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Stellare
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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 01/11/2020, 11:11 
Chi aiuterebbe il sud dell'Italia se uscissimo fuori dall'UE dato che il nord non ne vuol sapere di lavorare di più per mantenere noi?. [:246] [:o)]


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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 01/11/2020, 12:50 
Cita:
Trump o Biden? La Cina ha fatto la sua scelta

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di Pasquale Cicalese

Pompeo può parlare quanto vuole e incontrare Premier e Ministri degli Esteri di tutto il mondo per dirgli di boicottare la Cina. Sta di fatto che in economia, e in politica, parlano i numeri e questi dicono che la Cina sta sostenendo fortemente l'economia degli Stati Uniti, così come della Germania, indirettamente la rete di subfornitura italiana ad essa collegata, e lo stesso nostro Paese. La campagna mediatica mondiale contro di essa non la scalfisce, vedono avanti, la loro saggezza, e anche la loro pazienza, è infinita.

Ora, facciamo parlare i numeri.

E a darli non è Sputnik o China daily, ma l'americanissima Bloomberg, che il 27 ottobre scorso ha pubblicato un articolo in cui afferma che a settembre c'è stato un import cinese di merci americane record, 10 miliardi. Gli acquisti di beni energetici sono aumentati a settembre del 75%, con l'import record di petrolio. Il valore dei prodotti agricoli è aumentato del 60% mentre l'import della soia, cuore nevralgico degli Stati agricoli americani, è aumentato del 600%. Sono aumentati enormemente gli acquisti di auto e cotone, ma Bloomberg fa sapere che le spedizioni, e le prenotazioni di merci americane, a settembre, che arriveranno a ottobre o novembre, sono da record. Ricordiamo che a settembre l'import totale di merci dal mondo è aumentato del 14%, i dati delle merci americane ci dicono che gli Usa in Cina stanno enormemente sovraperfomando rispetto a rivali commerciali storici come la Germania.

La strategia di Trump di reindustrializzazione degli Usa attraverso pressioni per un fair trade trova riscontro, dopo due anni burrascosi, in Cina, che riconoscono la legittimità delle sue richieste e forse non vedono di buon occhio un democratico, magari burattino della Clinton, alla Casa Bianca.

Preferiscono un ruvido, sincero uomo d'affari.

Certo utilizza il "virus cinese" nella campagna elettorale, i cinesi non ne fanno un dramma, ma sotto sotto va avanti con gli accordi.

Perchè loro possono e noi no? Perchè non siamo un Paese sovrano e la stessa classe dirigente, da decenni, è espressione della borghesia compradora, che pone le istanze delle potenze estere come espressione della sua politica. Trump ci dice che la politica è tutt'altro, e gli affari sono ben altra cosa. Forse dopo il 4 novembre farà una telefonata a Xi Jinping e Putin....

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-trump_o_biden_la_cina_ha_fatto_la_sua_scelta/29785_37991/



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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 05/11/2020, 13:04 
Cita:
OMBRE CINESI: la chiesa e il nuovo accordo col diavolo

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di Giorgio Lo Grasso
comedonchisciotte.org

A fine settembre, un cardinale cinese di 88 anni, tale Joseph Zen, attraversa mezzo mondo per venire a Roma chiedendo di poter essere ricevuto dal Papa per una questione delicatissima, ma viene lasciato fuori della porta. È successo nella settimana in cui il Vaticano è stato sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo per l’imminente rinnovo del tanto discusso accordo (segreto!) tra Santa Sede e Cina popolare.
Cento ore erano state concesse al Cardinale in Italia, come permesso speciale per poter incontrare il Papa, e al ritorno nell’ex colonia britannica di Honk Kong dovrà farsi l’ormai classico periodo di quarantena. Uno sforzo notevole, ma a casa torna con un pugno di mosche, il Papa infatti non lo ha voluto ricevere. Joseph Zen è riuscito soltanto a consegnare una lettera a monsignor Gonzalo Aemilius, il segretario personale di Papa Francesco, in cui peraltro si legge: «Pensare di fare accordi con Pechino è folle. È come con il diavolo, non puoi dialogarci, o di qua o di là». (1)

Cosa si cela dunque dietro queste dure parole pronunciate dall’emerito Cardinale di Hong Kong in visita a Roma ? Naturalmente il rinnovo dell’accordo “fantasma” che lega la Santa Sede e la Cina, accordo che il 22 settembre, avendo compiuto due anni, ufficialmente è scaduto. Tutto quello che si sa a livello ufficiale di quell’accordo firmato nel 2018 a Pechino è che “esso tratta della nomina dei vescovi”, che è “provvisorio” e “prevede valutazioni periodiche circa la sua attuazione”. Non una parola in più sul suo contenuto.

Negli stessi giorni, a poche ore dall’arrivo a Roma del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, annuncia pubblicamente l’intenzione di voler prorogare l’accordo.
In conferenza stampa Tornelli sottolinea che esso è «sempre stato un accordo genuinamente pastorale», cioè riguarda esclusivamente la nomina dei vescovi: quindi non politico, non diplomatico e non riguarda neppure «i rapporti tra il clero e le autorità del paese».
Ovviamente nessuno conosce il contenuto di questo accordo (scandalosamente tenuto ancora segreto) e quindi si sta alle dichiarazioni delle parti.(2)
In realtà ciò che è certo è che la situazione dei cattolici in Cina negli ultimi anni è enormemente peggiorata, la repressione si è fatta più intensa, contro le persone, contro gli edifici di culto e ogni simbolo cristiano. Il regime cinese ha di fatto usato l’accordo con la Santa Sede per avere carta bianca nella repressione dei cattolici. (3)
Oggi sono oltre ottanta le Ong per la difesa dei diritti umani in Cina che chiedono che sia reso pubblico il contenuto dell’accordo di due anni fa, “perché il Partito Comunista non lo prenda nuovamente a pretesto per continuare a esercitare le sue persecuzioni religiose” (4).
Infatti, come sostiene il giornalista Riccardo Cascioli su “La nuova bussola quotidiana”: “il Vaticano si comporta come chi per salvare un armadio in camera accetti di veder distrutta tutta la casa: un controsenso”. (5)

Tornando all’accordo “sino-vaticano”, per dimostrare quanto esso sia stato disatteso basta rilevare che in Cina ci sono oggi 135 tra diocesi e prefetture apostoliche, di queste solo 72 avevano un vescovo prima del 22 settembre 2018, poco più della metà. L’Accordo, stando a quanto affermato dalle parti, avrebbe dovuto servire proprio a colmare questo vuoto ma, ad oggi, il numero di diocesi coperte è rimasto invariato ! Le uniche due nuove ordinazioni episcopali avvenute dopo il 22 settembre 2018 – quelle di Antonio Yao Shun, ordinario della diocesi di Jining, e di Stefano Yu Hongwei, coadiutore della diocesi di Hanzhong – sono entrambe dell’aprile del 2019 ma erano state già concordate prima della firma dell’intesa. A tal proposito Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione del Vaticano, nella conferenza stampa per il rinnovo dell’accordo incredibilmente, come ribadito da Joseph Zen, mente spudoratamente…(6)

Ma c’è di più: alla vigilia della stipula dell’accordo, 50 diocesi cinesi erano rette da vescovi “ufficiali”, cioè riconosciuti sia da Roma che da Pechino, e 17 da vescovi “clandestini”, cioè riconosciuti da Roma ma non dal governo cinese. Poi c’erano 7 vescovi colpiti da scomunica papale, 5 dei quali insediati ugualmente dal regime in altrettante diocesi ritenute da Roma ancora vacanti, e 2 insediati invece in diocesi già rette da vescovi legittimi agli occhi di Roma, ma clandestini per le autorità cinesi. Ebbene, all’atto della firma dell’accordo, Papa Francesco ha revocato la scomunica a quei 7 vescovi e ha assegnato a ciascuno di loro il governo delle diocesi in cui il regime li aveva collocati. (7)

Sempre a proposito di nomine vescovili, dietro la visita negata del Cardinale Zen al Papa, c’era anche la sua battaglia per la guida della diocesi di Hong Kong che, malgrado i famosi accordi, dal dicembre 2018 non ha ancora un vescovo titolare. Ormai, siamo a quasi due anni di stallo: inizialmente sembrava ovvia la nomina a vescovo di Joseph Ha Chi-shing, ma il nome era fortemente sgradito a Pechino, poichè dimostrava troppa simpatia per il movimento democratico che si ribella al colpo di mano del regime cinese, così sembra adesso quasi certa la nomina del filo-regime Mons. Choi, sebbene Josef Zen dichiara apertamente nella sua lettera al Papa che ora questa decisione rischia di far spaccare nuovamente la Chiesa di Hong Kong.

