Italia ipocrita: ignora la guerra in Yemen, ma vende armi all’Arabia Saudita Codice A4447: è il numero inciso sulle bombe italiane, da 500 a 2mila libbre sganciate dai sauditi sullo Yemen e prodotte in Sardegna dalla tedesca Rwm. Siamo complici, consapevoli e informati delle stragi dei civili compiute da Riad con l’assenso della comunità internazionale.
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Yemen, una guerra invisibile, anzi da non vedere proprio, perché non si deve raccontare. E si capisce bene la ragione. Questa è una notizia che spediamo al governo italiano, perché lo riguarda e riguarda noi tutti. I caccia sauditi hanno colpito con un missile l’ospedale rurale di Kitaf, a un centinaio di chilometri da Saada, nel nord-ovest del Paese: sette persone sono rimaste uccise, fra loro anche quattro bambini. Ogni giorno l’aviazione comandata dal principe assassino Mohammed bin Salman scarica ordigni italiani su bersagli inermi. Codice A4447: è il numero inciso sulle bombe italiane, da 500 a 2mila libbre sganciate dai sauditi sullo Yemen e prodotte in Sardegna dalla tedesca Rwm. Siamo complici, consapevoli e informati delle stragi dei civili compiute da Riad con l’assenso della comunità internazionale. Anzi ci guadagniamo pure.
Non possiamo dire di non sapere. Persino il pubblico della Rai lo sa, visto che la tv di Stato ha trasmesso già tempo fa il documentario “Doppia Ipocrisia” incentrato sulla fabbrica italiana di armi RWM a Domusnova, Sardegna, filiale della tedesca a Rheinmetall (“il metallo del Reno”), uno dei colossi tedeschi nella produzione di armamenti. Di più: il documentario ha pure ricevuto il premio Roberto Morrione, uno dei pochi che finanziano gli under 31, dedicato a un collega che quasi 20 anni fa fu anche il primo a portami a Rainews. La doppia ipocrisia del titolo è immediatamente evidente. Dopo l’assassino del giornalista saudita Jamal Khashoggi, il cui mandante secondo la Cia è il principe Mohammed bin Salman, la cancelliera Merkel ha dichiarato che la vendita di armi ai sauditi rimarrà ferma fino a quando la vicenda non verrà chiarita. In realtà l’export tedesco continua con le filiali estere della Rvm (una è anche in Sudafrica).
Cita:
Gli Stati Uniti ci chiedono di fare più bombe per i sauditi da rovesciare sui civili in Yemen ma ci impongono di non commerciare con l’Iran. Nel primo caso avremo la nostra fetta di utili e posti di lavoro, rassicurando Riad e Israele. Nel secondo, se osiamo esportare verso Teheran anche un paio di scarpe, finiremo sotto sanzioni Usa, irritando gli occhiuti servizi americani e israeliani
La Doppia Ipocrisia investe naturalmente anche l’Italia. I nostri governi, anche quelli precedenti quello attuale, si trincerano cavillando sul fatto che in Yemen non c’è una guerra dichiarata, altrimenti ci sarebbe il divieto di export. In realtà non è vero perché sappiamo benissimo che in Yemen è in corso un conflitto dal 2015 da parte di un coalizione araba capeggiata da Riad, il maggiore cliente di armi americano e occidentale. E gli Stati Uniti sono anche coloro che dirigono i raid sauditi contro la ribellione degli Houthi, sciiti zayditi sostenuti dall’Iran ma che sono nel mirino dei jet di Riad da anni: nel 2008, nel Nord dello Yemen, già vidi bombardare gli Houthi dall’aviazione di Raid mentre gli ufficiali sauditi ogni giorno attraversavano la frontiera per pagare come mercenari i soldati dell’esercito yemeniti per dare la caccia ai ribelli.
Oltre alla Doppia Ipocrisia c’è anche il solito Doppio Standard mediorientale. Gli Stati Uniti ci chiedono di fare più bombe per i sauditi da rovesciare sui civili in Yemen ma ci impongono di non commerciare con l’Iran. Nel primo caso avremo la nostra fetta di utili e posti di lavoro, rassicurando Riad e Israele. Nel secondo, se osiamo esportare verso Teheran anche un paio di scarpe, finiremo sotto sanzioni Usa, irritando gli occhiuti servizi americani e israeliani. Chi sbaglia paga: se qualcuno si spinge a vendere qualche apparato hi-tech alla repubblica islamica rischia di finire in carcere, come è accaduto alla direttrice finanziaria della cinese Huawei. Nessun problema invece per i 50mila yemeniti uccisi dai bombardamenti, dalla fame e dal colera. Lì c’è licenza di uccidere: imprenditori e lavoratori siete avvertiti.
