Trump: "Stop immigrazione dai Paesi del terrorismo"
''Non sappiamo chi sono, da dove vengono, cosa pensano, li terremo fuori dal Paese. La violenta atrocità all'università dell'Ohio dimostra la minaccia alla sicurezza creata dai nostri programmi stupidi sui rifugiati politici''
Il presidente eletto Donald Trump ha ribadito nel suo comizio a Cincinnati la sua ferma opposizione all'immigrazione proveniente dalle aree flagellate dal terrorismo: ''Non sappiamo chi sono, da dove vengono, cosa pensano, li terremo fuori dal Paese''. La ''violenta atrocità'' all'università dell'Ohio ''dimostra la minaccia alla sicurezza creata dai nostri molto stupidi programmi sui rifugiati politici'', ha aggiunto Trump riferendosi al recente attacco di uno studente somalo che ha ferito 11 persone con la sua auto e un coltello, probabilmente ispirato dalla propaganda online dell'Isis. "Avremo un grande muro al confine", ha poi ribadito.
http://www.ilpopulista.it/news/2-Dicemb ... rismo.htmlNota di "BastaBugie": Robi Ronza nell'articolo sottostante dal titolo "Panzer, ma col sorriso: nasce il Trump style" parla delle bugie dei mezzi di comunicazione che dopo aver inventato i sondaggi contro Trump, adesso anziché un esame di coscienza continuano con le menzogne inventando una differenza tra gli atti del Trump presidente e quanto detto in campagna elettorale dal Trump candidato. In realtà Trump non si muove di un millimetro dagli obiettivi su cui si è impegnato con gli elettori.
Ecco dunque i passi significativi dell'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 novembre 2016:
Con la vittoria poi di Trump nelle elezioni presidenziali americane [...] né il Washington Post né il New York Times se la sentono di [...] lasciare spazio a un salutare esame di coscienza. Non insomma per chiedersi se c'è qualcosa che non va nella propria cultura politica e nelle proposte che ne derivano: non sia mai. Si è imboccata una nuova strada: quella della ricerca e se necessario dell'invenzione di quanto il Trump presidente sia diverso dal Trump candidato. Come dire: l'uomo ha fatto un po' il matto per raccogliere i voti, ma in fin dei conti sa che deve fare quello che diciamo noi. In realtà, se si vanno a vedere nel testo originale le dichiarazioni del nuovo Presidente su cui si stanno facendo i titoli dei giornali ci si accorge che l'uomo non si muove di un millimetro dagli obiettivi su cui si è impegnato con gli elettori.
In questo delicato periodo, in cui non è ancora in carica e sta formando il suo governo, semplicemente usa un tono più benevolo e conciliante nella forma; tutto qui. C'è un documento che al riguardo merita attenzione. Se tratta degli appunti del suo recente incontro a porte chiuse con lo stato maggiore del New York Times, uno dei giornali che gli avevano dato più addosso. Trump ha fatto il gesto di andare lui stesso ad incontrare il direttore e alcune firme importanti del quotidiano nella sua stessa sede. E' significativa pure la documentazione fotografica dell'entrata di Trump nell'atrio della sede del giornale, salutato da una folla di dipendenti, assiepati dietro a delle transenne, che lo fotografano con i loro telefonini. Gli appunti della conversazione, diffusi via Internet mano a mano che l'incontro aveva luogo, si trovano anche tradotti in italiano sul sito de la Repubblica. Dalla loro lettura si capisce quanto furbo e determinato sia Trump, e quanto incapaci siano i suoi interlocutori di capire la nuova realtà cui si trovano di fronte.
Stefano Magni nell'articolo sottostante dal titolo "Trump lancia la riconciliazione e nomina donne forti" parla della nomina di due donne importanti: Nikki Haley andrà all'Onu. Governatrice, imprenditrice, figlia di immigrati indiani, è simbolo dell'integrazione riuscita. Betsy DeVos, paladina della libertà di educazione, è segretaria all'Istruzione e promette una svolta. Al commercio forse andrà Wilbur Ross, figura chiave per la visione economica di Trump.
Ecco dunque i passi significativi dell'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 25 novembre 2016:
Un discorso per la riconciliazione nazionale dopo una delle "campagne elettorali più dure della storia recente della nazione". Così Donald Trump si presenta con un discorso alla nazione, il primo da presidente eletto. Le sue parole sono accompagnate dall'annuncio di due nuove nomine, dense di significato: Nikki Haley sarà ambasciatrice degli Usa all'Onu, Elisabeth "Betsy" DeVos sarà segretaria all'Istruzione. Secondo i media, Wilbur Ross sarà segretario al Commercio.
