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Angel_ ha scritto:
E' essenziale che ci sia scritto 3Mg. o 300 Mcg. , che è la stessa cosa...


Scusa, mi era sfuggito, ma 300 mcg = 0.3 mg.



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MessaggioInviato: 22/01/2014, 18:29 
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zakmck ha scritto:

Cita:
Angel_ ha scritto:
E' essenziale che ci sia scritto 3Mg. o 300 Mcg. , che è la stessa cosa...


Scusa, mi era sfuggito, ma 300 mcg = 0.3 mg.

Hai ragione...io ho sempre preso quella da 3 MG. ma distrattamente pensavo che fosse lo stesso e invece no!...3 mg. è quella da prendere!



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MessaggioInviato: 23/01/2014, 14:53 
Non so se ne avete già parlato... [:I]

Cuba crea quattro vaccini contro il cancro

Che Cuba abbia sviluppato già quattro vaccini contro altrettanti differenti tipologie di tumori è senza dubbio una importante notizia per l'umanità., e se teniamo presente che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno muoiono nel mondo, per queste infermità, circa 8 milioni di persone. I grandi mezzi internazionali hanno ignorato il fatto quasi completamente.

Nel 2012 Cuba testava il primo vaccino terapeutico contro il cancro al polmone avanzato a livello mondiale, la CIMAVAX-EGF. E nel gennaio 2013 è stato annunciato il secondo, la cosìdetta Racotumomab. Sperimentazioni cliniche in 86 paesi dimostrano che questi vaccini, sebbene non curino l'infermità, ottengono la riduzione dei tumori e permettono una tappa stabile dell'infermità, aumentando le speranze e la qualità di vita.

Il Centro Immunologico Molecolare de la Habana, appartenente allo Stato Cubano, è l'artefice di tutti questi vaccini. Già nel 1985 venne sviluppato il vaccino della meningite B, unica al mondo, e più tardi altre, come quelle contro l'epatite B o il deng. Inoltre opera da molti anni per sviluppare un vaccino contro l'HIV-SIDA. Altro centro statale cubano, il laboratorio Labiofam, sviluppa medicamenti omeopatici anche contro il cancro: è il caso del VIDATOX, elaborato partendo dal veleno dello scorpione azzurro.

Cuba esporta questi farmaci in 26 paesi, e partecipano in imprese miste in Cina, Canadà e Spagna. Tutto questo rompecompletamente uno stereotipo molto diffuso, rafforzato dal silenzio mediatico sui successi di Cuba e di altri paesi del Sud: che la ricerca medico-farmaceutica di avanguardia si produce solo nei paesi cosìdetti "sviluppati".

Indubbiamente, lo Stato cubano ottiene una rendita economica dalla vendita internazionale di questi prodotti farmaceutici. Senza dubbio, la sua filosofia di ricerca e commercializzazione è agli antipodi della pratica imprenditoriale della grande industria farmaceutica.

Il Premio Nobel della medicina Richard J. Roberts denunciava recentemente che le aziende farmaceutiche orientano le proprie ricerche non verso la cura delle infermità, ma lo sviluppo di farmaci per dolenze croniche, molto più remunerativi. E segnalava che le malattie proprie dei paesi più poveri - per la loro bassa redditività non venivano investigate. Per questo, il 90% dei finanziamenti per le ricerche viene destinato verso le malattie del 10% della popolazione mondiale.

L'industria pubblica medico-farmaceutica di Cuba, sebbene sia una delle principali fonti di entrate per il paese, di regge su principi radicalmente opposti.

In primo luogo, le sue ricerche vanno dirette, in buona parte, a sviluppare vaccini che proteggono dalle malattie e, di conseguenza, abbassano il costo dei medicamenti sulla popolazione.

In un articolo della prestigiosa rivista Science, i ricercatori dell'Università di Stanford (California) Paul Drain e Michele Barry assicuravano che Cuba ottiene migliori indici nella salute che gli Stati Uniti con un costo venti volte inferiore. La ragione: l'assenza - nel modello cubano - di pressioni e stimoli commerciali da parte delle aziende farmaceutiche, e una riuscita strategia di educazione della popolazione nella prevenzione.

