11/05/2021, 12:20
Milioni di telecamere cinesi mandano i dati in Cina, e voi neanche lo sapete
Lo sapete che migliaia, anzi milioni di telecamere di vario genere Made in China, normalmente utilizzate nelle aziende, abitazioni e perfino luoghi pubblici, mandano un flusso di dati verso la Cina?
Già nel 2019 Forbes aveva trattato questo problema di sorveglianza di massa illecita ed aveva citato un caso specifico: la Dahua Technology, il secondo produttore di TVCC al mondo, che, insieme alla sua consorella Hikvision di Hangzhou, vende videocamere con il proprio marchio e attraverso un’ampia gamma di OEM sia negli USA che in Europa, ha perso i contratti con le autorità governative americane perché si era scoperto che inviava un flusso di dati verso la Cina grazie a una backdoor. Però anche le camere di sorveglianza piazzate alla RAI come in migliaia di aziende private hanno lo stesso problema di sicurezza. I dati vengono mandati in Cina, e questo è ancora più preoccupante perché il paese dell’estremo oriente è molto abile nell’incrociare dati attraverso la AI, l’intelligenza artificiale, controllando quindi comportamenti personali, Ricordiamo che il “Punteggio sociale” è una realtà che in Cina punisce direttamente i comportamenti contro il governo.
Di questo, come potete sentire, si è occupato anche Report.Guarda su youtube.com
Fonte: https://scenarieconomici.it/milioni-di-telecamere-cinesi-mandano-i-dati-in-cina-e-voi-neanche-lo-sapete/
12/05/2021, 13:14
Report e la smaccata propaganda contro la Cina
Ho seguito Report finché la Gabanelli è passata armi e bagagli al servizio del Corriere, dove si è rapidamente integrata nella macchina comunicativa del pensiero unico. Ho smesso di seguirlo quando la nuova versione si è trasformata nel clone Rai delle Jene targate Mediaset, con servizi tanto più gridati e gesticolati quanto più inconsistenti, sia dal punto di vista degli argomenti trattati, sia sul piano della loro rilevanza pubblica (sempre più spesso si tratta di “sputtanare” questo o quel personaggio a livello personale, più che sul piano delle idee, anche quando sarebbe più facile – ma soprattutto più utile – attaccare le idee che il personaggio, ma si sa, oggi il personale è politico…).
Ciò detto, ieri sera l’ho guardato perché mi era giunta notizia che Fabio Massimo Parenti, (studioso italiano che insegna in Cina e autore del libro “La via cinese”, di prossima pubblicazione per la collana da me diretta per l’editore Meltemi, nel quale smonta gli stereotipi occidentali sul Paese del dragone) era stato intervistato dalla redazione del programma.
Pensavo – mi illudevo – che ciò avrebbe contribuito a stemperare almeno in parte il clima da guerra fredda che i media mainstream stanno montando da qualche tempo (da quando Biden, appena eletto, ha chiarito di voler difendere dal “nemico” con ogni mezzo – per ora con sanzioni economiche e una tambureggiante campagna di stile neo maccartista , poi si vedrà – la barcollante egemonia Usa.
Ebbene, mi sono trovato davanti a una smaccata performance propagandistica, degna di quelle orchestrate da Cia e Pentagono durante la guerra del Vietnam. Il tema principale è stato: i cinesi ci spiano con strumenti infinitamente più potenti e pervasivi di quelli immaginati da Orwell.
Noi, poveri ingenui, abbiamo comprato migliaia di telecamere che sfruttano le loro tecnologie senza sapere che sono altrettanti mini cavalli di troia che ci osservano anche quando andiamo in un cesso pubblico.
Per inciso molte delle “prove”, illustrate da “esperti” ad hoc, sono letteralmente scoperte dell’acqua calda: tutti i device digitali di ultima generazione sono strumenti a doppio taglio, come abbiamo imparato allorché è emerso – ma di questo si è accuratamente taciuto - che Usa, Inghilterra, Australia e Canada collaborano da tempo alla gestione di un gigantesco meccanismo di intelligence per spiare, non solo i nemici, ma anche gli alleati (Merkel compresa) e i loro stessi cittadini.
