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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 20/03/2018, 23:09 
xfabiox ha scritto:
e ma erano i russi i cattivoni che avevano aiutato trump alle elezioni, così dicevano i media asserviti e anche qui sul forum alcuni. invece si è scoperto che la serpe era in casa, cioè sono stati facebook e cambridge analytics a spingere milioni di voti verso di lui. che robe.


Non farti ingannare. Dall'articolo segnalato da Angel:

Cita:
L’indagine di Mueller fa risalire al 2014 le prime fasi del tentativo russo di intromettersi nelle elezioni americane del 2016, quando lo stato russo fece quello che sembra essere il suo primo tentativo coordinato di sfruttare il potere dei social media americani. E fu a fine estate dello stesso anno che Cambridge Analytica presentò alla compagnia petrolifera russa uno schema dei propri dataset, capacità e metodologia. La presentazione aveva poco a che fare con i “consumatori”. Documenti mostrano invece che il focus era sulle tecniche di ingerenza nelle elezioni. La prima diapositiva illustra come una “campagna di rumour” abbia diffuso la paura nelle elezioni nigeriane del 2007 – su cui la compagnia stava lavorando – diffondendo l’idea che “le elezioni sarebbero state truccate”. La slide finale, marchiata con il logo di Lukoil e quello di SCL Group e SCL Elections, titola i suoi ‘risultati attesi’: ‘messaggistica psicografica’.

Lukoil è una società privata, ma il suo amministratore delegato, Alekperov, risponde a Putin, ed è stata utilizzata come veicolo di influenza russa in Europa ed altrove – inclusa la Repubblica Ceca, dove nel 2016 è stato rivelato che un consulente del presidente ceco, fortemente pro-russo, era pagato dalla compagnia.


...ormai i Russi c'entrano sempre, e' il nuovo mantra....



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

"People willing to trade their freedom for temporary security deserve neither and will lose both" - Benjamin Franklin
"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 20/03/2018, 23:26 
I russi sono ovunque....bisogna correre ai ripari....aumentiamo subito la presenza americana qui in Italia,l'invasione sembra imminente.


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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/03/2018, 09:25 
avete saputo di facebook?
ma quale sarebbe lo scandalo di bannon?
aver profilato i fruitori di facebook?
(cosa che fanno TUTTI peraltro..)
tutto qua??!

non sanno più cosa inventarsi..


http://www.corriere.it/esteri/18_marzo_ ... ad11.shtml

Facebook, Steve Bannon: lo stratega cinico di Cambridge Analytica
Le ultime rivelazioni della talpa Chris Wylie. L’ambizione di Bannon era costruire profili dettagliati di milioni di elettori americani

tutti profilano tutti..
coockies, spyware, ecc.
persino andrea pezzi, quello della tv,
si guadagna da vivere con la sua società di profilazione,
ma bannon è quello cinico e cattivo,
si capisce !
ridicoli..

invece su sarkò
che per non restituire 5 merdosi milioni a gheddafi,
ha distrutto un paese e ammazzato migliaia di persone,

isis, ecc.
due righe in croce..
quello andrebbe processato all'aja come milosevic
e gli andrebbe inflitto l'ergastolo..

invece nisba,
guanti bianchi..

ma andassero a zappare la terra..
anzi in miniera..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/03/2018, 10:39 
mik.300 ha scritto:
avete saputo di facebook?
ma quale sarebbe lo scandalo di bannon?
aver profilato i fruitori di facebook?
(cosa che fanno TUTTI peraltro..)
tutto qua??!

non sanno più cosa inventarsi..


Questa mattina ho sentito Rainews24 (cosa che generalmente non faccio perche' sono debole di stomaco).