Per quanto riguarda poi la repressione e l’enorme ingerenza del regime cinese sulla comunità cristiana faccio riferimento a quanto riportato dal vaticanista Bernardo Cervellera in un recente articolo apparso su AsiaNews (8), dove si denuncia chiaramente come a tutti coloro che intendono svolgere funzione religiosa in Cina è fatto obbligo di firmare una “Lettera di impegno per i responsabili dei luoghi di culto e per le persone consacrate”. Se si firma questo documento, il sacerdote potrà essere parroco ed esercitare il suo ministero, nei limiti previsti, altrimenti rimarrà disoccupato e potrà eventualmente essere sanzionato. Lo stesso per le suore e le “persone consacrate” (in Cina il governo non permette la vita religiosa maschile).
Fra le cose che fanno più impressione in questo documento vi sono:
1) L’aderire al fatto che si deve “proibire l’ingresso nella Chiesa ai minorenni”, il “non organizzare corsi di formazioni per i minorenni”. (Come la coscienza di un parroco possa ubbidire a tale ordine è un mistero. Nel Vangelo Gesù dice ai suoi discepoli “Lasciate che i bambini vengano a me” – Matteo 19,14). Inoltre, quell’ordine è contrario anche alla costituzione cinese che garantisce la libertà religiosa senza porre alcun limite di età.
2) In nome dell’indipendenza, “boicottare consapevolmente gli interventi degli stranieri; non contattare potenze straniere, non accogliere gli stranieri, non ricevere denaro, non accettare interviste, formazioni o invito di convegni all’estero”. In pratica: è un obbligo rimanere isolati e non condividere la fede con altri cattolici sparsi nel mondo. Anche questo contravviene alle Convenzioni Onu in materia di libertà religiosa e diritti civili, che pure Pechino ha firmato il 5 ottobre 1998, ma che non ha mai ratificato.
3) Una serie di limiti all’evangelizzazione: non si può cantare senza permesso; non si possono esporre – a casa propria! – “manifesti e insegne” a “fini evangelici”; non si possono postare online argomenti religiosi…
4) Amare la Patria e amare la religione, studiare e seguire consapevolmente le politiche sugli affari religiosi del Partito e le leggi e i regolamenti dello Stato, svolgere consapevolmente le attività solo secondo le suddette leggi e regolamenti.

Quanto al punto 2, esso fa riferimento proprio all’accordo “sino-vaticano” che la Santa Sede ha provveduto a ratificare negli “Orientamenti pastorali circa la registrazione civile del clero in Cina”, pubblicati il 28 giugno 2019, a firma papale, in cui si fa esplicito riferimento all’Accordo provvisorio del 22 settembre 2018 per giustificare l’”indipendenza” della Chiesa cinese voluta dal governo di Pechino (ossia l’impossibilità della chiesa cattolica cinese ad essere “legata” ad altre sedi all’estero, Vaticano compreso..), segue l’invito della Santa Sede ai preti a registrarsi presso l’Associazione patriottica, ovvero la Chiesa ufficiale controllata dal Partito Comunista.

In una lettera scritta recentemente dall’International Religious Freedom Roundtable (IRFR) alla Santa sede si fa riferimento inoltre al fatto che le autorità cinesi hanno dichiarato di volere riscrivere i testi religiosi, compresa la Bibbia e il Corano, affinché, come ha stabilito il segretario del Partito Comunista Cinese, Xi Jin Ping, “riflettano i valori socialisti”. (9)

Come vedete, quando il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo – per conto del presidente Trump ( ma da cattolico osservante) – si è recentemente espresso sulla rivista First Things contro il rinnovo dell’accordo tra Vaticano e Cina dichiarando : «Due anni fa, la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito comunista cinese, sperando di aiutare i cattolici cinesi. Ma l’abuso del Pcc sui fedeli è solo peggiorato. Il Vaticano metterebbe a rischio la sua autorità morale, se rinnovasse l’accordo», beh, non ha certo dimostrato di avere tutti i torti. (10)
Pompeo ha solo messo il dito nella piaga, visto che c’è un precedente storico importante che lo dimostra: il concordato con la Germania di Hitler fu un disastro.

Almeno, allora, il segretario di Stato vaticano Pacelli denunciò apertamente il regime nazista, mentre l’odierno segretario Parolin non dimostra minimamente di voler fare altrettanto. Anzi sembra totalmente ignorare l’identità manifestamente autoritaria e atea dei loro interlocutori cinesi.(11)

Giorgio Lo Grasso

Note:
(1) https://lanuovabq.it/it/lultimo-appello ... -hong-kong
(2)https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/laccordo-con-la-cina-pastorale
(3) https://it.bitterwinter.org/chiese-catt ... asformate/
(4) https://lanuovabq.it/it/cina-vaticano-a ... nti-cinesi
(5) https://lanuovabq.it/it/sulla-cina-il-vaticano-bara
(6) https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/l ... -pastorale
(7) http://magister.blogautore.espresso.rep ... -del-2018/
(8) http://www.asianews.it/notizie-it/Soffo ... 47373.html
(9) https://www.irfroundtable.org/
(10) https://www.ilsole24ore.com/art/vatican ... mp-ADQImEs
(11) https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/e ... pompeo-usa

Pubblicato da Tommesh – ComeDonChisciotte.org

Fonte: https://comedonchisciotte.org/ombre-cinesi-la-chiesa-e-il-nuovo-accordo-col-diavolo/



Mica scemi i cinesi...

Cita:
1) L’aderire al fatto che si deve “proibire l’ingresso nella Chiesa ai minorenni”, il “non organizzare corsi di formazioni per i minorenni”.



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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 13/11/2020, 14:15 
Cita:
"Come ha fatto la Cina ad uscire dalla crisi?" Li Keqiang: "Spesi già 324 miliardi di dollari a sostegno del mondo economico"

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di Pasquale Cicalese


Titolo a tutta pagina di Milano Finanza di oggi: "Festeggiano solo i cinesi"

Sottotitolo: "Spesi 74 miliardi di dollari al festival Single's day di Alibaba; a Pechino la pandemia è un ricordo".

Cappello: "In Italia il Natale è a rischio coprifuoco. Nel paese asiatico è boom di consumi".

Oggi People's Daily comunica che il Premier Li Keqiang ha sottolineato al Consiglio di Stato che i 324 miliardi di dollari spesi per supportare il mondo economico a seguito della Pandemia sono andati a buon fine, visto che si riscontrano risultati di crescita del privato significativi.

Inoltre sono stati presi provvdimenti per semplificare a livello amministrativo l'attività di micro e piccole imprese cinesi, con minori autorizzazioni e via libera a zone speciali.
Notizia del: 12/11/2020

fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-come_ha_fatto_la_cina_ad_uscire_dalla_crisi_li_keqiang_spesi_gi_324_miliardi_di_dollari_a_sostegno_del_mondo_economico/29785_38173/


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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 14/11/2020, 14:18 
Cita:
La Cina sta per concludere il più grande accordo di libero scambio al mondo

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Quindici nazioni dell'Asia-Pacifico, tra cui Cina e Giappone, intendono firmare il più grande accordo di libero scambio al mondo questo fine settimana. L'ALS taglierà le tariffe doganali, rafforzerà le catene di approvvigionamento con regole di origine comuni e codificherà nuove regole di commercio elettronico.

Il partenariato economico globale regionale (RCEP) dovrebbe essere annunciato al vertice dell'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), che il Vietnam ospita n videoconferenza. Coinvolgerà i dieci Stati membri del blocco ASEAN - Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam - nonché i loro partner commerciali Australia, Cina, Giappone, Nuova Zelanda e Sud Corea.

Il nuovo blocco economico rappresenterà quindi circa un terzo del prodotto interno lordo e della popolazione mondiale.

Diventerà il primo accordo di libero scambio in assoluto a includere Cina, Giappone e Corea del Sud, la prima, la seconda e la quarta più grande economia dell'Asia. Uno dei partner originari, l'India, ha dichiarato lo scorso novembre che non avrebbe partecipato ai negoziati a causa della preoccupazione che l'apertura del suo mercato avrebbe fatto aumentare il suo deficit commerciale con la Cina.

Il ministro del Commercio malese Azmin Ali, annunciando ai giornalisti che l'accordo sarebbe stato firmato domenica prossima, lo ha definito il culmine di "otto anni di trattative con sangue, sudore e lacrime".

Proposto per la prima volta nel 2011, RCEP eliminerà fino al 90% delle tariffe sulle importazioni tra i suoi firmatari entro 20 anni e l'accordo entrerà in vigore già il prossimo anno. Stabilirà inoltre regole comuni per il commercio elettronico, il commercio tradizonale e la proprietà intellettuale.

"La Cina ha portato a termine un colpo diplomatico trascinando l'RCEP oltre il limite" , ha detto a Bloomberg Shaun Roache, capo economista dell'Asia-Pacifico presso S&P Global Ratings. "Sebbene RCEP sia superficiale, almeno rispetto al TPP, è ampio e copre molte economie e beni, e questa è una rarità in questi tempi più protezionisti".

Il premier cinese Li Keqiang ha dichiarato questa mattina al vertice dell'ASEAN su affari e investimenti ad Hanoi che i leader dell'Asia orientale avrebbero assistito all'approvazione dell'RCEP "a breve". Ha affermato tramite un webcast che "La firma di RCEP invierà un segnale chiaro, forte e positivo per il progresso dell'integrazione regionale e della globalizzazione economica".

fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_cina_sta_per_concludere_il_pi_grande_accordo_di_libero_scambio_al_mondo/82_38197/



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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 16/11/2020, 12:52 
Cita:
USA ai margini in Asia. La Cina conclude il più grande accordo di libero scambio al mondo

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L'associazione comprenderà il 30% dell'economia e della popolazione mondiale, raggiungendo circa 2,2 miliardi di consumatori

Lo avevamo annunciato nei gironi scorsi, ora è ufficiale: Quindici economie dell'Asia-Pacifico hanno firmato oggi il più grande accordo di libero scambio al mondo, un blocco guidato dalla Cina che lascia fuori gli Stati Uniti dopo otto anni di negoziati, l'accordo è stato firmato in videoconfeenza nel quadro di un vertice dell'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), ospitato dal Vietnam.

Il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) riunirà i 10 membri dell'ASEAN , oltre a Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. L'India si è ritirata dai colloqui nel novembre dello scorso anno, anche se i firmatari hanno lasciato la porta aperta nel caso decidesse di aderire.

La leadership statunitense sarà ridimensionata?


