sottovento ha scritto: Intanto, se andassimo a votare a elezioni nazionali cosa accadrebbe??? .......https://www.youtrend.it/2019/11/11/sond ... ra-al-515/ Non accadrebbe assolutamente nulla,dispiace vedere quanta passione dedicate alla politica tifando x un partito come se fosse una squadra di calcio,il centro destra hanno già governato questo paese con forza italia,lega e Fratelli d'Italia cosa e' cambiata? nulla. Per non dimenticareDa Berlusconi a Monti, la drammatica estate 2011 tra spread e rischi di bancarotta l 4 gennaio 2011 lo spread è a 173 punti. Il 30 dicembre arriverà a quota 528, con un incremento di 355 punti. I primi sei mesi dell'anno trascorreranno con un'altalena continua del differenziale tra i Btp e gli omologhi Bund tedeschi, termometro della fragilità non solo economica italiana. A fine maggio, con i risultati del voto amministrativo, il Pdl e Berlusconi incassano una pesante batosta elettorale. Il Rubygate incalza il premier, e dall'opposizione si comincia ad auspicare un suo passo indietro. A giugno il dibattito politico si concentra sulle scelte della manovra, mentre nella maggioranza si fanno sempre più forti le voci di coloro che attaccano Giulio Tremonti e chiedono un cambio al ministero dell'Economia. In questa situazione già tesa, piomba a luglio l'esplosione della crisi del debito e il battesimo dei Piigs, l'acronimo-beffa che raggruppa i Paesi in difficoltà (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna). Il mese di luglio si apre con lo spread a 225 punti. Sullo sfondo, c'è la scelta del successore di Mario Draghi al vertice di Bankitalia. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, interviene a lanciare un monito mentre un difficile Consiglio dei ministri è riunito per decidere sulla manovra e sul candidato: "Basta forzature politiche e contrapposizioni personali", è l'avviso che arriva dal Colle. Il 1° luglio, a mercati aperti viene diffuso il bollettino di Standard & Poor's sulla manovra. E' una sorta di bocciatura: "Restano sostanziali rischi per il piano di riduzione del debito, principalmente a causa della debole crescita" scrive l'agenzia di rating, in parte riprendendo i concetti espressi già a maggio, quando l'outlook dell'Italia era stato rivisto da "stabile" a "negativo". L'impatto sui titoli pubblici è immediato e lo spread si allarga Il 7 luglio l'Italia è di nuovo sotto stress, aumenta la pressione sui nostri Btp e lo spread schizza oltre quota 226, il record dalla nascita dell'euro. Stessa sorte per i titoli di Stato spagnoli, portoghesi, greci e irlandesi, i nuovi deboli di Eurolandia. In Italia si moltiplicano i rumors sulla tenuta del governo e sulle possibili dimissioni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, uniti ai timori sulla manovra e sulla presunta non solidità delle banche. E' in questo clima che Draghi matura l'idea di rilasciare una dichiarazione forte, che argini la frana: 15 righe che fanno il giro del mondo e che rassicurano sulla bontà della manovra e sulla credibilità delle misure per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. Il 16 luglio lo spread tocca nuovi record. Nella maggioranza di centrodestra si consuma uno strappo tra Berlusconi e la Lega di Umberto Bossi, irremovibile sull'arresto del deputato Pdl Alfonso Papa. Ai vertici del Popolo della libertà si comincia a ragionare su come fronteggiare un'eventuale crisi di coalizione. Il Pd sonda gli umori del Carroccio e si affaccia l'ipotesi di un governo tecnico con dentro la Lega. A guidarlo potrebbe essere proprio Mario Monti, ex commissario Ue e presidente della Bocconi, avvicinato in quei giorni da alti dirigenti democratici, da Rosy Bindi ad Enrico Letta, allora vicesegretario del partito. Sottotraccia, il nome di Monti è quello più accreditato - anche tra i media italiani - per un cambio al vertice di Palazzo Chigi. Il 3 agosto lo