mik.300 ha scritto:
magari siri viene sentito in settimana dai giudici
e chiarisce la sua posizione
e tutto si risolve..
Hai più che ragione.
Sarebbe proprio il caso che Siri al più presto chiarisca ai giudici.
Siri, fonti M5s: “Spinse per inserire il biometano nel contratto”. Arata-Nicastri “avevano già pronta una società ad hoc”
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Un'articolo di Repubblica racconta gli interessi del consigliere per l'energia della Lega per il biometano: secondo gli elementi raccolti dalla Dia di Trapani, scrive il quotidiano, condizionò la stesura del testo guida dell'esecutivo. Arriva la precisazione dei Cinquestelle: "Erano Siri e Centinaio a proporlo con insistenza".
Salvini: "Incontrai una volta Arata a un convegno"¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
Non solo la lobby del vento. Fu la Lega a spingere per inserire il “punto sul biometano” nel contratto di governo. “Lo ricordiamo perfettamente, erano Siri e Centinaio a proporlo con insistenza”. La precisazione arriva da fonti del M5s ascoltate dall’Adnkronos: il motivo è l’articolo di Repubblica che racconta gli interessi di Paolo Arata proprio per il biometano. Secondo gli elementi raccolti dalla Dia di Trapani, tra cui alcune intercettazioni, il consigliere per l’energia di Matteo Salvini, indagato con l’accusa di aver corrotto il sottosegretario leghista Armando Siri per inserire un emendamento sull’eolico, aveva già pronta una società ad hoc insieme al suo socio Vito Nicastri, la Solgesta srl, per lucrare anche in questo settore. Perciò, sostiene il quotidiano, Arata è riuscito a condizionare la stesura del contratto di governo, ottenendo proprio l’inserimento di un passaggio sul biometano. Intanto Matteo Salvini da Pinzolo ribadisce la sua posizione: “Siri è innocente fino a prova contraria”. E ammette di aver incontrato Arata “una volta, come docente universitario, perché parlò a un convegno della Lega di energia, di risparmio energetico e di tutela dell’ambiente”.
“Abbiamo letto anche noi oggi con stupore l’articolo di Repubblica“, riferiscono le fonti M5s. Che forniscono un particolare: stando al loro ricordo, sarebbe stato proprio Siri, indagato per corruzione per una ipotizzata tangente di 30mila euro promessa o consegnata da Arata, a volere quel passaggio nel contratto insieme al ministro Gian Marco Centinaio. “Noi accettammo – proseguono le stesse fonti ascoltate dall’Adnkronos – perché in piccoli impianti e ben canalizzati può andare, ma non sappiamo quali fossero i loro reali fini”. Nel contratto di governo gialloverde si legge: ” Verranno inoltre valutate sperimentazioni sul ciclo vita di impianti a biometano valutando i costi, l’inquinamento e i prodotti reflui”.
Secondo Repubblica, le intercettazioni della Dia di Trapani raccontano di “un suggerimento” di Arata. L’ex parlamentare di Fi, poi diventato guru dell’energia per Lega, scrisse il programma elettorale per Salvini premier in vista delle politiche dello scorso anno. Già allora, come ricostruisce il quotidiano, accanto alla spinta per l’eolico c’era anche quella per il biometano: “Oggi, con il biometano ottenuto ecologicamente dalla fermentazione della parte umida dei rifiuti, siamo in grado di produrre energia pulita per alimentare la rete di trasporto pubblico locale”, si leggeva nel programma del Carroccio.
“Piccolo è bello”, era il mantra di Arata durante la campagna elettorale. Quindi il mini-eolico e le piccole centrali di biometano: “Questo modello è già una realtà consolidata negli altri Paesi avanzati d’Europa e del mondo, dove infatti il costo della bolletta è nettamente inferiore al nostro”, diceva. Il consigliere della Lega puntava infine sul fotovoltaico, il terzo settore finito nel suo mirino e in quello di Nicastri, l’uomo accusato di essere uno dei finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
Salvini: “Non conosco le frequentazioni di Arata”
“I giudici facciano bene e facciano in fretta. Io il professor Arata, come docente universitario, l’ho incontrato una volta”, dice Salvini in conferenza stampa in Trentino. “Poi non l’ho più incontrato, non ne conosco le frequentazioni, le società, le amicizie, le simpatie e le antipatie. Quindi, se ci sono dei problemi che vengano a galla, non sui giornali ma in un’aula di tribunale“, aggiunge il vicepremier. Che poi risponde a una domanda sul caso Siri: “Finché non c’è una condanna – ribadisce – fino a prova contraria, per me, ogni italiano è innocente. La Raggi è stata sotto inchiesta per due anni e per me era innocente. Se tornerà sotto inchiesta, resterà innocente. Vedremo. Poi io la mafia la combatto. Ho tanti difetti ma non quello di essere amico dei mafiosi”, conclude il ministro dell’Interno.
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FonteQuattro domande alla Lega sul caso Siridi MoVimento 5 Stelle
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In questi primi mesi di governo abbiamo fatto quello per cui i cittadini ci hanno votato: abbiamo avviato un cambiamento in Italia. Un cambiamento fatto di piccole cose, come i vitalizi aboliti, e di grandi cose, come la legge spazzacorrotti. Ma cambiamento non sono solo i gesti, i fatti, ma anche un approccio alla cosa pubblica diverso da quello a cui ci ha abituato per decenni la politica che ci ha preceduto. Quell’atteggiamento che il MoVimento 5 Stelle ha assunto fin dalla sua nascita, ha mantenuto per 5 anni ai banchi dell’opposizione e ha portato al governo.
