Mara Carfagna: "No ai matrimoni omosessuali"
http://www.leggo.it/articolo.php?id=77125&sez=ITALIANOZZE GAY, CARFAGNA: "NON PREVISTE NEL PROGRAMMA"
«Le posizioni del Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, non sono cambiate di un millimetro rispetto a quelle già espresse, in diverse occasioni, nei mesi scorsi. Per convinzione personale e dovere istituzionale, si è sempre detta favorevole a riconoscere i diritti che sono tuttora negati alle persone omosessuali e ad incrementare quelli già esistenti». Lo sottolinea, in una nota, il suo portavoce. «Oggi -prosegue la nota- a margine del Meeting, il Ministro si è limitata ad osservare un fatto ineluttabile: i matrimoni gay non fanno parte del programma di governo del centrodestra e, per questa ragione, a suo parere, non rientrano tra le priorità del Parlamento. Il che, tra l'altro, non cambia il suo impegno nella lotta contro l'omofobia, testimoniato dalla prima campagna istituzionale mai realizzata e dal sostegno alla legge in discussione in Parlamento».
GRILLINI: NEGA DIRITTI SACROSANTI Franco Grillini, presidente di Gaynet, ha espresso «il più radicale dissenso dalle affermazioni di chi, come il ministro Carfagna, vuole negare i sacrosanti diritti delle coppie omosessuali. Diritti, va detto per inciso, che sono riconosciuti ormai in tutto il mondo occidentale tranne che in Italia». Lo storico esponente del movimento gay ha rilevato in una nota che «la passerella a Rimini al meeting di Cl di ministri, sottosegretari, e persino di esponenti del centrosinistra ci fa dire che siamo di fronte al trionfo del confessionalismo di Stato e all'esibizione di un moralismo di parte che pretende di farsi legge e di interpretare persino la 'naturà». Secondo Grillini, «il meeting è il festival dell'integralismo nostrano, del fanatismo religioso di una Italia premoderna e in declino proprio perchè non riconosce i diritti e le libertà delle minoranze. La vera e propria palla al piede del clericofascismo fa dell'Italia un paese in declino e costringe decine di migliaia di cittadini ad emigrare, a trasformarsi in esiliati per i diritti - ha osservato -. Un paese che non riconosce i diritti dei cittadini è un paese destinato al declino anche economico e l'Italia non a caso è il fanalino di coda del mondo occidentale».
MANCUSO: NON INTERROMPA DIALOGO CON NOI Cara Mara Carfagna, non interrompere il dialogo avviato con la comunità gay: è questo in sintesi il messaggio che Aurelio Mancuso, esponente storico della comunità lgbt ed ex presidente di Arcigay, ha inviato al ministro per le pari opportunità che al meeting di Rimini ha detto che il riconoscimento delle unioni gay non è nel programma di governo. «In questi due anni di lavoro alle Pari Opportunità - dice Mancuso in una lettera aperta al ministro - hai fatto un percorso importante, che ti ha portato dall'assoluta esclusione a qualsiasi tipo di dialogo con il movimento lgbt a un ascolto attento, anche non facile, rispetto a questioni come l'omotransfobia e i diritti e doveri per le coppie omosessuali. Non fare come tanti politici italiani che a seconda del luogo dove vanno fanno dichiarazioni gradite all'ospite, in questo caso ai ciellini del Meeting di Rimini». «Proprio ieri - prosegue - le chiese metodiste e valdesi italiane hanno deciso di autorizzare la benedizione alle coppie gay. Non si tratta di una scelta mediatica nè dettata da volontà di provocazione. Queste antiche e importanti confessioni cristiane hanno svolto un dibattito durato anni. Gli omosessuali di questo Paese hanno bisogno di costruire dialogo e confronto serio con tutte le istituzioni, affinchè la loro condizione di non cittadinanza non li releghi come persone marginali in balia dell'omofobia violenta, ma soprattutto culturale e politica». «Sappiamo che il riconoscimento giuridico dei nostri amori non è previsto nel programma del centro destra - conclude Mancuso - cerca però come ministro di favorire un confronto parlamentare aperto e produttivo che, a partire dalla pendente discussione sul provvedimento contro l'omofobia, fornisca finalmente risposte positive a milioni di cittadini italiani. D'altro canto nella tua maggioranza parlamentare sono diversi ormai gli esponenti politici pronti a confrontarsi su una soluzione ampiamente condivisa».
