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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 23/08/2020, 15:18 
Attraversano le ere cambiando identità di volta in volta [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 11/09/2020, 15:41 
Misteriosa scoperta archeologica a Roma: trovata una vasca monumentale lunga oltre 40 metri
"Una scoperta che rinnova lo stupore nei confronti di Roma e delle infinite storie che ha ancora da raccontare. Trovarsi di fronte a un tale rinvenimento ha lasciato sorpresi anche i nostri archeologi"

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Roma non smette di restituire al mondo ricordi dal passato. Di recente, infatti, è riemersa una misteriosa vasca monumentale lunga oltre 40 metri, databile al IV secolo avanti Cristo, di cui per ora gli archeologi non sono riusciti a svelare la funzione. Inoltre è emersa un’articolata stratificazione di edifici e costruzioni, per una superficie di 2 ettari di terreno, con reperti cronologicamente estesi per oltre 8 secoli di storia, è stata scoperta grazie a sofisticate tecniche di scavo tra via Ostiense e via di Malafede. Il ritrovamento è avvenuto a partire dal giugno 2019 ad oggi, grazie alle indagini di archeologia preventiva dirette dalla Soprintendenza Speciale di Roma, in una porzione di territorio molto ampia.

“Una scoperta che rinnova lo stupore nei confronti di Roma e delle infinite storie che ha ancora da raccontare. Trovarsi di fronte a un tale rinvenimento ha lasciato sorpresi anche i nostri archeologi – dichiara la soprintendente speciale Daniela Porro -. Si tratta di un contesto ricco e complesso, che sta a testimoniare quanto Roma, anche al di fuori dei suoi confini cittadini, abbia ancora tanto da regalare e da svelare ai suoi abitanti e non solo. Un altro successo dell’archeologia preventiva, essenziale per non disperdere il nostro passato, e per tutelare e per valorizzare territori che, altrimenti, resterebbero inesplorati“. Il territorio in cui è compreso anche il fosso di Malafede, abitato fin dall’età preistorica, è stato soggetto a numerose trasformazioni nel corso del tempo, come testimoniano anche i preziosi reperti recuperati durante le indagini archeologiche.

“Lo scavo, in tutta la sua grandezza, ci parla di un luogo importante – spiega Barbara Rossi, responsabile scientifico per le indagini archeologiche della Soprintendenza Speciale di Roma – che ha avuto vita per oltre otto secoli come dimostrano la quantità e soprattutto la qualità delle costruzioni ritrovate, come la vasca monumentale del IV secolo avanti Cristo rinvenuta in tutta la sua ampiezza. L’approfondito studio del gran numero di materiali che questa indagine ci ha restituito e continua a restituirci – legni, terrecotte, oggetti metallici, iscrizioni – ci potrà svelare i segreti di questo straordinario angolo del territorio di Roma”. Proprio per questo, è in fase avanzata il progetto di valorizzazione in situ di quelli che sono i più importanti ritrovamenti; valorizzazione volta a raccontare le diverse epoche e i vari insediamenti che hanno caratterizzato la zona.



http://www.meteoweb.eu/2020/09/archeolo ... e/1474910/


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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 11/09/2020, 17:57 
"vasca cerimoniale" in 3... 2... 1...



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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 03/10/2020, 15:33 
Scoperti neuroni umani in vittima eruzione Vesuvio a Ercolano


Un nuovo studio pubblicato dal Plos One, rivista scientifica americana, rivela la scoperta di neuroni umani da una vittima dell'eruzione che nel 79 d.C. seppellì Ercolano, Pompei e l'intera area vesuviana fino a 20 km di distanza dal vulcano. La scoperta è frutto del lavoro dell’antropologo forense Pier Paolo Petrone, responsabile del Laboratorio di Osteobiologia umana e Antropologia forense presso la sezione dipartimentale di Medicina legale dell’Università di Napoli Federico II, in collaborazione con geologi, archeologi, biologi, medici legali, neurogenetisti e matematici di Atenei e centri di ricerca nazionali.


"Il rinvenimento di tessuto cerebrale in resti umani antichi è un evento insolito - spiega Petrone - ma ciò che è estremamente raro è la preservazione integrale di strutture neuronali di un sistema nervoso centrale di 2000 anni fa, nel nostro caso a una risoluzione senza precedenti". L’eruzione, che causò la devastazione dell’area vesuviana e la morte di migliaia di abitanti, seppellendo in poche ore la città di Ercolano ha permesso la conservazione di resti biologici, anche umani.

"La straordinaria scoperta ha potuto contare sulle tecniche più avanzate e innovative di microscopia elettronica del Dipartimento di Scienze dell’Università di Roma Tre, un’eccellenza italiana dove le strutture neuronali perfettamente preservate sono state rese possibili grazie alla conversione del tessuto umano in vetro, che dà chiare indicazioni del rapido raffreddamento delle ceneri vulcaniche roventi che investirono Ercolano nelle prime fasi dell’eruzione", spiega Guido Giordano, ordinario di Vulcanologia presso il Dipartimento di Scienze dell’Ateneo romano. "I risultati del nostro studio mostrano che il processo di vetrificazione indotto dall'eruzione, unico nel suo genere, ha congelato le strutture cellulari del sistema nervoso centrale di questa vittima, preservandole intatte fino ad oggi", aggiunge Petrone.

Le indagini sulle vittime dell’eruzione proseguono in sintonia tra i vari ambiti della ricerca: "La fusione delle conoscenze dell’antropologo forense e del medico-legale stanno dando informazioni uniche, altrimenti non ottenibili", afferma Massimo Niola, ordinario e direttore della Uoc di Medicina legale alla Federico II. Lo studio ha anche analizzato i dati di alcune proteine già identificate dai ricercatori in un lavoro pubblicato a gennaio scorso dal New England Journal of Medicine: "Un aspetto di rilievo potrebbe riguardare l'espressione di geni che codificano le proteine isolate dal tessuto cerebrale umano vetrificato", dichiara Giuseppe Castaldo, principal investigator del Ceinge e ordinario di Scienze tecniche di Medicina di Laboratorio della Federico II.

