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 Oggetto del messaggio: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 20/11/2016, 19:51 
IL PROGRAMMA DI GOVERNO DI DONALD TRUMP IN 16 PUNTI

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1) Metterà un termine al numero di volte in cui un parlamentare può essere eletto. ( richiede un emendamento costituzionale). L'assenza di questo limite ha trasformato il Senato in una casta di bramini inamovibili. Ad esempio John Mc Cain siede in senato da sedici anni e precedentemente ha soggiornato alla Camera dei rappresentanti per diciassette anni. In tutto 33 anni. E' ora che vada a casa.

2)Blocco delle assunzioni dei dipendenti pubblici con l'eccezione di militari, poliziotti e operatori sanitari.

3) Istituirà il divieto per cinque anni per i dipendenti della Casa Bianca di impiegarsi come lobbisti alla fine del periodo di servizio pubblico. Divieto a vita per essere al servizio di stati esteri.

4) Divieto ai lobbisti di stati esteri di fare donazioni per scopi elettorali negli Stati Uniti.

5) Rinegoziare ( o ritirarsi) dal trattato NAFTA che unisce USA, Messico e Canada. Parimenti, annunziare il ritiro dalla Transpacific Partnership ( Australia, Brunei, Canada, GIappone, Malòesia, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti e Vietnam).

6) Cancellare tutti gli stanziamenti dati - o da dare- all'ONU per i programmi di cambiamento climatico e dirigere quei fondi sulla rete idrica e le strutture ambientali degli Stati Uniti

7) Togliere tutte le restrizioni che limitano l'estrazione delle riserve energetiche americane e dare il via a progetti infrastrutturali quali l'oleodotto Keystone ( dal Canada al Texas) bloccato da Obama per ragioni ecologiche.

8) Abolire tutti gli " atti esecutivi" presidenziali incostituzionali emanati dalla presidenza Obama. Molti riguardano atti di guerra decisi senza l'avallo del Congresso.

9) Cancellare ogni finanziamento federale alle città ( grandi comuni) che vietano alla polizia locale di collaborarre coi federali per la repressione della immigrazione clandestina. ( ad esempio non richiedendo i documenti alle persone interpellate).

10) Iniziare le procedure per la nomina del Giudice della Corte suprema mancante dopo la morte di Antony Scalia.defunto di recente. Ma ha anche dichiarato che ha " un elenco di venti giudici che difenderanno la costituzione". Minaccia cioè un conflitto costituzionale ai giudici progressisti..

11) Espellere i due milioni di immigrati illegali che hanno commesso reati. Cancellare i visti di ingresso negli USA ai paesi che non si riprendono indietro questi immigrati. Sospendere l'immigrazione dalle aree del mondo in conflitto o dove c'è terrorismo.

12) Semplificazione fiscale mirata alla classe media riducendo gli scaglioni da 7 a 3. Una famiglia media con due figli avrà uno sconto fiscale del 35%. Le imprese scenderanno dal 35% al 17 e varerà un condono per i capitali dall'estero tassato al 10%.

13) Lavori sulle infrastrutture REVENUE NEUTRAL ossia lo stato non preleverà tasse da questi lavori realizzati con partnership pubblico-private per le quali conta mobilitare mille miliardi in dieci anni.

14) Lavorare col Congresso ( a maggioranza repubblicano ormai ndr) per rendere deducibili tutte le spese sanitarie per bambini e anziani , creando libretti di risparmio sanitari( con contributo statale per i meno abbienti) e abolendo completamente l'Obamacare. Piano di incentivi alle imprese che creano asili nido infantili in azienda.

15) Legge per contrastare l'immigrazione illegale. Due anni di prigione per rientro di un illegale, portati a cinque se l'infrazione è compiuta da una persona già condannata per altri reati.

16) Trovare una intesa con la Russia che calmi la situazione di tensione internazionale. Vuole inoltre una riforma della N.A.T.O.
per costringere gli alleati ad aumentare i propri stanziamenti sulla Difesa. ( il metodo migliore è far pagare per le truppe stanziate sui territori dei paesi alleati o ritirarle del tutto ndr)..

Questi i provvedimenti principali che gli dovrebbero permettere di sostenere il programma di aiuti aai reduci di guerra - ormai numerosi e spesso in miseria- e contrastare con successo le politiche monetarie cinesi che sono la causa prima della delocalizzazione delle imprese che hanno impoverito la classe media e quella operaia americane ( assieme alla delocalizazione in Canada e in Messico e Singapore e Corea).


http://www.jedanews.it/blog/cronaca/est ... ald-trump/


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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/11/2016, 05:51 
Donald Trump, tutti i conflitti d’interesse del presidente: dalla famiglia al fisco via Fbi e sindacati


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Come testimoniano i documenti firmati per partecipare alla campagna elettorale, al futuro inquilino della Casa Bianca fanno capo 500 entità commerciali e 21 istituzioni finanziarie, del valore di almeno 50 milioni ciascuna. Si tratta della più vasta rete di ricchezze e interessi di un capo di Stato americano. Ecco come insidiano l'equità della presidenza


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Quando, il 20 gennaio prossimo, Donald Trump diventerà presidente degli Stati Uniti, una lunga serie di conflitti di interesse comincerà a pesare sulla sua amministrazione. Come testimoniano i documenti firmati per partecipare alla campagna elettorale, a Trump fanno capo 500 entità commerciali e 21 istituzioni finanziarie, del valore di almeno 50 milioni ciascuna. Si tratta della più vasta rete di ricchezze e interessi che un presidente abbia mai portato alla Casa Bianca. Per cercare di aggirare critiche, attacchi, intrecci tra politica e affari, Trump ha annunciato la creazione di un blind trust che si occuperà della gestione del business e che sarà controllato dai figli. Nonostante le assicurazioni, è praticamente certo che i conflitti di interesse ci saranno, sin dal primo giorno. Ecco i più probabili. E pericolosi.

