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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/07/2019, 13:01 
sottovento ha scritto:
Io non riesco proprio a capire, proprio non ci arrivo a comprendere


di questo ce ne siamo accorti eh [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/07/2019, 13:17 
Ufologo 555 ha scritto:
(.. estote PARATI!) [:306]


Devi dire ai tuoi amici che siamo arrivati, interferire non gli serve.



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/07/2019, 13:29 
... E CERCHIAMO DI PARLARE SOLO DI ARMAMENTI (di politica ce n'è già troppa)



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30 luglio 2019

Il Ministero della Difesa della Federazione Russa alla manifestazione “Army-2019” – la fiera internazionale degli armamenti che si tiene a Mosca – ha firmato un contratto per l’acquisto di 76 aerei da combattimento Su-57, il nuovo caccia stealth di quinta generazione che rappresenta la risposta russa ai caccia F-22 ed F-35 americani.

L’annuncio è stato dato oggi dal media Zvezda TV che riporta anche che le prime consegne del velivolo dovrebbero cominciare entro la fine dell’anno in corso.

Dopo ritardi e rinvii sembra quindi che il Su-57 entrerà a far parte delle Vks (Vozdušno-Kosmičeskie Sily), le Forze Aerospaziali Russe, a quasi due anni dalla data che si era prefissata il Cremlino: a gennaio del 2016 Viktor Bondarev, comandante delle Forze Aeree russe, ha rilasciato una dichiarazione secondo la quale il Su-57 sarebbe entrato in produzione di serie nel 2017, ma il programma è stato afflitto da problemi tecnici e di finanziamento.
Un caccia invisibile dalla lunga gestazione

L’idea russa di un caccia stealth ha origine nel periodo della Guerra Fredda, tra gli anni ’70 e ’80, ma è solo nel 2002 quando il bureau di progettazione Sukhoi vinse la gara per l’assegnazione del progetto Pak Fa (Perspektivnyi Aviatsionnyi Kompleks Frontovoy Aviatsii) che si pongono le basi reali del nuovo velivolo russo di quinta generazione.

Il primo volo del T-50 (così si chiamava allora il prototipo) è stato effettuato il 29 gennaio del 2010, dopo quasi un anno di ritardo rispetto a quanto originariamente preventivato. Ulteriori ritardi accumulati, soprattutto per quanto riguarda il propulsore, e la razionalizzazione delle spese per la Difesa, che è possibile ascrivere al regime di sanzioni internazionali a cui è sottoposta Mosca dal 2014, hanno portato a una prima decisione del Ministero della Difesa, nel luglio del 2018, di non avviare la produzione in massa del Su-57. Allora si era stabilito che la Vks potesse disporre solo di 12 velivoli che sarebbero stati consegnati nel 2019 (decisione del febbraio 2018).

Oggi quest’ordine per 76 esemplari – tutti costruiti presso lo stabilimento di Komsomolsk sull’Amur dalla Napo (Novosibirsk Aircraft Production) – rappresenta il primo passo concreto di Mosca per dotarsi del nuovo caccia invisibile.

Ci siamo già occupati in modo esaustivo delle caratteristiche tecniche del Sukhoi Su-57, ma ci preme ricordare che, paragonato agli americani F-35 ed F-22, il caccia russo non ha lo stesso livello di invisibilità radar avendo i progettisti scelto per una soluzione stealth non spinta, animati dalla convinzione che la stealthness è subordinata ai progressi nel campo dei dispositivi di scoperta avversari, pertanto sono giunti ad un compromesso che garantisce un certo grado di furtività e, parallelamente, una buona linea aerodinamica che non penalizza eccessivamente le prestazioni del velivolo.

L’aeronautica russa però non si rinnova

Non sappiamo se il Cremlino preveda di effettuare un secondo ordine di velivoli in futuro, però questi 76 esemplari non rivoluzioneranno la Vks sebbene faranno da “palestra” per equipaggi di volo e di terra.

