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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 26/06/2019, 13:05 
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26 giugno 2019

Lo scorso 11 giugno l’Afrl (Air Force Research Lab) ha rilasciato un comunicato in cui annunciava che il secondo test di volo del drone XQ-58A è stato coronato da successo. Il volo è durato 71 minuti durante i quali il velivolo non pilotato ha portato a termine tutti gli obiettivi del test avvenuto nei cieli del poligono e centro sperimentale di Yuma, Arizona.

L’XQ-58A Valkyrie ha fatto il suo primo volo lo scorso 5 marzo, sempre a Yuma, divenendo così il primo vero drone da combattimento stealth nato per operare sia in modo autonomo sia congiuntamente con i velivoli di quinta generazione, come vedremo in dettaglio più avanti. Quello dell’11 giugno è stato il secondo di cinque voli di collaudo previsti.
La Valchiria “loyal wingman” dell’F-35

Il progetto, portato a termine dall’Afrl e dalla Kratos Defense, è nato due anni e mezzo fa quando è stato assegnato il contratto di produzione da parte del Pentagono. Il velivolo, come detto, è un drone da combattimento, un Ucav, in grado di portare il proprio carico di sensori o armamenti (si ritiene possa portare nella stiva interna un paio di bombe di piccolo diametro o un missile da crociera) a una distanza operativa massima che si aggira intorno ai 3200 chilometri (2mila miglia).

L’XQ-58A è lungo poco meno di 10 metri ed ha un’apertura alare di poco meno di 7. Monta un singolo motore con presa d’aria, dal disegno stealth, sul dorso delle fusoliera. Le ali sono a freccia e non presenta piani di coda orizzontali, sostituiti da due derive che hanno un accentuato diedro che ricorda molto quello dei caccia di quinta generazione.

Non sappiamo nulla sulle soluzioni costruttive ma è ragionevole supporre che sia stato fatto largo impiego di materiali compositi e radar-assorbenti: il drone è infatti pensato per operare di concerto all’F-35 e penetrare le bolle A2/AD del nemico.

“L’XQ-58A è il primo esempio di una classe di Uav che è definita da un basso profilo di costi operativi e di procurement e allo stesso tempo provvede a fornire capacità in grado di farne un game changer del campo di battaglia” sono state le parole di Doug Szczublewski, program manager del Afrl. Secondo le prime stime del Pentagono, infatti, il drone verrebbe a costare tra i due e i tre milioni di dollari ad esemplare in caso ne vengano ordinati cento, ovvero quanto il costo di un missile da crociera di tipo avanzato. Il vantaggio per le finanze della Difesa risulta quindi evidente in termini di possibilità di reimpiego.

L’XQ-58A può anche operare da postazioni avanzate grazie alla possibilità di decollare con un sistema razzo-assistito, quindi indipendentemente dalla presenza di una pista di decollo di tipo classico: questo è stato uno dei requisiti fondamentali dell’Usaf per poter essere in grado di raggiungere praticamente ogni parte del globo con il drone.

L’Air Force prevede di ultimare i test in questo biennio e di cominciare con l’ingresso in servizio nel 2023, frattanto non solo l’F-35A sta per essere dotato di un data link in grado di comunicare col l’XQ-58A, ma anche il nuovo F-15EX.
La quinta generazione

Vedremo presto in linea, quindi, il nuovissimo drone da combattimento che opererà a stretto contatto con gli asset di quinta generazione dell’Usaf (e non solo come detto), al pari di quanto sta facendo la Russia con il nuovo drone Okhotnik-B, che però per dimensioni e disegno è radicalmente diverso rispetto alla soluzione americana.

L’XQ-58A sarà quindi il “fedele compagno d’ala” (loyal wingman) dell’F-35 e la vera rivoluzione della quinta generazione di velivoli sta proprio in questo: la possibilità, per un velivolo, di essere anche una piattaforma in grado di dialogare e comandare altri asset sul campo di battaglia; possibilità che si unisce all’enorme capacità di raccolta e analisi dei dati in tempo reale che vengono parimenti condivisi.

Se andiamo a vedere alle caratteristiche di invisibilità, infatti, si tratta di un campo di ricerca che ha fatto parte già delle generazioni di velivoli precedenti: l’SR-71 Blackbird aveva in sé caratteristiche stealth, al pari del suo predecessore U-2/TR-1 per non parlare poi di quanto realizzato con l’F-117. Tutti velivoli ormai consegnati alla storia.

