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MessaggioInviato: 11/04/2023, 18:57 
METAFISICA DEL DOLORE E DELLA MALATTIA
Articolo di Matteo Martini

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” Vi sono malattie e sofferenze – dice Iagla [ autore di una monografia precedente, N.d.C.] – che rappresentano un ingorgo, una scarica in eccesso nel sistema psicofisico dell’uomo, di certe forze a cui la coscienza non ha potuto o voluto aprirsi

Si può completare questa idea, con un’altra, espressa da Nietzsche nella sua opera Volonta di potenza (§ 304) dove egli connette il dolore alla paura, vi vede la ripercussione di un shock provocato dalla paura nel focolare centrale (egli veramente aggiunge: del sistema nervoso – me dicendo semplicemente “focolare centrale” si dice meglio), con una lunga sensazione che poi va proiettarsi nella sede di un organo determinato.
Dal punto di vista esoterico, ecco di che natura si tratta. La fissità, che caratterizza gli esseri viventi come individui – e questa fissità è da intendersi sia in senso generale, come tendenza a mantenere il proprio stato, sia in senso speciale, come coscienza che ha una determinata relazione fissa con una struttura organica – detta fissità fa sì che tutte le volte che si verifica un contatto con una forza trascendente, si produce qualcosa di paragonabile a una lesione – ad una lesione interiore. In quell’istante la coscienza, sorpresa, è messa in uno stato di orgasmo, di paura per il proprio essere individuale, di cui sente oscillare la base; e questa reazione o contraccolpo animico-emotivo – come un contrarsi, un ansioso stringersi in sé della coscienza di fronte alla forza intervenuta – reazione che, naturalmente, soppianta la percezione di questa stessa forza – è il senso più profondo dell’esperienza del dolore e della sofferenza.
In una coscienza aperta, libera rispetto alla propria individualizzazione ( tecnicamente si direbbe “aerea” – o: “vuota”), il dolore non esisterebbe come tale. Esso produrrebbe piuttosto il passaggio ad un’altra forma di coscienza, a quella corrispondente alla forza intervenuta, e poggiante, nel corpo, sopra un organo diverso dall’organo su cui il senso di sé si appoggia abitualmente.0000agostino-arrivabene-Invece, l’Io, che ha paura, che si ritrae agitato e si aggrappa a sé reagendo, ed ostruendo così la comunicazione, sperimenta il dolore. Il quale, oggettivamente , può considerarsi come una esperienza puramente negativa dell’azione della forza estraindividuale manifestatasi.
Quando la scarica non si esaurisce nell’equivalente emozionale del dolore o, più in generale, della sofferenza, ovvero quando essa incontra una reazione più sottile dell’individuo – allora essa scende in strati più profondi dell’essere, dando luogo a saturazioni abnormi le quali – sempre in termini di ingorgo, di non-soluzione causata dagli elementi e dalle funzioni dell’individuo che resistono al cambiamento di stato – costituiscono la vera essenza di date malattie.
In questo caso tutto ciò che ci dice la scienza medica moderna, si basa sullo scambiare spesso gli effetti con le cause, dato che il piano su cui si trovano le cause vere è inaccessibile sia all’occhio fisico, sia al microscopio. Una spiegazione può darla solo una indagine di carattere occulto, come quella che spesso stava alla base dell’antica medicina, la quale difatti veniva considerata come un’arte sacra e sacerdotale. A mezzo di una simile indagine si era in grado di conoscere l’azione sottile che possono esercitare certe sostanze usate medicalmente, nel senso, appunto, di forze che, agendo in base a determinate ragioni di simmetria (e qui era naturalmente presupposta la conoscenza della fisiologia occulta con le varie corrispondenze fra strutture organiche e elementi naturali), andavano ad equilibrare o a sfittire quelle agenti nel corpo e polarizzate verso un esito di malattia. Ma da questo punto di vista si avrebbe anche potuto riconoscere che certi rimedi moderni sono talvolta la causa di nuovi mali, diversi da quelli guariti, e ciò per cause di cui il medico comune non ha alcuna conoscenza.
È possibile estendere quel che si è detto or ora sul dolore in genere al caso speciale del dolore provocato da cause esterne: come quello per traumi, per lesioni vere e proprie anche se entro dati, ovvi limiti. Qui non si tratta dell’intervento di forze non individuali, distinte, in un certo modo, dall’uomo: si tratta di forze che l’uomo stesso porta, ma nel profondo, al di sotto della zona dove si svolge la vita ordinaria. Quando la condizione stessa di tale vita – l’unità organica – viene lesa ed offesa, queste forze latenti sono costrette ad intervenire, ad accorrere come una riserva per riparare, per reintegrare l’organismo in pericolo. Esse allora affiorano nella coscienza, alla quale non possono non presentarsi con un certo carattere di trascendenza, di modo che si riproduce lo stesso stato di ansia-sofferenza già indicato (notiamo che anche nell’altro caso le forze giungono sempre da dentro: il corpo è l’ultima stazione – la psiche è una zona più prossima, ma non il punto di partenza); il quale stato poi viene ad essere proiettato e fissato nella nella parte colpita e nelle funzioni interessate alla reintegrazione, che passano egualmente ad uno stato abnorme di saturazione. Di quest’ultimo aspetto, la forma appariscente è la scomparsa della febbre, insieme al dolore o da sola.
Peraltro, in questo caso, quando la paura dell’essere individuale fosse distrutta, l’irruzione non ostacolata delle forze profonde produrrebbe il passaggio ad un stato estatico; sulla base del quale sarebbe anche possibile fare agire dette forze in forma diretta – magica e taumaturgica, in fenomeni di carattere miracoloso: ferite che tornano subito a chiudersi senza lasciare traccia; veleni del tutto neutralizzati nella loro potenza, la quale può essere estratta dal corpo e scaricata altrove, etc. [ Nella sua biografia lo yogi Milarepa stacca dal suo corpo la potenza di un veleno, la proietta su una porta, che si scardina, ed anche su un’altra persona e poi la riprende in sé. È interessante ciò che egli dice: ‘La malattia di un un religioso non rassomiglia a quella di un uomo comune. Già per questo dovrei tenerla.’ ].
In questi casi, come pure in casi molto più modesti, il segreto consiste sempre in una attenzione suprema e sottile portata sulla propria interiorità e in una attitudine di assoluta attività, intrepidezza di slancio, di superamento nell’istante del manifestarsi dell’alterazione. Le forze riparatrici allora sboccano direttamente nell’Io e di conseguenza restano allo stato puro, evitando che, per caduta, passino nei sistemi propriamente fisiologici. Allora possono agire in forma estranormale.
Del resto questo significato del dolore e della malattia è implicito in quanto abbiamo detto, e ripetutamente, sul caso-limite di malattia- sofferenza: la morte. È difatti un un insegnamento centrale delle nostre tradizioni, che la potenza della morte e quella dell’iniziazione sono una sola e medesima cosa. Hûm, mantra del risveglio della kundalinî, è altresì il il mantra di Mrtyu (la morte).

“L’anima dell’uomo – dice Plutarco – al momento della morte provala medesima passione di coloro che vengono iniziati ai Grandi Misteri; e la parola corrisponde alla parola, il fatto al fatto: si dice τελευτᾷν (morte) e τελεῖσθαι (iniziazione)”.

È un momento di crisi dell’individualità, la quale o vince e rinasce trasformata in uno stato trascendente (iniziazione), o soccombe, spezzata nella sua struttura rigida che essa non ha saputo superare (morte). L’adepto ha usato per la sua iniziazione la stessa forza che negli altri produce la morte; ed egli è tale perché non ne ha avuto paura (non nel senso del solito “coraggio”, ma in senso superiore), perché la sua coscienza ha saputo mantenersi attiva rispetto ad essa ed unirsi al potere della morte.
Così per analogia e per attenuazione, si può comprendere l’affermazione, che da certe forme di malattia è possibile far scaturire istanti di illuminazione. Del pari, si sa di scuole, ed anche di tradizioni nei popoli selvaggi, in cui la sofferenza è stata considerata come un mezzo per giungere all’estasi: gli sciamani, il flagellanti, ecc. E molte altre suggestioni potrebbero essere date. Per es., ci si potrebbe spiegare perché talvolta dalla preghiera in stati di intenso dolore possano sortire certi effetti non ordinari: la preghiera favorendo uno stato di trascendenza e quindi la conversione delle forze, di cui si è detto. Inoltre molti possono essere stati colpiti dal senso tutto speciale di una bellezza di un genere quasi non umano, luminosa, che talvolta appare per istanti su alcuni volti anche volgari e deformi e contratti, subito dopo che si rialzano da una sofferenza mortale, come per es. per un atto operatorio: quasi un riflesso e traccia di questa cosa più grande che passò in loro, e che essi soltanto subirono. ”



Questo scritto, a firma di Ea, appartiene alla “trilogia” del Gruppo di Ur, edito dapprima nei fascioli Ur e Krur e successivamente ristampati dalle edizioni Tilopa di Massimo Scaligero o, sotto il titolo di Introduzione alla Magia, nell’edizione curata da J. Evola, per le Edizioni Mediterranee.
Lo abbiamo citato perché crediamo che esso dia una spiegazione generale, dal punto di vista iperfisico qui trattato, del senso della sofferenza fisica e psichica ed anche dell’origine della malattia (in senso generale, metafisico, rispetto al tipo di esistenza umana-terrestre, e non nel senso di semplice patogenesi sul piano biologico). Nel concreto esso però offre anche una comprensione del senso di disturbi specifici come il panico e gli accessi di panico, fenomeno i cui meccanismi fisiologici sono ben compresi, ma di cui è del tutto ignota l’eziologia generale, almeno nella medicina moderna. Questo è appunto un caso esemplare di quella paura trascendente, qui descritta, come caso generale di reazione dell’Io di fronte a una forza extraindividuale – come quelle di cui si parla nel testo – ed è proprio l’attacco di panico da vedersi come prototipo di una sorta di irruzione, sia pure temporanea e limitata, di questo ambito nella sfera psichica dell’uomo e nella sua ripercussione fisica, organica e psicologica. Del resto ciò era implicitamente ammesso dagli antichi, che appunto gli attribuivano il nome del dio Pan, a suggerire l’irruzione di una forza macrocosmica, e non-individuale, nella psiche umana.
I principi qui esposti – anche in relazione alle forze intrinseche all’individuo, che però hanno origine nel profondo, e che quindi valgono come forze sub-personali, forze eteriche di riparazione – si prestano a spiegare alcuni fenomeni parapsicologici che possono presentarsi come correlato di particolari stati di sofferenza, in cui la soglia dell’individualità cosciente si trova ad essere forzata, così come anche casi di “guarigioni miracolose”. Si prestano altresì a spiegare il significato che certe condizioni traumatiche o di sofferenza, nelle culture sciamaniche, venivano a rivestire come esperienze cognitive, rigeneratrici o di “iniziazione” le quali, ove superate, permettevano una riconfigurazione di quello che, nella tradizione tolteca del Nagual ad esempio, viene indicato come “punto di unione“: il centro unificante delle varie correnti e forze che sostengono la coscienza dell’individuo e che determinano i suoi limiti cognitivi.
Abbiano ritenuto di citarlo integralmente, perché estremamente chiarificatore, e in grado di fornire una spiegazione unitaria a una serie di fenomeni differenti, la cui analogia o corrispondenza non è di immediata evidenza. Crediamo anche che una comprensione veramente profonda della psicosomatica non possa prescindere da questa base dottrinaria, che fra l’altro postula una precisa gerarchia fra gli stati animici e psichici e quelli corporei.


