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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 13/11/2020, 11:20 
TheApologist ha scritto:
In effetti ci vuole la "smoking gun", le accuse sparse dei repubblicani buttate lì a caso non cambiano nulla.

Ci vogliono testimonianze, prove vere, video, foto, dati, indagini... È tutto troppo fumoso. E il tempo stringe.


Questo intendo, se anche Trump ha messo una "taglia" su chi porterà per primo delle prove da presentare, è chiaro che per il momento ci sono tantissime illazioni (anche probabilmente fondate), ma non c'é la prova che può scoperchiare tutto.
Se non la trovano a breve, non ci sarà più tempo e finirà tutto come tantissime altre cose, in niente.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 13/11/2020, 13:10 
Cita:
Il piano dei Democratici: una pandemia per battere Donald Trump

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Robert Bridge
strategic-culture.org

La domanda cruciale che continua a tormentare gli osservatori politici è: “Come ha fatto a vincere Joe Biden, 77 anni, con una campagna elettorale così striminzita e anemica, in quella che è stata descritta come l’elezione più significativa nella storia degli Stati Uniti?” Facciamoci coraggio e cerchiamo di sbirciare nel cervello di questo genio politico che è stato, non si sa come, in grado di battere il più grande maestro di scacchi 5D dei nostri tempi, Donald J. Trump.

Mentre, prima del 3 novembre, il Repubblicano in carica volava senza sosta da un raduno all’altro, in tutto il paese, Biden aveva preferito starsene rintanato nel suo seminterrato, uscendo ogni tanto per mangiarsi un gelato o per farsi fotografare in qualche aeroporto, dove salutava folle immaginarie su piazzali deserti. A giudicare da un comportamento così scialbo, sembrava quasi che Biden sapesse di non avere nulla di cui preoccuparsi. E forse era veramente così.

Abbiate fede nella pandemia

L’unico fattore di rilievo che ha distinto la stagione elettorale 2020 da quelle del passato è stato, nel gennaio di quest’anno, lo scoppio dell’epidemia di coronavirus. Questo non vuol dire, ovviamente, che Biden sia un genio così malvagio da aver ordinato ad un flagello biblico di visitare l’America proprio al momento giusto. Dopotutto, solo un sociopatico o magari uno sviluppatore di software miliardario senza laurea in medicina potrebbe fantasticare sugli sviluppi di una pandemia. Eppure, rimane dubbio il fatto che alcuni individui, in particolare i loschi consulenti elettorali e i venditori di mascherine chirurgiche, non siano riusciti a vedere il vantaggio a breve termine del Covid-19, al momento del suo sbarco sul continente americano. Per citare il moderno Democratico e machiavellico, Rahm Emanuel, non si deve “mai lasciare che una buona crisi vada sprecata.” Va detto che i Democratici hanno fatto veramente tesoro di questa pandemia.

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“Buffo come la CNN abbia improvvisamente smesso di battere la grancassa “COVID-COVID-COVID!”, non è vero? Hanno persino abbassato il numero delle vittime. Non siamo forse ancora nel mezzo di una presunta emergenza sanitaria nazionale, CNN? Non ti interessa più, CNN? Che branco di ipocriti.”

Bloccare tutto

Quando il coronavirus aveva iniziato a dilagare in tutto l’entroterra, i Democratici, così come i Repubblicani, avevano iniziato ad introdurre misure severe, per evitare che anche una sola persona venisse infettata dal virus. Pochi leader politici, dopotutto, volevano essere accusati di “aver ucciso le nonnine.” Ma, mentre gli stati repubblicani, dopo qualche tempo, avevano cominciato ad allentare le restrizioni, dando alla gente un po’ di respiro, quelli democratici avevano raddoppiato i blocchi. Mettendo la camicia di forza alle attività economiche, avevano condannato migliaia di aziende ad una morte lenta e dolorosa, vietando o riducendo severamente qualsiasi attività sociale, inclusi matrimoni, funerali, partecipazioni scolastiche e servizi religiosi. Con un cinismo mozzafiato, tuttavia, erano state fatte eccezioni per le “proteste pacifiche” di Black Lives Matter, che avevano la singolare caratteristica di dare il colpo di grazia finale alle imprese già agonizzanti.


“Dobbiamo sempre valutare i rischi e i benefici degli sforzi per controllare il virus. In questo momento, i rischi per la salute pubblica del non protestare per chiedere la fine del razzismo sistemico superano di gran lunga i danni del virus.”

Ecco come il Wall Street Journal descrive il massacro: “Quasi due terzi delle attività connesse al tempo libero e al settore alberghiero a New York e nel New Jersey e circa la metà in California e Illinois sono scomparse tra febbraio e aprile, rispetto al 43% della Florida, uno degli ultimi stati ad imporre il lockdown e il primo ad abolirlo. Il governatore [repubblicano] della Florida, Ron DeSantis, ha inoltre fornito esenzioni alle imprese a basso rischio, inclusi appaltatori, produttori e alcuni rivenditori. In Florida, solo il 4% dei lavoratori edili ha perso il lavoro, rispetto al 41% di New York, al 27% del New Jersey, al 17% della California e all’11% dell’Illinois.”

Nel frattempo, New York, New Jersey, Pennsylvania e Michigan, le principali roccaforti democratiche, inspiegabilmente ordinavano alle case di riposo di riammettere gli anziani infetti dal COVID-19. Il 25 marzo 2020, lo stato di New York aveva ordinato: “A nessun residente sarà negata la riammissione o l’ammissione [ad un centro per anziani] esclusivamente sulla base di una diagnosi confermata o sospetta di COVID-19.”