La famiglia – Trump ha spiegato che non prevede di dare un ruolo formale a nessuno dei tre figli nella nuova amministrazione. Negli scorsi giorni, la “compagnia-ombrello” di famiglia, la Trump Organization, ha cominciato a fare i primi passi per trasferire la gestione degli affari dal nuovo presidente a Donald Jr., Eric e Ivanka e a “un team di dirigenti altamente preparati”. Il problema è che tutti e tre i figli fanno anche parte del transition team che sta gestendo nomine e future strategie politiche della nuova amministrazione.

La portavoce di Trump, Hope Hicks, nell’annunciare che nessuno dei tre figli avrà un “ruolo formale”, non ha però voluto rispondere alla domanda di un possibile “ruolo informale” dei figli stessi. Resta poi il nodo di Jared Kushner, marito di Ivanka. Trump lo vuole assolutamente alla Casa Bianca. Secondo una legge approvata nel 1967, nessun funzionario pubblico può però assumere un familiare per lavorare alle sue dipendenze. Kushner, proprietario del New York Observer, finanziere e immobiliarista, si è rivolto a un avvocato per capire come aggirare la regola. Una possibilità sarebbe rinunciare allo stipendio e affidare le sue proprietà a un altro blind trust. Sembra comunque che possibili conflitti di interessi si porranno a prescindere dal ruolo formale che la famiglia giocherà nella prossima amministrazione.

Un esempio: nella prima intervista data dai Trump a Sixty Minutes, dopo la vittoria, Ivanka indossava un braccialetto della sua collezione di accessori femminili. Prezzo del gioiello: 10.800 dollari. Subito dopo l’andata in onda del programma, è partita dall’ufficio stampa dell’Ivanka Trump Fine Jewelry una mail diretta ai giornalisti, in cui si sottolineava che la figlia del presidente aveva indossato in tv “il suo braccialetto favorito”. In seguito a polemiche molto accese, Ivanka si è scusata. Resta però che i Trump alla Casa Bianca potrebbero rivelarsi una straordinaria occasione di marketing per i prodotti di famiglia.


Mondo e banche – La rete degli interessi di Trump si estende ad almeno una dozzina di Paesi, dall’Azerbaijan alla Corea del Sud alla Cina al Dubai. Si tratta di hotel, campi da golf, proprietà immobiliari, linee di arredamento per la casa e di moda pronta. Se in Dubai la Trump Organization sta terminando un campo da golf, in Cina Trump produce le sue camicie e cravatte. Come si comporterà il presidente-eletto nei confronti dei Paesi in cui ha interessi commerciali? Come implementerà il possibile bando ai cittadini musulmani che vengono da quei Paesi dove Trump vende i suoi prodotti? Come condurrà la “guerra commerciale” promessa a suon di tariffe protezionistiche nei confronti della Cina, dove c’è parte della sua produzione? Esiste poi la grande incognita della Russia. Trump ha sempre negato di avere interessi commerciali in Russia.

Il figlio Donald Jr. nel 2008 disse però che “un sacco di denaro ci arriva dalla Russia” e ci sono diversi resoconti di legami tra le attività immobiliari di Trump e finanzieri russi (per esempio il Trump Soho, finanziato attraverso il Bayrock Group). Come si comporterà Trump nei confronti di Mosca? E come sarà possibile non vedere in una sua entente cordiale con Vladimir Putin, la prova di questi stessi legami?

Le imprese immobiliari del futuro presidente sono poi finanziate grazie ai prestiti di milioni di dollari provenienti da Deutsche Bank, Goldman Sachs, Bank of China. Ma Deutsche è oggetto di un’inchiesta del Dipartimento alla Giustizia per lo scandalo dei mutui subprime. E qualsiasi attacco da parte dell’amministrazione Trump alla Dodd-Frank, la legge che pone timide limitazioni alle transazioni bancarie e a difesa dei consumatori, potrebbe essere visto come un regalo del nuovo presidente al settore che finanzia i suoi affari.


Tax returns e FBI – Trump, in campagna elettorale, non ha voluto rendere pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi, mettendo così fine a una consuetudine che si era imposta nelle campagne presidenziali Usa ormai da decenni. La ragione ufficiale del rifiuto sta nell’ispezione cui l’IRS, l’agenzia federale delle tasse, sta sottoponendo quelle stesse dichiarazioni. Si è detto, lo hanno detto i rivali politici di Trump, che la vera ragione sta nelle tasse federali non pagate in questi anni. Comunque, l’IRS è un’agenzia del Tesoro americano, il cui responsabile verrà nominato proprio da Trump. In altre parole, il Department of the Treasury USA si troverà a fare un’ispezione fiscale a carico del proprio principale referente.

