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Referendum Catalogna
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Autore:  sottovento [ 28/09/2017, 22:37 ]
Oggetto del messaggio:  Referendum Catalogna

Quali sono le vostre previsioni? Esiste un rischio concreto di guerra civile? Io vedo molta determinazione da parte dei catalani ma ne vedo altrettanta da parte del governo centrale. Oramai siamo agli sgoccioli, si dovrebbe (uso il condizionale), votare domenica.

Autore:  MaxpoweR [ 29/09/2017, 00:26 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Beh se si può votare per l'indipendenza del Kurdistan non vedo perchè dovrebbero impedirlo ai catalani :> Ma scommetto che pur votando finirà tutto a tarallucci e vino come sempre in europa. Tutti hanno un prezzo :)

Autore:  sottovento [ 29/09/2017, 16:51 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Cita:
Referendum Catalogna, chiuso lo spazio aereo | Barcellona: "Voteremo", Madrid: "Il voto non ci sarà"

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/re ... 702a.shtml

La vedo male, non sappiamo come potranno reagire i cittadini se gli fosse impedito di votare e non sappiamo come potrebbero reagire i poliziotti catalani (che dovrebbero essere armati), contro la polizia nazionale e l'esercito mandati da Madrid.

Autore:  Thethirdeye [ 29/09/2017, 21:40 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

MaxpoweR ha scritto:
Beh se si può votare per l'indipendenza del Kurdistan non vedo perchè dovrebbero impedirlo ai catalani

Beh.... il Kurdistan conta quanto il due di coppe. La Catalogna potrebbe invece aprire un varco molto
ampio relativamente ad altre possibili richieste di indipendenza da parte di "Comunità" che con questa
EUROPA non vogliono più avere a che fare.

Quindi alla domanda: "perchè dovrebbero impedirlo ai catalani?" risponderei perchè se passa l'indipendenza
catalana, potrebbe passare anche l'indipendenza, chessò, della Sardegna. E poichè l'Europa tutto è meno
che DEMOCRATICA, viene da sè che farà di tutto per SABOTARE questo referendum.

Staremo a vedere.

Se ci riescono, io mi trasferisco in Catalogna... [:o)]

Autore:  sottovento [ 29/09/2017, 22:00 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Thethirdeye ha scritto:
Quindi alla domanda: "perchè dovrebbero impedirlo ai catalani?" risponderei perchè se passa l'indipendenza catalana, potrebbe passare anche l'indipendenza, chessò, della Sardegna.

Esattamente, ci aggiungerei anche la Corsica.
Cita:
Se ci riescono, io mi trasferisco in Catalogna... [:o)]

Non ci riescono per un motivo assai semplice: la costituzione spagnola non prevede questo genere di referendum, ergo questa indipendenza anche se votata è illegale per il governo centrale, è li il problema cioè ammettiamo che vince il Si all'indipendenza, il giorno dopo cosa accade? Il governo centrale invade militarmente la Catalogna?

Autore:  sottovento [ 30/09/2017, 12:55 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Cita:
Referendum in Catalogna, spari contro un seggio: 4 feriti
Primo attacco violento collegato allo svolgimento del voto sull’indipendenza: una persona ha sparato con una carabina ad aria compressa contro l’ingresso di una scuola di Manlleu. E il tribunale spagnolo blocca il voto via web

http://www.corriere.it/esteri/17_settem ... bc53.shtml

Autore:  TheApologist [ 30/09/2017, 13:23 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: «Il referendum della Catalogna è inaccettabile perché va a violare il principio di unità dello Stato».

Lo Stato dovrebbe essere DEI cittadini, non un ente gestito da camerieri a loro volta gestiti da una sovrastruttura non eletta da nessuno, che dei popoli se ne sbatte! Questo è proprio il ragionamento plutocratico dell'Unione Europea: dall'euro non si esce, nessuno può staccarsi dall'Europa, le istanze autonomiste vanno represse.
Insomma, le regole esistono per tutelare i loro interessi, mica i nostri.
Per loro il referendum è "inaccettabile"? Si cambiano le regole e si da il diritto alle persone di esprimersi! Non vogliono farlo? Ne pagheranno le conseguenze (terrorismo)! Che non vengano a raccontarci la favoletta della grande Europa unita e democratica, per piacere, ormai non ci crede più nessuno!