"Tutte le trascrizioni geniche da noi identificate sono presenti nei vari distretti del cervello quali, ad esempio, la corteccia cerebrale, il cervelletto o l’ipotalamo", aggiunge Maria Pia Miano, neurogenetista presso l'Istituto di Genetica e Biofisica del Cnr di Napoli. Le indagini sui resti delle vittime dell’eruzione non si fermano qui. Il Parco archeologico di Ercolano ha inserito tra i temi di ricerca prioritari le indagini bioantropologiche e vulcanologiche per l'interesse che possono avere non solo nello stretto ambito scientifico, ma anche nel campo degli studi storici e del rafforzamento della capacità di gestire catastrofi come l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

"Gli straordinari risultati ottenuti dimostrano l'importanza degli studi multidisciplinari condotti dai ricercatori della Federico II e l'unicità di questo sito straordinario, ancora una volta alla ribalta internazionale con il suo patrimonio inestimabile di tesori e scoperte archeologiche", conclude Francesco Sirano, direttore del Parco archeologico di Ercolano. Le ricerche in corso vanno nella direzione di una ricostruzione a ritroso delle varie fasi dell’eruzione, valutando i tempi di esposizione alle alte temperature e del raffreddamento dei flussi, che hanno importanza non solo per l'archeologia e la bioantropologia, ma anche per il rischio vulcanico. Queste ed altre informazioni che verranno dagli studi in corso potranno offrire importanti parametri per la gestione delle emergenze nell'area vesuviana.


https://www.adnkronos.com/cultura/2020/ ... kKb5K.html


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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 13/12/2020, 17:56 
Pompei, gli scavi rivelano "fondata dagli etruschi"
Osanna ai Lincei, arrivati da Cere, Tarquinia Veio e Orvieto


(ANSA) - ROMA, 13 DIC - Sarebbero stati gli etruschi, molti secoli prima che la città diventasse una colonia romana, a fondare Pompei, a dare alla città la sua forma, ad organizzare le sue strade "seguendo il cielo e le stelle" come già avevano fatto per Tarquinia, Veio, Cerveteri, a costruire i suoi primi santuari, sulla via che dalla città portavano al porto, snodo dei traffici commerciali. E' l'ipotesi alla quale sembrano portare "con grande insistenza" gli studi sul materiale riportato alla luce nelle ultime campagne di scavo in corso nel parco archeologico patrimonio dell'umanità e che permetterebbe dopo secoli di sciogliere il mistero sulle origini della città seppellita dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C..


A parlarne il direttore del parco archeologico Massimo Osanna, da settembre alla guida anche della direzione generale dei musei del Mibact, che insieme all'archeologo Carlo Rescigno, accademico dei Lincei e professore di archeologia classica all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha presentato le nuove scoperte all'Accademia dei Lincei, in una tavola rotonda con Fausto Zevi, professore emerito di storia dell'arte greca e romana alla Sapienza di Roma e accademico dei Lincei, Carmine Ampolo, emerito di storia greca alla Normale di Pisa, Pier Giovanni Guzzo, per molti anni alla guida degli Scavi di Pompei, con l'introduzione dell'accademico Roberto Antonelli.
L'ipotesi, racconta Osanna, è quella di una città che viene fondata e costruita nell'arco di pochi decenni da un gruppo di persone, in parte forse anche schiavi liberati, una comunità "di lingua e cultura etrusca" che però per costruire mura, case e templi, si avvale di "maestranze locali", campane quindi e influenzate dal melting pot di culture che allora animava il territorio campano, dagli italici ai greci. Una città ricca e potente, fino ad un tragico stop. Che arrivò nel 474 a.C , per le conseguenze politiche della battaglia navale di Cuma, che i greci vinsero contro gli etruschi. Pompei, che in quello "scacchiere internazionale" era schierata dalla parte della madrepatria, di fatto dopo quella battaglia sparì, forse anche abbandonata dai suoi abitanti, per quasi un secolo. (ANSA).


https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... 2f5c7.html


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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 13/12/2020, 18:55 
vimana131 ha scritto:
Pompei, gli scavi rivelano "fondata dagli etruschi"
Osanna ai Lincei, arrivati da Cere, Tarquinia Veio e Orvieto


(ANSA) - ROMA, 13 DIC - Sarebbero stati gli etruschi, molti secoli prima che la città diventasse una colonia romana, a fondare Pompei, a dare alla città la sua forma, ad organizzare le sue strade "seguendo il cielo e le stelle" come già avevano fatto per Tarquinia, Veio, Cerveteri, a costruire i suoi primi santuari, sulla via che dalla città portavano al porto, snodo dei traffici commerciali. E' l'ipotesi alla quale sembrano portare "con grande insistenza" gli studi sul materiale riportato alla luce nelle ultime campagne di scavo in corso nel parco archeologico patrimonio dell'umanità e che permetterebbe dopo secoli di sciogliere il mistero sulle origini della città seppellita dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C..


A parlarne il direttore del parco archeologico Massimo Osanna, da settembre alla guida anche della direzione generale dei musei del Mibact, che insieme all'archeologo Carlo Rescigno, accademico dei Lincei e professore di archeologia classica all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha presentato le nuove scoperte all'Accademia dei Lincei, in una tavola rotonda con Fausto Zevi, professore emerito di storia dell'arte greca e romana alla Sapienza di Roma e accademico dei Lincei, Carmine Ampolo, emerito di storia greca alla Normale di Pisa, Pier Giovanni Guzzo, per molti anni alla guida degli Scavi di Pompei, con l'introduzione dell'accademico Roberto Antonelli.
L'ipotesi, racconta Osanna, è quella di una città che viene fondata e costruita nell'arco di pochi decenni da un gruppo di persone, in parte forse anche schiavi liberati, una comunità "di lingua e cultura etrusca" che però per costruire mura, case e templi, si avvale di "maestranze locali", campane quindi e influenzate dal melting pot di culture che allora animava il territorio campano, dagli italici ai greci. Una città ricca e potente, fino ad un tragico stop. Che arrivò nel 474 a.C , per le conseguenze politiche della battaglia navale di Cuma, che i greci vinsero contro gli etruschi. Pompei, che in quello "scacchiere internazionale" era schierata dalla parte della madrepatria, di fatto dopo quella battaglia sparì, forse anche abbandonata dai suoi abitanti, per quasi un secolo. (ANSA).


https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... 2f5c7.html


Battaglia di Cuma (474 a.C.)