Sempre in tema di agenzie del governo, c’è l’FBI. Trump si troverà a decidere se tenere al suo posto James Comey, il direttore dell’FBI che con la riapertura dell’indagine sulle email di Hillary Clinton ha sconvolto la campagna elettorale USA. L’FBI sta però ancora indagando sugli episodi di cyberspionaggio verificatisi ai danni del partito democratico e della campagna di Clinton (le famose mail rese pubbliche da Wikileaks e che si sospetta siano state hackerate dai russi).

Trump, attraverso la sua nomina dell’Attorney General – la scelta è caduta su Jeff Sessions – si troverà quindi a influenzare indirettamente un’inchiesta che riguarda i suoi rivali politici e da cui ha tratto un indubbio vantaggio durante la campagna. Altra potenziale ragione di conflitto, sempre relativa al Department of Justice, riguarda le leggi contro la discriminazione razziale e di genere. Con Barack Obama – e con i suoi attorney general Eric Holder e Loretta Lynch – il Dipartimento alla Giustizia e quello al Lavoro hanno difeso in modo particolarmente robusto i diritti di minoranze etniche e persone Lgbt, spesso contro gli interessi delle grandi imprese. Allentare la lotta contro le discriminazioni, potrebbe quindi portare vantaggi al grande business. Compresi gli affari di Trump.


Oleodotti, ambiente e costruzioni – Trump è un investitore in Energy Transfer Partners, la compagna di Dallas coinvolta nella costruzione dell’oleodotto Dakota Access, contro cui da mesi protestano i nativi americani e i gruppi ambientalisti. La scorsa settimana, l’Army Corps of Engineers ne ha bloccato la costruzione e chiesto un ulteriore riesame. L’amministrazione di Trump si troverà quindi a decidere di un progetto energetico del valore di 3,7 miliardi di dollari in cui Trump, da investitore, ha un interesse diretto. A parte le promesse elettorali di Trump di deregolamentare il sistema di controlli ambientali e di uscire dall’accordo sul clima di Parigi, c’è poi un altro tema.

“Tradizionalmente, i progetti immobiliari confliggono con le regolamentazioni ambientali a livello federale e statale”, ha spiegato Michael Gerrard, un avvocato della Columbia Law School che si è opposto a un progetto di campi da golf di Trump nella contea di Westchester. In altre parole: Trump, come presidente, dovrà decidere se smantellare o implementare regole e controlli ambientali che potranno decidere dei suoi affari, come costruttore.

A proposito di costruzioni, c’è poi il caso clamoroso del nuovo hotel inaugurato da Trump qualche settimana fa, in piena campagna elettorale, all’interno dello storico Old Post Office Pavilion (a poche centinaia di metri dalla Casa Bianca). L’edificio, di proprietà federale, è stato concesso in affitto per sessant’anni alla Trump Organization da un’agenzia federale, la General Services Administration (GSA). Chi dovrà nominare, tra qualche mese, il nuovo direttore della Gsa? Risposta: il nuovo presidente. Quindi Trump nominerà la persona da cui affitta una proprietà che gli permette di incassare milioni di dollari, anche qui in contrasto con la regola che proibisce al governo di stipulare contratti con funzionari federali.


I dipendenti di Trump – Trump si è sempre vantato di esigere una totale fedeltà a chi lavora per lui. Lo scorso settembre un gruppo per la difesa dei diritti sindacali ha denunciato il presidente-eletto presso il National Labor Relations Board (NLRB). L’accusa è quella di imporre contratti con un impegno di “confidenzialità” e segretezza troppo ampio, che finisce per impedire ai lavoratori di discutere le loro condizioni di lavoro e di rivolgersi, eventualmente, al sindacato. Di fronte al NLRB, ci sono però in questo momento altri dieci casi che coinvolgono Trump e le sue aziende.

Tra questi, un caso di violazione dei diritti sindacali al Trump International Hotel Las Vegas, dove il management si è rifiutato di negoziare con la Culinary Workers Union. Trump, nei prossimi mesi, dovrà nominare due dei cinque membri del Nlrb. Se le nomine di Barack Obama erano state di membri vicini al sindacato, quelle di Trump, con ogni probabilità, saranno più sensibili alle esigenze del business. In ogni modo, i membri scelti da Trump si troveranno a decidere di una serie di cause di lavoro nelle imprese di Trump – a meno che questi decidano di astenersi dal voto in questi casi.

Come ha spiegato Richard Painter, ex avvocato a capo alle questioni etiche per l’amministrazione di George W. Bush, “c’è un’apparenza di pregiudizio e di pressione politica che potrebbe minare il NLRB”.
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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/11/2016, 10:40 
.. ma ... l'hanno VOTATO! Tanto basta ... [^]
(Poi, "Il Fatto", pensasse alle oscenità dei suoi "grillini"!) [:306]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 21/11/2016, 11:04, modificato 2 volte in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/11/2016, 10:45 
Gli Usa non bastano più. Ora Trump punta la Luna

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New York - Gli Stati Uniti potrebbero tornare sulla luna, e questa volta per rimanerci.

