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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 26/08/2018, 20:30 
Quindi la tua conclusione qual è? Siccome occorrerebbe rieducare la gente ai valori e al rispetto del prossimo, occorre statalizzare tutto e introdurre il socialismo (cioè una forma di comunismo), sullo stile di quello cinese? cioè un paese dove la gente fa turni di lavoro massacranti per un pugno di lenticchie, abita in casermoni stile edilizia sovietica, vive nello smog per 24 ore al giorno e se manifestano o protestano li sbattono subito in galera o ai lavori forzati, senza dimenticare che in Cina vige la pena di morte http://www.lastampa.it/2018/04/11/ester ... agina.html

Che dire, un vero esempio di democrazia!

NB: dimenticavo, abbiamo da poco un nuovo governo al quale anche tu se non ricordo male hai contribuito votando i 5 Stelle. Domanda: all'alba del 21° secolo non sarebbe meglio sperare nei benefici di questo nostro nuovo governo anzicchè continuare a prendere come esempio i modelli fallimentari e violenti messi in atto da altri???



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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 26/08/2018, 21:08 
Tranquillo Sottovento,abbiamo decine di migliaia di tuoi amici americani in divisa pronti a difenderci.....sono settant'anni che scaldano le poltrone delle nostre(loro)caserme.


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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 26/08/2018, 21:20 
Cita:
cioè un paese dove la gente fa turni di lavoro massacranti per un pugno di lenticchie, abita in casermoni stile edilizia sovietica, vive nello smog per 24 ore al giorno e se manifestano o protestano li sbattono subito in galera o ai lavori forzati, senza dimenticare che in Cina vige la pena di morte


[:246] [:246]

non si è neanche accorto che gli han comprato il Milan e l'Inter! [:302]

ciao
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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 26/08/2018, 23:24 
sottovento ha scritto:
Cita:
Cita:
Quindi la tua conclusione qual è? Siccome occorrerebbe rieducare la gente ai valori e al rispetto del prossimo, occorre statalizzare tutto e introdurre il socialismo (cioè una forma di comunismo), sullo stile di quello cinese?
CHI L'HA DETTO?, TRAVISI PURE LE MIE FRASI?,SECONDO TE UN IPOTETICO GOVERNO COMUNISTA ITALIANO DEV'ESSERE PER FORZA STILE CINESE? [:246]


Cita:
NB: dimenticavo, abbiamo da poco un nuovo governo al quale anche tu se non ricordo male hai contribuito votando i 5 Stelle. Domanda: all'alba del 21° secolo non sarebbe meglio sperare nei benefici di questo nostro nuovo governo anzicchè continuare a prendere come esempio i modelli fallimentari e violenti messi in atto da altri???

TRANQUILLO CI SPERO ANCORA NEL M5S E LEGA. [:D]


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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 27/08/2018, 09:47 
sottovento ha scritto:
Quindi la tua conclusione qual è? Siccome occorrerebbe rieducare la gente ai valori e al rispetto del prossimo, occorre statalizzare tutto e introdurre il socialismo (cioè una forma di comunismo), sullo stile di quello cinese? cioè un paese dove la gente fa turni di lavoro massacranti per un pugno di lenticchie, abita in casermoni stile edilizia sovietica, vive nello smog per 24 ore al giorno e se manifestano o protestano li sbattono subito in galera o ai lavori forzati, senza dimenticare che in Cina vige la pena di morte .


Ti dimostro quanto siamo liberi: [:246]
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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 27/08/2018, 10:45 
sottovento ha scritto:
se manifestano o protestano li sbattono subito in galera o ai lavori forzati, senza dimenticare che in Cina vige la pena di morte

Beh allora forse non sono così fessi come noi italiani, in mano ad un'oligarchia travestita da democrazia, dove i sovranisti o patrioti, nonostante l'enorme investitura popolare, vengono visti come degli nemici da abbattere!
Gli Stati Uniti sono nelle medesime condizioni: vogliono impeachare Trump non si è capito bene perchè... Perchè aveva un'amante? Perchè "è un agente di Putin" (tutte pistolinate talmente assurde che viene da ridere soltanto a pensarci! Prove ZERO)? Non si capisce... Ma ad ogni modo lo vogliono fare fuori, nonostante sia stato eletto democraticamente.