Comunque tutta un'invettiva tesa a screditare tutti i recenti eventi che si sono verificati e che sono risultati invisi all'establishment: brexit, elezioni di trump, referendum italiano, ecc., per poi finire ovviamente sul M5S che si basa sulla comunicazione via internet (pare pure che ci sia un movimento in Italia che e' stato aiutato da cambridge analytics ma di cui non si conosce il nome).
Insomma, il tutto sembra una restaurazione che punta a creare argini e blocchi ad internet stessa.

PS: comunque rainews24 e' veramente inascoltabile, roba da mal di stomaco per settimane. Al servizio della Goracci sul medio oriente quasi lancio il telecomando nel video. Ho spento immediatamente. [xx(]



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:46 
... in effetti, la RAI è peggio di Mediaset! [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:46 
si infatti..
stanno serrando le fila,
quindi stanno peggiorando..
ad afrin i turchi fanno pulizia etnica,
lasciano i militanti dell'isis liberi
di rubare e uccidere,
ma per la goracci tutto ok,

guanti bianchi..
invece a ghouta..
crimini contro l'umanità..

la profilazione di internet
è praticamente la base del marketing..

e te lo fanno pure sapere con il consenso alla privacy..
"sottoscrivendo, accetti che il tuo profilo sia tracciato ecc ecc
per poterti mandare offerte congruenti ecc ecc "
ma altre volte no,
quando accetti i coocckies
(cioè ti informano, non è necessaria alcuna accettazione,
come apri la pagina ne carichi i relativi coockies)
alla pari di questo sito e di tutti i siti,
accetti di essere profilato.

ma lì tutto ok,
se lo fa bannon
allora apriti cielo!!

ipocriti traffichini..



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/03/2018, 13:09 
[;)]



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La destra che ha sfidato le élite Usa

(Washington) “Heil Trump, heil Victory, heil our people!”. Così, Richard Spencer, uno dei padri dell'”Alt-Right“, concludeva poco più di un anno fa la conferenza annuale del suo National Policy Istitute, celebrando con un saluto romano a favor di telecamere la vittoria di Donald Trump. Da allora però molte cose sono cambiate.

La cosiddetta “destra alternativa” americana, dopo aver contribuito all’elezione del presidente, è cresciuta e si è strutturata, entrando addirittura in contrasto con lo stesso Partito repubblicano. Per conoscere davvero quali siano le idee alla base di questo nuovo movimento arriviamo a Washington. È proprio qui, infatti, che in un piccolo complesso di ville della contea di Fairfax, alla periferia della capitale, incontriamo Jared Taylor, una delle figure più controverse e scomode dell'”Alt-Right”. La zona sembra tirata fuori da un film americano: case curate, qualche bandiera a stelle e strisce fuori dalle porte, e davanti ai vialetti l’immancabile giornale arrotolato lanciato da qualche ragazzino in bicicletta.

Entrati in casa colpiscono subito le centinaia di libri ordinati negli scaffali di una libreria in legno. Su uno dei ripiani la riproduzione di un teschio umano. Sì, perché Jared Taylor non è solamente uno dei guru dell’ala più radicale del movimento, è soprattutto uno studioso delle “razze“, come le chiama lui, “biologicamente diverse ed ognuna con proprie specificità, ma incompatibili a vivere insieme”.

Nato nel 1951 e laureato all’università di Yale in filosofia, Taylor diede vita nel 1990 al periodico American Renaissance (Rinascimento Americano), una pubblicazione tacciata da più parti come “razzista” e megafono del “suprematismo bianco”. Una definizione che a Taylor però non piace: “Noi non siamo suprematisti bianchi. Un ‘suprematista’ – spiega – sarebbe ipoteticamente una persona che vuole che la sua razza domini sulle altre. Noi invece vogliamo solamente essere liberi di proteggere la nostra identità di uomini bianchi. Ma al giorno d’oggi il politicamente corretto impedisce di dirlo. Chissà però come mai nessuno si stupisce che i giapponesi siano giapponesi, i turchi turchi, gli indiani indiani. In Europa sta succedendo la stessa cosa. Pensate che sarete ancora europei quando la maggior parte della popolazione sarà composta da africani e musulmani? No. L’Europa per rimanere tale deve continuare ad essere abitata da europei”.

