11/09/2019, 09:46
11/09/2019, 12:27
11/09/2019, 13:00
Il progetto per il sud di Conte viene dallo Svimez
di Pasquale Cicalese
Ieri nel corso del suo discorso alla Camera il Presidente del Consiglio Conte ha dispiegato gli strumenti per rilanciare il sud. Ovverosia convogliare in un unico profilo la Banca del Mezzogiorno, i contratti istituzionali di sviluppo, i contratti di rete e i fondi europei. L'obiettivo è quello di strutturare l'area meridionale di imprese e alta professionalità dediti all'export. Perno centrale è il porto di Taranto. L'idea è quella di farne una piattaforma produttiva e logistica dedita all'export. Gli strumenti sarebbero quelli accennati e verrebbero concentrati.
Questo progetto è stato pianificato 20 anni fa dal centro studi Svimez, che pensava e pensa di fare del sud una piattaforma logistica al servizio del Mediterraneo e dell'Asia. Già il ministro per il sud grillino Lezzi immaginava una pianificazione con una linea ferroviaria che unisse i principali porti del sud. L'idea è dello Svimez e ora al ministero del mezzogiorno c'è Giuseppe Provenzano, piddino che viene proprio dal centro studi Svimez. Giannola pensa ad una nuova stagione di industrializazzione per il sud questa volta non più come obiettivo il centro nord, da 20 anni quasi in stagnazione, se confrontato con altre aree, ma con i i paesi rivieraschi del mediterraneo, che crescono e cresceranno sempre più e soprattutto con la gigantesca piattaforma produttiva asiatica, in primis cinese.
Proprio ieri, e lo abbiamo pubblicato, è arrivato l'ufficiale benvenuto a Di Maio, neo ministro degli Esteri e protagonista del memorandum con la Cina, da parte del portavoce del ministero degli esteri cinese.
Ma c'è anche il Giappone, la Corea del Sud, l'Asean, l’India e in medio oriente l'Iran. Svimez pianifica da anni questa nuova industrializzazione. Ancora non sono arrivati interviste e articoli del neo ministro del sud Provenzano, ma a leggere Giannola possiamo affermare che nelle idee c'è continuità tra Lezzi e Provenzano.
La Germania non crescerà più come una volta, l'eurozona è stagnante da decenni, i paesi rivieraschi e l'Asia crescono a ritmi forsennati. E' lì che bisogna guardare, non il nord. La Lega voleva accaparrare le risorse per i prossimi decenni con l''autonomia per essere ancora protagonista, ma la storia volge verso sud e l' Asia. In Usa ci sono 100 milioni di sbandati e crescono a debito.
Il futuro non è né in Usa né in Germania.
La storia cambia, Gheddafi l'aveva capito. E' per questo che è stato trucidato.
Notizia del: 10/09/2019
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_progetto_per_il_sud_di_conte_viene_dallo_svimez/29785_30537/
11/09/2019, 14:04
11/09/2019, 14:46
Autostrade, Toninelli: “Legge per la revoca delle concessioni era pronta, Salvini non l’ha voluta”
“La legge per la revoca delle concessioni era pronta, il M5s l’aveva preparata ma Salvini non l’ha voluta fare“. È la ricostruzione fatta dall’ex ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, alla Ecofesta di Sirmione, sul provvedimento che riguardava la revoca delle concessioni autostradali, rilanciato da Giuseppe Conte.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/09/11/autostrade-toninelli-legge-per-la-revoca-delle-concessioni-era-pronta-salvini-non-lha-voluta/5446191/?utm_campaign=politica&utm_medium=twitter&utm_source=twitter
Governo, Di Maio: “Pd? Ero scettico, poi stupito positivamente. Salvini? E’ finita come quando vieni tamponato e l’altro dà la la colpa a te”
Ospite del primo appuntamento stagionale di Dimartedì (La7), il neo-ministro degli Esteri Luigi Di Maio ripercorre le tappe della crisi agostana di governo e del dissidio con la Lega: “Salvini il 7 agosto mi ha mandato un sms, neppure mi ha telefonato. E ha scritto: ‘Vedi che Giuseppe Conte ti deve dire una cosa’. Fino al giorno prima, aveva detto che il governo sarebbe andato avanti. Ho richiamato io e mi ha detto che non si poteva più andare avanti, perché non riusciva a tenere più i suoi, e che il governo doveva cadere. Io gli risposto, chiedendogli di arrivare almeno al taglio dei parlamentari a settembre. Mi ha detto di no”.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/09/11/governo-di-maio-pd-ero-scettico-poi-stupito-positivamente-salvini-e-finita-come-quando-vieni-tamponato-e-laltro-da-la-la-colpa-a-te/5446042/?utm_campaign=la7&utm_medium=twitter&utm_source=twitter