Inoltre, le terapie naturali e tradizionali - come la medicina verde, l'agopuntura, l'ipnosi e molte altre, pratiche poco redditizie per i produttori di farmaci, sono integrate da molti anni nel sistema sanitario pubblico gratuito dell'isola.

Dall'altro lato, a Cuba i farmaci vengono distribuiti, in primo luogo, nella rete ospedaliera pubblica nazionale, in modo gratuito o altamente sussidiato.

L'industria farmaceutica cubana, inoltre, destina praticamente nulla in pubblicità, mentre nel caso delle multinazionali, è superiore al costo dell'investimento stesso della ricerca.

Per ultimo, Cuba spinge alla produzione di farmaci generici che mette a disposizione di altri paesi poveri e dell'Organizzazione Mondiale della Salute, a un prezzo molto inferiore a quello della grande industria mondiale.


Per questi accordi, alieni alle regole del mercato, generano forti pressioni dall'industria farmaceutica. Recentemente, il governo dell'Ecuador annunciava l'acquistoda Cuba di un numero importante di farmaci, in reciprocità alle borse di studio fornite a studenti ecuadoriani sull'isola e per l'appoggio di specialisti cubani al programma "Manuela Espejo" per persone diversamente abili.

Le proteste dell'Associazione dei Laboratori Farmaceutici Ecuadoriani si sono commutate immediatamente in campagne mediatiche, diffondendo il messaggio della insinuata cattiva qualità dei farmaci cubani.

Dall'altro lato, numerosi analisti vedono dietro il colpo di Stato in Honduras, nel 2009, la grande industria farmaceutica internazionale, dato che il governo del deposto Manuel Zelaya, nel quadro degli accordi ALBA, pretendeva sostituire l'importazione di medicamenti delle multinazionali con farmaci generici cubani.

Il blocco degli Stati Uniti a Cuba impone importanti ostacoli per la commercializzazione internazionale dei prodotti farmaceutici cubani, però pregiuduca anche direttamente la cittadinanza degli Stati Uniti. Ad esempio, le 80.000 persone diabetiche che soffrono in questo paese ogni anno dell'amputazione delle dita dei piedi, non possono accedere al farmaco cubano Heperprot P., che propriamente le evita.

Il Premio Nobel della Chimica Peter Agre affermava recentemente che "Cuba è un magnifico esempio di come si possa integrare la conoscenza e la ricerca scientifica". Irina Bokova, direttrice generale dell'UNESCU, dichiarava di sentirsi "molto impressionata" dai successi scientifici di Cuba e mostrava la volontà di questa organizzazione delle Nazioni Unite per promuoverli nel mondo. La domanda è inevitabile: conterà sulla collaborazione imprescindibile dei grandi media internazionali per diffonderli?

http://www.libera.tv/videos/4137/cuba-c ... _____array



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MessaggioInviato: 24/01/2014, 13:37 
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Atlanticus81 ha scritto:

Non so se ne avete già parlato... [:I]

Cuba crea quattro vaccini contro il cancro

Che Cuba abbia sviluppato già quattro vaccini contro altrettanti differenti tipologie di tumori è senza dubbio una importante notizia per l'umanità., e se teniamo presente che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno muoiono nel mondo, per queste infermità, circa 8 milioni di persone. I grandi mezzi internazionali hanno ignorato il fatto quasi completamente.

Nel 2012 Cuba testava il primo vaccino terapeutico contro il cancro al polmone avanzato a livello mondiale, la CIMAVAX-EGF. E nel gennaio 2013 è stato annunciato il secondo, la cosìdetta Racotumomab. Sperimentazioni cliniche in 86 paesi dimostrano che questi vaccini, sebbene non curino l'infermità, ottengono la riduzione dei tumori e permettono una tappa stabile dell'infermità, aumentando le speranze e la qualità di vita.