Sul perché poi gruppi etnici differenti fatichino a vivere insieme, e sia meglio quindi che ognuno abbia “spazi” propri, Taylor avrebbe una risposta, a suo dire, “scientifica”: “Guardando le differenze che ci sono tra bianchi e neri negli Stati Uniti, ci accorgiamo che sono tantissime: i neri negli Stati Uniti hanno un livello di criminalità molto più alto dei bianchi, una maggiore povertà e voti più bassi a scuola. Per anni ci è stato raccontato che questo fosse a causa dell’oppressione da parte dell”uomo bianco’, nella realtà è perché i neri sono biologicamente meno intelligenti dei bianchi. Esistono ricerche approfondite in merito, o è sufficiente guardare una mappa sul Q.I. (Quoziente Intellettivo) mondiale. Nello stesso tempo però, abbiamo statistiche che ci dicono come gli ‘orientali’ abbiano un bassissimo livello di criminalità, voti alti a scuola e stipendi più alti della media. È colpa dei bianchi il fatto che i neri non abbiano successo, e nello stesso tempo è merito dei bianchi che gli orientali ne abbiano molto di più? Certo che no. Sarebbe assurdo. Ogni “razza” ha delle sue specifiche qualità. Bisogna solamente riconoscerlo”.

Ed a fare proprie queste teorie, negli Stati Uniti, sarebbero un numero crescente di giovani. Per approfondire il variegato mondo dell’Alt-Right, decidiamo quindi di partecipare alla “Conferenza Annuale 2017” del National Policy Istitute di Richard Spencer. Nella fattoria ad un’ora da Washington affittata per l’evento, l’età media dei partecipanti è molto bassa e la maggior parte di loro non avrà più di trent’anni. “Siamo il futuro di questo Paese – dice, sicuro di sé, un giovane che fa la guardia ad un tavolino pieno di adesivi e gadget -, cresciamo costantemente di numero. Il nostro modello – spiega – sono i movimenti identitari europei, come i francesi di Generation Identitaire, che con una serie di flash-mob ed iniziative stanno risvegliando i popoli del vecchio continente. Noi vogliamo fare lo stesso, ma negli Stati Uniti”.

Un concetto ripreso anche dalla “star” dell’evento, Richard Spencer. Trent’anni, vestito elegante, capelli tagliati corti sui lati, è lui il leader della destra alternativa che sogna di poter conquistare gli Stati Uniti: “L’Alt-Right, la destra alternativa, è un movimento identitario per la difesa dei bianchi. Non solamente negli Stati Uniti, ma potenzialmente in tutto il mondo. Noi siamo il futuro, e qualora Donald Trump non mantenesse le sue promesse elettorali, starà a noi riuscire a creare un vero movimento in grado di difendere il nostro popolo e l’America bianca”.

Un movimento che tuttavia ad oggi sembrerebbe aver non pochi problemi a svolgere la sua attività politica. “Sulla carta negli Stati Uniti c’è libertà di espressione – spiega Spencer – ma nella realtà non è così. Non abbiamo libertà di espressione sui social network, i nostri siti vengono oscurati, i nostri eventi assaltati dell’estrema sinistra”.

Ed è proprio terminando l’intervista che avviene un colpo di scena. L’aria si fa improvvisamente elettrica. Gli organizzatori dell’evento si muovono in modo agitato. Parlottano tra loro cercando di non farsi notare. Gli ospiti si guardano intorno in maniera spaesata. Poi l’annuncio al microfono: “Vi preghiamo di rimanere calmi ed avviarvi verso le auto. L’evento è annullato per motivi tecnici. Il proprietario della fattoria in cui stiamo svolgendo la nostra conferenza ci ha revocato l’autorizzazione e dobbiamo andare via”.

