Mattarella dovrebbe apprezzare il coraggio di Salvini anziché dare l'idea di frenare sul cambiamento che è sempre più necessario. Sta al Colle il capo del partito dei rosiconi. E' francamente fastidioso il rumore delle telescriventi di un tempo, che battono i dispacci sulle note del Quirinale contro i diktat. Ma che cosa cerca Mattarella? Lo scontro istituzionale? Il conflitto aperto con chi ha la maggioranza dei seggi parlamentari e quindi può governare proprio secondo la sua teoria per cui non poteva farlo il centrodestra? Non vorremmo scomodare la categoria del bullismo, ma il detto e non detto contro Paolo Savona all'Economia urta i nervi. Chi vuole nominare, il ragioniere di casa sua?
Mattarella si deve mettere in testa una cosa sola: il 4 marzo gli italiani hanno votato. E hanno seppellito il vecchio, paludato ritualismo che impedirebbe ai partiti vincitori di discutere con chi deve governare da palazzo Chigi e non dal Quirinale nomi e cognomi della squadra. Che cosa ha di così pericoloso il professor Savona? È un pericoloso sovversivo? Aver fatto il ministro con Ciampi lo rende indigesto o indigesti sono i suoi pensieri? Basta col cibo avariato. I cittadini vogliono pietanze finalmente digeribili.
Da Mattarella, proprio perché lo abbiamo conosciuto in Parlamento come rispettoso della volontà popolare, ci aspettiamo semmai un incoraggiamento a Matteo Salvini, che non ha esitato a mettere in discussione rendite di posizione personali come la premiership e ha proposto una soluzione per il Paese. E lo stesso Di Maio farebbe bene a tenerlo a mente, visto che ha già catturato la presidenza della Camera e ora pretende un ministero megagalattico di complicata gestione. Il 32 per cento senza il 17 non fa maggioranza, sempre 32 resta.
Non tace, ringalluzzita da aver evitato elezioni che sarebbero state catastrofiche, una sinistra che dovrebbe inginocchiarsi e chiedere scusa agli italiani. Osano attaccare Di Maio e Salvini - anche loro con la storiella dei diktat, come dal Quirinale... - perché si vedono, si incontrano, si accordano. Oddio la Costituzione!, strillano. Sono gli stessi che cambiarono il presidente del Consiglio, Letta, con il voto della direzione del Pd. Ma vergognatevi e nascondetevi.
Infine, il centrodestra, o meglio quello che ne resta, sempre più simile all'esercito della restaurazione che suona la tromba da Bruxelles, Francoforte e robaccia simile. Berlusconi, che fugge dalle consultazioni con Conte senza pronunciare una sillaba, se non parlare a tu per tu con Salvini per la solita lamentela; e Giorgia Meloni, che francamente vorrei più attenta a non farsi chiudere nel cerchio tragico dei signorno' dell'opposizione. Combattiva com'è, potrebbe essere protagonista di una maggioranza anche senza ministri.
E' evidente che sta cambiando una storia e i partiti devono essere capaci di comprenderlo. Altrimenti resteranno soli a rimirare i Palazzi e la Costituzione ricordando i bei tempi andati. In giro c'è roba nuova.
Francesco Storace
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