Ma allora dove sta la tanto decantata democrazia se a comandare, di fatto, sono le lobbies, le multinazionali, i banchieri, i gruppi di potere?
A questo punto, tanto vale avere uno Xi Jinping a vita...

Mi pare altresì inutile sciorinare la solita lista di luoghi comuni tipo "un pollo al mese", "i casermoni", "l'inquinamento", eccetera. La solita propaganda pre-1989.
Ormai la Cina ha puntato tutto sulle energie rinnovabili.
Guarda su youtube.com

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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 27/08/2018, 11:33 
sottovento ha scritto:
cioè un paese dove la gente fa turni di lavoro massacranti per un pugno di lenticchie


Sveglia, esci dalla propaganda USA e getta.

In cina hanno la settimana lavorativa a cinque giorni da un bel pezzo e ora e' in discussione la proposta per introdurre entro il 2030 nel programma di lavoro dell'intero paese i "quattro giorni lavorativi e tre giorni liberi".



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"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 27/08/2018, 12:38 
zakmck ha scritto:
In cina hanno la settimana lavorativa a cinque giorni da un bel pezzo e ora e' in discussione la proposta per introdurre entro il 2030 nel programma di lavoro dell'intero paese i "quattro giorni lavorativi e tre giorni liberi".

Ne sei così sicuro???
Cita:
“Fabbrica del mondo”: l’altra faccia del miracolo asiatico e dell’outsourcing

http://www.artspecialday.com/9art/2017/ ... del-mondo/



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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 27/08/2018, 12:47 
TheApologist ha scritto:
Ma allora dove sta la tanto decantata democrazia se a comandare, di fatto, sono le lobbies, le multinazionali, i banchieri, i gruppi di potere?
A questo punto, tanto vale avere uno Xi Jinping a vita...

La nostra non sarà certo una democrazia perfetta ci mancherebbe, c'è tanta povertà, disoccupazione, ingiustizie etc. tuttavia noi abbiamo potuto fare la differenza col nostro voto mentre in Cina una situazione del genere non sarebbe minimamente immaginabile perché se nascesse li un movimento populista li arresterebbero subito dal primo all'ultimo e li sbatterebbero nei Laogai.....
https://www.laogai.it/cosa-sono-i-laogai/



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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 27/08/2018, 12:49 
bleffort ha scritto:
Ti dimostro quanto siamo liberi: [:246]
Rispondimi a questa domanda:
l'Italia e' obbligata O NO a far parte della NATO. [:306]

Io non ho mai detto che siamo liberi, dico solo che siamo molto più liberi rispetto a tanti altri paesi, dove tanto per dirne una, un risultato come da noi il voto del 4 marzo non sarebbe pensabile.



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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 27/08/2018, 13:07 
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C’è un filo rosso che unisce i conflitti in Ucraina e in Siria, e non è solo la divisione dei blocchi. C’è dell’altro ed è un qualcosa di strategico che all’apparenza non sembra fondamentale, ma che in realtà è una delle tante chiavi di lettura per comprendere i conflitti che caratterizzano i nostri giorni: l’accesso al Mediterraneo.
Un mare ancora fondamentale


Nonostante sia stato considerato per molto tempo un mare quasi secondario rispetto ad altri fondamentali per le rotte mercantili e le materie prime, il Mediterraneo ha assunto in questi anni un valore molto più rilevante. Tutti vogliono entrarci e tutti vogliono mantenere le loro basi e i loro porti. E la sfida fra potenze non è solo per avere l’accesso a questo mare, ma anche per negarlo o per strappare queste porte.

