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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 09/07/2019, 19:31 
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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 11/07/2019, 11:28 
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SE QUESTI FATTI FOSSERO SUCCESSI A QUALSIASI DESTRA .......... PRIME, SECONDE E TERZE PAGINE PER SETTIMANE, SUI GIORNALONI!!!

POI CI SI LAMENTA DELLA CHIESA: QUESTI STANNO FACENDO ALLO STESSO MODO (PURTROPPO).

[:(!]



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 11/07/2019, 16:38 
Gli assistenti sociali crollano: ecco le bugie per strappare i bimbi alle famiglie

06/07/2019 – Proseguono infatti gli interrogatori del tribunale di Reggio Emilia, facendo emergere dettagli inquietanti. Dettagli che danno forma alla “storia degli orrori”.

“Io non sono mai stata in quella casa”. Risponde così – davanti ai magistrati – una delle assistenti sociali dell’Unione Val D’enza indagata nell’inchiesta della Procura, quando in tribunale le viene chiesto se avesse mai veramente controllato le condizioni dell’abitazione in cui viveva una di quelle piccole vittime strappate ai propri genitori naturali. A rivelarlo sono le parole, scritte nero su bianco, in un verbale d’interrogatorio riportato in un tweet dall’account ufficiale della trasmissione Chi l’ha visto?, in onda su Rai3.

Nella relazione stilata dall’assistente sociale – come riportato dalle carte visionate, la descrizione di una casa fatiscente e inadeguata, priva del necessario per la crescita di un bambino. Ma l’operatrice, in quella casa, non ci aveva mai messo piede. Mai. Non aveva nemmeno controllato se effettivamente i genitori – Massimo e Gilda Camparini – fossero o meno in grado di accudire la propria figlia.

Nelle carte degli assistenti sociali si legge: “La casa appare spoglia e le operatrici non hanno visualizzato giocattoli”. Peccato che in quella casa nessuno ci fosse in realtà mai entrato. E così venivano redatti verbali pieni di menzogne e falsità, come hanno testimoniato le successive verifiche dei carabinieri. Infatti, “in un sopralluogo di pochi mesi successivi, i militari rilevavano nel domicilio una condizione positiva e assolutamente diversa da quella riscontrata e descritta nella relazione del servizio sociale”.

Una casa come tutte le altre, quella della famiglia Camparini. Almeno per i carabinieri che hanno fatto emergere la verità dei fatti. Una casa colma di giocattoli, videogiochi di ultima generazione e, persino, con un piccolo calcio balilla. E ancora, fotografie dove era ritratto il piccolo nei suoi primi anni di vita insieme ai suoi genitori e ai nonni. Quei nonni contro i quali i servizi sociali avevano più volte puntato contro il dito.

Il copione sembra ripetersi. La strategia sembra essere sempre più chiara. Si puntava sulle condizioni presunte pessime condizioni della casa, sulla precaria salute dei bambini e, altre volte, perfino sui litigi familiari, su abusi e violenze mai commesse. Così come è accaduto a Michele che, in un’intervista esclusiva a noi rilasciata, aveva raccontato i dettagli delle false relazioni stilate dai servizi sociali con il solo obiettivo di portare via i suoi due bambini. Un sistema pensato nei dettagli. Una strategia perversa che, per anni, ha permesso agli artefici dei fatti di lucrare sulla pelle dei bambini. Il tutto per soldi e ideologia. – [IlGiornale.it]

Guarda su youtube.com


http://www.lonesto.it/?p=50959&fdx_swit ... RSZAAoJ1JA



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 12/07/2019, 17:08 
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https://www.facebook.com/siamoitalianiv ... 338759022/



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 12/07/2019, 17:22 
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Sembra un uomo pensoso e forse triste, Francesco Morcavallo. Se davvero lo è, il motivo è una sconfitta. Perché, malgrado una battaglia durata quasi quattro anni, non è riuscito a smuovere di un millimetro quello che ritiene un «meccanismo perverso» e insieme «il più osceno business italiano»: il troppo facile affidamento di decine di migliaia di bambini e bambine all’implacabile macchina della giustizia.

Dal settembre 2009 al maggio 2013 giudice presso il Tribunale dei minorenni di Bologna, Morcavallo ne ha visti tanti, di quei drammatici percorsi che iniziano con la sottrazione alle famiglie e finiscono con quello che lui definisce l’«internamento» (spesso per anni) negli istituti e nelle comunità governati dai servizi sociali. Da magistrato, Morcavallo ha combattuto una guerra anche culturale contro quello che vedeva intorno a sé. Ha tentato di correggere comportamenti scorretti, ha cercato di contrastare incredibili conflitti d’interesse. Ha anche denunciato abusi e qualche illecito. È stato a sua volta colpito da esposti, e ne è uscito illeso, ma poi non ce l’ha fatta e ha cambiato strada: a 34 anni ha lasciato la toga e da pochi mesi fa l’avvocato a Roma, nello studio paterno. Si occupa di società e successioni. E anche di diritto della famiglia, la sua passione.

Dottor Morcavallo, quanti sono in un anno gli allontanamenti decisi da un tribunale dei minori «medio», come quello di Bologna? Sono decine, centinaia?

Sono migliaia. Ma la verità è che nessuno sa davvero quanti siano, in nessuna parte d’Italia. Lo studio più recente, forse anche l’unico in materia, è del 2010: il ministero del Lavoro e delle politiche sociali calcolava che al 31 dicembre di quell’anno i bambini e i ragazzi portati via dalle famiglie fossero in totale 39.698. Solo in Emilia erano 3.599. Ma la statistica ministeriale è molto inferiore al vero; io credo che un numero realistico superi i 50 mila casi. E che prevalga l’abbandono.

L’abbandono?

Quando arrivai a Bologna, nel 2009, c’erano circa 25 mila procedimenti aperti, moltissimi da tanti, troppi anni. Trovai un fascicolo che risaliva addirittura al 1979: paradossalmente si riferiva a un mio coetaneo, evidentemente affidato ancora in fasce ai servizi sociali e poi «seguito» fino alla maggiore età, senza interruzione. Il fascicolo era ancora lì, nessuno l’aveva mai chiuso.

E che cos’altro trovò, al Tribunale di Bologna?

Noi giudici togati eravamo in sette, compreso il presidente Maurizio Millo. Poi c’erano 28-30 giudici onorari: psicologi, medici, sociologi, assistenti sociali.


Come si svolgeva il lavoro?

I collegi giudicanti, come previsto dalla legge, avrebbero dovuto essere formati da due togati e da due onorari: scelti in modo automatico, con logiche neutrali, prestabilite. Invece regnava un’apparente confusione. Il risultato era che i collegi si componevano «a geometria variabile». Con un solo obiettivo.

Cioè?

In aula si riuniva una decina di giudici, che trattavano i vari casi; di volta in volta i quattro «decisori» che avrebbero poi dovuto firmare l’ordinanza venivano scelti per cooptazione, esclusivamente sulla base delle opinioni manifestate. Insomma, tutto era organizzato in modo da fare prevalere l’impostazione dei servizi sociali, sempre e inevitabilmente favorevoli all’allontanamento del minore.

E lei che cosa fece?

Iniziai da subito a scontrarmi con molti colleghi e soprattutto con il presidente Millo. Le nostre impostazioni erano troppo diverse: io sono sempre stato convinto che l’interesse del minore debba prevalere, e che il suo restare in famiglia, là dov’è possibile, coincida con questo interesse. È la linea «meno invasiva», la stessa seguita dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Gli altri giudici avevano idee diverse dalle sue?

