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MessaggioInviato: 25/09/2009, 23:40 
da repubblica

Scajola attacca Annozero
"Spazzatura, convoco i vertici"


Michele Santoro con Marco Travaglio e Vauro
ROMA - Il Governo interviene sulla Rai dopo la prima puntata di Annozero e le notizie sugli alti livelli di ascolto. In un comunicato ufficiale il ministro Scajola attacca: "E' ora di finirla. Quella di ieri è l'ennesima puntata di una campagna mediatica basata sui pruriti, sulla spazzatura, sulla vergogna, sull'infamia, sulle porcherie". Parole alle quali il ministro dello Sviluppo Economico aggiunge l'annuncio: "Convocherò i vertici della Rai per verificare se trasmissioni come Annozero rispettino l'impegno, assunto dalla Rai nel contratto di servizio, a garantire un'informazione completa e imparziale".

Zavoli: "Pericoloso precedente". Intervento che ha suscitato l'ira del presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli, che non ha tardato a giudicare le parole di Scajola "un pericoloso precedente. Non corrispondendo ad alcuna regola o prassi istituzionale". Precisazione del ministro: "Non ho commesso nessuna intromissione. E' compito del Ministro dello Sviluppo Economico, il quale sovrintende in rappresentanza delloStato al settore delle Comunicazioni, verificare che l'offerta televisiva sia conforme al contratto di servizio, al fine di tutelare i cittadini che versano il canone e ai quali va assicurato un adeguato livello culturale". Ma dall'opposizione si alza forte la protesta di Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd: "Scajola fa una censura governativa. Il compito di vigilare sul pluralismo è affidato alle Camere, non al governo".

Share al 23%. Dopo le polemiche della vigilia, la trasmissione di Santoro ha sfiorato il 23% di share, pari a 5 milioni 502 mila spettatori, seconda solo di poco dalla storica fiction Don Matteo (23,56% di share). Soddisfatto il conduttore che riferisce anche che entro lunedì sarà risolta la questione del contratto di Marco Travaglio, ieri intervenuto in qualità di "ospite". "Il buon risultato di ascolto - ha detto Santoro - premia un prodotto interamente Rai e non è soltanto frutto delle polemiche. Il pubblico chiede un'informazione più libera da qualunque tipo di condizionamento politico".
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eccoci ci risiamo, un'altra epurazione e' alle porte.
non riescono a sopportare che qualcuno faccia sapere agli italiani cosa stanno facendo ', non si deve parlare di loro.
in Bolivia c'e' piu' pluralismo.



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MessaggioInviato: 25/09/2009, 23:51 
In Bolivia a Santoro gli avrebbero già tagliato la lingua!
Lo ammetto, su Santoro non posso dare un giudizio imparziale perchè mi stà troppo sulle balle.



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MessaggioInviato: 26/09/2009, 00:00 
il problema non e' solo santoro, il problema e' la dittatura, vediamo se ti sta' antipatico anche guido scorza, perche' presto anche tu ed io non potremo scambiarci questo tipo di pensieri..... potrebbero arrestare TTE [xx(]

C'era una volta la libertà di informazione.
di Guido Scorza - Una proposta di legge per sottoporre alla disciplina sulla stampa tutti i siti Internet che abbiano natura editoriale. Qualsiasi cosa ciò significhi

Roma - Il 14 settembre scorso è stato assegnato alla Commissione Giustizia della Camera un disegno di legge a firma degli Onorevoli Pecorella e Costa attraverso il quale si manifesta l'intenzione di rendere integralmente applicabile a tutti i "siti internet aventi natura editoriale" l'attuale disciplina sulla stampa.

Sono bastati 101 caratteri, spazi inclusi, all'On. Pecorella per surclassare il Ministro Alfano che, prima dell'estate, aveva inserito nel DDL intercettazioni una disposizione volta ad estendere a tutti i "siti informatici" l'obbligo di rettifica previsto nella vecchia legge sulla stampa e salire, così, sulla cima più alta dell'Olimpo dei parlamentari italiani che minacciano - per scarsa conoscenza del fenomeno o tecnofobia - la libertà di comunicazione delle informazioni ed opinioni così come sancita all'art. 11 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino e all'art. 21 della Costituzione. Con una previsione di straordinaria sintesi e, ad un tempo, destinata - se approvata - a modificare, per sempre, il livello di libertà di informazione in Rete, infatti, l'On. Pecorella intende aggiungere un comma all'art. 1 della Legge sulla stampa - la legge n. 47 dell'8 febbraio 1948, scritta dalla stessa Assemblea Costituente - attraverso il quale prevedere che l'intera disciplina sulla stampa debba trovare applicazione anche "ai siti internet aventi natura editoriale".