Manuale
La battaglia di Cuma del 474 a.C. fu uno scontro navale combattuto a Cuma tra la flotta siceliota siracusana, guidata da Ierone I di Siracusa, e quella etrusca. Con questa vittoria i sicelioti posero fine all'espansione etrusca nell'Italia ellenica e assestarono un duro colpo[1] all'influenza politica che essi esercitavano in Italia continentale. Della situazione che si creò approfittarono i Romani, i Sanniti e i Galli.
L'evento fu di fondamentale rilievo per i siracusani, tanto da permettere ad alcuni di accostarla per importanza a quella di Salamina.[senza fonte]
Nel 415 a.C. gli Etruschi appoggeranno la fallimentare spedizione siciliana degli ateniesi contro Siracusa: ciò contribuirà ulteriormente al loro declino e alla loro fine.
Mentre con questa vittoria, e con le altre contro Atene e Cartagine, i sicelioti di Siracusa prendevano sempre più potere nel Mediterraneo.
Cronista della battaglia fu il poeta Pindaro che assistette agli scontri a bordo di un'imbarcazione siracusana.
A seguito dell'importante vittoria Ierone fece offerta presso il santuario di Zeus a Olimpia di alcuni elmi, di essi oggi ne esistono tre: due presso il Museo di Olimpia e uno al British Museum. Negli elmi, due corinzi e uno etrusco vi è un'iscrizione dedicatoria uguale per tutti, l'iscrizione recita: ΗΙΑΡΟΝ Ο ΔΕΙΝΟΜΕΝΕΟΣ / ΚΑΙ ΤΟΙ ΣΙΡΑΚΟΣΙΟΙ / ΤΟΙ ΔΙ ΤYΡΡΑΝΟΝ ΑΠΟ ΚΥΜΑΣ (Ierone figlio dei Dinomenidi e dei siracusani a Zeus dal Tirreno a Cuma)
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia ... a_(474_a.C.)


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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 27/02/2021, 17:56 
Eros e nozze, a Pompei ritrovato un carro mai visto - ESCLUSIVA
Un antico Pilentum. Osanna: "In Italia un unicum". Franceschini, "Valorizzazione e ricerca"


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Elegante e leggero, stupefacente per la complessità e la raffinatezza dei decori in stagno e bronzo, incredibile nella sua completezza, con le tracce dei cuscini, delle funi per reggere le corone di fiori, persino le impronte di due spighe di grano lasciate su un sedile. A Pompei, gli scavi della villa di Civita Giuliana non finiscono di stupire e restituiscono uno straordinario carro da parata, dipinto di rosso e rivestito da decorazioni a tema erotico, destinato forse al culto di Cerere e Venere o più probabilmente ad un’aristocratica cerimonia di nozze. “Per l’Italia un unicum-anticipa all’ANSA Massimo Osanna, direttore uscente del Parco Archeologico e responsabile scientifico dello scavo - una scoperta di grandissima importanza per l’avanzamento della conoscenza del mondo antico”. "Pompei continua a stupire con le sue scoperte e così sarà per molti anni e con venti ettari da scavare", commenta il ministro della cultura Dario Franceschini. "Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisi da tutto il mondo e, contemporaneamente, si può fare ricerca, formazione e studi. Il nuovo e giovane direttore Zuchtriegel valorizzerà questo impegno.

Potrebbe trattarsi, spiega Osanna, di un Pilentum, ovvero quello che le fonti antiche descrivono come un carro cerimoniale, un veicolo usato solo dalle élites e soltanto in contesti cerimoniali. “Uno così in Italia non si era mai visto. Il confronto si può fare unicamente con una serie di carri ritrovati quindici anni fa in una tomba della Tracia, nella Grecia settentrionale al confine con la Bulgaria”, dice Osanna. Uno in particolare di questi carri traci, precisa, “assomiglia molto al nostro, ma non è decorato”.

Scoperta a Pompei, ritrovati due corpi intatti

I pilenta, citati da Claudiano e altri, potevano appunto essere dipinti in azzurro o in rosso, come nel caso del reperto pompeiano. Riservati alle classi più abbienti, servivano per i culti religiosi, ma erano un po’ come un'automobile di alta rappresentanza. Il ritrovamento di questi giorni riapre quindi il mistero sui proprietari di questa grande villa costruita alle porte della città antica che oggi si sta riportando alla luce anche per fermare lo scempio dei tombaroli, che negli anni passati attorno a queste stanze hanno scavato cunicoli e cunicoli depredando e distruggendo. E che oggi sono sotto processo, seppure ancora a piede libero (La casa di uno degli accusati si trova proprio sul terreno nel quale si sta scavando) grazie alle indagini ancora in corso da parte della Procura di Torre Annunziata, guidata da Nunzio Fragliasso.

“Una villa molto grande e particolarmente preziosa per le indagini storiche, perché a differenza di tante altre che erano state svuotate dalle ristrutturazioni seguite al terremoto del 62 d. C., nei giorni dell’eruzione era ancora abitata”, ricorda Osanna. Si tratta, per intenderci, della stessa dimora nella quale qualche mese fa sono stati ritrovati i resti di due uomini, forse un signore con il suo schiavo, che gli archeologi del Parco hanno ricostruito con la tecnica dei calchi. E proprio qui, in una stalla a pochi passi dal portico che alloggiava il carro, sono venuti alla luce nel 2018 i resti di tre cavalli, uno dei quali sontuosamente bardato, pronto, sembrava, per mettersi in cammino. Senza parlare dell'affresco con graffito il nome della piccola Mummia, forse una bimba di casa, emerso su un altro muro, sempre a poca distanza.

Ritrovato il Sauro Bardato del generale

Il ritrovamento del carro appare quindi come una nuova, preziosa tessera nel complicato puzzle di questa storia. Tanto più che non doveva essere nemmeno l'unico, perché nel processo attualmente in corso un testimone ha menzionato la presenza di un altro carro anche questo con ricche decorazioni, finito purtroppo nelle mani dei predoni e poi sparito. L'interrogativo però rimane: a cosa serviva questo pilentum decorato e scintillante come un gioiello? Chi erano davvero i ricchi padroni di questa tenuta che con le sue favolose terrazze arrivava fino al mare?

