I seguaci di QAnon speravano ancora nel colpo di scenaMentre Joe Biden giurava come presidente in una tranquilla e soleggiata cerimonia, nelle chat della teoria complottista di destra in tantissimi non potevano crederciDa settimane negli Stati Uniti i seguaci della diffusissima teoria del complotto di QAnon, che già aveva in parte ispirato l’attacco al Congresso dello scorso 6 gennaio, attendevano con apprensione la cerimonia di insediamento del nuovo presidente Joe Biden. Non tanto per la cerimonia in sé – anzi: i seguaci di QAnon sono tendenzialmente persone con posizioni molto di destra – ma per quello che sarebbe dovuto accadere secondo le presunte profezie di Q, cioè l’utente che nei suoi centinaia di post ha costruito una realtà parallela secondo cui entro il 20 gennaio il presidente uscente Trump avrebbe invocato la legge marziale e giustiziato pubblicamente i membri di un fantasioso giro internazionale di satanisti pedofili, di cui ovviamente farebbero parte moltissimi Democratici.
Invece non è successo nulla. Biden è entrato in carica subito dopo il giuramento da presidente e Trump si è ritirato nella sua villa di Palm Beach, in Florida, dove secondo i suoi portavoce passerà un po’ di tempo a rilassarsi e giocare a golf. Eppure questa successione di eventi così ordinaria ha sconvolto migliaia di seguaci di QAnon, dopo che i simboli della setta erano stati portati dentro all’aula del Senato statunitense soltanto due settimane fa, in un attacco che aveva convinto moltissime persone che il risultato elettorale potesse essere seriamente ribaltato.
In alcuni gruppi di Telegram che riuniscono migliaia di loro, e in cui da tempo sono infiltrati moltissimi giornalisti, le reazioni sono state ambivalenti ma molto nette: «Dove sono gli arresti, le rivelazioni, le azioni militari e i documenti classificati che ci erano stati promessi????????», ha scritto un utente in un gruppo da 128mila persone. «Ho paura, mi viene da vomitare, ma tengo duro», ha risposto un altro utente. Altri ancora hanno citato due espressioni ricorrenti nelle profezie di Q: “abbi fede nel piano” e “È sempre più buio appena prima dell’alba” (un’informazione falsa, fra l’altro).
In particolare è circolato moltissimo un messaggio pubblicato su 8kun – uno dei tanti siti nati per ospitare i seguaci di QAnon dopo le espulsioni dai principali social network – da Ron Watkins, considerato da diversi analisti Q in persona oppure un suo strettissimo collaboratore. Nel giorno dell’inaugurazione di Biden, Watkins ha scritto che «è il momento di tornare alle nostre vite precedenti», e di «rispettare la Costituzione a prescindere da quanto siamo d’accordo con alcuni dettagli che riguardano le persone che giureranno».
Non tutti sono convinti che i seguaci di QAnon seguiranno le indicazioni di Watkins. «Per molte persone non sarà facile fare un passo indietro», ha spiegato al Financial Times Molly McKew, un’analista che si occupa di disinformazione per la società di consulenza Fianna Strategies: «e cosa succederà quando decideranno di associarsi a un nuovo leader meno pigro e incompetente di Trump? La potenza di questa dottrina non si è ancora esaurita».
Come succede a molte sette o teorie del complotto quando le loro predizioni non si realizzano, soltanto una parte dei seguaci accetta che le proprie convinzioni si siano rivelate sbagliate: una parte consistente si aggrappa a qualsiasi appiglio pur di non ammettere il proprio fallimento. Come ad esempio al fatto che nel suo discorso di fine mandato Trump abbia esposto 17 bandiere americane, e che la Q sia la diciassettesima lettera dell’alfabeto.
Fra le persone che rientrano in questa categoria c’è anche una deputata Repubblicana appena eletta al Congresso, Marjorie Taylor Greene, una delle persone più in vista a credere in QAnon. Nei minuti del giuramento di Biden ha subito chiesto per lui una procedura di impeachment.
I timori degli esperti però non riguardano Taylor Greene, una deputata ai margini del suo partito che difficilmente riuscirà a combinare qualcosa al Congresso ed essere rieletta fra due anni. «La mia principale preoccupazione è che la Q diventi una JQ», dove J sta per jewish, “ebreo” in inglese, ha detto al Guardian Brian Friedberg, un esperto di tecnologia e discriminazioni dell’università di Harvard.
Friedberg spiega che i suprematisti bianchi e i movimenti neonazisti potrebbero riempire il vuoto lasciato da Q – che non ha ancora postato un messaggio dopo l’inaugurazione di Biden – per indirizzare la rabbia e le credenze dei seguaci di QAnon contro gli ebrei o le minoranze etniche. Travis View, un giornalista che conduce il podcast più seguito sul movimento QAnon, ha fatto notare che già oggi i suoi seguaci condividono molte teorie complottiste con l’estrema destra statunitense ed europea, fra cui la credenza che finanzieri ebrei come George Soros controllino segretamente i governi di tutto il mondo. «Passare da “il giro satanico dei globalisti” al “complotto ebraico” non sembra così difficile», ha raccontato al Guardian.
Nel frattempo, però, per i seguaci di QAnon sta diventando sempre più difficile rimanere in contatto e sviluppare una narrazione condivisa sulle presunte profezie di Q. Facebook ha fatto sapere a CNN che da agosto ad oggi ha eliminato più di 10mila gruppi legati a QAnon, mentre Twitter ha detto di aver sospeso circa 70mila account che promuovevano le sue teorie. Un altro social molto diffuso negli ambienti di estrema destra e di QAnon, Parler, di recente è stato rimosso dai principali app store.
Fonte:
https://www.ilpost.it/2021/01/21/qanon-biden-inaugurazione/