Una decisione molto strana, soprattutto perchè non c’era mai stata una carenza di posti letto ospedalieri, anche al culmine dei casi di Covid. La cosa era diventata evidente a marzo, quando Trump aveva inviato a New York City la nave ospedale della marina USNS Comfort, come parte della risposta governativa alla pandemia in corso. Invece di rimandare i malati e gli anziani nelle case di riposo, il governatore di New York, Cuomo, aveva ora la possibilità di permettere a queste persone di guarire a bordo di questa nave, dove non avrebbero corso il rischio di contagiare centinaia di vulnerabili anziani. Invece, ad aprile, Cuomo aveva comunicato a Trump che la nave ospedale non era più necessaria.

Allora, chi si è preso il cazziatone quando i tassi di mortalità da Covid negli Stati Uniti avevano iniziato a salire, sopratutto a causa della mortalità fra la popolazione anziana? Non i governatori Cuomo, Murphy, Whitmer e Wolf, questo è certo.

Decisioni omicide a parte, le misure proposte dagli stati democratici hanno avuto, e continuano ad avere, l’effetto “negativo” di distruggere gran parte della ripresa economica realizzata durante i quattro anni di regno dell’odioso “Uomo Arancione,” ostacolando seriamente le sue possibilità di rielezione.

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“So che alcuni sono sconvolti dal fatto che ieri ho cenato al chiuso in un ristorante nel Maryland. Sapevo che il rischio era basso, perché la contea che ho visitato ha avuto meno di 800 casi di COVID-19, rispetto agli oltre 33.000 casi di Philadelphia.
A parte ciò, capisco la frustrazione.”

Nessun errore con il voto postale?

Ma il regalo più grosso che il Covid avrebbe potuto fare al Partito Democratico è stata la scusa per poter votare per corrispondenza, e giusto in tempo per lo scontro Trump-Biden. È qui che la campagna Biden ha ritenuto indispensabile avere i media mainstream e Big Tech saldamente dalla propria parte. Le principali piattaforme di social media, Twitter e Facebook, si sono assunte la responsabilità (che, è importante sottolineare, ai sensi della Sezione 230 del Communications Act, non era stata assolutamente assegnata a loro) di censurare qualsiasi persona, compreso il Presidente degli Stati Uniti, che osasse suggerire che il voto per corrispondenza era pieno di insidie e di trappole. Anche la Casa Bianca aveva fornito numerosi esempi.

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È stata solo una coincidenza che l’esatto scenario previsto da Trump, frodi generalizzate collegate alle schede elettorali inviate per posta, alla fine si sia realmente verificato? La notte delle elezioni, Trump stava godendo di un discreto vantaggio negli stati critici di Georgia, Carolina del Nord, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. Poi è successo qualcosa mai capitato prima nella storia delle elezioni americane: quegli stati avevano improvvisamente smesso di contare i voti, dicendo che avrebbero continuato il giorno successivo. E cos’era successo nel frattempo? Niente di buono, sembra. Innanzitutto, ci sono state diverse segnalazioni di voti fatti arrivare ai seggi elettorali nel cuore della notte.

In un caso particolare, Connie Johnson, una osservatrice elettorale di Detroit, Michigan, ha scritto sul suo account personale di Facebook di aver scoperto che oltre 130.000 schede erano arrivate nel seggio elettorale della sua città, dove si effettuavano i conteggi, alle 4 del mattino. Secondo la Johnson, ognuna di quelle schede era a favore di Joe Biden, una evidente impossibilità statistica. Inoltre, agli osservatori repubblicani era stato negato l’accesso alla stanza dei conteggi perché, come era stato detto loro, era stata raggiunta la “capacità massima” consentita all’interno della sala. Ancora una volta, la colpa era del Covid.

Dall’altra parte del paese, a Filadelfia, l’avvocato personale di Trump, Rudy Guliani, ha tenuto una conferenza stampa, nel corso della quale diversi osservatori elettorali hanno rivelato di non aver avuto il permesso di verificare le schede arrivate per corrispondenza. Secondo Giuliani, uno scenario simile si è verificato in tutti gli stati contesi.

Al di là di questi possibili brogli, è ovvio che Joe Biden deve aver avuto il pieno sostegno dei media mainstream e di Big Tech per poter realizzare la più grande rapina elettorale del secolo. Naturalmente c’è riuscito, perchè i media non solo si sono rifiutati di considerare la possibilità che un sistema di voto per corrispondenza a livello nazionale avrebbe potuto far rassomigliare gli Stati Uniti ad una Repubblica delle Banane, ma lo hanno immediatamente acclamato presidente, anche prima di qualunque dichiarazione ufficiale.

Un giorno, in futuro, nell’ipotesi che Biden venga ammesso allo Studio Ovale, sospetto che ascolteremo le stesse fiacche confessioni pubbliche da parte dei soliti scribacchini, mentre si domandano, nell’etere e sulla stampa (proprio come avevano fatto nel disastroso periodo seguito alla guerra in Iraq), come avessero potuto non farsi ulteriori domande, non solo sul discutibile stato mentale di Biden, ma [sopratutto] sull’uso delle schede per corrispondenza nelle elezioni presidenziali statunitensi più importanti di tutti i tempi.