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FonteNuovo strappo fra M5s e pacifisti¯
Il sottosegretario pentastellato agli esteri Manlio Di Stefano ha dichiarato che l'export di armi italiane verso l'Arabia Saudita non si può interrompere. "E' sbagliato pensare che si possa risolvere il problema con l’interruzione dell’esportazione delle armi prodotte in Italia", ha detto.
2 marzo 2019
Redazione PeaceLink
Come cambia la linea del M5s sul commercio delle armi verso l'Arabia Saudita, protagonista di sanguinosi bombardamenti in Yemen con armi italiane?
All'opposizioneIl 29 novembre 2015 Manlio Di Stefano (deputato M5S) dichiarava in aula: "Noi vendiamo armi a chi le usa per ammazzare i nostri concittadini". E chiedeva di "interrompere l’esportazione di armi verso l’Arabia Saudita e verso tutti i Paesi che violano i principi della legge n. 185 del 1990 sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento", si legge sul sito webtv.camera.it. Nel video si nota che accanto a Di Stefano c'è Alessandro Di Battista.
Al governoIeri lo stesso Manlio Di Stefano (oggi diventato sottosegretario del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale) cambia linea e dichiara, lo riporta il Fatto Quotidiano, che l'export di armi italiane verso l'Arabia Saudita non si può interrompere. "Al di là delle ipocrisie – ha detto a Roma ieri nel convegno sul commercio delle armi – è sbagliato pensare che si possa risolvere il problema con l’interruzione dell’esportazione delle armi prodotte in Italia".
Il convegno sul commercio delle armiL'occasione per verificare questo cambiamento di rotta del M5s è stato il convegno svoltosi ieri a Roma dal titolo "Produzioni e commercio di armamenti: le nostre responsabilità", organizzato dalla Federazione delle chiese evangeliche e dalla Conferenza episcopale, assieme alla fondazione Finanza etica e associazioni come Rete italiana per il disarmo, oltre a Pax Christi e al Movimento dei Focolari.
Monsignor Giovanni Ricciuti, presidente di Pax Christi Italia, ha dichiarato: “Questo realismo della politica spegne le visioni e la speranza”.
Giorgio Beretta (membro della Rete italiana per il disarmo) ha ricordato che altre nazioni, come la Germania, hanno interrotto le forniture di armi all'Arabia Saudita, in grerra nello Yemen, e ha aggiunto: “Il M5s deve decidere cosa fare. Io guardo ai fatti, vogliamo delle risposte e dei passi verso quanto promesso. E non li stiamo vedendo. Se si adeguerà alla ‘ragion di Stato’ sul tema delle armi, delle bombe e degli F35, rischia di non rispondere più alla domanda di cambiamento”.
Bombe italiane uccidono civili yemeniti
“L’Italia fabbrica le bombe che servono ad ucciderci: ad uccidere i nostri sogni, la nostra dignità e la nostra umanità”. La denuncia è di Ashtar Al Razehi, una giovane donna yemenita rifugiata, attualmente ospite dello Sprar del Mugello, che ha lanciato un appello accorato a “porre fine alla guerra, a dire ‘no’ alle bombe che ci massacrano”. “Il mio Paese è diventato un grandissimo cimitero. Il cielo non è più azzurro, ma ha solo il colore della tristezza”, ha detto con la voce rotta dall’emozione in un video trasmesso al convegno.
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FonteDi Stefano, uno a cui manca coerenza...
All'opposizione contro le armi prodotte in Italia
2015
Al Governo si è trasformato
2019
Manlio Di Stefano:
Cita:
"E' sbagliato pensare che si possa risolvere il problema con l’interruzione dell’esportazione delle armi prodotte in Italia",
Allora che si continui a produrre et esportare armi.
Va bene così?
Dai, i civili Yemeniti ringraziano.
Che M5S del ca', con elementi del genere.
Molto deludente.
Pian piano si vuol forse emulare i governi precedenti?
Carissimo Manlio Di Stefano,
ascolta un pirla qualunque (parlo di me):
Formato file:
phpDa wikipedia
Cita:
Economicamente lo Yemen è tra i Paesi più poveri del mondo, con condizioni di sottosviluppo diffuso e dipendenza pressoché totale da aiuti esterni, nonostante indubbi progressi siano stati fatti dal 1990, anno della riunificazione.
Anche l'Italia (vendendo armi all’Arabia Saudita) “aiuta” lo Yemen. Come no
‽Forum,
Chiedo scusa per lo sfogo ma certe cose fanno veramente inca##@#e.