A Pompei il mistero della piccola Mummia

“Sulla cenere indurita rimossa da uno dei due sedili abbiamo trovato impronte di spighe di grano”, rivela Osanna. Un particolare, chiarisce, che potrebbe far pensare al culto di Cerere, che a Pompei veniva onorata insieme a Venere, e quindi “alla presenza nella villa di una sacerdotessa di questi culti”. Ma non solo. Perché più semplicemente, dice, potrebbe trattarsi di un augurio di fertilità: “Le spighe sul sedile potrebbero essere l’indizio di un matrimonio celebrato da poco o che era pronto per essere celebrato.” Il mistero su chi fossero i padroni di casa, insomma rimane. Sebbene a sostegno della seconda ipotesi, ovvero quella delle nozze imminenti o appena celebrate, sembra spingere in qualche modo anche la natura decisamente erotica delle raffinate decorazioni in stagno applicate sul supporto di bronzo per ornare il retro e le fiancate del carro: una serie di amorini e di coppie di satiri e ninfe impegnate in appassionati amplessi. Saranno i restauri, già avviati nel laboratorio del Parco, e gli studi, certo, a chiarire di più. Ma intanto, conclude Osanna, "visto che le fonti antiche alludono all'uso del pilentum da parte di sacerdotesse e signore, non si esclude che potesse trattarsi di un carro usato per condurre la sposa nel nuovo focolare domestico".

L'INDAGINE , Osanna, "Il carro salvato per un soffio"

Nati da una indagine della Procura di Torre Annunziata, gli scavi della Villa di Civita Giuliana, avviati nel 2017, hanno permesso di individuare lo scempio di decine di lunghissimi cunicoli scavati con dovizia di attrezzature, negli anni, dai tombaroli locali - uno dei quali abita proprio sopra all'antica villa - e di fermarne l'attività. "Gente abile - confida all'ANSA il responsabile scientifico e direttore uscente del Parco archeologico di Pompei Massimo Osanna- che per un soffio non è arrivata a portare via anche il sontuoso carro che abbiamo appena riportato alla luce: uno dei loro cunicoli quasi sfiorava il punto in cui lo abbiamo ritrovato". Anche per questo, dice, e visto che tutti gli imputati del processo attualmente in corso sono a piede libero, una volta fatta la scoperta - era il 7 gennaio 2021 - si è deciso di procedere in tutta fretta "lavorando pure il sabato e la domenica" per non dare spazio a "fughe di notizie e alla possibilità che i criminali potessero precederci".

Un compito difficile e complesso, sottolinea l'archeologo, "perché questo nuovo reperto si trovava sei metri sotto il piano stradale e ci siamo accorti subito che si trattava un gioiello senza precedenti, per di più estremanente delicato, fragilissimo". Per liberare il carro a quattro ruote dalle concrezioni di cenere, sono intervenuti archeologi, architetti , ingegneri, restauratori, vulcanologi, operai specializzati. E poi, mano mano che lo scavo avanzava, anche paleobotanici e antropologi. Una squadra composita di tante professionalità impegnata a mettere in salvo ogni più piccolo particolare di quello che è stato individuato subito come un "reperto eccezionale", un tipo di carro largamente citato nelle fonti antiche eppure mai emerso prima d'ora da uno scavo archeologico.

Identificato nell'antico Pilentum, un veicolo usato per le cerimonie e i culti, il carro di Civita Giuliana si compone di un leggero cassone in legno dipinto che poggia su quattro alte ruote di ferro connesse tra loro da un sistema meccanico di avanzata tecnologia. Sul cassone, il cui retro e le cui fiancate sono decorate a rilievo in bronzo e stagno, era prevista una seduta, contornata da braccioli e da schienali metallici, per uno o due individui. Decorazioni molto ricche, che sui due lati lunghi vedono "l'alternanza di lamine bronzee intagliate e pannelli lignei dipinti in rosso e nero", mentre il retro è ancora più spettacolare, impreziosito da quello che gli studiosi definiscono "un articolato sistema decorativo che prevede tre distinti registri con una successione di medaglioni in bronzo e stagno con scene figurate a sfondo erotico". Le analisi archeobotaniche hanno dimostrato che si trattava di legno di faggio "particolarmente adatto a questo tipo di lavorazione". Non solo: proprio in una stalla adiacente al portico dove è stato trovato il carro, erano stati scoperti, nel 2018, i resti di tre cavalli sauri. Uno in particolare aveva ancora addosso ricche bardature in bronzo.

E' possibile, ragiona Osanna, che si trattasse proprio del sauro addetto alla conduzione del Pilentum. L'unico precedente conosciuto di questo tipo di carri è stato trovato 15 anni fa nella zona dell'antica Tracia, ovvero nella Grecia settentrionale, vicino alla Bulgaria, all'interno di una tomba con 4 sepolture e 5 carri. "Uno di questi è molto simile al nostro, ma senza decorazioni", spiega l'archeologo, che si è già messo in contatto con il responsabile del sito greco e vuole avviare uno studio comparato. Intanto resta la gratitudine per gli investigatori e i magistrati, il procuratore capo di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso e il Procuratore aggiunto Giampaolo Filippelli, con i quali è stato sottoscritto un accordo per il contrasto al saccheggio dei siti archeologici e al traffico di opere d'arte: "Se l'intera operazione non fosse stata avviata grazie alla sinergia con la Procura di Torre Annunziata, avremmo perso documenti straordinari per la conoscenza del mondo antico"


https://www.ansa.it/sito/notizie/cultur ... d08fb.html


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MessaggioInviato: 28/02/2021, 13:42 
per ognuno di questi ritrovamenti almeno 10 sono già stati trafugati e venduti dai tombaroli. Penso ai 5 bronzi di Riace di uci solo un paio sono a disposizione della collettività mentre lgi altri troneggiano in qualche villone privato o in qualche scatolone di qualche museo.

Basterebbe istituzionalizzare i tombaroli, metterli in regola e ricompensarli per i ritrovamenti magari con percentuali e royalty sui futuri ricavi derivanti dalle loro scoperte. Tanto loro cmq scavano, quanto meno lo fanno PER LO STATO e non per le i privati.