L'accordo tra paesi asiatici e oceanici potrebbe mettere in svantaggio alcune società statunitensi e altre multinazionali che si trovano al di fuori di questa zona di libero scambio, soprattutto dopo l'uscita del paese nordamericano dall'accordo di cooperazione economica transpacifica (TPP), decretato nel 2017 dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Il RCEP sarà ratificato "presto" dai paesi firmatari ed entrerà in vigore "contribuendo alla ripresa economica" dopo la pandemia del COVID-19, ha sottolineato il primo ministro vietnamita Nguyen Xuan Phuc.

L'associazione rappresenterà il 30% dell'economia mondiale e il 30% della popolazione mondiale, raggiungendo circa 2,2 miliardi di consumatori .

Tra i suoi obiettivi vi sono la riduzione delle tariffe commerciali, il rafforzamento delle filiere basate su regole comuni in materia di informazione sull'origine dei prodotti, nonché la sistematizzazione delle regole che regolano il commercio elettronico.

Sebbene la più grande economia del mondo sia esclusa da due gruppi commerciali che comprendono la regione in più rapida crescita, e nonostante sia stata nell'amministrazione che ha lanciato l'accordo di cooperazione economica transpacifica, è improbabile che il presidente eletto Joe Biden lo farà rientrare nel TPP a breve termine, stimano gli analisti consultati dall'agenzia Reuters , i quali spiegano che il governo degli Stati Uniti dovrà dare la priorità alla gestione dell'epidemia di covid-19 nel Paese.

"Non sono sicuro che ci sia molta attenzione sul commercio in generale, compresi gli sforzi per ricongiungersi" al gruppo successore del TPP ", per il primo anno o giù di lì, perché ci sarà molta attenzione per alleviare il covid" ha spiegato di recente Charles Freeman, vicepresidente senior per l'Asia della Camera di commercio statunitense.

La posizione della Cina

Invece, tra le domande sull'impegno di Washington nei confronti dell'Asia, la RCEP potrebbe "cementare la posizione della Cina" più saldamente come partner economico per il sud-est asiatico, il Giappone e la Corea, rendendola la seconda economia più grande del mondo. "In una posizione migliore per plasmare le regole commerciali della regione", valuta la Reuters .

Il nuovo gruppo, che comprende molti alleati statunitensi, rappresenta un colpo di fortuna inaspettato per la Cina, grazie in gran parte al ritiro di Trump dal TPP, secondo l'economista della banca ING Iris Pang, il quale precisa che l'associazione potrebbe anche aiutare Pechino a ridurre la sua dipendenza dai mercati esteri e dalla tecnologia.

Inoltre, l'accordo rappresenta una pietra miliare nel senso che le potenze rivali dell'Asia orientale - Cina, Giappone e Corea del Sud - partecipano allo stesso accordo di libero scambio. "Per la prima volta, Cina e Giappone hanno raggiunto un accordo bilaterale per ridurre le tariffe, ottenendo un progresso storico ", ha sottolineato il ministero delle Finanze cinese, sottolineando che le promesse del nuovo blocco includono l'eliminazione di alcune tariffe all'interno del gruppo, alcune immediatamente e altri per 10 anni, senza offrire ulteriori dettagli.

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-usa_ai_margini_in_asia_la_cina_conclude_il_pi_grande_accordo_di_libero_scambio_al_mondo/82_38208/




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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 18/11/2020, 13:18 
Cita:

La Cina avvia l'implementazione dell'intelligenza artificiale sui propri caccia da combattimento

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Un salto nel futuro per la Cina. L’intelligenza artificiale sarà implementata sui caccia di Pechino per aiutare l'apprendimento dei cadetti dei piloti e aumentare le capacità di combattimento future. Ad affermarlo è il capo progettista dell'attuale jet da addestramento più avanzato della Cina.



In un programma della China Central Television (CCTV) trasmesso per la prima volta giovedì che introduceva il jet trainer L15 Falcon, Zhang Hong, capo progettista e direttore generale di Hongdu Aviation Industry Group di proprietà statale Aviation Industry Corporation of China (AVIC), ha affermato che i paesi in tutto il mondo stanno prestando maggiore attenzione nell'addestramento dei piloti di jet da combattimento, nonché nello sviluppo di jet da addestramento di prossima generazione.


Un sistema di addestramento tattico virtuale (installato sui futuri jet da addestramento) potrebbe essere utilizzato per migliorare le abilità del pilota nelle missioni di combattimento a breve, medio e lungo raggio, ha spiegato Zhang, secondo quanto riportato dal quotidiano Global Times.



"Con lo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale in futuro, saremo in grado di identificare le diverse abitudini che ogni pilota ha nel volo. Gestendole, permetteremo ai piloti di crescere in modo più sicuro e acquisire più capacità di combattimento in futuro", ha detto Zhang.



Il sistema può anche essere collegato con simulatori a terra o altri jet da combattimento, con l'obiettivo di addestrare le reali capacità tattiche dei futuri piloti di jet da combattimento, ha detto Zhang, sottolineando che l'addestramento reale e quello simulato saranno interconnessi.



Le tecnologie di intelligenza artificiale potrebbero potenzialmente essere utilizzate per analizzare i record di volo e le mosse dei cadetti dei piloti in tempo reale, confrontarli con uno scenario ottimale e fornire feedback ai cadetti, ha detto al Global Times domenica un esperto militare che ha chiesto l'anonimato.


L'intelligenza artificiale potrebbe agire come un istruttore umano nell'insegnamento ai cadetti.

I progettisti cinesi dovrebbero anche utilizzare l'intelligenza artificiale sulla prossima generazione di aerei da combattimento.


Yang Wei di AVIC, capo progettista del primo jet da combattimento cinese di quarta generazione, il J-20, ha dichiarato in un documento pubblicato nel numero di giugno di Acta Aeronautica et Astronautica Sinica, una rivista mensile cinese di aeronautica, che l'intelligenza artificiale è un campo chiave per aiutare i piloti elaborano una grande quantità di informazioni e prendono decisioni in complicati ambienti di battaglia.



È probabile che il futuro jet da addestramento cinese abbia le capacità di un aereo da combattimento leggero, ha detto Zhang nel programma CCTV.



L'L15B, una variante L15, è già un addestratore di caccia in grado di combattere. È installato con motori più potenti per realizzare il volo supersonico, dotato di un sistema radar multiruolo passivo a scansione elettronica e può trasportare diversi tipi di missili, bombe e razzi anche per compiti di attacco aria-terra e aria-superficie come missioni di combattimento aereo a medio e corto raggio, ha riferito CCTV.



L'L15 è in servizio con le forze aeree e navali cinesi sotto la designazione del JL-10, addestrando piloti per jet da combattimento come il J-10, J-11, J-15, J-16 e persino il J-20.

Fonte:https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_cina_avvia_limplementazione_dellintelligenza_artificiale_sui_propri_caccia_da_combattimento/27922_38234/


Cita:
Un salto nel futuro per la Cina. L’intelligenza artificiale sarà implementata sui caccia di Pechino per aiutare l'apprendimento dei cadetti dei piloti


Io penso che più che essere la IA di supporto ai piloti, per il primo periodo sarà la IA ad apprendere dai piloti come manovrare e come e cosa fare nelle più disparate situazioni. Apprese le basi i piloti non serviranno più nel giro di pochissimo tempo. Ed infatti...

Cita:
L'intelligenza artificiale potrebbe agire come un istruttore umano nell'insegnamento ai cadetti.


Conosco i miei polli, come si suol dire ^_^

SKYNET sta arrivando [:246]

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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 18/11/2020, 16:26 
MaxpoweR ha scritto:

SKYNET sta arrivando [:246]



Terminator: Fra tre anni la Cyberdyne diverrà fornitrice di sistemi informatici militari. Tutti i bombardieri Stealth verranno dotati di computer e saranno automizzati, il che significa che voleranno senza bisogno di equipaggio. Lo Skynet verrà finanziato ufficialmente. Il sistema entrerà in funzione il 4 agosto 1997. Il sistema di difesa prescinde dalle decisioni umane, Skynet comincerà ad autoistruirsi. Diverrà autocosciente alle 2:14 del giorno 29 agosto. Prese dal panico, le autorità gli ordineranno di disinserirsi.
Sarah: Skynet non obbedisce.
Terminator: Già. E lancia i suoi missili contro i bersagli in Russia.
John: Perché attaccare la Russia? Non è amica nostra adesso?
Terminator: Perché Skynet sa che il contrattacco russo eliminerà i suoi nemici da questa parte.[/i]


Il buon vecchio James Cameron...
[:D]



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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 20/11/2020, 13:07 
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Pechino contro l'Alleanza dei "cinque occhi": "Chi attacca la sovranità della Cina resta accecato!

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Pechino lascerà "senza occhi" l'alleanza dell'intelligence "i Cinque Occhi" - che include Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda - se questo gruppo minaccia gli interessi e la sovranità della Cina, ha messo in guardia oggi durante una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian.

"Non importa se hai 'cinque occhi' o 'dieci occhi' , poiché se hai il coraggio di danneggiare la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina, fai attenzione che i tuoi occhi non siano accecati !", Ha dichiarato il portavoce, aggiungendo che "la Cina non causa mai problemi e non ha mai paura dei problemi".

Inoltre, il portavoce ha espresso il "forte malcontento e la risoluta opposizione di Pechino" alle "flagranti violazioni del diritto internazionale e delle norme fondamentali delle relazioni internazionali" da parte dei membri dei "Cinque Occhi", i quali "fanno osservazioni irresponsabili sugli affari di Hong Kong, che sono affari interni della Cina ".