Si tratta di un autentico terremoto nella disciplina della materia che travolge d'un colpo questioni che impegnano da anni gli addetti ai lavori in relazione alle condizioni ed ai limiti ai quali considerare applicabile la preistorica legge sulla stampa anche alle nuove forme di diffusione delle informazioni in Rete.
Ma andiamo con ordine.
Quali sono i "siti internet aventi natura editoriale" cui l'On. Pecorella vorrebbe circoscrivere l'applicabilità della disciplina sulla stampa?
Il DDL non risponde a questa domanda, creando così una situazione di pericolosa ed inaccettabile ambiguità.
Nell'Ordinamento, d'altro canto, l'unica definizione che appare utile al fine di cercare di riempire di significato l'espressione "sito internet avente natura editoriale" è quella di cui al comma 1 dell'art. 1 della Legge n. 62 del 7 marzo 2001 - l'ultima riforma della disciplina sull'editoria - secondo la quale "Per «prodotto editoriale» (...) si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici".
Si tratta, tuttavia, di una definizione troppo generica perché essa possa limitare effettivamente ed in modo puntuale il novero dei siti internet definibili come "aventi natura editoriale".

Tutti i siti internet attraverso i quali vengono diffuse al pubblico notizie, informazioni o opinioni, dunque, appaiono suscettibili, in caso di approvazione del DDL Pecorella-Costa, di dover soggiacere alla vecchia disciplina sulla stampa.
Ce n'è già abbastanza per pensare - ritengo a ragione - che nulla nel mondo dell'informazione in Rete, all'indomani, sarebbe uguale a prima.
Ma c'è di più.

Il DDL Pecorella Costa, infatti, si limita a stabilire con affermazione tanto lapidaria nella formulazione quanto dirompente negli effetti che "le disposizioni della presente legge (n.d.r. quella sulla stampa) si applicano altresì ai siti internet aventi natura editoriale".
La vecchia legge sulla stampa, scritta nel 1948 dall'Assemblea Costituente, naturalmente utilizza un vocabolario e categorie concettuali vecchie di 50 anni rispetto alle dinamiche dell'informazione in Rete. Quali sono dunque le conseguenze dell'equiparazione tra stampa e web che i firmatari del DDL sembrano intenzionati a sancire?

Se tale equiparazione - come suggerirebbe l'interpretazione letterale dell'articolato del DDL - significa che attraverso la nuova iniziativa legislativa si intende rendere applicabili ai siti internet tutte le disposizioni contenute nella legge sulla stampa, occorre prepararsi al peggio ovvero ad assistere ad un fenomeno di progressivo esodo di coloro che animano la blogosfera e, più in generale, l'informazione online dalla Rete.
Basta passare in rassegna le disposizioni dettate dalla vecchia legge sulla stampa per convincersene.
I gestori di tutti i siti internet dovranno, infatti, pubblicare le informazioni obbligatorie di cui all'art. 2 della Legge sulla stampa, procedere alla nomina di un direttore responsabile (giornalista) in conformità a quanto previsto all'art. 3, provvedere alla registrazione della propria "testata" nel registro sulla stampa presso il tribunale del luogo ove "è edito" il sito internet così come previsto all'art. 5, aver cura di comunicare tempestivamente (entro 15 giorni) ogni mutamento delle informazioni obbligatorie pubblicate e/o richieste in sede di registrazione (art. 6), incorrere nella "sanzione" della decadenza della registrazione qualora non si pubblichi il sito entro sei mesi dalla registrazione medesima o non lo si aggiorni per un anno (art. 7), soggiacere alle norme in tema di obbligo di rettifica così come disposto dall'art. 8 che il DDL Pecorella intende modificare negli stessi termini già previsti nel DDL Alfano e, soprattutto, farsi carico dello speciale regime di responsabilità aggravata per la diffusione di contenuti illeciti che, allo stato, riguarda solo chi fa informazione professionale.
Sono proprio le disposizioni in materia di responsabilità a costituire il cuore del DDL Pecorella e converrà, pertanto, dedicargli particolare attenzione.

