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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 31/12/2016, 16:28 
Ufologo 555 ha scritto:
bleffort ha scritto:
Ufologo 555 ha scritto:
bleffort ha scritto:
Niente di nuovo sotto il sole delle varie presidenze Americane,anche lui ha il pensiero di riarmarsi sempre con solito scopo di voler soverchiare e di sottomettere il mondo. [:305]



No, caro mio ... Obama ha ridotto il normale esercito ad una "larva"; e si sa che chi non è fornito di una buona serratura .......... [:306]

Solo quando l'Esercito usa sarà ridotto ad una "larva" vi sarà PACE NEL MONDO. [:290]



Certo così davvero ognuno farà quello che gli pare ...........


Ed è così che dovrebbe essere. Ognuno dovrebbe essere libero di fare ciò che gli pare; e non solo UNO su tutti.

Solo quando tutti hanno gli stessi "poteri" ci può essere pace o qualcosa di simile, perchè la pace la nostra specie non l'ha mai vissuta ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 31/12/2016, 16:50 
Sai come si chiama? UTOPIA



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 31/12/2016, 18:27 
Eh si, anche perché in natura é cosi.

Armonia e crudeltà vanno di pari passo.
Noi, tanto intelligenti e tecnologici, facciamo esattamente quello che facevamo quando eravamo scimmioni, solo che invece delle lance e frecce, ci tiriamo i missili.

Ne abbiamo di strada da fare prima di abolire gli eserciti, ad occhio e croce direi 5000 anni o giù di li! :D



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 31/12/2016, 18:34 
..UNO ce l'hanno messo in croce! Ma crollò l'Impero Romano ... Tutti uguali, stessa dignità, parità con la donna (altroché 70 stupide vergini nel falso paradiso) ... (E on come i compagnucci: tutti poveri allo stesso modo! Asfaltati)
Ecco il motivo per cui i cristiani sono e saranno sempre Perseguitati; Ce lo aveva detto ... Siamo capocce dure.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 31/12/2016, 20:25 
... è ora che te ne vai ... [:(!]


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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 01/01/2017, 16:01 
Dopo del "cotto male" .......



IL PIANO ECONOMICO DI TRUMP

Un piano che al momento è un'incognita per l'economia americana e mondiale ma che, se realizzato in toto, imprimerebbe cambiamenti epocali e globali.

Taglio di venti punti dell'imposta sugli utili delle imprese, guerra commerciale alla Cina, ingenti investimenti infrastrutturali, sgravi fiscali per i redditi più bassi, drastica revisione della riforma bancaria Dodd-Frank e addirittura un ritorno alla Volcker Rule, che separava le attività di banca commerciale da quelle speculative.

Questi i punti principali del programma economico del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Un piano che al momento è un'incognita per l'economia americana e mondiale ma che, se realizzato in toto, imprimerebbe cambiamenti epocali e globali. È però difficile prevedere come obiettivi così ambiziosi verranno realizzati in concreto e altrettanto difficile è escludere che, come su altri fronti, il Trump presidente possa rivelarsi più moderato e pragmatico del Trump candidato. In attesa di scoprire, tra poche settimane, come il nuovo inquilino che si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio terrà il timone della maggiore economia mondiale, ecco i punti principali della "Trumpnomics" secondo quanto risulta dal programma elettorale e dalle dichiarazioni dello stesso Trump.
SCUDO FISCALE E MAXI SGRAVI PER LE IMPRESE

"Faremo un taglio delle tasse enorme e voi ne sarete felici, farete i vostri prodotti qui in America", aveva promesso Trump nella sua prima conversazione con Tim Cook, l'ad di Apple, l'azienda diventata il simbolo della delocalizzazione e dell'elusione fiscale che il tycoon intende combattere. Posto che sarebbe impossibile per ragioni strutturali trasferire in Usa la complessa catena di approvvigionamento della quale aziende come Apple godono in Cina, il taglio dell'imposta sugli utili delle imprese che Trump propone è in effetti impressionante: dall'attuale 35% al 15%. Per favorire il rientro dei capitali detenuti all'estero, sovente in paradisi fiscali, dalle grandi aziende Usa, in particolare i colossi della Silicon Valley, il presidente eletto propone inoltre uno scudo fiscale con un'aliquota del 10%.
DA SETTE A TRE ALIQUOTE FISCALI