Il pastone è stato confezionato con immagini suggestive ispirate da noti serial tv e da film di spy story, accompagnate da musiche cupe e inquietanti (la parola inquietante è tornata decine di volte nel corso della trasmissione). Soprattutto si è insistito sul fatto che tutti i cittadini e tutte le imprese cinesi che vivono o lavorano all’estero sarebbero tenuti a trasmettere le informazioni di cui vengono a conoscenza al proprio governo.
Questo serve:
1) a colpire gli interessi delle imprese cinesi high tech concorrenti di quelle americane (vedi il caso dell’attacco a Huawei e della forsennata campagna Usa per impedire che gli europei adottino tecnologie 5G made in China);
2) a creare un clima di sospetto e diffidenza nei confronti dei cinesi della diaspora (con il rischio tutt’altro che improbabile alimenti una vera e propria sinofobia: dallo scoppio dell’epidemia - che gli Stati Uniti hanno in tutti i modi cercato di insinuare sia sfuggita, o addirittura volutamente diffusa, da un laboratorio di Wuhan, negli Stati Uniti ci sono state migliaia di aggressioni a cittadini asiatici, spesso scambiando per cinesi esponenti di altre etnie, ma tanto sono tutti “musi gialli”).
Ma i cinesi non sono solo spie: sono criminali che trattano i nemici interni come i nazisti trattavano gli ebrei. Così buona parte della trasmissione è stata dedicata a rilanciare (con immagini satellitari – la cui interpretazione è ovviamente devoluta a chi controlla i satelliti, cioè ai servizi Usa – con interviste a un rappresentante di un sedicente governo Uiguro in esilio e a “esperti” esponenti della santa alleanza anglosassone di cui sopra, rinforzati da alcuni servizievoli italiani) la tesi dell’esistenza di presunti “campi di concentramento” nello Xinjiang.
Voci in grado di contestare la tesi precotta del programma? Nessuna. Solo qualche lapsus (qualcuno si è lasciato scappare che tutta questa cagnara non è altro che un episodio della guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti), nessun esponente cinese di rilievo (a parte una fuoruscita convocata per confermare l’esistenza dei campi di cui sopra). Che dire poi dei tanti occidentali, fra i quali molti docenti universitari, che vivono, lavorano e insegnano in Cina, e che offrono un immagine del tutto diversa di quel Paese? E’ stato passato solo un flash estratto dall’intervista a Parente cui accennavo in precedenza, montando e decontestualizzando le sue parole (tanto che credo che l’interessato non escluda di sporgere querela) per far sì che:
1) sembrasse ammettere e approvare l’esistenza dei campi;
2) sostenesse che non sarebbe male adottare misure analoghe per la popolazione di Scampia. Che altro dire. Qualcuno pensa che questi sedicenti giornalisti proporranno mai un’inchiesta sul campo di Guantanámo, sui crimini di guerra americani in Iraq e altri teatri di guerra, sui sistemi di spionaggio euroatlantici, sulle infiltrazioni naziste nelle cosiddette “rivoluzioni colorate” in Ucraina e Bielorussia?
Lascio a voi la risposta. Concludo dicendo solo che ormai l’intera stampa italiana è tornata a svolgere il ruolo che avevano i cinegiornali durante il fascismo, con la differenza che allora servivano padroni interni mentre oggi servono padroni stranieri. L’immagine che meglio sintetizza l’etica di questa gente è quella che ho trovato sul profilo dell’amico Fabrizio Marchi
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-report_e_la_smaccata_propaganda_contro_la_cina/39602_41245/
14/05/2021, 14:00
Il New York Times svela i retroscena del recente attacco al Dollaro da parte di Russia e Cina
Secondo un’inchiesta circostanziata del NY Time, Cina e Russia avrebbero infiltrato il mondo degli artisti NTF (Nifty) per sovvertire la supremazia del dollaro come moneta internazionale di riferimento.