Robert Bridge

Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2020/11/09/how-democrats-weaponized-pandemic-to-beat-donald-trump/
09.11.2020

Fonte: https://comedonchisciotte.org/il-piano-dei-democratici-una-pandemia-per-battere-donald-trump/



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 13/11/2020, 13:14 
Cita:
E adesso arriva la guerra civile

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Pepe Escobar
unz.com

L’enorme psyop è in pieno svolgimento. Chiunque abbia familiarità con il Transition Integrity Project (TIP) sa quali sono le regole inderogabili del gioco. Nel mio articolo Banana follies avevo scelto di rappresentarlo come un tipico esercizio di simulazione da think tank. Questa però non è una simulazione. E nessuno sa esattamente come andrà a finire.

L’intelligence statunitense è assolutamente consapevole di casi ben documentati di frode elettorale. Tra questi: un software dell’NSA in grado di infiltrarsi in qualsiasi rete, come era stato spiegato in precedenza da Edward Snowden, e capace di alterare il conteggio dei voti; il supercomputer Hammer e la sua app Scorecard, che si inserisce nei punti di trasferimento dei sistemi informatici utilizzati nelle elezioni nazionali e opera all’esterno dei sistemi di stoccaggio di terze parti dei dati elettorali; il software Dominion, che dal 2000 è noto avere grosse falle di sicurezza ma che è ancora utilizzato in 30 stati, inclusi tutti gli swing state; gli ormai famosi salti verticali di Biden nel Michigan e nel Wisconsin alle 4 del mattino del 4 novembre (che AFP [un sito di debunkers] ha tentato in modo poco convincente di sfatare per il Wisconsin, senza nemmeno provarci con il Michigan); molteplici testimonianze di schede elettorali intestate a persone defunte.

L’attore chiave è il Deep State, che è poi quello che deciderà il corso degli eventi. Hanno soppesato i pro e i contro di schierare come come “leader del mondo libero” un vecchio con una demenza di tipo 2; un guerrafondaio neoconservatore e possibile estorsore (insieme al figlio); che ha condotto la campagna elettorale da un seminterrato; che, nelle manifestazioni pubbliche, non è stato neanche in grado di riempire un parcheggio e che dovrebbe avere come spalla una tizia che nelle primarie democratiche era stata la prima a rinunciare per il poco sostegno ricevuto.

Questo stato di cose, visto soprattutto dalle estese contrade del Sud del mondo che languono sotto il tallone dall’impero, potrebbe essere un qualcosa di terribile. Le elezioni taroccate sono una prerogativa della Bolivia e della Bielorussia. In ogni caso, solo l’Impero è in grado di legittimare un’elezione fraudolenta, specialmente nel proprio cortile.

Benvenuti nella Nuova Resistenza

I Repubblicani sono in una posizione molto comoda. Hanno in pugno il Senato e potrebbero finire per raccogliere fino a 12 seggi alla Camera. Sanno anche che qualsiasi tentativo di un’amministrazione Biden-Harris di legiferare tramite ordini esecutivi avrebbe … delle conseguenze.

L’orientamento di Fox News/New York Post è particolarmente affascinante. Perché all’improvviso stanno sostenendo Biden? Andando al di là delle beghe familiari, degne della saga Succession, Rupert Murdoch ha chiarito senza mezzi termini che, con il colpo grosso del laptop [di Hunter Biden], ormai conosce a menadito tutti i panni sporchi della famiglia Biden. Perciò faranno come vuole lui. Murdoch non ha più bisogno di Trump.

Né, in teoria, ne ha bisogno il GOP. Ex addetti ai lavori della CIA parlano con cognizione di causa di pesanti intrallazzi in corso dietro le quinte tra pezzi da novanta del GOP e la banda Biden-Harris. Maneggi per fare le scarpe a Trump, che la maggior parte del GOP odia a più non posso. L’uomo più importante a Washington sarà infatti il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell.

Tuttavia, per chiarire eventuali dubbi, un riconteggio dei voti sarebbe assolutamente necessario in tutti i sei stati contestati: Wisconsins, Michigan, Pennsylvania, Georgia, Nevada e Arizona. Bisognerebbe contarli a mano. Uno per uno. Il Dipartimento di Giustizia dovrebbe agire immediatamente. Non succederà. I riconteggi costano fior di quattrini. Non ci sono prove che il Team Trump, per di più a corto di fondi e manodopera, sarà in grado di convincere il pupillo di Papà Bush, William Barr, a fare una cosa del genere.

Mentre, da un lato, demonizzano senza sosta Trump per aver “diffuso un mare di disinformazione” e “cercato di minare la legittimità delle elezioni statunitensi,” i media mainstream e Big Tech hanno già dichiarato un vincitore, un classico caso di pre-programmazione delle masse pecorecce.

Eppure, ciò che conta davvero è la lettera della legge. Sono i legislatori statali che dovranno decidere quali elettori si recheranno al Collegio Elettorale per nominare il presidente.

Eccolo qui, Articolo II, Sezione 1, Comma 2: Ciascuno stato nominerà gli elettori “secondo le modalità della legge vigente.”

Quindi, tutto questo non ha nulla a che fare con i governatori, per non parlare dei media. Spetta agli organi legislativi statali del GOP agire di conseguenza. Il tormentone potrebbe andare avanti per settimane. La prima seduta procedurale del Collegio Elettorale avrà luogo il 14 dicembre. La decisione finale si avrà solo all’inizio di gennaio.

Nel frattempo, le voci su una Nuova Resistenza si stanno diffondendo a macchia d’olio.

