia sotto la quale una popolazione entra in una «trappola demografica» e rischia di non riuscire più a rinnovarsi?

«Questa stessa domanda una volta me l’ha posta Baldovino re del Belgio (Paese che attualmente ha gravi problemi di integrazione dei migranti, ndr). Gli risposi che quando si arriva ad un tasso riproduttivo attorno agli 1,2-1,3 figli per donna e lo si mantiene a lungo, si rischia l’implosione demografica. Quello dell’implosione demografica è un rischio reale anche se viene poco percepito. Ha effetti su tutta la società, dal sistema pensionistico a quello sanitario, ma se ne parla poco. I pericoli dell’esplosione demografica invece sono studiatissimi e molto più percepiti».

In Italia non siamo lontani dai numeri che portano all’implosione demografica vero?

«Sì, siamo attorno ai livelli di cui parlavo prima ed è giusto focalizzare l’attenzione sul problema».

Gli effetti più evidenti sono sul mercato del lavoro?

«Quasi tutti gli sviluppi tecnologici degli ultimi decenni sono stati di tipo labour saving. Quindi da questo punto la perdita demografica è stata compensata, paradossalmente il calo demografico in questo caso ha assecondato la congiuntura economica. La questione è diversa per quanto riguarda il sistema pensionistico e previdenziale. I versamenti di chi lavora finiscono inevitabilmente per non riuscire più a coprire il numero sempre più alto di pensionati. Si tratta di un equilibrio delicato che in Italia tende già a rompersi. Bisognerebbe immaginare qualcosa di nuovo a livello economico, ragionando anche su forme di volontariato, ma è molto complesso. Serve una rivoluzione culturale».

La denatalità è un pericolo ma lo è anche l’eccessiva natalità. Dove si trova il punto di equilibrio?

«Il numero che tiene in equilibrio una popolazione contemporanea, è abbastanza ovvio, è quello di due figli per coppia. Consente, in assenza di forte mortalità infantile, un rinnovo completo della popolazione generazione dopo generazione. Ma questa semplicità va bene solo se stiamo scrivendo delle formuline su un pezzo di carta. Ovviamente nella realtà dove ognuno è libero di avere figli o non averne, bisogna che per compensare la libertà (ma esistono anche condizioni oggettive di impedimento) delle coppie che decidono di avere un figlio solo o nessuno devono poterci essere coppie che di figli hanno la libertà di farne tre o quattro. Per ottenere questo risultato servono delle politiche precise. Ma se è molto facile far percepire il vantaggio economico immediato di avere meno figli è molto difficile far percepire il vantaggio di averne di più».

Per altro poi le politiche demografiche richiedono tempi lunghi…

«L’Africa sta vedendo diminuire la fecondità, l’Italia non la vede aumentare. Ma tra vent’anni molti dei bambini africani di oggi saranno adulti. Molto dipende da quanti figli decideranno di fare a loro volta. È molto difficile fare previsioni e ancor di più trovare formule politiche per controllare fenomeni che si dipanano così in là nel tempo».

Interessante, in particolar modo, la parte in neretto:

Quasi tutti gli sviluppi tecnologici degli ultimi decenni sono stati di tipo labour saving. Quindi da questo punto la perdita demografica è stata compensata, paradossalmente il calo demografico in questo caso ha assecondato la congiuntura economica.

Significa che non abbiamo bisogno di immigrati, come ci raccontano, perché la denatalità che causa una diminuzione di lavoratori è compensata, e sempre più lo sarà, dall’aumento dell’impatto della tecnologia: servono sempre meno lavoratori. Del resto, in Italia ci sono oggi milioni di disoccupati.

Rimane la questione pensioni: chi le pagherà? Beh, se non servono immigrati per lavorare, non certo loro. Sarebbe un controsenso. Dobbiamo spostare le tasse dal lavoro alle grandi multinazionali che hanno sostituito i lavoratori con le macchine.

Se una macchina lavora al posto di un lavoratore, sarà la ‘macchina’ a pagare la pensione del pensionato che non può avere un corrispettivo lavoratore che lo sostituisce.


La robotica e la tecnologia sono la soluzione ad un mondo senza immigrati. E anche allo squilibrio pensionistico.





https://voxnews.info/2019/03/11/la-gran ... -italiane/


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 11/03/2019, 15:29 
io voglio un robbòt che vada a lavorare al posto mio, mi porti i soldi, e si mantenga da solo!



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 11/03/2019, 15:46 
Zelman ha scritto:
io voglio un robbòt che vada a lavorare al posto mio, mi porti i soldi, e si mantenga da solo!