Cominciamo dalla responsabilità civile.
L'art. 11 della Legge 47/1948 prevede che "Per i reati commessi col mezzo della stampa sono civilmente responsabili, in solido con gli autori del reato e fra di loro, il proprietario della pubblicazione e l'editore". Non è chiaro come il DDL Pecorella incida su tale previsione ma qualora - come appare nelle intenzioni del legislatore - con l'espressione "a mezzo della stampa", domani, si dovrà intendere "o a mezzo sito internet", ciò significherebbe che i proprietari di qualsivoglia genere di piattaforma rientrante nella definizione di "sito internet avente natura editoriale" sarebbero sempre civilmente responsabili, in solido con l'autore del contenuto pubblicato, per eventuali illeciti commessi a mezzo internet.
Fuor di giuridichese questo vuol dire aprire la porta ad azioni risarcitorie a sei zeri contro i proprietari delle grandi piattaforme di condivisione dei contenuti che si ritrovino ad ospitare informazioni o notizie "scomode" pubblicate dai propri utenti. Il titolare della piattaforma potrebbe non essere più in grado di invocare la propria neutralità rispetto al contenuto così come vorrebbe la disciplina europea, giacché la nuova legge fa discendere la sua responsabilità dalla sola proprietà della piattaforma. Si tratta di una previsione destinata inesorabilmente a cambiare per sempre il volto dell'informazione online: all'indomani dell'approvazione del DDL, infatti, aggiornare una voce su Wikipedia, postare un video servizio su un canale YouTube o pubblicare un pezzo di informazione su una piattaforma di blogging potrebbe essere molto più difficile perché, naturalmente, la propensione del proprietario della piattaforma a correre un rischio per consentire all'utente di manifestare liberamente il proprio pensiero sarà piuttosto modesta.

Non va meglio, d'altro canto, sul versante della responsabilità penale.
Blogger e gestori di siti internet, infatti, da domani, appaiono destinati ad esser chiamati a soggiacere allo speciale regime aggravato di responsabilità previsto per le ipotesi di diffamazione a mezzo stampa o radiotelevisione.
A nulla, sotto questo profilo, sembrano essere valsi gli sforzi di quanti, negli ultimi anni, hanno tentato di evidenziare come non tutti i prodotti informativi online meritino di essere equiparati a giornali o telegiornale.

Si tratta di un approccio inammissibile che non tiene in nessun conto della multiforme ed eterogenea realtà telematica e che mescola in un unico grande calderone liberticida blog, piattaforme di UGC, siti internet di dimensione amatoriale e decine di altri contenitori telematici che hanno, sin qui, rappresentato una preziosa forma di attuazione della libertà di informazione del pensiero.
Ci sarebbe molto altro da dire ma, per ora, mi sembra importante iniziare a discutere di questa nuova iniziativa legislativa per non dover, in un futuro prossimo, ritrovarci a raccontare che c'era una volta la libertà di informazione in Rete.

Guido Scorza
Presidente Istituto per le politiche dell'innovazione

auguriamoci 1-100-1000 santoro antipatici ma liberi.
tutto questo delirio dittatoriale chiaramente e' stato fatto per togliere dalle scatole Grillo e Travaglio.....perche' si occupano dei deliri del nano, noi saremo vittime dell'effetto collaterale.


Ultima modifica di dark side il 26/09/2009, 00:06, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 26/09/2009, 00:14 
Un conto è la libertà di informazione... un altro è la libertà di diffamare.
E' riuscito pure a far incazzare la Lucia Annunziata...


Chiudo perchè sto forum si stà troppo politicizzando e a me sti discorsi mi fanno venire l'acidità di stomaco.



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MessaggioInviato: 26/09/2009, 01:29 
beh a fare incazzare l'annunziata non ci vuole molto...
Cita:
Chiudo perchè sto forum si stà troppo politicizzando e a me sti discorsi mi fanno venire l'acidità di stomaco.

libero di chiudere come sei stato libero di rispondere..... per ora.
quando saremo obbligati a chiudere non sara' la stessa cosa, allora si che verra' l'acidita' di stomaco.