La novità della quinta generazione, infatti, non è essere una piattaforma invisibile ai radar, bensì l’integrazione di questa vecchia tecnologia con le nuove capacità netcentriche di raccolta e condivisione di dati insieme alla possibilità di manovrare altri velivoli unmanned come l’XQ-58A. Caratteristiche, peraltro, che saranno ulteriormente implementate nei caccia di sesta generazione, come da specifiche.

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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 26/06/2019, 13:08 
XQ-58A Valkyrie, drone stealth militare in video. Ecco il primo volo.

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L’XQ-58A Valkyrie, il nuovo drone stealth della U.S. Air Force, la settimana scorsa ha compiuto il primo volo di test. Ha volato per 76 minuti presso lo Yuma Proving Grounds (Texas), una delle infrastrutture militari più grandi del mondo. Sebbene normalmente queste sperimentazioni avvengano in sordina l’aviazione ha deciso di diffondere un video al riguardo.

Il “dimostratore” XQ-58A Valkyrie è stato progettato per coprire grandi distanze a velocità subsonica fornendo una ridotta impronta radar: si parla di al massimo 2.000 miglia a 652 miglia l’ora – circa 3218 km con una velocità massima di 1.049 km/h. Può decollare da una pista oppure essere lanciato come se fosse un missile. Nasce come “Loyal wingman”, ovvero gregario autonomo per altri caccia pilotati da umani come ad esempio F-35 e F-22. Alla stregua del Boeing Airpower Teaming System, che però dovrebbe volare per la prima volta nel 2020, dovrebbe disporre di sensoristica evoluta per attività di intelligence, sorveglianza e ricognizione.

Da sottolineare che l’XQ-58A Valkyrie è lungo 8,8 metri e ha un’apertura alare di 6,7 metri. È previsto anche che possa trasportare armamenti per gli attacchi a terra.


L’XQ-58A Valkyrie, il nuovo drone stealth della U.S. Air Force, la settimana scorsa ha compiuto il primo volo di test. Ha volato per 76 minuti presso lo Yuma Proving Grounds (Texas), una delle infrastrutture militari più grandi del mondo. Sebbene normalmente queste sperimentazioni avvengano in sordina l’aviazione ha deciso di diffondere un video al riguardo.

Il “dimostratore” XQ-58A Valkyrie è stato progettato per coprire grandi distanze a velocità subsonica fornendo una ridotta impronta radar: si parla di al massimo 2.000 miglia a 652 miglia l’ora – circa 3218 km con una velocità massima di 1.049 km/h. Può decollare da una pista oppure essere lanciato come se fosse un missile. Nasce come “Loyal wingman”, ovvero gregario autonomo per altri caccia pilotati da umani come ad esempio F-35 e F-22. Alla stregua del Boeing Airpower Teaming System, che però dovrebbe volare per la prima volta nel 2020, dovrebbe disporre di sensoristica evoluta per attività di intelligence, sorveglianza e ricognizione.

Da sottolineare che l’XQ-58A Valkyrie è lungo 8,8 metri e ha un’apertura alare di 6,7 metri. È previsto anche che possa trasportare armamenti per gli attacchi a terra.

Lo sviluppo dell’XQ-58A Valkyrie è stato affidato alla californiana Kratos Unmanned Aerial Systems e rientra nell’iniziativa Low-Cost Attritable Aircraft Technology (LCAAT) dell’Air Force Research Laboratory. Si tratta insomma di soluzioni aerospaziali contraddistinte da costi ridotti e tempi di sviluppo minori. In effetti si è giunto al primo volo sperimentale dopo solo 2,5 anni e mezzo di lavoro e si stima che il costo finale di ogni velivolo sarà compreso tra i 2 e i 3 milioni di dollari.

VIDEO




L’XQ-58A Valkyrie, il nuovo drone stealth della U.S. Air Force, la settimana scorsa ha compiuto il primo volo di test. Ha volato per 76 minuti presso lo Yuma Proving Grounds (Texas), una delle infrastrutture militari più grandi del mondo. Sebbene normalmente queste sperimentazioni avvengano in sordina l’aviazione ha deciso di diffondere un video al riguardo.