Il Trumpismo, con oltre 71 milioni di voti, è saldamente radicato come movimento di massa. Nessuno nel GOP ha il controllo di questo favore popolare. Mettendo da parte il Trumpismo, il GOP potrebbe fare harakiri.

Allora, cosa faranno i Deplorevoli?

Il sempre indispensabile Alastair Crooke colpisce nel segno in un interessante articolo: Trump è il presidente dell’America Rossa. E, a seconda di come si svilupperà la tragicommedia elettorale, i Deplorevoli diventeranno gli Ingovernabili.

Crooke fa riferimento ad un importante parallelo di cui aveva parlato lo storico Mike Vlahos, che mostra come l’attuale saga americana rispecchi l’antica Roma dell’ultimo secolo della Repubblica, con l’élite romana contrapposta ai Populares, oggi rappresentati dall’America Rossa (trumpista):

“Questo era un nuovo mondo, in cui i grandi proprietari terrieri latifondisti, i ‘Grandi Uomini’ che avevano guidato le varie fazioni nelle guerre civili, erano diventati gli arconti e i senatori che avrebbero dominato la vita di Roma nei cinque secoli successivi, mentre il Popolo (i Populares) era stato trasformato in un elemento passivo, non impotente, ma generalmente dipendente e non partecipativo del governo romano: questo aveva indebolito la vita creativa di Roma e, alla fine, aveva portato alla sua caduta.”

Anche se l’apparato democratico lo avrebbe voluto, Trump non è ancora l’Imperatore Cesare Augusto, quello che i Greci chiamavano Autokrator (autocrate), ma che, di fatto, era un monarca. L’Augusto, il Tiberio e soprattutto il Caligola americano è ancora ben lungi dal venire. Sarebbe comunque un imperialista benevolo e umanitario.

Nel frattempo, cosa farà la Grande Capitale imperiale?

L’Occidente e, in particolare, la Roma americana, è sull’orlo di un doppio precipizio: la peggiore depressione economica mai vista unita a numerose, incontrollabili e imminenti esplosioni di rabbia sociale.

Quindi, il Deep State pensa che con Biden (o, prima piuttosto che poi, con la Suprema Shakti e Comandante in Capo, Maa Durga Kamala) sarà più facile arrivare al Grande Reset di Davos. Dopotutto, per rimettere a posto i pezzi degli scacchi, bisogna prima ribaltare la scacchiera. Questo andrà oltre la simulazione di Dark Winter, che non a caso era stata evocata dalla stesso Biden (che di solito legge solo il teleprompter) durante l’ultimo dibattito presidenziale. La sceneggiatura si avvicina minacciosamente allo scenario Lock Step 2010 della Fondazione Rockefelller.

Nel frattempo, il Piano B è mantenuto in modalità pronti, attenti, via: una minaccia mondiale di violenza, concentrata sulla sfera di influenza di una Russia “maligna,” il tutto per soddisfare una NATO “rianimata” e il complesso militare-industriale, che ha selezionato un Presidente attualmente eletto solo dai media, proprio perchè non è altro che una sagoma di cartone.

Pepe Escobar

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/pescobar/first-comes-a-rolling-civil-war/

fonte: https://comedonchisciotte.org/e-adesso-arriva-la-guerra-civile/


Pronti i pop-corn?



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 13/11/2020, 13:35 
MaxpoweR ha scritto:
Pronti i pop-corn?


E' da Bush che sono pronti, ormai saranno anche da buttare [:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 13/11/2020, 14:08 
prima o poi ce li gusteremo [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 13/11/2020, 16:20 
Nientemeno che il presidente della Commissione elettorale federale Trey Trainor, durante le elezioni presidenziali,
ha dichiarato pubblicamente che "c'è una frode elettorale".



'Dove sono le prove?' proprio qui Sean, 234 pagine di dichiarazioni giurate, queste sono persone reali, accuse reali, firmate con i notai ", ha detto l' addetto stampa della Casa Bianca Kayleigh McEnany.

https://thebl.com/us-news/president-of- ... imate.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 13/11/2020, 17:57 
Wolframio ha scritto:
Nientemeno che il presidente della Commissione elettorale federale Trey Trainor, durante le elezioni presidenziali,
ha dichiarato pubblicamente che "c'è una frode elettorale".



'Dove sono le prove?' proprio qui Sean, 234 pagine di dichiarazioni giurate, queste sono persone reali, accuse reali, firmate con i notai ", ha detto l' addetto stampa della Casa Bianca Kayleigh McEnany.

https://thebl.com/us-news/president-of- ... imate.html


Trey Trainor, repubblicano, le dichiarazioni giurate di persone, non costituiscono prova affidabile.
La pistola fumante è : una prova cartacea, un filmato di persone intente a frodare.
Intanto il tempo passa e Biden è sempre più presidente....



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 13/11/2020, 19:16 
Brutta cosa essere repubblicani senza carta e videocamera. [:300]



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 13/11/2020, 22:30 
Ma, voglio dire, se trattasi di un software, le prove ci devono essere. Non sono un informatico, ma presumo che qualsiasi operazione informatica lasci una traccia. O no?
Altrimenti Trump come farebbe a "dare i numeri"? Vuol dire che ci sono le prove di questi "glitch" stranamente sempre a senso unico.