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MessaggioInviato: 26/09/2009, 02:03 
Cita:
dark side ha scritto:

il problema non e' solo santoro, il problema e' la dittatura, vediamo se ti sta' antipatico anche guido scorza, perche' presto anche tu ed io non potremo scambiarci questo tipo di pensieri..... potrebbero arrestare TTE [xx(]



E la miseria!
Con tutti quelli che ci sono da arrestare,
perchè proprio io? Che ho fatto di male? [:2]



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MessaggioInviato: 26/09/2009, 12:35 
he he [:D] , ovviamente era un'esempio.... una forzatura, che comunque non e' fantascienza con quel genere di leggi, se passa una roba del genere internet non sarebbe piu' la stessa, la liberta' di pensiero morirebbe e qui' ad esempio per non mettere nei casini nessuno ci sarebbe da pesare bene le parole ... anche in ufologia temo.
sarebbe un disastro.
Cita:
TTE: E la miseria!
Con tutti quelli che ci sono da arrestare...

ma come al solito i comuni mortali anche se di animo nobile andranno nei casini e la casta sempre piu' protetta e inattaccabile dentro le mura.



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MessaggioInviato: 26/09/2009, 12:41 
Le veline di ... Santoro... (Ahahahahahah... Posso divertirmi anch'io? E che caspita...). [:D]


Immagine

La contessina Borromeo piange i clandestini dallo yacht

(Di Mario Giordano - http://www.libero-news.it)

Non bisogna oscurare gli immigrati. La contessina Beatrice Borromeo, ex pasionaria di Santoro e oggi giornalista d’assalto nella repubblica travagliesca del “Fatto”, fa bene ad indignarsi a cinque colonne con vibrante articolo pubblicato sotto la maxi dicitura «inchiesta scomoda».

Scomodissima, perbacco. E infatti finalmente abbiamo capito che cosa ci faceva quest’estate con il principe Pierre Casiraghi scomodamente a bordo del Pacha III, il 36 metri della famiglia reale di Monaco, uno dei più lussuosi yacht del mondo: scrutava l’orizzonte per avvistare i barconi dei clandestini. Ostriche, champagne e cannocchiale: non voleva lasciarsene scappare nemmeno una di quelle maledette carrette del mare. E per evitare che fossero oscurate cercava di illuminarle con il riflesso del suo collier. Brillanti e migranti, con gli occhi bagnati di lacrime e le labbra bagnate dal don Perignon.

I paparazzi, sciocchini, si sono affannati a seguirla da Montecarlo alle Isole Eolie, dal mar di Sicilia a Ponza, pensando di riuscire a immortalare la favola dell’estate, la contessa e il principe, un apostrofo di smeraldi fra le parole “t’amo”. Invece lei, no: lei era lì, sul Pacha III, solo per solidarietà con gli immigrati. E stava scomoda, scomodissima, come la sua inchiesta: sembrava felice mentre si faceva palpeggiare dal principe Pierre, sembrava rilassata mentre prendeva il sole in colorati bikini, ma in realtà stava male, perché si preoccupava dei clandestini. Era lì per loro. Non smetteva di pensarci un attimo, fra una tartina e una scomodissima flute.

Per questo ieri ci ha dato dentro con l’indignazione. Ne aveva ben diritto, con tutto quello che ha sofferto quest’estate sul Pacha. Come si permette il governo Berlusconi di applicare la severa politica dei respingimenti degli irregolari? Perché non fa come il Principato dell’amato Pierre dove gli irregolari sono notoriamente accolti tutti a braccia aperte? E come si permette Mediaset di rinviare un servizio delle Iene che indagava su dieci immigrati dispersi?

Insomma come si fa, come recita il titolo, ad «oscurare i migranti morti»? Per fortuna a vigilare c’è lei, la contessina democratica, figlia di Carlo Ferdinando Borromeo, discendente di San Carlo Borromeo, nipotina della contessa Marzotto, sorella di Lavinia, sposata con John Elkann e fidanzata con il principe Pierre Casiraghi; lei, passata da Chanel all’impegno sociale, dai diritti d’immagine ai diritti umani, dall’Elite Model Look ai problemi dei clandestini, finalmente in grado di capire che le carrette del mare non sono una sottomarca di Blumarine. Per fortuna c’è lei, appunto con sua protesta che si leva forte dal “Fatto” e fa vibrare l’aria, quasi come quando sullo yacht salta il tappo del Krug.