11/09/2019, 15:03
11/09/2019, 16:02
11/09/2019, 18:12
12/09/2019, 10:34
MaxpoweR ha scritto:Autostrade, Toninelli: “Legge per la revoca delle concessioni era pronta, Salvini non l’ha voluta”
“La legge per la revoca delle concessioni era pronta, il M5s l’aveva preparata ma Salvini non l’ha voluta fare“. È la ricostruzione fatta dall’ex ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, alla Ecofesta di Sirmione, sul provvedimento che riguardava la revoca delle concessioni autostradali, rilanciato da Giuseppe Conte.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/09/11/autostrade-toninelli-legge-per-la-revoca-delle-concessioni-era-pronta-salvini-non-lha-voluta/5446191/?utm_campaign=politica&utm_medium=twitter&utm_source=twitter
Ma va? Chi l'avrebbe mai detto!? assieme al quell'altro babbeo di Toti tra l'altro. Meno male che se ne sono andati a fanculo sti intrallazieri mafiosi della lega.
Governo, Di Maio: “Pd? Ero scettico, poi stupito positivamente. Salvini? E’ finita come quando vieni tamponato e l’altro dà la la colpa a te”
Ospite del primo appuntamento stagionale di Dimartedì (La7), il neo-ministro degli Esteri Luigi Di Maio ripercorre le tappe della crisi agostana di governo e del dissidio con la Lega: “Salvini il 7 agosto mi ha mandato un sms, neppure mi ha telefonato. E ha scritto: ‘Vedi che Giuseppe Conte ti deve dire una cosa’. Fino al giorno prima, aveva detto che il governo sarebbe andato avanti. Ho richiamato io e mi ha detto che non si poteva più andare avanti, perché non riusciva a tenere più i suoi, e che il governo doveva cadere. Io gli risposto, chiedendogli di arrivare almeno al taglio dei parlamentari a settembre. Mi ha detto di no”.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/09/11/governo-di-maio-pd-ero-scettico-poi-stupito-positivamente-salvini-e-finita-come-quando-vieni-tamponato-e-laltro-da-la-la-colpa-a-te/5446042/?utm_campaign=la7&utm_medium=twitter&utm_source=twitter
E' abbastanza evidente, solo i fanatici religiosi con le bandierine ficcate bene in profondità nel deretano non se ne rendono conto.
12/09/2019, 10:45
12/09/2019, 11:49
12/09/2019, 12:00
12/09/2019, 12:44
La fallita rivoluzione di ferragosto
Dopo la fiducia votata al Senato è nato ufficialmente il Conte-bis che, con l’uscita dalla compagine governativa della Lega e l’ingresso del PD, muta colore da gialloverde a giallorosso. L’azzardo del vicepremier leghista di sfilare la fiducia al governo, scommettendo su elezioni lampo e sul trionfale ingresso a Palazzo Chigi, si è velocemente impantanata, lasciando l’iniziativa a M5S e PD. È interessante soprattutto leggere il fallito blitz estivo in chiave internazionale: Washington e Londra hanno tentato di installare a Roma un governo integralmente sovranista, per sferrare un attacco su più fronti all’Unione Europea. Parigi, Berlino ed il Quirinale hanno prontamente sfruttato l’errore di Salvini per disarcionarlo. La No Deal Brexit non dispone così in Italia di nessun governo che “amplifichi” le spinte centrifughe.
Pessima scelta di stoffa, Mr. Bannon
Un tempo guerre e rivoluzioni si iniziavano quasi sempre d’autunno, raramente d’estate: il lavoro nelle campagne assorbiva nella bella stagione quasi tutto il capitale umano, lasciando poche braccia libere. È vero: oggi nel mese di agosto ci si riversa verso mari e monti, ma l’effetto è comunque lo stesso. Ci vuole una certa temerarietà a tentare la rivoluzione in piena estate, con le città semi-deserte e l’opinione pubblica affaccendata in tutt’altro. Questa temerarietà non è mancata a Matteo Salvini, il vicepremier leghista, che ha scelto il mese d’agosto per sfiduciare il governo di cui faceva parte e lanciare una scalata ostile a Palazzo Chigi, puntando su rapide elezioni. L’esito è stato catastrofico, non solo per la pessima tempistica, ma anche per l’errata analisi della situazione politica (bastava un abaco per calcolare le maggioranze alternative in Parlamento) e la totale incompetenza nelle manovre extra-parlamentari. Chi urla “Me ne frego!” e invoca pieni poteri, non può poi dimostrarsi, all’atto pratico, totalmente incapace di mobilitare la piazza al momento più opportuno. La stoffa di Salvini è emersa chiaramente nel mese di agosto e si può dire: “pessima scelta di stoffa, Mr. Bannon!”.