Per le persone fisiche, Trump propone una semplificazione del sistema di aliquote dell'imposta sul reddito, portandole dalle attuali sette (che vanno dal 10% al 39,6%) a tre: 12% sotto i 75 mila dollari di reddito annuo, 25% tra i 75 mila e i 225 mila dollari, 33% sopra i 225 mila dollari. Verrebbe poi stabilita una 'no tax areà per i redditi più bassi. Previste infine deduzioni per chi ha figli sotto i 13 anni o assiste un familiare anziano non autonomo.
USA FUORI DAL TPP E PUGNO DURO CONTRO LA CINA

Il cuore dello slogan 'America First' è il rilancio della produzione manifatturiera sul suolo nazionale, obiettivo che Trump intende raggiungere al prezzo di misure protezioniste. In primo luogo il presidente eletto chiede l'uscita dagli Usa dal Tpp, l'accordo di libero scambio con i Paesi dell'area del Pacifico (come Giappone, Sud Corea e Cile) e una radicale riforma del Nafta, il patto stretto invece con Canada e Messico. Non c'è quindi più alcuna speranza per il 'Ttip', il trattato di libero scambio che l'amministrazione Obama aveva tentato di chiudere con la Ue, considerando anche quanto poco popolare fosse tra gli stessi governi europei. Per quanto riguarda l'annunciata "guerra commerciale" con la Cina, Trump ha affermato che intende portare Pechino di fronte alla Wto e alle autorità Usa per le sue politiche di sussidi, che definisce "illegali", imporre dazi sulle importazioni cinesi e chiedere al Tesoro di considerare la Cina "manipolatrice di valuta", con tutte le conseguenze del caso. Gli effetti di un pugno così duro, che innescherebbe inevitabilmente una reazione, sarebbero però esplosivi ed è quindi plausibile che su questo punto il presidente sia costretto a una parziale marcia indietro.
STOP AL TURNOVER NELLA P.A. E LOTTA ALLA BUROCRAZIA

In sintesi, Trump intende ridurre le tasse e aumentare gli investimenti pubblici. Ciò significa che da qualche parte dovrà tagliare. Sotto la scure finirà la pubblica amministrazione, della quale il presidente eletto intende ridurre il personale con un blocco del turnover che risparmierebbe solo difesa, pubblica sicurezza e sanità. Trump intende inoltre snellire la burocrazia eliminando un gran numero di norme che ritiene superflue e dannose per l'occupazione. Si preannunciano pessime notizie per gli ambientalisti: nel mirino ci sono infatti la 'Waters of the U.S. Rulè e il 'Clean Power Plan', che disciplinano la gestione sostenibilie delle risorse idriche e le emissioni nella produzione di elettricità.
PIU' INFRASTRUTTURE, COMPRESA LA KEYSTONE PIPELINE

Negli ultimi tempi Keynes sembra davvero tornato di moda. Il grande volano della 'Trumpnomics' sarà infatti l'investimento in infrastrutture, da ristrutturare e ricostruire con materie prime 'made in Usà, si capisce (Trump intende rilanciare in particolare l'edilizia e l'industria siderurgica). Il presidente eletto promette sostanziali interventi su autostrade, ferrovie, rete elettrica e rete idrica. Fin qui il programma di Trump non è diversissimo da quello che era stato il programma di Obama. A cambiare saranno però le priorità. Trump intende infatti rilanciare il controverso progetto di ampliamento della Keystone Pipeline (oleodotto che collega Canada e Usa), arenatosi sotto l'amministrazione Obama anche per preoccupazioni di carattere ambientale.
INDIPENDENZA ENERGETICA E RITORNO AL CARBONE