Il “dimostratore” XQ-58A Valkyrie è stato progettato per coprire grandi distanze a velocità subsonica fornendo una ridotta impronta radar: si parla di al massimo 2.000 miglia a 652 miglia l’ora – circa 3218 km con una velocità massima di 1.049 km/h. Può decollare da una pista oppure essere lanciato come se fosse un missile. Nasce come “Loyal wingman”, ovvero gregario autonomo per altri caccia pilotati da umani come ad esempio F-35 e F-22. Alla stregua del Boeing Airpower Teaming System, che però dovrebbe volare per la prima volta nel 2020, dovrebbe disporre di sensoristica evoluta per attività di intelligence, sorveglianza e ricognizione.

Da sottolineare che l’XQ-58A Valkyrie è lungo 8,8 metri e ha un’apertura alare di 6,7 metri. È previsto anche che possa trasportare armamenti per gli attacchi a terra.

Lo sviluppo dell’XQ-58A Valkyrie è stato affidato alla californiana Kratos Unmanned Aerial Systems e rientra nell’iniziativa Low-Cost Attritable Aircraft Technology (LCAAT) dell’Air Force Research Laboratory. Si tratta insomma di soluzioni aerospaziali contraddistinte da costi ridotti e tempi di sviluppo minori. In effetti si è giunto al primo volo sperimentale dopo solo 2,5 anni e mezzo di lavoro e si stima che il costo finale di ogni velivolo sarà compreso tra i 2 e i 3 milioni di dollari.

Gli esperti ricordano che un caccia normalmente arriva mediamente a costare 100 milioni di dollari mentre per l’XQ-58A Valkyrie il parallelo economico dovrebbe essere con i missili Patriot.

U.S. Air Force effettuerà ancora 5 voli di test in due fasi differenti dello sviluppo. Le prossime sfide riguardano infatti la valutazione della funzionalità del sistema, la misurazione delle prestazioni aerodinamiche nonché l’ottimizzazione dei sistemi di lancio e recupero.

https://www.tomshw.it/altro/xq-58a-valk ... rimo-volo/



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MessaggioInviato: 26/06/2019, 13:22 
bello! questo mi piace!



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 15:15 
A proposito di armamenti stavo pensando con un po di amarcord a quei bellissimi film degli anni 80 come "Iron Eagle" (che avrò visto almeno 50 volte di fila), dove gli F-16 Fighting Falcon affrontavano i presunti Mig-23 (che di fatto erano dei Kfir C7), ma di fatto gli F-16 con i loro cannoncini M-61, i missili Maverik M65 e le (storiche), bombe Mk-82 a caduta libra facevano piazza pulita dei nemici.



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 16:24 
Belli questi "piccioni". [:306] [:246]


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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
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3 luglio 2019

Il recente incidente al sottomarino russo Losharik in cui 14 membri dell’equipaggio hanno perso la vita, probabilmente restando asfissiati dall’impianto antincendio a gas di bordo, apre nuovi interrogativi sul tipo di missioni che svolge questa unità navale speciale della Marina Russa.

Il sottomarino, ma che per le sue caratteristiche, come vedremo, sarebbe più corretto chiamare batiscafo, al momento dell’incidente mortale era impegnato, secondo quanto riferito da Mosca, in rilievi batimetrici nel Mare di Barents in acque territoriali russe. Il Losharik, che fortunatamente è riuscito ad emergere, è stato rimorchiato nella base di Severomorsk, non lontano dalla città militare di Murmansk.
Il Losharik: il sottomarino spia di Mosca

Il Losharik è un sottomarino dalle caratteristiche molto particolari che non ha eguali in occidente. Varato nel 2003, per soluzioni costruttive ricorda molto più un batiscafo che un classico sottomarino: internamente, oltre lo scafo esterno che ricorda un classico vascello di tipo sovietico, il Losharik è costituto da 7 sfere che ne formano lo scafo resistente, al contrario di quanto accade nei classici sottomarini.

La forma sferica garantisce, infatti, la massima resistenza alla pressione che si incontra a grande e grandissima profondità: si stima che il Losharik sia in grado di raggiungere i 6mila metri di profondità massima, come i moderni batiscafi.