Già, perché il lato più interessante dell’intera vicenda è la dinamica internazionale sottostante: mentre gli italiani erano sulle spiagge, si è giocata una partita di grande rilevanza per gli assetti continentali. Una partita che sicuramente ha alterato il quadro europeo nell’immediato, disinnescando, o perlomeno depotenziando, l’ordigno che avrebbe dovuto sconquassare l’Unione Europa già nell’autunno: l’Italia, con i suoi 2.300 mld€ di debito pubblico (di cui 285 detenuti dalla Francia). Nei nostri articoli abbiamo sempre evidenziato come il governo gialloverde fosse stato assemblato dal “duo Goldman Sachs”, Lewis Eisenberg e Steve Bannon, con evidenti fini eversivi: creare, grazie ad un governo italiano “populista”, una crisi greca al quadrato, che scardinasse la già indebolita struttura europea. Nell’anno di vita del governo è, inoltre, emerso con chiarezza che questo risultato fosse meglio raggiungibile in due fasi: una prima, durante cui la Lega sovranista svuotasse l’elettorato del M5S, ed una seconda in cui, dissanguato il M5S, la Lega si lanciasse alla (quasi) solitaria conquista del potere. Nell’ultimo anno, tra viaggi negli USA, trasferte in Israele e feste di compleanno per la regina Elisabetta1, il “Capitano” ha fatto davvero di tutto per accreditarsi nei circoli che contano. Le elezioni europee dello scorso maggio hanno rappresentato il culmine di questa strategia: con il 34% di preferenze, Salvini aveva cotto a puntino il Movimento 5 Stelle, crollato al 17%. Il blitz andava sferrato a caldo: una, due settimane dopo al massimo.
Termina la primavera e subentra l’estate: i sondaggi danno ancora la Lega in ascesa, grazie alla totale assenza di alternative e al facile piglio “decisionista” dinnanzi agli alleati di governo (si parla di un 36% di consensi verso la fine di luglio). È tempo di passare all’azione perché, nel frattempo, il 24 luglio, Boris Johnson è entrato a Downing Street, con la chiara intenzione di traghettare il Regno Unito verso la No Deal Brexit. Immaginiamo l’effetto congiunto: in Italia, un Salvini fresco di vittoria elettorale, invoca una manovra in aperta violazione dei parametri europei, lasciando intendere un’imminente Italexit, in Inghilterra, quasi contemporaneamente, Boris Johnson impone l’uscita senza accordo dalla UE, mandando a picco piazze finanziarie ed economia reale (già indebolita dalle guerra commerciale del “terzo socio dell’impresa”, Donald Trump). L’eurozona, come un soppalco di legno caricato con mattoni, fa “crack!”, mandando a gambe all’aria le finanze europee, in primis quelle italiane: già, perché ormai sarà chiaro a tutti, un personaggio come Salvini ha un orizzonte temporale di 24-48 ore. Che verrà dopo, neppure gli interessa.
La celebre “mozione sulla Tav” è quindi soltanto un incidente, oculatamente cercato, per porre fine all’esperienza gialloverde e consentire a Salvini di lanciare la sua Opa ostile. A distanza di due giorni, il 9 agosto, Steve Bannon rilascia un’intervista chiave al Corriere della Sera: “Il matrimonio Luigi-Matteo non poteva che fallire. Mettersi insieme al governo è stato un nobile esperimento ma capisco le difficoltà. Ho incontrato diverse volte Matteo… La voglia di andare alle urne? Mossa ardita in un momento rischioso per l’economia”. Il M5S è sostanzialmente liquidato, col pretesto dell’apertura alla Via della Seta, e si saluta l’ardito slancio di Matteo Salvini, che può essere un valido premier à la Trump: gli angloamericani hanno votato per la caduta del governo Conte e elezioni in autunno. Il 9 agosto Salvini rilancia: “Il prossimo governo farà la flat tax. E se l’Europa dice no, la faremo stesso”: tutto sembra pronto per la rivoluzione anglo-sovranista, che dovrebbe culminare con lo sconquasso dell’Europa.
