Intervista al leader della Lega
Matteo Salvini: "Silvio Berlusconi venga a Libero a firmare il patto con me"
«Salvini premier. Io sono chiaro con elettori e alleati, ci metto la faccia. Chi vota Lega non avrà sorprese il 5 marzo, non spunterà nessun coniglio dal cappello. Chiedo a Berlusconi di fare altrettanto e indicare prima del voto chi è il suo candidato premier. Se non ne ha uno, può fare il mio nome». Le vacanze del primo candidato premier della storia leghista sono finite ieri, alla Berghem Fest. Poi salirà in montagna, e da lì terrà il suo discorso di Capodanno, quasi come Mattarella.
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In campagna elettorale vedremo un Salvini populista, come quello che ha quadruplicato i consensi del Carroccio, o un Salvini più istituzionale ma mai testato prima?
«Farò una campagna da premier, un conto è essere il segretario della Lega, altro è proporsi per guidare sessanta milioni di persone».
Anche lei a caccia del voto moderato?
«Non credo a queste categorie. E poi, incontro tutti i giorni professionisti, imprenditori e commercianti: anche loro vogliono la rivoluzione».
Un tempo la prometteva Berlusconi
«Mi fa piacere averlo alleato e che sia tornato in auge. Rispetto a lui, io ho l' orgoglio di non aver mai sostenuto governi tecnici o del Pd».
Berlusconi è tutti i giorni in tv, in radio o sui giornali. Ha già iniziato la campagna elettorale: lei sta ancora prendendo le misure?
«Ho già studiato e ho tutto chiaro: ministri, programmi, chi mandare e cosa fare in Europa. So anche chi coinvolgere al di fuori della Lega. Sono pronto al 5 marzo. Quando il voto era lontano, mi chiamavano in tv ogni giorno. In campagna elettorale, chissà come mai, il telefono squilla meno. Pazienza, ho più tempo per girare il territorio».
Mi fa il piangina?
«Annoto. Fazio ha chiamato Renzi, Berlusconi, Di Maio, perfino Grasso.
Non il sottoscritto».
Con Berlusconi ci ha parlato?
«Ci vedremo dopo le feste per stilare un programma comune del centrodestra».
Chi ci sarà all' incontro?
«Io, Berlusconi, la Meloni. Se vogliono anche Parisi, Cesa, Tremonti e Sgarbi. L' unico paletto che metto è a chi fino a ieri ha sostenuto Renzi e Gentiloni ed è saltato dall' altra parte solo all' ultimo momento. Non voglio complici della sinistra al governo con la Lega».
Lei però un programma in 18 punti lo ha già buttato giù: gli alleati devono limitarsi a sottoscriverlo o possono discuterlo?
«Quello è il programma della Lega. Certo che si può discutere, quello comune lo dobbiamo scrivere insieme».
Dal notaio sennò salta tutto o le basta la stretta di mano che propone il Cavaliere?
«Quella del notaio era una battuta.Mi interessa che venga sottoscritto un patto pubblico davanti agli italiani. Berlusconi l' ha già fatto, da Vespa, ai tempi in cui era abituato a fare tutto da solo. Adesso però ci sono io: se vuole, l' impegno lo firmiamo insieme nella sede di Libero».
Ultimamente ha smesso di provocarla, non dice più che Zaia sarebbe un ottimo premier: segnali distensivi?
«Forse ha capito che è inutile farlo, visto che stiamo dalla stessa parte. Comunque io con Berlusconi vado d' accordissimo, mi aspetto solo chiarezza. I miei non sono mai problemi personali, ma politici. Non sono le sue frecciate che mi danno fastidio, è quando parla di Gentiloni bis che mi si rizzano i capelli».
Berlusconi è pronto a molto pur di tornare al governo: lei a cosa sarebbe pronto a rinunciare?
«Io non cambio strada, comunque andranno le elezioni. Con Gentiloni e Renzi non governerò mai».
Insomma, si fida?
«Altrimenti non mi ci alleerei. E poi, errare è umano, ma perseverare sarebbe diabolico».
Il Cavaliere lo farebbe: come pensa di convincerlo a desistere?
«Non dovrò farlo io, basteranno i numeri. Il centrodestra ha il 90% delle possibilità di vincere le elezioni e governare. E poi, anche se il centrodestra non avesse la maggioranza, Pd e Forza Italia insieme non avrebbero comunque i numeri per governare. In ogni caso, gli dirò di non ripetere gli errori commessi con Fini e Alfano: bisogna stare alla larga da riciclati e poltronari. E gli ricorderò che Renzi l' ha tradito malgrado lui gli abbia fatto da stampella per un anno».
Perché Gentiloni ha così tanti tifosi?
«Fa comodo a molti. Basta guardare questo governo chi ha aiutato: banchieri, grandi aziende, euroburocrati».
Ha ascoltato il suo discorso di fine anno, ieri?
«Sono preparato. Discorso felpato, è chiaro che vuol rimanere dov' è. Purtroppo per lui, invece, dovrà fare le valigie».
Di Maio ha fatto capire che sarebbe disposto a governare con la Lega: cosa gli risponde?
«Che può accantonare il progetto. I grillini sono inaffidabili, dicono un giorno una cosa e il giorno dopo l' esatto opposto. Sono dei situazionisti».
Ma avrà un piano B, nel caso in cui il centrodestra non ottenga la maggioranza assoluta o Forza Italia prenda più voti della Lega?
«Io credo che la Lega possa arrivare al 20% ed essere il traino della coalizione. Il che sarebbe anche la soluzione più semplice per tutti».
Non le sembra di spararla grossa?
«Ho buoni riscontri».