Del resto, è evidente, la ragazza si deve impegnare assai. Deve dimostrare che trova così facilmente lavoro, dalla Rai al “Fatto”, per le sue capacità, mica per il casato. Si capisce. Se corre voce che il figlio di Bossi (“la trota”) prende un contrattino di consulenza al Parlamento europeo, tutti s’indignano; se il figlio di Mastella collabora col padre si aprono le lagne sul solito familismo amorale. Ma se la contessa Borromeo scavalca fior di precari, viene assunta prima come volto Tv e poi come redattrice in un quotidiano, è solo perché è molto brava. Ha fatto sicuramente tanta gavetta. E, soprattutto ha molto a cuore i clandestini: dicono che quando ne parli si scaldi e diventi focosa. Quasi focosa come nelle celebri foto con il fidanzato reale al Montecarlo Beach Club.

«Ribelle, atea, di sinistra», la definiscono le biografie ufficiali. Qualche tempo fa al “Corriere della Sera” confidò di voler sposare un metalmeccanico. Purtroppo le è andata male: ha incontrato un principe. Per consolarsi scrive libri con Travaglio e riesce persino a passare come martire per un’intervista dalla Bignardi. Non è meraviglioso? Rocco, Barocco e Tarocco, la sua carriera di giornalista è assicurata. Se non sarà mai una redattrice modello, può sempre dire di essere una modella redattrice. Con lei come protettrice nessun immigrato avrà più nulla da temere: un tozzo di pane e un bicchiere di Veuve Clicquot non si negano a nessuno. Clandestini sì, ma trattati scomodamente da Pacha.

[:17]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 26/09/2009, 13:06, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
dark side ha scritto:

he he [:D] , ovviamente era un'esempio.... una forzatura, che comunque non e' fantascienza con quel genere di leggi, se passa una roba del genere internet non sarebbe piu' la stessa, la liberta' di pensiero morirebbe e qui' ad esempio per non mettere nei casini nessuno ci sarebbe da pesare bene le parole ... anche in ufologia temo.
sarebbe un disastro.
Cita:
TTE: E la miseria!
Con tutti quelli che ci sono da arrestare...

ma come al solito i comuni mortali anche se di animo nobile andranno nei casini e la casta sempre piu' protetta e inattaccabile dentro le mura.


Caro Dark..... come ha detto qualcuno, sono troppi gli interessi legati alla rete. Una simile legge metterebbe in crisi una mole tale di siti, blog e forum che Dio solo lo sa. Semmai, SE ciò dovesse accadere, allora vuol dire davvero che il NWO è alle porte. E allora i problemi sarebbero davvero molti.... e non solo quelli da te giustamente segnalati.... [;)]



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Cita:
Le veline di ... Santoro... (Ahahahahahah... Posso divertirmi anch'io? E che caspita...).

e certo , ci mancherebbe. [:D]
c'e' da dire che quella li non e' solo ricca e bella....parla, ragiona, ha classe e sembra pure intelligente, perche' di solito alle veline di villa certosa gli manca solo la parola come i boxer.... ma le donne al cavaliere e soci servono ad altro, neuroni assenti o presenti non importa, basta avere mascelle da molossoide.


Ultima modifica di dark side il 26/09/2009, 18:48, modificato 1 volta in totale.


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Diffamazione è quella dell'articolo postato da Ufologo 555
Non quella del pur antipaticissimo (si, mi sta sulle scatole) Santoro.
Cosa centra il fatto che la Borromeo fosse su uno Yacht con non so chi personaggio di spicco, con il fatto che piange i barconi dei clandestini?


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Come che centra! "Parla (parlava) bene ma razzola meglio! [:D]
(Ma l'hai sentita come parla? Se poi una così ha i neuroni...). Ho capito che non si è "capito"... [;)]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 26/09/2009, 19:33, modificato 1 volta in totale.


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Ma dai ragazzi con questa storia della dittatura.. ognuno dice e fa quel che gli pare in questo paese.. altro che dittatura


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ma ragazzi la liberta di parola è importantissima, senza di essa è ferrea dittatura, e cmq altro che diffamare lo censurano perchè dice la verità, ha ragione Ricca : L'ITALIA è UN PAESE DI SUDDITI [B)]



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Se fosse dittatura non credo proprio che un numero non indifferente di giornali pubblicherebbe persino le foto private del premier ed articoli dove si discute sul numero di anticoncezionali da lui usati questa settimana.. comunque per quanto mi riguarda chiudo questo argomento, che in un forum come questo stona non poco


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