Lo scopo originario del programma Pak, che comprende anche bombardieri, aerei da trasporto e caccia intercettori, ed in particolare della parte rivolta ai cacciabombardieri (Fa) che ha generato il Su-57, era quella di rivoluzionare la flotta di velivoli dell’aeronautica russa dotandola di macchine di ultima generazione che andassero a sostituire i caccia ereditati dai progetti precedenti, tutti nati negli anni ’70, come i Su-27, 35 e Mig-29.

Già il programma di acquisto originario, datato 2016, che prevedeva 150 Su-57 poteva sembrare sottodimensionato per le esigenze di Mosca, a maggior ragione quest’ordine per 76 velivoli risulta essere solo un piccolo passo verso una modernizzazione che, probabilmente, non avverrà mai, almeno utilizzando questo velivolo di Sukhoi.


Il Su-57 ha accumulato troppi ritardi in confronto ai suoi diretti avversari di quinta generazione – l’F-22 è in servizio da più di un decennio e l’F-35 affluisce ai reparti di volo in modo sempre più consistente – pertanto, considerati i ratei di produzione, è presumibile che la Vks avrà in linea i suoi 76 caccia non prima del 2025/2027, periodo in cui si cominceranno a vedere i primi embrioni di caccia di sesta generazione in Occidente, considerando gli ordini e le specifiche emanate in questi anni. È ragionevole supporre che al Cremlino siano a conoscenza di questo problema e che pertanto, anche in considerazione dei progetti russi per i caccia di sesta generazione, abbiano deciso di non avviare la produzione su vasta scala del Su-57 che avrebbe una tempistica troppo lunga e sottrarrebbe fondi vitali per i progetti futuri.


https://it.insideover.com/guerra/la-rus ... 8amDTkWYAc



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/07/2019, 13:41 
https://it.wikipedia.org/wiki/MIM-104_Patriot

Questo è vecchiotto, ma tu sai dirmi ad esso e missili similari di altra bandiera quale nuovo aereo potrebbe sfuggire?



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/07/2019, 17:29 
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30 luglio 2019

L’aeronautica militare dello Stato di Israele – la Heyl Ha’Avir – ha condotto con successo una serie di test del missile anti-balistico ipersonico Arrow-3, capace di intercettare missili balistici oltre l’atmosfera.

L’Arrows-3 è in grado di colpire obiettivi che viaggiano nell’alta stratosfera, inclusi missili balistici intercontinentali (Icbm) che, oltre a raggiungere altezze significative, possono trasportare testate nucleari, chimiche, biologiche o convenzionali. Non solo: l’Arrow-3 può anche fungere da arma anti-satellite, intercettando i satelliti impiegati per scopi militari e strategici.

I test israeliani – condotti nell’arco di dieci giorni – sono stati effettuati per la prima volta fuori dallo Stato ebraico e si sono svolti a Kodiak, in Alaska, in collaborazione con la American Missile Defense Agency (Mda) e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. “Un successo”, lo ha definito Moshe Patel, direttore dell’Organizzazione per la Difesa Missilistica israeliana, “che manifesta le capacità operative del sistema Arrow-3, in grado di affrontare con esito positivo qualsiasi minaccia”.

Simulando l’intercettazione di “missili balistici nemici”, il test ha dimostrato le potenzialità “hit-to-kill” del sistema, che ha colpito tre obiettivi oltre l’atmosfera. Prima di essere centrati, i razzi sono stati localizzati grazie al radar americano An/Tpy2, con un coordinamento che attesta il forte legame operativo tra i sistemi di rilevamento americani e quelli missilistici israeliani.