Sì. Erano per l’allontanamento, quasi sempre. Soltanto un collega anziano la vedeva come me: Guido Stanzani. Era magistrato dal 1970, un uomo onesto
e serio. E anche qualche giudice onorario condivideva il nostro impegno: in particolare lo psicologo Mauro Imparato.

Che cosa accadeva? Come si aprivano i procedimenti?

Nella stragrande maggioranza dei casi si trattava di allontanamenti dalle famiglie per motivi economici o perché i genitori venivano ritenuti «inadeguati».

Che cosa vuol dire «inadeguato»?

Basta che arrivi una segnalazione dei servizi sociali; basta che uno psicologo stabilisca che i genitori siano «troppo concentrati su se stessi». In molti casi, è evidente, si tratta di vicende strumentali, che partono da separazioni conflittuali. Il problema è che tutti gli atti del tribunale sono inappellabili.

Perché?

Perché si tratta di provvedimenti formalmente «provvisori». L’allontanamento dalla famiglia, per esempio, è per sua natura un atto provvisorio. Così, anche se dura anni, per legge non può essere oggetto di una richiesta d’appello. Insomma non ci si può opporre; nemmeno il migliore avvocato può farci nulla.

Tra le cause di allontanamento, però, ci sono anche le denunce di abusi sessuali in famiglia. In quei casi non è bene usare ogni possibile cautela?

Dove si trattava di presunte violenze, una quota comunque inferiore al 5 per cento, io a Bologna ho visto che molti casi si aprivano irritualmente a causa di lettere anonime. Era il classico vicino che scriveva: attenzione, in quella casa molestano i figli. Non c’era nessuna prova. Ma i servizi sociali segnalavano e il tribunale allontanava. Un arbitrio e un abuso grave, perché una denuncia anonima dovrebbe essere cestinata. Invece bastava a giustificare l’affido. Del resto, se si pensa che molti giudici onorari erano e sono in conflitto d’interesse, c’è di che capirne il perché.

Che cosa intende dire?

Chi sono i giudici onorari? Sono psicologi, sociologi, medici, assistenti sociali. Che spesso hanno fondato istituti. E a volte addirittura le stesse case d’affido che prendono in carico i bambini sottratti alle famiglie, e proprio per un’ordinanza cui hanno partecipato.

Possibile?

A Bologna mi trovai in udienza un giudice onorario che era lì, contemporaneamente, anche come «tutore» del minore sul cui affidamento dovevamo giudicare.

Ma sono retribuiti, i giudici onorari?

Sì. Un tanto per un’udienza, un tanto per ogni atto. Insisto: certi fanno 20-30 udienze a settimana e incassano le parcelle del tribunale, ma intanto lavorano anche per gli istituti, le cooperative che accolgono i minori. È un business osceno e ricco, perché quasi sempre bambini e ragazzi vengono affidati ai centri per mesi, spesso per anni. E le rette a volte sono elevate: ci sono comuni e aziende sanitarie locali che pagano da 200 a oltre 400 euro al giorno. Diciamo che il business è alimentato da chi ha tutto l’interesse che cresca.

È una denuncia grave. Il fenomeno è così diffuso? Possibile che siano tutti interessati, i giudici onorari? Che tutti i centri d’affido guardino solo al business?

Ma no, certo. Anche in questo settore c’è il cattivo e c’è il buono, anzi l’ottimo. Ovviamente c’è chi lavora in modo disinteressato. Però il fenomeno si alimenta allo stesso modo per tutti. I tribunali dei minori non scelgono dove collocare i minori sottratti alle famiglie, ma guarda caso quella scelta spetta ai servizi sociali. Comunque la crescita esponenziale degli affidi e delle rette è uguale per i buoni come per i cattivi. E c’è chi ci guadagna.

Per lei sono più numerosi gli istituti buoni o i cattivi?

Non lo so. A mio modo di vedere, buoni sono quelli che favoriscono il contatto tra bambini e famiglie. Ce ne sono alcuni. Io ne conosco 2 o 3.

Ma, scusi: i giudici onorari chi li nomina?

Il diretto interessato presenta la domanda, il tribunale dei minori l’approva, il Consiglio superiore della magistratura ratifica.

E nessuno segnala i conflitti d’interessi? Nessuno li blocca?

Dovrebbero farlo, per legge, i presidenti dei tribunali dei minori. Potrebbe farlo il Csm. Invece non accade mai nulla. L’associazione Finalmente liberi, cui ho aderito, è tra le poche che hanno deciso d’indagare e lo sta facendo su vasta scala. Sono stati individuati finora un centinaio di giudici onorari in evidente conflitto d’interessi. Li denunceremo. Vedremo se qualcuno ci seguirà.

Quanto può valere quello che lei chiama «business osceno»?

Difficile dirlo, nessuno controlla. In Italia non esiste nemmeno un registro degli affidati, come accade in quasi tutti i paesi occidentali.

Ipotizzi lei una stima.
Sono almeno 50 mila i minori affidati: credo costino 1,5 miliardi l’anno. Forse di più.

Torniamo a Bologna. Nel gennaio 2011 accadde un fatto grave: un neonato morì in piazza Grande. Fu lì che esplose il conflitto fra lei e il presidente del tribunale dei minori. Come andò?
La madre aveva partorito due gemelli dieci giorni prima. Uno dei due morì perché esposto al freddo. Che cosa era successo? In realtà la famiglia, dichiarata indigente, aveva altri due bambini più grandi, entrambi affidati ai servizi sociali. Il caso finì sulla mia scrivania. Indagai e mi convinsi che quella morte era dovuta alla disperazione. I genitori avevano una casa, contrariamente a quel che avevano scritto i giornali, ma ne scapparono perché terrorizzati dalla prospettiva che anche i due neonati fossero loro sottratti.

E a quel punto che cosa accadde?

Il presidente Millo mi chiamò. Disse: convochiamo subito il collegio e sospendiamo la patria potestà. Risposi: vediamo, prima, che cosa decide il collegio. Millo avocò a sé il procedimento, un atto non previsto da nessuna norma. Allora presentai un esposto al Csm, denunciando tutte le anomalie che avevo visto. E Stanzani un mese dopo fece un altro esposto. Ne seguirono uno di Imparato e uno degli avvocati familiaristi emiliani.

Fu allora che si scatenò il contrasto?

Sì. Fui raggiunto da un provvedimento cautelare disciplinare del Csm. Venni accusato di avere detto che nel Tribunale dei minori di Bologna si amministrava una giustizia più adatta alla Corea del Nord, di avere denigrato il presidente Millo. Fui trasferito a Modena, come giudice del lavoro. Venne trasferito anche Stanzani, mentre Imparato fu emarginato. Nel dicembre 2011, però, la Cassazione a sezioni unite annullò quella decisione criticando duramente il Csm perché non aveva ascoltato le mie ragioni, né aveva dato seguito alle mie denunce.

Così lei tornò a Bologna?

Sì. Ma per i ritardi del Csm, anch’essi illegittimi, il rientro avvenne solo il 18 settembre 2012. Millo nel frattempo era andato via, ma non era cambiato gran che. Fui messo a trattare i casi più vecchi: pendenze che risalivano al 2009. Fui escluso da ogni nuovo procedimento di adottabilità. Capii allora perché un magistratro della procura generale della Cassazione qualche mese prima mi aveva suggerito di smetterla, che stavo dando troppo fastidio a gente che avrebbe potuto farmi desistere con mezzi potenti.