Il discorso di Trump, pronunciato in occasione del Giorno del Ringraziamento, una delle feste più importanti degli Stati Uniti, è stato tutto all'insegna dei toni rassicuranti e della riconciliazione nazionale. Certo "le tensioni non si risanano in una notte", ha esordito il neo-presidente. Ma "La mia preghiera nel Giorno del Ringraziamento è che curiamo tutte le nostre divisioni e facciamo passi in avanti verso un Paese più forte. Abbiamo davanti a noi l'opportunità di scrivere la storia insieme e di portare un cambiamento reale a Washington, la vera sicurezza nelle nostre città e una prosperità autentica per le nostre comunità. Vi chiedo di unirvi a me in questo sforzo, è ora di recuperare i rapporti di fiducia tra i cittadini". Ha citato Abraham Lincoln, il riunificatore del paese (nella Guerra Civile del 1861-1865), nonché il fondatore del Partito Repubblicano, per esortare la nazione a "parlare con una sola voce e un solo cuore". E così ha anche smentito certe simpatie per il Ku Klux Klan e altri razzisti. "E' questo quel che dobbiamo fare. Questa campagna elettorale storica è finita. Ora comincia una grande campagna per ricostruire il nostro Paese e recuperare la promessa piena di un'America per tutti".
La nomina di Nikki Haley è effettivamente all'insegna della riappacificazione. Se non altro quella all'interno del suo partito. Governatrice della South Carolina, [...] è figlia di immigrati indiani, imprenditrice e politica lanciata dal movimento anti-statalista Tea Party allora ai suoi albori. Fu testimonial d'eccezione di un altro modo di essere immigrata e di un altro modo di intendere la femminilità, rispetto ai cliché multiculturali dei progressisti. "Io sono una figlia orgogliosa di immigrati indiani - aveva dichiarato la Haley nel 2012, durante la campagna elettorale di Mitt Romney - che ogni giorno hanno ricordato a me, ai miei fratelli, a mia sorella, quanto fossimo fortunati a vivere in questo Paese. Nessun giorno è stato facile. Non c'è stato alcun giorno in cui mamma e papà non abbiano speso tutte le loro energie per trasformare la nostra azienda in un successo". La Haley rappresenta bene la famiglia-imprenditrice di immigrati, che si rimbocca le maniche e ha successo senza alcun aiuto. Il governo federale, così come è stato impostato da Obama, è un peso, non un sostegno: "È triste dirlo, ma la parte più dura del mio lavoro continua ad essere questo governo federale, questa amministrazione, questo presidente. Come ho detto, i miei genitori, venendo in America, amavano questa idea: l'unica cosa che ostacola il tuo successo sono i paletti che tu stesso ti poni. Sfortunatamente, negli ultimi anni, puoi anche lavorare duramente, cercare di aver successo, rispettare le regole, ma il presidente Obama cercherà sempre di metterti i bastoni fra le ruote". Da donna repubblicana "che non deve chiedere mai" ad ambasciatrice all'Onu: andrà a rappresentare l'America che ora viene tacciata di razzismo e sessismo. Sempre che qualcuno abbia il coraggio di dirglielo in faccia...
Betsy DeVos è un altro simbolo della politica conservatrice e potrebbe dare il via a un'importante inversione di tendenza nell'istruzione, favorendo la libertà di scelta. Nel 1993, assieme al marito Dick, aveva contribuito alla stesura della legge sull'istruzione nel Michigan, il suo Stato. Da intendersi come la base di partenza per un progetto su scala nazionale per resistere alla progressiva statalizzazione dell'istruzione. L'American Federation for Children (Afc), da lei fondata, ha svolto un importante lavoro di lobbying per sostenere tutti i candidati favorevoli alla libertà di scelta dell'istruzione. Fra questi figuravano anche l'ex governatore della Louisiana Bobby Jindal e l'ex governatore dell'Indiana Mitch Daniels. Quest'ultimo ha effettivamente istituito un sistema di buono scuola nel suo Stato, che il suo successore Mike Pence ha poi ulteriormente esteso. Nelle elezioni di quest'anno, i candidati approvati e sostenuti dall'Afc erano 121, sia locali che nazionali. L'89% di essi è stato eletto. Betsy DeVos non intende la libertà di scelta dell'istruzione solo come "buono scuola", ma come restituzione alla famiglia della facoltà di educare i figli, in tutte le sue forme: "buono scuola, credito d'imposta, scuole virtuali, scuole inter-distrettuali, home schools e charter schools". L'importante è, dal suo punto di vista, arrestare la tendenza attuale che procede speditamente verso il monopolio statale su scala nazionale. Dal suo punto di vista, è esattamente questa la causa del progressivo calo di rendimento delle nuove generazioni. Come si può ben immaginare, la storia di Betsy DeVos è stata caratterizzata da una lotta continua contro i potenti sindacati degli insegnanti. E non c'è da stupirsi che i media, anche in Italia, si stiano ora accanendo contro di lei, mettendola in cattiva luce in tutti i modi. [...]
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