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MessaggioInviato: 09/05/2021, 19:22 
Ercolano riscopre l'ufficiale di Plinio il Vecchio
Sirano, nuova luce su una delle vittime ritrovate 40 anni fa


(ANSA) - ROMA, 09 MAG - Ad Ercolano, dove a breve riprenderanno gli scavi avviati 40 anni fa, una ricerca firmata dal direttore Francesco Sirano accende nuova luce sull'identità di una delle vittime ritrovate nel corso della prima campagna.
Inizialmente identificato come un semplice soldato, racconta all'ANSA Sirano, quest'uomo, di cui si sono conservati le ricche armi e gli strumenti da lavoro che portava in spalla, potrebbe avere avuto un ruolo più importante: "un ufficiale della flotta che partecipava alla missione di salvataggio lanciata da Plinio il Vecchio per soccorrere le popolazioni affacciate su questa parte del Golfo di Napoli". (ANSA).


https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... 96f9d.html


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MessaggioInviato: 22/07/2021, 20:26 
Incredibile scoperta archeologica a Venezia: un’antica strada romana sotto la laguna, collegata a Chioggia
Sommersa nella laguna di Venezia c'è un'antica strada romana probabilmente collegata a Chioggia



E’ una di quelle scoperte destinate a cambiare il volto di un’intera città. Una città che non aveva certo bisogno di questo per diventare affascinante ma che ora lo è ancora di più. Sommersa nella laguna di Venezia c’è un’antica strada romana. Ad annunciarlo sulla rivista Scientific Reports sono stati gli scienziati dell’Istituto di Scienze Marine di Venezia (Ismar), che hanno trovato le prove di questa via grazie alle rilevazioni sonar.

Come illustrano gli autori, in epoca romana vaste aree della laguna oggi sommerse erano accessibili via terra. A conferma di tutto questo sono stati trovati manufatti romani nelle isole e nei corsi d’acqua, ma non era chiaro il legame tra questi reperti e l’occupazione da parte del popolo di Roma. Il team, guidato da Fantina Madricardo, ha mappato il fondale tramite sonar, scoprendo 12 strutture archeologiche allineate in direzione nord-est per 1.140 metri, nell’area del Canale di Treporti.

Le strutture, alte fino a 52,7 metri e lunghe fino a 134,8 metri, sarebbero le prove concrete della presenza di un antico corso romano percorribile. Secondo i ricercatori la più grande di queste strutture è stato un molo. I dati raccolti in precedenza suggeriscono che la strada si posa su un terreno sabbioso, che durante l’epoca romana si trovava al livello del mare. Questi ritrovamenti, concludono gli autori dello studio, ci riportano a moltissimo tempo e indicano la presenza di un insediamento romano stabile che potrebbe aver percorso il Canale di Treponti. Ma non solo: la strada potrebbe essere stata collegata a una più ampia rete, utilizzata da viaggiatori e marinai per attraversare la laguna e quella che oggi è la città di Chioggia.


https://www.meteoweb.eu/2021/07/scopert ... a/1707840/


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A Pompei scoperta tomba unica, è giallo sul corpo semi mummificato
Zuchtriegel: "Una miniera di informazioni". Franceschini: "Straordinario"


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Una tomba particolarissima, a recinto, con una facciata decorata da piante verdi su fondo blu e una camera per l'inumazione in un periodo in cui nella città i corpi degli adulti venivano sempre incenerati. Ma anche un'iscrizione marmorea dalla quale arriva la prima conferma che nei teatri della colonia romana, almeno negli ultimi decenni prima dell'eruzione del 79 d.C, si recitava pure in lingua greca. E' ancora una volta una storia affascinante e piena di mistero quella che arriva dall'ultima straordinaria scoperta del Parco Archeologico di Pompei, riportata alla luce grazie ad una campagna di scavi condotta insieme con l'Università Europea di Valencia. Un ritrovamento sul quale è al lavoro un team interdisciplinare di esperti e da cui ci si aspetta tantissimo - sottolineano unanimi il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel e Llorenç Alapont dell'Università di Valencia - anche per le condizioni di conservazione del defunto, che appare in parte mummificato, la testa ricoperta di capelli bianchi, un orecchio parzialmente conservato, così come piccole porzioni del tessuto che lo avvolgeva. "Uno degli scheletri meglio conservati della città antica", anticipa all'ANSA Zuchtriegel. Di fatto, insomma, una miniera d'oro di dati scientifici. "Pompei non smette di stupire e si conferma una storia di riscatto, un modello internazionale, un luogo in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi" applaude il ministro della cultura Dario Franceschini, ringraziando "le tante professionalità dei beni culturali che con il loro lavoro non smettono di regalare al mondo risultati straordinari che sono motivo di orgoglio per l'Italia".

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Costruita subito all'esterno di Porta Sarno, uno degli importanti varchi di accesso alla città, la tomba, che risale agli ultimi decenni di vita di Pompei, appartiene a Marcus Venerius Secundio, un liberto che nella vita era stato prima il custode del Tempio di Venere, un tempio molto importante perché proprio a Venere i romani avevano intitolato la città, nonché minister degli augustali e infine, sicuramente solo dopo la manomissione, anche Augustale, ovvero membro di un collegio di sacerdoti del culto imperiale. Un ex schiavo, quindi, che dopo il riscatto aveva raggiunto un certo agio economico, abbastanza da potersi permettere una tomba di livello in un luogo assolutamente di prestigio. E tanto da potersi vantare , proprio nell'iscrizione del suo sepolcro, di aver dato "ludi greci e latini per la durata di quattro giorni", cosa che poteva assimilarlo alla classe sociale più elevata e più colta della cittadina, perché in quel periodo, spiega Zuchtriegel, nell'area del Mediterraneo "la lingua greca era un po' come oggi per noi l'inglese" , molto diffusa, quindi, ma non alla portata di tutti a Pompei dove comunque le famiglie più agiate impazzivano per Omero, Eschilo, Euripide.