Sta dicendo che fu minacciato?

Mettiamola così: ero stato caldamente invitato a non rompere più le scatole. Capii che era tutto inutile, che il muro non cadeva. Intanto, in marzo, Stanzani era morto. Decisi di abbandonare la magistratura.

E ora?

Ora faccio l’avvocato. Ma lavoro da fuori perché le cose cambino. Parlo a convegni, scrivo, faccio domande indiscrete.

Che cosa chiede?

Per esempio che i magistrati delle procure presso i tribunali dei minori vadano a controllare i centri d’affido: non lo fanno mai, ma è un vero peccato perché troverebbero sicuramente molte sorprese. Chiedo anche che il Garante nazionale dell’infanzia mostri più coraggio, che usi le competenze che erroneamente ritiene di non avere, che indaghi. Qualcuno dovrà pur farlo. È uno scandalo tutto italiano: va scoperchiato.

https://www.radiospada.org/2019/07/ero- ... 0kBZpoAqJk



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 12/07/2019, 19:50 
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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 12/07/2019, 20:23 
MA IN TV SI PARLA ... D'ALTRO!
C'E' DI MEZZO IL PD ............

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MIRANDOLA. Per assistere i bambini portati via alle famiglie nella sempre più equivoca vicenda dei pedofili e satanisti della Bassa sono stati spesi 3 milioni e mezzo di euro. Senza contare i 220 mila di spese legali, pagate anche oltre il diciottesimo anno di età. Finché non si è preferito attingere al gratuito patrocinio messo a disposizione dalla Stato per i non abbienti nei processi.

Le cifre le ha finalmente rese note l’Unione dei Comuni Area Nord, in risposta all’ultima sollecitazione-interrogazione del consigliere Antonio Platis, di Forza Italia. La nuova responsabile del servizio minori, dottoressa Pongiluppi, ha sottolineato essersi trattato di “un’attività istruttoria complessa”. Si scopre così che per pagare l’affido, le spese extra affido e soprattutto le spese per “assistenza psicologica” sono volate cifre da capogiro.

Un esempio. Il “bambino 9”, come lo qualifica l’Area servizi alla persona, per tutelarne la privacy, è costato di affido (cioè soldi versati alla famiglia affidataria) 105mila euro.

E ne è costati ben 150mila di assistenza psicologica. Oltre ad una quota parte degli 80mila euro aggiuntivi che la risposta all’interrogazione attribuisce ad esempio a spese scolastiche, extra e mediche.

Che esista anche una forma di lucro nell’accettare bambini in affido lo si era in effetti già capito, quando scoppiarono all’epoca le polemiche per casi decisamente border-line.

Oggi l’Ausl certifica meglio cosa hanno incassato in media le famiglie che hanno appoggiato i servizi sociali e la procura nel sostenere la credibilità delle accuse di pedofilia e satanismo ai danni dei bambini che venivano loro affidati. Nella risposta si quantificano cifre mensili che arrivano a 700 euro, con un costo medio di 550 euro mensili... “dal 1996 al 2011”.

Ben maggiori le cifre erogate agli assistenti del Centro Aiuto al bambino - Cenacolo Francescano di Reggio Emilia, in un caso (bambino 6), il doppio di quanto erogato alla famiglia affidataria: 177mila euro. Ad esempio per la cosiddetta “fascia A” (che ha riguardato 5 “utenti”), la cifra mensile sborsata tra Ausl e Comuni è stata di 1400 euro al mese, per la fascia B (5 utenti) sono 1290 euro al mese a bambini), per la C (5 utenti), 1190 euro mensili, per la D (3 utenti), 1032 euro. Attenzione, si parla di bambini, ma in realtà i soldi hanno continuato a scorrere anche dopo. Laddove, precisa la risposta dei Servizi “si è ravvisato indispensabile” “hanno continuato a ricevere l’assistenza e la cura del Centro cenacolo francescano fino al compimento del ventunesimo anno, al costo mensile di 700 euro”.

«Perchè - ha ricordato Platis - dal 2002 Ausl e Comuni hanno deciso che gli esperti che avevano in casa non erano più idonei “data la complessità dei casi trattati”, considerando questo centro “più attrezzato e specializzato sui temi dell’abuso”. Ma a consultare il libro del compianto don Ettore Rovatti si legge che del Cenacolo Francescano facevano parte operatori interni al servizio Ausl. Incompetenti dentro, e competenti fuori, a 1400 euro a bambino? Vorrei capire...». Per queste e altre ragioni, Platis - che sulle spese legali ha già presentato un esposto alla Corte dei Conti - ha chiesto ulteriori chiarimenti al revisore dei conti dell’Ausl, e altre precisazioni. Si vedrà, ma la vicenda resta seria e delicata.

https://gazzettadimodena.gelocal.it/mod ... ktl3GrmwXw



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 13/07/2019, 14:05 
QUESTI FATTI SI LEGGONO SOLO SU QUOTIDIANI DI DESTRA O CENTRO DESTRA ......... [;)]

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Anche allora i bambini sarebbero stati plagiati per poi venire allontanati dalle loro famiglie grazie a finte accuse e falsi pretesti. Sono questi i dati principali dell’inchiesta sui “diavoli della Bassa modenese”. Un film già visto.

La storia risale alla fine degli anni novanta. Tra il 1997 e il 1998, 16 bambini vennero allontanati dalle proprie famiglie su indicazione dei servizi sociali. L’accusa mossA contro i genitori era raccapricciante. I bambini sarebbero stati infatti vittime di una rete satanica di pedofili. Una setta che avrebbe costretto i minori a compiere atti sessuali e violenze.
Nessuno di quei bambini è mai più tornato a casa.

Nel 2014 le indagini si conclusero con l’assoluzione di almeno metà degli indagati, ma durante gli anni segnati dai processi e macchiati dalle accuse risultate poi infondate, una madre si è suicidata gettandosi dal quinto piano, il parroco accusato nella vicenda ha avuto un infarto, altre due madri sono morte in carcere e un altro indagato ha perso la vita dopo essere stato condannato.

I dettagli che si aggiungono alla storie nell’inchiesta “Veleno”, condotta dal giornalista Paolo Trincia, inducono inevitabilmente a terribili sospetti. Pare che, durante le sedute con i bambini, gli assistenti sociali della Asl manovrassero i piccoli per poi convincerli a raccontare cose mai successe.

Dopo venti lunghi anni dallo scandalo dei "diavoli della Bassa" un filo rosso potrebbe unire le indagini a quelle di "Angeli e Demoni". Molti indizi uniscono i due casi. Troppe somiglianze lasciano pensare che niente sia cambiato.

La tecnica utilizzata dagli psicologi infantili è sempre la stessa, inculcare nella mente dei bambini “falsi ricordi” di terribili episodi di abusi per poi spingerli a denunciare tutto. L’altro punto d’incontro tra le due storie degli orrori riguarderebbe gli interessi economici. Veleno, infatti, dimostra come gran parte delle stranezze derivasse anche dall’ingaggio di aziende private per la sanità e l’assistenza sociale e dai conflitti di interesse che si andavano a creare tra queste e le amministrazioni pubbliche. Elementi questi, che ritroviamo anche nell’inchiesta di Reggio Emilia. Ma c’è di più. Il collegamento diretto tra le due storie riguarderebbe le persone coinvolte.