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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 14/11/2020, 00:41 
TheApologist ha scritto:
Ma, voglio dire, se trattasi di un software, le prove ci devono essere. Non sono un informatico, ma presumo che qualsiasi operazione informatica lasci una traccia. O no?
Altrimenti Trump come farebbe a "dare i numeri"? Vuol dire che ci sono le prove di questi "glitch" stranamente sempre a senso unico.

Si ma software o cartacei, se ci sono prove vengono fuori prima o poi; il problema è che dopo 2 settimane ci sono solo tweet e niente più.
I funzionari statali e federali hanno già affermato che le elezioni si sono svolte regolarmente senza nessun tipo di intoppo o irregolarità e sono sia democratici che repubblicani.
A me questa mossa di Trump mi sembra fatta ad arte per distogliere l'attenzione da "altro" che sta organizzando in questi 2 mesi che gli rimangono alla casa Bianca......



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 14/11/2020, 00:57 
beh anche algore aveva vinto ma sappiamo come è andata...



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 14/11/2020, 02:16 
MaxpoweR ha scritto:
beh anche algore aveva vinto ma sappiamo come è andata...

Doveva vincere Bush. Infatti poi un anno dopo...

Questa volta la manfrina è la stessa. Ma niente aerei, bensì pandemie indotte per coprire il crash finanziario, e successivi Patriot Acts su scala globale per reprimere le rivolte.

Trump evidentemente ne è al corrente, e non ha nessuna voglia di farsi da parte per permettere che portino avanti le loro porcate. Il punto è che se non riesce a ribaltare la situazione dimostrando le frodi, gli rimane solo il colpo di Stato. Se l'esercito è veramente dalla sua, può anche darsi che gli riesca...



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 14/11/2020, 13:35 
L'analista Bruno Guigue: "Il sistema liberale in stile occidentale ha fallito. Dobbiamo trarne le conseguenze"


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Nell'intervista, concessa in esclusiva per L'AntiDiplomatico, con Bruno Guigue* abbiamo affrontato vari temi, dalle recenti presidenziali USA ed i suoi scenari nella politica internazionale, alla guerra e le sanzioni alla Siria, al ruolo della Cina, il nuovo mondo multipolare che avanza, fino ai recenti accordi di normalizzazione tra Israele alcune monarchie del Golfo.


¯
Elezioni presidenziali statunitensi. Quando al presidente Assad viene chiesto se la leadership politica può cambiare tra un democratico e un repubblicano, risponde che non cambierà nulla. Perché sono le lobby, le multinazionali, che decidono il corso della politica americana. Secondo lei, ci sarà differenza con Trump, se Biden vincerà?

Ci sarà una differenza nella forma, ovviamente, ma la sostanza potrebbe essere più o meno la stessa. Il problema con Trump era che parlava in un linguaggio di rottura con l'imperialismo, ma lo ha immediatamente smentito con le sue azioni con straordinaria aplomb. Ha detto che non voleva che gli Stati Uniti continuassero a essere "il poliziotto del mondo". Ma se questa era davvero la sua intenzione, perché ha mantenuto 725 basi militari all'estero? Perché ha continuato a imporre sanzioni economiche a 39 paesi? Se Trump voleva rompere con le politiche da falco degli Stati Uniti, perché ha aumentato il suo budget militare da 620 miliardi a 740 miliardi? Ha criticato il Pentagono dal lato del cortile, ma dal lato del giardino ha mangiato dalle mani del complesso militare-industriale. I suoi sostenitori in Europa dicono che non ha iniziato nessuna nuova guerra. È vero. Ma ha fatto morire di fame il Venezuela, molestato Cuba, minacciato l'Iran, bombardato la Siria e calunniato la Cina. Trump è il re dello spettacolo. Biden, è qualcos'altro. Un democratico di bell'aspetto, un puro prodotto dell'establishment, che mobiliterà il campo occidentale contro i "cattivi" con una retorica schietta.


In questo contesto, la Cina continuerà ad essere il “nemico” da affrontare?

Trump ha preso l'iniziativa in questa nuova guerra fredda, ma si dice che un altro presidente avrebbe fatto lo stesso. Siamo entrati in una nuova era e il confronto continuerà su tutti i livelli. La guerra tariffaria iniziata da Trump per riequilibrare la bilancia commerciale degli Stati Uniti ha prodotto solo risultati limitati. Continuerà, ma con minore intensità, perché la Cina ha deciso di sviluppare il proprio mercato interno, come annunciato a Pechino dall'ultimo plenum del comitato centrale preparatorio per il prossimo Piano quinquennale. La guerra tecnologica si intensificherà, ma nulla impedirà alla Cina di assumere un ruolo guida in un'area in cui investe più degli Stati Uniti.

Washington continuerà inoltre ad esercitare pressioni militari sulla Cina, la cui costa è circondata da un vero e proprio spoglio di paesi satelliti, basi militari e forze aeree navali. Ma gli Stati Uniti, soprattutto, intensificheranno l'offensiva diplomatica sulla questione dei diritti umani. L'accademico americano Graham Allison spiega in The Trap of Thucydides che gli Stati Uniti non possono vincere la competizione economica con la Cina, perché ha già vinto, e che non possono affrontarla militarmente, perché ciò richiederebbe il rischio di mutua distruzione. Rimane l'unico ambito in cui possono affermare la loro superiorità: i diritti umani! Questo è il motivo per cui Washington sta sistematicamente interferendo negli affari interni cinesi, dal Tibet allo Xinjiang a Hong Kong. Tutto è buono per destabilizzare la Cina e l'immaginazione occidentale è senza limiti. L'ultimo esempio di questa propaganda è la grottesca favola dei "tre milioni di uiguri" rinchiusi nei campi di concentramento.