Nei sondaggi però voi siete fermi e Forza Italia vi ha superato
«A prescindere dai sondaggi, che lasciano il tempo che trovano, la Lega è al massimo storico. E certo, se in questi anni non ci fossimo stati noi a tenere dritta la barra del centrodestra, oggi la coalizione non sarebbe al 40%. Tutti devono ringraziare la Lega per questo risultato».
La battuta d' arresto non è dovuta al fatto che avete tolto il Nord dal simbolo e qualche indipendentista se ne è risentito?
«Quello è stato un passaggio necessario per crescere. Se l' Italia si fermasse al Nord, sarei già premier da un pezzo. Ma siccome non è così, bisogna allargare i confini del movimento».
Lo sbarco al Sud però non sembra cosa semplice
«La diffidenza è normale, è una parte del Paese alla quale non abbiamo parlato per vent' anni. Ora però è passato il tempo delle contestazioni a Napoli, ovunque vengo accolto con interesse e simpatia. A Napoli non mi rinfacciano più i cori da stadio ma mi chiedono di liberarli dalle orde di immigrati allo sbando in città».
Sì ma cosa le fa pensare che la simpatia si tradurrà in voti in terre dove nell' urna domina la logica dello scambio?
«Alle Politiche non è così».
Che cosa offre in più a un elettore meridionale rispetto a Cinquestelle?
«Vent' anni di esperienza di buon governo. Mi creda, in Meridione ne hanno voglia, oltre che bisogno. Poi certo, non bisogna sbagliare i candidati, come il centrodestra ha fatto, in parte, in Sicilia».
Lei al Sud non può contare su una classe dirigente fortissima
«A parte alcuni arrivi da Forza Italia e altri dalle liste civiche, è tutta gente nuova. Preferisco così».
Per superare Forza Italia a livello nazionale al Sud deve ottenere almeno il 6/7 per cento...
«In Puglia avrò il 10».
Come si spiega l' ennesima resurrezione di Berlusconi?
«Ha grande potenza economica e di fuoco sui media. Esattamente quello che manca a noi».
Come pensa di sopperire a questo gap?
«Giro l' Italia tutti i giorni da anni».
Come combatte l' antipolitica che logora molti leader politici?
«Se metà degli italiani non va più a votare è perché è stata presa in giro, anche dalle coalizioni di centrodestra.
La mia popolarità è alta perché sono me stesso e faccio quello che dico. Paga la coerenza. Per questo se io vado in tv salgo nei sondaggi e invece Renzi e Di Maio perdono voti ogni volta che aprono bocca».
Che differenza c' è tra l' elettorato leghista e quello berlusconiano?
«Un tempo il nostro era più popolare, oggi non credo ci sia molta differenza, se non in tema di sicurezza, immigrazione ed Europa, dove noi abbiamo posizioni più ferme mentre gli azzurri talvolta sono incoerenti, come quando si sono schierati contro il divieto di sconti di pena agli autori dei reati più gravi».
Ha già fatto le liste della Lega?
«Non ho neppure ancora guardato i collegi. Però i criteri li ho chiari: tutelerò l' esperienza e darò spazio al nuovo.
Candiderò anche gente che non ha la tessera della Lega».
Diciotto punti sono tanti: indichi le tre priorità di Salvini premier.
«Via la legge Fornero: dopo 41 anni di lavoro, chiunque ha diritto ad andare in pensione. Al lavoro resta solo chi vuole, come prevedeva la riforma Maroni. Secondo punto: blindatura dei confini. In Italia non devono entrare immigrati clandestini e chi è qui non censito va rimpatriato. Abbiamo oltre 700mila clandestini nel Paese: voglio vedere centinaia di aerei partire per riportarli a casa».
Fino a che punto è pronto ad arrivare: anche agli speronamenti e ai morti in mare?
«I morti in mare ci sono adesso, con le frontiere colabrodo. Con Salvini premier, i barconi non partiranno.
Ci saranno solo rimpatri. E, restando in tema di immigrazione, mi lasci aggiungere che sono per la sospensione immediata dell' autorizzazione per la costruzione di moschee, centri culturali e iniziative islamiche di altro tipo.
L' islam, almeno finché non diventerà rispettoso e democratico, è incompatibile con la nostra civiltà. Su questo, sono per la linea Trump».
Terzo punto?
«Tre sono pochi: dico legittima difesa. Oltre agli immigrati, è giusto che non muoiano più anche gli italiani».
La flat tax e l' abbassamento dell' imposizione fiscale quindi non sono una priorità?
«Fermo. Io ho parlato dei tre punti qualificanti del programma leghista che chiederò di sottoscrivere a chiunque si vuole alleare con noi. Sul taglio delle tasse mi sembra ci sia identità di vedute con Forza Italia».
Cosa pensa del reddito di dignità di mille euro proposto da Berlusconi?
«Reddito di dignità, reddito di cittadinanza: queste cose non mi piacciono. Basta con le elemosine elargite a spese altrui a chi non produce. Il solo aiuto che concepisco è il taglio delle tasse a chi rende ricca l' Italia. Il mio obiettivo è aiutare le imprese, i commercianti, i professionisti e i lavoratori».
Contro euro ed Europa non scaglia più anatemi: rientra anche questo nel cambio d' immagine del candidato premier?
«Non mi sono ammorbidito. Resto sovranista. L' euro è una moneta sbagliata, lo diciamo io e sette premi Nobel dell' Economia, e l' Unione da sempre si muove sistematicamente contro l' interesse italiano, tutte le sue direttive sembrano studiate apposta per farci danno. Chiunque sarà premier, ha il dovere di rimettere tutto in discussione».
Quindi è rimasto sovranista anche dopo il flop della Le Pen?
«Guardi all' Austria, dove i popolari governano con la destra e non si fanno mettere i piedi in testa dalla Ue: il modello è quello».
http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... patto.html