Il Centro Immunologico Molecolare de la Habana, appartenente allo Stato Cubano, è l'artefice di tutti questi vaccini. Già nel 1985 venne sviluppato il vaccino della meningite B, unica al mondo, e più tardi altre, come quelle contro l'epatite B o il deng. Inoltre opera da molti anni per sviluppare un vaccino contro l'HIV-SIDA. Altro centro statale cubano, il laboratorio Labiofam, sviluppa medicamenti omeopatici anche contro il cancro: è il caso del VIDATOX, elaborato partendo dal veleno dello scorpione azzurro.

Cuba esporta questi farmaci in 26 paesi, e partecipano in imprese miste in Cina, Canadà e Spagna. Tutto questo rompecompletamente uno stereotipo molto diffuso, rafforzato dal silenzio mediatico sui successi di Cuba e di altri paesi del Sud: che la ricerca medico-farmaceutica di avanguardia si produce solo nei paesi cosìdetti "sviluppati".

Indubbiamente, lo Stato cubano ottiene una rendita economica dalla vendita internazionale di questi prodotti farmaceutici. Senza dubbio, la sua filosofia di ricerca e commercializzazione è agli antipodi della pratica imprenditoriale della grande industria farmaceutica.

Il Premio Nobel della medicina Richard J. Roberts denunciava recentemente che le aziende farmaceutiche orientano le proprie ricerche non verso la cura delle infermità, ma lo sviluppo di farmaci per dolenze croniche, molto più remunerativi. E segnalava che le malattie proprie dei paesi più poveri - per la loro bassa redditività non venivano investigate. Per questo, il 90% dei finanziamenti per le ricerche viene destinato verso le malattie del 10% della popolazione mondiale.

L'industria pubblica medico-farmaceutica di Cuba, sebbene sia una delle principali fonti di entrate per il paese, di regge su principi radicalmente opposti.

In primo luogo, le sue ricerche vanno dirette, in buona parte, a sviluppare vaccini che proteggono dalle malattie e, di conseguenza, abbassano il costo dei medicamenti sulla popolazione.

In un articolo della prestigiosa rivista Science, i ricercatori dell'Università di Stanford (California) Paul Drain e Michele Barry assicuravano che Cuba ottiene migliori indici nella salute che gli Stati Uniti con un costo venti volte inferiore. La ragione: l'assenza - nel modello cubano - di pressioni e stimoli commerciali da parte delle aziende farmaceutiche, e una riuscita strategia di educazione della popolazione nella prevenzione.

Inoltre, le terapie naturali e tradizionali - come la medicina verde, l'agopuntura, l'ipnosi e molte altre, pratiche poco redditizie per i produttori di farmaci, sono integrate da molti anni nel sistema sanitario pubblico gratuito dell'isola.

Dall'altro lato, a Cuba i farmaci vengono distribuiti, in primo luogo, nella rete ospedaliera pubblica nazionale, in modo gratuito o altamente sussidiato.

L'industria farmaceutica cubana, inoltre, destina praticamente nulla in pubblicità, mentre nel caso delle multinazionali, è superiore al costo dell'investimento stesso della ricerca.

Per ultimo, Cuba spinge alla produzione di farmaci generici che mette a disposizione di altri paesi poveri e dell'Organizzazione Mondiale della Salute, a un prezzo molto inferiore a quello della grande industria mondiale.


Per questi accordi, alieni alle regole del mercato, generano forti pressioni dall'industria farmaceutica. Recentemente, il governo dell'Ecuador annunciava l'acquistoda Cuba di un numero importante di farmaci, in reciprocità alle borse di studio fornite a studenti ecuadoriani sull'isola e per l'appoggio di specialisti cubani al programma "Manuela Espejo" per persone diversamente abili.

Le proteste dell'Associazione dei Laboratori Farmaceutici Ecuadoriani si sono commutate immediatamente in campagne mediatiche, diffondendo il messaggio della insinuata cattiva qualità dei farmaci cubani.

Dall'altro lato, numerosi analisti vedono dietro il colpo di Stato in Honduras, nel 2009, la grande industria farmaceutica internazionale, dato che il governo del deposto Manuel Zelaya, nel quadro degli accordi ALBA, pretendeva sostituire l'importazione di medicamenti delle multinazionali con farmaci generici cubani.