[:302] [:302] [:302] [:302] [:302] [:302] [:302] [:302] [:302]
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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 11/03/2019, 16:47 
MaxpoweR ha scritto:
Beh in questo caso c'entra poco la macchina, è il medico ad essere una bestia visto che di fatto ha dato lui la notizia dallo schermo del macchinario.


Già... purtroppo l' uso che se ne fa dipende dall' uomo, in questo caso dal medico e dalla direzione dell' ospedale che lo ha permesso. Per questo dicevo che sarebbe il caso che gli esseri umani si fermassero a riflettere...



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 11/03/2019, 16:56 
Zelman ha scritto:
io voglio un robbòt che vada a lavorare al posto mio, mi porti i soldi, e si mantenga da solo!


Seeee caro Zelman, troppo comodo... così avremmo tempo per pensare e diventeremmo mine vaganti incontrollabili... :cool: Meglio per il sistema saperci rinchiusi 8 ore, rincoglioniti dalla fatica, spalmati sul divano davanti alla tivù, per le successive 2 o 3 e morti di sonno per almeno altre 7 o 8. Così che non restino energie per dare noia...

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 11/03/2019, 22:49 
argla ha scritto:
Zelman ha scritto:
io voglio un robbòt che vada a lavorare al posto mio, mi porti i soldi, e si mantenga da solo!


Seeee caro Zelman, troppo comodo... così avremmo tempo per pensare e diventeremmo mine vaganti incontrollabili... :cool: Meglio per il sistema saperci rinchiusi 8 ore, rincoglioniti dalla fatica, spalmati sul divano davanti alla tivù, per le successive 2 o 3 e morti di sonno per almeno altre 7 o 8. Così che non restino energie per dare noia...

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:) mah, argla, un giorno non gli converrà più, tutti provati oltre lo scibile umano, tranquilli, non resterà altro che l'inattività e i robot a fare tutto, un giorno molto lontano da conflitti...
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Ultima modifica di Zelman il 11/03/2019, 23:34, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 11/03/2019, 22:59 
Zelman ha scritto:
argla ha scritto:
Zelman ha scritto:
io voglio un robbòt che vada a lavorare al posto mio, mi porti i soldi, e si mantenga da solo!


Seeee caro Zelman, troppo comodo... così avremmo tempo per pensare e diventeremmo mine vaganti incontrollabili... :cool: Meglio per il sistema saperci rinchiusi 8 ore, rincoglioniti dalla fatica, spalmati sul divano davanti alla tivù, per le successive 2 o 3 e morti di sonno per almeno altre 7 o 8. Così che non restino energie per dare noia...

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L'inattività ed il riposo, saranno la "morte" del genere umano.
Senza sfide, senza lotte e senza problemi, l'essere umano perderà il "sale" della vita.
Sperando che non ci siano più "paria" e poveracci sul pianeta, l'unica forma di "vita" vera, saranno gli indios amazzonici, non ancora "violentati" dal sistema.
Meno male che arriverà per tutti, belli e brutti, 'A LIVELLA. [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 11/03/2019, 23:33 
Orsogrigio guarda che già ora c'è gente che fa dell'inarrestabile frenesia di impegni quotidiani protratti la sua vita, io questa gente la vedo ferma, orizzontale possibilmente non fredda a non rompere solo a farsi vedere così arrabattata

oltre al fatto che tra centinaia di anni quando tutte le soluzioni sbagliate saranno provate e quindi esaurite resterà solo il riposo come moto da produrre



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 11/03/2019, 23:56 
Zelman ha scritto:
Orsogrigio guarda che già ora c'è gente che fa dell'inarrestabile frenesia di impegni quotidiani protratti la sua vita, io questa gente la vedo ferma, orizzontale possibilmente non fredda a non rompere solo a farsi vedere così arrabattata

oltre al fatto che tra centinaia di anni quando tutte le soluzioni sbagliate saranno provate e quindi esaurite resterà solo il riposo come moto da produrre


Io speriamo che me la cavo !!!
Perdonami la "battuta" , ma NON riesco a "comprendere" il riposo fine a se stesso.
Quando da piccolo, facevo i capricci perchè non volevo dormire, mia madre sgridandomi, mi chiedeva il perchè.
Io rispondevo, a 3 anni circa, che VOLEVO VEDERE IL MONDO PASSARE, e se dormivo......
È evidente che avevo già dei problemi esistenziali. [:302] [:302] [:302] [:302] [:302]
Penso che già d allora ero un FESSO, che reputava il riposo come una interruzione del lavoro, mentre i FURBI, come meravigliosamente ha descritto DeAmicis nel suo libro Costantinopoli , che abbiamo anche in itaGlia, reputano il lavoro come una interruzione del riposo.

Chi avrà ragione???
I FESSI o i FURBI??????????????????
Ai posteri l'ardua sentenza. [:305]



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