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 Oggetto del messaggio: Re: Appunti e studi multidisciplinari
MessaggioInviato: 12/04/2023, 17:06 
SVILUPPO SPIRITUALE E DISTURBI NEURO-PSICHICI
Matteo Martini

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Con questo chiudiamo la serie, iniziata con il precedente articolo tratto dai volumi del Gruppo di Ur, di citazioni esterne al blog, di Autori e brani di opere che per i temi di cui trattiamo in questo sito potremmo definire “classici”. Il nostro scopo è stato quello di fornire riferimenti attinenti la salute integrale dell’essere umano (sotto l’aspetto bio-psichico e spirituale, quindi su tutti i livelli dell’essere incarnato) secondo la prospettiva strettamente “tradizionale”. Si tratta di uno scritto del grande psichiatra italiano Roberto Assagioli, padre della scuola di Psicosintesi, che comprare con il presente titolo, nella sua opera ‘Lo sviluppo transpersonale‘ pubblicato per la prima volta dalla Astrolabio Ubaldini nel 1933. Lo pubblichiamo – sebbene sia stato riportato già altre volte in alcuni siti internet – in quanto sembra integrare e sviluppare, in modo più dettagliato, il precedente a brano firmato da “Ea”.

” Lo sviluppo spirituale dell’uomo è un’avventura lunga e ardua, un viaggio attraverso strani paesi, pieni di meraviglie, ma anche di difficoltà e di pericoli. Esso implica una radicale purificazione e trasmutazione, il risveglio di una serie di facoltà prima inattive, l’elevazione della coscienza a livelli prima non toccati, il suo espandersi lungo una nuova dimensione interna. Non dobbiamo meravigliarci perciò che un cambiamento così grande si svolga attraverso vari stadi critici, non di rado accompagnati da disturbi neuropsichici e anche fisici (psicosomatici). Questi disturbi, mentre possono apparire all’osservazione clinica ordinaria uguali a quelli prodotti da altre cause, in realtà hanno significato e valore del tutto diverso e devono venir curati in modo ben differente.
Attualmente poi i disturbi prodotti da cause spirituali vanno divenendo sempre più frequenti, poiché il numero di persone che, consciamente o inconsciamente, sono assillate da esigenze spirituali va divenendo sempre maggiore.
Inoltre, a causa della maggiore complessità dell’uomo moderno e particolarmente degli ostacoli creati dalla sua mente critica, lo sviluppo spirituale è divenuto un processo interiore più difficile e complicato. Per questa ragione è opportuno dare uno sguardo generale ai disturbi nervosi e psichici che insorgono nei vari stadi dello sviluppo spirituale, e offrire qualche indicazione riguardo ai modi più adatti ed efficaci per curarli. Nel processo di realizzazione spirituale si possono osservare 5 stadi critici:

I. Le crisi che precedono il risveglio spirituale;
II. Le crisi prodotte dal risveglio spirituale;
III. Le reazioni che seguono al risveglio spirituale
IV. Le fasi del processo di trasmutazione;
V. La “notte oscura dell’anima”.

I. Crisi che precedono lo sviluppo spirituale
Per ben comprendere il significato delle singolari esperienze interiori che sogliono precedere il risveglio dell’anima, occorre ricordare alcune caratteristiche psicologiche dell’uomo ordinario. Questi, più che vivere, si può dire che si lasci vivere.
Egli prende la vita come viene; non si pone il problema del suo significato, del suo valore, dei suoi fini. Se è volgare, si occupa solo di appagare i propri desideri personali: di procurarsi i vari godimenti dei sensi, di diventare ricco, di soddisfare la propria ambizione. Se è d’animo più elevato, subordina le proprie soddisfazioni personali all’adempimento dei doveri familiari e civili che gli sono stati inculcati, senza preoccuparsi di sapere su quali basi si fondino quei doveri, quale sia la loro vera gerarchia, ecc. Egli può anche dichiararsi ‘religioso’ e credere in Dio, ma la sua religione è esteriore e convenzionale, ed egli si sente ‘a posto’ quando ha obbedito alle prescrizioni formali della sua chiesa e partecipato ai vari riti. Insomma l’uomo comune crede implicitamente alla realtà assoluta della vita ordinaria ed è attaccato tenacemente ai beni terreni, ai quali attribuisce un valore positivo; egli considera così, in pratica, la vita ordinaria fine a se stessa, e anche se crede a un paradiso futuro, tale sua credenza è del tutto teorica e accademica, come appare dal fatto, spesso confessato con comica ingenuità, che desidera di andarci… il più tardi possibile.
Ma può avvenire – e in realtà avviene in alcuni casi – che quest’ “uomo ordinario” venga sorpreso e turbato da un improvviso mutamento nella sua vita interiore.
Talvolta in seguito a una serie di delusioni; non di rado dopo una forte scossa morale, come la perdita di una persona cara; ma talvolta senza alcuna causa apparente, in mezzo al pieno benessere e favore della fortuna (come avvenne a Tolstoj) insorge una vaga inquietudine, un senso di insoddisfazione, di mancanza; ma non la mancanza di qualcosa di concreto, bensì di alcunché di vago, di sfuggente, che egli non sa definire. A poco a poco si aggiunge un senso di irrealtà, di vanità della vita ordinaria: tutti gli interessi personali, che prima tanto occupavano e preoccupavano, si ‘scoloriscono’, per così dire, perdendo la loro importanza e il loro valore. Nuovi problemi si affacciano; la persona comincia a chiedersi il senso della vita, il perché di tante cose che prima accettava naturalmente: il perché della sofferenza propria e altrui; la giustificazione di tante disparità di fortuna; l’origine dell’esistenza umana; il suo fine.
Qui cominciano le incomprensioni e gli errori: molti, non comprendendo il significato di questi nuovi stati d’animo, li considerano ubbie, fantasie anormali; soffrendone (poiché sono molto penosi), li combattono in ogni modo; temendo di ‘perdere la testa’, si sforzano di riattaccarsi alla realtà ordinaria che minaccia di sfuggir loro; anzi talvolta, per reazione, vi si gettano con maggior foga, perdutamente, cercando nuove occupazioni, nuovi stimoli, nuove sensazioni. Con questi ed altri mezzi essi riescono talora a soffocare l’inquietudine, ma non possono quasi mai distruggerla completamente: essa continua a covare nel profondo dei loro essere, a minare le basi della loro esistenza ordinaria e può, anche dopo anni, prorompere di nuovo più intensa. Lo stato di agitazione diventa sempre più penoso, il vuoto interiore più intollerabile; la persona si sente annientata: tutto ciò che formava la sua vita le sembra un sogno, sparisce come una larva, mentre la nuova luce non è ancora sorta; anzi generalmente la persona ne ignora perfino l’esistenza o non crede alla possibilità di ottenerla. Spesso a questo tormento generale si aggiunge una crisi morale più definita; la coscienza etica si risveglia e si acuisce, la persona è assalita da un grave senso di colpa, di rimorso per il male commesso, si giudica severamente ed è colta da un profondo scoraggiamento.
A questo punto sogliono presentarsi quasi sempre idee e impulsi di suicidio. Alla persona sembra che l’annientamento fisico sia la sola logica conseguenza del crollo e dei dissolvimento interiore.
Dobbiamo far notare che questo è solo uno schema generico di tali esperienze e del loro svolgimento. In realtà vi sono numerose differenze individuali: alcuni non giungono allo stadio più acuto; altri vi arrivano quasi a un tratto, senza il graduale passaggio accennato; in alcuni prevalgono la ricerca e i dubbi filosofici; in altri la crisi morale è in prima linea. Queste manifestazioni della crisi spirituale sono simili ad alcuni dei sintomi delle malattie dette nevrastenia e psicastenia. Uno dei caratteri di questa è appunto la ‘perdita della funzione del reale’, come la chiama Pierre Janet, e un altro è la ‘spersonalizzazione’. La somiglianza è accresciuta dal fatto che il travaglio della crisi produce spesso anche dei sintomi fisici, quali esaurimento, tensione nervosa, depressione, insonnia, e svariati disturbi digestivi, circolatori, ecc.