In questo momento storico, il Mediterraneo è tornato a essere il perno della strategia di almeno due superpotenze: Russia e Stati Uniti. Ma anche la Cina sta iniziando un graduale percorso di inserimento. E nello stesso tempo, è evidente la volontà di Israele e Turchia di ergersi a nuove potenze marittime regionali per uno scacchiere, quello del Mediterraneo orientale, che rappresenta la chiave per comprendere il futuro di tutta la regione. A questo si aggiunge la centralità dei Paesi europei e dell’Unione europea, sia come mercati che potenze regionali. E non va sottovalutato il ruolo dell’Iran, che ricerca l’acceso a questo mare.

L’accesso al Mediterraneo e la crisi in Ucraina


La guerra in Ucraina, che da anni sconvolge tutta l’area a nord del Mar Nero, è stata letta sotto numerosi aspetti. Ma quello che è stato spesso sottovalutato è il ruolo che ha avuto per la Russia e per la Nato la questione della penisola della Crimea. Perché è così importante questo aspetto? Perché la perdita dell’asse con Kiev avrebbe rappresentato, per Mosca, la perdita del porto di Sebastopoli, considerato il perno della strategia russa nel Mediterraneo allargato, che comprende anche il Mar Nero.

La strategia navale russa per il Mediterraneo si incentra sull’esistenza di due bracci: uno nel Baltico e uno nel Mar Nero. Se l’acceso al Baltico è garantito in particolare dai porti di Kaliningrad, di San Pietroburgo (soprattutto a livello commerciale) e dei mari settentrionali, quella a sud è sempre stata incentrata sul mar Nero. Non a caso la Russia ha mantenuto in Crimea il suo porto principale nel Mar Nero e ha sempre sostenuto la lotta per la secessione dell’Abkhazia, regione che ha tolto alla Georgia una larga parte di costa.

La perdita dell’Ucraina come alleato naturale del Cremlino avrebbe quindi messo a repentaglio l’intero progetto russo per l’acceso al Mediterraneo. Ed è anche per questo che la Nato ha voluto a tutti i costi sostenere il cambio di governo in Ucraina: per minare nel profondo le possibilità di Mosca di accedere al mare. Un’ipotesi che Vladimir Putin ha evitato con il referendum per l’annessione della Crimea e con il rafforzamento del porto di Sebastopoli non appena avuta la certezza del mantenimento dell’arsenale navale.

La guerra in Siria è anche una guerra per il Mediterraneo

La guerra in Siria è stata letta sotto molteplici punti di vista. Ma quello che è certo è che anche questo conflitto può essere letto sotto la lente di ingrandimento dell’accesso al Mediterraneo. E lo può essere visto a seconda dei diversi attori coinvolti nel conflitto.

Innanzitutto, sui motivi dello scoppio della guerra, è stato spesso (e giustamente) considerato il tema della mezzaluna sciita, cioè quel corridoio politico, militare ed economico che avrebbe legato l’Iran a Hezbollah in Libano. Ebbene, in questo caso è del tutto evidente che quello che si è voluto evitare è interrompere le possibilità che Teheran si collegasse al Mediterraneo. Israele ha subito considerati questa prospettiva una minaccia esistenziale.

Come unica potenza regionale in grado di sfidare la leadership israeliana e degli alleati degli Stati Uniti, l’Iran nel Mediterraneo avrebbe rappresentato il coronamento del sogno persiano ma anche una clamorosa sconfitta per Israele che non ha mai voluto né che si creasse un corridoio fisico fra Hezbollah e Teheran né che quest’ultima potesse avere una base nel suo stesso mare. Ipotesi che è stata spesso considerata dagli strateghi delle Israel defense forces (Idf).

