La Chiesa contro l’autonomia differenziata. L’intervento di don Antonio Nuara
Di Redazione -25 febbraio 2024 Questo l’intervento di don Antonio Nuara sulla questione che in questi giorni anima la vita politica, amministrativa e sociale del Paese.
“Di Autonomia Differenziata – scrive padre Nuara – se ne parla da qualche anno. Ora il convincimento dei leghisti, sembra prevalere in un voto di scambio che, avendola, darebbe il benestare a votare la legge del terzo mandato per Presidenti di Regione e per i Sindaci di tutta Italia. Ma la Chiesa non ci sta, non tanto per mantenere un potere, ma perché penalizza tutto il Meridione. Nell’inno Fratelli d’Italia del Novaro, che dovrebbe significare l’unità di tutto il popolo italiano, nella seconda strofe che, chissà perché, non viene mai cantato, è scritto: “Noi non siam popolo, perché siam divisi”. E con l’Unità d’Italia tale divisione ha creato una frattura sempre più profonda tra Meridione Settentrione. E da quando questa è stata realizzata, la frattura viene significata con “la Questione Meridionale”. Ne hanno parlato tutti, soprattutto i nordisti, non tanto per risolverla, ma per giustificare le ruberie che con lo sbarco dei Mille di Garibaldi sono state perpetrate nel Regno delle due Sicilie per finanziare il Regno piemontese, divenuto poi Regno d’Italia e nel 1947, Repubblica Italiana. Anche la Cassa per il Mezzogiorno è stata uno sfruttamento del Nord nei confronti del Sud e ne sono testimoni i vari “scheletri” che hanno lasciato sparsi per tutto il territorio.
L’economia del Meridione era la più fiorente d’Italia, tutta distrutta per foraggiare il Nord e le strutture che la producevano smantellate e trasferite al Nord. E dall’Unità d’Italia il Nord si è sempre più arricchito e il Sud impoverito. L’emigrazione che era prevalente nelle regioni del Nord, divenne endemica nelle regioni del Meridione. Quasi una continua emorragia che ha desertificato il territorio, privandolo sempre più di strutture adeguate al suo sviluppo e al passo con i tempi e di cervelli che, non potendo esprimere la loro valenza nel proprio territorio, sono dovuti emigrare, ironia della sorte, proprio laddove la refurtiva ha creato strutture e ricchezza. Lo Svimez, dati alla mano del 2023, certifica “il gelo demografico e lo spopolamento del Sud”. E anche afferma che: “dal 2002 al 2021, hanno lasciato il Mezzogiorno oltre 2,5 milioni di persone, in prevalenza verso il Centro-Nord. Vanno via i più giovani e i più istruiti. Nel 2080 si stima una perdita di 8 milioni di residenti nel Mezzogiorno”. Mentre al Sud le strade statali, nella quasi totalità sono malmesse, a una carreggiata e due corsie, al Nord anche le strade provinciali, come minimo hanno una carreggiata , ma con almeno due corsie per ogni senso di marcia; diffuse le autostrade. Tutto quello che non si riscontra nel Meridione. Per la rete ferroviaria al Nord si parla di “alta velocità”; al Sud si ricorda ancora lo scartamento ridotto, molte linee sono formate da un solo binario e spostarsi da un estremo all’altro del suo territorio, i tempi sono biblici e impensabili: Trapani-Siracusa ore 13. Al Nord le “strutture di servizio2 sono all’avanguardia, al Sud spesso inadeguate e obsolete. Pertanto sono continui “i viaggi della speranza”. Dopo la Cassa del Mezzogiorno, ora si sono inventati “l’Autonomia differenziata”. Significa avere lo stesso traguardo, ma per il Sud la linea di partenza sta molto più indietro rispetto ai concorrenti del Nord. La Chiesa italiana dice “No” a questa visione, dove già ci sono i vincenti e i perdenti. I Vescovi scrivono: “Non abbiamo la voglia di ridurci ad accompagnatori verso la morte di tanti nostri centri sempre più spopolati. E se entrasse in vigore l’autonomia differenziata, non farebbe altro che accrescere le diseguaglianze nel paese. Per il Sud non si vogliono contentini o cure palliative. Lo stato centrale pensi prima a ridare al Sud tutto quello che gli ha tolto e che gli avrebbe dovuto assicurare nel tempo e poi si potrà partire insieme”. Né tantomeno, il Governo può barattare con i “nordisti” l’autonomia differenziata in cambio di un “misero terzo mandato” per accontentare i governatori del Nord, estendendolo anche ai Sindaci di tutti i Comuni. “ Un buon Governo deve avere di mira il bene comune di tutti i cittadini, non privilegiandone alcuni”. Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della santa Sede, così afferma: “Se l’Autonomia Differenziata serve ad un aiuto reciproco tra le Regioni tenendo conto del grande divario che le separa, ben venga. Se così non fosse, vale la pena percorrere tale via”. Di rimando il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, afferma. “La riforma voluta dalla Lega rappresenta un meccanismo di ulteriore impoverimento e di denatalità del Meridione”. Perciò tutti i Vescovi del Sud sono sul piede di guerra, perché temono che questa aumenti le differenze”. Il Vescovo di Cassano Jonico, Mons. Francesco Savino, afferma: “lasciate che vi dica che l’Autonomia differenziata è la madre di tutto il divario esistente tra Nord e Sud e che vuole ridisegnare un’Italia spaccata dalla disparità sociale”.
Don Antonio Nuara
https://ripost.it/E SE LO DICE LA CHIESA CATTOLICA CON TUTTI I SUOI MILIONI DI FEDELI ,FARA' CONVINCERE MILIONI DI FEDELI SICILIANI VERSO UN REFERENDUM POPOLARE ,CHE SE SARA' ATTUATA SI ANDRA IN UN FUTURO DI INDIPENDENZA.