Mercoledì, i cinque membri dell'alleanza dell'intelligence hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo che Pechino cambi la sua politica a Hong Kong e ripristini i politici eletti dell'opposizione nell'Assemblea legislativa della regione amministrativa speciale cinese.

In questo contesto, il portavoce cinese ha sottolineato che " il Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo cinese , in conformità con le disposizioni pertinenti della Costituzione, della Legge fondamentale di Hong Kong e della Legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, prende decisioni in merito le qualifiche dei membri del consiglio legislativo della regione amministrativa speciale di Hong Kong ". "Questo è un requisito inevitabile per mantenere e migliorare il principio 'un paese, due sistemi'. Questo è un movimento necessario per l'ordine che è legale e ragionevole e non ammette contestazioni", ha ricordato.

Il portavoce ha aggiunto che in tutti i paesi del mondo "i funzionari pubblici devono rispettare le leggi costituzionali del loro paese ed essere fedeli alla madrepatria" e ha ribadito che "la Regione amministrativa speciale di Hong Kong è una parte inseparabile della Cina".


Notizia del: 19/11/2020

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-pechino_contro_lalleanza_dei_cinque_occhi_chi_attacca_la_sovranit_della_cina_resta_accecato/82_38272/



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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 24/11/2020, 15:11 
Cita:
La Cina è partita per prendere un pezzo di Luna
La missione Chang'e 5 ha l'ambizioso obiettivo di prelevare rocce lunari: finora ci sono riusciti solo Stati Uniti ed ex Unione Sovietica

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Da qualche ora, una missione spaziale partita dalla Cina è in viaggio verso la Luna per raggiungere un obiettivo piuttosto ambizioso: prelevare alcune rocce lunari e riportarle sulla Terra. Salvo imprevisti, entro la fine dell’anno potrebbe quindi arrivare un altro pezzetto di Luna sul nostro pianeta, a quasi mezzo secolo di distanza dall’ultimo prelievo di rocce lunari effettuato dall’ex Unione Sovietica.

Chang’e
La missione si chiama Chang’e 5, dal nome della dea della Luna in diverse mitologie cinesi, ed è la quinta a essere realizzata nell’ambito di un ampio progetto per l’esplorazione lunare.

La Cina, che negli ultimi decenni ha potenziato il proprio programma spaziale lunare, aveva avviato una prima fase di operazioni tra il 2007 e il 2010 per sperimentare il raggiungimento e il corretto inserimento nell’orbita Lunare con le missioni Chang’e 1 e 2. Ottenuti questi primi importanti risultati, tra il 2013 e il 2019 aveva realizzato le missioni Chang’e 3 e 4, con l’obiettivo di sperimentare allunaggi controllati e testare robot automatici (rover) per esplorare il suolo.

Ora con Chang’e 5 la Cina vuole passare al livello successivo: raccogliere campioni lunari per riportarli sulla Terra, sperimentando nel frattempo tecniche e tecnologie che in futuro potrebbero essere impiegate per missioni con esseri umani sul nostro satellite.

Lancio
Chang’e 5 è partita alle 21:30 (ora italiana) di lunedì 23 novembre dal Centro spaziale di Wenchang sull’isola di Hainan, nella Cina meridionale. Il carico complessivo della missione è di circa 8,2 tonnellate. Portare una simile massa oltre l’atmosfera terrestre non è semplice: per farlo è stato impiegato un razzo Lunga Marcia 5, il lanciatore più potente sviluppato finora dalla Cina.

Guarda su youtube.com


Il lancio è stato trasmesso dalle principali emittenti televisive e seguito con grande interesse, complice il lavoro di propaganda svolto dal governo cinese nei giorni scorsi per promuovere una nuova grande impresa nazionale.

4 in 1
Il Lunga Marcia 5 ha spinto oltre l’atmosfera terrestre 4 diversi moduli spaziali, che in questa prima fase viaggeranno insieme verso l’orbita lunare. Uno dei quattro elementi è un modulo di servizio, che si occupa di trasportare i propri compagni di viaggio verso la meta. Dopo il suo ingresso nell’orbita lunare, due robot collegati tra loro si staccheranno dal veicolo di servizio, per iniziare la loro discesa controllata sulla Luna.

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Il principale è un lander, cioè un veicolo spaziale progettato per atterrare su un mondo diverso dal nostro e compiere attività di vario tipo, ma senza la possibilità di spostarsi dal punto in cui ha toccato il suolo. Il suo compito sarà quello di prelevare tra i 2 e i 4 chilogrammi di rocce lunari e di stivarle nel veicolo con cui è arrivato sulla Luna. Questo secondo elemento è un modulo di ascesa: una volta completato il carico si staccherà dal lander e tornerà nell’orbita lunare con il suo prezioso carico.

Il modulo di ascesa si riunirà con il resto della strumentazione che era rimasto in orbita intorno alla Luna. Quando si sarà collegato al modulo di servizio, trasferirà il proprio carico in una capsula, progettata per resistere alle sollecitazioni del rientro nell’atmosfera terrestre.

Il modulo di ascesa, quello di servizio e la capsula inizieranno poi il loro viaggio di ritorno verso la Terra. In prossimità del nostro pianeta, la capsula si separerà dai suoi due compagni di viaggio e inizierà un turbolento rientro nell’atmosfera, portando con sé le rocce lunari. Se tutto funzionerà come da programma, raggiungerà la Mongolia Interna, la regione autonoma cinese nel Nord del paese, dove sarà raccolta da una squadra di recupero.

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Oceano
Il sito di allunaggio scelto dall’Agenzia spaziale cinese (CNSA) si trova nell’Oceanus Procellarum (“Oceano delle tempeste”), un vasto pianoro con il suolo relativamente uniforme che si trova sul lato visibile della Luna. I ricercatori ipotizzano che si formò in seguito ad alcune antiche eruzioni vulcaniche, il cui magma coprì buona parte dell’area. Questo spiegherebbe la presenza di crateri meno evidenti e marcati rispetto a quelli di altre aree del satellite. I campioni raccolti da Chang’e 5 potrebbero rivelarsi molto utili per comprendere meglio la storia della Luna e delle dinamiche che la portarono ad apparire come la vediamo oggi.

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23 giorni
La missione non durerà moltissimi giorni: dovrebbe concludersi entro le prossime tre settimane, rientro della capsula con le rocce lunari compreso. I tempi sono stretti perché Chang’e 5 dovrà fare tutto prima che l’area del prelievo finisca in ombra, con un calo della temperatura fino a -130 °C. Il lander e il modulo di ascesa non sono stati progettati per funzionare a temperature così basse, come lo erano stati alcuni veicoli delle precedenti missioni. Non c’era motivo per complicare la progettazione dei componenti di Chang’e 5, considerato che l’intera missione può essere svolta in tempi così rapidi.

Rocce lunari
Le prime rocce lunari furono trasportate sulla Terra dagli astronauti statunitensi delle missioni Apollo tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta. L’ex Unione Sovietica non raggiunse mai il satellite con i propri cosmonauti, ma mise a punto diversi robot che furono in grado di recuperare materiale roccioso dalla Luna e portarlo poi sul nostro pianeta. L’ultimo prelievo sovietico svolto nel 1976 con la missione Luna 24 fu anche l’ultima occasione per trasportare rocce lunari sulla Terra.

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Nel caso di un successo di Chang’e 5, la Cina diventerebbe il terzo paese nella storia a portare campioni lunari sul nostro pianeta.

Con equipaggi, un giorno
Osservando il piano per la missione in corso, verrebbe da pensare che i tecnici e i ricercatori cinesi si siano complicati la vita, prevedendo l’impiego di quattro diversi componenti da inviare verso la Luna. Avrebbero potuto provvedere a un veicolo di ascesa in grado di tornare autonomamente sulla Terra, senza la necessità di ricongiungersi con altri veicoli in orbita intorno alla Luna. Questa soluzione non avrebbe però permesso di sperimentare tecniche e tecnologie da sfruttare in futuro per nuove missioni.

Molti aspetti di Chang’e 5 ricordano, in piccolo, il modo in cui erano organizzate le missioni Apollo che portarono al primo allunaggio con esseri umani nel 1969. Tre astronauti raggiungevano la Luna a bordo di un modulo di comando, collegato a un modulo di servizio e a un modulo lunare (LEM), che comprendeva un modulo di ascesa. Un astronauta rimaneva sul modulo di comando e di servizio in orbita intorno alla Luna, mentre gli altri due astronauti raggiungevano il suolo lunare a bordo del LEM. Al termine della loro permanenza sulla Luna, utilizzavano la parte inferiore del LEM come mini rampa di lancio, dalla quale partiva il modulo di ascesa per raggiungere in orbita gli altri moduli, con i quali tornavano verso la Terra. Il modulo di comando veniva poi usato per il rientro nell’atmosfera.

Su una scala molto più piccola, Chang’e 5 farà più o meno la stessa cosa, consentendo all’Agenzia spaziale cinese di raccogliere dati importanti, e approfondire le conoscenze sulle tecniche per organizzare in futuro missioni verso la luna con esseri umani. Anche se i piani non sono stati ancora resi completamente pubblici, il programma spaziale cinese prevede di organizzare missioni lunari con equipaggi entro il 2030, a 60 anni circa dal primo allunaggio statunitense.

fonte: https://www.ilpost.it/2020/11/24/cina-luna-chang-e-5-prelievo-rocce-lunari/



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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 26/11/2020, 12:44 
Cita:
Il modello Cina, è questo che ci aspetta?

