sottovento ha scritto:
...Se prendiamo il modello russo attuale, benchè il Comunismo sia finito ufficialmente nel 1991, la filosofia di chi da allora governa la Russia è rimasta identica nei fondamenti infatti, a distanza di ben 28 anni dalla fine dell'U.r.s.s. la Russia non ha fatto nulla per omologarsi ai modelli occidentali, non che sia un obbligo ci mancherebbe! Ma io ne faccio una questione di evoluzione che in una società moderna dovrebbe privilegiare anche altri generi di consumo oltre che gli armamenti...
Ho spostato di qua, visto che ormai si parla di Russia polli & vodka
ovunque...
La Russia cresce dell’1,7%, disoccupati al 5,5%IL DEBITO PUBBLICO È AD APPENA IL 15,3%. ARCHIVIATI GLI EFFETTI NEGATIVI DELLA CRISI UCRAINAAnche nel 2018 la Russia batte le aspettative di crescita e aumenta il Prodotto Interno Lordo (Pil) dell’1,7% dopo l’1,5% del 2017.
LA RIPRESA RUSSAIl Pil russo ha subìto, a partire dalla disgregazione dell’Unione Sovietica, tre crolli importanti. Il primo nel 1994, dopo la caduta del Muro, quando il Pil arrivò a sprofondare a -12,4%, . Il secondo, nel 2008-2009, generato dalle pesanti ripercussioni negative della grande crisi finanziaria mondiale: il Pil arrivò a -7,8%. E l’ultimo nel 2015 e 2016, in seguito alla crisi ucraina del 2014. La causa? Il calo del prezzo del petrolio, di cui la Russia è uno dei principali produttori mondiali che ha portato, a dicembre 2015, ad un deprezzamento del rublo del 55% rispetto al dollaro.INFLAZIONE, DEBITO E DISOCCUPAZIONEAnche altri dati macroeconomici mettono in luce
l’incidenza della crisi ucraina sull’economia russa. (
NB: KOLPA DI PUTIN11!)
Inflazione, debito pubblico e disoccupazione hanno raggiunto i valori più negativi nel biennio 2014-2015, con picchi nel 2015, all’indomani delle vicende in Crimea.
Ma quello che è da notare è il tasso di disoccupazione che è a livello di Paese occidentale sviluppato: solo il 5,5%
mentre il debito pubblico è continuato a calare al 15,3%. Ma dietro ai dati positivi degli ultimi due anni c’è un problema: l’invecchiamento della popolazione, comune, anche questo, a tutti i Paesi occidentali. Oltre, naturalmente, alle
sanzioni che, oltre al Paese di Putin,
fanno male anche a chi le ha promosse e attuate.UN’ECONOMIA CENTRALIZZATAPer un’economia che, come ha spiegato Truenumbers in questo articolo, ancora oggi è controllata per il 38% direttamente dal Cremlino, il Fondo Monetario Internazionale ha individuato un percorso di crescita in cinque punti. Incrementare gli investimenti sul clima per diminuire le emissioni di gas serra e attirare investitori stranieri; migliorare le infrastrutture per ridurre i costi di trasporto delle merci; snellire le procedure doganali; coltivare le pubbliche relazioni con i Paesi confinanti; investire in ricerca e sviluppo per favorire l’introduzione delle nuove tecnologie.
I dati si riferiscono al: 2018
Fonte: Bruegel
https://www.truenumbers.it/ripresa-russa/ Ricapitolando: 70 anni di comunismo avevano lasciato la Russia con le pezze al culo, QUALCUNO prendendo in mano le redini del Paese è riuscito a risollevarlo in vent'anni, (non facendolo diventare il bengodi, certamente. Hanno ancora ottime possibilità di crescita), nonostante crisi mondiali, sanzioni e quant'altro!
Eppure a Rambovento
NON VA ANCORA BENE... Certo, i Russi NON HANNO IL DOLLARO, usato (e imposto) a 3/4 di globo, che permette a qualcun altro di fare 21,900 MILIARDI di debito e crescere a razzo, tanto la FED stampa a manetta e l'inflazione non sale (per i motivi di cui sopra)... (Se gli Usa seguissero le stesse regole di bilancio che vengono imposte l'Italia, sarebbero già morti e sepolti da decenni!)