Propulso da un reattore nucleare accoppiato ad un generatore elettrico che fornisce il moto all’albero dell’elica situati nelle due sfere poppiere interconnesse e separate dalle altre, il Losharik ha un equipaggio composto da circa 25 ufficiali di alto livello ed esperti, e vedremo il perché. Lungo circa 70 metri e dal dislocamento di 2mila tonnellate in immersione, il sottomarino si stima possa raggiungere la velocità massima di 10 nodi.

Il sottomarino è dotato di bracci meccanici estraibili e di “pattini” coi quali può appoggiarsi al fondo e avanzare come una slitta: il Losharik infatti è un vascello pensato per effettuare missioni di spionaggio. Insieme ad un vascello simile, ma dalle dimensioni più piccole (730 tonnellate di stazza) il Paltus, ha il compito di raggiungere le elevate profondità a cui giacciono i cavi sottomarini e disattivare i dispositivi di ascolto posti dalle marine avversarie oltre che, ovviamente, porre in atto lo stesso tipo di minaccia sui cablaggi “occidentali”, che, in caso di conflitto, verrebbero tagliati per troncare le comunicazioni transcontinentali e gettare i comandi Nato nel caos più totale.

Una missione molto delicata e coperta dai massimi livelli di segretezza che fa capire il perché di un equipaggio composto da pochi ufficiali di alto rango.

La Russia, sulla scorta dell’esperienza maturata durante la Guerra Fredda con il sottomarino K-411 Orenburg, ha modificato nel 1999 un vascello classe Delfin (Delta IV in codice Nato) per “operazioni speciali”. Il Podmoskovye – questo è il nome dell’unità – ha subito profonde modifiche strutturali che ne hanno radicalmente modificato la sagoma: la lunghezza è infatti passata a 175 metri rispetto ai 166 originali ma soprattutto è stata eliminata la “gobba” sede dei pozzi di lancio dei missili balistici – ormai inutili ai fini del nuovo spettro di missioni a cui il sottomarino è dedicato. Al posto del compartimento missili è stata montata una sezione in grado di poter alloggiare e far operare il Losharik ed il Paltus. Oltre a questa unità recentemente se n’è aggiunta un’altra, il sottomarino K-139 Belgorod della classe Oscar II (Project 949A) ampiamente modificata ed in grado, anche, di trasportare e lanciare quattro supersiluri atomici Poseidon, già noto come Status-6 o Kanyon per la Nato.

Tutte queste unità navali sono inquadrate nella 29° Brigata Autonoma della Flotta del Nord ma sono a tutti gli effetti dipendenti dal GRU (Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie) ovvero il servizio informazioni militari russo.

La missione del Losharik

Il sottomarino, come già detto, sarebbe stato impegnato in rilievi del fondale marino in una parte non meglio precisata del Mare di Barents. Del resto è pur sempre vero che questo tipo di unità, insieme al Paltus, è stata impegnata negli scorsi anni in attività di questo tipo nella piattaforma continentale russa al di sotto del Mar Glaciale Artico per poter mappare il fondale e così mettere Mosca in grado di avere un importante strumento per la rivendicazione della sovranità in quell’area.

Come abbiamo avuto modo di dire più volte, tutta la zona dell’Artico, anche grazie ai cambiamenti del clima, è diventata frontiera per lo sfruttamento minerario delle immense risorse che vi si trovano e nuovo punto strategico per le rotte commerciali tra i due oceani.

Questa attività però potrebbe essere solo una facciata. Tra il Mare di Barents e quello di Norvegia corrono infatti dei cavi sottomarini che collegano la Norvegia alle Svalbard, recentemente giunte alla ribalta delle cronache per essere al centro dell’attenzione della Nato in chiave del contenimento della Russia e del controllo di quella importante parte dell’Artico.

Poco più oltre, spostandoci verso l’Atlantico, altri cavi sottomarini collegano l’Islanda e la Groenlandia alla Scozia e al continente europeo. Non sarebbe per nulla azzardato ipotizzare che il Losharik fosse impegnato a curiosare anche da quelle parti, a poche ore di navigazione – soprattutto se effettuata coi sommergibili “madre” visti prima – dalla base di Severomorsk.