I colpi di mano riescono o falliscono in 24/48 ore, il lasso di tempo in cui il “Comandante di Quarto Oggiaro” avrebbe dovuto ricorre a qualsiasi strumento per forzare la partita, compresa la piazza. Colto dal dubbio e inorridito dal burrone che gli si spalanca dinnanzi, il leader leghista torna invece sui propri passi, proponendo addirittura la presidenza del Consiglio ai pentastellati. Il blitz è miseramente fallito, perché chi detiene il potere di sciogliere le camere, “il filoeuropeista” Sergio Mattarella, è ben felice di cogliere l’occasione per liquidare la minaccia leghista, facilitando una soluzione tra PD e M5S. Dietro il nascente governo giallorosso, si raccolgono ovviamente tutti i poteri che hanno a cuore la stabilità dell’eurozona e della UE: Francia (esposta per 285 mld€ di titoli di Stato italiani) e Germania. Nelle convulse giornate di agosto, “Giuseppi Conte” riesce persino a strappare l’endorsement di Donald Trump (che, peraltro, cambia opinione su collaboratori e colleghi come il vento), ma ci pensa pochi giorni dopo Steve Bannon, calato nella realtà italiana nella sua veste di “inviato speciale”, a correggere il tiro: “Il presidente USA non appoggerà un esecutivo filocinese e filoUe2”. E ci mancherebbe! L’obiettivo angloamericano era proprio quello di scardinare la UE grazie al duo Johnson-Salvini.
Nel frattempo, il 29 agosto, mentre prende forma il governo Conte bis, in Inghilterra Boris Johnson ottiene la chiusura del Parlamento inglese fino alla metà di ottobre, per potersi concentrare anima e corpo sulla No Deal Brexit: i poteri del primo ministro inglese sono infinitamente superiori a quelli dell’omologo italiano, ma non illimitati. La Camera, così, reagisce con un colpo di coda, riunendosi e votando una legge che vincola il premier a scongiurare la No Deal Brexit il 31 ottobre: la Camera, però, si è guardata bene dall’adottare l’unica vera soluzione possibile per scongiurare tale esito, ossia fornendo un’alternativa concreta alla Brexit senza accordo. Boris Johson, dal canto suo, non sembra turbato dai laccioli giuridici e ripete che l’uscita del Regno Unito avverrà il 31 ottobre, con o senza accordo. Quel che è certo è l’attacco all’Europa, dopo la fallita rivoluzione d’agosto di Salvini, è depotenziato: la bomba sul fianco meridionale del continente non ticchetta più. O almeno così sembra.
12/09/2019, 13:46
MaxpoweR ha scritto:Taglio parlamentari, ddl sarà esaminato dalla Camera dopo il 25 settembre. Calendario sarà fissato dopo la nomina dei sottosegretari
Bene si parte! si cominciano a valutare i fatti e non le stronzate giornalistiche che tanto piacciono agli amici legaioli.
12/09/2019, 13:49
greenwarrior ha scritto:Si comincia......
Il consigliere comunale Fabiano Cavina lascia il Movimento 5 stelle e passa alla Lega
Storico militante del Movimento 5 stelle e presidente della commissione “Territorio e ambiente”, il consigliere comunale Fabiano Cavina abbandona i banchi della maggioranza per passare alla Lega.
L”annuncio arriva in una giornata molto significativa per la politica nazionale, con il voto di fiducia al Governo Conte bis in corso al Senato.
«Non rinnego nulla del mio passato di attivista e di convinto sostenitore degli ideali che hanno motivato le battaglie del M5S – spiega Cavina -, ma di fronte all”immobilismo amministrativo della Giunta imolese e all”indigeribile ‘patto delle poltrone’ che si è consumato a Roma, non posso che dire addio a un movimento che mi ha deluso e non mi rappresenta più».
E il passaggio al Carroccio è motivato dalla «certezza di poter ancora sostenere, a testa alta, le tematiche che mi hanno sempre visto in prima linea».
«Una decisione importante che porta un valore aggiunto alla Lega e al gruppo in Consiglio comunale», commentano Marco Casalini, segretario imolese del Carroccio, e il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.