Se la notizia fosse vera, si tratterebbe - non voglio farla lunga - si tratterebbe di un atto ostile, di un vero e proprio atto di guerra. Scott Galloway, professore di marketing alla New York University, sentito appunto dal NYT, sospetta che il mercato dell’Arte Nifty sia il cavallo di troia per far entrare le cripto-valute negli scambi minuti («Galloway suspects that NFTs could hasten the mass adoption of cryptocurrencies in everyday lifes»).
Questa manovra, dice Clive Thompson (autore dell’inchiesta), preoccupa non poco Scott Galloway. Il Prof crede davvero che se il dollaro dovesse perdere il suo ruolo centrale, gli Stati Uniti, in quanto detentori della principale valuta globale, rischierebbero di uscirne con le ossa rotta, facendo la gioia della Cina e della Russia, e di quel sottobosco di hacker e criminali che in altri contesti (vedi vicenda Colonial) il NYTime abbina sempre a Russia e Cina («If national currencies truly atrophy, he fears, the United States, as the holder of the main global currency, stands to lose the most, something that would please rivals like China and Russia as well as money launderers and criminals.»).
La moneta non è un fiume su cui si trasportano le cose commerciabili. Le monete si urtano, sono fra loro ostili. La ratio tra di esse provoca senza posa vivaci movimenti. Monete forti si abbattono su monete deboli, come il ricco sul povero. Approfittare di questo gioco, a seconda che si paghi o si riceva, non è dato a tutti, non è mai stato dato a tutti, dice Braudel, uno dei più grandi storici dell’economia, ma solo ai privilegiati. La moneta è una cabala intesa da poche persone. E naturalmente coloro che se ne intendono ne approfittano.
In genere, i detentori di moneta forte effettuano un prelievo automatico sull’insieme dell’economia mondiale. In ogni caso, dice Braudel, la storia ci mostra che la moneta non è quel flusso neutro di cui gli economisti ancora parlano. La moneta, meraviglia dello scambio, sì, ma anche inganno al servizio del privilegio.
Il privilegio oggi sta dalla «parte» del dollaro. Ma questa parte non è un monoblocco che si oppone ad un altro o ad altri blocchi, come raccontano al NYT. È possibile che l’attacco al dollaro arrivi dall’interno, che il fuoco sia fuoco amico.
Detto ciò, il giornalista che scrive sul NYT ha portato a sostegno della tesi diversi fatti, ha intervistato molti artisti e tantissimi addetti ai lavori, ha riproposto sul giornale alcune opere Nifty e raccontato la storia di alcuni artisti che il giorno prima sbarcavano il lunario facendo i lavapiatti o i bidelli e che il giorno dopo si sono trovati ricoperti di dollari. Ha provato a dire, senza molta convinzione, che i dollari con cui il Nifty Artist è pagato, sono criptovaluta espressa al cambio corrente in dollari, e non dollari sonanti e spendibili sul mercato globale.
Victor Langlois, per esempio, un cripto-artista di 18 anni, noto come FEWOCiOUS o Fewo,
il 7 febbraio, sul sito di aste SuperRare, ha ricevuto da un collezionista (@ thegreatmando1) un’offerta di 15 ETH per la sua opera digitale The Sailor – ETH (Ethereum) è una cripto-valuta che, al momento dell’offerta, valeva $ 1.600. Le offerte, dice l'inchiesta, sono salite quel giorno a $ 67.905,92, per arrestarsi a 75 mila verdoni.
L’insieme delle opere messe all’asta da Langlois ha prodotto un reddito complessivo di 300 mila dollari. Quando si è recato in banca per depositare il malloppo il banchiere, perplesso dalla dichiarazione dei beni di Langlois, ha chiesto dove fosse il resto del suo patrimonio, visto che in banca aveva consegnato solo la metà dei 300 mila verdoni.
È in Ethereum - disse Langlois.
E che cos'è Ethereum? - chiese il banchiere.
