Ho creato il topic solo per evidenziare un problema sociale importante...e non ho il potere di cancellare nessun post nel forum...
Il topic é di utilità per conoscere le teorie scientifiche in proposito alla psicopatia, onde cercare di evitare quell'1% circa della popolazione che sembra ne sia affetta...
Quindi, tornando in topic aggiungo altri articoli al riguardo...
Le alterazioni del cervello psicopatico
Ciò che caratterizza lo psicopatico l’egocentrismo, la irresponsabilità, la impulsività, è un parassita, assorbe tutta l’energia delle proprie vittime, ed egemonizza le dinamiche in seno al proprio ambiente (famiglia, lavoro, amici, etc.). Gli altri non sono altri ma ‘oggetti’ su cui esercitare il suo potere; è assolutamente anaffettivo, pieno di se (si sente un padreterno) e gli altri sono inetti e incapaci. Questo modo di percepire la realtà, fa di lui una persona estremamente pericolosa.
Inoltre, tutte queste caratteristiche sembrerebbero legate a differenze (strutturali e funzionali) di alcune aree del cervello. Tutte quelle aree adibite alla modulazione dei comportamenti sociali e alle emozioni.
Sembrerebbe dimostrato da alcune ricerche dell’Università del Wisconsin a Madison, della MIND Research Network e anche dagli istituti penitenziari del Wisconsin.
Caratteristiche e pericolosità delle persone psicopatiche
Lo psicopatico non è uno psicotico, quindi non ha una malattia mentale intesa in termini psichiatrici, la sua è un disordine della personalità antisociale.
Non un malato mentale dal momento che il termine più appropriato è disordine della personalità disturbata.
Lo psicopatico è una persona che riesce ad essere razionale (lo psicotico no), dietro ogni sua azione c’è un ragionamento e una strategia che è premeditata e mirata verso uno scopo.
Queste persone, sono affascinanti, manipolatori, spietati, predatori sociali che succhiano tutto ciò che possono dalla vita altrui e lasciano sempre, dietro di loro dolore, abusi, promesse mai mantenute, …
Ignorano il concetto di empatia, non sono altruisti, prendono e fanno solo ciò che a loro serve o piace, sono noncuranti delle eventuali norme o regole e non provano il minimosenso di colpa e per loro il rimorso è solo una parola vuota.
Gli psicopatici sono in grado di creare solo relazioni superficiale e mai quelle di attaccamento emotivo. Le loro relazioni sono artificiali e utilitaristiche, ovvero mirate solo al raggiungimento dei loro obiettivi che inevitabilmente porta loro un beneficio.
Grazie alla loro ferrea logica, sanno di ferire, ma non provano pietà, e non si sentono minimamente colpevoli.
Le implicazione delle loro azioni vanno dalla sfera emotiva e relazionale a quella altrettanto grave del comportamento aggressivo antisociale, impulsivo, …
Lo psicopatico non è necessariamente un violento e potrebbe non ricorrervi mai. Gli aspetti criminosi si riferiscono al fatto che potrebbe abusare dal punto di vista psicologico; l’abuso psicologico potrebbe avere danni sia fisici che psichici anche notevoli. I danni che può produrre vengono definiti con il termineSindrome da abuso narcisistico.
La psicopatia spesso non viene individuata, anche perché sono abilissimi nel celare la loro patologia anche con gli addetti ai lavori (psichiatri, psicologi, assistenti sociali, etc…) però la si nota dagli effetti che il loro agire ha sulle persone. La natura di questi atteggiamenti è predatoria, tossica, distruttiva, parassitaria, etc…
Le cause della psicopatia
La sua natura è incerta. Tende a prevalere, rispetto ad altre patologie, quella organica, che fa riferimento a cause genetiche. Sembra che esistano modificazioni genetiche presenti nel cervello, più significative rispetto a soggetti non psicopatici. Le aree cerebrali sono quelle che sono coinvolte con il senso di colpa, il ragionamento e l’empatia.
Alcuni studiosi arrivano a sostenere che questi soggetti, proprio per le loro caratteristiche, non sono propriamente umani, dal momento che le mutazioni genetiche tendono proprio a garantire la mancanza di emotività, e quindi, sempre secondo il pareri degli scienziati, si assisterebbe ad una vera e propria scelta evolutiva.