Come ha sottolineato lo stesso Trincia, tra gli arrestati della procura c’è Claudio Foti. Da anni uno degli psicoterapeuti più conosciuti sul tema degli abusi sessuali nonchè fondatore del Centro Studi Hansel e Gretel di Torino. Lo stesso centro di cui facevano parte proprio le psicologhe che interrogarono i bambini di "Veleno". Il metodo utilizzato dal professore è sempre stato solo uno: quello dell’"ascolto empatico" dei bambini sospettati di abusi. Utile ad indurre i monori a ricordare i maltrattamenti subiti nel passato.

Eppure, quando alla fine del processo dei “diavoli della Bassa”, nel 2013, la corte d’appello assolve gli imputati, per l’ennesima volta, le parole rivolte agli inquirenti e sopratutto agli psicologi che per anni avevano interrogato i bambini, non lasciano spazio ad interpretazioni. Il loro approccio viene definito “assolutamente censurabile (…) perchè del tutto impropriamente veicola nella mente dei bambini dati e informazioni che ne possono contaminare ogni successivo racconto”.

Ma allora perchè psicologi, operatori dei servizi sociali, associazioni private e tutti coloro che avevano preso parte al sistema che ha scatenato l’inferno e strappato via, ingiustamente, i bambini alle proprie famiglie dopo che i casi sono stati chiusi e si è appurato l’”assurdità del metodo” utilizzato non sono mai stati indagati? Perchè nessuno di loro è mai stato preso in causa con l’accusa di aver distrutto intere famiglie, plagiato la mente di bambini innocenti? E ancora, perchè se quegli stessi nomi erano già stati individuati venti anni fa adesso sono ancora lì?

Torniamo ai fatti più recenti. Dalle carte dell’ordinanza della procura di Reggio Emilia sull’inchiesta "Angeli e Demoni" emerge uno stretto legame tra gli indagati e il tribunale dei minori di Bologna. Conoscenze che inducono a sospettare che anche i giudici minorili, in qualche modo, potessero cedere ad alcune richieste degli “amici” e magari riuscire a deviare le indagini a loro favore.

Luca Ramponi, il giudice che ha predisposto le misure cautelari nei confronti del sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, accusato di abuso d’ufficio e falso, individua la sua “capacità di influenza e i contatti a diversi livelli politico-amministrativi, nei settori di competenza ma anche con l’autorità giudiziaria minorile.” Dalle intercettazioni emerge una conversazione tra lo psicoterapeuta Claudio Foti e l’assistente sociale Francesco Monopoli (anche lui ai domiciliari). Tutto il discorso gira attorno ad un problema da risolvere: i due cercano un modo per salvaguardare il proprio approccio metodologico messo in discussione dall’inchiesta Veleno. Secondo quanto emerge dall’ordinanza i due suppongono che “Carletti potrebbe aiutarli addirittura contattando giudici che sostenessero, in un convegno o in eventi pubblici, la soluzione metodologica preferita”. Secondo Ramponi, Carletti e Foti avrebbero i mezzi per “influire sull’andamento delle indagini”. La conversazione prosegue e, quando Foti chiede come si chiama il giudice amico di Monopoli, esce fuori proprio il nome di un giudice togato per il tribunale dei minori di Bologna. Secondo Ramponi non c’è dubbio che il sindaco del Pd, insieme alla Hansel e Gretel, abbiano la possiblità di “contattare eventuali conoscenti all’interno degli organi amministrativi e giudiziari di polizia, per ottenere aiuti, deviare l’indagine o avere informazioni rilevanti sul prosieguo del procedimento”. Ma non basta. Secondo il Gip contatti “con almeno un giudice onorario del tribunale dei minori” sulla base di altre intercettazioni, “possono vantarli anche Federica Anghinolfi, responsabile dei servizi della Val d’Enza, e Monopoli. Federica Anghinolfi che, come si legge in una storia raccontata da La Verità, fu responabile dell’affidamento di una bambina coinvolta nel "caso Veleno" ad una delle psicologhe che l’aveva seguita per l’allontanamento dai propri genitori.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 25249.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 13/07/2019, 15:30 
IL BRIGATISTA “BUONO” E IL FALSO FRANCESCO



Volevo parlar d’altro. Invece copio-incollo.

E’ una storia che comincia nel 2013, ma è indica una continuità dei metodi tosco-emiliani degli “affidi” tra il Forteto e Bibbiano

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Flavio Amico, ex BR coinvolto nell’Inchiesta Moro, irriducibile, che gestiva insieme alla moglie Margherita Fortisi la comunità a Cà degli Angeli di Tabiano della onlus «We are here – Noi siamo qui» è stato imputato per maltrattamento di minori e abuso di mezzi di correzione.

Appartenente alla colonna Walter Alasia, è uno dei terroristi rossi arrestati nel covo di Via Montenevoso a Milano, detto “la prigione del popolo”. Condannato a 18 anni di carcere. Ma inoltre ha subito varie altre condanne per reati comuni, contro la persona.

Ora, costui appena uscito trova la sua missione umanitaria, e il riscatto della sua vita, e un lavoro ben retribuito offertogli dalla rete di solidarietà ben identificabile: apre vicino a Salsomaggiore una casa-famiglia, a cui le autorità preposte e la AUSL affidano minori in difficoltà tolti alle famiglie. Pagato dai fondi pubblici come “educatore”.

Viene processato per maltrattamenti ai minori che lui “educa” a pagamento

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Domanda la blogger ValeMameli:

Com’è possibile che, per le famiglie, gli assistenti sociali facciano valere subito il principio di salvaguardia in caso di dubbi di violenza – e ciò non valga per un ex BR che gestisce una casa famiglia per minori?

Non solo: anche durante il processo dell’ex brigatista per maltrattamenti, ha continuato a ricevere degli affidi. Dalla rete del Progresso e della Bontà.

Il sindaco di Tabiano, dopo una nota dell’AUSL, sospende il servizio della “Casa degli Angeli” solo una settimana prima della sentenza-

https://parma.repubblica.it/cronaca/201 ... 147284549/

Infine arriva la sentenza. Notizia su giornale locale del 17 settembre 2016:

Chiuso senza condanna il processo nei confronti dell’educatore Flavio Amico. Il giudice nelle motivazioni osserva che è emersa la responsabilità penale – ma il reato è prescritto.

ᐯᗩᒪᙓᙏᗩᙏᙓᒪI ⭐️ ⭐️ ⭐️ ⭐️ ⭐️‏ @ValeMameli

CILIEGINA SULLA TORTA Pensate che la struttura dell’ex BR Flavio Amico abbia chiuso? Che non attinga più a qualche tipo di risorsa pubblica? No, infatti. Si è riconvertito all’accoglienza #MIGRANTI e minori (anche migranti). https://www.facebook.com/cadegliangeli/
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Magari non sono più i 200 al giorno che lucrava per ogni minore, ma sempre dei bei quattrini, per il Buon Educatore Rosso che adottava (per il giudice) “Un clima di soprusi voluto spacciare per corretto sistema educativo – soprusi e angherie spesso conditi da turpiloqui urla e insulti (palla di lardo) – e che hanno creato nella comunità un’atmosfera tanto penosa quanto insopportabile”.

Qualcosa mi dice che ad un ex terrorista nero, ancorchè riabilitato, il sistema emiliano non avrebbe affidato minori strappati alle famiglie perché li educasse, a 200 euro al giorno a testa.