Con Donald Trump presidente eletto, spinto dall'ex speaker della Camera con il pallino dello spazio Newt Gingrich, la Nasa potrebbe presto essere pronta ad una missione sulla superficie lunare. Già nel 2012, quando era candidato alle primarie del Grand Old Party, Gingrich aveva proposto di creare una colonia umana sulla Luna, promettendo che con lui presidente entro il 2020 ci sarebbe stata la prima base permanente sulla luna, e avrebbe battuto bandiera a stelle e strisce. Anzi, si spinse addirittura a prevedere che «13 mila americani» potevano diventare «residenti permanenti» e lanciare quindi una petizione per rivendicare lo status di 51esimo stato dell'Unione. E ora, mentre da Twitter fa sapere di non aver gradito l'imitazione del popolare attore Alec Baldwuin durante l'ultima puntata del celebre show Saturday Night Live («per niente divertente»), promuove l'idea di lanciare una spedizione allo scopo di valutarne la colonizzazione.

«È assolutamente plausibile ipotizzare che la nuova amministrazione organizzi una missione lunare, probabilmente di carattere internazionale, come passo sulla strada verso Marte», ha spiegato al Washington Post John Logsdon, decano degli analisti politici per lo spazio. «Politicamente, la maggior parte degli altri Paesi del mondo ha identificato la luna come una meta interessante - ha aggiunto - Se vogliamo affermare la nostra leadership internazionale, dobbiamo prendere posizione e condurre la coalizione». In effetti si tratta di un settore competitivo, considerando che anche Europa, Giappone, Russia e Cina hanno espresso il proprio interesse a organizzare spedizioni con equipaggio nei prossimi due decenni. E negli Usa anche due papabili per il ruolo di prossimo amministratore della Nasa nella squadra di Trump sostengono l'idea. Il primo è James Bridenstine, deputato repubblicano dell'Oklahoma, che ha preparato nei mesi scorsi una bozza di legge intitolata «American Space Renaissance Act», la quale prevede il ritorno sulla luna come parte della radicale riforma dell'agenzia spaziale. L'altro papabile è Scott Pace, ex incaricato politico della Nasa durante la presidenza di George W. Bush: a suo parere «l'agenzia può e deve essere uno strumento di politica estera degli Stati Uniti», e il ritorno dell'uomo sulla luna «presenta alcune opportunità dal punto di vista della presenza internazionale in caso non si possa per il momento puntare su Marte».

Anche l'ex presidente Bush aveva promesso di tornare sulla luna e la sua amministrazione aveva messo a punto il programma «Constellation», che prevedeva un altro sbarco nel 2020, ma il piano è stato smantellato da Barack Obama. Proprio il Commander in Chief uscente, il mese scorso, ha invece ribadito di aver «fissato un obiettivo vitale chiaro per il prossimo capitolo della storia Usa nello spazio: mandare esseri umani su Marte entro il 2030 e farli ritornare salvi sulla terra, con l'ambizione finale un giorno di restare lì». «Stiamo lavorando in partnership con delle aziende private - ha detto Obama alla Cnn - per costruire nuovi habitat che possano far sopravvivere e trasportare astronauti in missioni di lunga durata nello spazio lontano».

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 34074.html

(Però non è al corrente di questo, evidentemente ...) [:306] viewtopic.php?p=30150#p30150



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 21/11/2016, 17:10 
Trump e quelli come il Nyt che facevano propaganda invece di provare a capire


«I numeri – ha ammesso il quotidiano – non sono stati solo una guida piena di indicazioni sbagliate: erano del tutto fuori strada rispetto a quello che stava realmente accadendo»

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – “La sconfitta dell’ideologia”. Decliniamola in positivo: “La rivincita della realtà”. Peccato non aver letto titoli del genere sulle testate americane ed europee all’indomani della vittoria di Trump. Al di là delle ricadute che l’esito elettorale avrà sugli scenari internazionali o sull’economia americana, fa riflettere il primo commento del New York Times, che alla chiusura dei seggi aveva dato a Hillary Clinton l’85 per cento delle possibilità di vittoria, aggiungendo che aveva le stesse probabilità di perdere di un giocatore di football che tiri un calcio piazzato da posizione centralissima: «I media non si sono accorti di quello che accadeva intorno a loro, e questa è una lunga storia. I numeri non sono stati solo una guida piena di indicazioni sbagliate per la notte elettorale: erano del tutto fuori strada rispetto a quello che stava realmente accadendo».

Il primo dato di realtà trascurato? Ha riguardato come si vive negli Stati Uniti oggi. Hillary puntava sull’en-plein dei voti femminili, non solo in quanto prima candidata donna con alte probabilità di successo, ma pure per l’insistenza mediatica sul sessismo dell’avversario. Dall’esame dei flussi dei voti il consenso rosa avrebbe raggiunto quota 54 per cento, contro il 42 pro Trump: non è esattamente un diluvio di voti femminili. Perché? Perché per larga parte delle donne americane l’interesse è arrivare alla fine del mese, mantenere il lavoro (il proprio e/o quello del marito), non scendere al di sotto di uno standard di vita minimo: voci compromesse da una crisi non ancora tramontata e da scelte sbagliate dell’amministrazione Obama. Interessano molto meno i “diritti” lgbt. Non comprendere la realtà vuol dire non capire che, al di là di considerazioni di principio, dall’area lgbt come non giungono contributi sul piano dell’incremento demografico, così non arrivano valanghe di voti. E, a differenza dei figli, non puoi ricorrere neanche all’urna in affitto o alla fecondazione artificiale della scheda (ci sta provando Renzi con le schede inviate agli italiani all’estero insieme con la propaganda, ma questo è altro discorso).