Ma la storia non finisce qui. Qualcuno ha pensato bene di prendere l’NTF di un’opera d'arte crittografica e realizzare, a partire da esso, un set di 10 milioni di token NTF chiamati B20, pari a altrettanti derivati con sottostante il primo token. In questo caso si tratta di una operazione nota alle cronache e sulla quale non mi dilungo, se non per dire che tutta questa scienza bancaria speculativa è americana fino al midollo, inventata e venduta dagli States al resto del mondo, e non viceversa - come l’inchiesta vuol far credere.
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_new_york_times_svela_i_retroscena_del_recente_attacco_al_dollaro_da_parte_di_russia_e_cina/34357_41304/
20/05/2021, 12:41
Putin e Xi Jinping danno il via a costruzione nuove unità in due centrali nucleari in Cina
Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo cinese, Xi Jinping, hanno partecipato oggi in videoconferenza a una cerimonia per inaugurare la costruzione di nuove unità in due centrali nucleari cinesi.
Si tratta delle unità 7 e 8 dell'impianto di Tianwan nella provincia cinese di Jiangsu e delle unità 3 e 4 della centrale nucleare di Xudabao a Liaoning.
"Esperti russi e cinesi portano avanti un progetto di punta comune davvero significativo. Potenti e moderni reattori nucleari di progettazione russa sono in costruzione che soddisfano tutti i requisiti di sicurezza e gli standard ecologici più elevati", ha ribadito Putin, aggiungendo che devono entrare in servizio tra il 2026 e 2028.
"Russia e Cina hanno compiuto progressi significativi nel rafforzamento della cooperazione multidimensionale e della fiducia reciproca in tutti i settori, nessuno escluso: in politica, affari internazionali, commercio ed economia, scambi cultural e umanitari. Si può dire che ora le relazioni russo-cinesi hanno raggiunto il livello più alto nella storia", ha affermato.
Per quanto riguarda la cooperazione nel campo dell'energia, il presidente russo ha sottolineato che tutti gli accordi raggiunti sono stati rispettati. Ha ricordato che il suo Paese è pronto a continuare a sviluppare l'esperienza comune con la Cina nel campo della creazione di centrali nucleari.
Nel frattempo, il presidente cinese ha proposto di creare un sistema di gestione dell'energia globale più aperto.
Il leader cinese ha sottolineato che il compito di tutti i paesi è combattere il cambiamento climatico. "Cina e Russia, in quanto potenze responsabili, devono contribuire alla realizzazione di più progetti a basse emissioni di carbonio", ha spiegato.
La China National Nuclear Corporation realizzerà la costruzione delle unità, mentre la società statale russa Rosatom fornirà attrezzature e assistenza tecnica.
La potenza totale delle 4 unità in questione raggiungerà i 4.800 megawatt.
Lo stabilimento di Tianwan rappresenta il più grande progetto di cooperazione economica russo-cinese. Il lancio della prima e della seconda unità è avvenuto nel 2007, la terza e la quarta operazione aziendale sono entrate in funzione nel 2018
Le prime due unità della centrale elettrica di Xudabao non sono ancora entrate in funzione aziendale
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-putin_e_xi_jinping_danno_il_via_a_costruzione_nuove_unit_in_due_centrali_nucleari_in_cina/5694_41387/
01/06/2021, 23:26
02/06/2021, 12:59
02/06/2021, 14:09
Cina, svolta nel volo ipersonico
Pechino ha già costruito una nuova galleria del vento, con la quale il gigante asiatico farà progressi di decenni in anticipo sul resto del mondo nella tecnologia dell'ipersonico, ha dichiarato la settimana scorsa Han Guilai, un ricercatore presso l'Accademia Cinese delle Scienze, riportato dal quotidiano South China Morning Post.
Il tunnel aerodinamico, chiamato 'JF-22', è in grado di simulare voli a velocità fino a 10 chilometri al secondo - ovvero 30 volte la velocità del suono - e insieme ad un'altra installazione esistente collocherebbe il Paese "tra 20 e 30 anni per avanti "dell'Occidente, ha precisato il fisico.