Nell’elencare le violenze omosessuali “educative” del Forteto, le accuse infondate di satanismo e incesti che ha portato nella Bassa Modenese alla “distruzione di famiglie, il suicidio di una mamma e la morte prima del processo di 7 persone fra cui il povero prete Don Giorgio Govoni, accusato di essere a capo di una setta pedofila, morto di crepacuore nel 2000”, la blogger ValeMameli annota: “Le persone responsabili di quelle immonde azioni mostruose sono STRANAMENTE sempre collaterali al sistema di potere #PD, e ancora oggi al loro posto, protette dal partito dominus e forse non solo. Loro e i loro parenti dominano la politica locale”.

Cosa altro serve a capire che è la descrizione dello Stato totalitario di nuovo tipo, con una ideologia disumana contro l’incocenza infantile – una ideologia che non si propaganda e non si proclama nei manifesti come quelle “di massa” del secolo scorso, ma restando implicita, non-detta, s’è resa invincibile tanto quanto parassitaria. Sotto l’apparenza di “bontà”, di “solidarietà”, di “accoglienza”, s’è fatta intoccabile e ingiudicabile. Questa mostruosità ha a difenderla tutti i “buoni sentimenti” : come non togliere i figli piccoli a coppie “disfunzionali”, che litigano, che picchiano o li trascurano? Affidiamoli al brigatista che è rosso e quindi buono, a 200 euro al giorno.

Qui si vede in atto un potere che ha adottato una contraffazione spaventosa della carità cristiana. Una bontà senza Dio, che pretende di instaurare il suo ordine a forza di assistenti sociali lesbiche che odiano gli uomini e ideologicamente la famiglia come istituzione, la sovversione più profonda dell’umano. E’ uno Stato che è anti-stato, che ha come missione non la salvaguardia e continuità della comunità, ma la sua deliquescenza in un carnevale LGBT – come “bontà” e “tolleranza” e misericordia contro gli “egoismi”, si capisce.

Contro una tale “Bontà senza Dio” che ha instaurato il suo ordine omicida, quale dovrebbe alzare la voce dicendo la verità? Ricordando la distinzione elementare tra il Bene e il Male? Che senza la Grazia divina, nessuno è buono? Denunciando questa contraffazione del Bene come anticristico?

Ma ecco qui (cito ):

“Secondo padre Antonio Spadaro, gesuita, direttore de La Civiltà Cattolica – “Francesco oppone una forte resistenza alla fascinazione per il cattolicesimo inteso come garanzia politica, ‘ultimo impero’, erede di gloriose vestigia, così facendo sottrae il cristianesimo alla tentazione di rimanere erede dell’impero romano. Francesco spoglia il potere spirituale dei suoi panni temporali, delle sue corazze, delle sue armature ossidate e arrugginite. Il suo abito bianco – e senza stemmi – riporta il cristianesimo a Cristo”.

E dunque, dov’è il problema? “In questo senso” continua Spadaro “Pietro è Francesco. Per alcuni questo è l’ossimoro, lo ‘scandalo’, cioè la pietra d’inciampo nella lettura del pontificato. L’aureola del santo di Assisi, povero cristiano, coincide con quella del vicario di Cristo e abbandona per sempre il ruolo dell’imperatore romano, ma sfugge anche al pericolo di identificarsi con don Chisciotte della Mancia che lotta contro i mulini a vento dei nostri giorni. Per finire, rifugge dal compito di psicopompo delle anime belle rimaste nell’ovile”.

Che falsità, questo ideologhema d’occasione fatto per leccare Bergoglio . Una contraffazione del Bene in più, il lupo che si maschera da San Francesco, finge di spogliarsi dei “panni temporali” e predica la non-resistenza al Male, – proprio adesso che il Male dilaga. “Abbandona per sempre il ruolo dell’imperatore romano”, e aderisce con ipocrita furbizia e viltà all’anti-Impero ONU e Soros , l’anti-Roma, ossia l’anti-diritto parodia globalista dell’universale.

La diserzione assoluta dal proprio compito, sotto forma di “umiltà e povertà”, nel momento in cui è più necessario.

Strappano il cuore alle fanciulle

Bimba violentata e uccisa, orrore dall’autopsia: spariti organi interni
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Maria Ungureanu, la bambina rumena di 9 anni, venne ritrovata senza vita il 19 giugno 2016 all’interno di una piscina di un resort a San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento.

“La prima autopsia accertò che la piccola era stata violentata e poi uccisa. I risultati non furono del tutto chiari al punto che la Procura di Benevento ha chiesto ed ottenuto da un nuovo gip la riesumazione della salma. Il nuovo esame autoptico ha fatto emergere questa verità agghiacciante: non sono stati rinvenuti gli organi interni. Di fatto sono state cancellate tutte le tracce che possano fare accertare la verità su gli autori di questo omicidio“.

Una mano nigeriana? Castel Volturno espande le sue attività spaventose ? El Papa predica “l’accoglienza”.

Ammazzano i malati, e lui …



Antonio Socci‏ @AntonioSocci1

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COME AL SOLITO. QUANDO LA TRAGEDIA SI E’ GIA’ CONSUMATA…
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Coglie il segno Socci: Avesse alzato la voce prima, sui suoi media, forse Vincent Lambert sarebbe ancora vivo. Ma sarebbe spiaciuto a Repubblica e alla Bonino, e soprattutto all’anti-Impero del Bene senza Dio. Ed eccolo che sussurra su twitter, praticamente in privato. No, lui non fa “il don Chisciotte della Mancia che lotta contro i mulini a vento dei nostri giorni”. Lui non disturba il Manovratore.

(La blogger ha fornito il più completo panorama dei mostruosi eventi qui:

https://twitter.com/ValeMameli/status/1 ... oto/1)

[:(!]
https://www.maurizioblondet.it/il-briga ... francesco/



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 13/07/2019, 15:41 
È inutile che meniamo il torrone, bisogna decidersi ad avere CORAGGIO.
Capisco che non è facile rinunciare a quello che sia ha, tanto o poco che sia, ma il passaggio da cacciatori-raccoglitori erranti ad agricoltori stanziali ci ha rovinato.
Se non cacciavi o raccoglievi: CREPAVI.

Ora se non lavori, ma: giochi in borsa, fai il capitalista, il prete, lo statale/parastatale, il Khomeini o nel tuo piccolo, stai sul divano, campi lo stesso!
Ma l'asteroide quando arriva?? [:303]



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 13/07/2019, 16:20 
NELL’ARKANSAS DEI CLINTON, SENATRICE UCCISA – indagava su affidi pedofili
Maurizio Blondet 12 Luglio 2019

Si chiamava Linda Collins-Smith, aveva 57 anni, era stata fino al 2016 senatrice del Senato dello Stato dell’Arkansas. E’ stata uccisa con diversi colpi di pistola il 4 giugno, fuori da casa sua, nei pressi di Little Rock. Quando il corpo è stato trovato, era in avanzato stato di decomposizione. Dell’assassinio è stata formalmente accusata una conoscente della senatrice, Rebecca Lynn O’Donnell di 48 anni. Il movente dell’omicida non è stato reso noto.


Ma ecco la bomba: mentre il magistrato inquirente ha imposto il più rigoroso segreto istruttorio, l’FBI ha avocato a sé il caso perché – stando a “fonti della polizia federale” – la senatrice stava indagando di persona su casi di pornografia infantile in un giro criminale dell’Arkansas che comprendeva anche un traffico di affidi di bambini, con gravi responsabilità dei servizi sociali dello Stato.