Il fallimento nella comprensione della realtà ammesso da Nyt è pure esito di condizionamento di contesto. Ci sono luoghi simbolici in cui i voti per Hillary hanno raggiunto percentuali pazzesche: a San Francisco lei ha preso l’85,3 per cento, a Manhattan l’87,2, a Boston l’81,7. La prima è la città americana con la più forte presenza di omosessuali, la seconda il cuore della finanza, la terza, come l’intero Massachusetts, l’area snob, colta e tecnologicizzata. Morale: più d’uno ha raccontato gli Stati Uniti dal proprio tavolo di lavoro, parlando con i colleghi o con i vicini di casa, e i risultati si sono visti. Vale ancora di più per quei giornalisti europei – non pochi – che hanno preteso di raccontarci che cosa accadeva non muovendosi mai dallo studio. Per giorni abbiamo ascoltato corrispondenti Rai da New York che pensavano di descriverci gli umori elettorali dell’Arizona.

Essere agganciati alla realtà è il solo modo per non sbatterci sopra. Impone quell’umiltà che fa mettere da parte, con l’ideologia, la comodità dei pregiudizi. Impone di studiare, mettere insieme elementi diversi, approfondire e capire. Impone, cioè, un discernimento che duri un tempo superiore a quello che il semaforo impiega per passare dal giallo al rosso. Vale per tutti: anche per chi, dal mondo cattolico, nei mesi precedenti l’8 novembre ha dedicato più energie alla demonizzazione di Trump che alla comprensione del fenomeno. E che adesso non si spiega come mai per lui hanno votato il 61 per cento dei mormoni, il 60 per cento dei protestanti, il 55 per cento di altre confessioni cristiane e perfino il 52 per cento dei cattolici. Sono cifre, non valutazioni. Non trasformano Trump nel paladino della fede, né eliminano i nodi problematici della sua controversa figura. Dovrebbero però far sollevare domande e far cercare risposte. Fare le domande giuste e non accontentarsi di spiegazioni di superficie: il massimo del culturalmente scorretto.

http://www.tempi.it/trump-e-quelli-come ... DMb1H1JOTA



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/11/2016, 16:45 
Sondaggio della Cnn
Trump? L'America è sicura: "Sarà un buon presidente"
Il 53% ha dichiarato che si aspetta che il tycoon farà un lavoro buono o molto buono come presidente e il 40% ha detto di avere molta fiducia in quello che farà per l'economia.

A due settimane dall'Election Day, la maggior parte degli statunitensi ha dichiarato di ritenere che il presidente eletto, Donald Trump, farà un buon lavoro, secondo l'ultimo sondaggio di Cnn/Orc. Il 53% ha dichiarato che si aspetta che Trump farà un lavoro buono o molto buono come presidente e il 40% ha detto di avere molta fiducia in quello che farà per l'economia: si tratta di una fiducia che gli americani non hanno avuto, prima del loro insediamento, per Barack Obama, George W. Bush, Bill Clinton e Ronald Reagan.

La maggioranza crede che Trump raggiungerà molti degli obiettivi elencati durante la campagna elettorale come 'priorità assolute'. Solo il 46%, può, è soddisfatto di come sta conducendo il periodo di transizione, mentre gli insoddisfatti sono il 45 per cento. Il 66% ha dichiarato che Trump cambierà il Paese, ma solo il 43% del totale ha detto che lo farà in meglio, mentre otto anni fa era il 63% a credere che Obama lo avrebbe cambiato in positivo; solo il 51% crede che Trump ridurrà la corruzione a Washington, il 50% che sconfiggerà l'Isis e il 48% che costruirà un muro lungo il confine con il Messico.

http://www.ilpopulista.it/news/22-Novem ... dente.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/11/2016, 16:47 
Pur di attaccare Trump, i giornali italiani spacciano pezzi di satira per notizie vere
Figuraccia per numerose testate, come Corriere e Repubblica, che hanno riportato un attacco del neo presidente contro la Statua della Libertà ...

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Negli ultimi giorni diverse testate giornalistiche italiane, tra le quali Repubblica, Corriere della Sera, Giornale, TG La7 e Rai News, hanno riportato la notizia di un attacco di Donald Trump contro la Statua della Libertà: stando a quanto riportato, il neo presidente americano avrebbe detto nel corso di una conferenza stampa che è anacronistica perché incita all'immigrazione. Piccolo particolare: Trump quelle parole non le ha pronunciate e quella conferenza stampa non c'è mai stata.

I giornali italiani hanno ripreso, spacciando il fatto come vero, quanto pubblicato il 18 novembre da Chris Lamb, professore di giornalismo e autore di pezzi di satira, in un blog sull'edizione statunitense dell'Huffington Post. Nel suo scritto ironico, aveva fatto affermare a Trump: "Dire al mondo che non si può venire qui a meno che non si è invitati, e poi vedere questa anacronistica vecchietta in piedi, fuori dal nostro Paese, a dire di venire da noi e stare tutto il tempo che si vuole".

