http://www.ilfoglio.it/soloqui/155516 dicembre 2008
C’è Voltaire sotto le scarpe
Liberate lo scarparo di Baghdad, simbolo di una democrazia scalciante
Ovviamente ora il giornalista collettivo sghignazza a crepapelle: altro che liberatore e portatore di democrazia, ecco come accolgono il presidente americano Bush a Baghdad, a scarpate. Tre cose si possono, si devono, dire.
La prima: libertà per Muntasser al Zaid. Subito. Il giornalista-lanciatore di calzature è tenuto in stato d’arresto, ma va lasciato andare, perché ormai pure Voltaire, con scorta armata degli americani, è arrivato a Baghdad per rimanere: “Non condivido quello che dici, ma sono pronto a dare la vita per difendere il tuo diritto di lanciarmi le scarpe”.
La seconda: se Mr. Muntasser – Balilla arabo – avesse compiuto lo stesso gesto prima del marzo 2003 non ne avremmo mai sentito parlare, perché sarebbe stato scaraventato in qualche segreta di Saddam, dove gli scagnozzi del rais si sarebbero presi cura di lui con un paio di tenaglie e un saldatore (e infatti il giornalista s’è guardato bene dal tirarle contro il premier iracheno Nouri al Maliki, dritto accanto a Bush. Non si sa mai). La democrazia, come l’amore, si manifesta in modi che non ti aspetti: ieri a Najaf una pattuglia americana è stata oggetto del lancio di scarpe effettuato da una folla di seguaci del leader radicale sciita Muqtada al Sadr. Viva le suole della libertà.
La terza cosa: è possibile che un Muntasser qualunque abbia il tempo di sfilarsi entrambe le scarpe e di scagliarle una alla volta contro il capo del mondo libero prima di essere bloccato? E i servizi di sicurezza intanto che facevano? Bush è stato ammirevolmente pronto a schivarle con una battuta spiritosa. Chissà che direbbe il giornalista collettivo, chissà che titoli ansiosi, se fosse capitato a Obama.
di Daniele Raineri