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Andrei Martyanov
smoothiex12.blogspot.com

Vi ricorderò quello che avevo scritto nel marzo di quest’anno, quando la saga del COVID-19 era appena agli inizi

Come avevo già affermato in precedenza, mi riservo ancora di esprimere la mia opinione sull’origine di tutta questa storia del Covid-19, ma, come si può leggere nei miei articoli, non ero rimasto per nulla turbato dal fatto che Trump avesse tagliato i fondi all’OMS. Anche RT aveva sposato questa tesi. …. Quindi, potremmo trovarci di fronte ad aggiustamenti ancora più ampi che cambieranno in modo drammatico le statistiche del Covid-19 e il suo impatto sociale. Non penso che la Cina abbia necessariamente mentito, penso che i Cinesi stessero semplicemente cercando di fornire tutte informazioni, man mano che si rendevano disponibili e che l’OMS abbia subito iniziato a gridare “attenti al lupo.” L’influenza suina, ve la ricordate? Quindi, rigiratela come volete, ma non dimenticatevi quale partito politico statunitense è strettamente connesso alle strutture sovranazionali sotto gli auspici dell’ONU ed è radicalmente globalista …. Ops, forse ho parlato troppo….

Ora posso essere più specifico. Prima di farlo, devo però ricordare un paio di cose:

1. Sapete tutti bene che non sono un sinofilo: ho più volte ripetuto che l'”alleanza” russo-cinese è situazionale e che si basa sulla stabilità politica ed economica della Cina. La Russia è una cosa a sé stante ed ha una civiltà tutta propria. La Russia moderna NON È un paese asiatico.

2. La Cina è una grande civiltà, con una ricca cultura ed una componente etnica e culturale estremamente complessa. Ha anche una sbalorditiva varietà di dialetti, che preclude a chiunque non voglia esclusivamente concentrarsi sullo studio della Cina la qualifica di sinologo. Io non sono un sinologo, neanche lontanamente e lo so benissimo. Perciò, così come molte altre persone con i miei stessi interessi, sono costretto a fare affidamento sulle opinioni dei veri sinologi.

Ho un paio di fonti, che uso per gli approfondimenti sulla realtà economica e politica della Cina, una di queste è Nikolai Vavilov (nessuna relazione con l’altro Vavilov, il genetista dell’epoca staliniana) che ha un’ottima conoscenza delle élite politiche ed economiche cinesi. Ecco uno dei suoi libri sulla Cina (I re senza corona della Cina Rossa: clan e gruppi politici della RPC) in russo. Nikolai ha una profonda conoscenza della Cina, non solo vi ha vissuto e lavorato per molti anni, ma ha anche collaborato con l’agenzia di stampa cinese Xinhua. Parla correntemente molti dialetti cinesi, perciò, quando lui dice qualcosa, io ascolto. Ed ora i punti importanti.

La Cina NON offre al mondo la propria alternativa al globalismo. La Cina È una potenza globalista e, per tutti quelli che per anni sono stati ingannati dai suoi piani economici su vasta scala, il recente discorso di Xi al G-20 potrebbe rappresentare una spiacevole sorpresa. Eccone alcuni passi, iniziamo da questo:

Xi ha espresso la propria opinione sulla priorità della lotta contro il nuovo coronavirus. Il G20 dovrebbe rispettare l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e creare un meccanismo globale in grado far fronte alle pandemie. Xi ha anche suggerito una misura specifica che il G20 potrebbe adottare per affrontare la pandemia, in pratica un meccanismo di riconoscimento internazionale del cosiddetto “codice sanitario.” Questo codice dovrebbe essere basato sullo standard globale della tecnologia QR e sul risultato del test sugli acidi nucleici del COVID-19. Ha espresso il desiderio che sempre più paesi possano unirsi allo sforzo per creare un “passaggio rapido” standardizzato in grado di consentire alle persone di spostarsi a livello internazionale.

Questo è, per ora, solo un suggerimento, ma il senso di questo suggerimento è che il mondo intero dovrebbe adottare il sistema di codici già esistente e utilizzato in Cina, che fa questo (in russo):

a) Ogni città cinese ha la propria “piattaforma” su Alipay o WeChat, tutti sono obbligati a registrarsi con il proprio “codice.”

b) Il sistema tiene sotto controllo ogni persona attraverso il suo codice QR e assegna il colore appropriato, dove il “verde” significa che si può andare praticamente ovunque, con l’”arancione” vengono imposte limitazioni, con il “rosso” sono vietati tutti gli spostamenti.

Beh, amici miei, se questo vero e proprio campo di concentramento (o ghetto) elettronico non è ancora in funzione nel vostro quartiere, andiamo a sentire che cosa ha detto il compagno Xi al vertice dei BRICS di cinque giorni fa:

In tutto il mondo, il COVID-19 rappresenta una grave minaccia per la vita e il benessere delle persone. Il sistema sanitario pubblico mondiale si trova di fronte ad una dura sfida. La società umana sta attraversando la più grave pandemia dell’ultimo secolo. Il commercio e gli investimenti internazionali si sono notevolmente ridotti. Il flusso di merci e di persone incontra notevoli ostacoli. I fattori di incertezza e di instabilità sono numerosi. L’economia mondiale sta assistendo alla peggiore recessione dalla Grande Depressione degli anni ’30. L’unilateralismo, il protezionismo e gli atti di bullismo stanno dilagando e il deficit di governance, fiducia, sviluppo e pace si allarga invece di restringersi. Nonostante tutto, restiamo convinti che le priorità dei nostri tempi, la pace e lo sviluppo, non siano cambiate e che la tendenza al multipolarismo e alla globalizzazione economica non possa essere invertita. Dobbiamo avere a cuore il benessere delle persone e perseguire la visione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità. Attraverso azioni concrete, daremo il nostro contributo per rendere il mondo un posto migliore per tutti.

Apettate un minuto! No, no, no, no, NON è così che funziona, sono proprio la globalizzazione economica e l’ortodossia del libero scambio ad essere alla base della crisi economica globale, per la quale la minaccia grossolanamente gonfiata del COVID-19 serve da pretesto. Aggiungeteci la strana correlazione tra i leader cinesi appartenenti al cosiddetto Komsomol (gli eredi trotskisti e globalisti di Hu Yaobang) e i presidenti eletti del Partito Democratico americano. Una correlazione non significa causalità, non fraintendetemi, ma ciò che non è suscettibile di interpretazioni errate è il fatto che:

1. La Cina ha bisogno del globalismo perché …

2. L’economia cinese, nonostante tutte le sue gigantesche dimensioni, non sta andando per niente bene

3. I Democratici statunitensi sono una vera cabala globalista della neo-Sinistra, che sembra anche “aver influenzato” il compagno Xi al vertice dei BRICS, come lui stesso afferma:

In quinto luogo, dobbiamo perseguire uno sviluppo verde e a basse emissioni di carbonio e lottare per l’armonia tra uomo e natura.

Potreste chiedervi, ma quanto non bene va l’economia cinese? Semplice: la Cina dipende ANCORA da questi due mercati:

1. Gli Stati Uniti: dove si taroccano le statistiche per dimostrare che la Cina “sta riducendo” questa dipendenza. La realtà, tuttavia, è triste sia per la Cina che per gli Stati Uniti perchè il livello di interdipendenza rimane molto alto.

2. Il Giappone. E poi la Corea del Sud.

Toglieteli di mezzo e l’economia cinese crolla. Ma poi, ovviamente, c’è questo:

In questo articolo chiariremo come la produzione cinese di merci ad alto utilizzo di prodotti carboniferi stia accelerando. In ottobre, la produzione di acciaio è aumentata del 13% su base annua, quella dell’alluminio dell’11%, quella del cemento del 10% e la produzione di energia elettrica del 7%. I dati del PIL cinese confermano che, questa estate, il settore industriale ha avuto la maggiore crescita economica in percentuale rispetto a qualsiasi altro periodo, almeno dal 2016 in poi. Di conseguenza, la Cina, quest’anno, ha prodotto finora quasi il 60% dell’acciaio, dell’alluminio e del cemento mondiali. Inoltre, le esportazioni di acciaio e di alluminio sono crollate, il che significa che la Cina stessa sta utilizzando una percentuale sempre maggiore di queste risorse. Nel frattempo, in Cina, la produzione di elettricità da carbone rimane invariata rispetto allo scorso anno, a causa dell’elevata domanda interna che supera la disponibilità delle fonti rinnovabili. In confronto, nel resto del mondo, l’utilizzo del carbone dovrebbe diminuire quest’anno di circa il 12%, il che significa che la quota della Cina nella produzione globale di energia elettrica da carbone salirà al 53%.

Fate attenzione al grassetto e ricordatevi che il 65% della generazione di elettricità in Cina è basato sul carbone, che diventa sempre più scarso e sempre più costoso da estrarre, con molte miniere in Cina che già si spingono a 1.000 metri di profondità. E sappiamo tutti cosa significa, giusto? Tanto per darvi un’idea su questo tipo di produzione elettrica, negli Stati Uniti il carbone rappresenta il 22,8% delle fonti di generazione, in Russia ammonta a circa il 16%, quindi avete capito dove voglio arrivare, giusto? Ebbene, anche questa non è l’intera storia, i costi per la Cina continueranno a crescere e il passaggio dal carbone al gas, al nucleare e ad altre fonti sarà un compito arduo per un’economia incentrata sulle esportazioni delle dimensioni di quella cinese, drammaticamente vulnerabile alle fluttuazioni dei mercati. Ricordiamoci qual’era la base della riforma economica che costituiva il cavallo di battaglia di Trump: il disaccoppiamento dalla Cina. Ricordatevi anche della brusca limitazione all’istruzione degli studenti e dei ricercatori cinesi negli Stati Uniti. Era stato cattivo, aggressivo? Certamente si, anche tipicamente arrogante MA … dovete riconoscere che, nonostante tutta la sua spacconeria e tutte le sue stronzate, Trump ha comunque un merito: aveva trovato i cojones dei Cinesi e li aveva strizzati. Ed ora la parte principale:

1. Il tentativo della Cina di concentrarsi sui consumi interni per sostenere la propria economia è fallito.

2. È attualmente in atto la politica della “seconda circolazione,” un altro tentativo di sviluppare il mercato interno. Lo spiega bene Nikolai Vavilov (purtroppo solo in russo).