I media nostrani si sono ben guardati dal verificare l'autenticità della notizia e l'hanno spacciata come vera, salvo poi fare marcia indietro. Repubblica ha pubblicato una nota di scuse: "Un articolo satirico è stato riportato inizialmente da Repubblica come dichiarazioni di cronaca. Ce ne scusiamo con i lettori. Forse gli eccessi della campagna elettorale possono portare a ritenere credibile quel che non lo è, ma in ogni caso l'errore di attribuzione c'è e ce ne prendiamo la responsabilità".

http://www.ilpopulista.it/news/21-Novem ... -vere.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/11/2016, 16:53 
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Ascoltate bene il video brevissimo in cui Donald Trump delinea il programma per i suoi primi cento giorni, avrete conferma che il nuovo presidente degli Stati Uniti non è un pazzo sconsiderato ma – come ogni vero uomo d’affari – un pragmatico che, dopo aver vinto le elezioni, cerca di ottenere risultati concreti.

Alcuni commentatori si sono meravigliati che non abbia fatto accenno al muro con il Messico o alla revoca dell’Obamacare, ma non è affatto una sorpresa: questi sono dossier importanti che richiedono una valutazione ponderata e di lungo periodo e l’approvazione del Parlamento. Troppo complesso. Insistere con la retorica su queste tematiche avrebbe significato illudere la gente ed esporsi al rischio di venir considerato alla stregua di tutti i politici, che non riescono a mantenere quel che promettono in campagna elettorale. Ma Trump non è un politico è un imprenditore e in quanto tale ha individuato, realisticamente, le decisioni che potrà prendere davvero nei primi cento giorni alla Casa Bianca. Sono quelle che non richiedono l’approvazione del Congresso.

E,complessivamente, non sono sconsiderate. Vediamole rapidamente.

L’annullamento del Trans-Pacific Partnership (Tpp) ovvero del trattato di libero scambio con i Paesi asiatici rappresenta non soltanto un colpo ad Obama ma anche – soprattutto – alla lobby delle multinazionali e all’élite transnazionali. Il messaggio è chiaro: in gioco non c’è la libertà di commercio ma le priorità nell’agenda di un Paese. Trump ritiene che oggi sia fondamentale creare le condizioni per far rinascere il tessuto industriale negli Stati Uniti ed è convinto – non a torto – che trattati come il TPP e l’ormai defunto TTIP con l’Europa producano gli effetti opposti ovvero incoraggino l’esportazione di posti di lavoro e di know-how all’estero, esponendo gli Usa a due rischi strategici: la dipendenza dall’estero e il continuo impoverimento della classe media e del tessuto sociale americano. Bloccando i trattati muove un primo passo verso un cambiamento radicale delle politiche economiche perseguite fino ad oggi e rimette l’interesse economico nazionale al centro dell’agenda. Lo dice chiaramente: “Negozieremo equi accordi commerciali bilaterali che portano posti di lavoro e l’industria sulle coste americane». Il che non significa bloccare il libero scambio ma indurre l’industria privata a ripartire dagli Usa

La lotta all’immigrazione clandestina inizia con un’indagine sul traffico dei visti, che si traduce in un richiamo ai funzionari al rispetto della legge. Non è certo una misura estremista.

Più controversa è la questione dell’energia. «Cancellerò le restrizioni killer per il lavoro sulla produzione di energia americana, compresa l’energia dallo shale e il carbone pulito, creando diversi milioni di posti di lavoro ben pagati». In realtà Obama stesso aveva già violato le promesse ecologiste autorizzando l’estrazione di petrolio di scisto che è molto inquinante. Quali sono le restrizioni killer a cui Trump fa riferimento? Non lo spiega, la speranza è che queste misure non siano irresponsabili ovvero che non conducano a un aumento dell’inquinamento.

Sulla sicurezza nazionale non ha annunciato nuove restrizioni alla libertà degli individui ma una misura di buon senso: la protezione delle infrastrutture vitali; semmai è sorprendente apprendere che dopo 15 anni di lotta al terrorismo non lo siano ancora.

Infine una decisione davvero rivoluzionaria per contrastare lo strapotere delle lobby. Uno dei maggiori problemi di Washington è rappresentato dal cosiddetto sistema delle “porte girevoli” che si traduce nel continuo passaggio di ministri e alti funzionari dall’industria privata al governo e viceversa, con effetti facilmente intuibili: influenza delle lobby, abusi normativi e nell’uso del denaro pubblico. Decidendo una norma semplicissima – «Un bando di cinque anni sulla possibilità per i funzionari di alto livello di diventare lobbisti quando lasciano l’amministrazione e un bando a vita sulla possibilità che diventino lobbisti per conto di governi stranieri» – Donald Trump fa quel che il presunto moralizzatore Barack Obama non ha nemmeno contemplato in otto anni: pone le premesse per spezzare la corruzione implicita che corrode da troppo tempo Washington.

Mica poco.

http://blog.ilgiornale.it/foa/2016/11/2 ... ebook+Page



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/11/2016, 16:57 
Dall'immigrazione al lavoro, il piano dei "100 giorni" di Trump

"A lavoro con veri patrioti". E il presidente eletto spiega le sue prime mosse.

Arriva con un video pubblicato su YouTube un primo aggiornamento, piuttosto dettagliato, su quanto Donald Trump intende fare nei suoi primi giorni da presidente, su tematiche che spaziano dall'immigrazione al lavoro, per toccare anche i trattati internazionali.