Perché mai, altrimenti, avremmo dovuto alzare le barricate contro l’ex ministro Boschi? Perché mai avremmo dovuto indignarci di fronte al caso Consip? Perché mai avremmo dovuto chiedere la sospensione di un nostro assessore a Roma nelle stesse ore in cui circolava addirittura la richiesta di archiviazione da parte della Procura, com’è accaduto di recente? Lo abbiamo fatto perché i reati contestati e le situazioni di riferimento avevano un certo peso specifico. Ed è partendo da questo approccio che una forza politica può arrogarsi il diritto di parlare di questione morale e di opportunità politica.
La politica deve dare il buon esempio. Nessuno può nascondersi dietro la presunzione di innocenza di fronte all’ipotesi di un reato di corruzione. Non può farlo, a maggior ragione, quando nella stessa inchiesta emergono legami con la mafia. Quando un politico viene accusato dalla magistratura di essere un corrotto, deve fare un passo indietro e chiarire. Si può difendere, è un suo diritto, ma deve farlo lontano dalla sua carica. È quel che è accaduto al sottosegretario Armando Siri. E quel che abbiamo chiesto, in virtù della nostra coerenza, è stato che si mettesse in panchina fino al chiarimento definitivo, che rinunciasse al suo incarico nel governo mantenendo comunque il ruolo di senatore.
Questo principio per il MoVimento 5 Stelle è un pilastro indiscutibile. La Lega invece finora si è tirata indietro. Ha minimizzato, e non ha dato risposte ai cittadini. O, peggio, ha cercato di spostare l’attenzione sposando la linea dell’Espresso e attaccando in maniera strumentale Virginia Raggi.
Non si può negare una spiegazione ai cittadini. Questo comportamento è figlio di un’era che pensavamo ci fossimo messi alle spalle. Gli italiani hanno il diritto di sapere come vengono gestiti i loro soldi. Hanno il diritto di sapere se chi li governa agisce per un interesse personale o collettivo. Di fronte a questa richiesta un partito non può fare spallucce e tirare dritto. Queste cose le facevano Renzi e Berlusconi, non noi.
Abbiamo aspettato qualche giorno prima di lanciare questo appello, e ci auguriamo che dalla Lega arrivi un segnale. Abbiamo visto il sottosegretario Siri smentirsi nell’arco di 24 ore. Lo abbiamo visto dire in un primo momento che non si era mai occupato di eolico e di non sapere chi fosse Arata. Il giorno dopo, però, ha cambiato versione, ammettendo di aver presentato degli emendamenti sull’eolico e di conoscere anche Paolo Arata. Chi è Paolo Arata?
Paolo Arata è ritenuto da molti il “faccendiere” di Vito Nicastri, considerato, quest’ultimo, un fedelissimo di Matteo Messina Denaro. A certificare i rapporti tra gli Arata e Nicastri c’è anche una foto pubblicata dai media, dove si vede proprio Nicastri dal balcone, agli arresti domiciliari, mentre parla con uno dei figli di Paolo Arata. Ma in questi giorni abbiamo letto anche di altro. Ad esempio c’è il caso dell’assunzione a Palazzo Chigi di uno dei figli di Paolo Arata. Assunzione fatta dal sottosegretario Giorgetti. Nulla contro il figlio di Arata, ma quest’assunzione, legata alle ultime inchieste, pone sicuramente un problema di “opportunità” politica e richiede una spiegazione ai cittadini.
Di fronte alle contraddizioni espresse dal sottosegretario Siri e alla luce delle relazioni di Arata con Nicastri (ritenuto vicino a Cosa Nostra, così come emerge dalle carte dell’inchiesta) riteniamo che un chiarimento sia necessario e non più rimandabile.
Questi sono fatti e circostanze che ci spingono a fare quattro domande alla Lega:
1. Quali sono i reali rapporti tra Siri, la Lega e Paolo Arata (l’ex parlamentare di Forza Italia, adesso responsabile del programma della Lega per l’ambiente che, secondo l’accusa, sarebbe vicino a Vito Nicastri, imprenditore indicato dai magistrati come “finanziatore” della latitanza del boss Matteo Messina Denaro)?
2. Perché il sottosegretario Siri ha presentato più volte delle proposte, sempre bloccate e rispedite al mittente dal MoVimento 5 Stelle, per incentivare l’eolico (materie oggetto di interesse proprio di Paolo Arata)? Per quale fine?
3. Perchè Siri si è contraddetto, cambiando versione più volte (quando è uscita la notizia dell’indagine per corruzione ha detto: “Non mi sono mai occupato di eolico in vita mia“. Poi ha ammesso di aver presentato una proposta di modifica alla legge sugli incentivi: “Me l’ha chiesto una filiera di piccoli produttori”. Infine, al Corriere, ha dichiarato: “Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto ‘va bene, mandamelo’ ”)?
4. Il figlio di Arata è stato assunto da Giorgetti presso il Dipartimento programmazione economica. Giorgetti sapeva che era figlio di Arata e dei rapporti del padre con Nicastri?
Il più grande capitale dei cittadini italiani è la reale volontà di cambiamento delle forze al governo. Dare una risposta a queste domande significa dire ai cittadini che in Italia le cose sono cambiate davvero. Il cambiamento non ammette sconti, o scorciatoie. Prima di tutto con se stessi, come il Movimento 5 Stelle ha sempre dimostrato. Andiamo avanti a lavorare, c’è tanto da fare, ma con serietà.
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Fonte