La Collins-Smith aveva esplicitamente sollevato la questione della corruzione del Dipartimento Servizi Umani (sic) dello Stato, e specificamente della sua unità di servizi di protezione dell’infanzia: denunciando un ammanco di 40-50 milioni di dollari in quel settore, ma soprattutto un sistema criminale di affidi a genitori che pagavano per questo. E’ possibile che conducesse le sue indagini in collaborazione informale col l’FBI, perché subito dopo la scoperta del corpo i federali hanno cominciato a condurre interrogatori con una sistematicità che indica che sapevano già dove e chi cercare. Si dice anche che l’uccisa “stava per rendere pubblico lo scandalo”. E si apprestava ad accusare direttamente Hillary Clinton:


https://www.snopes.com/fact-check/linda ... -clintons/

Che l’evento possa avere sviluppi impensabili e arrivare al cuore del Sistema, lo suggerisce che il teatro dell’omicidio, l’Arkansas, è lo stato dove i coniugi Clinton (gli abituali clienti di J. Epstein) hanno costruito le loro iniziali fortune, in modi discutibili; per esempio l’aeroporto di Mena in Arkansas, mentre Bill Clinton era governatore, è stato al centro di traffici sporchi della Cia con contrabbando di armi ai Contras del Nicaragua, e droga e riciclaggio. Tutta una serie di storie circondano l’ente creato dal governatore Clinton, in teoria per lo sviluppo dell’Arkansas, che è una zona depressa, lo ADFA (Authority Development and Finance Authority), ma in realtà usato come la cassaforte dei loro affari. Attorno agli anni di Clinton governatore c’è un tale numero di morti sospette,sempre catalogate come “suicidi” anche quando il suiciida si sarebbe sparato due volte alla nuca, da far parlare di Arkancide (Da Arkansas e Omicide) , http://www.arkancide.com/

detta anche “Sindrome di morte improvvisa dell’Akansas”.

Si va da Vincent Foster, socio di Hillary nello studio legale di lei (e forse suo amante), “suicida” nel 1993 a 48 anni, a Russel Welch, investigatore dello stato dell’Arkansas, avvelenato …con l’antrace mentre stava indagando sugli affari sporchi dei Clinton. La lista (almeno 49 morti sospette) è troppo lunga per raccontarla. Basti dire che di essa si occupò Ambrose Evans-Pritchard, il prestigioso giornalista del Telegraph , che ci ha fatto un’inchiesta, che si può leggere qui:

http://www.geocities.ws/incindiary1999/jerryparks.html

Chi vuole informarsi della lista di suicidi e omicidi, può farlo alla voce “Clinton Body Count”

https://www.conservapedia.com/Clinton_body_count

Dove troverà anche il servizio che Hillary aveva organizzato “per localizzare, perseguitare, molestare e intimidire le donne legate sessualmente a Bill Clinton”.

L’omicidio a revolverate di Seth Rich, l’attivista sospettato di aver soffiato le e-mail compromettenti della Clinton Wikileaks, nel 2016, ha aperto una seconda fase di “conteggio dei cadaveri”. Del resto, la disponibilità ad assassinare, Hillary l’ha mostrata pubblicamente quando propose al gabinetto di Obama (in cui sedeva come segretaria di Stato) di “Drone Assange“, cioè’ uccidere il fondatore di Wikileaks, rifugiato nell’ambasciata, con un drone. E tutti ricordano l’agghiacciante sorrisetto con cui si vantò dell’assassinio di Gheddafi in un’intervista televisiva : “We came, We Saw, he died”. Vedi https://www.youtube.com/watch?v=Fgcd1ghag5Y

Noi possiamo ricordare la furia da belva con cui Killary si scagliò contro Guido Bertolaso, il capo della protezione civile che partecipava ai soccorsi dopo il terremoto di Haiti nel 2010, e criticò l’aspetto militare dei “soccorritorii americani”. Hillary ottenne subito dal ministro degli esteri berlusconiano Franco Frattini (j) prendesse le più vergognose distanze da Bertolaso. Poco dopo, una decina di “soccorritori” americani furono accusati di traffico di bambini: stavano portando in Usa 33 “orfanelli” che invece avevano i genitori.

https://abcnews.go.com/WN/HaitiEarthqua ... id=9712436
“Epstein apparteneva all’intelligence”

Che il Sistema Clinton sia prossimo a venire smantellato, dopo l’arresto del pedofilo Jeffrey Epstein, lo lascia sperare la frase di Alex Acosta: il procuratore degli Stati Uniti per la Florida del Sud, che nel 2007-2008 ha costruito il congegno legale per cui Epstein è stato praticamente non-perseguito allora, nonostante le accuse documentate dell’FBI. Un trucco legale molto discusso, come minimo. Che metteva in pericolo la carriera del procuratore. Che ora, invece, è ministro del Lavoro nell’Amministrazione Trump.

Adesso il sito The Daily Beast racconta che quando il “transition team” di Trump ha intervistato l’ex procuratore, gli ha chiesto se “il caso Epstein potrebbe essere un problema [per le udienze senatoriali di conferma della carica]?” Acosta aveva spiegato, in modo casuale, che lui Epstein l’aveva visto una sola volta; e che aveva confezionato l’accordo di non-prosecution con uno degli avvocati di Epstein perché gli era stato “detto” di fare marcia indietro, che Epstein era al di sopra del suo grado di paga. “Mi è stato detto che Epstein” apparteneva all’intelligence “e di lasciarlo in pace”. Il transition team di Trump ha ritenuto la risposta sufficiente.

Infatti: quale servizio d’intelligence non considererebbe un tesoro Epstein, con la sua potente clientela che caricava sul suo Boeing “Lolita Express” a fare sesso con bambine nella sua isola privata?C’è solo da capire quale: CIA? Mossad? Lo sapremo mai?

“Epstein ha messo in piedi una macchina del ricatto”, ha detto la commentatrice tv conservatrice Ann Coulter: risulta infatti dalle deposizioni delle ragazzine che aveva arruolato, “che voleva che facessero sesso con uomini potenti, e poi tornare da lui e riferire, descrivere quello che volevano, quali erano i loro gusti feticisti; aveva telecamere in tutta la casa”. E sicuramente aveva “un protettore a livello di Stato – persone piuttosto potenti …

Immediatamente l’ex presidente Bill Clinton ha tentato di prendere le distanze da Epstein, sostenendo che, lui, ha volato solo quattro volte sul jet privato Lolita Express nonostante i registri di volo che mostravano almeno 26 viaggi.

Basterà? Fose no. Perché frattanto è saltato fuori il nome dell’avvocato di Epstein che ha suggerito al povero procuratore Acosta l’ inghippo legale per salvare il pedofilo: si tratta di Alan Dershowitz, principe del diritto di Harvard, intoccabile e temibile fanatico pro-Israele, e occasionale passeggero sul Lolita Express.

In una lettera di 23 pagine, firmata da Dershowitz e dall’altro avvocato Gerald Lefcourt, parte dell’offerta definitiva patteggiamento prima che Epstein potesse essere processato per corruzione di ragazze minorenni, i due avvocati e principi del foro, citano come particolare benemerenza del loro cliente quanto segue:

“Il Sig. Epstein faceva parte del gruppo iniziale che ha co-fondato la Clinton Global Initiative”, un organo “ che riunisce una comunità di leader globali per ideare e attuare soluzioni innovative per alcune delle sfide più urgenti del mondo: povertà, cambiamenti climatici, salute globale e conflitti religiosi ed etnici.

per meglio intimidire Acosta, gli avvocati sottolineano gli stretti legami fra Epstein e i Clinton citano il fatto che nel 2002 Epstein ha “ospitato” su suo Boeing 727 privato i dirigenti la Clinton Global Initiative che stavano andando in Africa “per una missione anti-AIDS e di sviluppo economico”: sul volo c’erano l’ex presidente Clinton e celebrità filantropiche come Kevin Spacey e il comico Chris Tucker…

Gli Umanitari globali nella loro miglior forma.