Le ipotesi sull’incidente

Non sappiamo ancora, nel momento in cui scriviamo, quali possano essere le cause dell’incendio divampato a bordo del Losharik che ha causato indirettamente l’asfissia dei 14 membri dell’equipaggio. L’unità navale è abbastanza recente e non appartiene a quei relitti dell’Unione Sovietica che ancora solcano i mari – come appunto i sottomarini classe Delta – e che Mosca mantiene con difficoltà in servizio.

Sicuramente il Losharik rappresenta una delle prime costruzioni navali russe post Guerra Fredda, e pertanto potrebbe aver incorporato tutti quei problemi della cantieristica navale che Mosca ha dovuto affrontare negli anni immediatamente successivi al crollo dell’Unione Sovietica: la lunghissima gestazione – circa 15 anni – è lì a dimostrarlo.

Però, a differenza di quanto sta accadendo ora, la Russia di quegli anni era una potenza che si stava sollevando dal declino – anche e soprattutto grazie agli aiuti economici occidentali – e ci risulta difficile pensare ad una cattiva progettazione/costruzione per un vascello adibito a compiti così delicati e segreti, destinato ad essere manovrato dalla crème degli ufficiali della Flotta. Se pur il vero impulso al rinnovamento delle Forze Armate – azzoppato dalle recenti sanzioni – sia abbastanza recente, chi scrive tenderebbe ad escludere una causa strutturale alla base dell’incidente.

Piuttosto è ragionevole pensare che il Losharik abbia incontrato, durante la sua missione, un qualche tipo di imprevisto – un sovraccarico dovuto a una collisione con un oggetto sul fondo ad esempio – che ha causato il principio di incendio divenuto mortale per l’attivazione automatica dell’impianto di spegnimento a gas.

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Poveretti; cordoglio. [:291]



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 19:50 
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Cerimonia di varo presso il cantiere della Sevmash, a Severodvinsk, per il sottomarino a propulsione nucleare K-329 Belgorod Progetto 09852, il primo vettore della Russia ad essere armato con i siluri radioattivi Poseidon. Il Belgorod, evoluzione della classe Oscar II, è il sottomarino più grande mai costruito dall’uomo. Trasporterà quattro siluri radioattivi armati con testate termonucleari di classe Megaton.
Russia, sottomarini lanciamissili antinave classe Oscar II

I sottomarini lanciamissili antinave a propulsione nucleare di terza generazione classe Oscar II Progetto 949A, sono entrati in servizio a metà degli anni ’80. Sono tra i più grandi sottomarini mai costruiti, superati soltanto dalle classi strategiche Typhoon /Progetto 941 Akula ed Ohio americana. I 949A a doppio scafo (come quasi tutti i progetti sovietici del dopoguerra), sono lunghi 154 metri e larghi 18. Possono raggiungere una velocità massima di trentasette miglia all'ora in immersione ad una profondità massima di seicento metri. Gli Oscar II sono stati espressamente concepiti come piattaforme carrier-killer, per impedire e contrastare la proiezione strategica delle portaerei della Marina Militare degli Stati Uniti e dei gruppi da battaglia posti a loro difesa. La classe Oscar II, quindi, implementa spiccate capacità di sopravvivenza contro i siluri convenzionali, come la separazione di oltre tre metri tra lo scafo a pressione interna e quello esterno idrodinamico. Lo scafo interno è diviso in dieci scomparti. I sottomarini lanciamissili antinave classe Oscar II Progetto 949A, sono armati con 24 missili antinave P-700 Granit/SS-N-19 Shipwreck, per una capacità offensiva doppia rispetto al classe Charlie ed Echo II. Gli SS-19- Shipwreck, progettati alla fine degli anni ’70, sono missili da crociera a lunghi dieci metri e pesanti otto tonnellate. Integrano alcune delle prime capacità networking e tattiche di swarm cooperative automatizzate. Possono imbarcare testate termonucleari da cinquecento kilotoni. I Granit raggiungono il bersaglio ad una velocità massima di Mach 2,5 (ramjet nella fase finale), ad una distanza massima di 550 km. La classe Oscar II, nasce quindi come una piattaforma ideale per i sistemi d’arma di alta fascia SS-19- Shipwreck. I missili sono collegati in rete. Lanciati a sciame, condividerebbero le informazioni di targeting e le diverse angolazioni di attacco. Per l'autodifesa, gli Oscar II sono equipaggiati con sei tubi lanciasiluri: quattro da 533 mm e due da 650 mm
La flotta Oscar II