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Beh, 12 anni fa la Cina stava effettivamente stampando soldi, che sono andati, avete indovinato, nel settore immobiliare. Immaginatevi la Cina sulla strada di diventare gli Stati Uniti 2.0 nella produzione di debito. Indovinate quale sarà questo secondo tentativo? Inflazione, debito e ancora “esportazione,” ora più che mai. Mentre molti lodano il recente accordo RCEP firmato dalla Cina e dalle nazioni dell’Asia orientale, molti dimenticano che questo stesso RCEP, che in origine era un’idea giapponese, riduce del 90% i dazi doganali non solo per i beni di consumo fabbricati in Cina, ma, tra l’altro, anche per le auto giapponesi e le loro parti di ricambio e lo stesso vale per le case automobilistiche coreane. Ciao, ciao industria automobilistica cinese. Ora che siete al corrente dei fatti salienti, chiedetevi se almeno alcuni dei settori influenti delle élite cinesi non fossero interessate a rimuovere un Trump radicalmente anti-cinese e a far eleggere un Democratico. C’è un altro fatto interessante: in Cina l’origine e la diffusione del COVID-19 è rimasta, in qualche modo, limitata alle città e alle province gestite da quegli stessi rappresentanti del Komsomol cinese che avevano fatto fortuna sul mercato americano. Coincidenze, coincidenze. Come si potrebbe rimuovere Trump? Proprio così.

Ma, in generale, soprattutto dopo le osservazioni di Xi al vertice dei BRICS, è chiaro che l’unico modo in cui la Cina può rimanere più o meno (sopratutto meno) economicamente in salute, almeno per ora, è continuare ad esportare fino al crollo finale, perché il globalismo e il libero scambio stanno crollando. Tuttavia, Xi loda queste pratiche moribonde come se tutto ciò che sta accadendo oggi nel mondo non fosse correlato agli stessi modelli che sta elogiando. Mi asterrò dal fare commenti sulla pura idiozia antiscientifica delle emissioni di CO2. Naturalmente, la Cina non si è congratulata con Zio Joe per la sua elezione (che non è ancora certa), infatti, la dichiarazione del Ministero degli Esteri cinese (di un livello inferiore, secondo il protocollo ufficiale) è stata volutamente offensiva nei confronti di Biden, che aveva insultato Xi e la stessa Cina più di una volta. Ma, dietro la mafia totalitaria e globalista del Partito Democratico, possiamo intravvedere le sagome dei Clinton e degli Obama e la loro vasta rete di agenti politici che vogliono trasformare gli Stati Uniti, o quel che resta di questa imperfetta repubblica, nel parco giochi delle forze più distruttive, amorali, antiumane e criminali di sempre, che non si fermeranno davanti a nulla, compreso l’alto tradimento, per arrivare al potere. Vi ricordate che cosa aveva detto la Clinton nel 2009?

“Sicuramente penso che il governo cinese e la banca centrale stiano prendendo una decisione intelligente continuando ad investire in buoni del tesoro,” ha detto durante un’intervista domenica al popolare talk show “Uno contro uno.” “È un investimento sicuro. Gli Stati Uniti hanno una ben meritata reputazione finanziaria.” Per rilanciare l’economia, gli Stati Uniti dovrebbero fare più debito, ha ribadito poco prima di ripartire per Washington. “Non sarebbe nell’interesse della Cina se non fossimo in grado di far marciare la nostra economia,” ha detto la Clinton. “Quindi, continuando a sostenere gli strumenti del Tesoro americano, i Cinesi riconoscono la nostra interdipendenza. Stiamo davvero per salire o scendere insieme. Siamo sulla stessa barca e, per fortuna, stiamo remando nella stessa direzione.”

Io me lo ricordo. È una buona idea, alle volte, rispolverare affermazioni vecchie di dieci anni, sono perle di saggezza. Ricordate chi era allora il presidente della Cina? Si, allora rileggetevi qual’era stato uno dei principali “successi” della politica estera di Hu Jintao durante il suo mandato.

Aveva migliorato i legami con il Giappone, ma, a tutti gli effetti, aveva peggiorato i rapporti con la Russia di Putin, che aveva ripetutamente deluso Pechino in termini di vendite di armi e di accordi energetici.

Questa frase apre un orizzonte completamente nuovo, che permette di capire perché i Russi sono davvero indifferenti al CREP e perché tutto questo blaterare sulla Russia come junior partner della coppia russo-cinese è veramente una stupidaggine. Ci sono molte cose che non vediamo, proprio come nella vita reale, ma c’è un motivo per cui sottolineo costantemente un semplice fatto: che la Cina preferisce che sia ancora la Russia a guidare nell’arena geopolitica. Voglio dire con questo che il COVID-19 è un’operazione di influenza globale? No, quello che dico è che c’è un valido motivo. E ribadisco, correlazione non significa causalità e solo una valutazione sobria e fattuale delle reali forze dei partecipanti al gioco può dare un’indicazione sicura delle loro intenzioni.

Andrei Martyanov

Fonte: smoothiex12.blogspot.com

Fonte: https://comedonchisciotte.org/il-modello-cina-e-questo-che-ci-aspetta/



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Cina, creato computer quantistico 10 miliardi di volte più veloce di quello di Google

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Un team di scienziati cinesi afferma di aver creato un prototipo di computer quantistico, in grado di elaborare dati 10 miliardi di volte più velocemente del computer quantistico a 53 qubit sviluppato da Google. Lo studio delle capacità di Jiuzhang, pubblicato sulla rivista online Science , indica che un massimo di 76 fotoni sono stati rilevati attraverso il prototipo.
Il team osserva che questo risultato significa che la Cina ha raggiunto la prima pietra miliare verso la "supremazia quantistica" o vantaggio computazionale quantistico. "Nessun computer tradizionale può eseguire la stessa operazione in un tempo ragionevole ed è improbabile che la velocità venga superata da algoritmi classici o miglioramenti hardware", si legge nello studio.

Per dimostrare la velocità del calcolo quantistico di Jiuzhang per risolvere compiti ben definiti, il team ha utilizzato un algoritmo di simulazione classico: Gaussian Boson Sampling (GBS). Si è scoperto che il numero medio di fotoni rilevati dal prototipo cinese è 43, sebbene siano stati osservati fino a 76 clic di fotoni emessi.

In questo modo, il computer quantistico Jiuzhang può implementare GBS 100 trilioni di volte più velocemente del supercomputer più veloce al mondo esistente , notano gli autori.

"Il vantaggio computazionale quantistico è come una soglia", secondo Xinhua che cita uno degli autori dello studio, Lu Chaoyang, professore alla China University of Science and Technology. "Ciò significa che quando la capacità di un nuovo prototipo di computer quantistico supera quella del computer tradizionale più potente nella gestione di un compito particolare, dimostra che probabilmente farà grandi passi avanti in molte più ambiti".
L'abilità di supercalcolo di Jiuzhang ha un potenziale di applicazione in aree come la teoria dei grafi, l'apprendimento automatico e la chimica quantistica, ha osservato il team.

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cina_creato_computer_quantistico_10_miliardi_di_volte_pi_veloce_di_quello_di_google/82_38540/




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SOPRAVVIVENZA???????????????



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La Cina accende il "sole artificiale" per la fusione nucleare

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Un ‘sole artificiale’ capace di alimentare un reattore nucleare. Non stiamo parlando di un’idea futurista concepita da qualche visionario. Avviene adesso, in Cina, dove per la prima volta un reattore a fusione nucleare è stato alimentato da un ‘sole artificiale’, segnando un grande progresso nelle capacità di ricerca nucleare del paese, come evidenzia Asia Times.

Il reattore HL-2M Tokamak è il dispositivo di ricerca sperimentale sulla fusione nucleare più grande e avanzato della Cina e gli scienziati sperano che il dispositivo possa potenzialmente sbloccare una potente fonte di energia pulita.
Utilizza un potente campo magnetico per fondere il plasma caldo e può raggiungere temperature di oltre 150 milioni di gradi Celsius, secondo il Quotidiano del Popolo, circa dieci volte più caldo del nucleo del sole.

Completato lo scorso anno nella provincia sud-occidentale del Sichuan, il reattore è spesso chiamato “sole artificiale” per l'enorme calore e potenza che produce.

"Lo sviluppo dell'energia da fusione nucleare non è solo un modo per risolvere i bisogni energetici strategici della Cina, ma ha anche un grande significato per il futuro sviluppo sostenibile dell'energia e dell'economia nazionale cinese", ha affermato il Quotidiano del Popolo.

Gli scienziati cinesi hanno lavorato allo sviluppo di versioni più piccole del reattore a fusione nucleare dal 2006.
Hanno in programma di utilizzare il dispositivo in collaborazione con scienziati che lavorano al reattore sperimentale termonucleare internazionale, il più grande progetto di ricerca sulla fusione nucleare con sede in Francia, che dovrebbe essere completato nel 2025.