II. Crisi prodotte dal risveglio spirituale.
L’aprirsi della comunicazione fra la personalità e l’anima, i fiotti di luce, di gioia e di energia che l’accompagnano, producono spesso una mirabile liberazione. I conflitti interni, le sofferenze e i disturbi nervosi e fisici spariscono, spesso con una rapidità sorprendente, confermando così che quei disturbi non erano dovuti a cause materiali, ma erano la diretta conseguenza del travaglio psico-spirituale. In questi casi il risveglio spirituale costituisce una vera e propria cura.
Ma il risveglio non si svolge sempre in modo così semplice ed armonico, bensì può essere a sua volta causa di complicazioni, disturbi e squilibri. Questo avviene in coloro la cui mente non è ben salda, o nei quali le emozioni sono esuberanti e non dominate, oppure il sistema nervoso troppo sensibile e delicato, o ancora quando l’afflusso di energia spirituale è travolgente per la sua subitaneità e violenza.
Quando la mente è troppo debole e impreparata a sopportare la luce spirituale, oppure quando vi è tendenza alla presunzione e all’egocentrismo, l’evento interiore può venire male interpretato. Avviene, per così dire, una ‘confusione di piani’: la distinzione fra assoluto e relativo, fra spirito e personalità non è riconosciuta, e allora la forza spirituale può produrre un’esaltazione, una ‘gonfiatura’ dell’io personale.
Alcuni anni or sono ho avuto occasione di osservare al manicomio di Ancona un caso tipico di questo genere. Uno dei ricoverati, un simpatico vecchietto, affermava tranquillamente ma ostinatamente… di essere Dio. Intorno a questa sua convinzione egli aveva fabbricato una serie delle più fantastiche idee deliranti; di schiere celesti ai suoi comandi, di grandi cose da lui compiute, ecc. Ma, a parte questo, egli era la persona più buona, gentile e premurosa che si possa immaginare, sempre pronta a render servizi ai medici e ai malati. La sua mente era così chiara e attenta e i suoi atti così accurati, che era stato fatto assistente del farmacista, il quale gli affidava le chiavi della farmacia e la preparazione di medicine. Questo non diede mai luogo ad alcun inconveniente, all’infuori della sparizione di un po’ di zucchero che egli sottraeva per far con esso cosa gradita ad alcuni dei ricoverati.
Dal punto di vista medico ordinario il nostro malato verrebbe considerato come un semplice caso di delirio di grandezza, una forma paranoide; ma in realtà queste non sono che etichette puramente descrittive o di classificazione clinica, e la psichiatria ordinaria nulla sa dirci di certo sulla vera natura e sulle cause di questi disturbi. Mi sembra quindi sia lecito ricercare se non vi possa essere un’interpretazione psicologica più profonda delle idee di quel malato. E’ noto come la percezione interiore della realtà dello Spirito e della sua intima compenetrazione con l’anima umana dà a colui che la prova un senso di grandezza e di allargamento interiore, la convinzione di partecipare in qualche modo alla natura divina.
Nelle tradizioni religiose e nelle dottrine spirituali d’ogni tempo se ne possono trovare numerose attestazioni e conferme, espresse non di rado in forma assai audace. Nella Bibbia troviamo la frase esplicita e recisa: «Non sapete che siete Dei?» E sant’Agostino dice: «Quando l’anima ama qualcosa, diventa a essa simile; se ama le cose terrene, diventa terrena; ma se ama Dio (si potrebbe chiedere) diventa essa Dio?».
L’espressione più estrema della identità di natura fra lo spirito umano nella sua pura e reale essenza e lo Spirito Supremo è contenuta nell’insegnamento centrale della filosofia Vedanta: Tat twam asi ( ‘Tu sei Quello’) e Aham evam param Brahman (‘In verità io sono il Supremo Brahman’).
Comunque si voglia concepire questo rapporto fra lo spirito individuale e quello universale, sia che lo si consideri come un’identità o come una somiglianza, una partecipazione, una unione, bisogna riconoscere in modo ben chiaro, e tener sempre presente in teoria e in pratica, la grande differenza che esiste fra lo spirito individuale nella sua natura essenziale – quello che è stato chiamato il ‘fondo’ o il «centro o apice» dell’anima, l’Io superiore, il Sé reale – e la piccola personalità ordinaria, il piccolo io di cui siamo abitualmente consapevoli
Il non riconoscere tale distinzione porta a conseguenze assurde e pericolose. Questo ci dà la chiave per comprendere lo squilibrio mentale del malato di cui ho fatto cenno, e altre forme meno estreme di autoesaltazione e di autogonfiatura. L’errore funesto di tutti coloro che cadono in preda a tali illusioni è quello di attribuire al proprio io personale non rigenerato le qualità e i poteri dello Spirito. In termini filosofici si tratta di una confusione fra realtà relativa e Realtà assoluta, fra il piano personale e quello metafisico. Da questa interpretazione di certe idee di grandezza si possono trarre anche utili norme curative. Essa ci mostra come il cercare di dimostrare al malato che egli ha torto, che le sue idee sono dei tutto assurde o il deriderle, non serve a nulla; anzi non fa che inasprirlo. Invece è opportuno riconoscere con lui l’elemento di vero che c’è nelle sue affermazioni e poi cercar pazientemente di fargli comprendere la distinzione suaccennata.
In altri casi l’improvvisa illuminazione interna prodotta dal risveglio dell’anima determina invece un’esaltazione emotiva, che si esprime in modo clamoroso e disordinato: con grida, pianto, canti e agitazioni motorie varie. Coloro poi che sono di tipo attivo, dinamico, combattivo, possono venir spinti dall’eccitazione del risveglio ad assumere la parte del profeta o del riformatore, formando movimenti e sette caratterizzati da un eccessivo fanatismo e proselitismo.
In certe anime nobili, ma troppo rigide ed eccessive, la rivelazione dell’elemento trascendente e divino del proprio spirito suscita un’esigenza di adeguazione completa e immediata a quella perfezione. Ma in realtà tale adeguazione non può essere semmai che il termine di una lunga e graduale opera di trasformazione e di rigenerazione della personalità; quindi quell’esigenza non può che esser vana e provocare reazioni di depressione e di disperazione autodistruttive.
In alcune persone, a ciò predisposte, il ‘risveglio’ si accompagna con manifestazioni psichiche paranormali di vario genere. Esse hanno visioni, generalmente di esseri elevati o angelici, oppure odono delle voci, o si sentono spinte a scrivere automaticamente. Il valore dei messaggi così ricevuti è assai diverso da caso a caso; perciò occorre che essi vengano sempre esaminati e vagliati obiettivamente, senza prevenzioni, ma anche senza lasciarsi imporre dal modo con cui sono pervenuti, né dalla presunta autorità di chi asserisca esserne l’autore. E’ opportuno diffidare soprattutto dei messaggi che contengono ordini precisi e richiedono obbedienza cieca, e di quelli che tendono a esaltare la personalità del ricevente. I veri istruttori spirituali non usano mai tali metodi.
Prescindendo poi dall’autenticità e dal valore intrinseco di quei messaggi, sta il fatto che essi sono pericolosi perché possono facilmente turbare, anche in modo grave, l’equilibrio emotivo e mentale.

III. Le reazioni che seguono al risveglio spirituale.
Queste reazioni si producono generalmente dopo un certo tempo.
Come abbiamo accennato, un risveglio spirituale armonico suscita un senso di gioia, e una illuminazione della mente che fa percepire il significato e lo scopo della vita, scaccia molti dubbi, offre la soluzione di molti problemi e dà un senso di sicurezza interiore. A questo si accompagna un vivido senso dell’unità, della bellezza, della santità della vita, e dall’anima risvegliata s’effonde un’onda di amore verso le altre anime e tutte le creature.
Invero non vi è nulla di più lieto e confortante del contatto con uno di questi ‘risvegliati’ che si trovi in un tal ‘stato di grazia’. La sua personalità di prima, coi suoi angoli acuti e coi suoi elementi sgradevoli, sembra sparita e una nuova persona, simpatica e piena di simpatia, sorride a noi e al mondo intero, tutta desiderosa di dar piacere, di rendersi utile, di condividere con gli altri le sue nuove ricchezze spirituali di cui non sa contenere in sé la sovrabbondanza.
Questo stato gioioso dura più o meno a lungo, ma è destinato a cessare. La personalità ordinaria, coi suoi elementi inferiori, era stata solo temporaneamente sopraffatta e addormentata, non uccisa o trasformata. Inoltre l’afflusso di luce e di amore spirituale è ritmico e ciclico come tutto quanto avviene nell’universo; esso quindi prima o poi diminuisce o cessa: il flusso è seguito dal riflusso. Questa esperienza interna è penosissima, e in alcuni casi produce reazioni violente e seri disturbi. Le tendenze inferiori si risvegliano e si riaffermano con forza rinnovata; tutti gli scogli, i detriti, i rifiuti, che erano stati ricoperti dall’alta marea, ricompaiono di nuovo.
La persona, la cui coscienza morale si è fatta, in seguito al risveglio, più raffinata ed esigente, la cui sete di perfezione è divenuta più intensa, si giudica con maggior severità, si condanna con maggior rigore e può credere, erroneamente, di esser caduta più in basso di prima.
A ciò può essere indotta anche dal fatto che talvolta certe tendenze e impulsi inferiori, che erano rimasti latenti nell’inconscio, vengono risvegliati e stimolati a una violenta opposizione dalle nuove alte aspirazioni spirituali, che sono per essi una sfida e una minaccia.
Talvolta la reazione va così oltre, che la persona giunge fino a negare il valore e la realtà della propria recente esperienza interiore. Dubbi e critiche sorgono nella sua mente ed essa è tentata di considerare tutto ciò che è avvenuto come un’illusione, una fantasia, una ‘montatura sentimentale’. Essa diviene amara e sarcastica; deride se stessa e gli altri e vorrebbe rinnegare i propri ideali e le proprie aspirazioni spirituali. Eppure, per quanto si sforzi di farlo, essa non può ritornare nello stato di prima: ha avuto la visione e il fascino della sua bellezza resta in lei, non può esser dimenticato. Essa non può più adattarsi a viver soltanto la piccola vita comune; una divina nostalgia la assilla e non le dà requie. Talvolta la reazione assume caratteri nettamente morbosi: insorgono accessi di disperazione e tentazioni di suicidio.
La cura di tali reazioni eccessive consiste soprattutto nell’impartire una chiara comprensione della loro natura e nell’indicare qual è il solo modo nel quale si possono superare. Si deve far capire a chi ne soffre che lo ‘stato di grazia’ non poteva durare per sempre, che la reazione era naturale e inevitabile. È come se egli avesse fatto un volo superbo fin presso alle vette illuminate dal sole, ammirando il vasto paesaggio che si stende fino all’orizzonte; ma ogni volo prima o poi deve finire: si viene riportati alla pianura, e si deve poi ascendere lentamente, passo a passo, il ripido pendio che conduce alla stabile conquista delle cime. Il riconoscimento che questa discesa o ‘caduta’ è un evento naturale, al quale tutti siamo sottoposti, conforta e solleva il pellegrino e lo incoraggia ad accingersi animosamente all’ascesa.

IV. Le fasi del processo di trasmutazione.
L’ascesa di cui abbiamo fatto cenno consiste in realtà nella trasmutazione e rigenerazione della personalità. Un procedimento lungo e complesso, che è composto di fasi di purificazione attiva per rimuovere gli ostacoli all’afflusso e all’azione delle forze spirituali; fasi di sviluppo delle facoltà interiori che erano rimaste latenti o troppo deboli; fasi nelle quali la personalità deve restare ferma e docile, lasciandosi ‘lavorare’ dallo Spirito e sopportando con coraggio e pazienza le inevitabili sofferenze. Un periodo pieno di cambiamenti, di alternative fra luce e tenebra, fra gioia e dolore.
Le energie e l’attenzione di chi vi si trova sono spesso tanto assorbite dal travaglio che gli riesce difficile far fronte alle varie esigenze della sua vita personale.
Perciò chi l’osservi superficialmente e lo giudichi dal punto di vista della normalità e dell’efficienza pratica, trova che è peggiorato e vale meno di prima. Perciò al suo travaglio interiore si aggiungono spesso giudizi incomprensivi e ingiusti da parte di persone di famiglia, di amici e anche di medici, e non gli vengono risparmiate osservazioni pungenti sui ‘bei risultati’ delle aspirazioni e degli ideali spirituali, che lo rendono debole e inefficiente nella vita pratica. Questi giudizi riescono spesso assai penosi a chi ne è oggetto, che può talvolta venirne turbato e cadere in preda ai dubbi e allo scoraggiamento.
Pure questa è una delle prove che devono essere superate. Essa insegna a vincere la sensibilità personale, ad acquistare indipendenza di giudizio e fermezza di condotta. Perciò tale prova dovrebbe venir accolta senza ribellione, anzi con serenità. D’altra parte se coloro che circondano la persona sottoposta alla prova comprendono il suo stato, possono esserle di grande aiuto ed evitarle molti contrasti e sofferenze non necessarie.
In realtà si tratta di un periodo di transizione: un uscire da un vecchio stadio senza aver raggiunto il nuovo. È una condizione simile a quella del verme che sta subendo il processo di trasformazione che lo farà diventare un’alata farfalla: esso deve passare per lo stato di crisalide, che è una condizione di disintegrazione e impotenza.
Ma all’uomo in generale non viene elargito il privilegio che ha il verme di svolgere quella trasmutazione protetto e raccolto in un bozzolo. Egli deve, soprattutto oggi, restare al suo posto nella vita e continuare ad assolvere quanto meglio può i propri doveri famigliari, professionali e sociali, come se non stesse avvenendo nulla in lui. L’arduo problema che deve risolvere è simile a quello degli ingegneri inglesi, che dovettero trasformare e ampliare una grande stazione ferroviaria di Londra, senza interrompere il traffico neppur per un’ora.
Non dobbiamo certo meravigliarci se un’opera così complessa e faticosa è talvolta causa di disturbi nervosi e psichici, ad esempio esaurimento nervoso, insonnia, depressione, irritabilità, irrequietezza. E questi disturbi, dato il forte influsso della psiche sul corpo, possono a foro volta facilmente produrre svariati sintomi fisici. Nel curare tali casi occorre comprenderne la vera causa, e aiutare il malato con una sapiente e opportuna azione psicoterapica, poiché le cure fisiche e medicamentose possono aiutare ad attenuare i sintomi e i disturbi fisici, ma evidentemente non possono agire sulle cause psico-spirituali del male.
Talvolta i disturbi sono prodotti o aggravati dagli eccessivi sforzi personali che fa l’aspirante alla vita spirituale per forzare il proprio sviluppo interno, sforzi che producono una repressione anziché la trasformazione degli elementi inferiori, e una estrema intensificazione della lotta, con una corrispondente eccessiva tensione nervosa e psichica. Questi aspiranti troppo impetuosi devono rendersi conto che la parte essenziale del lavoro di rigenerazione è fatta dallo spirito e dalle sue energie, e che quando essi hanno cercato di attirare quelle energie col loro fervore, le loro meditazioni, il loro retto atteggiamento interno, quando hanno cercato di eliminare tutto quello che può ostacolare l’azione dello spirito, devono attendere con pazienza e con fede che quell’azione si svolga spontaneamente nella loro anima.
Una difficoltà diversa in un certo senso opposta, deve essere superata nei periodi nei quali l’afflusso di forza spirituale è ampio e abbondante. Quella forza preziosa può venir facilmente sperperata in effervescenza emotiva e in attività febbrili ed eccessive. In altri casi invece essa è tenuta troppo a freno, non viene sufficientemente tradotta in vita e utilizzata, di modo che si accumula sempre più e con la sua forte tensione può produrre disturbi e logorii interiori, come una corrente elettrica troppo forte può fondere le valvole e anche produrre dei corti circuiti.
Occorre quindi apprendere a regolare opportunamente e saggiamente il flusso delle energie spirituali, evitandone la dispersione, ma usandole attivamente in nobili e feconde opere interne ed esterne.