L’architettura Oscar II è strutturata su una flotta di otto sottomarini lanciamissili da crociera a propulsione nucleare 949A: tre inquadrati nella Flotta del Nord e cinque con la Flotta del Pacifico. Nella Flotta del Nord risultano inquadrati il K-266 Orel, il K-119 Voronezh ed il K-410 Smolensk. Il K-266 Orel è ritornato ufficialmente in servizio nell'ottobre dello scorso anno dopo essere stato in manutenzione presso il cantiere Zvezdochka, nella regione di Arkhangelsk, nella Russia del Nord, a causa di un incendio avvenuto a bordo nell'aprile del 2015, mentre si trovava nel bacino di carenaggio. Risultano in servizio attivo il K-119 Voronezh ed il K-410 Smolensk. Il 18 ottobre del 2016, il K-410 Smolensk ha lanciato un missile da crociera Granit colpendo il bersaglio designato nell’arcipelago Novaja Zemlja, nell'Artico. Dei cinque sottomarini inquadrati nella Flotta del Pacifico risulta attivo soltanto il K-456 Tver. Il K-132 Irkutsk, il K-442 Chelyabinsk ed il K-186 Omsk sono entrati in cantiere per la conversione allo standard 949AM. Le unità dovrebbero ritornare in servizio tra il 2020 ed il 2022. Il K-173 Krasnoyarsk è in attesa di demolizione ed è stato rimosso dal servizio attivo. Del sottomarino Khabarovsk Progetto 09851 da 170 metri, non sappiamo praticamente nulla, se non che è ritenuto simile alla classe strategica Borei Progetto 955А. Il K-141 Kursk, affondato per un tragico incidente il 12 settembre del 2000, apparteneva alla classe Oscar II.
Sottomarini classe Oscar II 949AM

La scorso anno la Marina russa ha annunciato la riconversione dei sottomarini classe Oscar II per i missili da crociera supersonici 3M54 Kalibr. Il sistema d'arma Kalibr diventerà l'asset principale russo per dissuadere un potenziale aggressore nella nuova strategia deterrente non strategica. Lo standard 949AM avrà un costo di 180 milioni di dollari ad unità. Il K-132 Irkutsk, il K-442 Chelyabinsk ed il K-186 Omsk saranno i primi a ricevere presso il cantiere Zvezda, nell'Estremo Oriente russo, i sistemi missilistici Kalibr. Non saranno necessarie modifiche allo scafo. Lo standard 949AM, oltre alla maggiore capacità offensiva, prevede l'implementazione di nuovi sistemi vitali e di navigazione. I sottomarini 949AM, grazie ai nuovi lanciatori, potranno trasportare fino a 72 missili antinave Kalibr 3M54. La variante supersonica antinave ha una velocità di crociera di Mach 0,8. Tuttavia nelle fasi finali il Kalibr raggiunge Mach 3, scendendo ad una quota di avvicinamento di soli 4,6 metri. Tali caratteristiche rendono la sua intercettazione estremamente difficile.
Russia, sottomarino strategico K-329 Belgorod Progetto 09852

Il sottomarino a propulsione nucleare K-329 Belgorod Progetto 09852, evoluzione della classe Oscar II, è stato varato durante una blindatissima cerimonia che si è svolta poche ore fa a Severodvinsk. Quella che pubblichiamo è l'unica foto disponibile del Belgorod. Tutti gli interventi, come la nuova sezione centrale di trenta metri, sono classificati. Abbiamo già approfondito le capacità del siluro radioattivo Poseidon. Soffermiamoci sul Belgorod. Le sue esatte caratteristiche operative sono classificate. Ufficialmente designato come evoluzione della classe Oscar II Progetto 949A, il K-329 Belgorod svolgerà missioni di attacco e di ricerca scientifica come piattaforma per sottomarini senza equipaggio e speciali attrezzature. Il K-329 è stato riprogettato con una nuova sezione centrale di trenta metri che ha portato le dimensioni del sottomarino a 184 metri. Trenta metri in più della classe Oscar originale ed undici più lungo della classe Typhoon Progetto 941. Il K-329 Belgorod è il sottomarino a propulsione nucleare più grande del mondo. I test in mare inizieranno tra dodici mesi. Il Belgorod sarà consegnato alla Marina Militare russa entro la fine del prossimo anno. Considerando la sua missione primaria, è corretto definire il K-329 Belgorod come un sottomarino strategico.
Le missioni del K-329 Belgorod