Autore:  MaxpoweR [ 30/09/2017, 13:45 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Thethirdeye ha scritto:
La Catalogna potrebbe invece aprire un varco molto
ampio relativamente ad altre possibili richieste di indipendenza da parte di "Comunità" che con questa
EUROPA non vogliono più avere a che fare.


Quindi alla domanda: "perchè dovrebbero impedirlo ai catalani?" risponderei perchè se passa l'indipendenza
catalana, potrebbe passare anche l'indipendenza, chessò, della Sardegna. E poichè l'Europa tutto è meno
che DEMOCRATICA, viene da sè che farà di tutto per SABOTARE questo referendum.

Staremo a vedere.

Se ci riescono, io mi trasferisco in Catalogna... [:o)]


A tal proposito un punto di vista alternativo ed in parte condivisibile.

Cita:

Referendum lombardo-veneto sull’autonomia: i poteri del 1992-1993 tornano all’attacco


DI FEDERICO DEZZANI

federicodezzani.altervista.org

Si respira una pessima aria in Spagna, dove la determinazione di Madrid di impedire il referendum sull’indipendenza della Catalogna si contrappone alla volontà dei secessionisti di svolgere comunque la consultazione. Benché Bruxelles sostenga formalmente il governo centrale iberico, sono molte le pressioni perché l’Unione Europea si proponga come “intermediario” tra le due parti, legittimando così i secessionisti: lo smembramento della Spagna e dell’Europa meridionale coincide, infatti, con l’ultimo stadio dell’eurocrisi. Collegati al voto catalano, sono i due referendum per l’autonomia che si terranno il 22 ottobre in Lombardia e Veneto: gli stessi poteri che sferrarono l’assalto del 1992-1993, hanno oggi condotto l’Italia al default e mirano a smembrare il Paese.
Perché l’Italia deve osservare da vicino quanto accade in Spagna e prepararsi al peggio

Nell’autunno del 2017 è ufficialmente subentrata la penultima fase dell’eurocrisi: sovraccaricata l’Europa meridionale di tensioni economiche /sociali e portato il livello di indebitamento pubblico a livello critico grazie alla moneta unica, si fomentano le spinte secessionistiche in seno ai membri più deboli, in vista di un default più o meno ordinato e lo smembramento dei medesimi. Su questo piano, Spagna ed Italia si trovano appaiate: maggiori le spinte secessionistiche e minore il debito pubblico nella prima, situazione inversa nella seconda. È questa la ragione per cui noi italiani dobbiamo osservare attentamente quanto sta avvenendo in Spagna, capire le dinamiche, le forze coinvolte, gli interessi dei diversi attori: ne va, dopotutto, del futuro del nostro Paese.

Sul referendum secessionista e sul suo inquadramento in un contesto geopolitico, abbiamo scritto di recente: la consultazione per l’indipendenza della Catalogna si inserisce nel più ampio disegno di un superamento degli Stati nazionali, svuotati in alto da un’Europa federale e in basso dalle “macroregioni” e/o dai particolarismi etnico-linguistici.

Si tratta, ovviamente, di un processo che richiede molta delicatezza nella realizzazione, in quanto la posta in gioco è l’integrità territoriale degli Stati membri dell’Unione Europea stessa: la condotta adottata è quindi quella di sdoganare, passo dopo passo, giorno dopo giorno, la secessione di alcune aree, evitando chiare prese di posizioni e pericolosi sbilanciamenti. La Corte Costituzionale iberica vieta lo svolgimento del referendum iberico? Non tutte le Costituzioni hanno lo stesso peso, a leggere i giornali. Il governo centrale chiede il rispetto della legge? Il referendum è sempre un esercizio di democrazia e poi, non è neppure vincolante! Madrid difende legittimamente l’inviolabilità dei suoi confini? La Catalogna non è mai stata davvero Spagna, a essere precisi. Un abile trucco, già utilizzato in Libia per sugellare lo spaccamento del Paese in due entità, è quello che la comunità internazionale offra la propria “intermediazione” nel braccio di ferro, sancendo così l’esistenza di due legittimi contendenti, quando la fazione secessionista è, in realtà, illegale.