Il blocco degli Stati Uniti a Cuba impone importanti ostacoli per la commercializzazione internazionale dei prodotti farmaceutici cubani, però pregiuduca anche direttamente la cittadinanza degli Stati Uniti. Ad esempio, le 80.000 persone diabetiche che soffrono in questo paese ogni anno dell'amputazione delle dita dei piedi, non possono accedere al farmaco cubano Heperprot P., che propriamente le evita.

Il Premio Nobel della Chimica Peter Agre affermava recentemente che "Cuba è un magnifico esempio di come si possa integrare la conoscenza e la ricerca scientifica". Irina Bokova, direttrice generale dell'UNESCU, dichiarava di sentirsi "molto impressionata" dai successi scientifici di Cuba e mostrava la volontà di questa organizzazione delle Nazioni Unite per promuoverli nel mondo. La domanda è inevitabile: conterà sulla collaborazione imprescindibile dei grandi media internazionali per diffonderli?

http://www.libera.tv/videos/4137/cuba-c ... _____array



Alcune precisazioni visto l'argomento particolarmente delicato

Sta circolando da qualche giorno su vari siti italiani questa notizia...in realtà non così recente ma rifatta circolare ad un anno di distanza da quando è stata scritta.
E' un peccato che l'articolo sia stato scritto generalizzando e unendo argomenti ben diversi fra loro, perché in realtà non si tratta di bufala (o meglio non del tutto).

Cuba crea quattro vaccini contro il cancro

una lezione alle aziende farmaceutiche che non farà notizia


Così apre l'articolo in questione, di che vaccini stiamo parlando?

Partiamo col primo prodotto citato:

il primo vaccino terapeutico contro il cancro al polmone avanzato a livello mondiale, la CIMAVAX-EGF

Vaccino esistente, risultato di 25 anni di ricerche, non è un vaccino preventivo, si assume solo in pazienti che abbiano già contratto tumore ai polmoni, non salva la vita, ma ne allunga l'aspettativa di vita nella maggioranza dei pazienti (specie se under 60). Non guarisce dal cancro, ma rende la malattia più debole.
SU un sito dedicato alla ricerca sul cancro inglese hanno fatto una bella faq in merito, ma parlano di un aspettativa di vita più lunga in media di 4/6 mesi, la trovate qui.




nel gennaio 2013 è stato annunciato il secondo, la cosìdetta Racotumomab.

Il vaccino Racotumomab è ancora in fase di sviluppo e test, si è alla terza fase dello studio, potrebbe essere un'ottima cura, non si può ancora dire nulla di certo (non lo dicono nemmeno i cubani e gli argentini che ci stanno lavorando sopra da tanto, sperano di terminare la fase di test positivamente, e lo spero anche io)
Qui la fase dei test.

Poi però inizia la disinformazione:


Sperimentazioni cliniche in 86 paesi dimostrano che questi vaccini, sebbene non curino l'infermità, ottengono la riduzione dei tumori e permettono una tappa stabile dell'infermità, aumentando le speranze e la qualità di vita.

In realtà cercando in rete ho trovato solo che il CIMAVAX-EGF è usato, da quel che ho potuto trovare, in questi paesi : Cuba, Peru, Venezuela, Brazil & Indonesia e in fase di pre approvazione in Canada e Inghilterra. Il Racotumomab invece è ancora in fase di sviluppo, lo studio internazionale coinvolge questi paesi: Argentina, Brazil, Cuba, Indonesia, Philippine, Singapore, Thailandia e Uruguay.
Che sommati ai precedenti fanno 10, quali sono gli altri 76?

Ma passiamo oltre, perché i vaccini del titolo sono 4, ve lo ricordate vero?

Già nel 1985 venne sviluppato il vaccino della meningite B, unica al mondo, e più tardi altre, come quelle contro l'epatite B o il deng.


Il terzo quindi sembra esser il vaccino per l'infezione da meningococco di gruppo B, si è vero Cuba ne ha uno dal 1985, ma è sviluppato sul ceppo locale, e non è l'unico paese ad averne sviluppato uno, oltre a Cuba ci sono la Nuova Zelanda, la Norvegia e il Cile, senza per questo voler sminuire Cuba).