Come ha spiegato Han durante una conferenza, la temperatura superficiale di un aereo che viaggia a quella velocità potrebbe raggiungere i 10.000°C, abbastanza calda da rompere le molecole d'aria in atomi, e persino dare ad alcuni di loro una carica elettrica. "Quell'aria non è più quella che respiriamo", ha spiegato.
Inoltre, l'energia prodotta dal JF-22 potrebbe raggiungere i 15 gigawatt, quasi il 70% della potenza installata della più grande centrale idroelettrica del mondo, la Diga delle Tre Gole, nella provincia cinese di Sichuan, ovvero più di sette volte quella dell'Hoover. Diga, Nevada, Stati Uniti.
La Cina, come altre grandi economie, ha investito enormemente nello sviluppo della tecnologia di volo ipersonico, con la quale sarebbe possibile per i viaggiatori aerei raggiungere qualsiasi parte del mondo in un'ora o due. Ridurrebbe anche il costo dei lanci spaziali di oltre il 90%, rendendo i viaggi nello spazio disponibili al pubblico.
Il ricercatore ha affermato che parte del successo del gigante asiatico in questo campo è dovuto alla tecnologia unica che utilizza nelle sue gallerie del vento.
A differenza delle installazioni esistenti in altri paesi, che utilizzano compressori meccanici per generare un flusso d'aria ad alta velocità, il JF-22 utilizza esplosioni chimiche.
Quando il tunnel è acceso, il suo carburante brucia a una velocità 100 milioni di volte più veloce di quella di una stufa a gas, generando onde d'urto simili a quelle incontrate dagli aeroplani quando viaggiano ad alta velocità in quota.
Han ha ricordato che ogni aeromobile o modello di arma "deve essere sottoposto a circa 10.000 test nel tunnel" prima della produzione. LENS II, la galleria del vento più avanzata negli Stati Uniti, ha simulato voli fino a Mach 7 (8.643,6 chilometri orari), della durata di 30 millisecondi. Invece, il tempo medio di funzionamento del JF-22 potrebbe raggiungere i 130 millisecondi , con una velocità massima molto più elevata, ha concluso il ricercatore.
"Il nostro tempo di sperimentazione è molto più lungo del loro, quindi il modello di aeroplano potrebbe essere più grande del loro e gli esperimenti potrebbero essere più avanzati dei loro. Questo determina la nostra posizione di leader nel mondo", ha concluso.
FontE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cina_svolta_nel_volo_ipersonico/39099_41634/
11/06/2021, 12:36
“Vivere sdraiati”: il malessere dei giovani e anziani cinesi che mette a rischio il PCC
Online in Cina si sta diffondendo il modo di dire “Stare sdraiati“,「躺平 , soprattutto fra i giovani, e questo modo di dire si sta diffondendo anche all’estero, ed indica un modo d’essere completamente passivo, inerte, il “Non fare nulla” né dal punto di vista della crescita personale né come creazione di una famiglia. Alcuni analisti ritengono che la Cina manchi di protezione sociale personale, per cui “stare sdraiati” , non fare nulla, viene ad essere l’unica difesa personale, anche a costo di mandare in crisi tutto il tessuto sociale.
“Stare sdraiati, o forse meglio “Vivere sdraiati””, come l’ultima parola d’ordine di Internet, è diventato popolare di recente nella Cina continentale,e , per la verità coinvolge anche adulti nella loro mezza età. Tutto questo si metrializza in uno sconforto totale, in una vita che può essere condensata in “meno lavoro, niente acquisto di una casa, niente shopping, niente matrimonio e niente figli”. Una vita di mera sussistenza
Riguardo a questo fenomeno sociale, la signora Yang, che ha studiato il fenomeno a Shanghai, ritiene che “stare sdraiati” non sia in realtà uno stile di vita volontario, ma una protesta silenziosa contro la società nella quale qualsiasi protesta attiva viene repressa, per cui si reagisce in un modo passivo, chiudendosi in se stessi ed alla fine autodistruggendosi. Ha sottolineato che tali emozioni negative sono molto contagiose e costituiscono un invisibile pericolo per la sicurezza sociale. Non si tratta di meditazione, ma di odio che si trasforma in totale passività.