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Tant'è, i primi esami sul corpo ci dicono che la morte ha colto il nostro uomo già anziano, " Doveva avere più di 60 anni e non aveva mai svolto lavori particolarmente pesanti", anticipa il direttore. Dati compatibili con le caratteristiche del suo nome, che lo indica come un ex schiavo 'pubblico', uno dei tanti che a Roma o nelle città di provincia svolgevano lavori di custodia o amministrativi. Ma perché farsi inumare, scegliendo per sé un rito che veniva usato in epoca molto più antica piuttosto che nel mondo greco ma non a Pompei dove, con la sola eccezione dei bambini, i cadaveri venivano cremati? Tra le ipotesi possibili, ragiona il direttore generale dei musei statali Massimo Osanna, quella che Marcus Venerius Secundio si sentisse o fosse estraneo al corpo sociale della città, uno straniero insomma, forse arrivato proprio da qualche altro luogo dell'impero romano o da Roma "dove in quel periodo alcune famiglie continuavano a praticare l'inumazione, cosa che diventerà poi usuale dal secolo successivo".

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I misteri non si esauriscono qui: nel recinto della tomba, alle spalle della cella sigillata nella quale era adagiato il corpo di Secundio, sono state trovate due urne, una delle quali in vetro appartiene ad una donna chiamata Novia Amabilis, forse la moglie del defunto, ipotizzano gli archeologi, per la quale si sarebbe usato un rito più propriamente pompeiano. Ma perché alla signora sarebbe stato riservato un trattamento diverso? Senza contare il giallo della parziale mummificazione del cadavere di Secundio che potrebbe essere dovuta alla perfetta chiusura della camera sepolcrale, certo, ma anche ad una pratica di imbalsamazione: "Potremo capirne di più dall'analisi dei tessuti - ci dice Alapont - dalle fonti sappiamo che determinate stoffe come l'asbesto venivano usate per l'imbalsamazione". Il professore allarga le braccia: "Anche per chi come me si occupa di archeologia funeraria da tempo, la straordinaria ricchezza di dati offerta da questa tomba, dall'iscrizione alle sepolture , ai resti osteologici e alla facciata dipinta, è un fatto eccezionale, che conferma l'importanza di adottare un approccio interdisciplinare, come l'Università di Valencia e il Parco archeologico di Pompei hanno fatto in questo progetto". Studi, analisi e nuove ricerche potranno insomma far luce su questo mistero e nello stesso tempo aggiungere tanti altri preziosi tasselli alla storia della città. Intanto si studia come includere anche la necropoli di Porta Sarno e la tomba di Secundio nell'itinerario delle visite. "Al momento purtroppo non è possibile perché il terreno su cui si trova è al di là della ferrovia Circumvesuviana, ma è solo una questione di tempo - assicura Zuchtriegel- siamo al lavoro su uno studio di fattibilità"​.


https://www.ansa.it/sito/notizie/cultur ... 8577d.html


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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 17/08/2021, 20:06 
peccato che scavino solo nei posti dove sanno già grossomodo cosa troveranno invece di scavare in posti in Italia ad ora preclusi perchè scomodi.



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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 21/04/2022, 18:31 
Natale di Roma: oggi la Città Eterna celebra la leggendaria data della fondazione
Natale di Roma: tante le leggende e i misteri che avvolgono la storia della Città Eterna, che continua a mantenere un fascino senza eguali



Nonostante si tratti di una data più leggendaria che storica, ancora oggi Roma celebra la sua fondazione il 21 aprile rispettando la tradizione che vuole la città fondata da Romolo in questo giorno del 753 a.C. sul colle Palatino. Il natale di Roma era ricordato nell’antichità dai suoi abitanti con una festa chiamata ‘Palilia’.
La leggenda dietro questa suggestiva celebrazione venne resa popolare da Marco Terenzio Varrone, scrittore e militare della Roma antica, che raccontò come Romolo avesse fondato la città il 21 aprile del 753 a.C., una data a cui giunse attraverso complicati calcoli astrologici l’amico Lucio Taruzio. Per molto tempo, la cronologia romana dipese proprio dalla data di fondazione, che scandiva gli anni tramite la locuzione latina “Ab Urbe Condita”, ovvero “dalla fondazione della città”.
Furono poi i grandi imperatori a creare clamore e curiosità intorno a questa data, iniziando a celebrarla come una sorta di propaganda imperiale. Il primo a festeggiare il Natale di Roma fu l’imperatore Claudio, nel 47, a ottocento anni dalla presunta fondazione della città: dopo di lui, in molti seguirono il suo esempio, e per il millesimo compleanno della di Roma vennero addirittura stampate delle monete celebrative.
Il Natale di Roma rappresenta ancora una data simbolo per i romani, nonché per gli appassionati di storia, affascinati dalle sue origini leggendarie.

roma nascitaImpossibile non essere affascinati dallo storico mito della fondazione avvenuta per mano di Romolo, discendente a sua volta dal figlio di Enea, l’eroe troiano giunto nel Lazio dopo la caduta di Troia. Grande mistero avvolge poi il nome stesso della città: Plutarco sostenne inizialmente che derivasse dal popolo che fondò la città, i Pelasgi, che volevano assegnarle un nome che ricordasse la loro prestanza nelle armi (Rhome), per poi proporre un’altra ricostruzione secondo cui i profughi troiani guidati da Enea arrivarono sulle coste del Lazio e fondarono una città sul colle Palatino, dandole il nome di una delle loro donne, appunto Rhome; altri ancora sostengono che derivi dal termine etrusco Ruma, in quanto è assente l’etimo indoeuropeo e proprio l’etrusco era l’unica lingua non indoeuropea della zona.

Tante insomma le leggende e i misteri che avvolgono la storia della Città Eterna, che continua a mantenere un fascino senza eguali.
Natale di Roma: tante iniziative per celebrare il 2775° compleanno della capitale

Il 2775˚ compleanno di Roma, giovedì 21 aprile, prevede un ricco calendario di visite guidate, appuntamenti didattici, inaugurazioni, mostre, concerti, spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche. E per ammirare le bellezze delle sue collezioni, Roma regala l’ingresso gratuito ai musei cittadini, mostre comprese, e all’area archeologica del Circo Massimo e al Mausoleo di Augusto (prenotazione obbligatoria su www.mausoleodiaugusto.it).