Anche il vice ammiraglio Jon A. Hill, direttore dell’American Missile Defense Agency, ha sottolineato il buon esito dei test, “pietra miliare nello sviluppo del sistema Arrow”, ribadendo l’impegno dell’Agenzia nello “sviluppo delle capacità di difesa missilistiche di Israele a protezione del suo territorio nazionale e delle forze statunitensi di stanza nell’area”.
Una guerra a colpi di test missilistici

Dunque, un importante risultato tecnologico per Israele, ma anche una risposta alle mosse di Teheran. Qualche giorno fa, infatti, l’Iran ha testato lo Shahab-3, un missile balistico a medio raggio che secondo Israele sarebbe in grado di trasportare testate nucleari. Lanciato dal sud dell’Iran, il razzo avrebbe percorso circa mille chilometri all’interno del Paese, atterrando in una zona desertica non lontana da Teheran.

L’Intelligence Usa ha definito il test iraniano “un tentativo di migliorare la precisione e il raggio dei missili”; una sfida alla quale Usa e Israele si starebbero già preparando, dal momento che – stando alle parole di Patel – il sistema Arrow-3 costituirebbe proprio un’arma contro “le minacce nucleari provenienti dall’Iran”.

“Adesso” – ha affermato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu – “Israele dispone delle capacità necessarie per reagire contro i missili balistici lanciati dall’Iran o da altre località. I nostri nemici devono sapere che possiamo prevalere su di loro, sia in caso di difesa che di attacco”.

L’Arrow-3, uno degli ultimi sistemi di difesa missilistici sviluppati da Israele, è considerato tra i più avanzati a livello mondiale. Ma non è l’unico: c’è anche il sistema “Iron Dome” – a cui è affidata la protezione da missili balistici a corto raggio e munizioni d’artiglieria a lunga gittata – nonché la cosiddetta “Fionda di Davide” – un sistema antimissilistico terra-aria in grado di proteggere lo Stato ebraico da razzi a media gittata.
Le tensioni nel Golfo

I test missilistici iraniani non sono vietati dall’accordo sul nucleare (Jpcoa) del 2015, pur esistendo una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che impone a Teheran restrizioni allo sviluppo missili balistici in grado di trasportare testate nucleari.

Il margine di azione mantenuto su questo punto dalla Repubblica islamica, tuttavia, non è mai stato approvato dagli Stati Uniti, costituendo uno dei motivi per i quali Washington ha deciso di ritirarsi unilateralmente dall’accordo sul nucleare.

Di fronte alle continue richieste da parte degli Usa di fermare le sue attività missilistiche, il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha chiesto a Washington di interrompere il rifornimento di missili ad Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e altri Stati arabi, come primo passo per tornare al tavolo delle trattative.

L’ultimo test dell’Iran sembra voler rimarcare che il tentativo degli Usa di “sabotare il programma missilistico iraniano” non riuscirà a impedirne la realizzazione. Ma il recente lancio del missile Shahab-3 all’interno del territorio iraniano potrebbe contenere anche un messaggio di Teheran all’Europa, nel contesto dell’escalation di tensione con gli Stati Uniti: l’Iran non ha alcuna intenzione di arrendersi.

Pur messa alle strette da Washington, l’Europa si è sempre dichiarata a favore della salvaguardia del patto sul nucleare, temendo ricadute economiche e sulla sicurezza qualora l’accordo fosse stato superato. Tuttavia, in bilico tra Usa e Iran, fatica a trovare un modo per compensare le sanzioni americane e proteggere il commercio con l’Iran, scatenando la reazione di Teheran.

https://it.insideover.com/guerra/israel ... nPBy11kdL0



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/07/2019, 17:42 
Mi permetto di tagliare tutto l'articolo per ciò che vorrei evidenziare, cioè:

Ufologo 555 ha scritto:
Il Su-57 ha accumulato troppi ritardi in confronto ai suoi diretti avversari di quinta generazione – l’F-22 è in servizio da più di un decennio e l’F-35 affluisce ai reparti di volo in modo sempre più consistente – pertanto, considerati i ratei di produzione, è presumibile che la Vks avrà in linea i suoi 76 caccia non prima del 2025/2027[/b]

https://it.insideover.com/guerra/la-rus ... 8amDTkWYAc

Ecco, il ritardo, questo è il vero problema dei mangiatori di pollo & vodka & co, e ci metto anche i cinesi), e cioè anche se posseggono ottime capacità il loro know-how in materia è indietro rispetto agli Usa che nel 2027 saranno già sbarcati su Marte e voleranno su caccia di settima generazione [:297]