Scrive a proposito l’Istituto Affari Internazionali, fondato nel 1965 da Altiero Spinelli e pienamente ascrivibile all’establishment euro-atlantico1:

Nella crisi politica spagnola, l’Unione europea è un attore che può e deve quindi giocare un ruolo importante. Da un lato, essendosi fatta garante dei localismi e del rispetto delle diverse culture e religioni, in un melting pot che da sempre la caratterizza, l’Ue si trova ora chiamata in causa per difendere i diritti dei catalani, che fanno leva sul concetto di cosmopolitismo europeo per rilanciare la legittimità della propria richiesta di indipendenza. Dall’altro, non è compito delle istituzioni europee di intervenire in Spagna.”

Bruxelles non deve rispettare tout court le scelte di Madrid, ma deve difendere i diritti dei catalani (disconosciuti dalla Corte Costituzionale iberica) ed il loro “cosmopolitismo europeo” (musica per le orecchie dello IAI). Non è certo un caso se il sindaco di Barcellona, Ada Colau, abbia proprio seguito il copione suddetto, chiedendo la mediazione dell’Unione Europea, perché Bruxelles “non può non reagire alle minacce ai diritti e alle libertà fondamentali che l’offensiva di Madrid provoca in Catalogna2”.

Chiarita la dinamica di fondo (il tentativo di Bruxelles e dell’establihsment liberal di smembrare gli Stati nazionali), è facile individuare chi sia contrario a questo disegno. Si oppone, ovviamente, il “populista” Donald Trump, messo sotto assedio in patria da quegli stessi poteri che fomentano la secessione della Catalogna: ricevuto il premier Rajoy alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti ha ribadito la necessità che “la Spagna rimanga unita, perché è un grande Paese”3. Dello stesso parere è la Russia di Vladimir Putin: gigantesco Stato multi-etnico e multi-religioso, già vittima di un tentativo di smembramento da parte dell’establishment liberal appena dopo il default del 1998 (si veda la guerra in Cecenia), la Federazione russa non ha alcun interesse ad alimentare le spinte centrifughe in un Paese storicamente amico come la Spagna (idem per l’Italia). Le accuse mosse da El Pais4 alla Russia di lavorare segretamente per la secessione di Barcellona, sono classica “disinformazione”, cui abboccano, in primis, i micro-nazionalismi à la Lega Nord. Non ha alcun interesse a smembrare la Spagna, infine, la Repubblica Popolare Cinese, che scruta con attenzione ogni mossa atlantica tesa a separarla da Tibet e Formosa. È probabile che anche Tel Aviv sia contraria alla secessione della Catalogna: forte sono i parallelismi con il rapporto Stato d’Israele/Palestina.

Elencati gli attori in scena e gli interessi divergenti, non rimane che augurarsi che il fronte “sovranista-nazionalista” abbia la meglio su quello “globalista-secessionista”: e che abbia la meglio ad ogni costo, compreso il (legittimo) ricorso alla forza da parte di Madrid. La situazione peggiora, infatti, giorno dopo giorno e non è escludibile che il governo centrale debba ricorrere al massiccio dispiegamento della Guardia Civil (la nostra Arma dei Carabinieri) di fronte alla ostinazione degli indipendentisti (supportati da Bruxelles & co.) di svolgere comunque il referendum: domenica 1 ottobre, si rischia quindi di assistere ad un’esplosione della tensione dove, constato il sostanziale ammutinamento della polizia locale catalana5, emergerà con chiarezza il ruolo della polizia militare come garante dell’unità nazionale (e ciò, continuando il parallelismo con l’Italia, spiega le manovre messe in campo ultimamente per indebolire l’Arma dei Carabinieri6).

L’interesse italiano è che, il primo ottobre, il governo iberico stronchi a qualsiasi costo le pulsioni separatiste ed ristabilisca un ordine duraturo: il prossimo Paese nella lista, come dicevamo, è infatti il nostro. Il referendum catalano avrebbe dovuto (e dovrebbe tuttora) fungere da apripista per due iniziative analoghe: i referendum sull’autonomia di Lombardia e Veneto del 22 ottobre. Qualcuno potrebbe obbiettare che si tratta di “autonomia” e non di “secessione”, ma conta soprattutto il messaggio politico che, con questa consultazione, la Lega Nord vuole lanciare al resto del Paese: la “macroregione del Nord” lavora per svincolarsi dal resto dell’Italia.