Qui di seguito gli eventi in programma, tutti con partecipazione gratuita, salvo dove diversamente indicato.

Inaugura ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, con apertura al pubblico dalle 14.30, Synesthesia, installazione interattiva e multisensoriale che vuole sviluppare nuove metodologie per mettere in relazione l’individuo con il suo ambiente, attraverso l’utilizzo e l’incontro di pratiche come il design interattivo e le scienze della salute emergenti. L’opera è costituita da una sfera irregolare e morbida con effetti fluttuanti di luce e suono che vi invita ad avvicinarvi per intraprendere una conversazione sensoriale con l’oggetto e l’ambiente.

Inaugura il 21 aprile, e apre le porte al pubblico il 22, il Planetario di Roma Capitale ospitato all’interno del Museo della Civiltà Romana. Dotato di una nuova tecnologia all’avanguardia e con nuovi spettacoli in programma, il nuovo planetario digitale, è corredato di un articolato sistema di videoproiettori ad altissimo contrasto, con risoluzione 4K ed è in grado di ricostruire con estremo realismo la superficie di Terra, Luna e Marte e di permettere di guardare oltre, nei luoghi più lontani dell’universo, tra galassie e nebulose.

Attraverso l’osservazione e il racconto, ci si può avvicinare a opere, monumenti, testimonianze artistiche e culturali meno note diffusi sul territorio. Per questo, il 21 aprile sono in programma una serie di appuntamenti guidati dai funzionari dei musei:

apertura straordinaria degli Acquedotti Claudio e Felice (ore 10.30);
visite alle rovine romane nei sotterranei del Museo Giovanni Barracco ritornate da poco accessibili al pubblico e di recente dotate di un sistema di illuminazione innovativo (ore 10; 10.45; 11.30; 12.15; 14.15; 15);
passeggiata nei Fori Imperiali alla ricerca delle tracce di antichi mestieri (ore 10.30, con interpretariato LIS);
passeggiata a Villa Borghese (ore 11.00) nei luoghi più significativi del parco come il piazzale del Museo Borghese, i giardini segreti, il Parco dei Daini, la Valle dei Platani, l’area di piazza di Siena e che terminerà al Casino dell’Orologio aperto eccezionalmente per l’occasione (con interpretariato LIS).

Nel pomeriggio, inoltre, potete visitare la collezione del Museo della Scuola Romana presso il Casino Nobile di Villa Torlonia (ore 16.00), la Galleria d’Arte Moderna con il suo chiostro delle sculture e la mostra in corso sulla videoarte (ore 16.00) e i Musei Capitolini con la mostra Cursus Honorum. Il governo di Roma prima di Cesare (alle 17), incentrata sulle cariche pubbliche dei magistrati di età repubblicana, aspetto fondamentale della vita politica di Roma antica.

Sabato 23 e domenica 24 dalle 10 alle 18 a Villa di Massenzio, vi attende la rievocazione storica Ab urbe Condita per conoscere i gesti, le abitudini, i riti e i modi di vivere di chi ha vissuto prima di noi.

Per le visite guidate è obbligatoria la prenotazione al contact center 060608, fino a esaurimento dei posti.

Nell’area del Circo Massimo, il Gruppo Storico Romano ricorda, come da tradizione, il compleanno dell’Urbe proponendo, dalle 9 del 21 aprile alle 21 del 24 aprile, un ricco programma con rappresentazioni di antichi riti e feste e spettacoli di rievocazione storica. Nei quattro giorni, all’interno dell’area allestita come Castrum imperiale e repubblicano, si succederanno incontri con autori, musica, mostre fotografiche e laboratori didattici per bambini.

Giovedì 21 aprile: alle 15, il Tracciato del solco, la rievocazione della fondazione di Roma; alle 16.30, rappresentazione dell’antica Festa delle Palilie; alle 18.15, rito del Rinnovo del Fuoco Sacro; alle 19.30, Benedictio Urbi.

Sabato 23 aprile dalle 15 alle 16.30, si svolge la rievocazione storica di una partita di Harpastum, l’antico gioco romano con la palla.

Domenica 24 aprile, appuntamento con il corteo storico composto da circa 1.000 rievocatori in costume. Partenza alle 11.00 circa dal Circo Massimo. Dopo aver percorso via dei Cerchi, via di San Gregorio, via Celio Vibenna, Colosseo, via dei Fori Imperiali, via San Pietro in Carcere, via del Campidoglio, via Teatro di Marcello, via Luigi Petroselli, via dei Cerchi, il corteo termina, alle 13.30 circa, al Circo Massimo. Nel pomeriggio, le esibizioni dei gruppi storici partecipanti si concludono con la ricostruzione della battaglia di Bedriaco.

Venite a scoprire e conoscere il più antico teatro di Roma, il Teatro Valle Franca Valeri, inaugurato nel 1727 con la visita guidata in programma alle 19 (disponibile allo stesso orario fino a domenica 24 aprile), dal titolo Viaggio al centro del teatro. Potrete scoprire i segreti di attori, registi e tecnici e le abitudini degli spettatori (prenotazione obbligatoria online su www.teatrodiroma.net).

Le iniziative per il 2775˚ Natale di Roma sono promosse da Roma Capitale in collaborazione con l’ Istituzione Sistema Biblioteche di Roma, la Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali, i Municipi I, VI, VIII, IX, X, XV, il Gruppo Storico Romano e con alcune delle principali istituzioni culturali cittadine: Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Azienda Speciale Palaexpo, Casa del Cinema, Fondazione Cinema per Roma, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Tor Bella Monaca, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Teatro Villa Pamphilj. Comunicazione a cura di Zètema Progetto Cultura.