In un filmato di pochi minuti il presidente eletto assicura di essere al lavoro per portare avanti al meglio il percorso di transizione dalla presidenza Obama al suo mandato, vagliando "uomini e donne di talento, chiaramente patrioti", perché possano fare parte dello staff che lo assisterà per i prossimi quattro anni.

Un aggiornamento che ribadisce quale sarà la linea guida del suo mandato ("Prima l'America") e in cui va a fondo su alcune questioni centrali già nella sua campagna elettorale, dall'immigrazione al lavoro, dai trattati internazionali alla macchina burocratica di Washington.

Trump ha ripetuto di avere l'intenzione di rinegoziare il Tpp, il Partenariato transpacifico, perché sia sostituito con "accordi commerciali bilaterali equi" e toccato anche il tema della cyber-sicurezza, promettendo di prevenire attacchi hacker alle infrastrutture statali.

"Voglio che il futuro della produzione e dell'innovazione sia qui, nella nostra grande patria, l'America, creando benessere e impieghi per i lavoratori americani", ha aggiunto, sostenendo poi che lavorerà - su questo punto non ha mai lasciato dubbi - perché ogni violazione del programma di visti per l'ingresso negli Stati Uniti sia scoperta e risolta.

Ha anche detto di voler eliminare le restrizioni sui posti di lavoro, soprattutto quelle relative al settore energetico e di avere chiesto espressamente alla sua squadra di lavorare a una serie di provvedimenti esecutivi attuabili da subito, facendo intendere che la sua azione di governo sfrutterà questa possibilità spesso. Nei precedenti due mandati lo strumento è stato sfruttato circa trenta volte all'anno, per un totale di meno di 250 occasioni.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/dal ... 34713.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/11/2016, 17:12 
Un suggerimento ... per noi ...


Prima di arrivare al bivio Trump-Clinton, potremmo badare un po’ più ai «fatti»

Perché tra un a-morale e un im-morale è pur sempre meglio il secondo, almeno c’è la speranza che la realtà lo rimetta in carreggiata ...

L’articolo di Siobhan Nash-Marshall, professoressa americana di Filosofia, è, a nostro avviso, la più acuta e lucida lettura delle recenti elezioni presidenziali statunitensi.

Sociologi vari ci hanno spiegato la rabbia dell’uomo bianco; esperti di comunicazione hanno dissertato sull’uso dei social network; politologi di ogni risma hanno analizzato i flussi elettorali. Ma nessuno si è accorto di quel che Nash-Marshall spiega con chiarezza essere accaduto sotto il naso di tutti e “prima” che il fenomeno Trump apparisse sulla scena e lo convogliasse a suo vantaggio in termini di voti: la «completa indifferenza per i fatti».

Gli americani hanno avuto la possibilità di punire chi per anni, attraverso il maquillage linguistico (politicamente corretto), se ne è fregato dei fatti, anche se lo scotto da pagare era eleggere l’impresentabile Donald Trump. Perché tra un a-morale e un im-morale è pur sempre meglio il secondo, almeno fino a quando c’è la speranza che la forza dei fatti lo rimetta in carreggiata.

Ma prima che si arrivi a questa difficile scelta, si può tentare un’altra strada. Lo scriviamo soprattutto pensando all’Italia, se è vero che quel che accade negli States avviene da noi con dieci anni di ritardo (ormai anche meno). Ora che anche da noi ci si divide un po’ provincialmente tra pro e anti trumpisti, pensiamo che si debba lavorare per costruire una politica che metta la persona al centro e non alla periferia dei suoi interessi, che valorizzi le forze della società e dell’imprenditoria e non le soffochi con regole e certificati, che abbia un senso sacrale, e non commerciale, della vita umana. Meritiamo di meglio che scegliere “il meno peggio

http://www.tempi.it/bivio-trump-clinton ... DRtkn1JOTA



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/11/2016, 19:48 
WALL STREET AMA TRUMP! RECORD DEL DOW JONES, CHE SFONDA QUOTA 19000 PUNTI PER LA PRIMA VOLTA E TRASCINA AL RIALZO ANCHE MILANO (+1,4%) - I MERCATI PUNTANO SULLE PROMESSE DI DONALD: PIÙ SPESA PUBBLICA E MENO TASSE. SI SCHIANTERANNO I BILANCI DELLO STATO? STICAZZI, SONO PROBLEMI PER CHI VIENE DOPO, INTANTO SI BRINDA COL TORO



1.BORSA:RECORD DOW JONES, PRIMA VOLTA SOPRA 19.000 PUNTI

WALL STREET BORSA NEW YORK STOCK EXCHANGE

(ANSA) - Dow Jones record in apertura di Wall Street, per la prima volta sopra i 19 mila punti. Ai massimi di sempre anche l'indice S&P500 sopra i 2.200 punti.



2.BORSA: ANCORA EFFETTO TRUMP, MILANO (+1,37%) MAGLIA ROSA IN EUROPA

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Seduta positiva per l'Europa spinta al rialzo dai titoli delle materie prime e delle banche mentre il greggio consolida i guadagni di ieri e segna +0,2% con il Wti a 48,2 dollari al barile. Sostenuta anche dai nuovi record di Wall Street (in apertura il Dow Jones ha sfondato quota 19mila) Milano chiude a +1,37% con gli investitori che ormai danno per scontano un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve nella riunione di meta' dicembre.