Ha scritto un articolo il 19 marzo 2020 sulla vittoria della Cina contro il Covid-19, quando altri paesi hanno iniziato a imporre misure di contenimento. I problemi che attualmente devono affrontare i sistemi sanitari occidentali, che pagano le conseguenze delle loro politiche liberali, segnano la sconfitta del sistema capitalista?

Sì, sono stato uno dei primi in Occidente a riferire che la Cina aveva raggiunto ciò che nessun paese ha mai raggiunto: sconfiggere un'epidemia in due mesi attraverso una massiccia mobilitazione della società. E dello stato. Dopo aver segnalato il virus all'OMS il 31 dicembre 2019, la Cina è entrata in battaglia. Il contenimento di milioni di persone, a partire dal 23 gennaio, ha rallentato la progressione dell'epidemia. Apparendo mascherato in televisione l'8 febbraio, il presidente Xi ha dichiarato "una guerra popolare contro il nuovo demone". Decine di migliaia di volontari si sono riversati nell'Hubei, sono stati costruiti dozzine di ospedali nel giro di poche settimane, migliaia di squadre sono state inviate per tracciare i contatti tra i pazienti e le loro famiglie. La verità è che il socialismo cinese ha dimostrato ancora una volta la sua superiorità. La Cina ha uno Stato che funziona al servizio del popolo. Ma il nostro dov'è? In un paese in cui la proprietà pubblica è negativa a causa del debito estero, in cui i servizi pubblici sono stati privatizzati e smantellati, dove lo Stato è ostaggio volontario dei circoli finanziari, non siamo in grado di raggiungere il 10% quello che hanno fatto i cinesi. Il sistema liberale occidentale ha fallito. Dobbiamo trarne le conseguenze.

Cuba, Venezuela, Vietnam così come la Cina, paesi socialisti con caratteristiche particolari, con il loro sistema di sanità pubblica, hanno saputo far fronte meglio alla pandemia. Il socialismo è la nuova via?

In effetti, colpisce il fatto che i paesi più efficienti nella gestione della pandemia siano o Stati di orientamento socialista, come Cina, Vietnam, Cuba, lo Stato indiano del Kerala o persino il Venezuela, o gli Stati asiatici di tradizione confuciana, come Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Singapore. I paesi meno efficienti, invece, sono gli Stati Uniti, in piena stasi, l'India (tranne il Kerala) e il Brasile, vale a dire i grandi paesi capitalisti governati da un'avida oligarchia e reazionari. Vuoi sfuggire alla pandemia? Avete quello che vi resta da fare. Che vi piaccia o no, la superiorità del socialismo sul capitalismo non è una professione di fede, è una realtà oggettiva.

La Siria sta attraversando una guerra di aggressione da quasi 10 anni. Perché la Siria di Assad è un avversario scomodo per l'Occidente? Perché la storia della "rivoluzione" contro la "dittatura" è ancora così viva, quando i cosiddetti "ribelli" sono in realtà jihadisti?

La tragedia siriana è indice di un'ipocrisia monumentale: quella di un Occidente che osa parlare di democrazia mentre orchestra una guerra vile contro un popolo che non le ha fatto nulla. Per legittimare tale ignominia, da dieci anni a questa parte, sui media occidentali sono apparsi numerosi ciarlatani professionisti. Alcune correnti di sinistra, in particolare, sguazzavano letteralmente nel fango. Chiedendo alle potenze occidentali di armare i cosiddetti ribelli, si sono assunti la loro parte di responsabilità per la tragedia siriana. Hanno creato una cortina fumogena sulle questioni del conflitto. Hanno spacciato mafia e insurrezione reazionaria per una rivoluzione popolare e democratica. Hanno imbiancato il terrorismo in altri condannandolo nel loro stesso paese. Hanno calunniato l'esercito siriano facendolo passare per un gruppo di torturatori, mentre questo esercito nazionale ha pagato un caro prezzo per aver difeso la patria. Nessuno crede più a questa storia ingannevole, che ha causato danni considerevoli.

Oltre alla guerra, la Siria sta affrontando pesanti sanzioni da parte dell'Unione Europea, dopo che gli Stati Uniti hanno introdotto il Caesar Act. Può Damasco uscire vittoriosa da questa nuova ondata di sanzioni? La Russia, l'Iran e il Cina possono dare una mano a invertire questa terribile situazione economica?

La Siria è devastata, ma resiste. Nonostante le sanzioni occidentali affamino la sua gente, nonostante la guerra e l'occupazione straniera in parti del territorio che non sono state ancora liberate. Se tiene duro è perché il suo stato non è crollato, perché il suo esercito si sta sacrificando per salvare il Paese e perché la Siria ha alleati affidabili. In realtà, non c'è mai stata una guerra civile in Siria. Questa guerra per procura è stata avviata dalle potenze imperialiste. È stata formata una coalizione criminale per abbattere lo stato siriano, che a sua volta è stato in grado di formare una coalizione per eliminare uno ad uno i gruppi terroristici che fungono da base per la coalizione avversaria. L'analisi dei rapporti di forza deve quindi tener conto di questa doppia internazionalizzazione del conflitto. Deve anche integrare l'eterogeneità delle due coalizioni. Quello guidato dagli Stati Uniti è un branco raggruppato attorno al maschio dominante dell'imperialismo, con le petromonarchie come sostenitori del terrore e le potenze occidentali di secondo livello, come la Francia, nel ruolo di ausiliari. La coalizione di nazioni sovrane che le stanno di fronte è di natura completamente diversa. Cina e Russia sono i principali attori della transizione, che vede un mondo multipolare succedere alla giungla organizzata che l'imperialismo ha soprannominato con il ridicolo marchio di "mondo libero". Ma quelli che pensano ancora di essere padroni del mondo non vedono che il terreno si sta sgretolando sotto i loro piedi.