La giornata di festa del 21 aprile comincia alle ore 8.30 con la deposizione da parte del Sindaco di una corona di alloro al Sacello del Milite Ignoto, presso l’Altare della Patria. La Cerimonia si svolge alla presenza del Comandante del Comando Militare della Capitale e del Comandante del Corpo della Polizia Locale di Roma Capitale, con il Gonfalone di Roma Capitale scortato dal Drappello d’Onore, la Bandiera d’Istituto e la Banda musicale.


https://www.meteoweb.eu/2022/04/natale- ... e/1665437/


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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 28/11/2022, 18:26 
Autentiche le monete d'oro dell'imperatore romano 'fantasma'
Unica prova dell'esistenza di Sponsiano

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Sono autentiche le monete d'oro che riportano l'effige di un ‘fantasma’ della storia, l'usurpatore dell'Impero romano Sponsiano: scoperte in Transilvania nel 1713 e ritenute finora dei falsi, sarebbero in realtà vere nonché l'unica prova dell'esistenza in vita di questo misterioso comandante dell'esercito, che avrebbe preso illegittimamente il potere nella provincia romana della Dacia intorno al 260 d.C.

Lo suggeriscono le analisi scientifiche condotte sui reperti dai ricercatori dell'University College di Londra e dall'Università di Glasgow. I risultati sono pubblicati sulla rivista Plos One.

Sebbene le monete trovate in Transilvania abbiano uno stile simile a quello delle monete romane della metà del III secolo, differiscono per alcuni tratti e per il modo in cui sono state prodotte: questo ha indotto molti esperti a liquidarle come dei falsi. D'altra parte, però, le monete sono insolite rispetto ai falsi che sarebbero stati di interesse per i collezionisti del passato. Inoltre, nel 1713, 'Sponsiano' non era noto come un nome realmente esistito nell'antica Roma.

Per fare luce sul mistero, i ricercatori guidati da Paul Pearson hanno condotto un'indagine più approfondita sulle monete usando diverse tecniche come il microscopio ottico, l'imaging a ultravioletti, la microscopia elettronica a scansione e la spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (Ftir). Dalle analisi sono emerse profonde micro-abrasioni tipiche delle monete che sono state in circolazione per molto tempo. La composizione chimica dei depositi di terra presenti sulla loro superficie dimostra inoltre che le monete sono state sepolte per un lungo periodo prima di essere riportate alla luce. Questi indizi, messi insieme, indicano dunque che le monete sono autentiche.

"L'analisi scientifica di queste monete ultra rare salva l'imperatore Sponsiano dall'anonimato", commenta Pearson. "Le nostre prove suggeriscono che governasse la Dacia romana, un isolato avamposto di estrazione dell'oro, in un momento in cui l'impero era assediato da guerre civili e le terre di confine erano invase da saccheggiatori".


https://www.ansa.it/canale_scienza_tecn ... bbd03.html


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 Oggetto del messaggio: Re: ROMA, caput Mundi
MessaggioInviato: 02/03/2023, 21:16 
Sensazionale scoperta vicino alla Torre di Pisa, rinvenuti resti di domus romane

Gli scavi hanno portato alla luce suppellettili, monete e una testa di leone di terracotta

Ritrovati i resti di alcune domus romane a due passi dalla Torre di Pisa. Lo scavo archeologico in piazza Andrea Del Sarto, diretto dal professore Fabio Fabiani del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, ha preso avvio lo scorso settembre 2022 e, dopo un breve periodo di pausa, è stato riaperto nel gennaio 2023. Le indagini finora hanno messo in luce i resti di una o più domus romane degli inizi del I secolo d.C., provviste di pavimenti decorati ancora eccezionalmente conservati e spazi scoperti, probabilmente giardini fiancheggiati da portici. Le gronde erano bordate da gocciolatoi in terracotta, di cui faceva parte un frammento di testa di leone.

Tra le stanze meglio conservate c’è un triclinio, ossia una sala da pranzo, dove i convitati mangiavano e conversavano sdraiati su tre letti sistemati sui lati e sul fondo della stanza, attorno ad un riquadro pavimentale, una sorta di tappeto riccamente decorato. Fra gli ultimi ritrovamenti ci sono poi grandi quantità di frammenti dei rivestimenti delle pareti, in intonaco dipinto, che conservano colori estremamente vivaci e indicano il notevole livello di ricchezza degli abitanti. Molte poi le suppellettili: stoviglie che ancora recano il marchio di fabbrica di officine pisane del I secolo d.C., contenitori da trasporto per vino, olio e salse di pesce, lucerne, pedine da gioco, gemme incise e numerose monete.

Al momento, lo scavo ha riguardato solo una porzione della piazza, ma i resti delle strutture antiche si estendono sicuramente su tutta l’area. È verosimile che le domus appartenessero allo stesso quartiere residenziale di cui facevano parte le abitazioni già scavate nella vicina Piazza Dei Miracoli, fiancheggiando l’antico fiume Auser. Quest’ultimo, oggi scomparso dal paesaggio urbano, caratterizzava infatti, insieme all’Arno, la Pisa romana.

Lo scavo in Piazza del Sarto ha infatti indagato un ulteriore tratto di questo antico fiume, oltre a quello già scavato presso la stazione di Pisa San Rossore dove sono stati trovati i relitti delle ormai celebri imbarcazioni romane. Tra le sabbie del dell’antico alveo, sono state recuperate grandi quantità di contenitori da trasporto, merci di vario tipo e frammenti del fasciame ligneo di antiche imbarcazioni.


Nei secoli seguenti quest’area venne progressivamente abbandonata. Nel IV secolo d.C., quando ormai le domus avevano cessato di essere utilizzate, questa zona della città continuò ad essere frequentata: ne sono prova i resti di strutture (muri e pavimenti in terra battuta) e le ceramiche che lo scavo ha permesso di recuperare. Tra fine IV-V secolo d.C., nell’area ormai diventata periferica si cominciarono a seppellire i defunti in semplici fosse scavate nella terra. Tra VI e VII secolo d.C., infine, la zona diventò un luogo di recupero di materiale da costruzione. In un momento in cui la città aveva evidentemente ‘fame’ di materiali per realizzare nuove opere, si dette avvio ad operazioni di smontaggio dei muri delle domus, per recuperarne le pietre. Le tracce di questo intervento sono lunghe e profonde trincee che attraversano tutto lo scavo.

L’occasione delle indagini archeologiche è stata offerta dagli scavi per la posa di condutture realizzati da Acque SpA. Allo scavo partecipano studenti e studentesse di Archeologia dell’Università di Pisa e non solo, assegnisti di ricerca, dottorandi e specializzandi.


https://www.meteoweb.eu/2023/03/resti-d ... 001210652/


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