Proprio la politica energetica è uno dei punti sui quali l'agenda di Trump e quella di Obama non differiscono poi tanto, salvo la maggiore disinvoltura del primo riguardo alle tematiche ambientali. Sia per il presidente eletto che per quello uscente la priorità e garantire l'indipendenza energetica degli Usa attraverso lo sfruttamento delle risorse di idrocarburi nazionali, in particolare shale gas e shale oil. Il miliardario newyorchese intende però "eliminare tutte le barriere alla produzione responsabile di energia" pur assicurando che le emissioni verranno limitate dal forte ricorso al gas naturale. Oltre allo sfruttamento delle riserve Usa, che secondo Trump valgono 50 mila miliardi di dollari, verrebbe dato nuovo impulso al 'carbone pulitò. Ciò richiederebbe però nuovi investimenti in tecnologie come il 'carbon capture and storagè, che negli ultimi anni sono state progressivamente accantonate per l'utilizzo sempre minore di tale carburante.
BANCHE, IL RITORNO DEL GLASS-STEAGALL ACT

Il contributo più positivo che Trump potrebbe dare all'economia mondiale è anche quello più difficile da realizzare: l'annunciato ritorno in vigore del Glass-Steagall Act, la norma, varata dopo il crollo di Wall Street del '29, che impediva allo stesso intermediario di svolgere contemporaneamente l'attività di banca commerciale e quella di banca d'affari. L'abrogazione di tale norma, decisa dal 1999 dalla seconda amministrazione Clinton, fu la miccia che fece esplodere la devastante crisi dei mutui subprime, rendendo molto più stretti i legami tra speculazione finanziaria ed economia reale. La resurrezione della cosiddetta 'Volcker Rulè (dal nome del'ex presidente della Fed, Paul Volcker), che impedirebbe alle banche di utilizzare i soldi dei risparmiatori per speculare sui derivati, era stato un obiettivo anche dell'ambiziosa riforma Dodd-Frank varata da Obama dopo il terremoto innescato dal crac di Lehman Brothers. Uno dei tanti punti incompiuti della Dodd-Frank, il cui cammino parlamentare fu un autentico calvario, tra l'ostruzionismo bipartisan del Congresso e il frenetico lobbying di Wall Street. Nondimeno, Trump intende eliminare molti dei vincoli previsti dalla Dodd-Frank per deregolamentare l'attività delle piccole 'community bank'. Il timore del magnate è che si crei un'eccessiva concentrazione "come in molti Paesi europei".
"25 MILIONI DI POSTI DI LAVORO"

Secondo il presidente eletto, la 'Trumpnomics' porterà l'economia americana a crescere del 3,5% all'anno, un tasso che consentirebbe di creare 25 milioni di posti di lavoro in 10 anni. Va sottolineato che, se i numeri del mercato del lavoro Usa sono decisamente invidiabili per la maggior parte dei Paesi europei, dietro a quel tasso di disoccupazione al 4,6% si nasconde una partecipazione alla forza lavoro scesa sotto il 63%, ai minimi dalla fine degli anni '70 (ma, dati alla mano, non dal 1970 come sostiene Trump) e un numero di "scoraggiati" che ha ripreso a crescere.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/pia ... 47259.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 03/01/2017, 11:14 
Trump: la Germania ha illegalmente svalutato il marco tramite l’euro

di Maurizio Gustinicchi
http://www.stopeuro.org/trump-la-german ... ign=buffer

Tuona ZIO SAM!

“ZioDonald si è rotto delle manipolazioni tedesche. Mi sa che salutiamo l’euro o, al limite, ricostruiamo Dresda”. Cosi esordisce il mio amico Triolo nel retwittare un secondo amico: In pratica, ZIO DONALD dice che utilizzerà DAZI contro quei paesi che manipolano artificialmente il cambio per ottenere un colossale surplus commerciale. Tra le nazioni da colpire vi è anche la Germania che ha operato con l’inganno dell’Euro (lira forte) per ottenere il marco debole! Che sia la luce in fondo al tunnel?

