Pensate sia più pericolosa la Russia o l'America (Usa) per la stabilità e la sicurezza europea?Kortushka Karterfel, ha studiato presso Scienze Politiche e Delle Relazioni Internazionali Risposto a 4 nov 2018L'autore ha risposte e 180.400 visualizzazioni di risposte Personalmente ho fatto mia la massima di Charles Denner in Z - l’Orgia del Potere (1969), di Costa-Gravas: Dai sempre la colpa agli americani. Anche quando hai torto. Naturalmente non sono puramente ideologico nell’accusare l’America di essere la prima destabilizzatrice della pace mondiale, ma utilizzo anche motivazioni empiriche. - dal 1945 al 1991 gli americani hanno partecipato a 27 conflitti armati (inclusa la Prima Guerra del Golfo), solo 7 di essi in zone limitrofe come il Centro e il Sud America (che quindi potevano ancora avere una qualche parvenza di “guerra difensiva”, sebbene sempre molto questionabile), gli altri in Medio Oriente, Africa ed Sud-est Asiatico. Per confronto, nello stesso periodo di tempo i sovietici hanno combattuto 12 guerre, delle quali 4 interne e 2 a protezione dei confini. Negli altri 6 conflitti rimanenti i sovietici hanno partecipato con l’invio di addestratori (nell’ordine di poche centinaia), solo in quello coreano hanno schierato l’esercito in prima linea. Dal 1991 al 2018 le forze armate russe sono state impiegate in 12 conflitti, tutti sui propri confini o sul proprio territorio con l’esclusione della Guerra in Siria, che è il primo caso di power-projection russo dai tempi della Guerra di Corea (1950–51). Nel mentre gli americani hanno partecipato a 20 conflitti, nessuno sui propri confini, nessuno in zone limitrofe, tutti in Medio Oriente e Nord Africa.
- va notato che dal 1991 ad oggi gli americani hanno finanziato e fatto scoppiare conflitti armati contro la Russia ed i suoi alleati (Georgia, Siria e Ucraina sono solo gli ultimi esempi), mentre la Russia non ha torto un capello agli alleati statunitensi.
- un altro aspetto da considerare sono la durata e gli effetti postbellici: la Russia non rimane impiegata in guerra per troppo tempo, la Seconda Guerra Cecena è quella durata più tempo (10 anni circa) ed in media i conflitti cui partecipa la Russia durano dai 2 ai 3 anni. Al termine dei conflitti la Russia è solita anche prendersi carico la ricostruzione dei Paesi ex-belligeranti (basti vedere, ad esempio, la rapida ricostruzione di Grozny), in genere finanziato dal governo russo o da organizzazioni ad esso legate (come la Kadirov Association). Al contrario gli Stati Uniti non hanno assistito la ricostruzione di nessuna nazione ex-belligerante. I segni della guerra sono ancora visibili in Afghanistan, Iraq e Libia. Addirittura, molto spesso gli americani hanno costretto i vinti a pagare parte delle spese militari, come accaduto con l’Afghanistan. Ed i conflitti americani sono anche sostanzialmente più lunghi, oltre che lontani da casa: dai 2 anni della Guerra in Yugoslavia ai quasi 18 di quella in Afghanistan.
- gli americani hanno espanso la NATO dalla fine della Guerra Fredda. Nonostante la promessa di James Baker a Gorbachov di “non spingere la NATO di un pollice più a est”. Tuttavia dal 1999 la NATO ha iniziato a espandersi, mettendo le proprie basi in Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Bularia, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia, Albania, Croazia e Montenegro. La Macedonia e l’Ucraina saranno molto probabilmente i prossimi. Dal 1991 ad oggi la Russia ha solo mantenuto la propria influenza militare, sopprimendo tentativi di secessione ed occupando la Crimea, che oltre ad essere storicamente ed etnicamente russa, è sempre stata sede di una grande base navale. C’è un’enorme differenza tra l’espandersi ed il conservare.