A spingere la Borsa Usa sono state ancora una volta le parole del neo presidente Donald Trump sul programma dei suoi primi 100 giorni, che avranno come parola d'ordine la 'creazione di posti di lavoro' e, tra l'altro, vedranno la cancellazione delle restrizioni sulla produzione energetica e uno snellimento della burocrazia a 360 gradi.



A Piazza Affari, miglior listino in Europa, tengono banco i piani industriali di Enel (+3,1% in chiusura dopo la presentaz ione in mattinata a Londra), che promette nel tempo un aumento del payout sui dividendi al 70% dell'utile ordinario, e di Generali (+3,7%) che lo illustrera' domani, sempre nella City, con probabili tagli al 10% della forza lavoro come anticipato dal Sole 24 Ore di oggi.

Forti rialzi anche per Intesa Sanpaolo (+2,4%) e la galassia Unipol mentre in coda al listino spiccano i realizzi su Tenaris (-2,8%) e su Mps (-2,7%) in attesa dell'assemblea straordinaria di giovedi', decisiva per il via libera all'aumento di capitale da 5 miliardi. Luxottica cede il 3,3% dopo che la concorrente francese Essilor (-6,1%)ha tagliato le stime sui ricavi 2016. Sul resto del listino, Bio On strappa del 9% dopo la presentazione del nuovo piano industriale. Sul mercato dei cambi, l'euro si conferma sopra quota 1,06 dollari a 1,061 (1,0607 ieri in chiusura). La moneta unica vale anche 117,91 yen (117,76), mentre il dollaro/yen e' a 111,11 (110,76).

http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... 136320.htm



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 22/11/2016, 21:36 
....mentre il greggio consolida i guadagni di ieri e segna +0,2% con il Wti a 48,2 dollari al barile.


Questo poi non è grazie a Trump, anzi, le sue dichiarazioni di voler aumentare l'estrazione dello shale hanno rallentato un trend in rialzo del greggio che speravo superasse i 49.20 dollari al barile.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 23/11/2016, 11:32 
Ufologo 555 ha scritto:
Un suggerimento ... per noi ...


Prima di arrivare al bivio Trump-Clinton, potremmo badare un po’ più ai «fatti»

Perché tra un a-morale e un im-morale è pur sempre meglio il secondo, almeno c’è la speranza che la realtà lo rimetta in carreggiata ...

L’articolo di Siobhan Nash-Marshall, professoressa americana di Filosofia, è, a nostro avviso, la più acuta e lucida lettura delle recenti elezioni presidenziali statunitensi.

Sociologi vari ci hanno spiegato la rabbia dell’uomo bianco; esperti di comunicazione hanno dissertato sull’uso dei social network; politologi di ogni risma hanno analizzato i flussi elettorali. Ma nessuno si è accorto di quel che Nash-Marshall spiega con chiarezza essere accaduto sotto il naso di tutti e “prima” che il fenomeno Trump apparisse sulla scena e lo convogliasse a suo vantaggio in termini di voti: la «completa indifferenza per i fatti».

Gli americani hanno avuto la possibilità di punire chi per anni, attraverso il maquillage linguistico (politicamente corretto), se ne è fregato dei fatti, anche se lo scotto da pagare era eleggere l’impresentabile Donald Trump. Perché tra un a-morale e un im-morale è pur sempre meglio il secondo, almeno fino a quando c’è la speranza che la forza dei fatti lo rimetta in carreggiata.

Ma prima che si arrivi a questa difficile scelta, si può tentare un’altra strada. Lo scriviamo soprattutto pensando all’Italia, se è vero che quel che accade negli States avviene da noi con dieci anni di ritardo (ormai anche meno). Ora che anche da noi ci si divide un po’ provincialmente tra pro e anti trumpisti, pensiamo che si debba lavorare per costruire una politica che metta la persona al centro e non alla periferia dei suoi interessi, che valorizzi le forze della società e dell’imprenditoria e non le soffochi con regole e certificati, che abbia un senso sacrale, e non commerciale, della vita umana. Meritiamo di meglio che scegliere “il meno peggio

http://www.tempi.it/bivio-trump-clinton ... DRtkn1JOTA



8 anni di predicozzi e pippotti indescrivibili,
minoranze, gender, discriminazioni, diritti umani come il prezzemolo,
e per converso massacri, finanziamento del terrorismo,
golpe e omicidi politici,

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ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
bla bla bla bla bla bla bloa bla bla.....................................................................................
non se ne può/poteva più..

almeno trump punta sull'amor di patria,

il che è buono..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 23/11/2016, 14:16 
Il politicaly correct genera mostri orribili come la Boldrini e la Boldrinite. Speriamo sia una stagione morta e sepolta.



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 23/11/2016, 15:06 
La cosa migliore del West erano gli scout onesti e gli indiani.

I coloni erano ,in pratica,servi di un'auto gleba e poi c'erano parassiti
vari e antiparassiti non meno cattivelli.

Infine un mare di armi.

Questa è l'America,anzi,il mondo che piace ai Trump,ai Putin,ai cinesi,
ai terroristi,ai gerarchi religiosi ,ai militari,ecc....

Bene,ma almeno sappiatela fare e reggere:per intanto è gelatina in contenitori infotecnologici.


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