V. La ‘notte oscura dell’anima’.
Quando il processo di trasformazione psico-spirituale raggiunge il suo stadio finale e decisivo, esso produce talvolta un’intensa sofferenza e un’oscurità interiore che è stata chiamata dai mistici cristiani ‘notte oscura dell’anima’. I suoi caratteri la fanno rassomigliare molto alla malattia chiamata ‘psicosi depressiva’ o melanconia. Tali caratteri sono: uno stato emotivo d’intensa depressione, che può giungere fino alla disperazione; un senso acuto della propria indegnità; una forte tendenza all’autocritica e all’autocondanna, che in alcuni casi giunge fino alla convinzione di esser perduti o dannati; un senso penoso di impotenza mentale; l’indebolimento della volontà e dell’auto-dominio; un disgusto e una grande difficoltà ad agire.
Alcuni di questi sintomi possono presentarsi in forma meno intensa anche negli stadi precedenti, ma allora non si tratta della vera ‘notte oscura dell’anima’.
Questa strana e terribile esperienza non è, malgrado le apparenze, uno stato patologico; essa ha cause spirituali e un grande valore spirituale.
A questa, che è stata anche chiamata la ‘crocefissione mistica’ o morte mistica’, segue la gloriosa resurrezione spirituale che pone fine a ogni sofferenza e a ogni disturbo, dei quali è sovrabbondante compenso, e che costituisce la pienezza della salute spirituale.
Il tema da noi scelto ci ha obbligati a occuparci quasi esclusivamente dei lati più penosi e anormali dello sviluppo interiore, ma non vorremmo certo dar l’impressione che coloro che seguono la via dell’ascesa spirituale siano colpiti da disturbi nervosi più facilmente degli uomini ordinari. È opportuno perciò mettere bene in chiaro i punti seguenti:

1. In molti casi lo sviluppo spirituale si svolge in un modo più graduale e armonico di quello che è stato descritto, di guisa che le difficoltà vengono superate e i diversi stadi passati senza reazioni nervose e fisiche.

2. I disturbi nervosi e mentali degli uomini e delle donne ‘ordinari’ sono spesso più gravi, più difficili a sopportare e a curare di quelli prodotti da cause spirituali. I disturbi degli uomini ordinari sono spesso prodotti da conflitti violenti fra le passioni, o fra gli impulsi inconsci e la personalità cosciente; o dalla ribellione contro condizioni o contro persone che sono in contrasto coi loro desideri e le loro esigenze egoistiche. Non di rado è più difficile curarli, perché gli aspetti superiori sono troppo deboli e vi è poco a cui fare appello per indurli a fare i sacrifici necessari e a sottomettersi alla disciplina occorrente per produrre gli assestamenti e l’armonia che possono render loro la salute.

3. Le sofferenze e i disturbi di coloro che percorrono la via spirituale, per quanto possano talora essere gravi, sono in realtà solo reazioni temporanee e per così dire le scorie di un processo organico di crescita e di rigenerazione interna. Perciò essi spariscono spesso spontaneamente quando la crisi che li aveva prodotti si risolve, o cedono più facilmente a una cura adatta.

4. Le sofferenze prodotte dalle basse maree e dai riflussi dell’onda spirituale sono ampiamente compensate dalle fasi di afflusso e di elevazione, e dalla fede nel grande scopo e nell’alta mèta dell’avventura interiore. Questa visione di gloria costituisce un’ ispirazione potente, un conforto infallibile, una sorgente inesauribile di forza e di coraggio. Noi dovremmo quindi rievocare tale visione nel modo più vivido e il più spesso possibile, e uno dei più grandi benefici che possiamo arrecare a chi è tormentato da crisi e conflitti spirituali è di fare altrettanto.

Cerchiamo di immaginare vividamente la gloria e la beatitudine dell’anima vittoriosa e liberata che partecipa coscientemente alla saggezza, alla potenza, all’amore della Vita Divina. Immaginiamo con visione ancor più larga la gloria del Regno di Dio realizzato sulla terra, la visione di una umanità redenta, dell’intera creazione rigenerata e manifestante con gioia le perfezioni di Dio. Sono visioni di tal genere che hanno reso capaci i grandi mistici e santi di sopportare sorridendo i loro tormenti interiori e il loro martirio fisico, che hanno fatto dire a san Francesco: «Tanto è il bene che m’aspetto che ogni pena mi è diletto!».
Ma ora dobbiamo scendere da queste altezze e ritornare un istante nella valle ove le anime sono in travaglio.
Considerando la questione dal punto di vista più strettamente medico e psicologico, occorre rendersi ben conto che ‑ come abbiamo accennato ‑ mentre i disturbi che accompagnano le varie crisi dello sviluppo spirituale appaiono a un primo esame molto simili, e talvolta identici, a quelli dei malati ordinari in realtà le loro cause e il loro significato sono molto differenti, anzi in un certo senso opposti; quindi la cura deve essere corrispondentemente diversa. I sintomi neuro‑psichici dei malati ordinari hanno generalmente un carattere regressivo.
Quei malati non sono stati capaci di compiere i necessari assestamenti interni ed esterni che fan parte del normale sviluppo della personalità. Per esempio, essi non sono riusciti a liberarsi dall’attaccamento emotivo ai genitori e restano quindi in uno stato di dipendenza infantile da essi o da chi, anche simbolicamente, li sostituisce. Talvolta invece la loro incapacità o cattiva volontà a far fronte alle esigenze e alle difficoltà della normale vita familiare e sociale fa sì che essi, anche senza rendersene conto, cerchino rifugio in una malattia che li sottragga a quegli obblighi. In altri casi si tratta di un trauma emotivo: per esempio una delusione o una perdita che essi non sanno accettare e a cui reagiscono con una malattia. In tutti questi casi si tratta di un conflitto fra la personalità cosciente e gli elementi inferiori che spesso operano nell’inconscio, con la parziale vittoria di questi ultimi.
Invece i mali prodotti dal travaglio dello sviluppo spirituale hanno un carattere nettamente progressivo. Essi dipendono dallo sforzo di crescere, da una spinta verso l’alto; essi sono il risultato di conflitti e squilibri temporanei fra la personalità cosciente e le energie spirituali che irrompono dall’alto.
Da tutto ciò risulta evidente che la cura per i due tipi di malattie deve essere molto diversa.
Per il primo gruppo il compito terapeutico consiste nell’aiutare il malato a raggiungere il livello dell’uomo ‘normale’, eliminando le repressioni e le inibizioni, le paure e gli attaccamenti, aiutandolo a passare dal suo eccessivo egocentrismo, dalle sue false valutazioni, dalle sue concezioni deformate della realtà a una visione oggettiva e razionale della vita, all’accettazione dei suoi doveri e obblighi e a un giusto apprezzamento dei diritti degli altri. Gli elementi non ben sviluppati, non coordinati e contrastanti, devono venir armonizzati e integrati in una psico-sintesi personale.
Per i malati del secondo gruppo il compito curativo è invece quello di produrre un assestamento armonico, favorendo l’assimilazione e l’integrazione delle nuove energie spirituali con gli elementi normali preesistenti, cioè di compiere una psico-sintesi trans‑personale intorno a un più alto centro interno.
È chiaro quindi che la cura adatta per i malati del primo gruppo è insufficiente, anzi può essere anche dannosa, per un malato del secondo. Le sue difficoltà aumentano, anziché diminuire, se egli è nelle mani di un medico che non comprenda il suo travaglio, che ignori o neghi le possibilità dello sviluppo spirituale. Tale medico può svalutare o deridere le aspirazioni spirituali del malato, considerandole come vane fantasie o interpretandole in modo materialistico. Così il malato può venir da lui indotto a ritener di far bene cercando di indurire il guscio della propria personalità e rifiutandosi di dare ascolto agli insistenti appelli della sua anima. Ma questo può solo aggravare il suo stato, render più aspra la lotta, ritardare la soluzione. Invece un medico che percorra egli pure la via spirituale, o che almeno abbia una chiara comprensione e un giusto apprezzamento della realtà e delle conquiste spirituali, può essere di grande aiuto a un malato di quel genere.
Se, come spesso è il caso, questi è ancora allo stadio dell’insoddisfazione, dell’irrequietezza e delle inconsce aspirazioni; se egli ha perduto ogni interesse per la vita ordinaria ma non ha ancora avuto un lume della Realtà Superiore; se egli cerca sollievo in direzioni sbagliate ed erra per vicoli ciechi, allora la rivelazione della vera causa del suo male e un aiuto efficace a trovare la vera soluzione possono facilitare e accelerare molto il risveglio dell’anima, che costituisce di per se stesso la parte principale della cura.
Quando una persona si trova al secondo stadio, quello nel quale si bea nella luce dello spirito e fa gioiosi voli verso le altezze supercoscienti, si può farle molto bene spiegandole la vera natura e funzione di quelle sue esperienze, preavvisandola che esse sono necessariamente temporanee e descrivendole le ulteriori vicissitudini del pellegrinaggio. Così quella persona è preparata quando sopraggiunge la reazione, e le viene in tal modo risparmiata quella parte non piccola di sofferenza, prodotta dalla sorpresa della ‘caduta’ e dai dubbi e dagli scoraggiamenti che ne conseguono.
Quando un tal preavviso non è stato dato e la cura viene iniziata durante la reazione depressiva, il malato può essere molto sollevato e aiutato dall’assicurazione, avvalorata da esempi, che si tratta di uno stato temporaneo dal quale uscirà sicuramente.
Nel quarto stadio, quello degli ‘incidenti dell’ascesa’, che è il più lungo e multiforme, l’opera di chi aiuta e corrispondentemente più complessa. I suoi aspetti principali sono:

1. Chiarire a colui che soffre il significato di quanto sta avvenendo in lui e indicargli il giusto atteggiamento da prendere;

2. Insegnargli come si può dominare le tendenze inferiori senza però reprimerle nell’inconscio;

3. Insegnargli, ed aiutarlo, a trasmutare e sublimare le proprie energie psichiche;

4. Aiutarlo a sostenere e far buon uso delle energie spirituali che affluiscono nella sua coscienza;

5. Guidarlo, e cooperare con lui, nel lavoro di ricostruzione della sua personalità, di psico-sintesi.

Nello stadio della ‘notte oscura dell’anima’ è assai difficile prestare aiuto, perché chi vi si trova è avvolto in una nube così densa, è tanto immerso nella sua sofferenza che la luce dello spirito non giunge alla sua coscienza. L’unico modo di dare forza e sostegno è il ripetere instancabilmente l’assicurazione che si tratta di una esperienza transitoria e non di uno stato permanente, come tende a credere chi vi si trova ‑ ed è ciò che più gli dà disperazione. È bene inoltre assicurargli con energia che il suo tormento, per quanto terribile, ha un si grande valore spirituale e gli sarà apportatore di tanto bene che dopo arriverà a benedirlo; così egli viene aiutato a sopportarlo e ad accettarlo con calma, rassegnazione e con forte pazienza.
Riteniamo opportuno accennare che queste cure psicologiche e spirituali non escludono l’uso sussidiario di mezzi fisici, che possono alleviare i sintomi e concorrere al buon esito della cura. Tali sussidi saranno soprattutto quelli che coadiuvano all’opera sanatrice della natura, come un’alimentazione igienica, esercizi di rilasciamento, contatto con gli elementi naturali, un ritmo adatto delle varie attività fisiche e psichiche.
In alcuni casi la cura è resa più complicata dal fatto che vi è nel malato un misto di sintomi progressivi e di sintomi regressivi. Si tratta di casi di sviluppo interiore irregolare e disarmonico. Queste persone possono raggiungere alti livelli spirituali con una parte della loro personalità, ma essere d’altro lato schiave di attaccamenti infantili o sotto il dominio di ‘complessi’ inconsci. Si potrebbe anzi dire che, con un’analisi accurata, nella maggioranza di coloro che percorrono la via spirituale si trovano ‑ come, si noti, in quasi tutti i così detti ‘normali’ ‑ dei resti più o meno grandi di limitazioni di quel genere.
Resta però il fatto che, nella grande maggioranza dei casi, vi è una netta prevalenza o dei sintomi regressivi o di quelli progressivi. Ma la possibilità che sintomi di entrambi i gruppi si trovino frammisti nello stesso malato deve esser sempre tenuta presente, e occorre che ogni disturbo venga accuratamente studiato e interpretato, per accertarne la vera causa e trovarne quindi la cura adatta.
Da tutto quanto abbiamo detto risulta chiaro che per curare in modo efficace e soddisfacente i disturbi nervosi e psichici che accompagnano lo sviluppo spirituale, occorre una duplice serie di conoscenze e di pratica: quella dei medico esperto di malattie nervose e di psicoterapia, e quella dei serio studioso o del pellegrino sulle vie dello Spirito. Questa duplice competenza si trova attualmente di rado associata; ma dato il rapido crescere dei numero delle persone bisognose di simili cure, tutti coloro che siano in grado di farlo dovrebbero accingersi risolutamente a prepararsi per quell’opera di bene.
Tali cure poi sarebbero rese più facili se si potesse anche formare e assistenti opportunamente preparati, sì da saper cooperare intelligentemente. Infine sarebbe molto utile che il pubblico in generale fosse informato dei fatti principali riguardanti le connessioni fra disturbi neuropsichici e crisi interiori, in modo che i familiari possano facilitare il compito dei malato e quello del medico, invece di complicarlo e ostacolarlo con l’ignoranza, i pregiudizi, e anche l’opposizione attiva, come purtroppo avviene assai spesso. Quando questa triplice opera di preparazione sarà stata fatta presso i medici, le infermiere e il pubblico, una grande somma di sofferenze non necessarie verrà eliminata e molti pellegrini potranno raggiungere con meno lungo e meno aspro travaglio l’alta mèta che perseguono: l’unione con la Divina Realtà.”


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 Oggetto del messaggio: Re: Appunti e studi multidisciplinari
MessaggioInviato: 15/04/2023, 16:44 
ENIGMA RUMOR: CI SOVRASTA L'OMBRA DI UN ANTICO POTERE SEGRETO?
Giorgio Cattaneo

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Siamo nel 10500 avanti Cristo. La Terra è popolata dall’uomo delle caverne. Eppure, qualcuno già complotta alle spalle dei cavernicoli. O meglio: progetta il loro futuro. Per conto di chi? Impossibile saperlo. Esegue forse gli ordini dei misteriosi leader dell’ipotetica civiltà preesistente? Quella che probabilmente aveva eretto le grandi piramidi, molto prima che lungo il Nilo comparissero i faraoni?
Gran bel film, in effetti. Solo che non si tratta di fantascienza. E la trama non è quella di una pellicola. È scritta in un libro: pubblicato in Italia nel 2010, “L’altra Europa”. Titolo quasi istantaneamente scomparso insieme al suo editore, Hobby & Work. Poi la ristampa, grazie alla piccola editrice Panda. Ma senza che il volume sia mai uscito dalla clandestinità. Congiura del silenzio, nonostante la prefazione di un eminente politologo del calibro di Giorgio Galli, spentosi nel 2020.

L’ALTRA EUROPA: VIETATO PARLARNE
Illustre anche l’autore, l’avvocato vicentino Paolo Rumor. Nipote del cinque volte primo ministro Mariano Rumor. Il padre di Paolo, Giacomo Rumor, era il factotum di monsignor Montini, futuro Papa Paolo VI. Proprio l’alto prelato l’aveva indicato a De Gasperi, allora ministro di Parri: come rappresentante dell’Italia, Rumor avrebbe presenziato alle primissime trattative per dar vita, nell’immediato dopoguerra, a qualcosa che un giorno assomigliasse all’unità europea.
E fin qui, tutto bene: c’era da ricostruire il continente, raso al suolo dalla guerra nazifascista. Sennonché, un giorno Giacomo Rumor si accorge di qualcosa di anomalo. Le loro riunioni sembrano sempre controllate da una forza occulta e onnipresente. Come se le decisioni fossero già prese, in partenza. Solo un’impressione? No, tutt’altro. Glielo conferma l’esoterista francese Maurice Schumann, uomo di punta del gollismo. Il portavoce di quell’élite impalpabile. Gli confida: noi esistiamo da secoli. Anzi: da migliaia di anni. Di fatto, decidiamo tutto. E senza che nessuno sappia della nostra esistenza.

LA “STRUTTURA” INVISIBILE
Migliaia di anni? Sì: precisamente 12.500. Dai tempi dell’uomo delle caverne, appunto. Lo stesso Paolo Rumor allarga le braccia: «Di fronte a simili enormità, sono il primo a provare sconcerto. E prima di me, mio padre. Come valutarla, una “rivelazione” di questo tenore? Francamente, non saprei. Mi rendo conto che si tratta di affermazioni difficili da accettare. Resta il fatto che il dossier di Schumann conteneva indizi coerenti. A cominciare dall’archeologia pre-diluviana, verificata da uno studioso come Loris Bagnara, co-autore del libro».
In altre parole: un network invisibile, chiamato La Struttura, avrebbe iniziato a operare nell’area mediorientale e sud-mediterranea attorno al 10500 avanti Cristo. Vale a dire: trecento anni dopo il “primo round” dell’immane cataclisma che, secondo i geofisici, avrebbe sconvolto il pianeta verso il 10800. Il “secondo round” (il Diluvio Universale, sempre innescato da una pioggia di comete) si sarebbe scatenato attorno al 9600. Al punto da sciogliere i ghiacci, innalzare gli oceani e ridisegnare la geografia delle terre emerse.

REGISTI OCCULTI DELL’UMANITÀ
Da quel momento, secondo Schumann, la Struttura non si sarebbe più fermata. Avrebbe plasmato le nostre civiltà: ispirando imperi e religioni, somministrando saperi, dettando i tempi della storia e della conoscenza. Pura follia? Delirio? Quel che è certo – ripete Paolo Rumor, intervistato in questi giorni – è che proprio di quella Struttura si dichiaravano segretamente eredi, i precursori dell’attuale Unione Europea.
Cosa che lasciò senza parole Giacomo Rumor, inducendolo a congedarsi da quella scomoda compagnia. «Mio padre – spiega Paolo – era un cattolico e un sincero democratico: non tollerava l’idea che le decisioni dei governi potessero essere a tal punto condizionate dall’esterno. Cioè da uomini di grande talento, ma dalle finalità ignote. E per di più convinti di discendere da un’antica civiltà, diversa dalla nostra, di cui storicamente non sappiamo niente».

ARCHEOLOGIA PROIBITA: UNA CIVILTÀ PRECEDENTE?
Una remota civilizzazione terrestre, poi scomparsa? Gli schizzi di Schumann, nei taccuini passati a Rumor, confermano con precisione – assicura Bagnara – l’esatta ubicazione di insediamenti antichissimi, che oggi sappiamo essere pre-diluviani. La stessa archeologia sta facendo scoperte rivoluzionarie: il sito turco di Göbekli Tepe rivela l’esistenza di una società molto avanzata, in grado di costruire templi e palazzi, risalente all’11600 avanti Cristo.
Fino a ieri si credeva che la stessa agricoltura fosse nata soltanto in epoca sumerica, in Mesopotamia, migliaia di anni dopo. E nei fondali marini, specie nell’Oceano Indiano, si intravedono rovine di città sommerse. Il dubbio: il cosiddetto “grande diluvio” travolse un’umanità già molto sviluppata, di fatto azzerandola? E gli uomini del paleolitico – coevi del fondatori dell’ipotetica Struttura – ne sarebbero stati gli sparuti superstiti, costretti a ricominciare dalle palafitte?