Ma l’acceso al Mediterraneo orientale è stato anche uno dei motivi dell’intervento russo al fianco di Bashar al Assad e dell’interesse americano nel conflitto. La Russia aveva (e continua ad avere) in Siria la sua unica base navale del Mediterraneo: Tartus. Questa, insieme all’aeroporto di Khmeimim è il fulcro dello scacchiere russo in Medio Oriente. Perdere un governo alleato in Siria significava, tra le altre cose, anche perdere queste basi che per Mosca sono più che preziose, sono vitali.

Per il Pentagono era fondamentale evitare che i russi mantenessero quelle basi. E ancora una volta, anche se lo scontro tra le due superpotenze è stato incentrato su altre tematiche, il Mediterraneo ha assunto un ruolo centrale.

Turchia e curdi: una guerra nella guerra

C’è anche un’altra guerra interna a quella in Siria che ha come terreno di scontro la via verso il Mediterraneo: quella fra Turchia e curdi. L’obiettivo curdo è sempre stato quello di arrivare al Mediterraneo o, nella peggiore delle ipotesi, avvicinarvisi il più possibile.

Lo scrisse anche l’Observer un anno fa quando, citando un alto funzionario curdo, parlò del sogno curdo di trovare un corridoio da Raqqa al mare. Un sogno che aveva uno scopo molto pragmatico: l’accesso al mare significava sbloccare l’isolamento terrestro del Kurdistan. “Arrivare al Mediterraneo è nel nostro progetto per la Siria settentrionale”, queste le parole di Hediya Yousef, capo del progetto per il federalismo curdo

Ed è anche per questo che Recep Tayyip Erdogan si è deciso a intervenire pesantemente in Siria occupando prima Jarabulus, poi Afrin, ma soprattutto imponendosi come responsabile del governatorato di Idlib: solo così poteva separare definitivamente i curdi dal mare e dalle coste turche del Mediterraneo orientale. E sembra, per ora esserci riuscito.

http://www.occhidellaguerra.it/guerra-m ... iterraneo/



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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 27/08/2018, 13:50 
infatti il link
http://www.artspecialday.com/9art/2017/ ... del-mondo/
è da leggere bene:
estratti:
.I colossi multinazionali occidentali nell’ultimo ventennio del secolo scorso hanno spostato i centri di produzioni dai loro paesi d’origine a quelli asiatici, primi fra tutti la Cina.
Perché proprio la terra del Sol levante è divenuta la meta preferita per arricchire i già potenti magnati europei e nordamericani? Molte città cinesi hanno eliminato le tasse e l’Iva e hanno creato zone economiche speciali: vere e proprie zone franche considerate da Pechino al pari di territorio diplomatico, esente dalle ferree regole sull’esportazione cinesi.

La così detta manodopera, uomini, donne e bambini sono vittime degli accordi e della complicità tra Pechino e le multinazionali occidentali.

Con queste premesse le multinazionali giocano a fare la bella addormentata: quando le sporadiche e rare informazioni riescono a fuoriuscire dai lager ed arrivare in occidente si dichiarano sconvolti e basiti delle condizioni in cui versano i loro lavoratori. Affermano che durante le loro accurate ispezioni nelle fabbriche cinesi niente di tutto ciò è mai emerso. Parte un sadico gioco allo scarico di colpa, nessuno è responsabile e nessuno ne sa nulla, devono solo tenere duro fino a quando l’ennesimo boom mediatico sarà esaurito per riprendere le attività quotidiane.

Dall’altra parte del mondo la Cina, sotto la guida del Presidente Xi Jinping, sta diventando sempre meno tollerante e sempre più sospettosa nei confronti dell’occidente.

ciao
mauro



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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 28/08/2018, 00:08 
mauro ha scritto:
infatti il link
http://www.artspecialday.com/9art/2017/ ... del-mondo/
è da leggere bene:


Che ci vuoi fare mauro, il fatto e' che poi ciascuno vede solo quello che supporta la propria visione del mondo. Le cose in contrasto, magicamente, scompaiono.