Nel trambusto che segue riusciamo però è fermare Mike Enoch, uno degli organizzatori dell’incontro: “È fondamentale che i media riportino cosa è avvenuto qui oggi – attacca Enoch, parlando a ruota libera -. Alcune organizzazioni di estrema sinistra, insieme ad organizzazioni “suprematiste” ebraiche, come l’Anti-Defamation League, hanno preso contatti con il proprietario della fattoria e lo hanno intimidito al tal punto da costringerlo a revocarci il permesso di stare qui. Stavamo semplicemente parlando di politica in modo pacifico e non stavamo compiendo nessuna azione illegale, ma negli Stati Uniti ormai funziona così. È sufficiente che questa organizzazioni si muovano, ed il Primo emendamento della nostra Costituzione non vale più nulla”. Allontanandoci dalla fattoria, però, una domanda sorge spontanea: basterà vietare spazi di parola all’Alt-Right per impedirgli di crescere negli Stati Uniti?

http://www.occhidellaguerra.it/destra-alternativa-usa/



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/03/2018, 21:40 
Ma scusate Afrin dove si trova esattamente?


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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/03/2018, 00:50 
lox1 ha scritto:
Ma scusate Afrin dove si trova esattamente?


In Siria, a nord di Aleppo, ad una ventina di chilometri dal confine turco.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/03/2018, 13:28 
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Ora Donald Trump parla chiaro: “Giusto andare d’accordo con Mosca”


Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump parla del suo omologo russo, Vladimir Putin, in due tweet sorprendenti (visto il clima che circonda il Cremlino) ma che rientrano perfettamente nei canoni eterodossi del tycoon Usa. Dopo settimane in cui sembrava esserci di nuovo una cortina di ferro a calare sul confine occidentale russo, ecco che arrivano i cinguettii trumpiani, come speranza di un ritorno alla normalità.

“Ho chiamato il presidente russo Putin per congratularmi con lui per la sua vittoria elettorale (in passato anche Obama lo chiamò). I Fake News media sono impazziti perché volevano che io lo scorticassi. Sbagliano. Andare d’accordo con la Russia (e altri) è una cosa buona, non cattiva…” Questo il primo tweet del profilo ufficiale del presidente Usa.

Il secondo tweet è ancora più preciso e tagliente nei confronti dei motivi del riavvicinamento e dei predecessori alla Casa Bianca: “Possono aiutare a risolvere i problemi con Corea del Nord, Siria, Ucraina, Isis, Iran e anche la corsa al riarmo”. Così il presidente Usa, che poi aggiunge: “Bush ha tentato a lungo di andarci d’accordo, ma non ha avuto l’intelligenza. Obama e Clinton ci hanno provato ma non hanno avuto l’energia o la chimica (ricordate il Reset). Pace attraverso la forza!“, ha aggiunto il presidente.

C’è tutta la politica estera secondo The Donald in questi due tweet. Diretta, pungente, a tratti anche semplicistica, ma sicuramente molto meno complicata e negativa di quanto si voglia credere. Almeno con la Russia. Trump vuole il dialogo con Putin e, con questi tweet, sembra voler dire a tutti che è pronto a riprendere i fili del discorso di una collaborazione che interessa a entrambi i Paesi prima ancora che a entrambi gli Stati.

Perché è importante sottolineare questa differenza? Perché i due leader probabilmente sono molto più consapevoli dei rischi e dei lati negativi di questa nuova Guerra fredda rispetto ai molti falchi, presenti in entrambi gli schieramenti, che credono che questa tensione sia utile se non anche semplicemente giusta. Ed è una consapevolezza presente, molto probabilmente, anche in altri apparati statali del mondo.

Dopo l’elezione di Vladimir Putin al Cremlino, nessun leader occidentale sembrava interessato a congratularsi con lui per la vittoria. Le accuse si sprecano da anni, ormai radicate in un sentimento collettivo di russofobia. E il caso Skripal non ha fatto altro che dare man forte alle scelte anti russe di molti governi, che si sentono autorizzati dalla stessa opinione pubblica a rendere dichiarazioni contrarie a Mosca.