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Geoffrey Berman, United States Attorney for the Southern District of New York, ha fatto appello a chiunque abbia conosciuto Epstein: chiamate l’FBI!” . REUTERS/Shannon Stapleton – RC197C513270

https://www.maurizioblondet.it/nellarka ... -pedofili/



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 13/07/2019, 16:58 
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Mario Giordano torna, durante la puntata di venerdì 12 luglio di Fuori dal coro, a parlare dell'inchiesta di Reggio Emilia sul caso Bibbiano, cioè sulla rete dei servizi sociali e sul sistema degli affidi della Val D'Enza. Gli stessi che secondo le indagini avrebbero indotto i piccoli a ricordare abusi mai subiti per poi essere allontanati dalla famiglia ed essere affidati ad altre persone in cambio di denaro.

"Ma io non voglio vivere in un mondo che distrugge la cosa più preziosa che abbiamo, cosa ce ne frega di tutto il resto, la famiglia. Vi rendete conto che vogliono distruggere la famiglia?"
urla Giordano seguito da una standing ovation e applausi da parte del pubblico. "Diranno che esagero, dicono sempre che esagero sempre, ma quando si tocca la famiglia, mi vengono i brividi. A congratularsi con il lavoro del giornalista, anche la leader di Fratelli d'Italia: "Continuiamo a tenere alta l'attenzione su #Bibbiano! Bravo Mario Giordano, uno dei pochi giornalisti a tenere i riflettori puntati sullo scandalo affidi" scrive Giorgia Meloni.

https://www.liberoquotidiano.it/news/pe ... mc=sfoglio



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 14/07/2019, 09:52 
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Nel 2018 la procura di Reggio Emilia inizia a indagare sul picco di segnalazioni da parte dei servizi sociali dei Comuni della Val d’Enza, secondo i quali un numero esorbitante di bambini erano stati abusati e quindi allontanati dai genitori. I colloqui con i bambini, condotti dagli operatori della onlus 'Hansel&Gretel', vengono intercettati. Secondo l’ordinanza, che ha portato a 18 misure cautelari e 27 indagati tra psicologi, assistenti sociali, medici e politici, i 'falsi ricordi' di abusi mai avvenuti erano ottenuti grazie a 'suggestioni e contaminazioni', gli allontanamenti grazie a false relazioni (case normali descritte come fatiscenti) e disegni manipolati. Ieri il sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti, che aveva chiesto la revoca dagli arresti domiciliari, è stato sospeso dal prefetto di Reggio Emilia. «Spera sia fatta al più presto chiarezza – dice il suo legale –. Il suo pensiero è per i bambini e le famiglie, auspica una rigorosa verifica». Salvini: «Ora la commissione d’inchiesta sulle case d’accoglienza»

«Il repentino allontanamento dalla famiglia rappresenta un trauma irreversibile per bambini di quattro, otto, nove e undici anni, costretti a vivere separati dai loro genitori da più di tre mesi». Era il marzo 1999 quando Carlo Giovanardi, allora vicepresidente della Camera, presentava al ministro della Giustizia Oliviero Diliberto un’accorata interrogazione parlamentare: quattro fratellini la notte del 12 novembre 1998 erano stati portati via dalle forze dell’ordine. I genitori non erano indagati né accusati di nulla, ma la cuginetta, dopo mesi di trattamenti con psicologi e assistenti sociali di Mirandola, aveva prima raccontato di abusi da parte dei genitori, poi via via coinvolto altri bambini, portando a una raffica di arresti e minori sottratti. Erano i primi atti del dramma poi noto come 'I diavoli della Bassa Modenese', anni di processi per presunti abusi, riti satanici e sacrifici umani, che si conclusero con il carcere per alcuni genitori, assoluzioni piene per altri (tra questi i genitori dei 4 fratellini, Lorena Morselli e Delfino Covezzi), sei adulti morti di dolore (tra i quali Delfino e don Giorgio Govoni, ritenuto il capo della setta e condannato a 14 anni, pienamente riabilitato post mortem). Una ventina i bambini spariti per sempre, anche i figli degli assolti. Com’è noto, psicologi e assistenti sociali di allora erano in gran parte gli stessi oggi coinvolti nell’inchiesta choc di Reggio Emilia 'Angeli e Demoni'.

Giovanardi, lei in tempi non sospetti aveva capito che stava succedendo qualcosa di terribile.

Venti anni fa ero vicepresidente della Camera e don Ettore Rovatti, parroco di Finale Emilia, mi chiamò in canonica per presentarmi Lorena e Delfino, due genitori esemplari e amati da tutti, cui avevano portato via i figli con l’accusa di non essersi accorti che gli zii abusavano di loro. Non c’era altro che il racconto della cuginetta, seguita dai servizi sociali. La stessa tirò in ballo anche don Giorgio Govoni, persona straordinaria di cui raccolsi le angosce... Non potevo tacere, ma prima di presentare l’interrogazione telefonai a Elisa Ceccarelli, allora presidente del Tribunale dei minori di Bologna. Era mio dovere informarmi, ma rispose che non intendeva parlare con me, in pratica rifiutava ogni collaborazione con un’alta istituzione, cioè col Parlamento... Presentai la mia interrogazione e improvvisamente, due giorni prima della risposta di Diliberto, i Covezzi da non indagati divennero 'violentatori dei loro quattro figli': anche i loro bambini, dopo una serie di sedute con gli operatori, presero a 'ricordare' di essere stati abusati da mamma e papà.

Com’è possibile questo?

Basta leggere le accuse scritte oggi dal gip di Reggio Emilia o rivedere i video degli interrogatori dei bambini della Bassa Modenese di allora: dopo mesi passati lontano dai genitori e con gli operatori, i bambini ripetono meccanicamente, persino distrattamente, i racconti horror. Suggestionati dalle loro pressanti domande, i piccoli 'ricordavano' i camion con cui don Giorgio li portava nei cimiteri della Bassa, le violenze nelle tombe scoperchiate e nelle bare aperte, legati alle croci e accoltellati, costretti a sacrificare al diavolo altri bambini e a decapitarli... In seguito la Cassazione stabilirà che nulla era accaduto (in paese non mancava all’appello alcun bambino!), ma nessuno tornò più a casa. Una figlia dei Covezzi secondo la ginecologa Cristina Maggioni risultava violentata «centinaia di volte» e tutti gli altri bambini 'abusati con evidenti segni'... Tutte perizie poi demolite dal medico incaricato dal gip: la bimba era intatta e nessun bambino riportava segni di abuso.

Quali sono i punti di contatto tra le storie di Modena e Reggio Emilia?