DE GAULLE E GLI ALTRI
Non possiamo saperlo. In compenso, riferisce Rumor, sappiamo che Schumann e soci ne erano invece sicuri: si consideravano davvero gli eredi di un’umanità estinta e superiore, più sviluppata. Dunque pronta a dettare le regole ai comuni mortali, infiltrandone con discrezione le strutture di governo. Uomini di eccezionale valore, onnipresenti. Politici, regnanti, religiosi (Papi, rabbini). Nonché filosofi, pensatori, scienziati, artisti e letterati. Prima solo europei, poi anche americani. Spesso associabili alla filiera iniziatica dei Rosacroce. Tutti nei posti chiave, in ogni epoca. Posizioni dominanti, da cui esercitare un’influenza decisiva sul nostro sviluppo.
Riguardo al Novecento, il memoriale di Rumor cita Charles de Gaulle insieme a pensatori come Jacques Maritain e André Malraux, il regista Jean Cocteau e lo stesso André Gide, romanziere e Premio Nobel. Poi, i personaggi – sempre francesi – legati alla vicenda di Rennes-le-Château, resa popolarissima dal successo del “Codice da Vinci”, il bestseller mondiale di Dan Brown. All’ombra dell’ipotetico Priorato di Sion, Pierre Plantard e il parroco Bérenger Saunière. Con loro Henri Lobineau e lo svizzero Mathieu Paoli, «presumibilmente lo pseudonimo di un giornalista investigativo che negli anni ’70 condusse trasmissioni radiofoniche sul misterioso Priorato». Aggiunge Bagnara: «Quello di Lobineau invece è un personaggio inventato: ma perché allora inserirlo nei ranghi della Struttura?».

NUSAYBIN: GLI ILLUMINATI
Quello che colpisce, spiega sempre Bagnara, è il loro interesse per l’archeologia “proibita”. Il dossier Rumor cita i Rotoli di Nusaybin, cittadina turca al confine con la Siria. Frammenti in greco, copto e siriaco: ora sarebbero custoditi in Scozia, nella cappella (massonica) di Rosslyn. Chiesetta edificata nel 1400 da William Sinclair, la cui famiglia è citata nell’elenco dei nominativi del “livello consultivo” della Struttura, in epoca medievale. Un passaggio nel testo di Nusaybin affermerebbe: «I Sorveglianti sono divenuti Illuminati quando hanno posto le tre piattaforme rialzate sulla collina a fianco del fiume, nel luogo in cui l’alto e il basso si bilanciano, lungo la via d’acqua che serpeggia fra le canne, sul punto di maggiore intersezione della rete, scrivendo con la pietra gli avvertimenti da rispettare».
Che cosa significa? Le cosiddette “piattaforme”, sostiene Bagnara, sarebbero state completate migliaia di anni dopo: per ospitarvi le piramidi di Giza, orientate secondo precise mappe celesti. Nell’archivio Rumor compaiono piantine e schemi grafici, planimetrie e sezioni. «Rappresentano un sistema di corridoi e ambienti sotterranei esteso a tutta l’area della Sfinge e delle piramidi di Giza. Questi schemi indicherebbero anche il punto in cui nel 1872 sarebbero state rinvenute, da un spedizione privata, alcune “tavolette di gesso” incise».

NEL SOTTOSUOLO DI GIZA
Le incisioni sarebbero state interpretate grazie all’illustre archeologo Alexander Thom, lo scopritore della “yarda megalitica” (unità di misura con cui sarebbero stati eretti complessi molto antichi, come Stonehenge). Nelle “tavolette di gesso”, dice sempre Bagnara, vi sarebbe scritto che coloro i quali avevano realizzato le “piattaforme” per le piramidi e scavato il “puntatore” (la base per la Sfinge) lo avrebbero fatto affinché fosse trasmessa per sempre una determinata conoscenza astronomica e geofisica. «A chi possiede la “conoscenza” e ai ricercatori della “via”, il contenuto dell’avvertimento».
Quale “avvertimento”, dunque? Insomma: in cosa consisterebbe, quel monito? Semplice: la previsione di un terribile cataclisma incipiente. Le tracce: «Una serie di schemi geometrico-matematici, di coordinate geografiche, di allineamenti con località e con corpi celesti (espressi a volte per mezzo di ignote unità di misura di spazio e tempo) correlati a fenomeni di natura geofisica». Ovvero: «La rottura dell’equilibrio nella rotazione terrestre e lo scivolamento degli strati più superficiali rispetto a quelli più interni del pianeta».

IN SALVO, PRIMA DEL DILUVIO
Precisamente: “onde di roccia” (terremoti), “grandi piogge” (inondazioni) e “scalini d’acqua” (maremoti) che avrebbero colpito la Terra in due periodi diversi, migliaia di anni fa, nell’età precessionale del Leone. «In seguito a ciò, il Collegio dei Sorveglianti avrebbe operato per preservare la conoscenza della civiltà precedente a tali eventi, realizzando un cosiddetto “tabernacolo” dove custodire “l’essenza spirituale” di coloro che avevano messo in movimento la nuova era».
Di quel mitico passato, a Giza avrebbero “messo in cassaforte” le tracce: che altrimenti sarebbero state travolte dai catastrofici eventi atmosferici e tellurici in arrivo? Sì, sembra proprio un film di fantascienza. Solo che non lo è. Impressionante l’elenco degli studiosi che sarebbero stati reclutati, nei ranghi della Struttura. Come l’archeologo massone Alexandre Lenoir, convinto della discendenza della massoneria dall’antico Egitto. E i fratelli John e Waynman Dixon, ingegneri ferroviari, noti per aver scoperto nel 1872 i cunicoli della Camera della Regina nella piramide di Khufu (Cheope). Poi l’italiano Livio Catullo Stecchini, professore di storia antica, autore di una controversa teoria numerologica sulla grande piramide.

ANTICHE CARTE SEGRETE
Insieme a Germain Dieterlen, il francese Marcel Griaule compì lunghi studi in Mali sulle conoscenze astronomiche della cultura africana dei Dogon. Ancora: il cartografo svedese Adolf Erik Nordenskiöld concluse che i “portolani” medievali (mappe di navigazione «troppo precise, per l’epoca») dovevano derivare probabilmente dai marinai fenici. Centrale, a quanto pare, il ruolo dello storico statunitense Charles Hapgood. «Nel libro “Maps of the ancient sea kings”, pubblicato nel 1966, Hapgood si riallaccia direttamente agli studi di Nordenskiöld: avanza l’ipotesi dell’esistenza di un’antica e sconosciuta civiltà».
Un’umanità remota, che avrebbe mappato l’intero pianeta. Avrebbe prodotto una cartografia accurata, le cui tracce si sarebbero viste poi, appunto, nelle carte fenicie, nei portolani medievali e in altre sconcertanti mappe del Cinquecento: come quella dell’ammiraglio turco Piri Reis, che presenta un’Antartide priva di ghiacci. In altre parole, la fantomatica Struttura intercettata da Rumor (tramite il gollista Schumann) avrebbe mobilitato le migliori menti per indagare su quel passato preistorico e sul suo ipotetico grande segreto: lo splendore di una civiltà preesistente. Informazione strategica, da tenere sotto chiave? E poi: quale sarebbe la possibile origine di una filiera così elusiva?

ORIGINI NON TERRESTRI?
Domanda esplicita: è possibile che abbiamo a che fare con qualcosa di non umano, cioè non terrestre? «Penso di sì», ammette Loris Bagnara, autore per Newton Compton del saggio “Il segreto di Giza”. E spiega: «Credo che dietro a questo percorso millenario, sin dalle origini, vi siano componenti non umane, o semi-umane: cioè commistioni fra l’umano e qualcos’altro. I sumeri ci parlano dei divini Oannes, umanoidi-pesce incaricati di trasmetterci il sapere. Il loro discendente, sempre secondo loro, era l’Ummanu, finalmente antropomorfo. Ummanu: curiosa assonanza, no? Almeno mitologicamente, indica una possibile discendenza diretta».
Ulteriori risvolti, teoricamente tenebrosi: qualcosa a che vedere con le Georgia Guidestones, recentemente distrutte? Trasmettevano anch’esse uno sconcertante “avvertimento”: contenere (ridurre) la popolazione mondiale. Bagnara esclude ogni collegamento: «Quello che sta dietro le Georgia Guidestones è un gruppo di potere angloamericano: deviato, transumanista e venato di massonerie varie. Ma non ci vedo la linea originaria della Struttura: rappresenta un lato più oscuro, disumano. In realtà – conclude lo studioso – penso che esistano più “agende” mondiali. Certo, quella di oggi è anti-umana. Il guaio è che le vere fonti non le conosciamo: ci limitiamo a subirne gli effetti. Ma ripeto: credo che la Struttura citata da Rumor abbia svolto una funzione diversa. E forse la svolge tuttora, visto che sembrerebbe esistere davvero».

RUMOR: SONO STATO MINACCIATO
Parlarne? Può essere pericoloso. Ne sa qualcosa l’ormai anziano Paolo Rumor, classe 1946. «Lo ammetto, non ho vuotato completamente il sacco: l’avevo giurato a mio padre. C’è altro, che conosco, e che terrò per me». Rumor confessa di essersela vista brutta, dopo la pubblicazione del libro. «Un giorno feci una chiamata: il numero l’avevo trovato tra le carte di papà. Non sapevo a chi facesse riferimento. L’uomo che mi rispose al telefono era seccato, mi pregò di non chiamarlo più. L’indomani ebbi una sgradita sorpresa. Diciamo che sono stato persuaso, in maniera piuttosto brutale (non voglio dire in che modo), a non informarmi ulteriormente. Da allora ho capito che sono cose che stanno sopra la mia testa: non ne sono all’altezza».
Insiste Rumor: «Questi argomenti sono interessantissimi, ma anche pericolosi. E io l’ho sperimentato di persona». Aggiunge l’avvocato: «Pensiamo alla morte di Mattei: anche in quel caso abbiamo questa Struttura, che si attiva in modo feroce: dimostrando di non avere scrupoli, quando si tratta di raggiungere certi risultati. Lo pensava anche mio padre: queste non sono storie da romanzo, sono cose che riguardano il nostro mondo. Sono attuali, si intrecciano con la politica e soprattutto con l’economia. E in tutto questo, ripeto, c’è una quota di pericolosità».

CHI GOVERNA DAVVERO IL MONDO?
«Ciò che fa funzionare le cose – sintetizza Paolo Rumor – è un motore che non riusciremo mai a individuare: mettiamoci l’anima in pace». E ribadisce: «Abbiamo a che fare con gente intelligentissima, decisa e determinata: non sapremo mai cos’ha in mente. E cosa la spinge: il denaro, il potere o che altro». Beninteso: «La democrazia è necessaria, certo. Ma temo che sia solo una parvenza esteriore. Quello che determina gli eventi è un ambiente sotterraneo e irraggiungibile». Chiosa Rumor: «Sinceramente, sono disarmato: credo che non riusciremo mai a capire, davvero, cosa governa il mondo».
Scoraggiante? Certo che sì. Per contro, viene da domandarsi come mai, proprio adesso, quella storia sepolta sia potuta uscire dal buio, grazie al coraggio civile di Rumor: non certo un mitomane visionario. Dunque saremmo stati segretamente sovragestiti da personaggi insospettabili, convinti di discendere di una misteriosa civiltà precedente? Un’umanità ancestrale, che avrebbe progettato dei bunker indistruttibili (le piramidi) anche per sfuggire ai cataclismi incombenti? Teorie, ipotesi, indizi. Suggestioni. Materiale da soppesare, con le dovute cautele. Valutato comunque con estremo interesse da Giorgio Galli: grande studioso del lato più oscuro del potere mondiale. E dei suoi tanti segreti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Appunti e studi multidisciplinari
MessaggioInviato: 17/04/2023, 17:34 
INTERVISTA AL CONTATTISTA ANIS TARZAK
Carlo Di Litta

Anis Tarzak è un uomo franco- tunisino, nato a Nizza da genitori tunisini. Si è trasferito in Italia nel 2003, dove vive con la sua compagna italiana e lavora nel settore olistico. Ho conosciuto Anis al “Torriglia UFO Convention” del 2016, dove mi si è avvicinato, dopo il mio intervento, raccontandomi le sue esperienze di contatto con esseri extraterrestri. La naturalezza con cui raccontava la sua storia, l’equilibrio emozionale con cui descriveva certi dettagli anche forti da un punto di vista psico-fisico, li ho raramente riscontrati in persone che hanno vissuto esperienze di abduction e come me è rimasto colpito positivamente anche il pubblico in sala. Da allora Anis è stato invitato in convegni e diverse trasmissioni radio italiane ed estere per condividere la sua straordinaria esperienza di contatto e aiuta diverse persone che vivono esperienze simili.