Nonostante l’apparenza della Cina come un paese vittorioso in tutti gli aspetti economici, la vita dei giovani è molto dura, perché non riescono ad avere prospettive di realizzazione in un mondo economico e sociale sempre più duro ed in uno politico da sempre illiberale e repressivo. Il risultato è che tutti quelli che non appartengono a minoranze “Che riescono” allora “Stanno sdraiati”, diventano passivi, apparentemente indifferenti, ma in realtà pieni di risentimento e pronti a reazioni estreme senza nessun avvertimento. Un vero male profondo per la società. Nello stesso tempo questo abbandono è difficile da vivere nella Cina di oggi, con l’inflazione alle stelle, e viene a comportare un continuo abbassamento dello stile di vita.
Ovviamente il PCC vede questo modo di vivere in modo ostile: senza impegno assoluto nel lavoro e, soprattutto, senza una spinta demografica la Cina si avvia alla crisi, anche in modo molto rapido. Nello stesso tempo la mancanza di libertà economica e politica impedisce lo sviluppo di qualsiasi spinta attiva. Obbligare la gente ad essere felice è fuori dalle possibilità del comunismo.
Fonte: https://scenarieconomici.it/vivere-sdraiati-il-malessere-dei-giovani-e-anziani-cinesi-che-mette-a-rischio-il-pcc/
14/06/2021, 17:28
05/07/2021, 17:55
26/07/2021, 18:09
27/07/2021, 15:41
15/08/2021, 14:31
La Cina si prepara ad essere il primo paese a riconoscere i Talebani, e Biden deve mandare più soldati
Alla fine del mese scorso il mondo ha visto l’insolito filmato di comandanti talebani ricevuti calorosamente dal ministro degli esteri cinese Wang Yi nella città cinese di Tianjin. Quel viaggio includeva il cofondatore del gruppo terroristico islamico, il mullah Abdul Ghani Baradar, figlio del mullah Omar, in una rara visita ampiamente vista come un tentativo dei jihadisti di ottenere “legittimità” all’estero.
Sembra aver dato i suoi frutti, visto che ora in un momento i talebani stanno mettendo a segno vittoria e vittoria sul campo puntano al tanto agognato prezzo di Kabul. E ora US News and World Report scrive che “la Cina è pronta a riconoscere i talebani come il legittimo sovrano dell’Afghanistan se riesce a rovesciare il governo appoggiato dall’Occidente a Kabul, ha appreso US News, una prospettiva che mina la fonte rimanente dell’amministrazione Biden. di leva sulla rete degli insorti mentre continua la sua sorprendente campagna per riprendere il controllo”.
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In teoria Pechino sarebbe per una soluzione concordata fra governo e talebani, ma i militari hanno avvisato Pechino che la questione si sta avviando al termine e di prepararsi al riconoscimento formale.
La sconfitta degli Usa è talmente imbarazzante che ormai molti chiedono a Biden di intervenire.
In mezzo alla crescente pressione per affrontare la crisi che sta vedendo una rapida evacuazione di emergenza dall’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul con l’assistenza del Pentagono, il presidente Biden ha affrontato la gravissima situazione nella tarda giornata di sabato. La sua prima mossa è stata quella di annunciare un aumento del dispiegamento della sicurezza statunitense a Kabul per assistere l’evacuazione del personale diplomatico statunitense.
“Ho autorizzato il dispiegamento di circa 5.000 soldati statunitensi per assicurarci di poter disporre di un prelievo ordinato e sicuro del personale statunitense e di altro personale alleato”, ha detto mentre riconosceva l’avanzata dei talebani. Ironia della sorte, negli ultimi mesi si è assistito a un ritiro costante di altrettante truppe – e ora invece questo ritiro viene ad essere invertito.
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Il fatto è che questo cambiamento sembra solo un modo per proseguire l’agonia sino all’undici settembre e permettere a Biden di dichiarare “Missione conclusa”. Una vera e propria presa in giro per i militari che si sono impegnati negli ultimi 20 anni.
26/03/2022, 01:25
29/06/2022, 17:58