TheApologist ha scritto:
Comunque non siamo lo Zimbabwe ma un paese industrializzato, se i nostri prodotti tornano convenienti ricominciamo ed esportare da subito, le aziende tornano a investire in Italia, ripartono le assunzioni e la crisi ce la buttiamo alle spalle in due anni.Certo i beni esteri ci costeranno di piu, quindi niente ferie all'estero... Ma bisogna anche dire che tra avere uno stipendio o non avercelo la differenza è fondamentale!
Purtroppo a parte tanti aspetti positivi come il maggior export, ci sono tante altre cose da guardare a cominciare dall'inflazione, inoltre i mercati ce la farebbero pagare cara e amara buttando giù titoli riducendone la capitalizzazione in borsa, la Bce non comprerebbe per ripicca i titoli di Stato italiani e senza euro dovremmo acquistare dall'estero i carburanti in dollari con una lira debole, dovremmo guardare i tassi dei mutui e dovremmo rinegoziare il nostro debito pubblico, insomma cose complesse. Il punto è che se un'uscita dall'euro è calcolata a puntino allora può essere un grande vantaggio, il problema è se per un qualunque motivo facciamo default e ci addormentiamo con l'euro risvegliandoci con la lira senza che nessuno abbia il tempo di pianificare nei particolari la exit.
Al di la di queste riflessioni l'Italia è un paese fortemente deindustrializzato (molto meno di quando avevamo la lira) e tornare alla lira non ci farà tornare ai fasti di quando avevamo le aziende statali e quando non avevamo svenduto tantissime delle aziende che erano un fiore all'occhiello del ns paese finanche la ns compagnia di bandiera. Siamo nel 2018 siamo un paese con le ossa rotte, con oltre 5 mln di poveri e altrettanti di disoccupati, una marea di stranieri di cui molti irregolari e aziende che chiudono o falliscono ogni giorno. Dobbiamo essere molto realisti, siamo in una situazione difficile e basta poco per ritrovarci con la ********** fino al collo.