Piattaforma per il progetto 10830 Losharik

Il Belgorod è stato sempre associato a progetti speciali. Il sottomarino a propulsione nucleare Losharik, è stato progettato per operazioni speciali, ricerca scientifica e salvataggio a grandi profondità. Il Losharik è uno dei progetti più segreti del paese. Del Losharik, eroe di un famoso film d'animazione sovietico, non si sa nulla se non che è in grado di raggiungere i seimila metri di profondità e che è propulso da un reattore nucleare di nuova concezione. Dovrebbe essere lungo circa 60 metri con equipaggio che non dovrebbe superare le 25 unità. Il progetto 10830 sfrutta i principi della batisfera: una forma necessaria per resistere all’enorme pressione dell’acqua a quelle profondità. L’involucro esterno rappresenta la vera e propria corazza contro la pressione. Lo scafo interno, invece, è separato dalla batisfera da un materiale altamente compresso. Il Losharik potrebbe navigare indisturbato in qualsiasi parte del globo nella totale impunità. Gli svantaggi sono legati ai ristretti spazi per l’equipaggio ed alla scarsa velocità di crociera. E’ certamente il primo battello a propulsione nucleare in grado di raggiungere tali profondità: l’NR1 americano poteva raggiungere i tremila metri. La sua unica missione nota si è svolta con la Flotta del Nord ad una profondità di tremila metri, sul crinale Mendeleyev, nell'Artico.
L'architettura Poseidon

I droni senza equipaggio a propulsione nucleare classe Poseidon (Посейдон) sono ufficialmente in produzione ed inseriti nell'attuale Piano Strategico di Riarmo Statale della Russia che si concluderà nel 2027. Il sistema Poseidon dovrebbe essere inserito nella struttura di combattimento della Marina prima della fine del programma di riarmo. In realtà l’architettura Poseidon potrebbe essere sfruttata come base per una nuova famiglia di siluri ad alta velocità a propulsione nucleare. E’ la medesima tecnica adottata per la piattaforma modulare universale Armata. Lo scorso gennaio Tass ha confermato che saranno quattro i sottomarini vettori del Poseidon che entreranno in servizio nella Flotta del Nord e del Pacifico. Il K-329 Belgorod Progetto 09852, evoluzione della classe Oscar II Progetto 949A, potrà trasportarne quattro. Il B-90 classe Sarov dovrebbe essere in grado di trasportarne due. Del sottomarino Khabarovsk Progetto 09851 simile alla classe Borei, non sappiamo quasi nulla. Interessante un passaggio. Secondo Tass, "ogni sottomarino sarà in grado di trasportare otto siluri Poseidon, pari a 32 sistemi d'arma in servizio con la flotta". Non abbiamo conferma di tali indiscrezioni. Potrebbe trattarsi di un depistaggio o di una ipotetica capacità massima prevista solo nel Khabarovsk (sei interni e due esterni?) e nell'ultimo sottomarino, cioè proprio quello che non conosciamo. Il B-90 non potrebbe mai trasportarne otto.
Le nostre indiscrezioni sui siluri Poseidon e T-15