La fusione è considerata il Santo Graal dell'energia ed è ciò che alimenta il nostro sole.

Unisce i nuclei atomici per creare enormi quantità di energia - l'opposto del processo di fissione utilizzato nelle armi atomiche e nelle centrali nucleari, che li divide in frammenti.

A differenza della fissione, la fusione non emette gas serra e comporta un minor rischio di incidenti o di furto di materiale atomico.
Ma realizzare la fusione oltre che molto difficile risulta essere molto costoso. In ogni caso la Cina avanza e non ha alcuna intenzione di fermarsi.

Fonte: [anchor= goto=]https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_cina_accende_il_sole_artificiale_per_la_fusione_nucleare/82_38563/



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 Oggetto del messaggio: Re: La Cina è vicina a darci scacco matto
MessaggioInviato: 16/12/2020, 12:33 
Cita:
Cina e Uiguri: cosa sta succedendo nello Xinjiang?

https://cdn.lantidiplomatico.it/resizer ... 470c50.jpg

Cosa sta succedendo in Cina nello Xinjiang? Come spiegare la propaganda basata su fake news intensamente diffuse in tutto l'Occidente? Il giornalista Maxime Vivas, uno dei pochi ad esserci andato davvero, pubblica un libro inchiesta: 'Ouïghour pour en finir avec les fake news'.


Intervista di Initiative Communiste

Initiative Communiste: Da tempo non si sentono altro che le peggiori parole contro la Cina. Sei uno di questi editorialisti che ripetono il linguaggio dell'ambasciata o come quei giornalisti che hanno visto con i propri occhi qual è la realtà sul terreno? Sei riuscito ad andare in Tibet, nello Xinjiang?

Maxime Vivas: Sono andato in Tibet nel 2011 con un importante reporter di Le Monde e un importante giornalista di Le Figaro.
Istruiti da giornalisti, autori, vari intellettuali, dotti tibetologi, avevamo appreso che la cultura tibetana, la sua lingua, la sua religione erano state sradicate dalle autorità cinesi, quindi colpevoli di genocidio. Tuttavia, abbiamo visto al contrario templi e monasteri traboccanti di monaci e fedeli, preghiere per strada, la montagna piena di simboli religiosi (che mi infastidiva), la lingua tibetana usata per i segni, i giornali , radio, TV, nelle scuole (insegnando in tibetano fino all'università). Abbiamo visitato un'università con decine di migliaia di libri in tibetano, abbiamo assistito a spettacoli folcloristici tibetani, abbiamo visto madri con diversi figli (la politica del figlio unico non c'è mai stata Tibet). Leggendo libri, non dal governo cinese (nessuno mi avrebbe creduto) ma dagli amici del Dalai Lama (inclusa l'esploratrice francese Alexandra David-Néel) e dallo stesso Dalai Lama ho imparato che la servitù, anche la schiavitù, è esistita fino al 1959 (quando il Dalai Lama fuggì) che i bambini a volte nascevano con dei debiti (debiti ereditari, prontamente aboliti da Pechino).

Meglio ancora, condizioni di vita migliori hanno favorito il raddoppio della popolazione e della speranza di vita (che è passata da 37,5 anni a 67 anni). E infine, lingua e cultura sono cresciute a dismisura grazie all'istruzione di tutti i bambini (contro il 5% di prima: monaci e aristocratici). Insomma, il Tibet non è un paradiso, ma era un inferno.

Tornato in Francia, ho scritto un libro, i miei colleghi hanno scritto lunghi articoli, ma nessuno di loro ha letto che la cultura tibetana, la sua lingua, la sua religione sono state sradicate dalle autorità cinesi, accusate anche di genocidio.

Tuttavia, sento ancora queste sciocchezze quando parlo del Tibet. Credere che tutti siano abbonati a Obs and Liberation .

Per quanto riguarda gli elementi linguistici dell'ambasciata, dirò questo: non sono "filo-cinese", non sostengo l'imitazione della Francia del sistema politico, economico, mediatico, di polizia o giudiziario cinese. Né li invito a copiarci. Ero un membro del PCF, un partito molto anti-PCMLF (Partito Comunista Marxista-Leninista Francese, filo-Cinese). Ma credo che un giornalista debba rispettare la Carta dei giornalisti come un medico il giuramento di Ippocrate. "Primo, non nuocere". Purtroppo, la maggior parte dei miei colleghi non l'ha nemmeno letto.

Stavo parlando ultimamente con uno studente del terzo anno che studia giornalismo e con un altro che si era appena laureato: nessuno lo aveva letto. L'ho pubblicato nelle prime pagine del mio libro sugli uiguri. La maggior parte dei miei colleghi sono pappagalli. Guarda come sono andati, tutti insieme, dal Venezuelaaaa a Ouïghoooouuurs. Guarda come tutti si riferiscono meccanicamente ai manifestanti di Hong Kong come "manifestanti pro-democrazia". Nessuno, mai ha parlato i manifestanti scesi in piazza in Bolivia per chiedere la partenza dei cospiratori golpisti che avevano rovesciato il presidente eletto Evo Morales.

IC: Tu che sei quindi un buon conoscitore della Cina, ciò che hai osservato nello Xinjiang corrisponde a ciò che sentiamo su alcuni media qui in Francia?

MV: Non sono "un esperto di Cina" ma ne so quanto i nostri specialisti che si leggono a vicenda. Ho elencato nel mio libro che esce prima di Natale (un regalo “che divide”!) I giornalisti, gli autori, i vari intellettuali che sono andati nello Xinjiang e che, di conseguenza, ci mettono in guardia sulla tragedia degli uiguri. Ce n'è uno, Adrian Zenz, un evangelista omofobo e misogino, che parla di una crociata anti-cinese. È andato nello Xinjiang come turista nel 2007.
Oltre a lui, ce n'è uno che studia questa regione da anni e ci è stato due volte (nel 2016 e nel 2018). E poi io. Gli altri non hanno messo piede lì o si sono nemmeno sforzati di indagare. Ripetono semplicemente quello che dicono due o tre venditori di fumo (che ho messo a nudo nel mio libro). I politici atlantisti li leggono, ripetono ciò che hanno letto e convalidano così le fake news . È la famosa "circolazione circolare dell'informazione" di cui ha parlato il sociologo Pierre Bourdieu.

All'inizio del mio libro, fornisco un'antologia degli abusi presumibilmente inflitti agli uiguri dalle autorità cinesi. Tutto è inventato. Quando è identificabile (e faccio molti esempi) scopriamo che è falso. Dobbiamo capire che i nostri media sono atlantisti, inginocchiati a Washington. Come l'Unione Europea, come la Francia.

IC: Se gli Stati Uniti vedono la Cina come un paese nemico che renderebbe nullo il loro " America First", abbaiamo con loro, nonostante i nostri interessi. Il razzismo anti-cinese di Tintin in Tibet dalle campagne a favore dello spaventoso regime feudale del Dalai Lama alla disinformazione attualmente di moda sullo Xinjiang e sul coronavirus, non c'è continuità in una propaganda bellica degli imperialismi Occidentali che cercano il confronto tanto più quanto la Cina socialista si è liberata dal giogo coloniale per diventare la principale potenza economica e scientifica del mondo?

MV: Per rispondere alla marea di bugie sullo Xinjiang, dovrei citare intere pagine del mio libro 'Il Dalai Lama non così Zen', vedo la stessa matrice dello stesso modus operandi. Penseresti che gli istigatori delle campagne di menzogne ??globali abbiano un software unico con una tastiera universale con quattro tasti su cui devi solo fare clic per iniziare.

Chiave 1, sterilizzazione delle donne. Chiave 2, genocidio. Chiave 3, la cultura sradicata. Chiave 4, la religione oppressa. Questi quattro temi della propaganda occidentale, li ho trovati, identici, per il Tibet e per lo Xinjiang. È su questi temi semplicistici e ripetitivi che si fondano le campagne internazionali che danno origine agli slogan "Tibet libero, uiguri liberi".
Tuttavia, questa unanimità del clan atlantista nel criticare la Cina, su tutti i temi, e sempre, ha solo il risultato tangibile di mostrare allo zio Sam la nostra fedeltà, la nostra solidarietà formale nella lotta che è sua per mantenere la sua leadership mondiale grazie alla quale difficilmente passa un anno senza che questa uccida un popolo (preferibilmente distante e debole) e ne rubi le risorse.

La Francia della Rivoluzione del 1789, la Francia della Dichiarazione dei diritti dell'uomo dovrebbero tuttavia gioire all'idea che il peso degli Stati Uniti su dozzine di paesi sarà alleggerito dalla diminuzione del suo potere e quindi del suo quasi all'impunità. Questa lotta degli americani non è nostra. Non competiamo con la Cina per il primo posto. Non abbiamo alcun interesse a farne un nemico. Le nostre rimostranze hanno un impatto molto minore sul gigante asiatico mentre gli facciamo lezione su argomenti in cui la nostra competenza resta da dimostrare.

Inoltre, un passato di colonizzatori ha lasciato nell'inconscio collettivo di molti paesi europei una latente convinzione che esista la supremazia bianca. Ne vedo le prove anche nelle fila della sinistra dove una deputata come Clémentine Autain, nonostante una mail che le ho inviato, lascia commenti razzisti sul suo account Facebook con cui i suoi lettori ci dicono che i cinesi "Non sono esseri umani", ma "barbari nazisti" e "Musi Gialli"

IC: Nel caso dello Xinjian e degli Uiguri, puoi fornirci alcuni esempi delle bugie di questa propaganda di guerra contro la Cina che le tue indagini sono riuscite a smascherare in questo libro?