Mi manca l'ultimo...e continuerà a mancarmi perché l'articolo procede così:

Inoltre opera da molti anni per sviluppare un vaccino contro l'HIV-SIDA. Altro centro statale cubano, il laboratorio Labiofam, sviluppa medicamenti omeopatici anche contro il cancro: è il caso del VIDATOX, elaborato partendo dal veleno dello scorpione azzurro.


Ovvero, a Cuba da tempo si sta studiando un vaccino contro l'AIDS, ma ad oggi non se n'è fatto nulla...
Sul Vidatox, non essendo un vaccino ma un farmaco omeopatico lascio stare.

Ho fatto il mio dovere di sbufalatore, ma vorrei fare un appunto a chi ha fatto girare questa notizia, i primi due vaccini, con i dovuti se e ma, sono comunque due grandi ed importanti scoperte, il terzo è una realtà locale, vecchia di trent'anni, ma non applicabile su altri ceppi, perché sminuire una cosa così infarcendola di disinformazione ed esagerazione? Sminuite il lavoro vero fatto. Unire poi al tutto la chiosa contro le BigPharma e compagnia bella, inserendoci anche un po' di politica nostalgica degli anni 70 manda in vacca qualsiasi buona intenzione iniziale.

Comunque confermo quel che ho trovato, i primi due vaccini di cui si parla, potrebbero essere buoni punti di partenza per cure o aiuti in certe tipologie di tumore, è comunque una buona notizia!


Fonte: http://bufaleuntantoalchilo.blogspot.co ... ubani.html


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MessaggioInviato: 24/01/2014, 14:16 
Grazie per le precisazioni Indy!

[:264]



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MessaggioInviato: 24/01/2014, 14:38 
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Atlanticus81 ha scritto:

Grazie per le precisazioni Indy!

[:264]


Grazie a te semmai. Anche se in silenzio, leggo (e apprezzo) spessissimo i tuoi scritti [;)]
Chiudo il breve off topic.


Ultima modifica di Indiana Pipps il 24/01/2014, 14:39, modificato 1 volta in totale.

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Campioni di esperimenti sulla crescita di tumori sulla Stazione Spaziale Internazionale. Credit: NASA

Quando pensiamo allo spazio e alla stazione spaziale internazionale, è facile che ci vengano in mente le immagini delle camminate spaziali e degli astronauti in micro-gravità, ma difficilmente ci immaginiamo la stazione per quello che è davvero: un enorme laboratorio all'avanguardia, unico nel suo genere. Le condizioni particolari di gravità permettono di portare avanti esperimenti altrimenti impossibili da replicare sulla Terra, con enormi vantaggi per noi qua giù. Un esempio arriva da un recente studio pubblicato sul giornale di medicina FASEB (Federation of American Societies for Experimental Biology)Journaj, in cui si parla di nuove scoperte su come si comportano i tumori in queste condizioni.

“I voli spaziali colpiscono i nostri corpi, sia in bene e che in male. Sapevamo già che la microgravità può far diventare alcuni microrganismi più virulenti e che la microgravità prolungata ha effetti negativi sul corpo umano. Ora stiamo imparando che non ci sono solo brutte notizie: il comportamento dalle cellule nello spazio potrebbe aiutarci a capire e combattere i tumori maligni a Terra”. spiega il dottor Gerald Weissmann, a capo del FASEB. “Siamo solo all’inizio di un nuovo campo della medicina che studia gli effetti della microgravità sulla patologia molecolare e cellulare”.

Lo studio in causa è stato portato avanti da un team internazionale di ricerca formato da scienziati della Germania e della Danimarca, che hanno analizzato l'aggressività di alcuni tumori nelle particolari condizioni di microgravità sulla ISS. "La ricerca nello spazio (o in microgravità simulata utilizzando gli impianti a Terra) ci aiuta in molti modi nel comprendere i complessi processi della vita e questo studio è il primo passo verso la comprensione dei meccanismi di inibizione della crescita del cancro in ambiente di microgravità”, ha detto la dottoressa Daniela Gabriele Grimm ricercatrice del team del Dipartimento di biomedicina e Farmacologia presso l’Università di Aarhus, in Danimarca . “Speriamo di trovare nuovi bersagli cellulari che portino allo sviluppo di nuovi farmaci anti-cancro che potrebbero aiutare a curare quei tumori che risultano essere non responsivi agli agenti attualmente impiegati”.