- gli americani non rispettano i trattati internazionali: la loro prassi è quella di non rispettare un trattato, denunciarlo, uscirne e poi accusare la controparte di aver rovinato tutto. Che è più o meno quanto accaduto con l’INF (il trattato sui missili a raggio intermedio), CFE (sulla limitazione delle forze terrestri) e con l’ABM (il trattato sulle difese antimissile).
- nel caso dell’Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (INF), dal quale gli americani si preparano ad uscire, si voleva impedire il dispiegamento in territorio europeo di missili a corto e medio raggio (500–5.000 km) in grado di utilizzare testate nucleari tattiche. Gli americani non hanno mai rispettato tale accordo, dal momento che per tutta la durata dell’espansione della NATO hanno mantenuto in Europa lanciatori Tomahawk e droni MQ-9 Reaper che possono essere dotati di testate nucleari tattiche. Dal 2008 gli americani hanno accusato i russi di aver creato un missile a raggio intermedio, l’RK-55 Relief, ed altre accuse sono state avanzate più recentemente, stavolta adducendo come violazione dell’accordo i missili Topol-M e Rubezh, che però esulano dallo stesso dal momento che non sono missili cruise a raggio intermedio ma balistici a raggio intercontinentale.
- nel caso dell’Anti-Ballistic Missiles Treaty (ABM), si vietava ad entrambi gli schieramenti di creare armi in grado di intercettare missili balistici con testate atomiche. Queste armi difensive, infatti, nullificano la deterrenza delle atomiche, deterrenza che nel bene o nel male hanno garantito al mondo una relativa pace (purtroppo il Sud del mondo non è stato altrettanto fortunato). Mentre i russi lo hanno rispettato, gli americani si sono ritirati nel 2002 e hanno costruito due lanciatori ABM, uno in Polonia ed un altro in Romania. Questo ha chiaramente comportato una corsa al riarmo in Russia, che ha partorito nuove pericolose armi.
- il trattato sulla non proliferazione delle Forze Convenzionali in Europa (CFE) stabiliva una limitazione sugli schieramenti militari russi e occidentali nelle zone di confine. Se fosse stato rispettato, probabilmente, l’Ucraina non sarebbe oggi un paese del terzo mondo. Il trattato venne continuamente violato dagli americani, che con l’allargamento della NATO nel 1999 presero a scorrazzare impunemente per tutta l’Europa, tanto da spingere Putin a chiedere una revisione del trattato nel 2007. Gli americani rifiutarono ed i russi, prevedibilmente, si ritirarono.
- la cosa che mi sembra più importante è che gli americani non sono in grado di riconoscere le linee rosse da non attraversare. Un esempio eclatante è quello dell’attacco aereo sulla base aerea di Shayrat, nel 2017. In seguito ad accuse corroborate da poche prove circa l’utilizzo di armi chimiche da parte di Bashar al-Assad, gli americani lanciarono un improvviso attacco missilistico su una base aerea occupata, oltre che dai piloti siriani, da quelli russi. Questa azione totalmente ingiustificata, illegale e deliberatamente imprevedibile, sarebbe potuta costare un attacco nucleare di rappresaglia da parte dei russi, che hanno invece avuto il sangue freddo di rimanere in silenzio, incassare l’umiliazione e risolvere la crisi con la diplomaticamente. Tali azioni inutilmente chiassose ed aggressive da parte degli americani si ripetono ogni 2–3 mesi, ormai.
- per fare un confronto, quando gli americani affondarono il sommergibile russo Kursk, secondo una recente ricostruzione, Putin non si lanciò in accuse che avrebbero sicuramente innalzato la tensione globale, ma sopportò la caduta di popolarità in Russia e contrattò una riparazione con Bill Clinton. Un caso simile è stato l’abbattimento di un Su-24 russo da parte dei Turchi: Putin, anziché alzare i toni, fu il primo ad abbassarli e, nel lungo periodo, fu anche l’unico a guadagnarci. Oggi la Turchia è più vicina alla Russia che agli Stati Uniti ed è stato un alleato fondamentale grazie al quale Putin sta vincendo la guerra in Siria.
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