Sulla natura massonico-atlantista della Lega Nord scrivemmo in tempi non sospetti, quando analizzammo il tormentato biennio 1992-1993. Aggiungiamo soltanto che i promotori del referendum sono Roberto Maroni, leghista della prima ora, ex-ministro dell’Interno e storico uomo di fiducia degli Stati Uniti, e Luca Zaia, presidente di una regione dove è ben visibile la presenza NATO: l’iniziativa dei due non è certamente autonoma, ma va piuttosto ricondotta agli stessi ambienti che appoggiarono le manovre secessionistiche del 1992-1993 (c’è sempre il solito George Soros di mezzo, benché invecchiato). Sottoposto il Paese ad una micidiale cura di austerità, esasperate le tensioni sociali ed economiche, portato scientemente il debito pubblico a livelli record, l’Italia è oggi più fragile che mai. Un “sì” all’autonomia di Lombardia e Veneto, seguito da un governo vacante dopo le elezioni del 2018 ed un default controllato o caotico, sarebbe il prodromo della balcanizzazione del Paese: le regioni del Nord-Italia sarebbero staccate dal resto del Paese per annetterle al nocciolo franco-tedesco federale o, più probabilmente, alla “Grande Germania”.

“Sì all’Europa delle regioni”, “Alto Adige ai tedeschi”, “Non comprate i titoli di Stato italiano” gridava nel 1993 la coppia Umberto Bossi-Gianfranco Miglio7, mentre i Btp affondavano, la lira precipitava, le bombe dei servizi seminavano lo sconcerto ed i pescecani dell’alta finanza facevano a brandelli l’IRI. “Sì all’Europa delle regioni”, “Sì alla macroregione alpina”, “Sì alla permanenza nell’euro” grideranno probabilmente Roberto Maroni e Luca Zaia quando, in un futuro non troppo lontano, l’Italia sarà spinta al default. Si completerebbe così l’opera avviata dopo il crollo della Prima Repubblica: saccheggio delle imprese pubbliche, taglieggiamento dei risparmi residui, smembramento del Paese.

Si eliminerebbe così dalla carta geografica un Paese che, seppur soltanto durante la breve parentesi del periodo fascista, ha dimostrato grandi potenzialità geopolitiche, grazie alla sua doppia natura di Stato continentale e marittimo: protetto al Nord dalle Alpi, che lo incastonano allo stesso tempo nell’Europa Continentale, l’Italia domina naturalmente il Mar Mediterraneo grazie alla sua posizione. Una spina nel fianco per la massa terrestre e una base ideale per qualsiasi operazione nel Mediterraneo. La divisione dell’Italia riporterebbe la penisola al XIX secolo, dove gli austriaci (ora tedeschi) controllavano il Nord-Est, francesi ed inglesi si contendevano il controllo del Meridione e nessuna potenza significativa occupava il quadrante mediterraneo.

Che fare, quindi? Come evitare la balcanizzazione del Paese?

Come in Spagna, bisogna essere pronti a soffocare a qualsiasi costo le pulsioni secessionistiche, tenendo ben presente che i particolarismi locali (micro-nazionalismo veneto, lombardo, sardo e siciliano) sono semplici pedine dell’establishment euro-atlantico. Dall’altro lato bisogna traghettare l’Italia fuori dalla gabbia dell’eurozona, una gabbia che ha ormai portato l’Italia ad un passo del default e ha reso possibile il suo smembramento. Come nel caso iberico, amici e nemici del nostro Paese sono chiari. Russia, Cina e, forse, Trump, tra i primi. La UE/NATO, Soros ed i masso-secessionisti tra i secondi.

La partita, arrivati all’ottobre del 2017, si avvicina alla fine: è il tempo delle scelte.



Federico Dezzani

Fonte: http://federicodezzani.altervista.org


Autore:  sottovento [ 30/09/2017, 14:07 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Da non dimenticare l'aspetto economico: la Catalogna è sede di importanti industrie come la Seat e la Nissan, di numerose multinazionali ed è uno dei fiori all'occhiello per quanto concerne la cultura e il turismo della Spagna. Ha un reddito procapite fra i più alti, ha un mercato immobiliare tra i più floridi, fornisce un apporto importante allo stato centrale in termini di tasse ed è un luogo importantissimo per gli studi universitari. Questi sono i veri motivi per cui allo governo spagnolo rode l'indipendenza della Catalogna.