Anche sulla Terra si possono replicare e simulare i tumori in laboratorio, ma si sviluppano sempre su un piano bidimensionale, duplicandosi quindi in maniera diversa rispetto a quanto farebbero all'interno dei pazienti umani, dove questo avviene in maniera 3D.

Nello spazio, grazie all’assenza di gravità, le cellule in vitro si dispongono in aggregati tridimensionali che riproducono meglio ciò che accade nei nostri corpi. Togliendo la forza di gravità dall’equazione generale sembrerebbe possibile quindi fare luce su alcuni aspetti difficilmente analizzabili sulla Terra.

La Stazione Spaziale Internazionale però non è l'unico posto dove queste ricerche vengono portate avanti. Per esempio, nella la loro ricerca più recente, Grimm e colleghi hanno usato lo Science in Microgravity Box (SIMBOX), impianto sperimentale a bordo della sonda cinese Shenzhou-8 , lanciata il 31 ottobre 2011. Ma quello appena pubblicato non è l’unico studio del genere. Per questo è vitale continuare la ricerca medica nello spazio, investendo per mantenere questo ambiente unico di ricerca.

http://www.fasebj.org/content/28/2/813.abstract

http://www.nasa.gov/mission_pages/stati ... s/248.html

http://www.link2universe.net/2014-02-06 ... lo-spazio/


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Niente chemio, e l’oncologo salva la moglie dal cancro

Sidney Winawer, oncologo di fama planetaria, dirige il laboratorio di ricerca sul cancro al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di NewYork, uno dei centri più importanti del mondo. Per decenni ha praticato la chemioterapia a tutti i pazienti, metà dei quali però sono deceduti. Un giorno, la diagnosi è toccata a sua moglie, Joanna. Ben consapevole gravi dei danni collaterali della terapia chimica, e per nulla convinto della sua efficacia, il professor Winawer non ha sottoposto la consorte né alla “chemio” né alla radioterapia.
E, sorpresa: l’ha guarita. Come? Il luminare newyorkese si è affidato alla somatostatina, quella del controverso medico italiano Luigi Di Bella, accusato di suscitare speranze illusorie. Ma l’illusione peggiore è quella della chemioterapia, come lo stesso Winawer ha sostenuto nel libro “Dolce è la tua voce”, pubblicato da “Positive Press” nel 1998.

«Secondo la stragrande maggioranza delle teorie mediche, ci si ammala di cancro per una insufficienza del sistema immunitario», scrive il blog “Informare x Rexistere ( http://www.informarexresistere.fr/2011/ ... z23szJz4Vu ) ”, che riporta la notizia della “miracolosa” guarigione della signora Winawer. «La chemioterapia riduce le masse tumorali di dimensione, ma al prezzo di distruggere completamente il midollo e le difese immunitarie dell’organismo, col risultato che quest’ultimo rimarrà debilitato ed esposto ad ammalarsi di nuovo, per anni o anche per il resto della vita ». Per dare un’idea di quanto siano tossici questi veleni, il blog prende spunto dalla stessa documentazione farmaceutica allegata ai più diffusi farmaci anti-cancro : «Pensate che basterebbe solo aumentare di poco le dosi di una sola “seduta” di chemioterapia per uccidere un cane, nel 100% dei casi». L’animale morirebbe per avvelenamento nel giro di pochi giorni: «Potete controllare voi stessi, dato che la tossicologia è pubblica».

Inoltre, per smaltire questi farmaci occorrono mesi: molto di più della durata di ogni ciclo terapeutico. Per cui, quando si torna in ospedale per il ciclo seguente, l’organismo non ha ancora smaltito le tossine accumulate. «Molto spesso – continua il blog – il cancro ritorna negli anni successivi, dopo una cura di chemioterapia». Questo non è dovuto a una particolare “predisposizione” del paziente, «ma al fatto che le difese immunitarie sono ormai distrutte, quindi l’organismo è completamente indifeso ed è logico che venga aggredito nuovamente». Per dirla col professor Winawer, la chemioterapia non è mai la soluzione definitiva del problema, poichè spesso la malattia si ripresenta dopo anni, con maggiore violenza . La soluzione? «Il cancro <http> deve essere vinto potenziando il sistema immunitario».

