Anche gli Stati Uniti in prima linea per cercare il sottomarino scomparso
Non ci sono prove ‘evidenti’ che le chiamate satellitari captate nelle scorse ore provengano dal sottomarino argentino scomparso A.R.A. San Juan: intanto gli Stati Uniti supportano le ricerche inviando pattugliatori marittimi e ‘caccia sommergibili’. Inviato in Argentina anche l’Undersea Rescue Command (URC) con i sistemi di soccorso SRC – Submarine Rescue Chamber – e PRM – Pressurized Rescue Module – in caso di individuazione del relitto.
Un P-8A ‘Poseidon’ dell’US Navy – pattugliatore marittimo MMA (Multimission Maritime Aircraft) – e un P-3 ‘Orion’ della NASA – unità per la ‘lotta antisommergibile’ ASW – sono stati inviati a supporto della Marina Argentina per scandagliare le acque a 432 chilometri dalla costa orientale argentina dove è stata rilevata l’ultima posizione del sottomarino scomparso lo scorso 16 novembre.
I due velivoli sono decollati nella giornata di sabato diretti a Bahia Blanca, in Argentina, e già oggi sorvolano senza sosta l’Atlantico meridionale a ciaccia del sottomarino scomparso. Intanto la US Navy ha dato l’ordine di decollo a tre velivoli da trasposto tattico C-17 Globemaster III e un C-5 Galaxy per trasportare dalla base aerea di Miramar a quella argentina di Comodoro Rivadavia i sistemi di soccorso SRC, un Remotely Operated Vehicle (ROV) e il modulo PRM – Pressurized Rescue Module – nel caso venga lanciata una missione di soccorso e recupero dei 44 membri dell’equipaggio dispersi.
Le ricerche aeree
A fianco delle unità della Fuerza Aérea e dell’Armada argentine, da oggi operano un Boeing P-8A Poseidon dell’US Navy e il suo antecedente, il P-3 Orion in forza alla NASA, che stanno mettendo a disposizione le loro strumentazioni all’avanguardia per captare qualsiasi traccia possibile del ‘San Juan’. Il P-8A, bireattore con un’autonomia di 1.200 miglia nautiche, è configurato con sensori e apparecchiature come il MAD – Magnetic Anomaly Detection – che hanno già certificato la propria d’efficenza nelle operazioni di ricerca della nave cargo sudcoreana Stellar Daisy. Il P-3 ‘Orion’, quadrimotore a turboelica, è un pattugliare marittimo impiegato per la ASW – Anti-submarine Warfare – noto per il suo aculeo di coda che alloggia anch’esso il ‘MAD boom’: rilevatore di anomalie magnetiche impiegato per localizzare unità sottomarine.
Il Comando di Soccorso Sottomarino
Quattro velivoli da trasporto tattico sono atterrati oggi in Argentina per portare dalla base statunitense di Miramar le attrezzature necessarie al soccorso dell’equipaggio del San Juan – sottomarino di fabbricazione tedesca classe TR-1700 con 44 membri d’equipaggio a bordo. Parte delle attrezzature già arrivate alla base di Comodoro Rivadava consistono nell’SRC – Submarine Rescue Chamber – una camera di soccorso, progettata durante la seconda guerra mondiale e ancora in uso, in grado di trarre in salvo fino sei persone da una profondità marina di 850 piedi. Il PRM – Pressurized Rescue Module – può essere installato fino a 2.000 piedi di profondità per permettere il ‘trasferimento’ dei marinai di un sottomarino in difficoltà. È capace di alloggiare 16 persone alla volta prima del trasferimento nelle camere di soccorso.
Le tracce del sottomarino scomparso
Il ‘San Juan’, sottoposto a revisione nel 2008, ha interrotto improvvisamente le comunicazioni con la base navale General Belgrano ormai quattro giorni fa (mercoledì), quando le ultime coordinate lo segnalavano a 432 chilometri dalla costa nel Golfo San Jorge, nel sud-est della penisola di Valdes. Sette chiamate satellitari rivolte alla base dell’Armada Argentina sono state ‘captate’ e sono in fase di analisi ma non c’è alcuna ‘prova evidente’ riguardo la loro origine, ha dichiarato il responsabile della base navale di Mar del Plata, Gabriel Gonzalez. La stessa fonte ha confermato l’intervento di unità statunitensi per prendere parte alle ricerche. Negli scorsi giorni la Gran Bretagna ha offerto il proprio supporto logistico all’Argentina mettendo a disposizione – se approvata – l’intera flotta di stanza alle Isole Falklands. Anche Cile e Brasile hanno offerto il loro aiuto a Buenos Aires.
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