Oggi si parla tanto dei referendum in Veneto e Lombardia ma non è la stessa cosa, Veneto e Lombardia non intendono proporre un quesito referendario col fine di distaccarsi dal governo italiano e divenire degli stati autonomi.

Autore:  MaxpoweR [ 30/09/2017, 15:41 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Hai letto l'articolo o solo il titolo? [:305] [:246]

Autore:  sottovento [ 30/09/2017, 15:50 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Certo che ho letto quell'articolo e l'ho trovato anche molto interessante ma non mi sembra che ciò che ho scritto sia in contrasto.

Autore:  TheApologist [ 30/09/2017, 20:54 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Bah, io non ci ho capito una fava... Secondo l'autore dell'articolo le "secessioni" farebbero il gioco dei massoni, Soros, ecc.
Ma mi pare una boiata.
La Lega sarebbe atlantista perché Zaia è presidente del Veneto, che ospita basi militari yankee? Mi pare che sia in buona compagnia lungo lo stivale. E Maroni... è batterista...userà modelli Ludwig made in USA... ergo é filoamericano... Dai su.

E poi l'UE, che è il cancro massonico per eccellenza, che cosa ci guadagnerebbe in caso di spezzettamento degli Stati dell'Unione? Niente, gli Stati più grandi sono controllabili più facilmente.
Se non altro hanno meno politici da corrompere.
Sono anni che cercano di toglierci sempre più sovranità...
Perchè ci hanno imposto la globalizzazione e non le multisecessioni? È con l'accentramento forzato che tolgono i valori e la dignità ai popoli, non il contrario.

Autore:  Wolframio [ 30/09/2017, 21:05 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Assange: “Prima guerra mondiale del web” – Madrid ha deciso anche di oscurare i siti pro-autonomia: una decisione che per il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, dà il via alla “prima guerra mondiale del web”. “E’ iniziata in Catalogna – ha scritto su twitter – dove popolo e autorità locali hanno utilizzato internet per organizzare il referendum e l’intelligence spagnola ha attaccato, oscurato i network di telecomunicazione, occupato i palazzi delle compagnie telefoniche, ha censurato siti e protocolli. Quello che accade è il più significativo conflitto tra il popolo e lo Stato dalla caduta del Muro di Berlino a oggi, ma con i metodi del 2017, Vpn, proxy, chat criptate per sorvegliare e censurare il web”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... o/3886604/


Immagino già cosa potrebbe accadere quando si sarà abolito il contante e magari anche introdotto il chicco di riso tra pollice ed indice..

Autore:  mik.300 [ 30/09/2017, 21:51 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

l'europa c'entra, eccome..............
se la stanno facendo sotto..


http://www.corriere.it/esteri/17_settem ... bc53.shtml

I commenti

Il primo ministro degli Esteri spagnolo Alfonso Dastis ha detto con toni duri che il piano per del governo regionale catalano per tenere il referendum sull’indipendenza è una beffa per la democrazia: «Quello che propongono non è democrazia, ma qualcosa travestito da democrazia ed è uno strumento di scelta dei dittatori, contrario agli ideali europei».

capito?
i fascisti sono quelli che vogliono fare il referendum..
i democtratici sono loro
che mandano esercito e polizia
ad aoccupare la catalogna,
ovvio, no?
che poi sti ideali europei quali sarebbero?
polizia e manfìganello??

Autore:  sottovento [ 01/10/2017, 01:19 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Referendum Catalogna

Cita:
Referendum Catalogna, alta tensione. Madrid: chiusi quasi tutti i seggi. Barcellona: oggi voteremo

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/e ... 71638.html

Questo referendum alla fine è una farsa, gli hanno chiuso praticamente tutti i seggi, è davide contro golia. La Catalogna mi spiace per loro non avrà mai l'indipendenza e anche se quei 4 gatti riusciranno a votare lo considereranno comunque illegale quindi si mettano l'anima in pace.

Nb: penso che volere l'indipendenza sia legittimo e sacrosanto ma la realtà è questa.

Pagina 1 di 17 Time zone: Europe/Rome
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