Per molti tipi di tumore , il sistema immunitario ha una “memoria”, esattamente come per le malattie esantematiche (morbillo, varicella, rosolia). Se il tumore viene vinto dall’organismo stesso, piuttosto che represso dai farmaci, è molto più difficile che si ripresenti in seguito. A riprova, il blog cita recenti studi che dimostrano l’inefficacia della chemioterapia – mai davvero risolutiva – nonché i poco entusiasmanti retroscena legati al business infinito delle multinazionali farmaceutiche. «La ricerca non ha fatto passi da gigante come tutti pensano, ma, al contrario, la gente si ammala e muore più che nei decenni scorsi», sostiene “Informare x Rexistere”. «Con i metodi di cura attuali, il 90% degli ammalati non sopravvive più di 10 anni al cancro ».

http://www.libreidee.org/


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http://www.pallequadre.com/2014/04/il-c ... rtale.html


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Cita:


Emhm.....

Gente, se ancora andate in giro a diffondere **********
sulle cure "alternative" rendetevi conto dei danni che fate


Ma chi è il cretino che ha scritto questo articolo?
Così.. per capire...



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 28/08/2019, 19:19 
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Cellule killer muoiono a gravità zero, spazio nuova frontiera contro il cancro


Lo spazio si candida a diventare la nuova frontiera della ricerca contro il cancro. Uno studio australiano ha dimostrato che condizioni di gravità simili a quelle presenti nella stazione spaziale internazionale (Iss) hanno avuto un notevole effetto sulle cellule tumorali: "In 24 ore, in questa condizione di micro-gravità, l'80-90% delle cellule muore senza trattamento farmacologico", afferma Joshua Chou dell'Università della Tecnologia di Sydney (Uts), che ha messo a punto un nuovo device in grado di replicare condizioni di gravità vicine allo zero.


"Abbiamo inserito nel simulatore quattro diversi tipi di tumori: alle ovaie, al seno, al naso e ai polmoni - ha spiegato Chou alla 'Abc' - Riducendo la gravità, abbiamo registrato che le cellule non riescono più a comunicare tra loro. Un effetto che incide sulla loro sopravvivenza". L'ipotesi suggerita dalla ricerca australiana è che i tumori non possano più percepire ciò che li circonda, e quindi le cellule malate entrano nello stato di apoptosi o morte cellulare.

Ora si aspetta di sperimentare direttamente nello spazio. "Ci sono dei problemi da superare per poter avviare lo studio nella stazione spaziale, limiti di peso e di ingombro. E servono almeno 200mila dollari di investimenti per trovare soluzioni miniaturizzate al device", ha precisato Chou. "Nella mia testa - ha aggiunto - le possibilità offerte da questa sperimentazione non sono una cura, la 'pallottola d'oro' per sconfiggere il cancro, ma qualcosa che possa funzionare parallelamente alle terapie esistenti, ai trattamenti farmacologici e così via, per aiutare ad aumentare l'efficienza delle terapie attualmente in uso".





https://www.adnkronos.com/salute/medici ... refresh_ce


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 Oggetto del messaggio: Re: Cancro - Le cure proibite
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 Oggetto del messaggio: Re: Cancro - Le cure proibite
MessaggioInviato: 17/10/2019, 08:57 
secondo il mio modesto parere,la chiave di volta per guarire il cancro sta nel fatto che i cancri emettono un segnale che rassicura il sistema immunitario sulla loro non pericolosità!
Perciò,basta neutralizzare quel segnale e i cancri vengono aggrediti e uccisi!
Possibile che non l'abbiano ancora analizzato e trovato il sistema per neutralizzarlo?
NON CI CREDO come NON CREDO al 99% di Terra e dintorni!
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 Oggetto del messaggio: Re: Cancro - Le cure proibite
MessaggioInviato: 08/04/2023, 18:53 
Perché alcuni tumori non dovrebbero essere trattati