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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 28/08/2018, 11:09 
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La Russia dispiega la sua flotta al largo delle coste della Siria per dissuadere gli Stati Uniti e gli alleati europei da qualsiasi attacco contro l’esercito siriano. Dopo le ultime dichiarazioni di John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale americano, e di Emmanuel Macron, che ha confermato che Parigi è pronta ad attaccare di nuovo se verranno usate armi chimiche a Idlib, Mosca muove le sue forze. I rischi sono altissimi e al Cremlino vogliono dare un segnale chiaro: a Idlib c’è l’ombrello politico e militare di Mosca.


La flotta russa verso la Siria

Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Haaretz, che cita i siti che monitorano il traffico navale nel Bosforo, sarebbero già 16 le imbarcazioni della marina militare russa presenti nel Mediterraneo orientale. Nei giorni scorso, dai porti della Crimea sono partite la fregata Pytlivy della classe Kruvak, e due navi da sbarco classe Alligator, ovvero la Orsk e la Nikolay Filchenkov.

A queste imbarcazioni, si sta aggiungendo anche la fregata Admiral Makarov che ha di recente passato il Canale della Manica in direzione del Mediterraneo. Proprio quest’ultimo passaggio aveva provocato la reazione della Gran Bretagna che aveva dato ordine alla flotta di controllare e “scortare” la nave della marina di Mosca.

Un dispiegamento massiccio che conferma la volontà russa di rispondere a quanto minacciato da Washington e Parigi. E che si inserisce nel quadro delle recenti dichiarazioni del generale Igor Konashenkov che ha già segnalato la presenza di navi della marina degli Stati Uniti pronte ad attaccare la Siria.

Le parole di Konashenkov

Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo, gli ultimi movimenti delle forze armate americane segnalano la crescente possibilità che il Pentagono dia il via a uno strike sulle forze di Damasco. E Mosca ha già lanciato l’allarme su una possibile messinscena di un attacco chimico contro i ribelli a Idlib per scatenare il raid punitivo, come avvenuto ad aprile dopo la battaglia di Douma.

Per Konashenkov sarebbero tre le operazioni sospette della marina e dell’aeronautica americana. Pochi giorni fa, il portavoce russo aveva segnalato la presenza del cacciatorpediniere lanciamissili Uss The Sullivans nelle acque del Golfo Persico. La nave possiede 56 missili da crociera che possono colpire in territorio siriano ed è presente nel Golfo dagli inizi di agosto, soprattutto in chiave anti-iraniana. Sempre nel Golfo, Konashenkov ha segnalato la presenza di un bombardiere strategico americano in Qatar, nella base di Al Udeid. Con i suoi 24 missili aria-terra a lungo raggio, l’aereo rappresenta un altro possibile strumento di attacco contro obiettivi dell’esercito di Bashar al Assad.

L’arrivo della Uss Ross

L’ultima segnalazione è arrivata invece ieri e riguarda un’altra nave nel Mediterraneo. Come riportano i media russi, lo stesso portavoce del ministero della Difesa ha dichiarato: “Il 25 agosto il cacciatorpediniere della Marina Militare americana Uss Ross è entrato nel Mediterraneo con 28 missili Tomahawk, in grado di colpire tutto il territorio della Siria”.

L’arrivo della Uss Ross è particolarmente simbolico. Il cacciatorpediniere lanciamissili è stata infatti la nave da cui è partito l’attacco dell’aprile del 2017 ordinato dal presidente Donald Trump dopo le accuse contro l’esercito siriano dell’attacco chimico su Khan Shaykhun : attacco che lo stesso James Mattis ammise di non essere ancora provato. In quell’occasione, a essere colpita con 59 missili Tomahawk fu la base dell’aviazione siriana di Shayrat . E anche in quel caso, l’area del presunto attacco chimico fu nel governatorato di Idlib.

http://www.occhidellaguerra.it/russia-flotta-siria/



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 Oggetto del messaggio: Re: Venti di guerra nel mediterraneo?
MessaggioInviato: 28/08/2018, 18:49 
Quindi avrebbero attaccato per quale motivo?


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