Ciò fosse vero, questi individui sono stati selezionati per essere proprio ciò che sono, cioè mostri in grado di infliggere sofferenza senza provare il minimo rimorso, in sintesi, esseri senza coscienza.
Il contesto (ambiente, famiglia, …) non conta minimamente, ovvero non influenzano la ‘creazione’ di questi soggetti.
Se questa è l’origine, al momento non esiste nessuna cura, non c’è nessuna possibilità di essere rieducati, e quindi guarire la loro condizione. Per queste persone, l’unica vita che realmente conta è solo la loro.
Le attuali conoscenze scientifiche, non sono in grado di comprendere questo disturbo che può essere patologico oppure genetico. Di fatto la loro anima è un’aberrazione.
Fonte Psicopatia
Qualsiasi anomalia della personalità capace di indurre un sofferenza per l’individuo o disturbo per la società.
La genericità della definizione rispecchia l’incertezza che permea il concetto di p., che se da un lato trapassa insensibilmente nelle comuni anomalie caratterologiche, dall’altro non sempre ha limiti netti con forme cliniche che hanno il significato di malattie mentali. Infatti, sul piano teorico è assiomatico che la p. è presente sin dalle prime età ed è sempre connaturata con la personalità. Nei confronti delle psicosi endogene, cioè della schizofrenia e della ciclotimia, la difficoltà di differenziazione è costituita dalla possibilità di forme fruste di queste malattie.
Fra le varie classificazioni proposte per le personalità psicopatiche, alcune si basano sugli elementi caratterologici più evidenti all’osservazione (classificazioni ‘asistemiche’); per es., E. Kraepelin ha distinto gli psicopatici in eccitabili, istintivi, instabili, bizzarri, bugiardi, litigiosi, antisociali ecc.; K. Schneider li ha a sua volta classificati in ipertimici, depressivi, anancastici, insicuri, fanatici, desiderosi di valore, labili dell’umore, esplosivi, disforici, amorali, freddi d’animo, abulici, astenici.
Altre classificazioni, invece, si avvalgono di particolari criteri ordinativi nella struttura della personalità (classificazioni ‘sistematiche’). E. Kahn distingue diverse categorie di psicopatici a seconda degli ‘strati’ della personalità in cui è evidente l’anomalia: psicopatici dell’istinto (anomalie dell’istinto); psicopatici distimici (anomalie del temperamento); psicopatici distonici (anomalie del carattere). E. Kretschmerha proposto due classificazioni sistematiche: una è di tipo costituzionale ed è fondata sul presupposto che l’accentuazione di alcune caratteristiche riscontrate nella maggior parte delle personalità normali dia origine alle personalità psicopatiche (questa classificazione comprende tre categorie: gli psicopatici schizoidi, caratterizzati da un’accentuazione del temperamento schizotimico; psicopatici cicloidi, per accentuazione del temperamento ciclotimico; psicopatici epilettoidi, con accentuazione del temperamento vischioso); l’altra classificazione si basa invece sul tipo di reazione alle esperienze della vita (sono presi in considerazione tre tipi di reazione: reazione primitiva, in cui non vi è elaborazione interiore dell’esperienza stessa e si giunge per un cosiddetto corto circuito alla risposta; reazione espansiva, in cui l’impressione ricevuta viene mantenuta a lungo e continuamente ripresentata alla mente, generando uno stato di estrema suscettibilità con sospettosità, interpretazioni errate, sopravvalutazione di sé, che possono portare a idee deliranti; reazione sensitiva, in cui l’elaborazione intrapsichica dell’avvenimento procede con una forte carica emotiva, mentre è impedito un normale sfogo alle reazioni destate dall’ambiente).
La teoria psicanalitica vede infine nella personalità psicotica delle nevrosi del carattere, in cui, per una situazione conflittuale, alcuni tratti del carattere sono accentuati fino a portare il soggetto a un contegno anormale, oppure perversioni nelle quali rientrano le varie psicopatie sessuali.
Fonte Treccani