MV: Il mio libro è pieno di esempi inconfutabili. Posso estrarne alcuni qui.

Con l'applicazione InVID (In Video Veritas), le bugie possono essere immediatamente smascherate. Questa applicazione ti permette di tornare all'origine di una foto. Facciamo alcuni esempi attuali:

- Un uigura dalla faccia insanguinata le cui unghie sono state strappate da un boia Han. InVid: è un video girato nel 2004 a Chicago in uno studio con un'attrice.

- Un bambino uiguro al guinzaglio e che mangia da una ciotola per cani. InVid: questa foto è stata rilasciata nel 2015 nelle Filippine dalla madre (indegna) del bambino.

- Uno uiguro nudo colpito a terra da un soldato? InVid: è il pestaggio di un mafioso da parte di un soldato indonesiano nel maggio 2017.

Nel mio libro ce ne sono molti altri per cui morire. Ma l'esempio più recente e più divertente (che ho imparato troppo tardi a inserire nel mio libro. Aspettiamo una ristampa, se ci sarà almeno una) è quello delle foto satellitari che mostrano i "campi di concentramento". Nello Xinjiang. La regola dei bugiardi, dei falsi testimoni, dei giornalisti inventivi, è raccontare gli orrori che stanno accadendo nello Xinjiang, senza mai dare indicazioni che ci permettano di andare a controllare: era dove, quando, come si chiamavano i cattivi, ecc. . ? Tuttavia, con le foto satellitari, i ciarlatani hanno commesso l'errore di fornire le coordinate geografiche esatte (latitudine, longitudine). Questo ha dato: 38.8367N, 77.7056E per la prima foto. Di conseguenza, i cinesi si sono recati in luoghi precisi e hanno fotografato i "campi di concentramento" designati dai satelliti: centri amministrativi, case di riposo, centri logistici o scuole. Eljan Anayt, portavoce del governo regionale dello Xinjiang, ha poi affermato in una conferenza stampa che "lo Xinjiang è una regione aperta e non è necessario scoprirlo attraverso immagini satellitari. Tutti gli amici stranieri che hanno una posizione oggettiva, senza pregiudizi, sono i benvenuti se vogliono venire a conoscere il vero Xinjiang ”. Insomma, i cinesi dicono: "Vieni a vedere chi mente."



IC: Sebbene la Francia sappia quali sono le devastazioni del terrorismo islamista, non c'è una certa compiacenza con questi stessi terroristi quando attaccano i cinesi, allo stesso modo di quando hanno attaccato ieri l'Afghanistan socialista attraverso Kabul, e poi l'URSS?



MV: La Cina ha subito attacchi terroristici che hanno ucciso agenti di polizia, turisti, escursionisti, viaggiatori, lavoratori, uomini e donne.

La campagna progettata dagli Stati Uniti contro gli uiguri è trasmessa dagli atlantisti europei. Sto parlando di politici e media francesi, che tollererebbero la creazione di uno "Stato islamico uigura" sul territorio cinese. "Più Hitler del Fronte popolare", non è vero?

Oggi, migliaia di apprendisti terroristi cinesi ricevono addestramento da Al-Qaeda in Siria, partecipano ad attività di guerra prima di tornare in Cina per continuare le loro sinistre attività. I ventidue uiguri detenuti per un po'a Guantanamo non sono stati catturati in Cina dagli americani, vero?

Questo è un punto in comune con gli attentati di Parigi: estremisti religiosi francesi sono andati in Siria per partecipare alla "jihad", pronti a tornare in Francia per perpetrare atti criminali.

Perché la Francia rifiuta in Siria la cooperazione dei "servizi" francesi con i "servizi" cinesi per rintracciare i terroristi dei nostri due paesi? Samuel Paty, professore di storia e geografia, è stato decapitato il 16 ottobre 2020, nella strada vicino al suo college a Conflans Sainte-Honorine, da un fanatico musulmano ceceno. I terroristi che hanno seminato la morte in Cecenia, Francia, Cina sono gli stessi fanatici, invocando lo stesso dio (che li punirebbe se esistesse). La Francia li ha sostenuti in Cecenia contro Putin, li sostiene nello Xinjiang contro Xi Jinping. La Francia ha accolto i latitanti ceceni (tra i 50mila ei 60mila), comincia ad accogliere i latitanti uiguri. È come se, dopo aver lodato i jihadisti francesi che combattono in Siria con Al-Qaeda, gli si permettesse di tornare a casa senza problemi per crescere lì i loro figli nella glorificazione delle loro lotte passate e degli omicidi degli infedeli.

IC: La crisi del capitalismo, che esplode con più forza con la crisi sanitaria di una pandemia curata vittoriosamente in Cina e nei paesi di ispirazione socialista ma drammaticamente mal gestita dai paesi capitalisti per quanto i più ricchi, inasprisce le tensioni. La Commissione europea sollecita il presidente americano eletto, Biden, ad alzare il livello degli attacchi contro la Cina, dimenticando che è proprio Pechino che a marzo è arrivata con le sue consegne umanitarie per alleviare le gravi carenze della Francia e dei paesi europei. Il tuo libro non è un valido rimedio in modo che l'opinione pubblica non ceda a questa escalation di guerra?

MV: Il mio libro non tratta la pandemia. La parola Covid non c'è.

Ma hai ragione, i paesi che hanno combattuto con successo il Covid e che hanno aiutato gli altri paesi sono la Cina (che ha fornito principalmente attrezzature e medicinali) e Cuba (che ha fornito medici). RFI ci ha informato il 31 marzo 2020 che “Il governo francese accetta finalmente, nel mezzo della crisi del Covid-19, di accogliere i medici cubani sul suo suolo. Preoccupate Martinica, Guadalupa, Guyana e Saint-Pierre-et-Miquelon ”. Aggiungiamo Andorra, di cui Macron è co-regnante. Li abbiamo ringraziati con un vergognoso silenzio. In Italia sono stati ufficialmente ringraziati e hanno ricevuto una standing ovation quando sono partiti per Cuba. Ma a casa, Macron non voleva fare nulla che avrebbe turbato Trump.

Per tornare in Cina, dobbiamo ricordare che non ci ha mai attaccato. Pertanto, la Cina è un paese partner, un concorrente commerciale, ma non un paese nemico. Non lo è mai stato. Dobbiamo rafforzare i nostri legami culturali per conoscerci meglio e quindi amarci meglio. Gli Stati Uniti hanno basi militari in Europa e vicino alla Cina. La Cina non ha basi militari alle porte degli Stati Uniti o dell'Europa. La Francia, che non è un paese vassallo dello zio Sam, dovrebbe smantellare la sua base politico-mediatica armata di missili ideologici sparati su Pechino. Il generale De Gaulle sarebbe stato d'accordo con questo.

IC: Ora è conforme alle decisioni dell'Unione europea guidata dalla Germania - dopo un voto nel dicembre 2019 del Parlamento europeo - che pretende di rafforzare i suoi attacchi economici contro la Cina? Qual è la vera motivazione dei suoi attacchi? Non è una questione simile alla stessa politica condotta contro Cuba o il Venezuela di una politica che non ha nulla a che fare con i diritti umani ma tutto a che fare con la difesa degli interessi delle multinazionali del Capitale? e la crociata politica contro i popoli che rivendicano la loro ispirazione socialista? Non è nell'interesse dei lavoratori francesi, in materia economica, sanitaria e di sicurezza contro il terrorismo, rifiutarsi di lasciarsi ingannare dalla propaganda per cercare, al contrario, una cooperazione reciprocamente vantaggiosa?

MV: L'8 gennaio 1964 in un Consiglio dei Ministri, De Gaulle dichiarò:“La Cina è una cosa enorme. Lei è lì. Vivere come se non esistesse è essere ciechi, soprattutto perché esiste sempre di più ”.

Per parodiarlo oggi, direi: “La Cina è una cosa gigantesca. Lei è lì. Vivere come se fosse una nemica è essere ciechi, soprattutto perché vuole essere sempre più nostra amica”. Il riconoscimento da parte della Francia della Cina continentale, quella di Mao, come interlocutore, a scapito di Formosa China (ora Taiwan) fu una vera e propria bomba diplomatica che stupì gli Usa.

Quando siamo tornati dal nostro viaggio nello Xinjiang nel settembre 2018, io e la mia compagna abbiamo trascorso una giornata a Pechino per un programma su CGTV, una televisione che trasmette in francese.

Durante il programma, volevo dimostrare che la Francia non è popolata da 66 milioni di narratori ostili. Ho ricordato che il mio paese ha combattuto contro tutti i paesi che lo circondano, contro parte dell'Africa, dell'America Latina, dell'Oceania, dell'Asia, che i nostri soldati hanno saccheggiato e il Palazzo d'Estate di Pechino, una delle meraviglie del mondo, bruciato nel 1860. Ma che la Cina non ci ha attaccato mai e ci sono ancora alcuni giornalisti in Francia che preferiscono la verità alla sinofobia.

Detto questo, il mio libro mostra il ruolo della CIA dietro la campagna sugli uiguri, calcola, con il prestito in dollari, le somme pagate da una falsa ONG (uno schermo della CIA) alle organizzazioni che sono agitate sulla questione uigura. E conoscerai la conclusione: tutta questa storia è un momento della lotta yankee per rallentare il progresso della Cina e per far deragliare il suo progetto faraonico della "Nuova Via della Seta" che, in totale, coinvolgerà più della metà dei paese del mondo (extra UE) e che parte ... dallo Xinjiang.

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cina_e_uiguri_cosa_sta_succedendo_nello_xinjiang/5694_38723/



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