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L’ASSASSINIO DI LINCOLN E IL SIGNORAGGIO BANCARIO

01/05/2018, 11:45

L’ASSASSINIO DI LINCOLN E IL SIGNORAGGIO BANCARIO

Durante la guerra civile americana (1861–1865) Lincoln aveva urgente bisogno di denaro per finanziare la sua campagna militare ma quando i banchieri gli offrirono i loro soldi in prestito a un tasso di interesse compreso fra il 24% e il 36% preferì chiedere al Congresso l’approvazione di una legge per stampare cartamoneta statale senza debito e senza interessi. Il Congresso approvò la sua proposte e fra il 1862 e il 1863 il Dipartimento del Tesoro di Stato immise sul mercato la nuova moneta di stato per un valore di 450 milioni di dollari. Il fatto non piacque alla grande finanza internazionale che batteva moneta per gli stati e nel 1865 il direttore della Banca d’Inghilterra, lord George Goschen dichiarò sul London Times: “Se questa dannosa politica finanziaria che ha origine in Nord America continuasse, quel Governo fornirà moneta a costo zero e non avrà alcun debito. Avrà tutto il denaro necessario per portare avanti i suoi commerci. Diventerà così prospero da non avere precedenti nella storia del mondo. Quel Governo deve essere distrutto o distruggerà ogni monarchia del Globo” Pochi giorni dopo un proiettile calibro 44 si conficcò nella testa del Presidente Lincoln mentre era comodamente seduto su una poltrona del palco del Ford’s Theatre. Il colpo venne esploso dal massone John Vilkes Booth, un personaggio molto vicino ai banchieri Rothschild. L’America tornò al precedente sistema di moneta-debito presa in prestito dietro interesse dalla onnipresente usuraia cricca di banchieri internazionali .

Marco Pizzuti, "Rivoluzione non autorizzata", Ed Il Punto d'Incontro
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