I recenti accordi di normalizzazione con Israele, promossi da Trump, con Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Sudan, sono una strategia per liquidare la causa palestinese o per combattere l'Iran?

Questi accordi di normalizzazione sono patti di vergogna in cui i re del petrolio hanno finito per vendere i loro fratelli palestinesi al miglior offerente. Ma la causa palestinese, nessuno potrà liquidarla. Finché il popolo palestinese continuerà a resistere, questa causa rappresenterà la cattiva coscienza dell'umanità, l'ultimo angolo del pianeta dove la terra è colonizzata impunemente, i cui legittimi proprietari sono trattati come usurpatori. Lo stato-colono senza dubbio immagina di essere al sicuro dalla sua potenza militare e dall'ombrello americano, ma in questo mondo niente è eterno. Nel 2006, l'esercito sionista credeva di poter "sradicare" gli Hezbollah libanesi. L'unica cosa che è stata sradicata è il mito dell'invincibilità dei militari israeliani. Come ha detto Engels della storia in generale, le relazioni internazionali sono "il dominio delle intenzioni inconsce e dei risultati non voluti".


*Ex funzionario del Ministero degli Interni francese, analista politico, cronista di politica internazionale; Docente di Relazioni internazionali e Filosofia. Fra le sue pubblicazioni, segnaliamo: Aux origines du conflit israélo-arabe: l'invisible remords de l'Occident, 1999; Faut-il brûler Lénine ?, 2001; Économie solidaire: alternative ou palliatif ?, 2002; Les raisons de l'esclavage, 2002; Proche-Orient: la guerre des mots, 2003; Chroniques de l'impérialisme, 2017.
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Fonte



O questo o quel presidente, non cambia niente (i droni agli Emirati Arabi per uccidere civili nello Yemen comunque saranno venduti).
Appunto... o questo o quel presidente.

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Viene fatto solo tanto chiasso. Immagine
Essere presidente degli U.S.A. è solo un ruolo che più di qualcuno vuole “vestire”. Per sentirsi potente? Per sentirsi importante? Per sentirsi 'sto......... vabbèh.

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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 16/11/2020, 13:07 
Cita:
Giornalista americano: i funzionari della contea hanno accettato la mia firma su 8 buste elettorali

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Victor Joecks – Las Vegas Review Journal – 12 novembre 2020

Victor Joecks: I funzionari della Contea di Clark hanno accettato la mia firma, su 8 buste elettorali

I funzionari della Contea di Clark hanno accettato la mia firma su otto buste di ritorno delle schede elettorali durante le elezioni generali. È un’ulteriore prova del fatto che la verifica della firma è una misura di sicurezza imperfetta.

Per mesi, i funzionari elettorali hanno detto ai cittadini del Nevada di non preoccuparsi delle schede che si accumulavano nei bidoni della spazzatura degli appartamenti o che venivano inviate a indirizzi sbagliati.

“Le schede elettorali scartate non possono essere prelevate e votate da chiunque”, dice un foglio informativo del segretario di stato. “Tutte le schede elettorali devono essere firmate sulla busta di ritorno”. Tale firma serve ad autenticare l’elettore e a confermare che è stato effettivamente lui e non un’altra persona a restituire la scheda”.

Volevo testare questa affermazione simulando cosa potrebbe succedere se qualcuno restituisse schede che non gli appartengono. Molte persone hanno avuto questa opportunità. Billy Geurin, residente a Las Vegas da 10 anni, ha trovato cinque schede sfuse nella mailroom del suo appartamento. Un lettore mi ha inviato per e-mail la foto di un mucchio di posta sul ciglio della strada, che includeva schede sciolte. Ci sono numerose foto di esempi simili sui social media.

Nove persone hanno partecipato a questo test. Ho scritto i loro nomi in corsivo usando la mia normale calligrafia. Queste persone hanno poi copiato la mia versione del loro nome sulla propria busta elettorale. Il procedimento in due fasi è stato necessario per garantire che non venisse infranta alcuna legge.

Lunedì ho chiesto al cancelliere della contea di Clark, Joe Gloria, di questa situazione. Se le schede firmate da qualcun altro “fossero arrivate, potremmo ancora fare affidamento sulla corrispondenza della firma per verificarne l’identità”, ha detto. Alla domanda se era sicuro che la verifica avrebbe consentito l’identificazione di quelle schede, ha risposto: “Sono sicuro che il procedimento ha sempre funzionato “.

Si sbagliava. Otto delle nove schede sono passate. In altre parole, il processo di verifica della corrispondenza delle firme ha avuto un tasso di insuccesso dell’89%.

Questo potrebbe spiegare come una scheda “firmata” da Rosemarie Hartle, morta nel 2017, abbia superato la verifica della firma, come riportato da 8 News Now. Potrebbe spiegare come a Jill Stokke, residente da tempo a Las Vegas, sia stato detto che la firma sulla sua scheda corrispondeva nonostante non avesse mai ricevuto tale scheda.