Dallo scorso gennaio i principali media russi, parlando del Poseidon, riportano due megatoni come resa esplosiva della testata del siluro. E' un'informazione nuova e che contraddice la precedente. Mosca, infatti, ha sempre parlato di una testata da cento megatoni. Si tratta dell'ennesima svista orchestrata dal Cremlino? E' opportuno fare chiarezza. La classe Ocean Multipurpose System prevede una serie di siluri atomici ad alta velocita. Mosca, quindi, potrebbe aver sviluppato due diversi siluri strategici per colpire gli Stati Uniti. Oltre al Poseidon da due megatoni imbarcato su quattro sottomarini (K-329, B-90, il Khabarovsk ed una quarta unità ancora sconosciuta), il Cremlino potrebbe aver sviluppato in segreto il Progetto T-15 (Status-6/Статус-6) per un siluro strategico da cento megatoni ancorato nelle profondità degli oceani. Il Poseidon sarebbe indirizzato contro i gruppi da battaglia delle portaerei statunitensi. Lo Status-6, invece, sarebbe collegato a Perimeter, il sistema automatizzato russo per la rappresaglia termonucleare. Come unico obiettivo avrebbe la costa degli Stati Uniti. Entrambi i sistemi farebbero parte della classe Ocean Multipurpose System. Se il siluro T-15/Status-6 esistesse realmente, i russi sarebbero riusciti a completare in segreto i progetti del fisico sovietico Andrej Sacharov, premio Nobel per la pace. Negli anni '50, Sacharov propose la realizzazione di siluri super pesanti armati con testate termonucleari da cento megatoni in grado devastare le regioni costiere degli Stati Uniti.

http://giornale-oggi.blogspot.com/2019/ ... rande.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 20:49 
Ufologo 555 ha scritto:

Massimo onore e rispetto per tutto l'Equipaggio e le loro famiglie ma sarebbe interessante leggere l'opinione dei sostenitori dell'abbattimento del (presunto) drone spia americano ad opera degli iraniani. Detta in altre parole se quel sottomarino russo era realmente un sottomarino-spia andava anch'esso neutralizzato da parte degli Usa secondo lo stesso principio - tu mi spii, io ti abbatto/affondo- ???

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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 21:24 
Guarda che il mezzo era nel mare di Barents in territorio russo. Che paragoni sono?

Polemiche Usa Vs Russia dappertutto, ti stai Morleyzzando...



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 21:34 
TheApologist ha scritto:
Guarda che il mezzo era nel mare di Barents in territorio russo. Che paragoni sono?

Eppure (forse non te ne sei accorto), ma il mare di Barents e lo stretto di Hormuz hanno parecchie cose in comune.



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 21:43 
Ripeto: hai voglia di fare polemiche inutili Usa Vs Resto del mondo in ogni discussione, per mandare in vacca quel che resta del forum.



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 21:43 
Ufologo 555 ha scritto:

Ma quando lo capiscono che per crescere come paese devono spendere tutti quei soldi per investimenti civili e infrastrutture ??



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 21:44 
nessuno cita che mike pompeo pence (vicepresidente usa) è rientrato velocemente a washington alla notizia dell'incidente del sottomarino russo?
lo avevo letto su un sito forse inglese, e qualcuno ha messo in correlazione i due fatti...
se ne è parlato? magari in un thread apposito, così la finisco di fare ot?


Ultima modifica di Zelman il 03/07/2019, 22:28, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/07/2019, 21:56 
sottovento ha scritto:
Ufologo 555 ha scritto:

Massimo onore e rispetto per tutto l'Equipaggio e le loro famiglie ma sarebbe interessante leggere l'opinione dei sostenitori dell'abbattimento del (presunto) drone spia americano ad opera degli iraniani. Detta in altre parole se quel sottomarino russo era realmente un sottomarino-spia andava anch'esso neutralizzato da parte degli Usa secondo lo stesso principio - tu mi spii, io ti abbatto/affondo- ???
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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 04/07/2019, 13:02 
sottovento ha scritto:
Ufologo 555 ha scritto:

Ma quando lo capiscono che per crescere come paese devono spendere tutti quei soldi per investimenti civili e infrastrutture ??


Ah si? A fare le armi devono essere solo gli USA tra l'altro armi di **********. Purtroppo i russi non hanno la fortuna di poter imporre commesse ai sudditi in giro per il mondo per pagarsi in parte le spese, gli tocca costruire armi che funzionino.

Magari gli USA facessero quanto dici,non ho letto da nessuna parte un auspicio simile nei confronti dei tuoi idoli di cartapesta e pure l'america cade a pezzi, con intere comunità che da nni si lavano con l'acqua in bottiglia, senza tetto ovunque come formiche ecc. ecc.

no ma gli americani possono fare armi i russi devono investire in infrastrutture, così poi arrivano i nostri e gliele buttano giù.

che bovino.

I russi fanno benissimo ad armarsi fino ai denti ed armati quanti più paesi è possibile, i terroristi (quelli veri d'oltre oceano) vanno tenuti a cuccia.



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