Lo sforzo collettivo per migliorare il trattamento del cancro è spesso descritto come una "guerra". Gli oncologi chiedono sempre più spesso una tregua



Secondo quanto riporta un articolo pubblicato da Big Think, lo sforzo collettivo per migliorare il trattamento del cancro viene spesso descritto come una “guerra”, come se i tumori maligni fossero un flagello da estirpare e distruggere senza pietà non appena vengono individuati. Ma gli oncologi chiedono sempre più spesso una tregua nel caso di molti tumori. La lotta potrebbe essere andata troppo oltre. Poiché gli screening oncologici sono diventati più potenti e sempre più diffusi, i medici individuano più tumori. Uno studio del CDC pubblicato l’anno scorso ha rilevato che tra il 2009 e il 2018 il numero di persone a cui è stato diagnosticato un cancro è passato da 1.292.222 a 1.708.921. Per i tumori aggressivi del polmone, del colon e del pancreas, questa diagnosi avanzata può essere un salvavita. Ma per i tumori a basso rischio, tra cui, ad esempio, prostata, uretra, tiroide, alcuni linfomi non-Hodgkin e alcune aree del seno, un test positivo può portare a stress emotivo e a trattamenti non necessari e fisicamente impegnativi.
Alcuni tumori non dovrebbero essere trattati

Il cancro, che molte persone considerano istintivamente come una condanna a morte, esiste in realtà in un ampio spettro, che va da un rischio bassissimo, con meno del 5% di possibilità di progredire nell’arco di due decenni, a un rischio estremamente elevato, con più del 75% di possibilità di progredire nell’arco di uno o due anni. Poiché il trattamento del cancro, compresi la chemioterapia e l’intervento chirurgico, può essere costoso e alterare la vita, l’obiettivo dovrebbe essere quello di usare queste armi nei casi in cui sono necessarie, e tenerle al loro posto quando non lo sono. Per i tumori a basso rischio, invece, il modus operandi dovrebbe essere la cosiddetta “sorveglianza attiva”, definita dal National Cancer Institute come “un piano di trattamento che prevede di osservare da vicino le condizioni del paziente, ma di non somministrare alcun trattamento a meno che non si verifichino cambiamenti nei risultati degli esami che mostrano che la condizione sta peggiorando”. Recentemente, uno studio a lungo termine che ha confrontato la sorveglianza attiva del cancro alla prostata con terapie aggressive come la chirurgia e la radioterapia non ha rilevato alcuna differenza nei tassi di sopravvivenza in 15 anni di follow-up. Anche uno studio del 2021, che ha confrontato la chirurgia preventiva del melanoma con il semplice monitoraggio a ultrasuoni, ha evidenziato lo stesso rischio complessivo di morte. Anche gli studi ripetuti sulla sorveglianza attiva per il cancro alla tiroide hanno riportato risultati eccellenti per i pazienti.
Non chiamatelo cancro

Un metodo che i medici potrebbero adottare con i loro pazienti è quello di evitare di chiamare “cancro” un tumore molto precoce e non aggressivo. Uno studio del 2019 ha rilevato che i volontari a cui veniva presentata un’ipotetica diagnosi sceglievano molto più spesso l’intervento chirurgico rispetto alla sorveglianza quando un tumore veniva definito “cancro” rispetto a un “nodulo”, un termine meno carico di significato. I medici potrebbero anche ridurre la quantità di screening che effettuano, in particolare per gli adulti sani o anziani che probabilmente sceglierebbero di non trattare comunque un cancro diagnosticato. Purtroppo, la spinta alla diagnosi e al trattamento precoce può essere difficile da smontare, ha dichiarato a CBS News il dottor H. Gilbert Welch, un importante ricercatore sul cancro. “Ironia della sorte, più un test di screening fa una diagnosi eccessiva, più diventa popolare, perché ci sono più persone che si sentono ‘sopravvissute’ grazie allo screening”, ha detto. “Anche se si tratta di un cancro che non li avrebbe mai disturbati. Non lo sapranno mai”.


https://leganerd.com/2023/04/08/perche- ... -trattati/


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