I metodi e le persone fisiche. La psicologa Valeria Donati operava sui bambini di Finale Emilia e ora su quelli di Reggio Emilia. In entrambi i casi era la onlus piemontese Hansel&Gretel a condurre gli interrogatori dei bambini con il discusso metodo del 'disvelamento progressivo' del Cismai, e i risultati li vediamo. Una delle psicologhe di allora era Cristina Roccia, prima moglie di Claudio Foti, il fondatore di Hansel&Gretel oggi agli arresti insieme all’attuale moglie per il caso di Reggio Emilia. Oggi come allora i regali e le lettere dei genitori non venivano consegnati al bambino, che così si convinceva di esser stato abbandonato: allora comincia a parlare, dice tutto ciò che si desidera che dica. Ad esempio, nessun bambino aveva mai nominato don Giorgio, il suo nome venne letteralmente messo in bocca dagli operatori, basta vedere i video. Quando uno dei bimbi accusò addirittura un vescovo, che avrebbe dovuto viaggiare con don Giorgio per tre ore, prelevarlo a scuola, fare orge al cimitero e riportarlo indietro, la maestra giurò che il piccolo era sempre stato a scuola, ma fu condannata a due anni per falsa testimonianza: essendo credente, avrebbe mentito per difendere il prete... In appello fu assolta.

L’aspetto più doloroso è emerso sere fa durante 'Chi l’ha visto': due delle bambine di allora, oggi adulte, 'ricordano' di aver squartato decine di bambini. Sono persone annientate.

Il lavaggio del cervello è indelebile e tuttora rinnovato: gli stessi ex bambini in più occasioni hanno detto di essere ancora confermati nelle loro convinzioni dagli psicologi. Quattro mesi fa ho presentato un esposto alla Procura di Modena per sapere se sono gli stessi di allora, aspetto risposta: lo Stato li ha fatti ammalare, lo Stato li deve guarire, qualcuno degli psicologi ha mai detto loro che i fatti dei cimiteri non erano mai avvenuti?

Dopo Reggio Emilia l’opinione pubblica è scioccata e si chiede: a che pro tutto questo?

Tre fattori si ripetono ogni volta. Primo: quella scuola di pensiero ritiene che un bambino su 5 è abusato. Sia chiaro, la pedofilia va punita senza pietà, ma non si può sostenere che in ogni classe di 20 alunni quattro sono abusati sessualmente. Da qui la caccia alle streghe e l’allontanamento dei bambini al primo 'sintomo', come scrivono nei loro saggi. Elisa Ceccarelli in un’intervista di quegli anni disse: 'Un minore ciondola a scuola, non impara... nostro dovere è accertare se siano segnali di abuso: quando un bambino nel posto in cui si trova sta male, io devo capire se per lui in quel posto c’è un futuro possibile. Altrimenti devo portarlo via'.

Secondo?

Il presupposto ideologico contro la famiglia naturale, che nei loro libri chiamano 'patriarcale', e che non considerano l’ambiente migliore dove crescere i bambini. Infine c’è il fattore economico: più abusi trovi, più sei bravo, più ricevi fondi pubblici. Un business gigantesco, che ha coinvolto alcune comunità d’accoglienza e famiglie affidatarie, senza che un solo sindaco dell’Emilia Romagna reagisse. Pensare che era sotto gli occhi di tutti: 17 anni fa, quando don Govoni fu riabilitato, il clero modenese espresse il diritto di conoscere finalmente 'i metodi utilizzati negli interrogatori dei minori' e la preoccupazione per 'bambini indelebilmente segnati'. Aveva visto giusto.

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... Xdl4es1I-c



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Per sempre. Una diagnosi che poi è risultata priva di ogni fondamenta perché Stefano pazzo non lo è mai stato. Ma ormai non si poteva più tornare indietro. Era troppo tardi per risparmiare a Stefano anni di lotte e sofferenze.


Nel 2015, Stefano si separa dalla propria moglie. Come in molti casi i litigi non mancano e il conflitto si inasprisce tanto che la donna minaccia di portargli via i bambini. Viene chiamato un consulente tecnico d’ufficio il quale, dopo aver valutato la questione, decide di ricorrere agli assistenti sociali. Da questo momento, per Stefano, ha inizio il calvario. Gli assistenti sociali chiamano a colloquio il padre e, dopo i controlli, arriva la prima relazione. Stefano viene dichiarato “inadeguato per crescere i bambini” e mandato in cura presso un centro di salute mentale. Viene fatto passare per pazzo come lui stesso ci racconta: “Mi hanno tolto i bambini, non me li facevano più vedere se non in brevi e sporadici incontri protetti”..

Costretto a fare gli accertamenti, dopo che i brevi colloqui con gli assistenti sociali avevano messo in dubbio la sua stabilità mentale, Stefano legge con sollievo la prima diagnosi positiva, che gli avrebbe permesso di riabbracciare i propri figli, emessa da un neuropsichiatra della Asl di Castelnovo Monti, piccolo paese dell’Emilia Romagna. Era lì che viveva Stefano insieme alla sua famiglia. A soli 42 chilometri da Bibbiano, la città degli “Angeli e dei Demoni”, come definita dalle carte dell’inchiesta che ha scosso l’Italia.

L’incubo per Stefano non svanisce, anzi. Viene convocato nuovamente il ctu (consulente tecnico d’ufficio) presso il tribunale di Reggio Emilia e, nonostante le visite andate a buon fine, la sentenza è l’ennesimo colpo al cuore: viene infatti dichiarato inadatto a svolgere il ruolo di padre perché, secondo i medici di parte, aveva gravi problemi mentali. Una sentenza che non toglie a Stefano la forza di lottare per avere giustizia. Il papà chiede un colloquio con i servizi sociali, durante il quale decide di portare con sè un telefono per registrare la conversazione. Una conversazione che lui stesso ha reso pubblica e che è a dir poco surreale. “Volevo avere le prove di come avrebbero giustificato la loro posizione. Io ho portato loro il referto medico che certificava la mia ottima salute mentale. Era una cosa su cui nessuno avrebbe potuto controbattere. Erano spalle al muro”, ci racconta Stefano.

Andato via, il padre, dimentica nella sala il proprio zaino dentro il quale c’era il registratore. Lo recupera dopo 40 minuti e scopre delle registrazioni choc.

“In quelle registrazioni c’erano discorsi agghiaccianti.” Ci dice Francesco Miraglia, avvocato specializzato in diritto dei minori, legale dell’uomo. “Dicevano: “Questo è uno ******* (riferendosi allo psichiatra che aveva fatto la prima diagnosi), come facciamo a sostenere che questo è pazzo adesso?”. E poi, ancora, lunghe risate tra le quali gli psicologi cercavano di capire il modo migliore di agire per riprendere in mano la situazione. Per non dargliela vinta.


Poco dopo l’incontro, però, arriva la decisione del tribunale: bisogna ripetere la ctu. E il giudice, questa volta, cambia la sentenza. Il padre è improvvisamente diventato capace di intendere e di volere. Nessuna mancanza psichica. Nessun bisogno di cure mentali. Stefano ha estratto alcuni brani dalla registrazione, e ha deciso di denunciare il suo caso pubblicandoli sulla propria pagina Facebook. Ma invece di ricevere delle scuse, la vittima delle falsità e dei complotti di alcuni assistenti sociali, viene perfino querelato. Denunciato per diffamazione. Sia dagli operatori che dal sindaco di Castelnovo Monti che, dalla storia raccontataci da Stefano, non c’entrerebbe nulla nel caso.

“Episodio assurdo e gravissimo” ha commentato il legale. “Questi costruiscono diagnosi false con le quali tolgono i bambini alle persone! Ma come lavorano? Mancano buon senso e competenza professionale. E in questo modo quante vite si sono rovinate? Bisogna fare chiarezza.” Questa che vi raccontiamo è l’ennesima storia di violenze e soprusi, che getta ancora più ombre sul sistema degli affidi in Italia.


http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 26110.html


BAMBINI, GENITORI, PERSONALMENTE NON POSSO FARE NIENTE; UNA COSA E' CERTA: "NON VI ABBANDONERO'"


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