ARCIGAY: GIOCA CON DIRITTO AD UGUAGLIANZA «Il ministro Carfagna gioca con il diritto all'uguaglianza, mentre il governo difende gli interessi di pochi»: il presidente nazionale di Arcigay, Paolo Patanè, commenta le dichiarazioni del ministro per le pari opportunità, che al meeting di Rimini si è espressa contro la regolamentazione delle unioni omosessuali. «È curioso - sottolinea Patanè - che il Governo italiano, per voce del ministro, definisca non prioritaria la regolamentazione giuridica dei diritti e doveri delle coppie omosessuali, mentre nel resto del mondo civile crescono vertiginosamente i Paesi che si sono dotati di svariate forme di riconoscimento e di tutela di tali famiglie. A settembre anche Cuba e Lussemburgo ci supereranno sul piano dei diritti civili: sono infatti all'ordine del giorno diverse forme giuridiche di riconoscimento di persone dello stesso sesso». «Siamo consapevoli che, in questo momento - prosegue - ci sono nodi difficili e importanti da affrontare: disoccupazione, crisi economica, assenza di tutele per i licenziati, precarietà. Ma il progresso complessivo di una nazione lo si ottiene con scelte coraggiose sul piano dei diritti sociali e dei diritti civili, due aspetti strettamente connessi in grado di realizzare il benessere e la felicità di tutti i cittadini. Coraggio che questo governo sembra proprio non avere. Le difficoltà economiche e sociali vanno infatti ad aggiungersi alla totale assenza di diritti per omosessuali, lesbiche e transgender e complicano ulteriormente le nostre vite, costringendoci ad una difficile e incivile precarietà esistenziale».
GAYLIB: DA CARFAGNA PASSO INDIETRO «Oggi, rispetto al lavoro compiuto nell'ultimo anno e mezzo con il ministro, abbiamo compiuto una brusca frenata se non addirittura un grave passo indietro sul tema dei nuovi diritti che ci rende davvero un pò pi— tristi»: Mara Carfagna, con le sue dichiarazioni sulle unioni gay fatte oggi al meeting ciellino, ha deluso anche gli omosessuali di destra. A parlare è il presidente di GayLib, Enrico Oliari: «la coppia gay Š un dato di fatto. Esiste. Non sta al ministro di turno riconoscerla o meno. Non Š, infatti solo di matrimonio purtroppo che ha parlato il ministro Carfagna, ma di riconoscimento tout court. Ovvero di quel passo avanti socioculturale prima che politico, su cui l'Europa continua a marciare compatta con le ultime eccezioni negative dell'Italia e della Grecia, superate in materia anche dai paesi del Terzo mondo». GayLib, unica associazione gay di centrodestra, da oltre un anno aveva intrapreso un cammino di collaborazione con il ministro per le pari opportunità. «Ferma restando l'assoluta libertà di opinione di tutti - aggiunge il segretario politico di Gaylib, Daniele Priori - ci chiediamo se il ministro Carfagna di oggi al meeting Cl sia la stessa persona che, appena quattro mesi fa di fronte al Capo dello Stato, si pacificava ufficialmente con la comunità gay italiana, chiedendole addirittura scusa». «L'omofobia - aggiunge Priori - è l'effetto di chi non riconosce e si sente libero di disprezzare. Non è necessariamente di matrimonio che stiamo parlando ma, come ha anche suggerito la Corte Costituzionale, di un passaggio legislativo in favore della coppia gay che giocoforza deve essere compiuto dalla politica. Che altrimenti non capiamo proprio per quali discriminazioni si scusi se poi Š la prima, nei fatti, a perpetrarla nelle parole, purtroppo ancora una volta solo per ottenere un applauso in più al solito meeting di Cl, capodanno disastroso per la laicità dello Stato all'inizio di ogni nuova stagione politica».
BATTAGLIA: CARFAGNA NE PARLI AL GAY VILLAGE È «dispiaciuta» per le dichiarazioni di oggi del ministro Mara Carfagna, che chiude la porta alle unioni omosessuali: Imma Battaglia, presidente D Gay Project e organizzatrice del Gay Village a Roma, si augura che questa non sia per• una chiusura al dialogo con la comunità gay, «che la Carfagna soprattutto in tema di lotta all'omofobia ha saputo tenere aperto». «Mi piacerebbe - dice Battaglia - poter contribuire a tenere aperta quella porta e credo che sarebbe un giusto segnale di prosecuzione del dialogo se il ministro volesse parlarne dal palco del Gay Village a Roma. La inviter• nei prossimi giorni, cos come mi piacerebbe che ci potesse essere un incontro tra il meeting di Comunione e Liberazione e noi gay. Avremmo diritto a replicare: visto che si parla dei nostri diritti e delle nostre vite, dal meeting mi aspetterei che si decidesse di dare la parola anche alla comunit… gay. Per quanto mi riguarda la porta del Gay Village agli esponenti di Cl è aperta» conclude.
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