Ad maiora.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 03/01/2017, 11:28 
SEMPER!



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 03/01/2017, 11:44 
:D :D :D



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 03/01/2017, 12:07 
Temo per la sua incolumità.
Sarebbe fantastico se, l' insediamento ufficiale di Trump, coincidesse con il disfacimento dell' euro e del' attuale comunità europea.
Agire in contemporanea su più fronti, darebbe un serio scossone agli equilibri attuali.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 03/01/2017, 12:11 
Ora bisogna aspettarsi DI TUTTO, perché coloro che hanno in mano il potere non lo molleranno tanto facilmente...



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 03/01/2017, 17:01 
Trump torna alla carica: "General Motors produca in America"

Ultimatum alla casa automobilistica: "Basta auto dal Messico o tasse salate"


Lo aveva già detto alla Apple, mettendo in chiaro di avere una linea ben precisa su ciò che le industrie statunitensi dovrebbero fare.

Ora Donald Trump ribadisce le sue intenzioni, prendendo però di mira un altro colosso, General Motors.

Il nuovo presidente americano ha utilizzato twitter per mandare un messaggio molto chiaro alla società, sostenendo che "General Motors sta mandando modelli di 'Chevy Cruze' prodotto in Messico ai rivenditori americani, passando il confine senza pagare le tasse".

Una tesi a cui Trump abbina un ultimatum: "Producete negli Stati Uniti o pagare le tasse doganali!". Se infatti lo stabilimento principale della General Motors si trova nell'Ohio, a Lordstown, c'è n'è un altro a Ramos Arizpe, in Messico, da cui vengono importate alcune vetture.

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http://www.ilgiornale.it/news/mondo/tru ... 47790.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 03/01/2017, 20:58 
Speriamo lo faccia davvero.

Così magari i nostri beoti governanti che non fanno latro che copiare soluzioni altrui prenderanno spunto.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 05/01/2017, 20:17 
L’effetto Trump e la rincorsa dei populisti europei nel 2017