Poi arriva Trump, il comandante in capo del Paese considerato l’eterno avversario dei russi, che alza la cornetta del telefono e chiama il suo omologo al Cremlino per congratularsi. In barba a Russiagate, accuse di essere manipolato da Mosca e ondata di attacchi ai russi, il presidente americano fa un gesto che poi, a cascata, seguono tutti gli altri. In quella telefonata, Trump chiede di appianare le divergenze e si parla di un possibile vertice a due fra Russia e Stati Uniti. Un segnale di disgelo di fondamentale importanza.

I due tweet di Trump ricordano a tutti i motivi di questo dialogo: oggi la Russia è un attore geopolitico talmente importante da non poter condurre una guerra nei suoi confronti senza che la rimessione sia certa per tutto il mondo occidentale. E del resto, Trump sa benissimo che continuare con lo scudo alzato nei confronti di Mosca, significa non solo farsi un nemico potente, ma lasciarlo scivolare nell’asse asiatica con Pechino e Teheran. Se Washington vuole iniziare a scalfire l’unità del blocco eurasiatico, può farlo solo partendo dal dialogo. Inoltre, ormai è evidente, la Russia ha in mano le redini quantomeno del Medio Oriente e del conflitto siriano. Se gli Usa vogliono un accordo che riequilibri la posizione di forza nella regione, devono passare per Mosca.

“Pace attraverso la forza!” scrive in maiuscolo The Donald. Una frase tipica del suo vocabolario social, ma che indica un fattore essenziale. La sua retorica è volta ad aprire nuovi spiragli di dialogo. In questo senso, la logica con cui ha agito con Kim Jong-un è per ceti versi simile: mostrare i muscoli per arrivare a un incontro. Ed è un qualcosa che forse stiamo vedendo anche con l’Iran e l’accordo sul nucleare.

Certo, questa politica ha dei difetti. La retorica bellica può condurre a un irrigidimento e a una recrudescenza in tanti teatri di guerra. Non tutti i presidenti sono Vladimir Putin. Se tutti i leader facessero così, il rischio di una guerra mondiale potrebbe davvero essere dietro l’angolo. Tuttavia, va anche ricordato come da parte dell’attuale inquilino della Casa Bianca, la volontà di trovare un accordo (forse per il suo passato da imprenditore di successo) passa anche attraverso bluff e gesti plateali. È un suo metodo che, ci tiene a precisarlo, è del tutto diverso dai suoi predecessori. E visti i risultati dell’accoppiata Barack Obama – Hillary Clinton, non è detto sbagliato.

http://www.occhidellaguerra.it/donald-trump-putin/



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/03/2018, 18:02 
Quindi un paese Nato(Stati Uniti),ha invaso un'altra nazione?Mah tu guarda queste democrazie......


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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/03/2018, 19:58 
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La telefonata di Donald Trump a Vladimir Putin dopo la vittoria alle elezioni russe ha suscitato reazioni in America. I media martellano scandalizzati la Casa Bianca, come anche i neocon (vedi Wikley Standard, rivista dell’area), e parte dell’apparato militar industriale.

L’ex Capo della Cia John Brennan ha addirittura affermato che la sua arrendevolezza a Putin deriverebbe da oscuri e non meglio specificati ricatti russi.

Il presidente degli Stati Uniti si è difeso con un tweet: “Ho chiamato il presidente russo Putin per congratularmi con lui per la sua vittoria elettorale (in passato, anche Obama lo aveva chiamato). I Media Fake News sono impazziti perché volevano che lo criticassi aspramente. Si sbagliano! Andare d’accordo con la Russia (e altri) è una buona cosa, non una brutta cosa….”.