spread supera la soglia dei 300 punti. Dal Financial Times, edizione londinese, arriva una nota di biasimo nei confronti di Tremonti che viene definito "un povero esempio per gli italiani, non indispensabile". Ma sarà l'edizione tedesca del Ft a lanciare ufficialmente Mario Monti come l'Anti-Berlusconi. Il Ft Deutschland non fa giri di parole e dice di vederlo bene come premier: "Asciutto, obiettivo, minuzioso, ligio alle regole e un po' rigido, Monti ha tutte le qualità che mancano a Berlusconi". Quando, tra il 4 e il 5 agosto, lo spread arriva a sfiorare i 390 punti, al governo italiano arriva anche la lettera durissima della Bce, inviata dal presidente Jean Claude Trichet e dal successore in pectore, Draghi. Le richieste della Bce sono lette da tutti i commentatori come condizioni da rispettare per evitare la bancarotta del paese: si 'chiede' tra l'altro al governo di anticipare al 2013 il pareggio di bilancio e di raggiungere un deficit pubblico pari all'1% del Pil già nel 2012, con una manovra di tre punti - pari a una cinquantina di miliardi di euro - in un solo anno. La lettera incendia il dibattito politico per settimane. Tra l'8 e il 9 agosto lo spread continua a crescere. Il Corriere della Sera ha appena pubblicato un editoriale a firma Mario Monti in cui il Professore analizza la situazione italiana: l'analisi incassa il placet degli economisti ma scatena la reazione del Pdl. Perché proprio il candidato più autorevole a rimpiazzare Berlusconi descrive l'azione di governo portata avanti dal Cav come svuotata della sua sovranità. Nell'editoriale, infatti, si parla di un'Italia governata da un "podestà forestiero" e di misure urgenti di politica economica imposte da un "governo tecnico sopranazionale" che non abita a Palazzo Chigi, ma ha "sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York". In questo periodo sarebbero avvenuti i contatti con Napolitano.
Sempre il 9 agosto, intervistato dal Tg5, Monti risponde a chi gli chiede se è disposto a guidare un governo di emergenza: "L'emergenza spero venga presto superata, di una mia chiamata spero proprio non ci sia bisogno. Se avessi sentito imperativa dentro di me la vocazione a far parte di governi - dice ancora - avrei risposto di sì alla richiesta del centrosinistra, della Lega e del presidente Scalfaro dopo il ribaltone di fine '94. Già nel 1994 dissi no a Palazzo Chigi. Risposi che sarei stato disponibile solo se anche il centrodestra di Berlusconi avesse dato il suo appoggio".
Tra i quotidiani nazionali, la reazione emblematica arriva dal Giornale della famiglia Berlusconi: "I poteri forti tentano il blitz" è il titolo che sintetizza la replica a quanto sta avvenendo in quei giorni, con un occhiello che recita "Ossessione governo tecnico".
Lo spread si stabilizza fino alla fine del mese. Poi, ai primi di settembre, riprende la sua corsa e diventa incontrollabile anche perché da Standard & Poor's arriva per l'Italia il temuto downgrade. La reazione dei mercati sui titoli italiani è durissima con i Credit default swap, termometro dei rischi di fallimento di un paese, che balzano alle stelle.
Ottobre trascorre allo stesso modo, con lo spread sull'ottovolante. Il 23 ottobre Francia e Germania lanciano l'ultimatum a Berlusconi: "Attui subito le misure per debito e crescita". E fa subito il giro di web e tv il video in cui Angela Merkel e Nicolas Sarkozy da Bruxelles rispondono alle domande dei giornalisti al termine di una riunione del Consiglio europeo. Ai due leader viene chiesto se hanno fiducia nel premier italiano. La Merkel, leggermente imbarazzata, fa timidamente cenno di sì, ma subito dopo incrocia lo sguardo eloquente di Sarkozy ed entrambi scoppiano a ridere. E' poi il presidente francese a spiegare: "Abbiamo fiducia nell'insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese".
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