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L’effetto Trump e la rincorsa dei populisti europei nel 2017
Siamo arrivati dunque al fatidico 2017, anno ricco di sfide e di possibili capovolgimenti come ricordato qualche tempo fa. In realtà il nuovo anno, politicamente parlando, sembra sia ufficialmente iniziato lo scorso 8 novembre: l’inaspettata, e per questo ancora più grande, vittoria del tycoon Donald Trump negli USA ha letteralmente scosso e mandato all’aria i piani e le strategie dei caporioni del politically correct e del mondo finanziario, europei e non, che già pregustavano ingordamente di lavorare con la ben più pericolosa candidata democratica, Hillary Rodham Clinton. Il travolgente risultato elettorale americano ha quindi cambiato le carte in tavola, condizionando pesantemente in particolare il 2017 europeo, che sarà teatro di importanti appuntamenti elettorali dove al momento l’Italia è in posizione defilata. In ordine cronologico, il primo appuntamento si terrà nei Paesi Bassi: il prossimo 15 marzo gli olandesi saranno chiamati alle urne in vista delle elezioni parlamentari, con il Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders in pole position e che ambisce a diventare la prima forza politica nel Paese dei tulipani. Wilders, d’altro canto, in leggero vantaggio sugli avversari stando ai sondaggi, non ha esitato a far proprio lo slogan di Trump: “facciamo ancora grande l’Olanda”. I punti di forza del PVV sono la lotta all’austerità e all’Islam. Infatti così ha scritto Wilders nel suo programma: «L’Islam afferma che vuole ucciderci. Il Corano non lascia alcun dubbio a riguardo. Sette musulmani olandesi su dieci credono che i precetti religiosi siano più importanti delle leggi dello Stato. E più di un musulmano su dieci che vive qui ritiene accettabile l’uso della violenza in nome dell’Islam. Sono oltre 100.000 individui. Molti rifiutano di integrarsi e non mostrano alcun rispetto per le autorità olandesi». Inutile aggiungere che, per questa e per altre affermazioni, il leader del PVV è stato accusato di islamofobia. Lasciando i Paesi Bassi, poco più di un mese dopo, il 23 aprile ed il 7 maggio, toccherà quindi alla Francia, dove l’agguerrito Front National di Marine Le Pen, formazione che parla “au nom du peuple” e che della difesa della sovranità, della cristianità e delle tradizioni ha fatto il suo vessillo, favorito quanto meno al primo turno, se la vedrà con “Les Républicains” (ex UMP) di François Fillon e con il candidato socialista, che sarà scelto con il metodo delle primarie alla fine di gennaio (con Hollande fuori dai giochi, per non dire altro). In autunno, infine, il banco di prova probabilmente più arduo per il movimento populista ed euroscettico: in Germania, scontata una nuova vittoria di Angela Merkel, fari puntati su Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania, AfD), partito in costante ascesa nei sondaggi e che quasi sicuramente otterrà un buon numero di seggi al Bundestag, tenendo conto delle recenti affermazioni a livello locale. Sullo sfondo resta sempre la Brexit, con la Corte suprema britannica che a breve stabilirà se l’uscita del Regno Unito dall’UE, e quindi l’attivazione del famoso art. 50 del TUE (Trattato sull’Unione europea), dovrà dipendere da un via libera del Parlamento. A tal proposito Vincenzo Scarpetta, analista politico del think tank londinese “Open Europe”, nota che «la Corte dirà che il passaggio parlamentare è necessario, ma questo non dovrebbe impedire al governo di avviare la procedura a marzo, come previsto. Dopo le incertezze degli ultimi mesi sembra che tutte le forze politiche siano d’accordo sulla necessità di rispettare la tabella di marcia. Se così fosse, la pratica di divorzio potrebbe partire proprio nello stesso mese dell’anniversario del Trattato di Roma». Chiaramente quest’altro fattore, vista anche la tempistica, potrebbe influenzare notevolmente l’esito elettorale nei Paesi Bassi e in Francia, esito che potrebbe dare un colpo mortale al traballante edificio europeo, in equilibrio così precario che a questo punto sarebbe sufficiente un colpo di tosse per iniziare a frantumarlo. Un edificio già di per sé fragile, che poggia su basi ancora più fragili perché non costruito sulla solida roccia, che si preoccupa quasi esclusivamente di imporre diktat di vario genere e di salvaguardare prettamente interessi di natura finanziaria, è destinato a vita breve. I problemi veri, che assillano le popolazioni, vengono affrontati marginalmente e con colpevole sufficienza: crisi economica, disoccupazione, emergenza migratoria, terrorismo per dirne alcuni, e ai quali i partiti populisti, facendosene carico e lottando contro tutto e tutti, provano a dare valide risposte che, si spera in un futuro non molto lontano, potranno anche essere tradotte in fatti concreti.

http://www.ilpopulista.it/news/5-Gennai ... -2017.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
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Dopo Gm Trump attacca anche Toyota: "Costruisca la Corolla negli Usa o pagherà dazi". Crollo in Borsa

Nuovo attacco del presidente eletto contro gli investimenti in Messico delle case automobilistiche. E il tweet fa precipitare il valore delle azioni della casa giapponese


ImmagineDonald Trump (ap) NEW YORK - Dopo General Motors tocca a Toyota. Un tweet di Donald Trump attacca la casa automobilistica giapponese minacciando dazi doganali se dovesse venire attuato il proposito di un investimento in Messico: "Toyota - scrive il presidente eletto degli Usa - dice che costruirà un nuovo impianto a Baja, in Messico, per costruire le auto Corolla per gli Stati Uniti. Assolutamente no! Fate la fabbrica negli Stati Uniti o pagherete alte tasse doganali".
Toyota Motor said will build a new plant in Baja, Mexico, to build Corolla cars for U.S. NO WAY! Build plant in U.S. or pay big border tax.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 5 gennaio 2017

http://www.repubblica.it/economia/2017/ ... 75769/?rss


Che forza quest'uomo [:)] Ne vorrei uno cosi anche in Svizzera



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