L’accordo con i russi, ha spiegato nel tweet successivo, può “aiutare a risolvere problemi con la Corea del Nord, la Siria, l’Ucraina, l’Isis, l’Iran e persino la prossima corsa alle armi. Bush ha cercato di andare d’accordo con loro, ma non aveva ‘acume’. Obama e Clinton ci hanno provato, ma non avevano l’energia o la chimica”.

Peraltro i due presidenti hanno parlato anche di un loro incontro, che Trump ha specificato avverrà “in un futuro non troppo lontano”.

Il presidente americano Usa ha fatto di testa sua, senza consultare i suoi consiglieri, i quali hanno protestato sia per le congratulazioni, che avevano decisamente sconsigliato, che per l’annuncio del possibile incontro con Putin, del quale non si era parlato affatto nel briefing che aveva preceduto la telefona (lo rivela il Washington Post).

Il quotidiano americano ricorda che questa è la seconda telefonata in un mese tra i due presidenti e l’intervista rilasciata di recente da Putin alla Nbc, nella quale elogiava il pragmatismo di Trump.

È evidente che i due sono determinati a instaurare un dialogo reale. Come è evidente il contrasto da parte di ambiti internazionali che spingono per uno scontro frontale Usa-Russia.

Nella tempesta, la Gran Bretagna sta tentando di rilanciarsi sul piano internazionale, dopo l’appannamento causato dalle varie tribolazioni che hanno afflitto il governo di Theresa May, proponendosi come Paese leader della falange anti-russa.

Com’è evidente dalla gestione del caso dell’avvelenamento dell’ex spia russa Skripal, che ha portato Londra in urto con Mosca, e dalle dichiarazioni incendiarie del ministro degli Esteri Boris Johnson, il quale ha paragonato Putin addirittura a Hitler.

Una narrativa che sta montando (vedi Piccolenote), usata spesso e a sproposito per giustificare le guerre neocon (Milosevic come Hitler, Saddam come Hitler, Assad come Hitler).

Quella di Johnson è una caduta di stile notevole, tanto che Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha potuto facilmente ribattere che il paragone “è inaccettabile per un Paese come il nostro che ha perso milioni di vite per combattere il nazismo, lo ha sconfitto sul suo territorio e ha liberato l’Europa”. Si potrebbe aggiungere che furono i russi, e non altri, a liberare Auschwitz, ma forse è superfluo.

Occorre riconoscere che Trump è stato coraggioso: mettersi contro tanti e potenti comporta rischi notevoli. Farlo mentre contro di lui infuria la tempesta (Russiagate, scandalo Facebook) è ancora più notevole.

Nessuno in Occidente si sta esponendo per la riconciliazione Oriente-Occidente, neanche quei leader politici che, nel segreto, ne condividono la linea. A parte, a sorpresa, il laburista britannico Jeremy Corbyn.

Un binomio stridente quello Corbyn-Trump, ma che indica come la battaglia che attraversa l’Occidente ha caratteristiche trasversali.

Perché più che una battaglia pro o contro la Russia è anzitutto una battaglia per la tenuta della democrazia e della libertà di pensiero e di informazione, che la furia maccartista rischia di travolgere.

http://www.occhidellaguerra.it/trump-putin-telefonata/



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 23/03/2018, 14:59 
Alla luce delle recenti notizie si direbbe che le elezioni USA del 2016 non sono state molto regolari.
Tenete presente che negli stati chiave Trump ha vinto per una manciata di voti.
Dopo il mailgate sono emerse influenze dal russiagate e dal recente datagate.
Queste operazioni sono state svolte da quello che molti, anche in questo forum, chiamano anti-sistema.
In altre parole questi sono i mezzi che usano le persone che salveranno il mondo dall'NWO.
Che dire, buona fortuna!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 23/03/2018, 19:53 
In democrazia, come si dice, basta un voto in più ... [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 23/03/2018, 20:44 
se avesse vinto la pazza eravamo già sotto inverno nucleare con ricadute da fallout.


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