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/07/2019, 20:03 
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Lockheed Martin-Boeing F-22 Raptor

https://it.wikipedia.org/wiki/Lockheed_ ... -22_Raptor

Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 01/08/2019, 11:57 
https://www.focus.it/site_stored/imgs/0 ... 30x360.jpg

Ma davvero? Pare che sta roba sia piuttosto antiquata, costa poco, poca basta e funziona sempre.
E con che missili la fermano quelli?

Ve lo ripeto, gli armamenti sono solo business e propaganda.



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 08/08/2019, 15:13 
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8 agosto 2019

Dopo i test positivi del marzo scorso di un’arma laser integrata sul veicolo leggero da combattimento Stryker, lo US Army ha aumentato le pressioni sulle aziende locali affinché sviluppino un sistema non cinetico capace di intercettare e distruggere un missile a breve distanza (Shorad, Short-range air defense). Per l’Esercito degli Stati Uniti è diventata fondamentale raggiungere questa capacità nel minor tempo possibile, specialmente alla luce della fine del Trattato Inf poiché potrebbe essere utile avere la possibilità di creare una rete di difesa antimissile mobile e dispiegabile velocemente. Per questo motivo l’Army Rapid Capabilities and Critical Technologies Office (Rccto) ha incaricato Northrop e Rayheon di sviluppare un’arma laser antimissile da impiegare inizialmente sullo Stryker. Le due aziende lavoreranno insieme alla Kord Technologies, che nel febbraio 2018 ha siglato un contratto con il Dipartimento della Difesa per lo sviluppo di alcuni prototipi del sistema laser di difesa.
Mancano sistemi di difesa a corto raggio

L’obiettivo per lo US Army è di avere operativo uno Stryker in versione Shorad entro il 2022, così da poter iniziare a colmare quel gap difensivo in Europa sottolineato, a più riprese, dai vertici delle diverse forze armate. Il timore di un conflitto aperto tra Russia e Nato e la difficoltà nel poter intercettare i missili a corto e medio raggio che potrebbero essere lanciati; sono queste due le motivazioni che stanno portando l’Esercito statunitense ha chiedere alle aziende di sviluppare e di rendere operativo velocemente il sistema di difesa laser. Lo Shorad per lo Stryker, però, sarà un punto di partenza anche per lo sviluppo del nuovo veicolo da combattimento leggero da impiegare soprattutto in Europa. La gara d’appalto per la realizzazione del sistema Im-Shorad (Initial maneuver short-range air defense) è stata vinta da Leonardo DRS, chiamata a sviluppare il sistema intorno allo Stryker includendo anche il lanciatore per missili Stinger. Il futuro veicolo antimissile statunitense, stando al sito dell’azienda, avrà la possibilità di individuare, identificare, tracciare e distruggere non solo missili, ma anche droni ad ala rotante e ad ala fissa. Capacità maggiori per fronteggiare al meglio tutte le situazioni possibili nel futuro. Nell’attesa che l’Im-Shorad venga completato, però l’Esercito statunitense ha la necessità di migliorare le proprie capacità di difesa antimissile, ridotte a seguito degli interventi militari in Iraq e in Afghanistan dove non erano necessarie. Il cambiamento della situazione internazionale e gli aumentati dissidi con Russia e con Cina, oltre con l’Iran, hanno riportato l’attenzione su questi sistemi di difesa da missili, droni e aerei da supporto al suolo.
Un sistema da combattimento