I termini UFO, Alieni, Extraterrestri, quando sono entrati nella tua vita?

Sin dall’infanzia, in modo spontaneo, istintivo, senza aver mai avuto riferimenti esterni da cui apprendere certi termini. Anzi, la mia famiglia era di mentalità molto chiusa, non si discuteva mai di certe tematiche di “confine”. Non mi lasciavano guardare in televisione certi programmi tipici dei bambini della mia età, o altre trasmissioni diffuse nel mondo occidentale. Per non parlare delle scuole primarie, che mi è capitato di ripetere più di una volta per “problemi” di apprendimento del linguaggio, dove non si faceva mai riferimento ad argomenti che non fossero compresi nei programmi didattici nazionali. Eppure, il termine extraterrestre usciva spontaneamente dalle miei corde vocali. Solo successivamente, crescendo, ho appreso che fosse un termine soprattutto collegato a determinati argomenti.

Quando hai avuto il tuo primo contatto con esseri extraterrestri o con avvistamenti UFO?

Sempre da ragazzino. Ti dico che mi era più famigliare il Loro viso, che quello di miei genitori. Sono riuscito a memorizzare prima il Loro viso. Una volta mia madre mi ha raccontato che, quando era incinta, spesso le capitava di vedere delle ombre vicino a lei che la spaventavano. In pratica, venivano a trovarmi prima ancora che io nascessi. Lei da allora continua a tenere la luce accesa quando è in casa.

Puoi descrivermi questo contatto?

Certo, ho ancora un ricordo molto vivido. Si è verificato all’interno nella mia stanza. Ho iniziato ad avere delle sensazioni particolari, sentivo dei suoni nella mente, che erano immediatamente accompagnati dalla presenza di una specie di polverina bianca molto luminosa, che in poco tempo si diffondeva come un fascio di luce in tutta la stanza. Man mano che questo fascio di luce bianca si spargeva avevo le visioni dei volti questi esseri, che poi si materializzavano dentro la mia stanza. Ho avuto sempre la sensazione che utilizzassero come tramite la Luna, o la sua energia, non ti so dire… per effettuare questo tipo di contatto con me, dal momento che sentivo la stessa energia che avverto tutt’ora guardando la Luna.

Che tipo di linguaggio usavano per comunicare con te?

Ricordo che comunicavano attraverso dei simboli. O meglio, avevo delle visioni in cui apparivano delle piramidi, dove una piramide in particolare era molto più grande e sproporzionata rispetto alle altre. Ho avuto sempre la sensazione che Loro, gli extraterrestri, prima di portarmi all’interno di questa grande piramide, era come se mi preparassero, attivando delle memorie.

In che modo?

Si trattava di un processo un po’ articolato. Iniziavano a mettermi qualcosa dentro al naso, mentre li vedevo andare avanti e indietro per la stanza e dal quel momento iniziavo un viaggio con Loro attraverso un lungo tunnel per poi trovarmi all’interno di questa grande piramide. Mentre ero dentro il tunnel mi sentivo come “smaterializzato”, anche se avvertivo un gran freddo.

Il Loro approccio di Contatto nei tuoi confronti è rimasto lo stesso negli anni o è cambiato?

Nel corso degli anni è mutato, ma mantengono sempre una costante: sono molto attenti a rispettare le nostre leggi fisiche, i nostri sensi, il nostro equilibrio spazio temporale, per non creare danni. Anche se quando vivi un’esperienza di incontro ravvicinato ti sembra di averli lì accanto a te, in realtà può capitare che ci siano diversi anni luce di distanza, per cui devono calcolare ogni mossa. Non è un processo semplice quando s’incontrano due realtà spazio/temporali differenti. Si muovono con molta attenzione, devono essere precisi come dei chirurghi, poiché se fanno dei danni e questo si ripercuote su più piani dimensionali, con delle gravi conseguenze anche per Loro. Personalmente è come se avessi in me una parte della loro vibrazione, della loro realtà spazio temporale. Più volte è capitato che persone che entrano in contatto con me, hanno una diversa percezione del tempo. Un’amica, che più volte ha meditato con me, mi ha detto che quando sta con me non si rende conto del tempo che passa.

Puoi descrivermi le caratteristiche fisiche delle razze con cui sei in Contatto?

Ce ne sono due in particolare. Quelli della prima razza, che chiamo “Gli Apripista”, sono di colore grigio scuro, alti come me, tra il metro e settantacinque e il metro e ottanta. Hanno una struttura corporea molto esile, con braccia lunghe e sottili e la testa molto grande rispetto al corpo. Ma ciò che colpisce di più sono gli occhi, enormi, che ricordano quelli di alcuni insetti.

Somigliano alla razza dei Grigi, quelli di bassa statura?

Li ricordano, ma quelli che vedo io sono più alti e con gli occhi più grandi e utilizzano come una specie di velo protettivo. Non sono mai riuscito a vedere la bocca.

Li vede sempre nudi?

A volte indossano una specie di tuta molto aderente di vari colori, che sembra una seconda pelle. Li ho visti anche qui sulla Terra, mimetizzati in forma umana, ma se fai attenzione e ti focalizzi bene su di loro, riesci a riconoscerli. Poi, se ti avvicini, senti un’altra energia, che non hanno i normali esseri umani.

Quindi, alcuni di loro sono già qui?

Sì! Tornando al discorso di prima, quando entrano nella mia stanza, dopo che li vedo, si forma una specie di portale, di “gate”, che mi conduce successivamente a un’altra razza, che io chiamo “I Maestri”. Questi ultimi sono altissimi, tra i due metri e cinquanta e i tre metri, hanno una testa a forma di cono, con il vertice nella parte alta. I loro occhi sono luminosissimi e il loro corpo più voluminoso della razza precedente. Mi è anche capitato di vederli direttamente in “sogno”, ma più raramente.

Hai mai avuto paura mentre avvenivano questi incontri?

Sì, in particolare le prime volte, anche perché si hanno delle ripercussioni fisiche. Al mio rientro dall’esperienza di contatto, spesso è capitato che mi uscisse il sangue dal naso, cosa dovuta all’impatto con delle energie, che sono vibrazioni molto più potenti di quelle cui è abituato il nostro corpo. Nei giorni successivi al Contatto, non di rado ho avuto anche delle nausee e ho vomitato. È come se la tua Coscienza già sapesse del verificarsi di certe situazioni traumatiche per il corpo, per cui c’è una parte di te che pone resistenza al contatto. Infatti, tornato dall’esperienza e ritrovatomi nel mio letto, per un attimo non riuscivo a respirare e parlare, per cui il primo suono che emettevo era un urlo, dovuto come a un senso di liberazione. Per dei secondi avvertivo la sensazione che le mie cellule dovessero ricompattarsi prima di riappropriarmi del mio corpo, del mio respiro. Quando riprendevo a respirare c’erano ancora Loro, che con dei piccoli movimenti è come se avessero scandito il ritorno del mio respiro. Dopodiché, quando vedevano che mi ero ripreso ed ero nuovamente padrone del mio corpo, andavano via e la luce gialla che mi circondava spariva. Questo per me costituiva il segnale che ero tornato di nuovo nella mia realtà quotidiana. Ma col trascorrere degli anni, questa sensazione di paura è venuta meno e adesso è come se fossi addestrato a vivere certe esperienze.

Dimmi qualcosa in più su questa “luce gialla”.

La vedo quando mi trovo con Loro. O meglio, è sempre quella specie di polverina bianca luminescente che inizio a vedere prima che gli Esseri si manifestino fisicamente. Solo che quando entro nell’ambiente dove mi portano, questa forma luminosa diventa gialla e circonda tutto l’ambiente. La cosa strana di questa “luce” è che sembra avere una consistenza materiale. Tornato dall’esperienza di contatto, me la sento appiccicata addosso e corro subito a farmi una doccia.

Le modalità con cui entri in contatto con questi extraterrestri sono rimaste sempre le stesse nel corso degli anni?

No, sono cambiate, in particolare da quando vivo in Italia. Adesso il Contatto con loro lo sento più fisico, percepisco maggiormente la presenza del mio corpo. Nel senso che è come se il mio corpo fosse stato modificato, adattato a vivere certe esperienze.

Queste tue esperienze di Contatto Ravvicinato hanno anche delle conseguenze nella vita quotidiana?

Certo! Alcune volte in casa mi capita di guardare casualmente verso il muro e vedo apparire una specie di macchia verdastra, che segue il mio sguardo. Inizialmente pensavo che fosse un problema dei miei occhi, ma ci sono stati più volte dei testimoni che hanno visto questa macchia apparire dal nulla e poi sparire. È come se una parte del loro mondo fosse sempre con me. Altre volte dei membri della mia famiglia hanno assistito quando gli extraterrestri venivano da me, sentendo la loro energia, vedendo dei fenomeni particolari come l’esplosione di lampadine e lo spegnimento improvviso degli elettrodomestici. E alcune volte hanno visto anche gli Esseri dentro casa. In particolare due persone: Monica, la mia compagna, e mio fratello minore. Il giorno prima che mio fratello vedesse dentro casa un essere extra già durante una meditazione fatta con me aveva percepito delle vibrazioni attorno a noi, che non aveva mai avvertito prima. L’ho avvertito di andare via perché stavano per arrivare e non volevo che si spaventasse, ma lui ha voluto rimanere a casa. Era tra le 3 e le 4 del mattino; ho visto tre esseri entrare mia stanza e un quarto dirigersi da mio fratello al piano di sotto. Ho sentito subito l’urlo di mio fratello paralizzato, gli ho detto dissi di stare calmo e non spaventarsi… Quando sono andato da lui, dopo che gli esseri erano andati via, l’ho trovato stordito e lui mi ha spiegato che quando aveva visto l’essere manifestarglisi davanti, il televisore si era acceso da solo e poi si era spento quando l’essere se n’era andato. Ci tengo a dirti che nulla è lasciato al caso, anche la presenza dei testimoni è stabilita da Loro. Quando non vogliono nessuno, anche se hai 1000 persone a casa, nessuno vede e percepisce nulla.

Mi hai detto che il giorno prima del contatto ravvicinato hai meditato insieme a tuo fratello. La meditazione può favorire l’incontro con Esseri da altre realtà?