I funzionari della contea non stanno lavorando in modo costruttivo per stabilire se soggetti senza scrupoli abbiano abusato di questa vulnerabilità in modo generalizzato. L’ufficio di Gloria non ha “una squadra investigativa”. Ha detto che il suo ufficio scopre voti fraudolenti “quando ci vengono segnalati”. Quindi, se un criminale non ammette di aver commesso una frode elettorale, è improbabile che la Contea di Clark lo scopra. L’ignoranza intenzionale non è una strategia di sicurezza elettorale.

Lasciamo da parte la corsa presidenziale. Meno di 200 voti separano i principali candidati del 5° Distretto del Senato. Nel 2018, il senatore dello stato Keith Pickard ha vinto la sua corsa per 24 voti. Anche piccoli brogli possono cambiare i risultati.

Rif. All’Articolo: Come vengono conteggiate e verificate le schede del Nevada?

Non è chiaro quante frodi elettorali siano avvenute in Nevada. Ma è chiaro che la verifica delle firme non è il controllo di sicurezza a prova di errore che i funzionari incaricati pretendono che sia.

Fonte: https://comedonchisciotte.org/giornalista-americano-i-funzionari-della-contea-hanno-accettato-la-mia-firma-su-8-buste-elettorali/



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 16/11/2020, 17:02 
Cita:
Astrazeneca, Pfizer, Sanofi, Roche e non solo. Ecco i colossi farmaceutici che hanno finanziato Biden

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da Startmag.it

di Giusy Caretto

Da Pfizer a Sanofi, da Johnson & Johnson ad Astrazeneca, fino a Roche, e non solo: per la prima volta i gruppi farmaceutici si sono schierati in modo massiccio a favore di Biden e del Partito democratico. Nomi, numeri e confronti

Il partito dell’asinello ha galoppato (anche) grazie ai soldi di Big Pharma. Da Sanofi a Pfizer, sono numerosi i colossi farmaceutici che hanno elargito importanti somme di denaro a sostegno della campagna elettorale di Joe Biden (il più finanziato) e dei suoi alleati. Meno le aziende che hanno appoggiato Donal Trump ed i repubblicani, come evidenzia Open Secrets.

Tutti i dettagli.

BIDEN VS TRUMP
Partiamo dai numeri generali. A vincere sul fronte dei finanziamenti arrivati dai Big Pharma è Joe Biden: con 6,324 milioni di dollari è il più finanziato dai colossi del settore farmaceutico. Secondo, a distanza arriva Trump con 1,590 milioni di dollari (in salita, comunque, rispetto ai 438 mila dollari arrivati nel 2016).

La differenze, sostanziali, tra i candidati presidenti si riflettono anche tra i partiti che rappresentano: i colossi farmaceutici hanno spinto la campagna del partito Democratico con un totale di 32,6 milioni di dollari. Al partito Repubblicano sono andati 19,8 milioni di dollari. In percentuali: il 62% dei contributi totali (62.768.786) sono andati all’asinello, il 38% all’elefantino.

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CHI HA APPOGGIATO L’ASINELLO
Tra chi ha maggiormente puntato su Biden – come ha sottolineato oggi Stefano Graziosi su La Verità – c’è l’americana Pfizer, che nelle scorse ha annunciato l’efficacia del vaccino messo a punto con BionTech: ha dato al partito democratico il 59,2% del contributo messo in campo, pari a 2.253.677 dollari. Ai democratici anche il 99,3% dei 3.328.656 dollari di DE Shaw Research ed il 90,2% dei 2.172.982 dollari di Masimo Corp.
A sostenere il partito dell’asinello anche AbbVie, Abbott e Roche. Merck & Co, che ha legami, secondo quanto scrive La Verità, con il marito di Kamala Harris (è stato rappresentante legale per conto di Dla Piper), ha destinato il 57,8% del milione di dollari messo a disposizione. Johnson & Johnson il 63,5% di 1.281.307 dollari.

Anche AstraZeneca PLC, Sanofi e GlaxoSmithKline hanno supportato Biden.

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CHI HA SOSTENUTO TRUMP
Solo tre, tra i Big Pharma, hanno supportato Donald Trump: Amgen, che ha destinato ai repubblicani il 53,8% del suo milione e mezzo; Eli Lilly, con il 53,6% di 1.053.467 dollari; Boston Scientific con il 51,2% di 557.447.

IL TREND
Da notare come l’impegno finanziario dei Big Pharma sia decisamente aumentato rispetto ai contributi dati nel 2018 (44.334.825 dollari) ma diminuito rispetto al 2016, quando sul piatto i colossi farmaceutici avevano messo 64.619.113 dollari (di cui 3 milioni destinati ad appoggiare direttamente la campagna di Hilary Clinton). Dal 2000 in poi le aziende di settore sono sempre più impegnate a livello a politico.

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È la prima volta, però, che ai democratici viene destinata una somma superiore a quella dei repubblicani (solo nel 2008 i finanziamenti furono a favore del partito dell’asinello, con un solo miliardo di differenza).

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Fonte originale: https://www.startmag.it/mondo/astrazeneca-pfizer-sanofi-roche-e-non-solo-ecco-i-colossi-farmaceutici-che-hanno-finanziato-biden/

Fonte: https://comedonchisciotte.org/astrazeneca-pfizer-sanofi-roche-e-non-solo-ecco-i-colossi-farmaceutici-che-hanno-finanziato-biden/



Chi l'avrebbe mai detto...



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