Per questo motivo è stato chiesto a Northrop e Raytheon di lavorare allo sviluppo di due prototipi per dar modo allo US Army di scegliere il prodotto migliore da utilizzare dal 2022. Entrambi i laser avranno una potenza sull’ordine dei 50 kilowatt e dovranno essere impiegabili sulla falsariga dell’AN/SEQ-3 Laser Weapon System, ovvero il sistema di difesa aerea a corto raggio che sarà imbarcato sulle navi della marina statunitense a partire dal 2020. Ovviamente la potenza del fascio laser sarà minore anche perché è decisamente inferiore la possibilità di generare elevatissime potenze, necessitando di batterie più grandi e ingombranti. Ciò nonostante il laser è a tutti gli effetti una delle armi difensive, e potenzialmente offensive, del futuro, motivo per cui gli Stati Uniti non possono rimanere indietro nella competizione allo sviluppo di armamenti di nuova generazione in corso con Russia e Cina. A differenza di alcuni prodotti che sono stati utilizzati come dimostratori tecnologici, il laser antimissile, ha spiegato il Tenente Generale L. Neil Thurgood, avrà “una capacità di combattimento strategica e sarà impiegato nei campi di battaglia”. Entro il prossimo anno Raytheon e Northrop dovranno presentare i loro sistemi laser e integrarli sullo Stryker, in modo tale da utilizzarli per una serie di prove valutative contro le minacce che saranno chiamati a neutralizzare nella vita operativa.
La guerra del futuro

Un tentativo per “tappare una falla” di difesa delle postazioni a terra, nell’attesa che entri a pieno regime la produzione del sistema Im-Shorad per lo Stryker. L’arma laser darà modo agli Stati Uniti di risparmiare migliaia di dollari a ogni utilizzo, anche perché il costo è irrisorio rispetto a quello del lancio di un missile Stinger. Questo non corrisponde però a una minor efficacia, perché nei test finora svolti i laser hanno dimostrato di essere più precisi e veloci rispetto alle tradizionali armi cinetiche. I risvolti tattici nell’utilizzo del laser sono molteplici perché potrebbe essere utilizzato per intercettare missili balistici (a corto, medio, lungo raggio) o altre minacce, ma anche come arma offensiva per colpire quasi alla velocità della luce un bersaglio a terra, in aria o in mare.

https://it.insideover.com/guerra/armi-l ... 6CqcxCm3cU



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 20/08/2019, 21:50 
Cita:

Nell'isola di San Nicolas, al largo della California Nucleare, test Usa di missile a medio raggio

Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato di aver testato un missile da crociera di medio raggio, del genere vietato dal Trattato sulle armi nucleari che ha avuto fine tempo fa dopo il ritiro unilaterale di Washington. Il test è stato effettuato domenica scorsa nell'isola di San Nicolas, al largo della California. "Il missile testato è uscito dal suo lanciatore mobile a terra e ha impattato accuratamente sul suo obiettivo dopo oltre 500 chilometri di volo", ha dichiarato il Pentagono. Il missile, di "natura convenzionale" e dunque non nucleare, è stato lanciato da una nave americana al largo della costa dell'isola. "Dopo oltre 500 km di volo, ha centrato l'obiettivo", ha fatto sapere il Pentagono, rilevando che "i dati raccolti dal test forniranno informazioni alla Difesa sul futuro del potenziale missilistico a medio raggio". Il Trattato Inf bandiva proprio i missili convenzionali e nucleari in grado di viaggiare in uno spazio tra 500 e 5.500 km, ma il capo del Pentagono, Mark Esper, aveva avvertito che una volta fuori dal Trattato gli Stati Uniti avrebbero sviluppato "i missili terra-aria convenzionali come prima risposta alle azioni di Mosca". L'annuncio del test è stato fatto qualche minuto dopo la dichiarazione con cui Vladimir Putin affermava che la Russia non dispiegherà missili a corto e medio raggio in quelle regioni del mondo in cui non ci saranno armi statunitensi corrispondenti. Per quanto riguarda i missili a corto e medio raggio, voglio dirlo di nuovo: ci assumiamo unilateralmente una responsabilità. Se tali sistemi di attacco saranno dispiegati dagli Stati Uniti, lo faremo anche noi", aveva detto il capo del Cremlino nel corso di una conferenza stampa in Francia, dove ha incontrato il presidente francese, Emnmmanuel Macron. "Non li dispiegheremo - aveva aggiunto - fino a quando non compariranno quelli americani". Nucleare, Trattato Inf: simbolo disgelo ma Cina esclusa Il missile a medio raggio e di "natura convenzionale" testato oggi dal Pentagono ricade tra quelli che erano stati banditi dal Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), sottoscritto 32 anni fa a Reykjavik da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov e terminato il 2 agosto scorso "su iniziativa" degli Usa. Fu una delle pietre miliari sulla strada che condusse il mondo alla fine della guerra fredda: firmato l'8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, il Trattato Inf vieta il dispiegamento di missili a testata nucleare del raggio tra i 500 e i 5500 chilometri (quello testato oggi ha fatto un volo di oltre 500 km). L'intesa sottoscritta allo storico vertice Reykjavik portò alla distruzione di ben 2692 missili, 846 americani e 1.846 russi. D'improvviso, quell'inverno di 32 anni fa, sembrò che il mondo potesse lasciarsi alle spalle la grande paura nucleare. Alla fine dell'anno scorso il presidente americano Donald Trump aveva annunciato l'intenzione degli Usa di uscire dal Trattato, dando alla Russia 60 giorni affinché rispettasse "gli impegni" precedentemente presi, a loro volta scaduti lo scorso 2 febbraio. Da allora erano stati dati 6 mesi entro i quali il Trattato poteva essere salvato. Qualche mese fa anche Putin ha seguito l'esempio di Trump, sospendendo a sua volta l'applicazione dell'intesa. Al centro della controversia vi sono i missili da crociera russi 9M729, che a detta di Washington sono vietati. Mosca si è sempre rifiutata di disfarsene, accusando di contro gli Usa di mettere in pericolo l'intera "architettura" del controllo degli armamenti strategici con le loro giravolte. I colloqui condotti a Ginevra sul Trattato si sono tutti risolti in un nulla di fatto. Il vero problema, dicono gli esperti, è che rispetto all'accordo del 1987 il mondo ed i suoi contrappesi strategici sono cambiati radicalmente. L'intesa sottoscritta da Usa e Urss non prevedeva solo la riduzione delle armi nucleari, ma in prospettiva la loro completa eliminazione, e in pratica mise fine alla cosiddetta crisi degli euromissili, in sostanza vietando i vettori a raggio intermedio dotati di testata nucleare dispiegati da Usa e dall'Urss in Europa. All'epoca, i missili schierati erano gli SS20 sovietici cui gli Stati Uniti avevano risposto nel 1979 con i Pershing 2 e i Cruise, installati, tra l'altro, anche nella base di Comiso. Oltre trent'anni dopo, a detta degli analisti il vero limite dell'accordo consiste nel fatto che esso escludeva la Cina ed il suo arsenale nucleare. L'ipotesi di allargare l'Inf ad altri Paesi era in discussione da oltre dieci anni, ma Pechino - pur mantenendo un profilo basso - ha sempre ignorato qualsiasi approccio, dato che sarebbe chiamata ad eliminare circa il 95% dei suoi missili balistici e da crociera e può liberamente continuare a sviluppare vettori a raggio medio. In generale, per gli Usa il punto è come arginare, oltre Pechino, anche altri Paesi potenzialmente pericolosi, primi fra tutti Corea del Nord e Iran.




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MessaggioInviato: 02/09/2019, 21:38 
ARMI A ENERGIA DIRETTA

http://www.nogeoingegneria.com/tecnolog ... a-diretta/

cominciamo una indagine articolata ???

Mauro e zak ...



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MessaggioInviato: 03/09/2019, 10:44 
Tanto per fare sempre ... POLEMICA ......... [:291]
Io "parlo" di armi, stop. Le conseguenze le sappiamo tutti.



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Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 05/09/2019, 22:10 
https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/p ... 902a.shtml

Se sono come quelle dell'ultimo incidente di Severodvinsk, te credo che hanno rifiutato ahahah!!!!

[:297] [:297] [:297]



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