Certamente. Meditando sviluppi una vibrazione in base alla quale percepisci delle frequenze che normalmente non senti. Può aprire delle porte verso altri mondi, compresi quelli degli extraterrestri. Già durante la meditazione io e mio fratello abbiamo percepito delle energie “strane” attorno a noi. Avevamo aperto una porta…

Questi incontri ravvicinati sono avvenuti sempre a casa o anche in altri luoghi?

Ovunque, di giorno e di notte, anche durante il lavoro. Una volta a Nizza, durante una partita di calcio con gli amici, mi dissero di andare a prendere dell’acqua nelle vicinanze. E, mentre m’incamminavo verso la fontana, mi ritrovai in lampo al porto seduto su una panchina, con il sangue al naso, domandandomi cosa caspita ci facessi lì. Non sapevo cosa fosse successo né cosa mi avesse portato al porto di Nizza. Mi sono trovato da un punto all’altro della città. E non è stata l’unica volta. Anche in Tunisia ho avuto degli sfasamenti spazio/temporali. Spesso utilizzano anche dei tunnel sotterranei per trasportarti velocemente da un luogo all’altro.

Mi hai detto che quando entri in contatto con gli extraterrestri ti esce il sangue da naso. Per quale motivo?

L’energia della loro presenza è così forte che devi fare uno sforzo mentale immane per reggere il contatto, per cui dei capillari si rompono. Ormai però sono anni che non mi succede più, è come se il mio corpo si fosse abituato a certe vibrazioni ed energie.

Ti hanno mai detto qual è lo scopo di queste loro visite?

Loro vengono con lo scopo di perfezionare un portale tra la loro dimensione e la nostra, per riuscire non so quando a entrare nel nostro Pianeta.

Per quale ragione?

Perché questo pianeta, a causa della nostra condotta, si sta allontanando sempre di più da un processo evolutivo che coinvolge l’intera Galassia. Siccome siamo tutti collegati, loro cercano di porre dei rimedi prima che sia troppo tardi. Già in passato la razza umana si è autodistrutta e questi extraterrestri vorrebbero impedire che si verificasse di nuovo. Arriverà il momento in cui Loro si manifesteranno, prima che noi implodiamo definitivamente, anche se non so dirti quando. Dipende dai nostri comportamenti, il velocizzare o il ritardare la loro Manifestazione di Massa.

I Maestri ti hanno detto da dove provengono?

Da un’altra Galassia, sono lontanissimi nello spazio/tempo. Sono coloro che hanno progettato la nostra dimensione, il nostro angolo di Universo. Il nostro pianeta Terra ricorda molto quello da cui loro provengono. Lo hanno scelto per dar vita a una nuova razza, la razza umana, inserendo negli ominidi già esistenti una parte del loro DNA attraverso cui creare una razza che avesse anche delle loro caratteristiche, per poter evolvere da questo piano verso altri più elevati, fino a raggiungere il loro livello evolutivo. La nostra evoluzione per loro è molto importante, in quanto essendoci una loro parte dentro di noi, siamo collegati, nel bene e nel male. Un’eventuale fine della razza umana rappresenterebbe un fallimento anche per loro. Il nostro Pianeta è molto importante per loro. Addirittura lo utilizzano anche per caricare energeticamente le loro stelle, come se fosse una sorta di computer/alimentatore. Alcune piramidi sono state utilizzate dagli extraterrestri anche per questa funzione.

Mi hai detto che loro, durante le tue prime abduction da bambino, ti portavano all’interno delle piramidi. Secondo te per quale motivo?

Mi portavano in una piramide in particolare. Era una piramide gigantesca e aveva solo tre facce rispetto a quelle che siamo abituati a vedere qui sulla Terra. Una volta, attraverso una sorta di sfera con cui giravamo attorno a questa grande piramide, entrammo al suo interno e arrivati al centro vidi una specie di pilastro sulla cui superficie c’era un’altra piramide piccolina sul cui vertice poggiava un’altra piccola sfera. Sentivo che quella sfera servisse per comunicare con una stella lontana, che molto probabilmente faceva parte del sistema solare da dove provenivano i maestri. Credo che gli extraterrestri mi portassero dentro questa piramide per attivare in me delle memorie. Una quindicina di anni fa, quando vivevo ancora a Nizza, delle “casualità” mi condussero in un paesino di nome Falicon, dove c’è una piramide. Allora non sapevo che quella strana costruzione fosse una piramide, l’ho saputo solo due anni fa. Quando ci andai la prima volta vidi due sfere di luce che vi entravano. Poi, nel corso degli anni, sono giunto alla conclusione che quando da bambino gli alieni venivano a prelevarmi per portarmi a vedere le piramidi, avessero lo scopo di prepararmi a studiare la piramide di Falicon. Dopo esserci entrato più volte, ho capito che c’è un’energia particolare che collega diverse dimensioni, oltre ad essere un riferimento per i contatti con gli UFO o meglio le navicelle extraterrestri. Ho ricevuto anche della documentazione da uno scrittore francese, che gli sono state fornite da ambienti militari, in cui c’è scritto che è stato scoperto un corso d’acqua sotto la piramide di Falicon; poi, in altri documenti forniti dal direttore del magazine francese Morpheus, c’è scritto che Hitler con una sua équipe aveva scoperto che da questa piramide, con l’intermediazione di sensitivi e attraverso dei geroglifici, ci si poteva mettere in contatto con antiche civiltà molto probabilmente di origine extraterrestre.

Secondo te, le piramidi sono state costruite dagli extraterrestri ?

I maestri hanno creato i progetti per costruirle, per permettere alle razze successive, che si sono alternate su questo Pianeta, di costruirle. In generale tutti i progetti della creazione vengono elaborati dai maestri su una “stella meccanica”, da cui vengono diffusi in altre galassie per essere attuati dagli Esseri che ci vivono. Questa “stella meccanica” è come se fosse la mente dell’Universo. Per quanto riguarda i progetti per la costruzione delle piramidi sulla Terra, variavano a seconda delle zone del Pianeta dove dovevano essere costruite e dei minerali usati per la loro costruzione. Mi hanno detto che all’interno del pianeta Terra ci sono numerosi minerali provenienti da altre parti dell’Universo, per cui le piramidi fungono anche da antenne riceventi e trasmittenti per comunicare con altri sistemi solari. Addirittura i maestri avevano inserito questi minerali quando la Terra si stava ancora formando, per darle l’equilibrio necessario alla vita all’interno del nostro sistema solare.

Quindi le Piramidi non sono dei monumenti funebri?

No, avevano diverse funzioni. In alcune di esse c’era una vibrazione tale per cui si ricreava uno scorrere del tempo simile a quello esistente su altri pianeti, solitamente corrispondente a quelli delle razze extraterrestri che erano dietro la costruzione delle piramidi. Proprio riguardo al diverso scorrere del tempo, i Templari costruivano alcune piramidi in determinati luoghi poiché erano convinti che nel loro interno potessero guarire dalle ferite e rianimarsi dalle fatiche delle guerre.

Dopo tutti questi anni di contatti con esseri extraterrestri c’è qualcosa che ti hanno insegnato e da cui stai traendo beneficio?

La lingua italiana.

In che senso?

Ho avuto un’infanzia difficile: vivevo in un quartiere popolare di Nizza e facevo una vita di strada, border-line, e da ragazzino avevo problemi di apprendimento. Per farla breve, non parlavo né il francese né l’arabo, che è la lingua della mia famiglia. Per via di questa difficoltà ho dovuto ripetere più volte la suola primaria per lui e col passare degli anni nemmeno potevo permettermi dei professori che m’insegnassero la lingua italiana.

In che modo gli extraterrestri ti hanno insegnato la lingua italiana?

Durante i miei incontri ravvicinati con Loro, mi dettavano telepaticamente delle parole italiane. In ogni parola, vedevo la radice, il significato, in che contesti si utilizzavano ecc. Poi, le scrivevo per iniziare a impara la scrittura…

Ti sei mai chiesto perché ti hanno insegnato l’italiano?

Mi hanno detto che l’Italia energeticamente è il cuore del pianeta Terra, un microcosmo delle specie viventi, il punto centrale dell’Universo. Miriadi di razze aliene sono concentrate sulla situazione italiana. Mi hanno fatto capire che dovevo venire in Italia per qualcosa d’importante, i cui dettagli si devono ancora delineare. Inoltre, l’amore della mia vita è italiana.

Ti sei mai chiesto perché proprio a te?

Sì, l’ho chiesto anche ai visitatori dallo spazio e loro mi hanno sempre risposto: “vai avanti e vedrai...”

Hai mai condiviso le tue esperienze di contatto con i familiari e le persone a te più vicine Come hanno reagito?

Sì, ma mi prendevano in giro. Ci provavo perché avevo un grande bisogno di sfogarmi e mi sentivo oppresso da un’esperienza molto forte. La maggior parte delle risposte era: “Credi agli extraterrestri, Anis?”; “Ma di che cosa stai parlando?”; “Dove hai imparato questa parola?”. I primi che mi hanno ascoltato e capito sono stati Monica, la mia attuale compagna, e tu Carlo, quando ci siamo conosciuti al “Torriglia UFO Convention” nel 2016.

Secondo te, che cos’è l’Anima e dove si trova nell’uomo?

È un concentrato di memoria universale, un accumulatore di storia dell’universo che si delinea in base alla propria esperienza individuale. Secondo me, non si trova in un posto preciso, ma ci avvolge esternamente e internamente. L’Anima ci mette in contatto con tutto l’Universo. Senza l’anima non potremo comprendere noi stessi, le nostre vite passate, la creazione dell’Universo e il nostro scopo esistenziale.

Tutti gli esseri umani hanno l’Anima?

No. Ti rendi conto che pur avendo l’intelligenza, gli manca una coscienza universale. Si sentono scollegati, separati al resto dell’universo. Il loro scopo è solo la sopravvivenza fisica su questo Pianeta.

Chi o cosa è Dio?

Per me Dio e l’Universo sono la stessa cosa.

Cosa pensi di questi tempi caotici e rivoluzionari che stiamo vivendo?

Che pur nella sofferenza, servono a l’uomo a comprendere meglio sé stesso, entrare in contatto con la propria interiorità e fare delle scelte importanti. Guardando il bicchiere mezzo pieno di ciò che abbiamo vissuto negli ultimi due anni, mi sento di dire che si stanno formando diversi tipi di umanità, di cui quello che prevarrà creerà il Nuovo Mondo. Sicuramente, chi comanda adesso non vuole perdere il Potere e farà di tutto per tenerci schiacciati psicologicamente e materialmente, poiché vogliono impedire l’espressione del nostro potenziale divino, che ci collega al Tutto, di cui non abbiamo la minima idea, e la cui manifestazione ci libererebbe dalla schiavitù che i governanti vogliono imporci per controllarci. Ma solo noi possiamo uscire da questo momento, trovando le risposte nella nostra interiorità.

Il nostro sistema solare è abitato?

Sì, dai micro-organismi a civiltà più evolute. Il nostro sole genera la vita ovunque.

La nostra generazione assisterà a un contatto di massa con gli extraterrestri?

Sì, non ti so dire quando... Ma credo che vivremo qualcosa di epocale.


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